domenica 27 luglio 2008

Il Papa entusiasta: "La Gmg era come un mosaico multicolore, formato da ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte della terra"


VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA XXIII GMG (12-21 LUGLIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE A SYDNEY

ANGELUS DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA


Vedi anche:

ANGELUS: TRASCRIZIONE DEL SALUTO RIVOLTO DAL SANTO PADRE AI FEDELI RIUNITI ALL'ESTERNO DEL PALAZZO APOSTOLICO DI CASTELGANDOLFO

Angelus del Santo Padre: video

La straordinaria esperienza alla GMG di Sydney, nel racconto di Benedetto XVI all’Angelus. Domani l’arrivo del Papa in Alto Adige (Radio Vaticana)

Il Papa augura buone vacanze e ricorda chi non può goderne

Angelus di oggi: un ringraziamento a Telepace, Sat2000 tronca il collegamento sulla voce del Papa...

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 27.07.2008

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e recita l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Sono rientrato lunedì scorso da Sydney, in Australia, sede della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù.

Ho ancora negli occhi e nel cuore questa straordinaria esperienza, nella quale mi è stato dato di incontrare il volto giovane della Chiesa: era come un mosaico multicolore, formato da ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte della terra, tutti riuniti dall’unica fede in Gesù Cristo.

"Young pilgrims of the world – giovani pellegrini del mondo", così li chiamava la gente con una bella espressione che coglie l’essenziale di queste Giornate internazionali iniziate da Giovanni Paolo II. Questi incontri infatti formano le tappe di un grande pellegrinaggio attraverso il pianeta, per manifestare come la fede in Cristo ci renda tutti figli dell’unico Padre che è nei cieli e costruttori della civiltà dell’amore.

Caratteristica propria dell’incontro di Sydney è stata la presa di coscienza della centralità dello Spirito Santo, protagonista della vita della Chiesa e del cristiano.

Il lungo cammino di preparazione nelle Chiese particolari aveva seguito come tema la promessa fatta da Cristo risorto agli Apostoli: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni" (At 1,8).

Nei giorni 16, 17 e 18 luglio, nelle chiese di Sydney, i numerosi Vescovi presenti hanno esercitato il loro ministero, proponendo le catechesi nelle varie lingue: queste catechesi sono momenti di riflessione e di raccoglimento indispensabili perché l’evento non resti solo manifestazione esterna, ma lasci una traccia profonda nelle coscienze.
La Veglia serale nel cuore della città, sotto la Croce del Sud, è stata una corale invocazione dello Spirito Santo; e infine, durante la grande Celebrazione eucaristica di domenica scorsa, ho amministrato il Sacramento della Confermazione a 24 giovani di vari continenti, di cui 14 australiani, invitando tutti i presenti a rinnovare le promesse battesimali. Così questa Giornata Mondiale si è trasformata in una nuova Pentecoste, dalla quale è ripartita la missione dei giovani, chiamati ad essere apostoli dei loro coetanei, come tanti santi e beati, ed in particolare il Beato Piergiorgio Frassati, le cui reliquie, collocate nella Cattedrale di Sydney, sono state venerate da un ininterrotto pellegrinaggio di giovani. Ogni ragazzo e ragazza è stato invitato a seguire il loro esempio, a condividere l’esperienza personale di Gesù, che cambia la vita dei suoi "amici" con la forza dello Spirito Santo, lo Spirito dell’amore di Dio.

Voglio oggi ringraziare nuovamente i Vescovi dell’Australia, in particolare l’Arcivescovo di Sydney, Cardinal Pell, per il grande lavoro di preparazione e per la cordiale accoglienza che hanno riservato a me e a tutti gli altri pellegrini.

Ringrazio le autorità civili australiane per la loro preziosa collaborazione. Un grazie speciale va a tutti coloro che, in ogni parte del mondo, hanno pregato per questo evento, assicurandone la buona riuscita. La Vergine Maria ricompensi ciascuno con le grazie più belle. A Maria affido anche il periodo di riposo che trascorrerò da domani a Bressanone, tra le montagne dell’Alto Adige.
Rimaniamo uniti nella preghiera!

Angelus Domini...

DOPO L’ANGELUS

Je vous salue cordialement, chers pèlerins francophones ! A la question de Salomon qui demandait à Dieu quel était le véritable trésor, le Christ répond par les trois paraboles de l’Évangile d’aujourd’hui. Elles décrivent l’absolue nécessité de la recherche de Dieu et la richesse de son abondance de grâces et de bénédictions. Durant ce temps des vacances, je vous invite à faire tout votre possible pour chercher Dieu et pour faire de Lui le centre de votre vie. Avec la Bénédiction Apostolique.

I greet the English-speaking visitors and pilgrims who are here today and I wish you all a pleasant stay in Italy. This Sunday’s Gospel reminds us that we should treasure above all else the faith that has been given to us. I pray that your visit to Rome and the surrounding area will help you to deepen your faith and to grow in your love for our Lord Jesus Christ. May God bless you all!

Von Herzen heiße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache hier in Castel Gandolfo willkommen. „Vergelt’s Gott!" sage ich nochmals allen, die mich mit ihren Gebeten auf meiner Reise zum Weltjugendtag nach Sydney begleitet haben. Dort durfte ich erneut mit Freude erfahren, wie sich junge Menschen aus der ganzen Welt von Christus ansprechen lassen. Jesus Christus will, daß wir authentisch sind und uns vorbehaltlos auf ihn einlassen. Wenn wir in dieser Haltung das Wort Gottes in uns aufnehmen, wird uns der Herr zu Boten seiner Liebe und seines Friedens machen. Der Heilige Geist gebe uns allen die Kraft, Gutes zu tun. – Gesegneten Sonntag!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana y a los que se unen a ella a través de la radio y la televisión. En este domingo, os invito a acoger en vuestro corazón la Palabra de Dios, en donde Cristo aparece como el verdadero tesoro. El que se encuentra con Él de forma auténtica, personal y convencida, descubre el sentido pleno de su vida. Dejémonos enriquecer por el amor del Señor para amar a los demás como Él nos enseñó. Que Dios os bendiga.

Witam przybyłych tu, do Castel Gandolfo, Polaków. Pozdrawiam także tych, którzy łączą się z nami w modlitwie poprzez radio i telewizję. Dziękuję wam za duchowe wsparcie mego pielgrzymowania do Australii, na Światowy Dzień Młodzieży. Niech przesłanie z Sydney owocuje otwarciem ludzkich serc na moc i działanie Ducha Świętego. Z serca wam wszystkim błogosławię.

[Saluto tutti i Polacchi venuti qui a Castel Gandolfo. Saluto anche quelli che si uniscono a noi in preghiera per mezzo della radio e della televisione. Ringrazio voi tutti per l’appoggio spirituale che mi avete prestato durante il mio pellegrinaggio in Australia per la Giornata Mondiale della Gioventù. Che il messaggio di Sydney porti frutti abbondanti aprendo i cuori degli uomini alla forza e all’azione dello Spirito Santo. Benedico tutti voi di cuore.]

Saluto ora i pellegrini italiani. In particolare, saluto il folto gruppo dei partecipanti all’Assemblea Generale del Movimento dei Focolari e, mentre mi rallegro per l’elezione dei nuovi Responsabili, vi esorto tutti, cari fratelli e sorelle, a proseguire con gioia e coraggio nel solco dell’eredità spirituale di Chiara Lubich, raccolta nei vostri Statuti, incrementando sempre più i rapporti di comunione nelle famiglie, nelle comunità e in ogni ambito della società. Saluto e ringrazio i membri della Delegazione del Comune e della Parrocchia di Castel Gandolfo venuti, come ogni anno, a farmi visita in occasione della tradizionale "Sagra delle pesche". Saluto inoltre i fedeli della parrocchia di Santa Croce in Casagiove (Caserta), di San Giorgio in Molteno con Garbagnate Monastero (Arcidiocesi di Milano), come pure i giovani aderenti alla "Compagnia dei Tipi Loschi del Beato Pier Giorgio Frassati".

Rivolgo infine un saluto a quanti si trovano nelle località di villeggiatura, augurando loro di trascorrere giorni sereni di proficua distensione fisica e spirituale. Non dimentico però quanti invece non possono beneficiare di un tempo di riposo e di vacanza: penso ai malati negli ospedali e nelle case di cura, ai carcerati, agli anziani, alle persone sole e a coloro che trascorrono l’estate nel caldo delle città. A ciascuno assicuro la mia affettuosa vicinanza e un ricordo nella preghiera. Buona domenica a tutti!

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sabato 26 luglio 2008

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A POMPEI (19 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG


DISCORSI ED OMELIE DEL PAPA A POMPEI

IL PAPA A POMPEI: I VIDEO E LE FOTO

IL TESTO DELLA "SUPPLICA" ALLA MADONNA DI POMPEI

ALTRI ARTICOLI E COMMENTI :

I Papi di Pompei, da Leone XIII a Benedetto XVI (Grana)

La camorra ed il Papa antiretorica (Valli)

Mons. Ravasi sull'anticlericalismo: "Ferire la coscienza intorpidita" (Osservatore Romano)

Anticlericalismo-Una passione cieca. In margine alle parole del Papa a Pompei (Sir)

La Sua analisi è chiara, Dottor Lecter: ecco come i giornaloni hanno preconfezionato gli articoli su Pompei (di Clarice Sterling)

Quando la stampa dà lezioni pure a Papa Ratzinger (Santambrogio per "Libero")

Pompei: dal Papa l’invito a confidare nell’amore di Dio che rende tutto nuovo, a partire dal cuore dell’uomo «suo capolavoro» (Mazza)

Un'immensa comunità che ha il suo centro a Pompei (Ruggiero)

Repubblica tenta di usare Don Palmese come "arma" contro il Papa ma lui: "La scelta di non citare la camorra? Carezza e balsamo"

Il cardinale Sepe a pranzo col Pontefice: 'Abbiamo parlato dei mali di Napoli' (Sannino)

Il Papa a Pompei denuncia: «Troppo anticlericalismo» (Tornielli)

NOTIZIE, RASSEGNA STAMPA E COMMENTI DEL 20 OTTOBRE 2008:

Il Papa a Pompei: "Una storia di fede tra passato e presente" (Osservatore Romano)

Il Papa a Pompei: "Il messaggio oltre le parole" (Casavola)

Il Papa a Pompei: «Con il cuore resterò vicino a questa terra». Il saluto alla folla in un fuori programma (Trotta)

Camorra, parola evitata per scelta. Il Vaticano: «Il pontefice ha voluto rispettare la gente onesta. Ma invita all’impegno» (Il Mattino)

Il Papa a Pompei: "Affrontare i sacrifici senza compromessi" (Scandone)

Il Papa a Pompei: il commento di Mons. Liberati (Radio Vaticana)

Il Papa a Pompei: La «mariologia breve» di Papa Ratzinger (Osservatore Romano)

Domanda: i giornalisti che lamentano il fatto che il Papa non abbia parlato di camorra hanno letto o ascoltato l'omelia?

Il Papa nei paesi della camorra: «Siate fermento civile» (Bobbio)

Per scelta di campo, il Pontefice ha detto che non citerà mai la camorra né le altre piaghe della Campania (Sannito)

Pompei, la visita del Papa si chiude con un boato di gioia (Rossi)

Superbo ed eccellente Andrea Tornielli: "E adesso anche i “silenzi” di Papa Ratzinger…"

Per scelta di campo, il Pontefice ha detto che non citerà mai la camorra né le altre piaghe della Campania (Sannito)

Pompei, la visita del Papa si chiude con un boato di gioia (Rossi)

NOTIZIE, RASSEGNA STAMPA E COMMENTI DEL 19 OTTOBRE 2008:

Il Papa: "E' giunto momento del congedo ma il mio cuore resta con voi a Pompei"

Il Papa a Pompei: lo speciale di Salvatore Izzo (Agi)

Nel pomeriggio il Rosario presieduto da Benedetto XVI nel Santuario di Pompei: intervista con padre De Fiores (Radio Vaticana)

Il Papa a Pompei: questa cittadella di Maria e della carità dimostra che la fede trasforma il mondo (Radio Vaticana)

Papa a Pompei: Madonna protegga tutte le famiglie del mondo

Il Papa attraversa Pompei fra due ali di folla

La giornata del Papa a Pompei (Osservatore Romano)

La «Supplica alla Madonna di Pompei», preghiera per tutto il mondo (Somma)

Oggi il Papa a Pompei «casa» del Rosario (Mazza)

Un grande palco, coro, fiori e manifesti accolgono il Papa a Pompei. La storia del Santuario (Apcom)

A Pompei il Papa chiederà che si allontani il castigo dalle Nazioni (Agi)

ARTICOLI E COMMENTI PRECEDENTI LA VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE

Domattina, Benedetto XVI sarà al Santuario mariano di Pompei. Intervista a Mons. Liberati (Radio Vaticana)

Mons. Liberati: "Così Pompei domani accoglierà Benedetto XVI" (Mazza)

Pompei in grande attesa: domenica c'è l'arrivo di Papa Benedetto XVI

Il Papa ritorna a Pompei a dieci anni di distanza dall'ultima visita (Radio Vaticana)

Il programma della visita del Papa a Pompei (Il Mattino)

Pompei: gioia e preparativi per l'arrivo del Papa (Rossi)

La Chiesa celebra Maria Regina dell'Universo. Mons. Liberati: un invito a non essere mediocri nell'amore (Radio Vaticana)

Il Papa pregherà a Pompei (Corriere del Mezzogiorno)

La conferma di Padre Lombardi: "Benedetto XVI in visita al Quirinale e a Pompei" (Osservatore Romano)

Il 19 ottobre il Papa al santuario di Pompei (Malafronte)

IL 19 OTTOBRE IL PAPA PRESIEDERA' LA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI (Agi)

Il 19 ottobre il Papa visita a Pompei durante Sinodo Vescovi

lunedì 21 luglio 2008

Il Papa si congeda dall'Australia: "La GMG ci ha mostrato che la Chiesa può rallegrarsi dei giovani di oggi ed essere colma di speranza per il domani"


VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA XXIII GMG (12-21 LUGLIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE A SYDNEY

Vedi anche:

Il saluto (da leggere!) del primo ministro australiano Rudd al Papa: "Colpiti dalla sua semplice umanità" (Osservatore Romano)

Primo "frutto diplomatico" della GMG: l'Australia nomina un ambasciatore ad hoc presso la Santa Sede (Zenit)

CERIMONIA DI CONGEDO DALLE AUTORITÀ

Terminato l’incontro con i volontari della GMG nel Domain di Sydney, il Santo Padre Benedetto XVI si trasferisce in auto all’aeroporto internazionale dove ha luogo la Cerimonia di congedo.
Alle ore 09.30 Il Papa è accolto dal Governatore Generale, Gen. Michael Jeffery; dal Primo Ministro, Sig. Kevin Rudd e dai Civic Leaders del New South Wales. Sono presenti, tra gli altri, il Presidente della Conferenza Episcopale australiana, S.E. Mons. Philip Edward Wilson; l’Arcivescovo di Sydney, Em.mo Card. George Pell; il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, Em.mo Card. Stanisław Ryłko, con il Segretario, S.E. Mons. Josef Clemens; il Nunzio Apostolico, S.E. Mons. Giuseppe Lazzarotto; il Vescovo Coordinatore della GMG, S.E. Mons. Anthony Colin Fisher; i Vescovi Ausiliari di Sydney con alcuni altri Vescovi australiani.
Dopo il discorso del Primo Ministro, Sig. Kevin Rudd, il Papa pronuncia il discorso che pubblichiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Aeroporto Internazionale di Sydney
Lunedì, 21 luglio 2008


Cari amici,

prima di congedarmi da voi, desidero dire a coloro che mi hanno ospitato quanto abbia gustato la mia visita qui e quanto sia grato per l’ospitalità ricevuta. Ringrazio il Primo Ministro, l’Onorevole Kevin Rudd, per la gentilezza che ha mostrato verso di me e verso tutti i partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù. Ringrazio pure il Governatore Generale, il Generale Maggiore Michael Jeffery, per la sua presenza qui e per avermi gentilmente accolto all’Ammiragliato Generale all’inizio dei miei impegni pubblici. Il Governo Federale e il Governo dello Stato del Nuovo Galles del Sud, come pure gli abitanti e la comunità imprenditoriale di Sydney, hanno collaborato generosamente nel sostenere la Giornata Mondiale della Gioventù. Un evento di questo genere richiede un immenso lavoro di preparazione e di organizzazione, ed io so di parlare a nome di molte migliaia di giovani nell’esprimere il mio apprezzamento e la mia gratitudine a tutti voi. Nel caratteristico stile australiano, voi avete offerto un caloroso benvenuto a me e ad innumerevoli giovani pellegrini che si sono riversati qui da ogni angolo del mondo. Alle famiglie ospitanti in Australia e Nuova Zelanda, che hanno fatto spazio nelle loro case ai giovani, sono in modo speciale riconoscente. Voi avete aperto le vostre porte e i vostri cuori alla gioventù del mondo, e a nome di questi giovani vi ringrazio.

Sul palcoscenico, nei giorni scorsi, gli attori principali sono stati, ovviamente, i giovani stessi. La Giornata Mondiale della Gioventù appartiene a loro. Sono stati loro a fare di questa Giornata un evento ecclesiale di carattere globale, una grande celebrazione della gioventù, una grande celebrazione di ciò che significa essere Chiesa, Popolo di Dio in mezzo al mondo, unito nella fede e nell’amore e reso capace dallo Spirito di recare la testimonianza del Cristo risorto sino ai confini della terra.

Li ringrazio per essere venuti, li ringrazio per la loro partecipazione, e prego affinché abbiano un viaggio di ritorno sicuro. So che i giovani, le loro famiglie e le persone amiche in molti casi hanno fatto grandi sacrifici per permetter loro di giungere in Australia. Per tutto ciò l’intera Chiesa è loro grata.

Nel volgere lo sguardo indietro a questi giorni emozionanti, emergono nella mia mente scene significative. Sono stato molto toccato dalla visita alla Tomba di Mary MacKillop, e ringrazio le Suore di San Giuseppe per l’opportunità che ho avuto di pregare nel Santuario della loro co-Fondatrice. Le Stazioni della Via Crucis per le strade di Sydney ci hanno ricordato con efficacia che Cristo ci ha amati “sino alla fine” ed ha condiviso le nostre sofferenze affinché noi potessimo condividere la sua gloria. L’incontro con i giovani a Darlinghurst è stato un momento di gioia e di grande speranza, un segno che Cristo ci può sollevare dalle situazioni più difficili, ridandoci la nostra dignità e permettendoci di guardare avanti verso un futuro migliore.
L’incontro con i responsabili ecumenici ed interreligiosi è stato contrassegnato da uno spirito di genuina fraternità e da un profondo desiderio di maggiore collaborazione nell’impegno di edificare un mondo più giusto e pacifico.
E senza dubbio gli incontri di Barangaroo e della Croce del Sud sono stati i punti culminanti della mia visita. Quelle esperienze di preghiera, la nostra gioiosa Celebrazione dell’Eucaristia, sono state una testimonianza eloquente dell’opera vivificante dello Spirito Santo, presente ed attivo nel cuore dei nostri giovani.

La Giornata Mondiale della Gioventù ci ha mostrato che la Chiesa può rallegrarsi dei giovani di oggi ed essere colma di speranza per il mondo di domani.

Cari amici, mentre mi congedo da Sydney, chiedo a Dio di volgere lo sguardo amorevole su questa città, su questo Paese e sui suoi abitanti. Prego che molti di loro possano essere ispirati dall’esempio di compassione e di servizio della Beata Mary MacKillop. E mentre vi saluto portando nel cuore sentimenti di profonda gratitudine, dico ancora una volta: Dio benedica il popolo dell’Australia!

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Il Papa ai volontari della GMG: "Una settimana davvero memorabile. Abbiamo potuto gustare il calore e la generosità dell’ospitalità australiana"


VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA XXIII GMG (12-21 LUGLIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE A SYDNEY

AI VOLONTARI DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

Questa mattina, dopo aver celebrato la Santa Messa in privato nella Cappella, il Santo Padre Benedetto XVI si congeda dalla Cathedral House di Sydney e si trasferisce in auto al Domain, un grande parco pubblico nel quale, intorno alle ore 9.00, il Papa saluta i circa 12 mila volontari della Giornata Mondiale della Gioventù.
Introdotto dai saluti di S.E. Mons. Anthony Colin Fisher, Vescovo Coordinatore della GMG, e dell’Em.mo Card. George Pell, il Santo Padre pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

SALUTO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Domain, Lunedì 21 luglio 2008

Cari amici in Cristo,

ringrazio il Vescovo Fisher e il Cardinale Pell per le loro gentili parole e sono lieto di questa opportunità per rivolgere il mio saluto finale a voi tutti e per dirvi quale splendida esperienza sia stata questa settimana. In questi giorni siamo stati testimoni diretti della gioia che trovano nella propria fede tante migliaia di giovani, e abbiamo potuto esprimere la nostra lode e la nostra gratitudine a Dio per la sua bontà nei nostri confronti. Abbiamo potuto gustare il calore e la generosità dell’ospitalità australiana, e insieme gettare uno sguardo sullo splendido paesaggio di questo bel Continente. È stata una settimana davvero memorabile.

Niente di tutto ciò sarebbe stato, tuttavia, possibile senza un grande sforzo di preparazione e di alacre lavoro durante il periodo che ha preceduto la Giornata Mondiale della Gioventù. Desidero ringraziare tutti voi per il generoso impegno di tempo e di energia che avete speso, per permettere uno svolgimento senza intoppi di ciascuno degli eventi che abbiamo celebrato insieme. Tali eventi hanno avuto bisogno di accurato coordinamento, poiché hanno coinvolto le Autorità civili, la polizia e le agenzie di primo soccorso, come pure personale ecclesiastico ed un vasto insieme di volontari, di responsabili e di aiutanti. I vostri sforzi hanno preparato il terreno perché lo Spirito scendesse con forza, plasmando vincoli di unità e amicizia fra i giovani provenienti da ambienti culturali profondamente diversi, e rafforzando il loro amore per Cristo e per la sua Chiesa. Nelle folle che si sono radunate qui a Sydney abbiamo visto una vivida espressione dell’unità nella diversità della Chiesa universale, abbiamo avuto una visione in piccolo di quella famiglia umana unita alla quale aneliamo. Nella potenza dello Spirito, possano questi giovani fare di tale visione una realtà nel mondo di domani.

Avrò occasione all’aeroporto di ringraziare i rappresentanti delle Autorità civili. Qui voglio esprimere la mia profonda gratitudine a tutti i Vescovi, i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, i cappellani, gli insegnanti, le associazioni laicali, i movimenti ecclesiali, le famiglie ospitanti, le scuole e le comunità parrocchiali che hanno contribuito così efficacemente a fare della Giornata Mondiale della Gioventù un successo. Leggiamo negli Atti degli Apostoli che “vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (20,35), ma io ho fiducia che voi abbiate anche ricevuto molto da quanti avete servito così generosamente nel corso delle nostre celebrazioni.

A voi tutti dico un sincero e sentito “grazie”.

Mentre mi accingo a ritornare a Roma, porto con me come un tesoro la memoria dei molti eventi pieni di grazia che abbiamo sperimentato insieme: dal mio primo incontro con i giovani a Barangaroo, attraverso i successivi incontri a Darlinghurst e nella Cattedrale di Santa Maria, fino alla veglia della Gioventù nello Spiazzo della Croce del Sud e poi alla Messa finale di ieri. Prego affinché anche voi vi portiate nell’animo molti preziosi ricordi e intuizioni spirituali, così da tornare nelle vostre case e nelle vostre famiglie con nuovo slancio per diffondere il Vangelo di Gesù Cristo. Nella potenza dello Spirito, andate ora a rinnovare la faccia della terra!

Mentre vi porgo il mio sentito saluto, affido tutti voi all’amorevole intercessione della Madonna della Croce del Sud, Aiuto dei cristiani, invoco su di voi i sette doni dello Spirito Santo e vi assicuro della mia costante preghiera. Dio benedica i giovani del mondo e benedica il popolo dell’Australia!

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domenica 20 luglio 2008

Il Papa ai benefattori e agli organizzatori della GMG: "Quanti buoni semi sono stati seminati in questi pochi giorni!"


VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA XXIII GMG (12-21 LUGLIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE A SYDNEY

INCONTRO CON I BENEFATTORI E GLI ORGANIZZATORI DELLA GMG

Alle ore 18 di questo pomeriggio, il Santo Padre Benedetto XVI incontra i benefattori e gli organizzatori della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù alla Cathedral House di Sydney. L’incontro si svolge in due fasi: prima nella Recption Hall e poi nella Sala del Capitolo della residenza papale.
Introdotto dal saluto dell’Em.mo Card. George Pell, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:


DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Cathedral House
Domenica, 20 luglio 2008


Signor Cardinale,
Cari amici,


nel momento in cui la mia visita in Australia sta per terminare, desidero esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito al successo di questa Giornata Mondiale della Gioventù. Questa sera, in modo particolare, il mio ringraziamento si dirige a voi, che con tanta generosità avete recato il vostro aiuto sia materiale che spirituale all’attuazione di questo evento. Il Cardinale Pell ha accennato ai grandi sacrifici che avete affrontato nell’organizzazione di questa giornata meravigliosa per la vita della Chiesa. Intendo ringraziarvi uno ad uno, non solo per quei sacrifici, ma ancor più per la fiducia che avete dimostrato verso i nostri giovani e per la vostra confidenza nella grazia di Dio che opera nei loro cuori. Preghiamo affinché l’investimento che molti di voi hanno posto in loro porti frutto nelle loro esistenze, per la vita della Chiesa di Cristo e per il futuro di questo nostro mondo!

In questi giorni, grazie al lavoro del comitato organizzativo e la cooperazione di tante persone private, ditte, associazioni e autorità locali, i giovani venuti da ogni parte del mondo hanno avuto l’opportunità di sperimentare la bellezza di questo Paese e la calorosa ospitalità del popolo australiano. Da parte loro, essi hanno arricchito questa terra con la testimonianza da loro resa all’amore di Cristo e alla forza del suo Spirito operante nella Chiesa.

Sono certo, cari amici, che la vostra partecipazione ai preparativi di questa Giornata Mondiale della Gioventù vi ha permesso di fare una particolare esperienza della forza dello Spirito Santo. Senza dubbio, nella preparazione di questo grande raduno internazionale, e nell’impegno di far fronte ad ogni possibile eventualità, avete avuto momenti di timore e di preoccupazione, e perfino momenti di paura e di trepidazione circa l’esito finale della vicenda! Ora, volgendovi indietro, potete constatare l’abbondante raccolto che lo Spirito ha suscitato mediante le vostre preghiere, la vostra perseveranza e il vostro duro lavoro. Quanti buoni semi sono stati seminati in questi pochi giorni!

Cari amici, San Paolo, che spese l’intera sua vita nel servizio del Vangelo, ci ricorda che “vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (cfr At 20,35). La vostra generosità e il vostro sacrificio sono stati un apporto essenziale, anche se spesso nascosto, al successo di questa Giornata Mondiale della Gioventù. Possano la gioia spirituale, la soddisfazione e l’appagamento, che tutti abbiamo sperimentato in questi giorni, costituire una sorgente inesauribile di benedizioni per le vostre vite. Non dubitate mai della verità della promessa di nostro Signore, secondo cui ogni volta che noi offriamo la nostra creatività, la nostra energia, le nostre risorse, le nostre stesse persone, noi le riceviamo poi in cambio con abbondanza (cfr Mt 19,29).

Con questi sentimenti rinnovo l’espressione della mia profonda gratitudine a ciascuno di voi. Affido voi e le vostre famiglie all’amorosa intercessione di Nostra Signora della Croce del Sud, Aiuto dei Cristiani, e di cuore vi imparto l’Apostolica Benedizione come pegno di forza e pace in Gesù, suo divin Figlio.

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Il Papa:"Dobbiamo rimanere fedeli al ‘sì’ con cui abbiamo accolto l’offerta di amicizia da parte del Signore.Sappiamo che Egli non ci abbandonerà mai"


VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA XXIII GMG (12-21 LUGLIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE A SYDNEY

ANGELUS DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Il Papa ai giovani : "È necessaria una nuova era in cui l’amore non sia avido ed egoista, ma puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso..." (Omelia della Santa Messa a conclusione della GMG di Sydney, 20 luglio 2008)

RECITA DELL’ANGELUS ALL’IPPODROMO DI RANDWICK

Ippodromo di Randwick
Domenica, 20 luglio 2008


Al termine della Santa Messa di chiusura della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù, prima di rientrare alla Cathedral House di Sydney il Santo Padre Benedetto XVI guida la recita dell’Angelus con i pellegrini presenti nell’Ippodromo di Randwick.
Nel prendere congedo dai giovani, il Papa annuncia la sede dove si svolgerà la prossima edizione internazionale della Giornata Mondiale della Gioventù nel 2011.
Queste le parole del Santo Padre nell’introdurre la preghiera mariana:

PAROLE DEL SANTO PADRE

Cari giovani amici,

ci apprestiamo ora a recitare insieme la bella preghiera dell’Angelus. In essa rifletteremo su Maria, giovane donna in colloquio con l’angelo che la invita a nome di Dio ad una particolare donazione di se stessa, della propria vita, del proprio futuro di donna e di madre. Possiamo immaginare come dovette sentirsi in quel momento: piena di trepidazione, completamente sopraffatta dalla prospettiva che le era posta dinanzi.

L’angelo comprese la sua ansia e immediatamente cercò di rassicurarla: "Non temere, Maria... Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo" (Lc 1, 30, 35). Fu lo Spirito a darle la forza e il coraggio di rispondere alla chiamata del Signore. Fu lo Spirito ad aiutarla a comprendere il grande mistero che stava per compiersi per mezzo di lei. Fu lo Spirito che la avvolse con il suo amore e la rese capace di concepire il Figlio di Dio nel suo grembo.

Questa scena costituisce forse il momento cardine nella storia del rapporto di Dio con il suo popolo. Nell’Antico Testamento, Dio si era rivelato in modo parziale, in modo graduale, come tutti noi facciamo nei nostri rapporti personali. Ci volle tempo perché il popolo eletto approfondisse il suo rapporto con Dio. L’Alleanza con Israele fu come un periodo di corteggiamento, un lungo fidanzamento. Venne quindi il momento definitivo, il momento del matrimonio, la realizzazione di una nuova ed eterna alleanza. In quel momento Maria, davanti al Signore, rappresentava tutta l’umanità. Nel messaggio dell’angelo, era Dio ad avanzare una proposta di matrimonio con l’umanità. E a nome nostro, Maria disse di sì.

Nelle fiabe, i racconti terminano qui, e tutti "da quel momento vivono contenti e felici". Nella vita reale non è così facile. Molte furono le difficoltà con cui Maria dovette cimentarsi nell’affrontare le conseguenze di quel "sì" detto al Signore.

Simeone profetizzò che una spada le avrebbe trafitto il cuore. Quando Gesù ebbe dodici anni, ella sperimentò i peggiori incubi che ogni genitore può provare, quando, per tre giorni, suo figlio si era smarrito. E dopo la sua attività pubblica, ella soffrì l’agonia di essere presente alla sua crocifissione e morte. Attraverso le varie prove ella rimase sempre fedele alla sua promessa, sostenuta dallo Spirito di fortezza. E ne fu ricompensata con la gloria.

Cari giovani, anche noi dobbiamo rimanere fedeli al "sì" con cui abbiamo accolto l’offerta di amicizia da parte del Signore. Sappiamo che egli non ci abbandonerà mai. Sappiamo che Egli ci sosterrà sempre con i doni dello Spirito. Maria ha accolto la "proposta" del Signore a nome nostro. Ed allora, volgiamoci a lei e chiediamole di guidarci nelle difficoltà per rimanere fedeli a quella relazione vitale che Dio ha stabilito con ciascuno di noi. Maria è il nostro esempio e la nostra ispirazione; Ella intercede per noi presso il suo Figlio, e con amore materno ci protegge dai pericoli.

* * *

Cari amici,

è ora giunto il momento di dirvi addio, o piuttosto, arrivederci! Vi ringrazio tutti per aver partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù 2008, qui a Sydney, e spero di rivedervi fra tre anni. La Giornata Mondiale della Gioventù 2011 si svolgerà a Madrid, in Spagna. Fino a quel momento, preghiamo gli uni per gli altri, e rendiamo davanti al mondo la nostra gioiosa testimonianza a Cristo. Dio vi benedica tutti.

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Il Papa: "È necessaria una nuova era in cui l’amore non sia avido ed egoista, ma puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso..."


VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA XXIII GMG (12-21 LUGLIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE A SYDNEY

OMELIA DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Il Papa all'Angelus: "Dobbiamo rimanere fedeli al ‘sì’ con cui abbiamo accolto l’offerta di amicizia da parte del Signore. Sappiamo che Egli non ci abbandonerà mai" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus a conclusione della GMG di Sydney, 20 luglio 2008)

SANTA MESSA A CONCLUSIONE DELLA XXIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ, NELL’IPPODROMO DI RANDWICK

Questa mattina, alle ore 8.30, il Santo Padre Benedetto XVI si trasferisce in auto dalla Cathedral House all’eliporto di Victoria Barracks, per sorvolare in elicottero il Centennial Park e l’Ippodromo di Randwick, dove lo attendono i giovani venuti da ogni parte del mondo per la celebrazione della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù.
Dall’eliporto di Victoria Barracks poi, il Papa raggiunge l’Ippodromo di Randwick in vettura panoramica, attraversando il Centennial Park per salutare i pellegrini ivi radunati e compiendo poi un giro nell’Ippodromo stesso, dove i giovani hanno trascorso la notte all’aperto, continuando l’Adorazione Eucaristica iniziata con la Veglia.
La Celebrazione della Santa Messa ha inizio alle ore 10, introdotta dal saluto dell’Arcivescovo di Sydney, Em.mo Card. George Pell.
Dopo la proclamazione del Vangelo, il Papa amministra il sacramento della Confermazione a 24 giovani e tutti i pellegrini presenti rinnovano gli impegni del Battesimo. Quindi il Santo Padre pronuncia l’omelia che riportiamo di seguito:

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Ippodromo di Randwick
Domenica, 20 luglio 2008


Cari amici,

"avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi" (At 1,8). Abbiamo visto realizzata questa promessa! Nel giorno di Pentecoste, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, il Signore risorto, seduto alla destra del Padre, ha inviato lo Spirito sui discepoli riuniti nel Cenacolo. Per la forza di questo Spirito, Pietro e gli Apostoli sono andati a predicare il Vangelo fino ai confini della terra. In ogni età ed in ogni lingua la Chiesa continua a proclamare in tutto il mondo le meraviglie di Dio e invita tutte le nazioni e i popoli alla fede, alla speranza e alla nuova vita in Cristo.

In questi giorni anch’io sono venuto, come Successore di san Pietro, in questa stupenda terra d’Australia. Sono venuto a confermare voi, miei giovani fratelli e sorelle, nella vostra fede e ad aprire i vostri cuori al potere dello Spirito di Cristo e alla ricchezza dei suoi doni. Prego perché questa grande assemblea, che unisce giovani "di ogni nazione che è sotto il cielo" (At 2,5), diventi un nuovo Cenacolo. Possa il fuoco dell’amore di Dio scendere a riempire i vostri cuori, per unirvi sempre di più al Signore e alla sua Chiesa e inviarvi, come nuova generazione di apostoli, a portare il mondo a Cristo!

"Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi". Queste parole del Signore Risorto hanno uno speciale significato per quei giovani che saranno confermati, segnati con il dono dello Spirito Santo, durante questa Santa Messa. Ma queste parole sono anche indirizzate ad ognuno di noi, a tutti coloro cioè che hanno ricevuto il dono dello Spirito di riconciliazione e della nuova vita nel Battesimo, che lo hanno accolto nei loro cuori come loro aiuto e guida nella Confermazione e che quotidianamente crescono nei suoi doni di grazia mediante la Santa Eucaristia. In ogni Messa, infatti, lo Spirito Santo discende nuovamente, invocato nella solenne preghiera della Chiesa, non solo per trasformare i nostri doni del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue del Signore, ma anche per trasformare le nostre vite, per fare di noi, con la sua forza, "un solo corpo ed un solo spirito in Cristo".

Ma che cosa è questo "potere" dello Spirito Santo? E’ il potere della vita di Dio! E’ il potere dello stesso Spirito che si librò sulle acque all’alba della creazione e che, nella pienezza dei tempi, rialzò Gesù dalla morte. E’ il potere che conduce noi e il nostro mondo verso l’avvento del Regno di Dio. Nel Vangelo di oggi, Gesù annuncia che è iniziata una nuova era, nella quale lo Spirito Santo sarà effuso sull’umanità intera (cfr Lc 4,21).

Egli stesso, concepito per opera dello Spirito Santo e nato dalla Vergine Maria, è venuto tra noi per portarci questo Spirito. Come sorgente della nostra nuova vita in Cristo, lo Spirito Santo è anche, in un modo molto vero, l’anima della Chiesa, l’amore che ci lega al Signore e tra di noi e la luce che apre i nostri occhi per vedere le meraviglie della grazia di Dio intorno a noi.

Qui in Australia, questa "grande terra meridionale dello Spirito Santo", noi tutti abbiamo avuto un’indimenticabile esperienza della presenza e della potenza dello Spirito nella bellezza della natura. I nostri occhi sono stati aperti per vedere il mondo attorno a noi come veramente è: "ricolmo", come dice il poeta "della grandezza di Dio", ripieno della gloria del suo amore creativo. Anche qui, in questa grande assemblea di giovani cristiani provenienti da tutto il mondo, abbiamo avuto una vivida esperienza della presenza e della forza dello Spirito nella vita della Chiesa. Abbiamo visto la Chiesa per quello che veramente è: Corpo di Cristo, vivente comunità d’amore, comprendente gente di ogni razza, nazione e lingua, di ogni tempo e luogo, nell’unità nata dalla nostra fede nel Signore risorto.

La forza dello Spirito non cessa mai di riempire di vita la Chiesa! Attraverso la grazia dei Sacramenti della Chiesa, questa forza fluisce anche nel nostro intimo, come un fiume sotterraneo che nutre lo spirito e ci attira sempre più vicino alla fonte della nostra vera vita, che è Cristo. Sant’Ignazio di Antiochia, che morì martire a Roma all’inizio del secondo secolo, ci ha lasciato una splendida descrizione della forza dello Spirito che dimora dentro di noi. Egli ha parlato dello Spirito come di una fontana di acqua viva che zampilla nel suo cuore e sussurra: "Vieni, vieni al Padre!" (cfr Ai Romani, 6,1-9).

Tuttavia questa forza, la grazia dello Spirito, non è qualcosa che possiamo meritare o conquistare; possiamo solamente riceverla come puro dono. L’amore di Dio può effondere la sua forza solo quando gli permettiamo di cambiarci dal di dentro.

Noi dobbiamo permettergli di penetrare nella dura crosta della nostra indifferenza, della nostra stanchezza spirituale, del nostro cieco conformismo allo spirito di questo nostro tempo. Solo allora possiamo permettergli di accendere la nostra immaginazione e plasmare i nostri desideri più profondi. Ecco perché la preghiera è così importante: la preghiera quotidiana, quella privata nella quiete dei nostri cuori e davanti al Santissimo Sacramento e la preghiera liturgica nel cuore della Chiesa.

Essa è pura ricettività della grazia di Dio, amore in azione, comunione con lo Spirito che dimora in noi e ci conduce, attraverso Gesù, nella Chiesa, al nostro Padre celeste. Nella potenza del suo Spirito, Gesù è sempre presente nei nostri cuori, aspettando quietamente che ci disponiamo nel silenzio accanto a Lui per sentire la sua voce, restare nel suo amore e ricevere la "forza che proviene dall’alto", una forza che ci abilita ad essere sale e luce per il nostro mondo.

Nella sua Ascensione, il Signore risorto disse ai suoi discepoli: "Sarete miei testimoni... fino ai confini del mondo" (At 1,8). Qui, in Australia, ringraziamo il Signore per il dono della fede, che è giunto fino a noi come un tesoro trasmesso di generazione in generazione nella comunione della Chiesa. Qui, in Oceania, ringraziamo in modo speciale tutti quegli eroici missionari, sacerdoti e religiosi impegnati, genitori e nonni cristiani, maestri e catechisti che hanno edificato la Chiesa in queste terre. Testimoni come la Beata Mary MacKillop, San Peter Chanel, il Beato Peter To Rot e molti altri! La forza dello Spirito, rivelata nelle loro vite, è ancora all’opera nelle iniziative di bene che hanno lasciato, nella società che hanno plasmato e che ora è consegnata a voi.

Cari giovani, permettetemi di farvi ora una domanda. Che cosa lascerete voi alla prossima generazione? State voi costruendo le vostre esistenze su fondamenta solide, state costruendo qualcosa che durerà? State vivendo le vostre vite in modo da fare spazio allo Spirito in mezzo ad un mondo che vuole dimenticare Dio, o addirittura rigettarlo in nome di un falso concetto di libertà? Come state usando i doni che vi sono stati dati, la "forza" che lo Spirito Santo è anche ora pronto a effondere su di voi? Che eredità lascerete ai giovani che verranno? Quale differenza voi farete?

La forza dello Spirito Santo non ci illumina soltanto né solo ci consola. Ci indirizza anche verso il futuro, verso l’avvento del Regno di Dio. Che magnifica visione di una umanità redenta e rinnovata noi scorgiamo nella nuova era promessa dal Vangelo odierno! San Luca ci dice che Gesù Cristo è il compimento di tutte le promesse di Dio, il Messia che possiede in pienezza lo Spirito Santo per comunicarlo all’intera umanità. L’effusione dello Spirito di Cristo sull’umanità è un pegno di speranza e di liberazione contro tutto quello che ci impoverisce. Tale effusione dona nuova vista al cieco, manda liberi gli oppressi, e crea unità nella e con la diversità ( cfr Lc 4,18-19; Is 61,1-2). Questa forza può creare un mondo nuovo: può "rinnovare la faccia della terra" (cfr Sal 104, 30)!

Rafforzata dallo Spirito e attingendo ad una ricca visione di fede, una nuova generazione di cristiani è chiamata a contribuire all’edificazione di un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta. Una nuova era in cui l’amore non sia avido ed egoista, ma puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso della loro dignità, un amore che promuova il loro bene e irradi gioia e bellezza. Una nuova era nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dall’egoismo che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani. Cari giovani amici, il Signore vi sta chiedendo di essere profeti di questa nuova era, messaggeri del suo amore, capaci di attrarre la gente verso il Padre e di costruire un futuro di speranza per tutta l’umanità.

Il mondo ha bisogno di questo rinnovamento! In molte nostre società, accanto alla prosperità materiale, si sta allargando il deserto spirituale: un vuoto interiore, una paura indefinibile, un nascosto senso di disperazione. Quanti dei nostri contemporanei si sono scavati cisterne screpolate e vuote (cfr Ger 2,13) in una disperata ricerca di significato, di quell’ultimo significato che solo l’amore può dare? Questo è il grande e liberante dono che il Vangelo porta con sé: esso rivela la nostra dignità di uomini e donne creati ad immagine e somiglianza di Dio. Rivela la sublime chiamata dell’umanità, che è quella di trovare la propria pienezza nell’amore. Esso dischiude la verità sull’uomo, la verità sulla vita.

Anche la Chiesa ha bisogno di questo rinnovamento! Ha bisogno della vostra fede, del vostro idealismo e della vostra generosità, così da poter essere sempre giovane nello Spirito (cfr Lumen gentium, 4). Nella seconda Lettura di oggi, l’apostolo Paolo ci ricorda che ogni singolo Cristiano ha ricevuto un dono che deve essere usato per edificare il Corpo di Cristo. La Chiesa ha specialmente bisogno del dono dei giovani, di tutti i giovani. Essa ha bisogno di crescere nella forza dello Spirito che anche adesso dona gioia a voi giovani e vi ispira a servire il Signore con allegrezza. Aprite il vostro cuore a questa forza! Rivolgo questo appello in modo speciale a coloro che il Signore chiama alla vita sacerdotale e consacrata. Non abbiate paura di dire il vostro "sì" a Gesù, di trovare la vostra gioia nel fare la sua volontà, donandovi completamente per arrivare alla santità e facendo uso dei vostri talenti a servizio degli altri!

Fra poco celebreremo il sacramento della Confermazione. Lo Spirito Santo discenderà sui candidati; essi saranno "segnati" con il dono dello Spirito e inviati ad essere testimoni di Cristo. Che cosa significa ricevere il "sigillo" dello Spirito Santo? Significa essere indelebilmente segnati, inalterabilmente cambiati, significa essere nuove creature. Per coloro che hanno ricevuto questo dono, nulla può mai più essere lo stesso! Essere "battezzati" nello Spirito significa essere incendiati dall’amore di Dio. Essersi "abbeverati" allo Spirito (cfr 1 Cor 12,13) significa essere rinfrescati dalla bellezza del piano di Dio per noi e per il mondo, e divenire a nostra volta una fonte di freschezza per gli altri. Essere "sigillati con lo Spirito" significa inoltre non avere paura di difendere Cristo, lasciando che la verità del Vangelo permei il nostro modo di vedere, pensare ed agire, mentre lavoriamo per il trionfo della civiltà dell’amore.

Nell’elevare la nostra preghiera per i confermandi, preghiamo anche perché la forza dello Spirito Santo ravvivi la grazia della Confermazione in ciascuno di noi. Voglia lo Spirito riversare i suoi doni in abbondanza su tutti i presenti, sulla città di Sydney, su questa terra di Australia e su tutto il suo popolo. Che ciascuno di noi sia rinnovato nello spirito di sapienza e d’intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà, spirito di santo timore di Dio!

Attraverso l’amorevole intercessione di Maria, Madre della Chiesa, possa questa XXIII Giornata Mondiale della Gioventù essere vissuta come un nuovo Cenacolo, così che tutti noi, ardenti del fuoco dell’amore dello Spirito Santo, possiamo continuare a proclamare il Signore risorto e attrarre ogni cuore a lui. Amen!

* * *

Saluto di cuore i giovani di lingua italiana, ed estendo il mio affettuoso pensiero a quanti sono originari dell’Italia e vivono in Australia. Al termine di questa straordinaria esperienza di Chiesa, che ci ha fatto vivere una rinnovata Pentecoste, tornate a casa rinvigoriti dalla forza dello Spirito Santo. Siate testimoni di Cristo risorto, speranza dei giovani e dell’intera famiglia umana!

[Chers jeunes francophones, l’Esprit Saint est la source du message de Jésus-Christ et de son action salvifique. Il parle au cœur de chacun le langage qu’il comprend. La diversité des dons de l’Esprit vous fait comprendre la richesse de grâces qui est en Dieu. Puissiez-vous vous ouvrir à son souffle ! Puissiez-vous permettre son action en vous et autour de vous ! Vous vivrez ainsi en Dieu et vous témoignerez que le Christ est le Sauveur que le monde espère.

Auch euch, liebe junge Freunde deutscher Sprache, gilt mein herzlicher Gruß. Der Heilige Geist ist ein Geist der Gemeinschaft und wirkt Verständigung und Kommunikation. Sprecht mit anderen über eure Hoffnungen und Ideale, und sprecht von Gott und mit Gott! Glücklich ist der Mensch, der in der Liebe Gottes und in der Liebe zum Nächsten lebt. Gottes Geist führe euch auf Wegen des Friedens!

Queridos jóvenes, en Cristo se cumplen todas las promesas de salvación verdadera para la humanidad. Él tiene para cada uno de vosotros un proyecto de amor en el que se encuentra el sentido y la plenitud de la vida, y espera de todos vosotros que hagáis fructificar los dones que os ha dado, siendo sus testigos de palabra y con el propio ejemplo. No lo defraudéis.

Amados jovens de língua portuguesa, queridos amigos em Cristo! Sabeis que Jesus não vos quer sozinhos; disse Ele: «Eu rogarei ao Pai e Ele vos dará outro Consolador para estar convosco para sempre, o Espírito da verdade (…) que vós conheceis, porque habita convosco e está em vós» (Jo 14, 16-17). É verdade! Sobre vós desceu uma língua de fogo do Pentecostes: é a vossa marca de cristãos. Mas não foi para a guardardes só para vós, porque «a manifestação do Espírito é dada a cada um para proveito comum» (1 Cor 12, 7). Levai este Fogo santo a todos os cantos da terra. Nada e ninguém O poderá apagar, porque desceu do céu. Tal é a vossa força, caros jovens amigos! Por isso, vivei do Espírito e para o Espírito!]

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Il saluto del cardinale Stanislaw Rylko

Un'irruzione dello Spirito Santo

Pubblichiamo il saluto del cardinale Rilko al termine della messa di domenica 20 luglio.

Beatissimo Padre,

la XXIII Giornata mondiale della gioventù volge al termine. Dinanzi a lei, i giovani pellegrini arrivati da tutti gli angoli della terra per prendervi parte. Essi sono l'icona affascinante di una Chiesa giovane, piena di speranza, di gioia della fede e di coraggio missionario. Hanno dovuto affrontare non poche difficoltà e la fatica di un lungo viaggio per poter rivivere qui, a Sydney, radunati attorno al Successore di Pietro, il mistero della Pentecoste. Grande metropoli moderna, in questi giorni Sydney si è tramutata in un immenso cenacolo all'aperto, luogo di una rinnovata Pentecoste. Le sue strade e le sue piazze sono state invase da giovani cattolici di svariate nazionalità e razze, che in tante lingue e modi diversi hanno annunciato Gesù Cristo, unico Salvatore dell'umanità. Essi hanno testimoniato che essere discepoli di Cristo vale la pena, che essere cristiani è bello! Sono stati giorni in cui abbiamo assistito a una nuova irruzione dello Spirito Santo. Ne abbiamo avvertito il soffio e la potenza in mezzo a noi. Per ciascuno di noi è stato un tempo indimenticabile, tutto scandito dalla grande preghiera: "Vieni Spirito Santo!".
Dopo la Pentecoste, dal cenacolo di Gerusalemme gli apostoli uscirono diversi, trasformati. Era nata la Chiesa missionaria! Era iniziata quella potente "rivoluzione dello Spirito" che è l'unica forza capace di cambiare davvero il cuore dell'uomo e, dunque, la storia e la faccia della terra! Siamo convinti che pure i giovani della XXIII Giornata mondiale della gioventù torneranno a casa diversi, a conferma delle parole di Cristo: "Avrete forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni" (Atti 1, 8). Come diversa è la Chiesa in Australia che così generosamente ha aperto le porte a questo evento straordinario! Grazie alla testimonianza di fede di tanti suoi giovani figli e figlie - sui quali sa di poter contare - essa può guardare al futuro con maggiore fiducia. E diversa è l'Australia, questa terra di straordinaria bellezza, oggi sicuramente più ricca della "grande speranza" che ci ha portato Gesù Cristo morto e risorto per noi.
Santità, nel momento in cui questa XXIII Giornata mondiale della gioventù si chiude desidero porgerle, a nome di tutti, sensi di filiale e profonda gratitudine. Grazie di aver intrapreso - anch'ella - questo viaggio lungo e faticoso per essere qui con noi. La sua paterna presenza ci è di grande incoraggiamento perché è segno eloquente dell'amore della Chiesa per le giovani generazioni. Nella sua persona si manifesta una Chiesa amica dei giovani: una Chiesa che li ascolta, che li cerca, che li accompagna e che li ammaestra. Grazie soprattutto delle parole che ha voluto rivolgere a questi giovani. Parole che li hanno tocca- ti nell'intimo del cuore e che sono una bussola sicura per il loro cammino.
Beatissimo Padre, è giunto il momento culminante di questa XXIII Giornata mondiale: l'invio missionario, che nell'anno dedicato a san Paolo, l'Apostolo delle genti, assume una valenza tutta particolare. Ricordandone il possente ardore missionario - "Guai a me se non predicassi il Vangelo!..." (1 Corinti 9, 16) - questi giovani vogliono ripartire da Sydney per i loro Paesi e ambienti di vita come giovani missionari di Cristo e del suo vangelo. Essi sanno bene che, come ella ci insegna, "non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l'amicizia con Lui. [Cristo] non toglie nulla e dona tutto" (24 aprile 2005). Benedica, Santità, questo popolo di giovani missionari forti dei doni dello Spirito Santo e pronti ad arrivare "fino ai confini della terra"! Grazie Padre Santo!

(©L'Osservatore Romano - 21-22 luglio 2008)

sabato 19 luglio 2008

Il Papa ai giovani:"La vita non è semplicemente accumulare, ed è ben più che avere successo. Essere veramente vivi è essere trasformati dal di dentro"


VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA XXIII GMG (12-21 LUGLIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE A SYDNEY

DISCORSO DEL PAPA AI GIOVANI: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

VEGLIA CON I GIOVANI DELLA XXIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ, NELL’IPPODROMO DI RANDWICK

Questo pomeriggio il Papa lascia la Cathedral House di Sydney e si reca all’Ippodromo di Randwick per la Veglia di preghiera con i giovani sul tema della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1,8).
Lungo il tragitto il Santo Padre compie una sosta alla Mount St Joseph's Home a Randwick, una casa di riposo gestita dalle "Little Sisters of the Poor", dove saluta l’Em.mo Card. Edward Bede Clancy, Arcivescovo emerito di Sydney, con altri anziani Vescovi e sacerdoti ivi ospitati, e la Sig.na Rosemary Goldie, già Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, prima donna a ricoprire un alto incarico nel dicasteri della Santa Sede.
Alle 19 il Papa giunge a Ranwick e da inizio alla veglia, con l’Ippodromo al buio. Il Santo Padre fa il suo ingresso accompagnato da 12 pellegrini. Quindi una donna indigena accende le lampade dei 12 pellegrini che a loro volta accendono quelle dell’Assemblea e quelle dei Vescovi.
Nel corso della celebrazione, dopo le testimonianze di sette giovani che invocano lo Spirito Santo per l’intercessione dei Patroni della GMG, il Papa rivolge la sua parola ai pellegrini. Al termine, vengono presentati i 24 candidati al Sacramento della Confermazione che sarà amministrato domani, quindi il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, Em.mo Card. Stanisław Ryłko, pronuncia il saluto conclusivo.
La Veglia dei giovani continua tutta la notte con l’Adorazione Eucaristica che si alterna con momenti di silenzio e meditazione in preparazione alla Santa Messa che il Papa celebrerà domani nell’Ippodromo, a chiusura della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù.
Riportiamo di seguito il discorso che il Santo Padre Benedetto XVI rivolge ai giovani durante la Veglia e i saluti finali in varie lingue:


DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Carissimi giovani,

ancora una volta, questa sera, abbiamo udito la grande promessa di Cristo – "avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi" – ed abbiamo ascoltato il suo comando – "mi sarete testimoni… fino agli estremi confini della terra" (At 1,8). Furono proprio queste le ultime parole che Gesù pronunciò prima della sua ascensione al cielo. Cosa abbiano provato gli Apostoli nell’udirle possiamo soltanto immaginarlo. Ma sappiamo che il loro profondo amore per Gesù e la loro fiducia nella sua parola li spinse a radunarsi e ad attendere; non ad attendere senza scopo, ma insieme, uniti nella preghiera, con le donne e con Maria nella sala superiore (cfr At 1,14). Questa sera noi facciamo lo stesso.

Radunati davanti alla nostra Croce che ha tanto viaggiato e all’icona di Maria, sotto lo splendore celeste della costellazione della Croce del Sud, noi preghiamo. Questa sera, io prego per voi e per i giovani di ogni parte del mondo. Lasciatevi ispirare dall’esempio dei vostri Patroni! Accogliete nel vostro cuore e nella vostra mente i sette doni dello Spirito Santo! Riconoscete e credete nella potenza dello Spirito Santo nella vostra vita!

L'altro giorno abbiamo parlato dell’unità e dell’armonia della creazione di Dio e del nostro posto in essa. Abbiamo ricordato come, mediante il grande dono del Battesimo, noi, che siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio, siamo rinati, siamo divenuti figli adottivi di Dio, nuove creature. Ed è perciò come figli della luce di Cristo – simboleggiata dalle candele accese che ora tenete in mano – che diamo testimonianza nel nostro mondo allo splendore che nessuna tenebra può vincere (cfr Gv 1,5).

Questa sera fissiamo la nostra attenzione sul "come" diventare testimoni. Abbiamo bisogno di conoscere la persona dello Spirito Santo e la sua presenza vivificante nella nostra vita. Non è cosa facile! In effetti, la varietà di immagini che troviamo nella Scrittura a riguardo dello Spirito – vento, fuoco, soffio – sono un segno della nostra difficoltà ad esprimere su di lui una nostra comprensione articolata. E tuttavia sappiamo che è lo Spirito Santo che, benché silenzioso e invisibile, offre direzione e definizione alla nostra testimonianza su Gesù Cristo.

Voi già sapete che la nostra testimonianza cristiana è offerta ad un mondo che per molti aspetti è fragile. L’unità della creazione di Dio è indebolita da ferite che vanno in profondità, quando le relazioni sociali si rompono o quando lo spirito umano è quasi completamente schiacciato mediante lo sfruttamento e l’abuso delle persone. Di fatto, la società contemporanea subisce un processo di frammentazione a causa di un modo di pensare che è per natura sua di corta visione, perché trascura l’intero orizzonte della verità – della verità riguardo a Dio e riguardo a noi. Per sua natura il relativismo non riesce a vedere l’intero quadro. Ignora quegli stessi principi che ci rendono capaci di vivere e di crescere nell’unità, nell’ordine e nell’armonia.

Qual è la nostra risposta, come testimoni cristiani, a un mondo diviso e frammentato? Come possiamo offrire la speranza di pace, di guarigione e di armonia a quelle "stazioni" di conflitto, di sofferenza e di tensione attraverso le quali voi avete scelto di passare con questa Croce della Giornata Mondiale della Gioventù? L’unità e la riconciliazione non possono essere raggiunte mediante i nostri sforzi soltanto. Dio ci ha fatto l’uno per l’altro (cfr Gn 2,24) e soltanto in Dio e nella sua Chiesa possiamo trovare quell’unità che cerchiamo.

Eppure, a fronte delle imperfezioni e delle delusioni sia individuali che istituzionali, noi siamo tentati a volte di costruire artificialmente una comunità "perfetta". Non si tratta di una tentazione nuova. La storia della Chiesa contiene molti esempi di tentativi di aggirare o scavalcare le debolezze ed i fallimenti umani per creare un’unità perfetta, un’utopia spirituale.

Tali tentativi di costruire l’unità in realtà la minano! Separare lo Spirito Santo dal Cristo presente nella struttura istituzionale della Chiesa comprometterebbe l’unità della comunità cristiana, che è precisamente il dono dello Spirito! Ciò tradirebbe la natura della Chiesa quale Tempio vivo dello Spirito Santo (cfr 1 Cor 3,16). E’ lo Spirito infatti che guida la Chiesa sulla via della piena verità e la unifica nella comunione e nelle opere del ministero (cfr Lumen gentium, 4). Purtroppo la tentazione di "andare avanti da soli" persiste. Alcuni parlano della loro comunità locale come di un qualcosa di separato dalla cosiddetta Chiesa istituzionale, descrivendo la prima come flessibile ed aperta allo Spirito, e la seconda come rigida e priva dello Spirito.

L’unità appartiene all’essenza della Chiesa (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 813); è un dono che dobbiamo riconoscere e aver caro. Questa sera preghiamo per il nostro proposito di coltivare l’unità: di contribuire ad essa! di resistere ad ogni tentazione di andarcene via! Poiché è esattamente l’ampiezza, la vasta visione della nostra fede – solida ed insieme aperta, consistente e insieme dinamica, vera e tuttavia sempre protesa ad una conoscenza più profonda – che possiamo offrire al nostro mondo.

Cari giovani, non è forse a causa della vostra fede che amici in difficoltà o alla ricerca di senso nella loro vita si sono rivolti a voi? Siate vigilanti! Sappiate ascoltare! Attraverso le dissonanze e le divisioni del mondo, potete voi udire la voce concorde dell’umanità? Dal bimbo derelitto di un campo nel Darfur ad un adolescente turbato, ad un genitore in ansia in una qualsiasi periferia, o forse proprio ora dalle profondità del vostro cuore, emerge il medesimo grido umano che anela ad un riconoscimento, ad un’appartenenza, all’unità. Chi soddisfa questo desiderio umano essenziale ad essere uno, ad essere immerso nella comunione, ad essere edificato, ad essere guidato alla verità? Lo Spirito Santo! Questo è il suo ruolo: portare a compimento l’opera di Cristo. Arricchiti dei doni dello Spirito, voi avrete la forza di andare oltre le visioni parziali, la vuota utopia, la precarietà fugace, per offrire la coerenza e la certezza della testimonianza cristiana!

Amici, quando recitiamo il Credo affermiamo: "Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita". Lo "Spirito creatore" è la potenza di Dio che dà la vita a tutta la creazione ed è la fonte di vita nuova e abbondante in Cristo. Lo Spirito mantiene la Chiesa unita al suo Signore e fedele alla Tradizione apostolica. Egli è l’ispiratore delle Sacre Scritture e guida il Popolo di Dio alla pienezza della verità (cfr Gv 16,13).

In tutti questi modi lo Spirito è il "datore di vita", che ci conduce al cuore stesso di Dio. Così, quanto più consentiamo allo Spirito di dirigerci, tanto maggiore sarà la nostra configurazione a Cristo e tanto più profonda la nostra immersione nella vita del Dio uno e trino.

Questa partecipazione alla natura stessa di Dio (cfr 2 Pt,1,4) avviene, nello svolgersi dei quotidiani eventi della vita, in cui Egli è sempre presente (cfr Bar 3,38). Vi sono momenti, tuttavia, nei quali possiamo essere tentati di ricercare un certo appagamento fuori di Dio. Gesù stesso chiese ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?" (Gv 6,67). Un tale allontanamento magari offre l’illusione della libertà. Ma dove ci porta? Da chi possiamo noi andare? Nei nostri cuori, infatti, sappiamo che solo il Signore ha "parole di vita eterna" (Gv 6,67-69). L’allontanamento da lui è solo un futile tentativo di fuggire da noi stessi (cfr S. Agostino, Confessioni VIII,7). Dio è con noi nella realtà della vita e non nella fantasia! Affrontare la realtà, non sfuggirla: è questo ciò che noi cerchiamo! Perciò lo Spirito Santo con delicatezza, ma anche con risolutezza ci attira a ciò che è reale, a ciò che è durevole, a ciò che è vero. E’ lo Spirito che ci riporta alla comunione con la Trinità Santissima!

Lo Spirito Santo è stato in vari modi la Persona dimenticata della Santissima Trinità. Una chiara comprensione di lui sembra quasi fuori della nostra portata. E tuttavia quando ero ancora ragazzino, i miei genitori, come i vostri, mi insegnarono il segno della Croce e così giunsi presto a capire che c’è un Dio in tre Persone, e che la Trinità è al centro della fede e della vita cristiana. Quando crebbi in modo da avere una certa comprensione di Dio Padre e di Dio Figlio - i nomi significavano già parecchio - la mia comprensione della terza Persona della Trinità rimaneva molto carente. Perciò, da giovane sacerdote incaricato di insegnare teologia, decisi di studiare i testimoni eminenti dello Spirito nella storia della Chiesa.

Fu in questo itinerario che mi ritrovai a leggere, tra gli altri, il grande sant’Agostino.

La sua comprensione dello Spirito Santo si sviluppò in modo graduale; fu una lotta. Da giovane aveva seguito il Manicheismo – uno di quei tentativi che ho menzionato prima, di creare un’utopia spirituale separando le cose dello spirito da quelle della carne. Di conseguenza, all’inizio egli era sospettoso di fronte all’insegnamento cristiano sull’incarnazione di Dio.

E tuttavia la sua esperienza dell’amore di Dio presente nella Chiesa lo portò a cercarne la fonte nella vita del Dio uno e trino. Questo lo portò a tre particolari intuizioni sullo Spirito Santo come vincolo di unità all’interno della Santissima Trinità: unità come comunione, unità come amore durevole, unità come donante e dono. Queste tre intuizioni non sono soltanto teoriche. Esse aiutano a spiegare come opera lo Spirito. In un mondo in cui sia gli individui sia le comunità spesso soffrono dell’assenza di unità e di coesione, tali intuizioni ci aiutano a rimanere sintonizzati con lo Spirito e ad estendere e chiarire l’ambito della nostra testimonianza.

Perciò con l’aiuto di sant’Agostino, cerchiamo di illustrare qualcosa dell’opera dello Spirito Santo. Egli annota che le due parole "Spirito" e "Santo" si riferiscono a ciò che appartiene alla natura divina; in altre parole, a ciò che è condiviso dal Padre e dal Figlio, alla loro comunione.

Per cui, se la caratteristica propria dello Spirito è di essere ciò che è condiviso dal Padre e dal Figlio, Agostino ne conclude che la qualità peculiare dello Spirito è l’unità. Un’unità di comunione vissuta: un’unità di persone in relazione vicendevole di costante dono; il Padre e il Figlio che si donano l’uno all’altro.

Cominciamo così ad intravedere, penso, quanto illuminante sia tale comprensione dello Spirito Santo come unità, come comunione. Una vera unità non può mai essere fondata su relazioni che neghino l’uguale dignità delle altre persone. E neppure l’unità è semplicemente la somma totale dei gruppi mediante i quali noi a volte cerchiamo di "definire" noi stessi. Di fatto, solo nella vita di comunione l’unità si sostiene e l’identità umana si realizza appieno: riconosciamo il comune bisogno di Dio, rispondiamo all’unificante presenza dello Spirito Santo e ci doniamo vicendevolmente nel servizio degli uni agli altri.

La seconda intuizione di Agostino – cioè, lo Spirito Santo come amore che permane – discende dallo studio che egli fece della Prima Lettera di san Giovanni, là dove l’autore ci dice che "Dio è amore" (1 Gv 4,16). Agostino suggerisce che queste parole, pur riferendosi alla Trinità nel suo insieme, debbono intendersi anche come espressive di una caratteristica particolare dello Spirito Santo. Riflettendo sulla natura permanente dell’amore – "chi resta nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui" (ibid.) – Agostino si chiede: è l’amore o lo Spirito che garantisce il dono durevole? E questa è la conclusione alla quale egli arriva: "Lo Spirito Santo fa dimorare noi in Dio e Dio in noi; ma è l’amore che causa ciò. Lo Spirito pertanto è Dio come amore!" (De Trinitate 15,17,31). È una magnifica spiegazione: Dio condivide se stesso come amore nello Spirito Santo. Che cosa d’altro possiamo sapere sulla base di questa intuizione? L’amore è il segno della presenza dello Spirito Santo! Le idee o le parole che mancano di amore – anche se appaiono sofisticate o sagaci – non possono essere "dello Spirito". Di più: l’amore ha un tratto particolare; lungi dall’essere indulgente o volubile, ha un compito o un fine da adempiere: quello di permanere. Per sua natura l’amore è durevole. Ancora una volta, cari amici, possiamo gettare un ulteriore colpo d’occhio su quanto lo Spirito Santo offre al mondo: amore che dissolve l’incertezza; amore che supera la paura del tradimento; amore che porta in sé l’eternità; il vero amore che ci introduce in una unità che permane!

La terza intuizione – lo Spirito Santo come dono - Agostino la deduce dalla riflessione su un passo evangelico che tutti conosciamo ed amiamo: il colloquio di Cristo con la samaritana presso il pozzo. Qui Gesù si rivela come il datore dell’acqua viva (cfr Gv 4,10), che viene poi qualificata come lo Spirito (cfr Gv 7,39; 1 Cor 12,13). Lo Spirito è "il dono di Dio" (Gv 4,10) – la sorgente interiore (cfr Gv 4,14) – che soddisfa davvero la nostra sete più profonda e ci conduce al Padre. Da tale osservazione Agostino conclude che il Dio che si concede a noi come dono è lo Spirito Santo (cfr De Trinitate, 15,18,32). Amici, ancora una volta gettiamo uno sguardo sulla Trinità all’opera: lo Spirito Santo è Dio che eternamente si dona; al pari di una sorgente perenne, egli offre niente di meno che se stesso. Osservando questo dono incessante, giungiamo a vedere i limiti di tutto ciò che perisce, la follia di una mentalità consumistica. In particolare, cominciamo a comprendere perché la ricerca di novità ci lascia insoddisfatti e desiderosi di qualcos’altro. Non stiamo noi forse ricercando un dono eterno? La sorgente che mai si esaurirà? Con la samaritana esclamiamo: Dammi di quest’acqua, così che non abbia più sete (cfr Gv 4,15)!

Carissimi giovani, abbiamo visto che è lo Spirito Santo a realizzare la meravigliosa comunione dei credenti in Cristo Gesù. Fedele alla sua natura di datore e insieme di dono, egli è ora all’opera mediante voi. Ispirati dalle intuizioni di sant’Agostino, fate sì che l’amore unificante sia la vostra misura; l’amore durevole sia la vostra sfida; l’amore che si dona la vostra missione!

Domani quello stesso dono dello Spirito verrà solennemente conferito ai nostri candidati alla Cresima. Io pregherò: "Dona loro lo spirito di sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà e riempili dello spirito del tuo santo timore". Questi doni dello Spirito – ciascuno dei quali, come ci ricorda san Francesco di Sales, è un modo per partecipare all’unico amore di Dio – non sono né un premio né un riconoscimento. Sono semplicemente donati (cfr 1 Cor 12,11). Ed essi esigono da parte del ricevente soltanto una risposta: "Accetto"! Percepiamo qui qualcosa del mistero profondo che è l’essere cristiani. Ciò che costituisce la nostra fede non è in primo luogo ciò che facciamo, ma ciò che riceviamo. Dopo tutto, molte persone generose che non sono cristiane possono realizzare ben di più di ciò che facciamo noi. Amici, accettate di essere introdotti nella vita trinitaria di Dio? Accettate di essere introdotti nella sua comunione d’amore?

I doni dello Spirito che operano in noi imprimono la direzione e danno la definizione della nostra testimonianza. Orientati per loro natura all’unità, i doni dello Spirito ci vincolano ancor più strettamente all’insieme del Corpo di Cristo (cfr Lumen gentium, 11), mettendoci meglio in grado di edificare la Chiesa, per servire così il mondo (cfr Ef 4,13). Ci chiamano ad un’attiva e gioiosa partecipazione alla vita della Chiesa: nelle parrocchie e nei movimenti ecclesiali, nelle lezioni di religione a scuola, nelle cappellanie universitarie e nelle altre organizzazioni cattoliche.

Sì, la Chiesa deve crescere nell’unità, deve rafforzarsi nella santità, ringiovanirsi, e costantemente rinnovarsi (cfr Lumen gentium, 4). Ma secondo quali criteri? Quelli dello Spirito Santo! Volgetevi a lui, cari giovani, e scoprirete il vero senso del rinnovamento.

Questa sera, radunati sotto la bellezza di questo cielo notturno, i nostri cuori e le nostre menti sono ripiene di gratitudine verso Dio per il grande dono della nostra fede nella Trinità. Ricordiamo i nostri genitori e nonni, che hanno camminato al nostro fianco quando, mentre eravamo bambini, hanno sostenuto i primi passi del nostro cammino di fede. Ora, dopo molti anni, vi siete raccolti come giovani adulti intorno al Successore di Pietro. Sono ricolmo di profonda gioia nell’essere con voi.

Invochiamo lo Spirito Santo: è lui l’artefice delle opere di Dio (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 741). Lasciate che i suoi doni vi plasmino! Come la Chiesa compie lo stesso viaggio con l’intera umanità, così anche voi siete chiamati ad esercitare i doni dello Spirito tra gli alti e i bassi della vita quotidiana. Fate sì che la vostra fede maturi attraverso i vostri studi, il lavoro, lo sport, la musica, l’arte. Fate in modo che sia sostenuta mediante la preghiera e nutrita mediante i Sacramenti, per essere così sorgente di ispirazione e di aiuto per quanti sono intorno a voi.

Alla fine, la vita non è semplicemente accumulare, ed è ben più che avere successo. Essere veramente vivi è essere trasformati dal di dentro, essere aperti alla forza dell’amore di Dio. Accogliendo la potenza dello Spirito Santo, anche voi potete trasformare le vostre famiglie, le comunità, le nazioni. Liberate questi doni! Fate sì che sapienza, intelletto, fortezza, scienza e pietà siano i segni della vostra grandezza!

* * *

Cari giovani italiani! Un saluto speciale a tutti voi! Custodite la fiamma che lo Spirito Santo ha acceso nei vostri cuori, perché non abbia a spegnersi, ma anzi arda sempre più e diffonda luce e calore a chi incontrerete sulla vostra strada, specialmente a quanti hanno smarrito la fede e la speranza. La Vergine Maria vegli su di voi in questa notte ed ogni giorno della vostra vita.

[Chers jeunes de langue française, vous êtes venus prier ce soir l’Esprit-Saint. Sa présence silencieuse en votre cœur vous fera comprendre peu à peu le dessein de Dieu sur vous. Puisse-t-Il vous accompagner dans votre vie quotidienne et vous conduire vers une meilleure connaissance de Dieu et de votre prochain! C’est Lui qui du plus profond de votre être vous pousse vers l’unique Vérité divine et vous fait vivre authentiquement en frères.

Einen frohen Gruß richte ich an euch, liebe junge Christen aus den Ländern deutscher Sprache. Der Heilige Geist, der Botschafter der göttlichen Liebe, will in euren Herzen wohnen. Gebt ihm Raum in euch im Hören auf Gottes Wort, im Gebet und in eurer Solidarität mit den Armen und Leidenden. Bringt den Geist des Friedens und der Versöhnung zu den Menschen. Gott, von dem alles Gute kommt, vollende jedes gute Werk, das ihr zu seiner Ehre tut.

Queridos amigos, el Espíritu Santo dirige nuestros pasos para seguir a Jesucristo en el mundo de hoy, que espera de los cristianos una palabra de aliento y un testimonio de vida que inviten a mirar confiadamente hacia el futuro. Os encomiendo en mis plegarias, para que respondáis generosamente a lo que el Señor os pide y a lo que todos los hombres anhelan. Que Dios os bendiga.

Meus queridos amigos, recebei o Espírito Santo, para serdes Igreja! Igreja quer dizer todos nós unidos como um corpo que recebe o seu influxo vital de Jesus ressuscitado. Este dom é maior que os nossos corações, porque brota das entranhas da Santíssima Trindade. Fruto e condição: sentir-se parte uns dos outros, viver em comunhão. Para isso, jovens caríssimos, acolhei dentro de vós a força de vida que há em Jesus. Deixai-O entrar no vosso coração. Deixai-vos plasmar pelo Espírito Santo.]

Ed ora, mentre ci disponiamo all’adorazione del Santissimo Sacramento, nel silenzio e nell’attesa ripeto a voi le parole pronunciate dalla beata Mary MacKillop quando aveva giusto ventisei anni: "Credi a ciò che Dio sussurra al tuo cuore!". Credete in lui! Credete alla potenza dello Spirito dell’amore!

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"Gli abusi sessuali sui minori da parte dei preti sono misfatti che devono essere condannati in modo inequivocabile. Sono profondamente dispiaciuto"


VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA XXIII GMG (12-21 LUGLIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE A SYDNEY

CHIESA E PEDOFILIA: LA TOLLERANZA ZERO DI PAPA BENEDETTO XVI: I VIAGGI NEGLI USA ED IN AUSTRALIA ED I SINGOLI PROVVEDIMENTI

OMELIA DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

SANTA MESSA CON I VESCOVI AUSTRALIANI, PER I SEMINARISTI, I NOVIZI E LE NOVIZIE NELLA ST. MARY’S CATHEDRAL DI SYDNEY

Questa mattina, alle ore 9.30, il Papa celebra con i Vescovi australiani la Santa Messa nella St. Mary’s Cathedral di Sydney, alla presenza di sacerdoti, diaconi, persone consacrate e in particolare dei seminaristi, dei novizi e delle novizie dell’Arcidiocesi.
All’inizio della Celebrazione eucaristica, nel corso della quale viene consacrato il nuovo altare della cattedrale, il Santo Padre riceve il saluto dell Arcivescovo di Sydney, Em.mo Card. George Pell, di un seminarista e di una religiosa.
Questo il testo dell’omelia che il Papa pronuncia dopo la proclamazione del Santo Vangelo:


OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Saint Mary's Cathedral di Sydney
Sabato, 19 luglio 2008


Cari Fratelli e Sorelle,

in questa nobile cattedrale ho la gioia di salutare i miei fratelli Vescovi e sacerdoti, e i diaconi, le persone consacrate e i laici dell’Arcidiocesi di Sydney. In modo del tutto speciale il mio saluto va ai seminaristi e ai giovani religiosi presenti in mezzo a noi. Come i giovani israeliti della prima lettura odierna, essi sono un segno di speranza e di rinnovamento per il popolo di Dio; e, come quei giovani israeliti, anch’essi avranno il compito di edificare la casa di Dio per la prossima generazione.

Mentre ammiriamo questo magnifico edificio, come non pensare alle schiere di sacerdoti, religiosi e fedeli laici che, ciascuno secondo il proprio ruolo, hanno contribuito a costruire la Chiesa in Australia? Il pensiero va in particolare a quelle famiglie di coloni alle quali Padre Jeremiah O’Flynn affidò il Santissimo Sacramento al momento di partire, un "piccolo gregge" che ebbe caro e preservò quel tesoro prezioso, consegnandolo alle successive generazioni che edificarono questo grande tabernacolo alla gloria di Dio. Rallegriamoci per la loro fedeltà e perseveranza, e dedichiamoci a portare avanti le loro fatiche per la diffusione del Vangelo, per la conversione dei cuori e la crescita della Chiesa nella santità, nell’unità e nella carità!

Ci apprestiamo a celebrare la dedicazione del nuovo altare di questa veneranda cattedrale. Come il frontale scolpito ci ricorda in maniera potente, ogni altare è simbolo di Gesù Cristo, presente nel mezzo della sua Chiesa come sacerdote, altare e vittima (cfr Prefazio pasquale V). Crocifisso, sepolto e risorto dai morti, restituito alla vita nello Spirito e seduto alla destra del Padre, Cristo è divenuto il nostro Sommo Sacerdote, che intercede eternamente per noi. Nella liturgia della Chiesa, e soprattutto nel sacrificio della Messa consumato sugli altari del mondo, egli invita noi, membra del suo mistico Corpo, a condividere la sua auto-oblazione. Egli chiama noi, quale popolo sacerdotale della nuova ed eterna Alleanza, ad offrire, in unione con lui, i nostri quotidiani sacrifici per la salvezza del mondo.

Nell’odierna liturgia la Chiesa ci rammenta che, come questo altare, anche noi siamo stati consacrati, messi "a parte" per il servizio di Dio e l’edificazione del suo Regno.

Troppo spesso, tuttavia, ci ritroviamo immersi in un mondo che vorrebbe mettere Dio "da parte". Nel nome della libertà ed autonomia umane, il nome di Dio viene oltrepassato in silenzio, la religione è ridotta a devozione personale e la fede viene scansata nella pubblica piazza. Talvolta una simile mentalità, così totalmente opposta all’essenza del Vangelo, può persino offuscare la nostra stessa comprensione della Chiesa e della sua missione. Anche noi possiamo essere tentati di ridurre la vita di fede ad una questione di semplice sentimento, indebolendo così il suo potere di ispirare una visione coerente del mondo ed un dialogo rigoroso con le molte altre visioni che gareggiano per conquistarsi le menti e i cuori dei nostri contemporanei.

E tuttavia la storia, inclusa quella del nostro tempo, ci dimostra che la questione di Dio non può mai essere messa a tacere, come pure che l’indifferenza alla dimensione religiosa dell’esistenza umana in ultima analisi diminuisce e tradisce l’uomo stesso. Non è forse questo il messaggio proclamato dalla stupenda architettura di questa cattedrale? Non è forse questo il mistero della fede che viene annunciato da questo altare in ogni celebrazione dell’Eucaristia? La fede ci insegna che in Cristo Gesù, Parola incarnata, giungiamo a comprendere la grandezza della nostra stessa umanità, il mistero della nostra vita sulla terra ed il sublime destino che ci attende in cielo (cfr Gaudium et spes, 24). La fede inoltre ci insegna che noi siamo creature di Dio, fatte a sua immagine e somiglianza, dotate di una dignità inviolabile e chiamate alla vita eterna. Laddove l’uomo viene sminuito, è il mondo che ci attornia ad essere sminuito; perde il proprio significato ultimo e manca il suo obiettivo. Ciò che ne emerge è una cultura non della vita, ma della morte. Come si può considerare questo un "progresso"? Al contrario, è un passo indietro, una forma di regressione, che in ultima analisi inaridisce le sorgenti stesse della vita sia degli individui che dell’intera società.

Sappiamo che alla fine – come sant’Ignazio di Loyola vide in modo così chiaro – l’unico vero "standard" su cui ogni realtà umana può essere misurata è la Croce ed il suo messaggio di amore non meritato che trionfa sul male, sul peccato e sulla morte, che crea vita nuova e perenne gioia. La Croce rivela che ritroviamo noi stessi solo donando le nostre vite, accogliendo l’amore di Dio come dono immeritato ed operando per condurre ogni uomo e ogni donna verso la bellezza di quell’amore e verso la luce della verità che sola reca salvezza al mondo.

È in questa verità – il mistero della fede – che siamo stati consacrati (cfr Gv 17,17-19), ed è in questa verità che siamo chiamati a crescere, con l’aiuto della grazia di Dio, nella quotidiana fedeltà alla sua parola, entro la comunione vivificante della Chiesa.

E tuttavia come è difficile questo cammino di consacrazione! Esige una continua "conversione", un morire sacrificale a se stessi che è la condizione per appartenere pienamente a Dio, un mutamento della mente e del cuore che porta vera libertà ed una nuova ampiezza di visione. La liturgia odierna ci offre un simbolo eloquente di quella trasformazione spirituale progressiva alla quale ciascuno di noi è chiamato.

Dall’aspersione dell’acqua, dalla proclamazione della parola di Dio, dall’invocazione di tutti i Santi, fino alla preghiera di consacrazione, all’unzione e al lavacro dell’altare, al suo essere rivestito di bianco e addobbato di luce – tutti questi riti ci invitano a ri-vivere la nostra propria consacrazione nel Battesimo. Ci invitano a respingere il peccato e le sue false attrattive, e a bere sempre più profondamente alla sorgente vivificante della grazia di Dio.

Cari amici, possa questa celebrazione, alla presenza del Successore di Pietro, essere un momento di ri-dedicazione e di rinnovamento dell’intera Chiesa in Australia! Desidero qui fare una pausa per riconoscere la vergogna che tutti abbiamo sentito a seguito degli abusi sessuali sui minori da parte di alcuni sacerdoti e religiosi in questa Nazione. Davvero, sono profondamente dispiaciuto per il dolore e la sofferenza che le vittime hanno sopportato e le assicuro che, come loro Pastore, io pure condivido la loro sofferenza. Questi misfatti, che costituiscono un così grave tradimento della fiducia, devono essere condannati in modo inequivocabile. Essi hanno causato grande dolore ed hanno danneggiato la testimonianza della Chiesa. Chiedo a tutti voi di sostenere e assistere i vostri Vescovi e di collaborare con loro per combattere questo male. Le vittime devono ricevere compassione e cura e i responsabili di questi mali devono essere portati davanti alla giustizia. E’ una priorità urgente quella di promuovere un ambiente più sicuro e più sano, specialmente per i giovani. In questi giorni, contrassegnati dalla celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù, siamo richiamati a riflettere su quale prezioso tesoro ci sia stato affidato nei nostri giovani, e quale grande parte della missione della Chiesa in questo Paese sia stata dedicata alla loro educazione e alla loro cura. Mentre la Chiesa in Australia continua, nello spirito del Vangelo, ad affrontare con efficacia questa seria sfida pastorale, mi unisco a voi nel pregare affinché questo tempo di purificazione porti con sé guarigione, riconciliazione e una fedeltà sempre più grande alle esigenze morali del Vangelo.

Desidero ora rivolgermi ai seminaristi ed ai giovani religiosi che stanno fra noi con una speciale parola di affetto e di incoraggiamento. Cari amici: con grande generosità vi siete incamminati su una particolare via di consacrazione, radicata nel vostro Battesimo e intrapresa in risposta alla chiamata personale del Signore. Vi siete impegnati, in modi diversi, ad accettare l’invito di Cristo a seguirlo, a lasciare dietro di voi ogni cosa e a dedicare la vostra vita al perseguimento della santità e al servizio del suo popolo.

Nel Vangelo di oggi il Signore ci chiama a "credere nella luce"(cfr Gv 12,36). Queste parole hanno un significato speciale per voi, cari giovani seminaristi e religiosi. Esse sono un appello a confidare nella verità della parola di Dio e a sperare fermamente nelle sue promesse. Esse ci invitano a vedere, con gli occhi della fede, l’opera infallibile della sua grazia tutt’intorno a noi, anche in quei tempi tenebrosi in cui tutti i nostri sforzi sembrano essere vani. Lasciate che questo altare, con l’immagine potente del Cristo Servo Sofferente, sia un’ispirazione costante per voi. Vi sono certamente dei momenti in cui ogni fedele discepolo sente la calura e il peso del giorno (cfr Mt 20,12), e la lotta per dare profetica testimonianza ad un mondo che può apparire sordo alle esigenze della parola di Dio. Ma non abbiate paura! Credete nella luce! Prendete a cuore la verità che abbiamo udito oggi nella seconda lettura: "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre" (Eb 13,8). La luce di Pasqua continua a scacciare le tenebre!

Il Signore ci chiama a camminare nella luce (cfr Gv 12,35). Ciascuno di voi ha intrapreso la più grande e la più gloriosa delle battaglie, quella di essere consacrati nella verità, di crescere nella virtù, di raggiungere l’armonia fra pensieri e ideali, da una parte, e parole ed azioni, dall’altra. Entrate con sincerità e in maniera profonda nella disciplina e nello spirito dei vostri programmi di formazione. Camminate ogni giorno nella luce di Cristo mediante la fedeltà alla preghiera personale e liturgica, nutriti dalla meditazione della parola ispirata di Dio.

I Padri della Chiesa amavano vedere le Scritture come un paradiso spirituale, un giardino dove possiamo camminare liberamente con Dio, ammirando la bellezza e l’armonia del suo piano salvifico mentre porta frutto nella nostra stessa vita, nella vita della Chiesa e lungo tutta la storia. La preghiera, dunque, e la meditazione della parola di Dio siano la lampada che illumina, purifica e guida i vostri passi lungo la via che il Signore ha segnato per voi. Fate della celebrazione quotidiana dell’Eucaristia il centro della vostra vita.

In ogni messa, quando il Corpo e il Sangue del Signore vengono elevati al termine della Preghiera eucaristica, sollevate il vostro cuore e la vostra vita in Cristo, con Lui e per Lui, nell’unità dello Spirito Santo, quale amorevole sacrificio a Dio nostro Padre.

Così, cari giovani seminaristi e religiosi, voi stessi diverrete altari viventi, sui quali l’amore sacrificale di Cristo viene reso presente quale ispirazione e sorgente di nutrimento spirituale per quanti incontrerete. Abbracciando la chiamata del Signore a seguirlo in castità, povertà e obbedienza, avete intrapreso il viaggio di un discepolato radicale che vi renderà "segni di contraddizione" (cfr Lc 2,34) per molti dei vostri contemporanei. Modellate quotidianamente la vostra vita sull’amorevole auto-oblazione del Signore stesso in obbedienza alla volontà del Padre. In tal modo scoprirete la libertà e la gioia che possono attrarre altri a quell’Amore che è oltre ogni altro amore come sua fonte e suo compimento ultimo. Non dimenticate mai che la castità per il Regno significa abbracciare una vita dedicata completamente all’amore, un amore che vi rende capaci di dedicare voi stessi senza riserve al servizio di Dio per essere pienamente presenti ai fratelli e alle sorelle, specialmente a quanti sono nel bisogno. I tesori più grandi che condividete con altri giovani – il vostro idealismo, la generosità, il tempo e le energie – sono questi i veri sacrifici che deponete sull’altare del Signore. Possiate sempre tenere in gran conto questo stupendo carisma che Dio vi ha dato per la sua gloria e per l’edificazione della Chiesa!

Cari amici, lasciatemi concludere queste riflessioni attirando la vostra attenzione sulla grande vetrata nel coro di questa cattedrale. In essa la Madonna, Regina del Cielo, è rappresentata sul trono con maestà a fianco del suo divin Figlio. L’artista ha raffigurato Maria come la nuova Eva, che offre a Cristo, nuovo Adamo, una mela. Questo gesto simboleggia il capovolgimento da lei operato della disobbedienza dei nostri progenitori, il ricco frutto che la grazia di Dio ha portato nella vita stessa di lei, ed i primi frutti di quell’umanità redenta e glorificata che Ella ha preceduto nella gloria del paradiso. Chiediamo a Maria, Aiuto dei cristiani, di sostenere la Chiesa in Australia nella fedeltà a quella grazia mediante la quale il Signore crocifisso continua ad "attirare a sé" tutta la creazione ed ogni cuore umano (cfr Gv 12,32). Possa la potenza del suo Santo Spirito consacrare i fedeli di questa terra nella verità, produrre abbondanti frutti di santità e di giustizia per la redenzione del mondo e guidare l’intera umanità verso la pienezza di vita intorno a quell’Altare dove, nella gloria della liturgia celeste, siamo chiamati a cantare le lodi di Dio per l’eternità. Amen.

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I saluti del cardinale Pell, di un seminarista e di una religiosa durante l'incontro in cattedrale

Tante vite dedicate a Cristo come le pietre dell'altare

"Le do il benvenuto nella cattedrale dedicata alla Beata Vergine Maria, ausilio dei cristiani, la chiesa madre dell'Australia, uno splendido edificio che evoca il trascendente, santificato dalle preghiere di generazioni. Le pietre di questa cattedrale raccontano la storia della Chiesa cattolica in Australia, la storia di uno sforzo determinato di fronte alle difficoltà". Con queste parole il cardinale George Pell ha accolto Benedetto XVI all'inizio della messa con i vescovi australiani, con i seminaristi e con i novizie e le novizie nella cattedrale di Saint Mary in Sydney. "Questo è un edificio vivo in una Chiesa viva - ha aggiunto -. Questa cattedrale e la nostra Chiesa in Australia sono piene di speranza, questa mattina, grazie alla presenza di tanti giovani seminaristi e membri di ordini religiosi". Evidenziando la dedicazione del nuovo altare da parte del Papa, il cardinale ha detto che "al cuore di questa cattedrale, quindi, si trova l'altare del sacrificio, adornato proprio con l'immagine di Cristo che è morto per noi e per la nostra salvezza. Preghiamo che le future generazioni che passeranno da questo magnifico edificio, sia che odano il suono delle sue campane o colgano uno squarcio del suo imponente profilo da lontano, si rendano conto che questa cattedrale esiste grazie a ciò che avviene su questo altare. Questa cattedrale, così come la Chiesa nel suo insieme, trae la sua vita e la sua missione dal santo sacrificio della messa".
Successivamente, ha preso la parola Kim, originario del Vietnam e studente nel seminario "Sacred Shepard" di Homebush di Sydney, il quale rivolgendosi a Benedetto XVI ha detto: "Nel mio percorso di formazione, per grazia di Dio ho scoperto Cristo. E ora che l'ho trovato voglio amarlo di più, conoscerlo di più, aprirgli il cuore di più. Da quando egli gratuitamente mi si è rivelato, com'è bello sapere che il mistero della mia vita fa parte del mistero di Cristo. Essendo un convertito alla fede, sono stato piacevolmente sorpreso nello scoprire quanto Dio mi sia vicino e quanto egli possa mostrarsi potente nella mia vita". Nonostante gli slanci, nel cammino di formazione si incontrano difficoltà. A questo proposito, il giovane ha affermato che "qualche volta, però, non è stato facile seguire il cammino che so che porta alla luce. La vita della disciplina, della virtù e della fede non è facile, è un lavoro duro; in questa via, però, sperimento la gioia, la pace e la felicità, perché vedo come Dio opera nella mia vita. Oggi lei dedicherà questo nuovo altare, nella nostra chiesa cattedrale, sul quale verrà offerto il sacrificio di Cristo. Mentre questo altare viene dedicato, anche noi seminaristi riuniti qui vogliamo dedicare le nostre vite a Cristo".
In seguito, Julie Brcar, consacrata delle suore di Schönstatt, ha parlato a nome di tutti i consacrati, dicendo: "Tutti noi abbiamo incontrato l'amore senza limiti e incondizionato di Dio in un modo unico, e abbiamo riconosciuto che Egli ha chiamato ognuno di noi in modo molto personale a essere suoi strumenti. Con un forte desiderio di fare la sua volontà e rispondere al suo dono d'amore, noi - con coraggio e in completa libertà e fiducia - abbiamo dato con gioia a Dio il nostro fiat, il nostro "sì" alla sua chiamata. Proprio come la nostra Beata Madre ha dato il suo intero cuore, ha dato se stessa interamente a Dio, anche noi abbiamo risposto con il dono di noi stessi".
Suor Brcar ha poi aggiunto: "Caro Santo Padre, la ringraziamo per la sua così ben scritta enciclica Deus caritas est, che proclama nuovamente al nostro mondo moderno la verità e il messaggio centrale della Sacra Scrittura: Dio è amore. Siamo chiamati in un modo molto speciale a questa vocazione d'amore. Attraverso la nostra testimonianza, la nostra apertura e la nostra ricettività trasformate dallo Spirito Santo, ci auguriamo di diventare autentici apostoli dell'amore, affinché anche tutti coloro che incontriamo possano essere attirati verso il cuore di Dio e della nostra Santa Madre. Con gioia ed entusiasmo, vogliamo dedicare tutte le nostre forze e tutte le nostre energie a servire fedelmente lei e la Chiesa, perché possiamo essere fecondi nel costruire una nuova civiltà della verità, della vita e dell'amore. Vogliamo aiutare l'umanità a riguadagnare senso e finalità nella vita, e che tutti si impegnino per diventare quello che Dio aveva pensato agli inizi: imago Dei, un'immagine di Dio, un'immagine dell'amore". "Vogliamo rimanere fedeli - ha concluso la religiosa - alla nuova ed eterna Alleanza che il nostro Signore ha sigillato sul Golgota attraverso il sacrificio del suo preziosissimo sangue. Il suo dono di sé è la nostra fondazione, il modello del nostro ruolo per un amore cristiano autentico. Siamo grati per il dono di sua Madre, che ci guida e ci aiuta ad annunciare il messaggio sul cammino della nostra vita verso il cuore di Dio".

(©L'Osservatore Romano - 20 luglio 2008)