domenica 31 ottobre 2010

Il Papa: Dio non esclude nessuno, né poveri né ricchi. Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi umani, ma vede in ognuno un’anima da salvare ed è attratto specialmente da quelle che sono giudicate perdute e che si considerano esse stesse tali

ANGELUS: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA



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Il Papa: Dio non esclude nessuno, né poveri né ricchi. Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi umani, ma vede in ognuno un’anima da salvare (Adnkronos)

Il Papa all’Angelus: “Dio non esclude nessuno, né poveri né ricchi. Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi umani, ma vede in ognuno un’anima da salvare” (R.V.)

Il Papa: la misericordia di Dio non toglie nulla alla gravità del peccato ma mira sempre a salvare il peccatore (Apcom)

Il Papa: "Dio non esclude nessuno, né poveri né ricchi". Dopo l'Angelus Benedetto XVI ricorda Mons. Szilard Bogdanffy, vescovo e martire del comunismo (Izzo)

Il Papa: Dio non esclude nessuno, vede in onguno un’anima da salvare (AsiaNews)

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 31.10.2010

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

L’Evangelista san Luca riserva una particolare attenzione al tema della misericordia di Gesù. Nella sua narrazione, infatti, troviamo alcuni episodi che mettono in risalto l’amore misericordioso di Dio e di Cristo, il quale afferma di essere venuto a chiamare non i giusti, ma i peccatori (cfr Lc 5,32).

Tra i racconti tipici di Luca vi è quello della conversione di Zaccheo, che si legge nella liturgia di questa domenica. Zaccheo è un "pubblicano", anzi, il capo dei pubblicani di Gerico, importante città presso il fiume Giordano. I pubblicani erano gli esattori dei tributi che i Giudei dovevano pagare all’Imperatore romano, e già per questo motivo erano considerati pubblici peccatori.

Per di più, approfittavano spesso della loro posizione per estorcere denaro alla gente. Per questo Zaccheo era molto ricco, ma disprezzato dai suoi concittadini. Quando dunque Gesù, attraversando Gerico, si fermò proprio a casa di Zaccheo, suscitò uno scandalo generale. Il Signore, però, sapeva molto bene quello che faceva. Egli, per così dire, ha voluto rischiare, e ha vinto la scommessa: Zaccheo, profondamente colpito dalla visita di Gesù, decide di cambiare vita, e promette di restituire il quadruplo di ciò che ha rubato. "Oggi per questa casa è venuta la salvezza", dice Gesù, e conclude: "Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto".

Dio non esclude nessuno, né poveri né ricchi. Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi umani, ma vede in ognuno un’anima da salvare ed è attratto specialmente da quelle che sono giudicate perdute e che si considerano esse stesse tali.

Gesù Cristo, incarnazione di Dio, ha dimostrato questa immensa misericordia, che non toglie nulla alla gravità del peccato, ma mira sempre a salvare il peccatore, ad offrirgli la possibilità di riscattarsi, di ricominciare da capo, di convertirsi.

In un altro passo del Vangelo, Gesù afferma che è molto difficile per un ricco entrare nel Regno dei cieli (cfr Mt 19,23). Nel caso di Zaccheo, vediamo proprio che quanto sembra impossibile si realizza: "egli – commenta san Girolamo – ha dato via la sua ricchezza e immediatamente l’ha sostituita con la ricchezza del regno dei cieli" (Omelia sul salmo 83, 3). E san Massimo di Torino aggiunge: "Le ricchezze, per gli stolti sono un alimento per la disonestà, per i saggi invece sono un aiuto per la virtù; a questi si offre un’opportunità per la salvezza, a quelli si procura un inciampo che li perde" (Sermoni, 95).

Cari amici, Zaccheo ha accolto Gesù e si è convertito, perché Gesù per primo aveva accolto lui! Non lo aveva condannato, ma era andato incontro al suo desiderio di salvezza.

Preghiamo la Vergine Maria, modello perfetto di comunione con Gesù, affinché anche noi possiamo sperimentare la gioia di essere visitati dal Figlio di Dio, di essere rinnovati dal suo amore, e trasmettere agli altri la sua misericordia.

DOPO L’ANGELUS

Ieri, nella cattedrale di Oradea Mare in Romania, il Cardinale Peter Erdö ha proclamato beato Szilárd Bogdánffy, vescovo e martire. Nel 1949, quando aveva 38 anni, egli fu consacrato vescovo in clandestinità e quindi arrestato dal regime comunista del suo Paese, la Romania, con l’accusa di cospirazione. Dopo quattro anni di sofferenze e umiliazioni, morì in carcere. Rendiamo grazie a Dio per questo eroico Pastore della Chiesa che ha seguito l’Agnello fino alla fine! La sua testimonianza conforti quanti anche oggi sono perseguitati a causa del Vangelo.

Je salue cordialement les pèlerins francophones ! Présentant l’épisode de la conversion de Zachée, l’Évangile de ce jour nous enseigne que le regard de Dieu sur tout homme est habité par la toute-puissance de son amour. Chaque personne a une place privilégiée dans le cœur de Dieu, qui attend toujours le retour du pécheur à la pleine communion avec Lui. En ce dernier jour du mois du Rosaire, demandons à la Vierge Marie, Mère de miséricorde, de nous accompagner dans nos efforts de conversion. Bon dimanche à tous !

I would now like to offer a word of greeting to all the English-speaking visitors present at today’s Angelus prayer! In the liturgy of the word this morning, Our Lord tells us that he "has come to seek out and save those who were lost". May we always know our need for God and embrace his will for us, in love and humility. May God abundantly bless you and your loved ones!

Ein herzliches „Grüß Gott" sage ich den Pilgern und Besuchern aus den Ländern deutscher Sprache. Das Evangelium des heutigen Sonntags berichtet uns, wie Christus beim Zolleinnehmer Zachäus zu Gast ist. Der liebende Blick Christi löst die Herzenshärte des Zöllners, dieser kehrt um und teilt sein Vermögen mit den Armen. In den Sakramenten dürfen wir uns dem liebenden Blick des Herrn aussetzen, um immer mehr durch seine Liebe verwandelt zu werden. Gott geleite euch auf allen Wegen.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española. Os animo a salir al encuentro de Jesús que, como nos ha enseñado el evangelio de este domingo con el ejemplo de Zaqueo, quiere llenarnos de alegría y darnos la salvación. Delante de Dios no hay nadie demasiado pequeño. Todos podemos acoger al Señor en nuestras vidas y dejarnos transformar por él. Que la Virgen María nos ayude a intensificar nuestro amor a Dios. Feliz domingo.

Dirijo agora uma calorosa saudação aos peregrinos de língua portuguesa, de modo especial aos brasileiros vindos de Franca. Esta peregrinação ao túmulo dos Apóstolos vos confirme na fé e no seu anúncio aos outros. Louvado seja Nosso Senhor Jesus Cristo!

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Dziś w Ewangelii słyszymy, że „Syn Człowieczy przyszedł szukać i zbawić to, co zginęło". W Nim objawiło się miłosierdzie Boga. Gdy czujemy się zagubieni w świecie i dotyka nas zło, On sam odnajduje nas, przemienia mocą łaski i prowadzi do domu Ojca. Niech ta świadomość napełnia nas radością i pokojem. Z serca Wam błogosławię.

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Oggi nel Vangelo sentiamo che "il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto". In lui si è rivelata la misericordia di Dio. Quando ci sentiamo smarriti nel mondo e ci tocca il male, Egli stesso ci ritrova, ci trasforma con la potenza della grazia e ci conduce alla casa del Padre. Questa consapevolezza ci colmi di gioia e di pace. Vi benedico di cuore.]

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua italiana, in particolare il gruppo di Bovino, comprendente anche alcuni "Cavalieri" devoti della Madonna di Valleverde. Saluto i fedeli venuti da Monteroni di Lecce, i ragazzi di Petosino con i loro catechisti, e il Lions Club Erchie San Pancrazio. A tutti auguro una buona domenica.

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sabato 30 ottobre 2010

Il Papa ai ragazzi dell'Azione Cattolica: Diventate grandi quando non permettete più allo specchio di essere l’unica verità di voi stessi, ma quando la lasciate dire a quelli che vi sono amici. Diventate grandi se siete capaci di fare della vostra vita un dono agli altri, non di cercare se stessi, ma di dare se stessi agli altri: questa è la scuola dell’amore

IL PAPA, INTERROGATO, RISPONDE "A BRACCIO"

IL VIDEO SU BENEDICT XVI TV

Il Papa incontra i ragazzi dell'Azione Cattolica: video di Repubblica TV

Il Papa incontra i ragazzi dell'Azione Cattolica: video di Corriere TV

Card. Bagnasco: "Il Papa guida la Chiesa confermando la nostra fede e indicando la strada per seguire Gesù, Maestro e Amico" (testo integrale del discorso)

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L'invasione di Roma. E un gran dialogo. L'incontro del Papa con i ragazzi di AC (Rondoni)

Il Papa e l'educazione: L'audace avventura (Paolo Bustaffa)

Dalla parte di Ruby, dalla parte di Sarah: il bellissimo editoriale di Lucio Brunelli (per meditare!)

Il Papa: «Non adattatevi ad un amore ridotto a merce di scambio» (Gasparroni)

Il Papa ai giovani: Diventare grandi vuol dire trasformare la propria vita in "un dono agli altri" (Raffaele Luise)

Centomila in festa per Benedetto XVI (Gianluca Biccini)

Il Papa all'Ac: impegno per una vita buona (Bobbio)

Benedetto XVI chiede ai giovani di «non adattarsi a un amore vissuto come merce di scambio» (Il Sole 24 Ore)

La festa dell'Acr con Benedetto XVI: le voci dei giovani (Radio Vaticana)

Il Papa e l'Azione Cattolica: C'è di più. L'incontro dei 100 mila ragazzi e giovanissimi (Sir)

Il Papa: Diventate grandi quando non permettete più allo specchio di essere l'unica verità di voi stessi, ma la lasciate dire a quelli che vi sono amici (Tgcom)

Il Papa: troppo spesso oggi l'amore è ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto di se stessi e degli altri (Izzo)

Il Papa: La famiglia è essenziale nell'educazione dei giovani, e se manca si costruisce "sulla sabbia"

Il Papa ai 100 mila di Ac: Non adattatevi a un amore ridotto a merce di scambio (AsiaNews)

Centomila giovani dell’Azione Cattolica in Piazza San Pietro. Il Papa: solo in Gesù troviamo il vero amore e la vera libertà (Radio Vaticana)

Il Papa: Nella mia giovinezza volevo qualcosa di più di quello che mi presentava la mia società e la mentalità del tempo (Apcom)

Grande festa in Piazza San Pietro: centomila ragazzi dell’Ac incontrano il Papa (Radio Vaticana). Il sunto delle risposte del Santo Padre

Il Papa ai ragazzi: non potete e non dovete adattarvi ad un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sé e per gli altri (Ansa)

In Piazza San Pietro 100 mila giovani, botta-risposta con il Papa (Apcom)

OLTRE 100 MILA RAGAZZI DI AC IN PIAZZA S. PIETRO

I giovani di Ac con il Papa. L'ora della testimonianza (Badaracchi)

Più di centomila in Piazza San Pietro per l'incontro del Papa con l'Azione Cattolica

I ragazzi e i giovani di Azione cattolica incontrano il Papa. La risposta delle nuove generazioni alla sfida educativa (Osservatore Romano)

Domani i giovani rivolgeranno domande al Papa che potrebbe rispondere "a braccio" (Cardinale)

Migliaia di ragazzi dell'Azione Cattolica si preparano all'incontro col Papa in Piazza San Pietro (R.V.)

Tutti dal Papa, l'Ac riempie San Pietro (Chiara)

Sabato oltre 80 mila bambini e giovanissimi dell'Azione Cattolica con il Papa (Sir)

INCONTRO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI CON I RAGAZZI E I GIOVANISSIMI DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA, 30.10.2010

Alle ore 11 di questa mattina, in Piazza San Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i ragazzi e i giovani dell’Azione Cattolica Italiana -almeno 50.000 bambini e ragazzi dell’A.C.R. e 50.000 giovanissimi - convenuti a Roma per l’iniziativa di festa e di riflessione dal titolo: "C’è di più. Diventiamo grandi insieme".
Nel corso dell’incontro il Papa ha risposto a tre domande, poste rispettivamente da un ragazzo dell’A.C.R., da una giovanissima e da un’educatrice:


Pubblichiamo di seguito il testo del dialogo del Santo Padre con i partecipanti all’incontro:

Domanda del ragazzo ACR: Santità, cosa significa diventare grandi? Cosa devo fare per crescere seguendo Gesù? Chi mi può aiutare?

Santo Padre:

Cari amici dell’Azione Cattolica Italiana!

Sono semplicemente felice di incontrarvi, così numerosi, su questa bella piazza e vi ringrazio di cuore per il vostro affetto!

A tutti voi rivolgo il mio benvenuto. In particolare, saluto il Presidente, Prof. Franco Miano, e l’Assistente Generale, Mons. Domenico Sigalini. Saluto il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, gli altri Vescovi, i sacerdoti, gli educatori e i genitori che hanno voluto accompagnarvi.

Allora, ho ascoltato la domanda del ragazzo dell’ACR. La risposta più bella su che cosa significa diventare grandi la portate scritta voi tutti sulle vostre magliette, sui cappellini, sui cartelloni: "C’è di più". Questo vostro motto, che non conoscevo, mi fa riflettere. Che cosa fa un bambino per vedere se diventa grande? Confronta la sua altezza con quella dei compagni; e immagina di diventare più alto, per sentirsi più grande.

Io, quando sono stato ragazzo, alla vostra età, nella mia classe ero uno dei più piccoli, e tanto più ho avuto il desiderio di essere un giorno molto grande; e non solo grande di misura, ma volevo fare qualcosa di grande, di più nella mia vita, anche se non conoscevo questa parola "c’è di più". Crescere in altezza implica questo "c’è di più". Ve lo dice il vostro cuore, che desidera avere tanti amici, che è contento quando si comporta bene, quando sa dare gioia al papà e alla mamma, ma soprattutto quando incontra un amico insuperabile, buonissimo e unico che è Gesù.

Voi sapete quanto Gesù voleva bene ai bambini e ai ragazzi! Un giorno tanti bambini come voi si avvicinarono a Gesù, perché si era stabilita una bella intesa, e nel suo sguardo coglievano il riflesso dell’amore di Dio; ma c’erano anche degli adulti che invece si sentivano disturbati da quei bambini. Capita anche a voi che qualche volta, mentre giocate, vi divertite con gli amici, i grandi vi dicono di non disturbare… Ebbene, Gesù rimprovera proprio quegli adulti e dice loro: Lasciate qui tutti questi ragazzi, perché hanno nel cuore il segreto del Regno di Dio. Così Gesù ha insegnato agli adulti che anche voi siete "grandi" e che gli adulti devono custodire questa grandezza, che è quella di avere un cuore che vuole bene a Gesù.

Cari bambini, cari ragazzi: essere "grandi" vuol dire amare tanto Gesù, ascoltarlo e parlare con Lui nella preghiera, incontrarlo nei Sacramenti, nella Santa Messa, nella Confessione; vuole dire conoscerlo sempre di più e anche farlo conoscere agli altri, vuol dire stare con gli amici, anche i più poveri, gli ammalati, per crescere insieme.

E l’ACR è proprio parte di quel "di più", perché non siete soli a voler bene a Gesù - siete in tanti, lo vediamo anche questa mattina! -, ma vi aiutate gli uni gli altri; perché non volete lasciare che nessun amico sia solo, ma a tutti volete dire forte che è bello avere Gesù come amico ed è bello essere amici di Gesù; ed è bello esserlo insieme, aiutati dai vostri genitori, sacerdoti, animatori! Così diventate grandi davvero, non solo perché la vostra altezza aumenta, ma perché il vostro cuore si apre alla gioia e all’amore che Gesù vi dona. E così si apre alla vera grandezza, stare nel grande amore di Dio, che è anche sempre amore degli amici. Speriamo e preghiamo di crescere in questo senso, di trovare il "di più" e di essere veramente persone con un cuore grande, con un Amico grande che dà la sua grandezza anche a noi. Grazie.

Domanda della giovanissima: Santità, i nostri educatori dell’Azione Cattolica ci dicono che per diventare grandi occorre imparare ad amare, ma spesso noi ci perdiamo e soffriamo nelle nostre relazioni, nelle nostre amicizie, nei nostri primi amori. Ma cosa significa amare fino in fondo? Come possiamo imparare ad amare davvero?

Santo Padre:

Una grande questione. E’ molto importante, direi fondamentale imparare ad amare, amare veramente, imparare l’arte del vero amore! Nell’adolescenza ci si ferma davanti allo specchio e ci si accorge che si sta cambiando. Ma fino a quando si continua a guardare se stessi, non si diventa mai grandi!

Diventate grandi quando non permettete più allo specchio di essere l’unica verità di voi stessi, ma quando la lasciate dire a quelli che vi sono amici. Diventate grandi se siete capaci di fare della vostra vita un dono agli altri, non di cercare se stessi, ma di dare se stessi agli altri: questa è la scuola dell’amore. Questo amore, però, deve portarsi dentro quel "di più" che oggi gridate a tutti. "C’è di più"!

Come vi ho già detto, anch’io nella mia giovinezza volevo qualcosa di più di quello che mi presentava la società e la mentalità del tempo. Volevo respirare aria pura, soprattutto desideravo un mondo bello e buono, come lo aveva voluto per tutti il nostro Dio, il Padre di Gesù. E ho capito sempre di più che il mondo diventa bello e diventa buono se si conosce questa volontà di Dio e se il mondo è in corrispondenza con questa volontà di Dio, che è la vera luce, la bellezza, l’amore che dà senso al mondo.

E’ proprio vero: voi non potete e non dovete adattarvi ad un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sé e per gli altri, incapace di castità e di purezza. Questa non è libertà. Molto "amore" proposto dai media, in internet, non è amore, ma è egoismo, chiusura, vi dà l’illusione di un momento, ma non vi rende felici, non vi fa grandi, vi lega come una catena che soffoca i pensieri e i sentimenti più belli, gli slanci veri del cuore, quella forza insopprimibile che è l’amore e che trova in Gesù la sua massima espressione e nello Spirito Santo la forza e il fuoco che incendia le vostre vite, i vostri pensieri, i vostri affetti. Certo costa anche sacrificio vivere in modo vero l’amore - senza rinunce non si arriva a questa strada - ma sono sicuro che voi non avete paura della fatica di un amore impegnativo e autentico, E’ l’unico che, in fin dei conti, dà la vera gioia!

C’è una prova che vi dice se il vostro amore sta crescendo bene: se non escludete dalla vostra vita gli altri, soprattutto i vostri amici che soffrono e sono soli, le persone in difficoltà, e se aprite il vostro cuore al grande Amico che è Gesù. Anche l’Azione Cattolica vi insegna le strade per imparare l’amore autentico: la partecipazione alla vita della Chiesa, della vostra comunità cristiana, il voler bene ai vostri amici del gruppo di ACR, di AC, la disponibilità verso i coetanei che incontrate a scuola, in parrocchia o in altri ambienti, la compagnia della Madre di Gesù, Maria, che sa custodire il vostro cuore e guidarvi nella via del bene. Del resto, nell’Azione Cattolica, avete tanti esempi di amore genuino, bello, vero: il beato Pier Giorgio Frassati, il beato Alberto Marvelli; amore che arriva anche al sacrificio della vita, come la beata Pierina Morosini e la beata Antonia Mesina.
Giovanissimi di Azione Cattolica, aspirate a mete grandi, perché Dio ve ne dà la forza. Il "di più" è essere ragazzi e giovanissimi che decidono di amare come Gesù, di essere protagonisti della propria vita, protagonisti nella Chiesa, testimoni della fede tra i vostri coetanei. Il "di più" è la formazione umana e cristiana che sperimentate in AC, che unisce la vita spirituale, la fraternità, la testimonianza pubblica della fede, la comunione ecclesiale, l’amore per la Chiesa, la collaborazione con i Vescovi e i sacerdoti, l’amicizia spirituale. "Diventare grandi insieme" dice l’importanza di far parte di un gruppo e di una comunità che vi aiutano a crescere, a scoprire la vostra vocazione e a imparare il vero amore. Grazie.

Domanda dell’educatrice: Santità, cosa significa oggi essere educatori? Come affrontare le difficoltà che incontriamo nel nostro servizio? E come fare in modo che siano tutti a prendersi cura del presente e del futuro delle nuove generazioni? Grazie.

Santo Padre:

Una grande domanda. Lo vediamo in questa situazione del problema dell’educazione.
Direi che essere educatori significa avere una gioia nel cuore e comunicarla a tutti per rendere bella e buona la vita; significa offrire ragioni e traguardi per il cammino della vita, offrire la bellezza della persona di Gesù e far innamorare di Lui, del suo stile di vita, della sua libertà, del suo grande amore pieno di fiducia in Dio Padre. Significa soprattutto tenere sempre alta la meta di ogni esistenza verso quel "di più" che ci viene da Dio.
Questo esige una conoscenza personale di Gesù, un contatto personale, quotidiano, amorevole con Lui nella preghiera, nella meditazione sulla Parola di Dio, nella fedeltà ai Sacramenti, all’Eucaristia, alla Confessione; esige di comunicare la gioia di essere nella Chiesa, di avere amici con cui condividere non solo le difficoltà, ma anche le bellezze e le sorprese della vita di fede.

Voi sapete bene che non siete padroni dei ragazzi, ma servitori della loro gioia a nome di Gesù, guide verso di Lui. Avete ricevuto il mandato dalla Chiesa per questo compito. Quando aderite all’Azione Cattolica dite a voi stessi e a tutti che amate la Chiesa, che siete disposti ad essere corresponsabili con i Pastori della sua vita e della sua missione, in un’associazione che si spende per il bene delle persone, per i loro e vostri cammini di santità, per la vita delle comunità cristiane nella quotidianità della loro missione.

Voi siete dei buoni educatori se sapete coinvolgere tutti per il bene dei più giovani. Non potete essere autosufficienti, ma dovete far sentire l’urgenza dell’educazione delle giovani generazioni a tutti i livelli. Senza la presenza della famiglia, ad esempio, rischiate di costruire sulla sabbia; senza una collaborazione con la scuola non si forma un’intelligenza profonda della fede; senza un coinvolgimento dei vari operatori del tempo libero e della comunicazione la vostra opera paziente rischia di non essere efficace, di non incidere sulla vita quotidiana. Io sono sicuro che l’Azione Cattolica è ben radicata nel territorio e ha il coraggio di essere sale e luce. La vostra presenza qui, stamattina, dice non solo a me, ma a tutti che è possibile educare, che è faticoso ma bello dare entusiasmo ai ragazzi e ai giovanissimi. Abbiate il coraggio, vorrei dire l’audacia di non lasciare nessun ambiente privo di Gesù, della sua tenerezza che fate sperimentare a tutti, anche ai più bisognosi e abbandonati, con la vostra missione di educatori.

Cari amici, alla fine vi ringrazio per aver partecipato a questo incontro. Mi piacerebbe fermarmi ancora con voi, perché quando sono in mezzo a tanta gioia ed entusiasmo, anche io sono pieno di gioia, mi sento ringiovanito! Ma purtroppo il tempo passa veloce, mi aspettano altri. Ma col cuore sono con voi e rimango con voi!

E vi invito, cari amici, a continuare nel vostro cammino, ad essere fedeli all’identità e alla finalità dell’Azione Cattolica. La forza dell’amore di Dio può compiere in voi grandi cose. Vi assicuro che mi ricordo di tutti nella mia preghiera e vi affido alla materna intercessione della Vergine Maria, Madre della Chiesa, perché come lei possiate testimoniare che "c’è di più", la gioia della vita piena della presenza del Signore. Grazie a tutti voi di cuore!

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Il Papa: "Nell’accompagnare la gioventù, Guardini cercò anche un nuovo accesso alla liturgia. La riscoperta della liturgia era per lui una riscoperta dell’unità fra spirito e corpo nella totalità dell’unico essere umano, poiché l’atto liturgico è sempre allo stesso tempo un atto corporale e spirituale"

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UDIENZA AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO PROMOSSO DALLA FONDAZIONE "ROMANO GUARDINI" DI BERLINO (29 OTTOBRE 2010), 30.10.2010

Nella mattinata di ieri, venerdì 29 ottobre, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, i partecipanti al Convegno promosso a Roma dalla Fondazione "Romano Guardini" di Berlino.
Nel corso dell’incontro, dopo il saluto del Presidente della Fondazione, Ludwig von Pufendorf, il Papa ha rivolto ai presenti il discorso che riportiamo di seguito:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Eccellenze,
Illustrissimo Signor Presidente Prof. von Pufendorf,
Illustri Signore e Signori,
Cari amici!


È per me una gioia poter dare il benvenuto qui, nel Palazzo Apostolico, a voi tutti venuti a Roma in occasione del Convegno della Fondazione Guardini sul tema "Eredità spirituale e intellettuale di Romano Guardini". In particolare, ringrazio Lei, caro Professore von Pufendorf, per le cordiali parole che mi ha rivolto all’inizio di questo nostro incontro, nelle quali ha espresso l’intera "lotta" attuale, che ci lega a Guardini e, al tempo stesso, ci richiede di portare avanti l’opera della sua vita.

Nel discorso di ringraziamento in occasione della celebrazione del suo 80o genetliaco, nel febbraio 1965 all’Università "Ludwig-Maximilian" di Monaco, Guardini descrive il compito della sua vita, quale egli lo intende, come una modo "di interrogarsi, in un continuo scambio spirituale, cosa significhi una Weltanschauung cristiana" (Stationen und Rückblicke, S. 41). La visione, questo sguardo complessivo sul mondo, è stato per Guardini non uno sguardo dall’esterno come di un mero oggetto di ricerca. Egli non intendeva nemmeno la prospettiva della storia dello spirito, che esamina e pondera quanto altri hanno detto o scritto sulla forma religiosa di un’epoca. Tutte questi punti di vista erano insufficienti secondo Guardini. Negli appunti sulla sua vita, egli affermava "Ciò che immediatamente mi interessava, non era la questione di cosa qualcuno avesse detto sulla verità cristiana, ma di cosa sia vero" (Berichte über mein Leben, S. 24). Ed era questa impostazione del suo insegnamento che colpì noi giovani, perché noi non volevamo conoscere uno "spettacolo pirotecnico" delle opinioni esistenti dentro o fuori della Cristianità: noi volevamo conoscere ciò che è. E lì c’era uno che senza timore e, al tempo stesso, con tutta la serietà del pensiero critico, poneva questa questione e ci aiutava a pensare insieme. Guardini non voleva conoscere qualcosa o molte cose, egli aspirava alla verità di Dio e alla verità sull’uomo. Lo strumento per avvicinarsi a questa verità, era per lui la Weltanschauung – come la si chiamava a quel tempo - che si realizza in uno scambio vivo con il mondo e con gli uomini.

Lo specifico cristiano consiste nel fatto che l’uomo si sa in una relazione con Dio che lo precede e alla quale non può sottrarsi. Non è il nostro pensare il principio che stabilisce il metro di misura, ma Dio che supera il nostro metro di misura e non può essere ridotto ad alcuna entità creata da noi. Dio rivela sé stesso come la verità, ma essa non è astratta, bensí si trova nel concreto-vivente, infine, nella forma di Gesù Cristo.

Chi, però, vuole vedere Gesù, la verità, deve "invertire la rotta", deve uscire dall’autonomia del pensiero arbitrario verso la disposizione all’ascolto, che accoglie ciò che è. E questo cammino a ritroso, che egli ha compiuto nella sua conversione, ha plasmato l’intero suo pensiero e l’intera sua vita come un continuo uscire dall’autonomia verso l’ascolto, verso il ricevere. Tuttavia perfino in un autentico rapporto con Dio l’uomo non sempre comprende ciò che Dio dice. Egli ha bisogno di un correttivo, e questo consiste nello scambio con gli altri, che nella Chiesa vivente di ogni tempo ha trovato la sua forma attendibile, che congiunge tutti gli uni con gli altri.

Guardini era un uomo del dialogo. Le sue opere sono quasi senza eccezione sorte da un colloquio, perlomeno interiore. Le lezioni del Professore di filosofia della religione e di Weltanschauung cristiana all’Università di Berlino negli anni 20 rappresentavano soprattutto incontri con personalità della storia del pensiero. Guardini leggeva le opere di questi autori, li ascoltava, imparava da loro come vedevano il mondo ed entrava in dialogo con loro, per sviluppare in dialogo con essi ciò che egli, in quanto pensatore cattolico, aveva da dire al loro pensiero. Questa abitudine egli la continuò a Monaco, ed era anche la peculiarità dello stile delle sue lezioni, il fatto che egli fosse in dialogo con i Pensatori. La sua parola chiave era: " Vedete…" perché voleva guidarci a "vedere" ed egli stesso stava in un comune dialogo interiore con gli uditori. Questa era la novità rispetto alla retorica dei vecchi tempi: che egli non cercasse affatto alcuna retorica, bensì parlasse in modo del tutto semplice con noi e, insieme a ciò, parlasse con la verità e ci inducesse al dialogo con la verità. E questo è un ampio spettro di "dialoghi" con autori come Socrate, Sant’Agostino o Pascal, con Dante, Hölderlin, Mörike, Rilke e Dostojevskij. Egli vedeva in loro dei mediatori viventi, che scoprono in una parola del passato il presente, permettendo di vederlo e viverlo in modo nuovo. Essi ci donano una forza, che può condurci di nuovo a noi stessi.

Dall’apertura dell’uomo per il vero segue, per Guardini, un ethos, una base per il nostro comportamento morale verso il nostro prossimo, come esigenza della nostra esistenza. Poiché l’uomo può incontrare Dio, può anche agire bene. Per lui vale questo primato dell’ontologia sull’ethos, dall’essere, dall’essere stesso di Dio rettamente compreso e ascoltato segue dunque il retto agire. Egli diceva: "Una prassi autentica, cioè un agire corretto, sorge dalla verità, e per questa si deve lottare" (ibid., S. 111).

Un tale anelito verso il vero e il protendersi verso ciò che è originario ed essenziale, Guardini lo notava anzitutto anche presso i giovani. Nei suoi dialoghi con la gioventù, particolarmente al Castello di Rothenfels, che allora grazie a Guardini era diventato il centro del movimento giovanile cattolico, il sacerdote ed educatore portò avanti gli ideali del movimento giovanile quali l’autodeterminazione, la responsabilità propria e l’interiore disposizione alla verità; egli li purificò e li approfondì. Libertà. Sì, ma libero è solo - ci diceva - colui che "è completamente ciò che deve essere secondo la sua natura. […] Libertà è verità" (Auf dem Wege, S. 20). La verità dell’uomo è per Guardini essenzialità e conformità all’essere. Il cammino porta alla verità quando l’uomo esercita "l’obbedienza del nostro essere nei confronti dell’essere di Dio" (ibid., S. 21). Ciò avviene ultimamente nell’adorazione, che per Guardini appartiene all’ambito del pensiero.

Nell’accompagnare la gioventù, Guardini cercò anche un nuovo accesso alla liturgia. La riscoperta della liturgia era per lui una riscoperta dell’unità fra spirito e corpo nella totalità dell’unico essere umano, poiché l’atto liturgico è sempre allo stesso tempo un atto corporale e spirituale.

Il pregare viene dilatato attraverso l’agire corporale e comunitario, e così si rivela l’unità di tutta la realtà. La liturgia è un agire simbolico. Il simbolo come quintessenza dell’unità tra lo spirituale e il materiale va perso dove ambedue si separano, dove il mondo viene spaccato in modo dualistico in spirito e corpo, in soggetto e oggetto. Guardini era profondamente convinto che l’uomo è spirito in corpo e corpo in spirito e che, pertanto, la liturgia e il simbolo lo conducono all’essenza di se stesso, in definitiva lo portano, tramite l’adorazione, alla verità.

Tra i grandi temi di vita di Guardini il rapporto tra fede e mondo è di permanente attualità. Guardini vedeva soprattutto nell’Università il luogo della ricerca della verità. L’Università può esserlo, però, solo quando è libera da ogni strumentalizzazione e tornaconto per fini politici e di altro tipo. Oggi, in un mondo di globalizzazione e frammentazione, è ancora più necessario che venga portato avanti questo proposito, un proposito che sta molto a cuore alla Fondazione Guardini e per la cui realizzazione è stata creata la cattedra Guardini.

Di nuovo esprimo il mio cordiale ringraziamento a tutti i presenti per essere venuti. Possa la frequentazione dell’opera di Guardini affinare la sensibilità per i fondamenti cristiani della nostra cultura e società. Volentieri imparto a tutti voi la Benedizione Apostolica.

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venerdì 29 ottobre 2010

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE IN CROAZIA (4 - 5 GIUGNO 2011): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE IN CROAZIA

IL PAPA IN CROAZIA: I VIDEO, LE FOTO, I PODCAST

INTERVISTA CONCESSA DAL SANTO PADRE AI GIORNALISTI SUL VOLO PER ZAGABRIA SUI RAPPORTI FRA LA SANTA SEDE E LA CROAZIA, SULL'INGRESSO DELLA CROAZIA NELLA UE E SULLA FIGURA DEL CARDINALE STEPINAC

IL PAPA IN CROAZIA: IL SITO DELLA VISITA

ALTRI ARTICOLI, NOTIZIE, INTERVISTE E COMMENTI

Croazia-Vaticano, stupore per la decisione del governo sul monastero di Dajla (Asca)

Santa Sede-Croazia, Lombardi: stupore per decisione su monastero di Dajla (Izzo)

Dichiarazione di padre Lombardi sulle notizie relative alla restituzione di beni alla Parrocchia di Dajla in Croazia (R.V.)

Il settimanale "Glas Koncila" sulla vicenda del Monastero di Daila: «Ai benedettini nessuno ha regalato niente»

Zagabria blocca il Vaticano sulla restituzione del monastero benedettino di Dajla

Croazia-Vaticano, ministro Bosnjakovic: il convento in Istria ritorna allo Stato (Ansa)

Croazia-Vaticano: i vescovi accettano la decisione di Roma

Croazia-Vaticano: il clero istriano disubbidisce all'unanimità (Ansa)

Croazia-Vaticano, presidente Istria: "Santa Sede viola concordato". Mesic: La Santa Sede tenta di abrogare gli accordi di Osimo (Ansa)

Croazia, sul monastero di Dajla l’intervento deciso del Vaticano (Vatican Insider)

Comunicato della sala stampa della Santa Sede sulla controversia tra la Diocesi di Pola ed il Monastero Benedettino di Praglia (PD) in Italia

Papa Ratzinger impone l’indennizzo dei Benedettini italiani “sfrattati” da Delia nel dopoguerra. La diocesi di Pola si ribella

Croazia: riunione speciale dei vescovi per un bilancio sulla visita del Papa

Il Papa: la fedeltà dei coniugi esprime l'amore cristiano. Le Nazioni di solida tradizione cristiana hanno una speciale responsabilità nel promuovere la famiglia fondata sul matrimonio. Benedetto XVI benedice la fiaccola del pellegrinaggio Macerata-Loreto (Izzo)

Il Papa benedice la fiaccola della pace del Pellegrinaggio Macerata-Loreto

Benedetto XVI: «Fedeltà dei coniugi è testimonianza dell'amore di Cristo» (Frigerio)

Il Papa: la fedeltà coniugale testimonia nel mondo di oggi l’amore di Dio (AsiaNews)

Il Papa dedica la catechesi al viaggio a Zagabria (TMNews)

Il Papa all’udienza generale ricorda il viaggio in Croazia: l’Europa non abbia paura di Dio e difenda la famiglia (R.V.)

Il Papa: Non avere paura di Dio, del Dio di Gesù Cristo, che è Amore e Verità, e non toglie nulla alla libertà ma la restituisce a se stessa e le dona l’orizzonte di una speranza affidabile

Il Papa: Nell’Europa di oggi, le Nazioni di solida tradizione cristiana hanno una speciale responsabilità nel difendere e promuovere il valore della famiglia fondata sul matrimonio (Sir)

La speranza per l'Europa: una coscienza aperta al Mistero. José Luis Restán commenta il viaggio del Papa in Croazia

Benedetto XVI in Croazia: un viaggio di fede, amore e speranza (Ambrogetti)

Il cardinale Alojzije Stepinac ha difeso l'unità della Chiesa (O.R.)

Aperti nuovi orizzonti per giovani e famiglie. Intervista a Mons. Eterović sul viaggio del Papa in Croazia (O.R.)

Labas: "Croazia cristiana valore aggiunto per l'Europa unita" (Dal Mas)

«Un impegno davanti alla comunità che cambia la vita». Don Gentili commenta l'omelia del Papa a Zagabria (Lenzi)

Il Papa: la famiglia è fondata sul matrimonio (Mazza). Spiazzati dal successo della visita ora i «tabloid» croati tentano il recupero (Dal Mas)

L'arcivescovo di Zagabria: La visita del Papa è stata un evento storico di grande importanza per rafforzare l'unità nella famiglia, nella società e nazione (Ika)

Domenica nell'ippodromo di Zagabria. Una festa annunciata (Gori)

La famiglia salverà l’Europa. È la speranza di Benedetto XVI (Geninazzi)

È un invito a trovare la coscienza dell'Europa, quello che Benedetto XVI lancia a Zagabria (Gagliarducci)

Padre Lombardi: il Papa propone l'ideale cristiano e non fa polemiche. Famiglia, Vian: il Papa chiede una svolta culturale (Izzo)

IL PAPA IN CROAZIA: FOTOGALLERY DEL SITO UFFICIALE DELLA VISITA

Come la fiamma di una lampada preziosa. L'editoriale di Giovanni Maria Vian sul viaggio del Papa in Croazia

Croazia, Benedetto XVI sulla famiglia: «Non cedete alla mentalità secolarizzata» (Frigerio)

Benedetto XVI alla veglia di preghiera in piazza Josip Jelačić a Zagabria. Tra i giovani per parlare di speranza (Gori)

Il Papa in Croazia: il commento di John Allen

Benedetto XVI conclude il viaggio in Croazia invitando i cristiani a impegnarsi per una cultura della vita e una società a misura d’uomo (O.R.)

Senza identità non c'è futuro. L'invito del Papa in Croazia (Mazza)

Una Gmg particolare in Croazia con il Papa ed i giovani (Rome Reports)

Viaggio in Croazia, padre Lombardi: sulla famiglia, il Papa ha offerto un contributo positivo per tutti (R.V.)

Benedetto XVI a Zagabria: la famiglia cristiana è “chiamata a dare un contributo specifico ed insostituibile all’evangelizzazione” (Fides)

Il Papa in Croazia. Famiglia e non consumismo (Aurelio Molé)

Il Papa alla Chiesa croata: sia, con umiltà e coraggio, coscienza morale della società. La preghiera presso la tomba del beato Stepinac (Radio Vaticana)

Il ricordo del Beato cardinale Stepinac nelle parole del postulatore della Causa di canonizzazione

Il diritto di chiamare i genitori "mamma" e "papà". Riflessione di Guido Villa

Il Papa in Croazia. L'unione del continente viene dalle radici dei suoi popoli (Cardia)

Il viaggio del Papa in Croazia. Si ricomincia dalla famiglia (Tornielli)

Dalla Croazia una lezione sulla coscienza (Massimo Introvigne)

Al centro dell’Europa. Il messaggio e l’auspicio di Benedetto XVI (Mauro Ungaro)

Quasi un decimo dei croati alla festa delle famiglie con il Papa (Zenit)

Il Papa: “Care famiglie, siate coraggiose!” (Nasca)

Nella cattedrale di Zagabria Benedetto XVI indica all’Europa l’esempio del Beato Alojzije Stepinac, «difensore della verità e del diritto dell'uomo di vivere con Dio» (Galeazzi)

Il Papa libera la figura del beato Stepinac dai pregiudizi ideologici (Jesús Colina)

La vibrante omelia del Papa nel commento di Gian Guido Vecchi

Il viaggio del Papa in Croazia nel commento di Massimo Introvigne

Il Papa, la Croazia, l'Europa e l'euroscetticismo dettato dalla delusione per un’istituzione ossessionata dai cavilli e lontana dalla gente. Il commento di Giordano

Il Papa in Croazia. Nella luce del Vangelo. La preghiera sulla tomba del card. Stepinac e il congedo (Sir)

ARTICOLI, NOTIZIE, INTERVISTE E COMMENTI DEL 5 GIUGNO 2011

Padre Lombardi: il Papa è rimasto particolarmente colpito dall'incontro con i giovani (Ika)

Il Papa in Croazia: all'Europa serve una svolta culturale (Izzo)

L'arcobaleno che ha salutato il Santo Padre (foto)

Il Papa è salito sull'areo. Il maltempo concede una tregua e nel cielo compare un arcobaleno :-)

Maltempo su Zagabria. Annullata la cerimonia di congedo

IL SECONDO GIORNO DEL PAPA A ZAGABRIA: FOTO

Il Papa: "svolta culturale", per promuovere "una cultura della vita e una societa' a misura dell'uomo" (Izzo)

Una risorsa decisiva. La famiglia al centro dell’omelia e del Regina Cæli (Sir)

Il Papa: La Chiesa in Croazia è chiamata ad essere unita per affrontare le sfide del mutato contesto sociale

IL PAPA A ZAGABRIA: I VIDEO SU BENEDICT XVI TV

Il Papa: il card. Stepinac ha combattuto nazismo e comunismo (Izzo)

Il Papa: L'insegnamento morale della Chiesa, oggi spesso non compreso, non può essere svincolato dal Vangelo. Spetta proprio ai Pastori proporlo autorevolmente ai fedeli

Il Papa arriva in Croazia: «Vengo in mezzo a voi come pellegrino nel nome di Cristo. La diversità è la nostra ricchezza» (Galeazzi)

Il viaggio del Papa in Croazia nel commento di Jean-Marie Guénois

In Croazia il Papa lancia l'incontro mondiale delle famiglie a Milano (Izzo)

Il Papa è nella Cattedrale di Zagabria per la celebrazione dei Vespri ma TV2000 trasmette un concerto!

Benedetto XVI alle famiglie croate: nell'Europa in crisi di valori, difendete la vita e mostrate la bellezza dell'amore coniugale duraturo (Radio Vaticana)

Padre Lombardi: "Grande accoglienza popolare" (Galeazzi)

Benedetto XVI ai giovani in Piazza Jèlacic: solo nell’amore di Gesù si realizza la vera felicità

L'incontro del Papa con la società civile croata: senza una coscienza aperta a Dio, l'Europa è destinata all'involuzione (R.V.)

Il Papa: Non cedete a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria, o addirittura sostitutiva del matrimonio. Il secolarismo disgrega le famiglie (Izzo)

Il Papa in Croazia: l'incontro con i rappresentanti delle religioni e la veglia con i giovani (Sir)

Santa Messa: video Repubblica TV

Il Papa: nella società secolarizzata la Chiesa chiama le famiglie a essere missionarie (AsiaNews)

Padre Lombardi: non si comprende il popolo croato se non in rapporto alla sua grande fede (Radio Vaticana)

Ippodromo gremito (fonti locali parlano di 400mila fedeli) per la Messa del Papa. Card. Bozanic: grazie per la beatificazione di Giovanni Paolo II che ci aiutò. Vescovi croati: è diritto nascere in una famiglia con un padre e una madre (Izzo)

L'appello del Papa alle famiglie (Ansa)

Il Papa: Non bisogna avere timore di impegnarsi per un'altra persona. Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità. L'apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro (TGCom)

SANTA MESSA A ZAGABRIA: LE FOTO

Dal Papa un invito a fare figli senza avere paura: "L'apertura alla vita è segno di apertura al futuro e fiducia" (Repubblica)

Il Papa celebra la Santa Messa a Zagabria davanti a 300mila fedeli (Vjesnik)

Il Papa: Le grandi conquiste dell’età moderna sono da confermare e da sviluppare mantenendo però aperte la razionalità e la libertà al loro fondamento trascendente (Velino)

Stampa croata: 300mila fedeli per la Messa del Papa a Zagabria

Il Papa: La crisi dell'Occidente non ha rimedio e l'Europa e' destinata all'involuzione se la coscienza viene ridotta all'ambito del soggettivo in cui si relegano la religione e la morale (Izzo)

Benedetto XVI è cosciente dell’importanza, per il vescovo di Roma, di incontrare e sostenere le comunità cristiane nei vari Paesi (Tornielli)

Il Papa: «La religione non è una realtà a parte rispetto alla società» e «deve essere sempre una forza di pace» (Marroni)

Il Papa a Zagabria: servizi di Lucio Brunelli (Tg2)

Il Papa in Croazia: servizio di Alessandra Buzzetti (Tg5)

Il primo giorno del Papa a Zagabria nel commento di Eva Bosco

Il Papa lancia la volata dell'ingresso di Zagabria nell'Ue (Quintano e Dota)

Benedetto XVI svela le insidie di una cultura "falsamente neutra" (Guénois)

VEGLIA DEL PAPA CON I GIOVANI: FOTO

Una Giornata della Gioventù a Zagabria, preparando quella di Madrid (Zenit)

La prima giornata del Papa in Croazia nel commento di Salvatore Izzo

ARTICOLI, NOTIZIE, INTERVISTE E COMMENTI DEL 4 GIUGNO 2011

La coscienza ed il futuro dell'Europa (Tornielli)

IL PAPA A ZAGABRIA: I VIDEO SU BENEDICT XVI TV

Il primo giorno del Papa a Zagabria nel commento di Marco Ansaldo

Il Papa ricorda l'arcivescovo martire Stepinac. Il Presidente croato: grazie alla Chiesa siamo di nuovo in piedi. 35 minuti di colloquio fra Ivo Josipovic e Benedetto XVI (Izzo)

IL PAPA IN CROAZIA: FOTO ANSA

Il Papa: il tema della coscienza "è fondamentale per una società libera e giusta, sia a livello nazionale che sovranazionale

Il Papa in Croazia: entrando in UE il Paese contribuisca alla difesa dei valori. Quelli familiari rafforzano la società. Benedetto XVI: vengo in mezzo a voi come pellegrino (Izzo)

Il Papa a Zagabria: «Logico, giusto e necessario entrare in Europa» (Galeazzi)

Vian: dal Papa riflessione chiara su Europa (Asca)

Una riflessione sull’Europa di oggi è venuta da Benedetto XVI durante l’incontro con i giornalisti che l’accompagnano in Croazia (Vian)

Tutte le regioni croate unite nella gioia per l'arrivo del Papa

Croazia, terra di antica cristianità (Gori)

Il Papa in Croazia. Una storia di fedeltà. Il discorso all’aeroporto di Zagabria (Sir)

Il Papa: In Europa bisogna "rafforzare, contro un certo razionalismo astratto, la storicità delle nostre culture e la diversità, che è la nostra ricchezza" (TMNews)

Il Papa in Croazia: video Corriere TV

Mons. Zupan: far sentire la voce delle tante famiglie che vivono la fede nel silenzio dei mass media (R.V.)

Il Papa a Zagabria: la Croazia aiuti l’Europa a ravvivare i valori cristiani (Radio Vaticana)

IL PAPA A ZAGABRIA: LE FOTO

Intervista al Papa sul volo per Zagabria: video Repubblica TV

Mons. Eterović: il Papa invita i cristiani a testimoniare la fede anche nella vita pubblica (Radio Vaticana)

Il Papa ricorda il card. Stepinac ed afferma: entrando nella UE la Croazia contribuisca a conservare i valori cristiani (Asca)

Benedetto XVI lancia un appello ai croati affinchè sappiano difendere le proprie radici culturali (Giansoldati)

La Croazia delle famiglie accoglie il Papa (Mazza)

Il viaggio del Papa in Croazia: «Entrare nell'Ue? Logico, giusto e necessario» (Trascrizione dell'intervista al Papa a cura di Vecchi)

Il Papa: La cultura contemporanea è "segnata dall'individualismo" ed è per questo che è fondamentale "testimoniare valori morali"

Il colloquio del Papa in aereo con i giornalisti (R.V.)

Il Papa: L'ingresso della Croazia nell'Ue è "logico, giusto e necessario"

Trascrizione del dialogo di Benedetto XVI sull’aereo che lo ha portato da Roma a Zagabria (dal blog di Andrea Tornielli)

Il Papa ai giornalisti: l'ingresso della Croazia in UE è logico, giusto e necessario (Asca)

Il Papa a Zagabria: la Croazia aiuti l’Europa a ravvivare i valori cristiani (R.V.)

Il Papa è arrivato in Croazia. Accolto all'aeroporto dal presidente Josipovic (TMNews)

Il Papa a Napolitano: l'Italia "continui a riconoscere l'istituto familiare cellula fondamentale della società, sostenendolo con adeguati interventi"

Il Papa in Croazia. Telegramma al Presidente Napolitano e risposta del Capo dello Stato

Doni del cardinal Bozanić a Papa Bendetto XVI

Benedetto XVI in Croazia in occasione della Giornata nazionale delle famiglie cattoliche (Radio Vaticana)

Benedetto XVI inizia oggi una visita pastorale di due giorni in Croazia, in dirittura d'arrivo per l'Unione Europea (TMNews)

Il Santo Padre è partito per Zagabria...buon viaggio, Santità :-)

Inizia oggi la visita di Benedetto XVI in Croazia. Oltre al francobollo uscito due mesi fa, pronti quattro annulli (Vaccari)

E il buon Pastore approdò in Croazia (Fabrizio Bisconti)

A che cosa servono i viaggi del Papa? (Jean-Marie Guénois)

Il Papa parteciperà al primo «Incontro delle famiglie cattoliche» della Croazia

Croazia, il Centro Stampa ha aperto i battenti

ARTICOLI, NOTIZIE, INTERVISTE E COMMENTI PRECEDENTI IL VIAGGIO DEL SANTO PADRE

Il Papa parteciperà al primo «Incontro delle famiglie cattoliche» della Croazia

Il Papa visita la Croazia per rilanciare la famiglia e le radici cristiane (Izzo)

Il Papa a Zagabria, la Roma dei Balcani (Avvenire)

L’attesa dell’episcopato per l’arrivo del Papa in Croazia. Nelle famiglie cattoliche il futuro della Chiesa (Marin Srakić)

Benedetto XVI sulla tomba del beato Stepinac (La Bussola)

Sabato il Papa a Zagabria. Insieme in Cristo per rinnovare la società (Josip Bozanić)

Il nunzio in Croazia: Benedetto XVI porterà la speranza che viene dall'amicizia con Gesù (Radio Vaticana)

I 19 viaggi internazionali di Benedetto XVI nei sei anni di Pontificato (Abc)

Benedetto XVI torna da Stepinac, il vescovo croato che salvò ebrei e serbi (Rodari)

La prima visita apostolica di Benedetto XVI in Croazia, una felice occasione (Sir)

L’ambasciatore croato: la visita del Papa, un grande evento per il Paese (Radio Vaticana)

Il Papa domani a Zagabria in occasione della Giornata delle famiglie cattoliche croate (R.V.)

Croazia. La vita e l'architettura si fondano sulla fede

La visita del Papa in Croazia. Mons. Srakic: un viaggio per risvegliare le coscienze in un momento di crisi (Radio Vaticana)

Il numero dei messaggi inviati al Papa dai fedeli croati aumenta costantemente

Incontro di Benedetto XVI con i rappresentanti della vita pubblica e religiosa presso il Teatro popolare croato

Croazia. Il pre-programma che si terrà alla vigilia della Santa Messa con il Santo Padre all'Ippodromo è suddiviso in tre segmenti principali

La Croazia vuole purificarsi. Intervista all'arcivescovo di Zagabria (Bobbio)

Croazia: cresce l'attesa per il viaggio del Papa. Il cardinale Bozanić: la secolarizzazione, principale sfida della Chiesa (Radio Vaticana)

Il viaggio del Papa in Croazia (TMNews)

La Chiesa Croata punta più sul Papa che sull'Europa (Sophie Guesné)

Il Papa ai pellegrini croati: vi invito a pregare affinché il mio viaggio in quella cara terra porti molti frutti spirituali

Il Papa in Croazia. Al centro famiglia e nuova Europa (Muolo)

Benedetto XVI in Croazia da sabato 4 a domenica 5 giugno. Riflessioni di Valter Zupan, vescovo di Krk (O.R.)

Croazia: il viaggio del Papa, sotto il segno della famiglia in Europa. Visiterà il paese balcanico per la terza volta, per la prima come Papa (Sanchez-Bourdin)

Il programma del viaggio del Papa in Croazia (Rome Reports)

Zajedno u Kristu - (Insieme in Cristo) - Inno ufficiale dell'incontro dei giovani con Papa Benedetto XVI in Croazia

Il programma del viaggio del Papa in Croazia illustrato da Padre Lombardi (Sir)

Il viaggio di Benedetto XVI in Croazia. Padre Lombardi: una visita nel segno delle famiglie e del Beato Stepinac (R.V.)

Viaggio Apostolico di Sua Santità Benedetto XVI in Croazia. Informazioni ed accrediti

I giovani croati si preparano all'incontro con il Papa (YouTube)

Il Papa in Croazia, le attese della Chiesa e la gratitudine del governo (Sir)

Accreditati 1200 giornalisti e 25 stazioni televisive. Si è tenuta la conferenza stampa in occasione della visita del Papa in Croazia

Ritorno in Croazia: l’editoriale di padre Federico Lombardi

Il Papa in Croazia, Mons. Marin Barišić: Un’occasione felice che arricchisce la Chiesa e l’intera società croata (Sir)

Viaggio del Papa in Croazia, una suora: “Realizzare la pianeta del Papa è un vero onore”

Croazia, Andrija Franić: “La tambura che sarà donata al Papa rappresenta il punto più alto della mia carriera”

Croazia, pubblicata una serie delle medaglie d'oro e d'argento in onore di Benedetto XVI

Croazia, istruzioni ai sacerdoti e ai fedeli relative alla registrazione e alla partecipazione alle celebrazioni con il Santo Padre

Dichiarazione di Mons. Marin Barišić (Spalato-Macarsca) sulla prossima visita del Papa in Croazia

Brani da due omelie del beato card. Stepinac, nelle quali il porporato condanna l'antisemitismo nazista della Germania e del regime croato di Ante Pavelić

Simbolismo del logo “Zajedno u Kristu” (“Insieme in Cristo”) creato per la visita del Papa in Croazia

Presentazione dell’inno ufficiale ("Fedeli a Cristo per sempre") del Primo incontro nazionale delle famiglie cattoliche croate, occasione per la quale Benedetto XVI visita la Croazia (Villa)

Il Papa in Croazia dal 4 al 5 giugno per la giornata nazionale delle famiglie cattoliche (O.R.)

Pubblicato il programma ufficiale del viaggio di Benedetto XVI in Croazia

In Croazia il Papa incontrerà le famiglie e pregherà sulla tomba del card. Stepinac (TMNews)

A Zagabria il Papa pregherà sulla tomba del card. Alojzije Stepinac e incoraggerà la difesa dei valori morali (Izzo)

Croazia: presentato il logo della visita di Papa Benedetto (Sir)

Croazia: lettera dei vescovi per la visita del Papa prevista per giugno

Croazia: reso noto il programma della visita di Benedetto XVI del giugno 2011 (Radio Vaticana)

Pubblicato il programma del viaggio apostolico del Papa in Croazia

Visita del Papa in Croazia dal 4 al 5 giugno 2011

Benedetto XVI a Zagabria il 4 giugno 2011. Lo annuncia la Conferenza dei vescovi croati

Benedetto XVI si recherà in Croazia nel 2011 (Zenit)

L’annuncio del cardinale Bozanić: il Papa in Croazia nel 2011 (Radio Vaticana)

Il Papa visiterà la Croazia nella prima metà del 2011 (Asca)

L'arcivescovo di Zagabria: Benedetto XVI si recherà in visita ufficiale in Croazia molto probabilmente entro la prima metà del 2011

NOVENA ALLA SACRA FAMIGLIA IN PREPARAZIONE ALLA CONSACRAZIONE DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE CROATE ALLA SACRA FAMIGLIA

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN CROAZIA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA NAZIONALE DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE CROATE (4 - 5 GIUGNO 2011) - PROGRAMMA

MESSALE DEL VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA

giovedì 28 ottobre 2010

Il Papa al Pontificio Consiglio delle Scienze: Cari amici, il nostro incontro qui, oggi, è una dimostrazione della stima della Chiesa per la costante ricerca scientifica e della sua gratitudine per lo sforzo scientifico che incoraggia e di cui beneficia

UDIENZA AI PARTECIPANTI ALLA PLENARIA DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE, 28.10.2010

Alle ore 12 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza i partecipanti all’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio delle Scienze e rivolge loro il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Eccellenze,
distinti Signore e Signori
,

sono lieto di salutare tutti voi qui presenti mentre la Pontificia Accademia delle Scienze si riunisce per la sua Sessione Plenaria per riflettere su «L'eredità scientifica del ventesimo secolo». Saluto in particolare il Vescovo Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere dell'Accademia. Colgo questa opportunità anche per ricordare con affetto e gratitudine il professor Nicola Cabibbo, vostro compianto Presidente. Con tutti voi, nella preghiera, affido a Dio, Padre di misericordia, la sua nobile anima.

La storia della scienza nel ventesimo secolo è segnata da indubbie conquiste e da grandi progressi. Purtroppo, l'immagine popolare della scienza del ventesimo secolo è a volte caratterizzata in modo diverso, da due elementi estremi. Da una parte, la scienza è considerata da alcuni come una panacea, dimostrata dai risultati importanti del secolo scorso. In effetti, i suoi innumerevoli progressi sono stati talmente determinanti e rapidi da avvalorare, apparentemente, l'opinione secondo la quale la scienza potrebbe rispondere a tutte le domande circa l'esistenza dell'uomo e anche alle sue più alte aspirazioni. Dall'altra parte, ci sono quelli che temono la scienza e se ne allontanano a causa di certi sviluppi che fanno riflettere, come la costruzione e l'uso terrificante di armi nucleari.

Di certo, la scienza non è definita da nessuno di questi due estremi. Il suo compito era e rimane una ricerca paziente e tuttavia appassionata della verità sul cosmo, sulla natura e sulla costituzione dell'essere umano. In questa ricerca ci sono stati molti successi e molti fallimenti, trionfi e battute d'arresto. Gli sviluppi della scienza sono stati sia esaltanti, come quando sono stati scoperti la complessità della natura e i suoi fenomeni, al di là delle nostre aspettative; sia umilianti, come quando alcune delle teorie che avrebbero dovuto spiegare tali fenomeni una volta per tutte si sono dimostrate soltanto parziali. Ciò non di meno, anche i risultati provvisori sono un contributo reale alla scoperta della corrispondenza fra l'intelletto e le realtà naturali, su cui le generazioni successive potranno basarsi per un ulteriore sviluppo.

I progressi compiuti nella conoscenza scientifica nel ventesimo secolo, in tutte le sue varie discipline, hanno portato a una consapevolezza decisamente maggiore del posto che l'uomo e questo pianeta occupano nell'universo. In tutte le scienze, il denominatore comune continua a essere la nozione di sperimentazione come metodo organizzato per osservare la natura. L'uomo ha compiuto più progressi nello scorso secolo che in tutta la storia precedente dell'umanità, sebbene non sempre nella conoscenza di sé e di Dio, ma di certo in quella dei macro e dei microcosmi.

Cari amici, il nostro incontro qui, oggi, è una dimostrazione della stima della Chiesa per la costante ricerca scientifica e della sua gratitudine per lo sforzo scientifico che incoraggia e di cui beneficia.

Ai giorni nostri, gli scienziati stessi apprezzano sempre di più la necessità di essere aperti alla filosofia per scoprire il fondamento logico ed epistemologico della loro metodologia e delle loro conclusioni. Da parte sua la Chiesa è convinta del fatto che l'attività scientifica benefici decisamente della consapevolezza della dimensione spirituale dell'uomo e della sua ricerca di risposte definitive, che permettano il riconoscimento di un mondo che esiste indipendentemente da noi, che non comprendiamo del tutto e che possiamo comprendere soltanto nella misura in cui riusciamo ad afferrare la sua logica intrinseca. Gli scienziati non creano il mondo. Essi apprendono delle cose su di esso e tentano di imitarlo, seguendo le leggi e l'intelligibilità che la natura ci manifesta. L'esperienza dello scienziato quale essere umano è quindi quella di percepire una costante, una legge, un logos che egli non ha creato, ma che ha invece osservato: infatti, esso ci porta ad ammettere l'esistenza di una Ragione onnipotente, che è altro da quella dell'uomo e che sostiene il mondo. Questo è il punto di incontro fra le scienze naturali e la religione. Di conseguenza, la scienza diventa un luogo di dialogo, un incontro fra l'uomo e la natura e, potenzialmente, anche fra l'uomo e il suo Creatore.

Mentre guardiamo al ventunesimo secolo, vorrei offrirvi due pensieri su cui riflettere ulteriormente. In primo luogo, nel momento in cui i risultati sempre più numerosi delle scienze accrescono la nostra meraviglia di fronte alla complessità della natura, viene sempre più percepita la necessità di un approccio interdisciplinare legato a una riflessione filosofica che porti a una sintesi. In secondo luogo, in questo nuovo secolo, la conquista scientifica dovrebbe essere sempre informata dagli imperativi di fraternità e di pace, contribuendo a risolvere i grandi problemi dell'umanità, e orientando gli sforzi di ognuno verso l'autentico bene dell'uomo e lo sviluppo integrale dei popoli del mondo. L'esito positivo della scienza del ventunesimo secolo dipenderà sicuramente, in grande misura, dalla capacità dello scienziato di ricercare la verità e di applicare le scoperte in un modo che va di pari passo con la ricerca di ciò che è giusto e buono.

Con questi sentimenti, vi invito a fissare il vostro sguardo su Cristo, la Sapienza non creata, e a riconoscere nel suo volto il Logos del Creatore di tutte le cose. Rinnovando i miei buoni auspici per la vostra opera, imparto volentieri la mia Benedizione Apostolica.

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(Traduzione dell'Osservatore Romano)

Il Papa ai vescovi brasiliani: In determinate occasioni, i pastori devono pure ricordare a tutti i cittadini il diritto, che è anche un dovere, di usare liberamente il proprio voto per la promozione del bene comune

VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM" DEGLI ECC. MI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL BRASILE (REGIONE NORDESTE V), 28.10.2010

Alle ore 11 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI incontra i Vescovi della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione NORDESTE V), in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum".
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge loro:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Amati Fratelli nell'Episcopato,

«Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo» (2 Cor 1, 2). Desidero innanzitutto ringraziare Dio per il vostro zelo e per la vostra dedizione a Cristo e alla sua Chiesa che cresce nel regionale Nordeste 5. Leggendo le vostre relazioni, mi sono potuto rendere conto dei problemi di carattere religioso e pastorale, oltre che umano e sociale, con i quali vi dovete misurare ogni giorno. Il quadro generale ha le sue ombre, ma ha anche segnali di speranza, come monsignor Xavier Gilles mi ha appena riferito nel saluto che mi ha rivolto, esprimendo i sentimenti di tutti voi e del vostro popolo.

Come sapete, negli incontri che si sono succeduti con i diversi regionali della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, ho sottolineato i diversi ambiti e i rispettivi fattori del multiforme servizio evangelizzatore e pastorale della Chiesa nella vostra grande nazione; oggi vorrei parlarvi di come la Chiesa, nella sua missione di fecondare e di fermentare la società umana con il Vangelo, insegna all'uomo la sua dignità di figlio di Dio e la sua vocazione all'unione con tutti gli uomini, dalle quali derivano le esigenze della giustizia e della pace sociale, conformemente alla sapienza divina.

Intanto il dovere immediato di lavorare per un ordine sociale giusto è proprio dei fedeli laici che, come cittadini liberi e responsabili, s'impegnano a contribuire alla retta configurazione della vita sociale, nel rispetto della sua legittima autonomia e dell'ordine morale naturale (cfr. Deus caritas est, n. 29). Il vostro dovere come vescovi, insieme al vostro clero, è mediato, in quanto vi compete contribuire alla purificazione della ragione e al risveglio delle forze morali necessarie per la costruzione di una società giusta e fraterna. Quando però i diritti fondamentali della persona o la salvezza delle anime lo esigono, i pastori hanno il grave dovere di emettere un giudizio morale, persino in materia politica (cfr. Gaudium et spes, n. 76).

Nel formulare tali giudizi, i pastori devono tener conto del valore assoluto di quei precetti morali negativi che dichiarano moralmente inaccettabile la scelta di una determinata azione intrinsecamente cattiva e incompatibile con la dignità della persona; tale scelta non può essere riscattata dalla bontà di nessun fine, intenzione, conseguenza o circostanza. Pertanto, sarebbe totalmente falsa e illusoria qualsiasi difesa dei diritti umani politici, economici e sociali che non comprendesse l'energica difesa del diritto alla vita dal concepimento fino alla morte naturale (cfr. Christifideles laici, n. 38). Inoltre, nel quadro dell'impegno a favore dei più deboli e dei più indifesi, chi è più inerme di un nascituro o di un malato in stato vegetativo o terminale? Quando i progetti politici contemplano, in modo aperto o velato, la decriminalizzazione dell'aborto o dell'eutanasia, l'ideale democratico — che è solo veramente tale quando riconosce e tutela la dignità di ogni persona umana — è tradito nei suoi fondamenti (cfr. Evangelium vitae, n. 74). Pertanto, cari Fratelli nell'episcopato, nel difendere la vita «non dobbiamo temere l'ostilità e l'impopolarità, rifiutando ogni compromesso ed ambiguità, che ci conformerebbero alla mentalità di questo mondo» (Ibidem, n. 82).

Inoltre, per aiutare meglio i laici a vivere il loro impegno cristiano e socio-politico in modo unitario e coerente, come vi ho detto ad Aparecida, è «necessaria una catechesi sociale ed un'adeguata formazione nella dottrina sociale della Chiesa, essendo molto utile per ciò il Compendio della dottrina sociale della Chiesa». (Discorso inaugurale della V Conferenza generale dell'Episcopato dell'America Latina e dei Caraibi, n. 3). Ciò significa anche che, in determinate occasioni, i pastori devono pure ricordare a tutti i cittadini il diritto, che è anche un dovere, di usare liberamente il proprio voto per la promozione del bene comune (cfr. Gaudium et spes, n. 75).

Su questo punto politica e fede s'incontrano. La fede ha, senza dubbio, la natura specifica di incontro con il Dio vivo che apre nuovi orizzonti ben al di là dell'ambito proprio della ragione. «Senza il correttivo fornito dalla religione, infatti, anche la ragione può cadere preda di distorsioni, come avviene quando essa è manipolata dall'ideologia, o applicata in un modo parziale, che non tiene conto pienamente della dignità della persona umana» (Viaggio apostolico nel Regno Unito, Incontro con le autorità civili, 17- ix- 2010).

Una società può essere costruita solo rispettando, promuovendo e insegnando instancabilmente la natura trascendente della persona umana. Così Dio deve trovare «un posto anche nella sfera pubblica, con specifico riferimento alle dimensioni culturale, sociale, economica e, in particolare, politica» (Caritas in veritate, n. 56). Per questo, amati Fratelli, unisco la mia voce alla vostra in un vivo appello a favore dell'educazione religiosa, e più concretamente dell'insegnamento confessionale e diversificato della religione, nella scuola pubblica statale.

Desidero anche ricordare che la presenza di simboli religiosi nella vita pubblica è allo stesso tempo memoria della trascendenza dell'uomo e garanzia del suo rispetto. Essi hanno un valore particolare nel caso del Brasile, dove la religione cattolica è parte integrante della sua storia. Come non pensare in questo momento all'immagine di Gesù Cristo con le braccia tese sulla baia di Guanabara che rappresenta l'ospitalità e l'amore con cui il Brasile ha sempre saputo aprire le sue braccia a uomini e donne perseguitati e bisognosi provenienti da tutto il mondo? Fu in questa presenza di Gesù nella vita brasiliana che essi s'integrarono armoniosamente nella società, contribuendo all'arricchimento della cultura, alla crescita economica e allo spirito di solidarietà e di libertà.

Amati Fratelli, affido alla Madre di Dio e Nostra Madre, invocata in Brasile con il titolo di Nossa Senhora Aparecida, questi auspici della Chiesa cattolica nella Terra della Santa Croce e di tutti gli uomini di buona volontà in difesa dei valori della vita umana e della sua trascendenza, insieme con le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini e delle donne della provincia ecclesiastica del Maranhão. Affido tutti alla Sua materna protezione e a voi e al vostro popolo imparto la mia benedizione apostolica.

[© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana, traduzione a cura de “L'Osservatore Romano”]

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