7 mesi fa
venerdì 22 febbraio 2008
Oggi la Radio Vaticana è un coro di voci, che risuona in più di quaranta lingue e può dialogare con culture e religioni diverse
VISITA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI ALLA SEDE DELLA RADIO VATICANA, 03.03.2006
Alle ore 11.00 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI si reca in Visita alla Sede della Radio Vaticana in occasione del 75 anniversario della fondazione della radio.
Accolto al suo arrivo dai Superiori e dai Dirigenti della Radio, il Papa sale al quarto piano per visitare la Regia 3 - dove benedice la targa "Cardinale Karol Wojtyła" - e il Salone della Redazione One-O-Five.
Successivamente, il Santo Padre scende al secondo piano nella Cappella dell’edificio per un breve momento di preghiera.
Quindi, il Santo Padre Benedetto XVI incontra nella Sala Marconi il personale della Radio Vaticana e, dopo l’indirizzo di omaggio di un Dipendente e di P. Federico Lombardi, S.I., Direttore dei Programmi, rivolge ai presenti un discorso.
Riportiamo di seguito le parole pronunciate dal Papa durante la visita al Salone della Redazione One-O-Five e il discorso tenuto nella Sala Marconi:
PAROLE DEL SANTO PADRE
Cari Fratelli e Sorelle,
saluto di cuore tutti gli ascoltatori e le ascoltatrici di Radio Vaticana e auguro loro la pace e la gioia del Signore. Per me è una grande gioia essere qui. Siamo consapevoli che 75 anni fa Papa Pio XI ha inaugurato la Radio Vaticana e ha dato così una nuova voce alla Santa Sede, anzi alla Chiesa e al Signore. Una voce con la quale si potesse realmente eseguire il mandato del Signore: «Annunciate il Vangelo a tutte le creature sino ai confini della terra». Nel frattempo, lo vedo, in questi 75 anni la tecnica si è molto perfezionata. Oggi la voce di Radio Vaticana può giungere in ogni parte del mondo, in tante case, e — come è stato sottolineato — soprattutto c'è anche una bella reciprocità, non solo parlando ma anche accogliendo le risposte, in un vero dialogo per capire, per rispondere e per costruire così la famiglia di Dio. Mi sembra questo il senso di un mezzo di comunicazione come questo: aiutare a costruire questa grande famiglia che non conosce frontiere, nella quale, nella molteplicità delle culture e delle lingue, tutti sono fratelli e sorelle, e così rappresentano una forza per la pace. Vorrei augurare a tutti coloro che mi ascoltano in questo momento di poter realmente sentirsi coinvolti in questo grande dialogo della verità. Nel mondo dei mezzi della comunicazione non mancano, come sappiamo, anche voci contrastanti. Tanto più è importante che esista questa voce, che vuole realmente mettersi al servizio della verità, di Cristo, e così mettersi al servizio della pace e della riconciliazione nel mondo. Auguro ai collaboratori che possano essere efficaci strumenti di questa grande opera di pace del Signore. Ringrazio per tutto quello che fate giorno per giorno, forse anche notte per notte. Auguro agli ascoltatori che, coinvolti loro stessi in questo grande dialogo, diventino anch'essi testimoni della verità e della forza della pace nel mondo.
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Signor Cardinale,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato,
cari fratelli e sorelle!
Volentieri sono venuto tra voi, in questa bella sede di Palazzo Pio, che il Servo di Dio Paolo VI ha voluto mettere a disposizione della Radio Vaticana. Vi saluto tutti cordialmente e vi ringrazio per la vostra accoglienza. Saluto, in particolare, il Reverendo Preposito Generale della Compagnia di Gesù, Padre Peter-Hans Kolvenbach, e lo ringrazio per il servizio che fin dalle origini della Radio Vaticana i Gesuiti rendono alla Santa Sede, fedeli al carisma ignaziano di piena dedizione alla Chiesa e al Romano Pontefice. Saluto il Cardinale Roberto Tucci e il Padre Antonio Stefanizzi, come anche il Padre Pasquale Borgomeo forzatamente assente per precedenti impegni, i quali per diversi anni sono stati Direttori Generali della Radio Vaticana. Saluto il Padre Federico Lombardi, attuale Direttore Generale, e gli sono riconoscente per le parole che mi ha indirizzato a nome di tutti voi. Sono grato pure al Signor Candi, che ha interpretato i sentimenti dei dipendenti laici. Il mio pensiero va in questo momento anche ai dipendenti trattenuti nelle altre sedi dell’Emittente - il Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria, la Palazzina Leone XIII e la Palazzina Marconi - e che prendono parte a questo incontro in collegamento audio e video. Saluto i vostri colleghi già in pensione, i numerosi collaboratori, i familiari ed amici, e quanti avrebbero voluto essere presenti, ma non hanno potuto per la ristrettezza dello spazio disponibile. Il mio saluto si estende inoltre agli ascoltatori delle vostre trasmissioni, sparsi in ogni parte del mondo.
Le suggestive immagini di 75 anni fa ci presentano la prima stazione Radio Vaticana, che oggi può sembrare modesta. Sapeva però Guglielmo Marconi che la strada aperta dalla scienza e dalla tecnica avrebbe grandemente influito sulla vita dell’umanità. Anche il mio venerato Predecessore Pio XI era ben consapevole dell’importanza che il nuovo strumento di comunicazione, di cui la Chiesa stava dotandosi, avrebbe avuto per la diffusione del magistero pontificio nel mondo. Il suo primo radiomessaggio, che il 12 febbraio 1931 inaugurò la storia della vostra Emittente, era diretto con originale solennità "a tutte le genti e ad ogni creatura". Negli anni seguenti, durante la seconda guerra mondiale, il Servo di Dio Pio XII con i suoi storici radiomessaggi poté fare udire a tutti i popoli parole di conforto, moniti ed appassionate esortazioni alla speranza e alla pace. E quando il comunismo estese il suo dominio su diverse nazioni dell’Europa centrale e orientale e su altre parti della Terra, la Radio Vaticana moltiplicò i programmi e le lingue di trasmissione, per far sì che giungesse alle Comunità cristiane oppresse da regimi totalitari la testimonianza della vicinanza e della solidarietà del Papa e della Chiesa universale. Con il Concilio Vaticano II si prese ancor più consapevolezza dell’importanza che gli strumenti della comunicazione avrebbero avuto nella diffusione del messaggio evangelico in questa nostra epoca, e la vostra Emittente con validi e moderni mezzi tecnici prese a sviluppare una programmazione radiofonica sempre più ricca e articolata. Oggi, infine, grazie alle più avanzate tecnologie, in particolare satelliti e internet, voi siete in grado di produrre programmi in diverse lingue, che vengono ripresi e trasmessi da numerose emittenti in ogni continente, raggiungendo così un ancor più vasto bacino di ascoltatori.
Cari amici, di tutto questo non possiamo non ringraziare il Signore e, al tempo stesso, pregarlo perché continui ad assistervi nel vostro lavoro. Invocatelo con le parole scritte sulla facciata principale di questa vostra sede: "Adsis Christe, eorumque aspira laboribus, qui pro tuo nomine certant – Assistici, o Cristo, e ispira le fatiche di coloro che combattono per il tuo nome". Sì! La vostra è la "buona battaglia della fede", secondo le parole dell’apostolo Paolo (cfr 1 Tm 6,12), per diffondere il Vangelo di Cristo. Essa consiste, come si legge nel vostro Statuto, nell’"annunciare con libertà, fedeltà ed efficacia il messaggio cristiano e collegare il centro della cattolicità con i diversi Paesi del mondo: diffondendo la voce e gli insegnamenti del Romano Pontefice; informando sull’attività della Santa Sede; facendosi eco della vita cattolica nel mondo; orientando a valutare i problemi del momento alla luce del magistero ecclesiastico e nella costante attenzione ai segni dei tempi" (n. 1.3).
È questa una missione che rimane sempre attuale, anche se con il tempo cambiano le circostanze e le modalità per attuarla. In effetti, la Radio Vaticana non è più oggi una sola voce che si irradia da un unico punto, come avveniva dalla prima stazione marconiana.
E’ piuttosto un coro di voci, che risuona in più di quaranta lingue e può dialogare con culture e religioni diverse; un coro di voci, che percorre le vie dell’etere grazie alle onde elettromagnetiche e si diffonde capillarmente per rimanere inciso lungo i nodi e le maglie di quella rete telematica sempre più fitta che avvolge il pianeta.
Continuate, cari amici, ad operare nel grande areopago della comunicazione moderna, facendo tesoro della straordinaria esperienza da voi vissuta durante il Grande Giubileo dell’Anno 2000 e ancor più in occasione della morte dell’amato Papa Giovanni Paolo II, un evento che ha mostrato quanto l’umanità desideri conoscere la realtà della Chiesa. Ma non dimenticate che, per portare a compimento la missione affidatavi, occorre certo un’adeguata formazione tecnica e professionale, ma è necessario soprattutto che coltiviate incessantemente in voi uno spirito di preghiera e di fedele adesione agli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa. Vi aiuti e vi protegga sempre la Vergine Maria, Stella della nuova evangelizzazione. Rinnovandovi i sentimenti della mia riconoscenza, volentieri imparto a voi, cari fratelli e sorelle qui presenti, la mia Benedizione, estendendola alle persone a voi care e a tutti gli ascoltatori della Radio Vaticana.
© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana
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