venerdì 31 dicembre 2010

Il Papa: Proprio nel Bambino di Betlemme possiamo contemplare in modo particolarmente luminoso ed eloquente l’incontro dell’eternità con il tempo, come ama esprimersi la liturgia della Chiesa. Il Natale ci fa ritrovare Dio nella carne umile e debole di un bambino

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CELEBRAZIONE DEI VESPRI E TE DEUM DI RINGRAZIAMENTO PER L’ANNO TRASCORSO, 31.12.2010

Questa sera, alle ore 18, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI presiede i primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, a cui seguono l’esposizione del Santissimo Sacramento, il canto del tradizionale inno Te Deum di ringraziamento a conclusione dell’anno civile, e la benedizione eucaristica.
Riportiamo di seguito l’omelia che il Papa pronuncia nel corso della celebrazione:


OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

Al termine di un anno, ci ritroviamo questa sera nella Basilica Vaticana per celebrare i Primi Vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio ed elevare un inno di ringraziamento al Signore per le innumerevoli grazie che ci ha donato, ma anche e soprattutto per la Grazia in persona, ossia per il Dono vivente e personale del Padre, che è il Figlio suo prediletto, il Signore nostro Gesù Cristo. Proprio questa gratitudine per i doni ricevuti da Dio nel tempo che ci è dato di vivere ci aiuta a scoprire un grande valore iscritto nel tempo: scandito nei suoi ritmi annuali, mensili, settimanali e quotidiani, esso è abitato dall’amore di Dio, dai suoi doni di grazia; è tempo di salvezza. Sì, il Dio eterno è entrato e rimane nel tempo dell’uomo. Vi è entrato e vi rimane con la persona di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, il Salvatore del mondo. È quanto ci ha ricordato l’apostolo Paolo nella breve lettura poc’anzi proclamata: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio…perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,4-5).

Dunque, l’Eterno entra nel tempo e lo rinnova in radice, liberando l’uomo dal peccato e rendendolo figlio di Dio. Già ‘al principio’, ossia con la creazione del mondo e dell’uomo nel mondo, l’eternità di Dio ha fatto sbocciare il tempo, nel quale scorre la storia umana, di generazione in generazione. Ora, con la venuta di Cristo e con la sua redenzione, siamo ‘alla pienezza’ del tempo. Come rileva san Paolo, con Gesù il tempo si fa pieno, giunge al suo compimento, acquistando quel significato di salvezza e di grazia per il quale è stato voluto da Dio prima della creazione del mondo. Il Natale ci richiama a questa ‘pienezza’ del tempo, ossia alla salvezza rinnovatrice portata da Gesù a tutti gli uomini. Ce la richiama e, misteriosamente ma realmente, ce la dona sempre di nuovo. Il nostro tempo umano è sì carico di mali, di sofferenze, di drammi di ogni genere – da quelli provocati dalla cattiveria degli uomini a quelli derivanti dagli infausti eventi naturali –, ma racchiude ormai e in maniera definitiva e incancellabile la novità gioiosa e liberatrice di Cristo salvatore.

Proprio nel Bambino di Betlemme possiamo contemplare in modo particolarmente luminoso ed eloquente l’incontro dell’eternità con il tempo, come ama esprimersi la liturgia della Chiesa. Il Natale ci fa ritrovare Dio nella carne umile e debole di un bambino. Non c’è qui forse un invito a ritrovare la presenza di Dio e del suo amore che dona la salvezza anche nelle brevi e faticose ore della nostra vita quotidiana? Non è forse un invito a scoprire che il nostro tempo umano – anche nei momenti difficili e pesanti – è incessantemente arricchito delle grazie del Signore, anzi della Grazia che è il Signore stesso?

Alla fine di quest’anno 2010, prima di consegnarne i giorni e le ore a Dio e al suo giudizio giusto e misericordioso, sento più vivo nel cuore il bisogno di elevare il nostro “grazie” a Lui e al suo amore per noi. In questo clima di riconoscenza, desidero rivolgere un particolare saluto al Cardinale Vicario, ai Vescovi Ausiliari, ai sacerdoti, alle persone consacrate, come pure ai tanti fedeli laici qui convenuti. Saluto il Signor Sindaco e le Autorità presenti. Un ricordo speciale va a quanti sono in difficoltà e trascorrono fra disagi e sofferenze questi giorni di festa. A tutti e a ciascuno assicuro il mio affettuoso pensiero, che accompagno con la preghiera.

Cari fratelli e sorelle, la nostra Chiesa di Roma è impegnata ad aiutare tutti i battezzati a vivere fedelmente la vocazione che hanno ricevuto e a testimoniare la bellezza della fede. Per poter essere autentici discepoli di Cristo, un aiuto essenziale ci viene dalla meditazione quotidiana della Parola di Dio che, come ho scritto nella recente Esortazione apostolica Verbum Domini, «sta alla base di ogni autentica spiritualità cristiana» (n. 86). Per questo desidero incoraggiare tutti a coltivare un intenso rapporto con essa, in particolare attraverso la lectio divina, per avere quella luce necessaria a discernere i segni di Dio nel tempo presente e a proclamare efficacemente il Vangelo.

Anche a Roma, infatti, c’è sempre più bisogno di un rinnovato annuncio del Vangelo affinché i cuori degli abitanti della nostra città si aprano all’incontro con quel Bambino, che è nato per noi, con Cristo, Redentore dell’uomo. Poiché, come ricorda l’Apostolo Paolo, «la fede viene dell’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo» (Rm 10,17), un utile aiuto in questa azione evangelizzatrice può venire – come già sperimentato durante la Missione Cittadina in preparazione al Grande Giubileo dell’anno 2000 – dai “Centri di ascolto del Vangelo”, che incoraggio a far rinascere o a rivitalizzare non solo nei condomini, ma anche negli ospedali, nei luoghi di lavoro e in quelli dove si formano le nuove generazioni e si elabora la cultura. Il Verbo di Dio, infatti, si è fatto carne per tutti e la sua verità è accessibile ad ogni uomo e ad ogni cultura. Ho appreso con favore dell’ulteriore impegno del Vicariato nell’organizzazione dei “Dialoghi in Cattedrale”, che avranno luogo nella Basilica di San Giovanni in Laterano: tali significativi appuntamenti esprimono il desiderio della Chiesa di incontrare tutti coloro che sono alla ricerca delle risposte ai grandi quesiti dell’esistenza umana.

Il luogo privilegiato dell’ascolto della Parola di Dio è la celebrazione dell’Eucaristia. Il Convegno diocesano del giugno scorso, al quale ho partecipato, ha voluto evidenziare la centralità della Santa Messa domenicale nella vita di ogni comunità cristiana e ha offerto delle indicazioni affinché la bellezza dei divini misteri possa maggiormente risplendere nell’atto celebrativo e nei frutti spirituali che da essi derivano.

Incoraggio i parroci e i sacerdoti a dare attuazione a quanto indicato nel programma pastorale: la formazione di un gruppo liturgico che animi la celebrazione, e una catechesi che aiuti tutti a conoscere maggiormente il mistero eucaristico, da cui scaturisce la testimonianza della carità. Nutriti da Cristo, anche noi siamo attirati nello stesso atto di offerta totale, che spinse il Signore a donare la propria vita, rivelando in tal modo l’immenso amore del Padre. La testimonianza della carità possiede, dunque, un’essenziale dimensione teologale ed è profondamente unita all’annuncio della Parola. In questa celebrazione di ringraziamento a Dio per i doni ricevuti nel corso dell’anno, ricordo in particolare la visita che ho compiuto all’Ostello della Caritas alla Stazione Termini dove, attraverso il servizio e la generosa dedizione di numerosi volontari, tanti uomini e donne possono toccare con mano l’amore di Dio. Il momento presente genera ancora preoccupazione per la precarietà in cui versano tante famiglie e chiede all’intera comunità diocesana di essere vicina a coloro che vivono in condizioni di povertà e disagio. Dio, infinito amore, infiammi il cuore di ciascuno di noi con quella carità che lo spinse a donarci il suo Figlio unigenito.

Cari fratelli e sorelle, siamo invitati a guardare al futuro e a guardarlo con quella speranza che è la parola finale del Te Deum: “In te, Domine, speravi: non confundar in aeternum! - Signore, Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno”. A donarci Cristo, nostra Speranza, è sempre lei, la Madre di Dio: Maria santissima. Come già ai pastori e ai magi, le sue braccia e ancor più il suo cuore continuano ad offrire al mondo Gesù, suo Figlio e nostro Salvatore. In Lui sta tutta la nostra speranza, perché da Lui sono venute per ogni uomo la salvezza e la pace. Amen!

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Il Papa: Serbando nell'animo il ricordo della mia grata permanenza a Compostela, chiedo al Signore che il perdono e l'aspirazione alla santità germinati in questo Anno Santo Compostelano aiutino a rendere più presente, sotto la guida di San Giacomo, la Parola redentrice di Gesù Cristo

LETTERA DEL SANTO PADRE ALL’ARCIVESCOVO DI SANTIAGO DE COMPOSTELA (SPAGNA) IN OCCASIONE DELLA CHIUSURA DELL’ANNO SANTO COMPOSTELANO 2010, 31.12.2010

Pubblichiamo di seguito il testo della Lettera che il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato a S.E. Mons. Julián Barrio Barrio, Arcivescovo Metropolita di Santiago de Compostela, per la chiusura dell’Anno Santo Compostelano 2010:

LETTERA DEL SANTO PADRE

Al Venerato Fratello Monsignor Julián Barrio Barrio >small 0Arcivescovo Metropolita di Santiago de Compostela

1. In occasione della solenne chiusura dell'Anno Santo Compostelano 2010, ripenso con emozione alla Casa di San Giacomo, che ho visitato di recente con profonda gioia interiore. Desidero unirmi all'azione di rendimento di grazie a Dio per i doni che la sua bontà ha riversato in questi mesi sulla moltitudine di persone che si sono recate in pellegrinaggio a questo luogo santo con fede viva, rinnovando la ferma adesione al messaggio trasmesso dagli Apostoli e vivendo con spirito di conversione l'incontro con la misericordia e l'amore di Gesù Cristo. Nel salutare con affetto i Pastori, i religiosi, i seminaristi e i fedeli riuniti in quella circostanza, ricordando gli indimenticabili momenti che abbiamo vissuto presso la Tomba dell'Apostolo protomartire, vorrei rivolgere loro una parola d'incoraggiamento, affinché i frutti di vita cristiana e di rinnovamento ecclesiale raccolti copiosamente nell'Anno Santo spingano quanti sono giunti fino a Santiago de Compostela a essere testimoni di Cristo Risorto.

2. In effetti, essi hanno condiviso preoccupazioni, speranze e sfide con i fratelli che hanno incontrato lungo il cammino, cercando di ascoltare il Dio che ci parla e dimora in noi per uscire da se stessi e aprirsi agli altri. Son così giunti al Pórtico de la Gloria, dove li attendeva la maestà amorevole e accogliente di Cristo, alla cui luce l'uomo può trovare l'autentico significato della propria esistenza e cammini per una convivenza pacifica e costruttiva fra i popoli. Sotto lo sguardo sereno dell'Apostolo, hanno rinnovato la loro professione di fede, hanno intonato la loro lode e hanno fatto un'umile confessione dei propri peccati. Alla professione di fede è seguita la ricezione del perdono nel sacramento della Penitenza e l'incontro con il Signore nell'Eucaristia.

3. Questo incontro non può lasciarli indifferenti. I pellegrini devono tornare a casa come tornarono a Gerusalemme i discepoli di Emmaus, che conversarono con Gesù lungo il cammino e lo riconobbero quando frazionò il pane. Gioiosi e grati, si recarono nella Città Santa per comunicare a tutti che Gesù era risorto ed era apparso loro vivo. Divennero così messaggeri allegri e fiduciosi del Cristo vivente, che è balsamo per le nostre sofferenze e fondamento della nostra speranza (cfr. Lc 24, 13-35). Anche ora, nel lasciare Compostela dopo aver sperimentato l'amore del Signore che è venuto incontro a noi, si farà sentire l'anelito di compiere il mandato dell'Apostolo Pietro: «Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3, 15). Ciò richiede il proposito di rafforzare ogni giorno di più la nostra fede, partecipando assiduamente ai misteri di grazia affidati alla Chiesa e dando un esempio efficace e concreto di carità. Non saremo testimoni credibili di Dio se non saremo fedeli collaboratori e servitori degli uomini. Questo servizio a favore di una comprensione profonda e di una difesa coraggiosa dell'uomo è un'esigenza del Vangelo e un contributo essenziale alla società della nostra condizione cristiana.

4. Con questi sentimenti, vorrei ora rivolgermi in particolare ai giovani, con i quali avrò la gioia di riunirmi il prossimo anno a Madrid, per la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù. Li invito a lasciarsi interpellare da Cristo, stabilendo con Lui un dialogo franco e tranquillo e domandandosi anche: Conterà il Signore su di me per essere suo apostolo nel mondo, per essere messaggero del suo amore? Che non manchi la generosità nella risposta, e neanche quell'audacia che portò San Giacomo a seguire il Maestro senza risparmiare sacrifici.
Incoraggio anche i seminaristi a identificarsi sempre più con Gesù, che li chiama a lavorare nella sua vigna (cfr. Mt 20, 3-4). La vocazione al sacerdozio è un mirabile dono del quale bisogna essere orgogliosi, perché il mondo ha bisogno di persone dedite completamente a rendere presente Gesù Cristo, che configurino la loro vita e il loro agire a Lui, ripetano ogni giorno con umiltà le sue parole e i suoi gesti, per essere suo riflesso in mezzo al gregge che è stato affidato loro. È questa la fatica e anche la gloria dei presbiteri, ai quali vorrei ricordare con San Paolo che nulla e nessuno in questo mondo potrà strapparli all'amore di Dio manifestato in Cristo (cfr. Rm 8, 39).

5. Serbando nell'animo il ricordo della mia grata permanenza a Compostela, chiedo al Signore che il perdono e l'aspirazione alla santità germinati in questo Anno Santo Compostelano aiutino a rendere più presente, sotto la guida di San Giacomo, la Parola redentrice di Gesù Cristo in questa Chiesa particolare e in ogni luogo della Spagna, e che la sua luce si percepisca anche in Europa, come un invito incessante a rafforzare le sue radici cristiane e a intensificare così il suo impegno a favore della solidarietà e della ferma difesa della dignità dell'uomo.

6. All'amorevole protezione della Santissima Vergine Maria, al cui cuore di Madre l'Apostolo San Giacomo affidò le sue sofferenze e le sue gioie, secondo una venerabile tradizione, affido tutti i figli e le figlie di questa nobile terra e imparto loro la Benedizione Apostolica, segno di consolazione e di costante assistenza divina.

Dal Vaticano, 18 dicembre 2010

BENEDICTUS PP. XVI

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giovedì 30 dicembre 2010

Il Papa ai Pueri Cantores: "Custodite la gioia che la venuta di Gesù porta con sé e scoprite sempre più quanto Egli vi voglia bene"

FESTIVITA' NATALIZIE: LO SPECIALE DEL BLOG

UDIENZA DEL PAPA AI PUERI CANTORES: FOTO ANSA

UDIENZA AI PARTECIPANTI AL XXXVI CONGRESSO INTERNAZIONALE DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DEI PUERI CANTORES, 30.12.2010

Alle ore 11 di questa mattina, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Benedetto XVI incontra i partecipanti al 36° Congresso internazionale promosso dalla Federazione Internazionale dei Pueri Cantores.
Il Congresso si è aperto a Roma il 28 dicembre e si concluderà dopodomani, sabato 1° gennaio, quando i Pueri Cantores parteciperanno alla Cappella Papale nella Basilica Vaticana per la Solennità di Maria Ss.ma Madre di Dio, nella XLIV Giornata Mondiale della Pace.
Riportiamo di seguito il testo del discorso che il Papa rivolge ai Pueri Cantores presenti all’Udienza di questa mattina nell’Aula Paolo VI:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Cari giovani membri della Federazione Pueri Cantores,
Cari amici,


Sono lieto di accogliervi oggi mentre celebrate il vostro trentaseiesimo Congresso Internazionale qui a Roma e vi ringrazio per l'impegno che avete dimostrato nell'apostolato del canto corale liturgico. Come afferma sant'Agostino: «Cantare è espressione di gioia e... amore» (Sermone, 34, 1). Elevando lodi a Dio, esprimete il desiderio naturale di ogni essere umano di glorificarlo con canti di amore. È difficile trovare le parole per trasmettere la gioia autentica dell'incontro amorevole con Dio, tuttavia la bella musica è in grado di esprimere qualcosa del mistero dell'amore di Dio per noi e del nostro per Lui, come ci ricorda il tema scelto per il vostro Congresso, Deus Caritas est.

Ricordate sempre che il vostro canto è un servizio. In primo luogo, è un servizio a Dio, un modo di rendergli la lode dovuta. È anche un servizio ai fedeli per aiutarli a elevare il cuore e la mente al Signore in preghiera. È un servizio a tutta la Chiesa, che offre una anticipazione della liturgia celeste, che è l'obiettivo di tutto il culto autentico, quando i cori degli angeli e dei santi si uniscono in un canto infinito di amore e di lode.

Saluto in particolare i gruppi presenti oggi e provenienti dagli Stati Uniti, dalla Svezia, dall'Irlanda, dalla Lettonia e dalla Corea del Sud. Vi incoraggio a perseverare nelle vostre buone opere, assicuro delle mie preghiere voi e imparto ai membri della Federazione dei Pueri Cantores la mia benedizione apostolica.]

Un affettuoso saluto ai Pueri Cantores di lingua italiana! Cari giovani amici, ringrazio voi e coloro che vi istruiscono nel canto sacro, per il prezioso servizio che svolgete nella Liturgia. Vi incoraggio tutti a perseverare e vi invito a sentirvi sempre partecipi della vita delle comunità cristiane a cui appartenete. Custodite la gioia che la venuta di Gesù porta con sé e scoprite sempre più quanto Egli vi voglia bene. Vi benedico tutti!

Sono lieto di salutare molto cordialmente i Pueri Cantores di lingua francese, provenienti dal Belgio, dalla Repubblica democratica del Congo e dalla Francia. Con la bellezza dei vostri canti manifestate a Dio la vostra gioia e il vostro amore e aiutate il popolo cristiano a entrare più a fondo nei misteri celebrati nel corso della Liturgia. Vi ringrazio vivamente per questo. Che il canto liturgico, attraverso il quale esprimete la grandezza e l'amore di Dio, vi permetta di crescere in santità! Dio vi benedica!

Saluto con tutto il cuore i Pueri Cantores dei Paesi di lingua tedesca. Il Vangelo della Notte Santa narra la lode degli angeli, che i pastori di Betlemme hanno ascoltato. Da sempre i cristiani considerano queste parole degli angeli come un canto e sono entusiasti di onorare Dio con la musica. Anche voi, con il vostro canto prendete parte a questo bel compito cosicché Dio viene onorato e gli uomini provano gioia. Vi ringrazio per il vostro impegno, cari giovani, e vi auguro la pace di Natale e la grazia di Gesù Cristo.

Saluto con affetto i Pueri Cantores di lingua spagnola. Con il vostro canto contribuite a far sì che il popolo cristiano contempli con maggiore profondità il mistero di Cristo, celebrato nella liturgia. Che l'amore di Gesù appena nato colmi i vostri cuori di gioia e di pace! Che Dio benedica voi e le vostre famiglie!

Il mio affettuoso saluto va anche ai «Piccoli Cantori» venuti dal Portogallo. Vi ringrazio per il prezioso servizio che realizzate, animando con il canto le celebrazioni liturgiche.

Un affettuoso saluto ai Pueri Cantores venuti dalla Polonia. Grazie per il prezioso servizio che svolgete animando con il canto le celebrazioni liturgiche e aiutando, così, a lodare e ringraziare il Signore!

Un affettuoso saluto ai Pueri Cantores venuti dall'Ucraina. Vi ringrazio per il prezioso servizio che svolgete animando con il canto le celebrazioni liturgiche!

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(Traduzione Osservatore Romano)

IL TESTO DEL MOTU PROPRIO PER LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO DELLE ATTIVITÀ ILLEGALI IN CAMPO FINANZIARIO E MONETARIO

MOTU PROPRIO DI BENEDETTO XVI PER LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO DELLE ATTIVITÀ ILLEGALI IN CAMPO FINANZIARIO E MONETARIO: LO SPECIALE DEL BLOG

STATUTO DELL’AUTORITÀ DI INFORMAZIONE FINANZIARIA (AIF)

LEGGE CONCERNENTE LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO DEL RICICLAGGIO DEI PROVENTI DI ATTIVITÀ CRIMINOSE E DEL FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO

COMUNICATO DELLA SEGRETERIA DI STATO CIRCA LA NUOVA NORMATIVA PER LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO DELLE ATTIVITÀ ILLEGALI IN CAMPO FINANZIARIO E MONETARIO NELLO STATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO E NELLA SANTA SEDE

Motu Proprio del Papa: nuove leggi contro riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Padre Lombardi: trasparenza e credibilità (Radio Vaticana)

NOTA INFORMATIVA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE IN OCCASIONE DELL’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE SUL RICICLAGGIO ED IL TERRORISMO

PRIMO RAPPORTO MONEYVAL CON CUI VIENE VALUTATO IL SISTEMA ANTIRICICLAGGIO DI SANTA SEDE E CITTA' DEL VATICANO: LO SPECIALE DEL BLOG


LETTERA APOSTOLICA IN FORMA DI “MOTU PROPRIO” PER LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO DELLE ATTIVITÀ ILLEGALI IN CAMPO FINANZIARIO E MONETARIO

La Sede Apostolica ha sempre levato la sua voce per esortare tutti gli uomini di buona volontà, e soprattutto i responsabili delle Nazioni, all’impegno nell’edificazione, anche attraverso una pace giusta e duratura in ogni parte del mondo, della universale città di Dio verso cui avanzala storia della comunità dei popoli e delle Nazioni [Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 7: AAS 101 /2009), 645].

La pace purtroppo, ai nostri tempi, in una società sempre più globalizzata, è minacciata da diverse cause, fra le quali quella di un uso improprio del mercato e dell’economia e quella, terribile e distruttrice, della violenza che il terrorismo perpetra, causando morte, sofferenze, odio e instabilità sociale.

Molto opportunamente la comunità internazionale si sta sempre più dotando di principi e strumenti giuridici che permettano di prevenire e contrastare il fenomeno del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.

La Santa Sede approva questo impegno ed intende far proprie queste regole nell’utilizzo delle risorse materiali che servono allo svolgimento della propria missione e dei compiti dello Stato della Città del Vaticano.

In tale quadro, anche in esecuzione della Convenzione Monetaria fra lo Stato della Città del Vaticano e l’Unione Europea del 17 dicembre 2009, ho approvato per lo Stato medesimo l'emanazione della Legge concernente la prevenzione ed il contrasto del riciclaggio dei proventidi attività criminose e del finanziamento del terrorismo del 30 dicembre 2010, che viene oggi promulgata.

Con la presente Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio:

a) stabilisco che la suddetta Legge dello Stato della Città del Vaticano e le sue future modificazioni abbiano vigenza anche per i Dicasteri della Curia Romana e per tutti gli Organismi ed Enti dipendenti dalla Santa Sede ove essi svolgano le attività di cui all’art.2 della medesima Legge;

b) costituisco l’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) indicata nell’articolo 33 della Legge concernente la prevenzione ed il contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo, quale Istituzione collegata alla Santa Sede, a norma degli articoli 186 e 190-191 della Costituzione Apostolica “Pastor Bonus”, conferendo ad essa la personalità giuridica canonica pubblica e la personalità civile vaticana ed approvandone lo Statuto, che è unito al presente Motu Proprio;

c) stabilisco che l’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) eserciti i suoi compiti nei confronti dei Dicasteri della Curia Romana e di tutti gli Organismi ed Enti di cui alla lettera a);

d) delego, limitatamente alle ipotesi delittuose di cui alla suddetta Legge, i competenti Organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano ad esercitare la giurisdizione penale nei confronti dei Dicasteri della Curia Romana e di tutti gli Organismi ed Enti di cui alla lettera a).

Dispongo che quanto stabilito abbia pieno e stabile valore a partire dalla data odierna, nonostante qualsiasi disposizione contraria, pur meritevole di speciale menzione.

La presente Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio stabilisco che sia pubblicata in Acta Apostolicae Sedis.

Dato a Roma, dal Palazzo Apostolico, il 30 dicembre dell’anno 2010, sesto del Pontificato.

BENEDICTUS PP. XVI

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MOTU PROPRIO DI BENEDETTO XVI PER LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO DELLE ATTIVITÀ ILLEGALI IN CAMPO FINANZIARIO E MONETARIO: LO SPECIALE DEL BLOG

IL TESTO DEL MOTU PROPRIO PER LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO DELLE ATTIVITÀ ILLEGALI IN CAMPO FINANZIARIO E MONETARIO

STATUTO DELL’AUTORITÀ DI INFORMAZIONE FINANZIARIA (AIF)

LEGGE CONCERNENTE LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO DEL RICICLAGGIO DEI PROVENTI DI ATTIVITÀ CRIMINOSE E DEL FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO

COMUNICATO SULLA SECONDA VISITA DEGLI ESPERTI DI MONEYVAL IN VATICANO

COMUNICATO SULLA VISITA DEGLI ESPERTI DI MONEYVAL IN VATICANO

COMUNICATO DELLA SEGRETERIA DI STATO CIRCA LA NUOVA NORMATIVA PER LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO DELLE ATTIVITÀ ILLEGALI IN CAMPO FINANZIARIO E MONETARIO NELLO STATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO E NELLA SANTA SEDE

Motu Proprio del Papa: nuove leggi contro riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Padre Lombardi: trasparenza e credibilità (Radio Vaticana)

NOTA INFORMATIVA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE IN OCCASIONE DELL’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE SUL RICICLAGGIO ED IL TERRORISMO

NOTA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE: "PER UNA RIFORMA DEL SISTEMA FINANZIARIO INTERNAZIONALE NELLA PROSPETTIVA DI UN’AUTORITÀ PUBBLICA A COMPETENZA UNIVERSALE"

Rapporto annuale americano sulla “International Narcotics Control Strategy”, Padre Lombardi: prosegue l'impegno della Santa Sede per la trasparenza finanziaria

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Revoca del sequestro dei 23 milioni di euro dello Ior: testo integrale del commento di Padre Lombardi a Radio Vaticana

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L'avvocato cassazionista De Pasquale nominato direttore dell'Autorità per l'Informazione finanziaria in Vaticano (Radio Vaticana)

L’avvocato Antonio Maria Marocco nel Consiglio di Sovrintendenza dello Ior (Cardinale)

Il futuro della finanza vaticana e la battaglia per la trasparenza

L'economo di Tettamanzi sulla via di Roma. Per fare il prelato dello Ior (Rodari)

Luigi Mistò indicato alla carica di prelato dello Ior (Marroni)

Luci e ombre della finanza vaticana (Magister)

La nomina del card. Nicora all'Aif (La Rocca)

Il Papa nomina il cardinale Nicora presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria (Radio Vaticana)

Ior, il Papa nomina i vertici della nuova Authority, Nicora presidente

Il Papa nomina il Presidente ed i membri dell'Authority antiriciclaggio (Izzo)

Benedetto XVI ha nominato questa mattina i vertici dell'Autorita' di Informazione Finanziaria

Anno giudiziario in Vaticano. Il cardinale Bertone: legalità a fondamento della società. La relazione di Picardi (R.V.)

Inaugurazione dell'anno giudiziario in Vaticano, card. Bertone: morale e leggi sono complementari. Picardi: il motu proprio del Papa contro il riciclaggio e le nuove leggi sono un salto di qualità (Izzo)

Le quattro nuove leggi e il "Motu proprio" del Papa contro il riciclaggio di denaro sporco al centro della relazione dell'avvocato Picardi

All’Authority del Papa arriva il vescovo della finanza bianca. La scelta di B-XVI dopo i problemi di riciclaggio (Rodari)

Il card. Nicora a capo dell’Autorità di vigilanza finanziaria (Galeazzi)

Il card. Nicora al vertice dell'authority vaticana creata con motu proprio da Benedetto XVI (Marroni)

Trasparenza e pulizia nella Chiesa. C'e' un vescovo che parla chiaro e denuncia: Benedetto XVI, vescovo di Roma (Vittorio Cristelli)

La rivincita di Luciani: l'affettuoso ricordo di Paolo Rodari

Gianluigi Nuzzi: L'adesione della Santa Sede alla normativa antiriciclaggio è un fatto epocale che si inserisce in quel processo di rinnovamento di cui Benedetto XVI si fa guida ed interprete (Palazzolo)

Si chiude il 2010 del riformatore Ratzinger. Il commento di TMNews

Il Papa vara un'autentica rivoluzione nei modi di maneggiare i soldi in Vaticano. Il commento di Marco Politi

L'anno di grazia di Papa Ratzinger. Il commento di Andrea Tornielli

Vaticano e finanza, la trasparenza detta legge. Con le norme emanate dal Papa, la Santa Sede fa sue le regole della comunità internazionale (Cardinale e Bonini)

La glasnost di Benedetto. Cambio di rotta per la finanza vaticana. La spirito riformatore del Papa compie un passo concreto nella direzione della trasparenza. Con atti giuridici molto chiari (Galluzzo)

Il Vaticano non è più un paradiso fiscale. Lo Ior chiude l'era dei segreti e dei «sacri bonifici» (Marroni)

Ecco gli "007" della finanza di Papa Ratzinger (Peloso)

Benedetto XVI chiude l’epoca degli scandali finanziari e vara le nuove norme vaticane contro il riciclaggio e il terrorismo (Galeazzi)

Il 30 dicembre 2010 diventa una data memorabile nella storia della Chiesa (Zizola)

Il 2010 di Benedetto XVI, pastore mite e fermo che annuncia Cristo, luce del mondo, tra persecuzioni, penitenza e rinnovamento (Radio Vaticana)

Vaticano e capitali, la stretta del Papa (Alberto Melloni)

Il motu proprio del Papa è visto dal New York Times come una vittoria della trasparenza di Benedetto su una parte della gerarchia

Il Vaticano mette ordine nelle sue finanze (El Pais)

Per aver reso trasparente lo Ior Benedetto XVI ha dato ancora una volta prova della profondità del suo pensiero e di quanto sia capace di incidere sulla società contemporanea (Sole 24 Ore)

Benedetto XVI è mite, umile, ma sa essere al contempo deciso. Lo dimostrano il "Motu proprio" contro le frodi ed il riciclaggio e le severissime norme antipedofilia (Tornielli)

Ior, la linea di rottura con il passato di Papa Ratzinger e del card. Bertone alla fine è passata ma in curia non tutti volevano il cambiamento (Monteforte)

Norme antiriciclaggio, un gesto non solo dovuto dalla necessità di entrare nella "white list" ma anche fortemente voluto (Vannucchi)

Al via l'operazione trasparenza nello Ior (Peloso)

Dalla pedofilia allo Ior: le grandi pulizie del Pastore Ratzinger (Santambrogio)

Motu proprio del Papa: nessuna sponda a riciclaggio ed eversione. Il commento di Salvatore Izzo

Il Papa ha varato una vera e propria "rivoluzione" normativa. Il riassunto dell'Ansa

Il Papa vara nuove norme antiriciclaggio, pene severe e Authority (TMNews)

Piercamillo Davigo (ex pm di Tangentopoli): su autoriciclaggio il Vaticano è più avanti dell'Italia (Ansa)

Motu proprio del Papa, Marcello Condemi: Responsabilità e impegno (Osservatore Romano)

Il Vaticano vara nuove norme antiriciclaggio (Reuters)

Motu proprio del Papa: servizio di Corriere TV

Motu Proprio del Papa: nuova legge contro riciclaggio e finanziamento del terrorismo (Radio Vaticana)

Il Papa vara la legge per la trasparenza finanziaria in Vaticano. Sanzioni pesanti per il riciclaggio (Tucci)

Vaticano, varata la legge anti-riciclaggio (Servizio Repubblica TV)

Il Papa vara la legge per la trasparenza finanziaria in Vaticano. Sanzioni pesanti per il riciclaggio (Tucci)

Vaticano, varata la legge anti-riciclaggio (Servizio Repubblica TV)

Padre Lombardi: le nuove norme hanno significato morale e pastorale di ampia portata. Adeguamento senza mezzi termini a norme Ue. Segreteria di Stato: antiriciclaggio vale anche per lo Ior (Izzo)

Dal Papa nuove leggi per la trasparenza, l’onestà e la responsabilità in campo finanziario (AsiaNews)

Vaticano, le principali novità su riciclaggio e terrorismo (Il Velino)

Il Papa contro riciclaggio e terrorismo, le nuove norme vaticane (Manola Piras)

Il Papa promulga anche la legge contro la contraffazione dell'euro. Pene severe per riciclaggio ed eversione. Fra i nuovi reati anche l'inquinamento ambientale ed il traffico di organi (Izzo)

Tutte le somme che escono ed entrano dal Vaticano saranno controllate. Vigilerà la nuova Autorità per informazione finanziaria

Il Papa: «Pace minacciata anche da uso improprio di mercato ed economia» (Corriere)

Il Papa approva la nuova legge contro riciclaggio e terrorismo. Benedetto XVI: la trasparenza finanziaria è condizione per la pace (Izzo)

Il Papa ha chiuso i cancelli del paradiso fiscale. Creato un organo di controllo antiriciclaggio per gli enti finanziari della Santa Sede (Gianluigi Nuzzi)

Il Papa: la Santa Sede intende far proprie le regole che la comunità internazionale si è data per combattere il riciclaggio

Il Papa: la pace è minacciata da diverse cause, fra le quali l'uso improprio del mercato e dell'economia ed il terrorismo

Vaticano: obbligo antiriciclaggio per tutti i soggetti (Ansa)

Motu Proprio: intervista al prof. Condemi (Radio Vaticana)

Vaticano, da oggi norme antiriciclaggio: "Previste pene fino a 15 anni" (Repubblica)

Oggi il Motu Proprio del Pontefice sulle norme finanziarie vaticane (Cardinale)

Svolta nello Ior. Benedetto XVI impone norme antiriciclaggio: servizio di Stefano Maria Paci

Oggi la Santa Sede pubblicherà una serie di leggi e provvedimenti che daranno il via alla riorganizzazione delle finanze della Chiesa universale (Peloso)

Motu proprio del Santo Padre sulla trasparenza: riguarda anche lo Ior. La svolta di Papa Ratzinger (Scaramuzzi)

Papa Benedetto XVI impone la normativa antiriciclaggio in Vaticano (Galli)

Ior, la normativa antiriciclaggio va nella direzione della linea di trasparenza perseguita da Papa Benedetto (Ansaldo)

In Vaticano l'authority antiriciclaggio (Calabrò)

Ior, il traguardo della trasparenza con il "motu proprio" di Benedetto XVI (Manca)

La stretta del Papa sulla finanza Vaticana. Comincia da oggi il nuovo corso dello Ior, segnato dalla linea della trasparenza voluta da Benedetto XVI (Gagliarducci)

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La normativa antiriciclaggio dell’Unione Europea, per volontà di Papa Ratzinger, diventa ufficialmente legge anche Oltretevere. Domani il motu proprio del Santo Padre (Tornielli)

mercoledì 29 dicembre 2010

Il Papa: Come noi Caterina da Bologna soffre la tentazione, soffre le tentazioni dell'incredulità, della sensualità, di un combattimento difficile, spirituale. Si sente abbandonata da Dio, si trova nel buio della fede. Ma in tutte queste situazioni tiene sempre la mano del Signore, non Lo lascia, non Lo abbandona

CICLO DI CATECHESI SULLE GRANDI FIGURE FEMMINILI DELLA CHIESA

CATECHESI DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

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Il Papa: anche davanti alle tentazioni, non abbandonare mai “la mano di Dio” (AsiaNews)

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Il Papa: autorità credibile se umile ed al servizio degli altri (Ansa)

L’UDIENZA GENERALE, 29.12.2010

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sulla figura di Santa Caterina da Bologna (1413-1463).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica
.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Santa Caterina da Bologna

Cari fratelli e sorelle,

in una recente catechesi ho parlato di santa Caterina da Siena. Oggi vorrei presentarvi un’altra Santa, meno conosciuta, che porta lo stesso nome: santa Caterina da Bologna, donna di vasta cultura, ma molto umile; dedita alla preghiera, ma sempre pronta a servire; generosa nel sacrificio, ma colma di gioia nell’accogliere con Cristo la croce.

Nasce a Bologna l'8 settembre 1413, primogenita di Benvenuta Mammolini e di Giovanni de’ Vigri, patrizio ferrarese ricco e colto, Dottore in Legge e pubblico Lettore a Padova, dove svolgeva attività diplomatica per Niccolò III d'Este, marchese di Ferrara. Le notizie sull’infanzia e la fanciullezza di Caterina sono scarse e non tutte sicure. Da bambina vive a Bologna, nella casa dei nonni; qui viene educata dai parenti, soprattutto dalla mamma, donna di grande fede. Si trasferisce con lei a Ferrara quando aveva circa dieci anni ed entra alla corte di Niccolò III d’Este come damigella d’onore di Margherita, figlia naturale di Niccolò. Il marchese sta trasformando Ferrara in una splendida città, chiamando artisti e letterati di vari Paesi. Promuove la cultura e, benché conduca una vita privata non esemplare, cura molto il bene spirituale, la condotta morale e l’educazione dei sudditi.

A Ferrara Caterina non risente degli aspetti negativi, che comportava spesso la vita di corte; gode dell'amicizia di Margherita e ne diventa la confidente; arricchisce la sua cultura: studia musica, pittura, danza; impara a poetare, a scrivere composizioni letterarie, a suonare la viola; diventa esperta nell’arte della miniatura e della copiatura; perfeziona lo studio del latino. Nella vita monastica futura valorizzerà molto il patrimonio culturale e artistico acquisito in questi anni. Apprende con facilità, con passione e con tenacia; mostra grande prudenza, singolare modestia, grazia e gentilezza nel comportamento. Una nota, comunque, la contraddistingue in modo assolutamente chiaro: il suo spirito costantemente rivolto alle cose del Cielo. Nel 1427, a soli quattordici anni, anche in seguito ad alcuni eventi familiari, Caterina decide di lasciare la corte, per unirsi a un gruppo di giovani donne provenienti da famiglie gentilizie che facevano vita comune, consacrandosi a Dio. La madre, con fede, acconsente, benché avesse altri progetti su di lei.

Non conosciamo il cammino spirituale di Caterina prima di questa scelta. Parlando in terza persona, ella afferma che è entrata al servizio di Dio “illuminata dalla grazia divina […] con retta coscienza e grande fervore”, sollecita notte e giorno alla santa orazione, impegnandosi a conquistare tutte le virtù che vedeva in altri, “non per invidia, ma per piacere di più a Dio in cui aveva posto tutto il suo amore” (Le sette armi spirituali, VII, 8, Bologna 1998, p. 12). Notevoli sono i suoi progressi spirituali in questa nuova fase della vita, ma grandi e terribili sono pure le prove, le sofferenze interiori, soprattutto le tentazioni del demonio. Attraversa una profonda crisi spirituale fino alle soglie della disperazione (cfr ibid., VII, p. 12-29). Vive nella notte dello spirito, percossa pure dalla tentazione dell’incredulità verso l’Eucaristia. Dopo tanto patire, il Signore la consola: in una visione le dona la chiara conoscenza della presenza reale eucaristica, una conoscenza così luminosa che Caterina non riesce ad esprimere con le parole (cfr ibid., VIII, 2, p. 42-46). Nello stesso periodo una prova dolorosa si abbatte sulla comunità: sorgono tensioni tra chi vuole seguire la spiritualità agostiniana e chi è più orientata verso la spiritualità francescana.

Tra il 1429 e il 1430 la responsabile del gruppo, Lucia Mascheroni, decide di fondare un monastero agostiniano. Caterina, invece, con altre, sceglie di legarsi alla regola di santa Chiara d’Assisi.

E’ un dono della Provvidenza, perché la comunità abita nei pressi della chiesa di Santo Spirito annessa al convento dei Frati Minori che hanno aderito al movimento dell'Osservanza. Caterina e le compagne possono così partecipare regolarmente alle celebrazioni liturgiche e ricevere un’adeguata assistenza spirituale. Hanno pure la gioia di ascoltare la predicazione di san Bernardino da Siena (cfr ibid., VII, 62, p. 26). Caterina narra che, nel 1429 - terzo anno dalla sua conversione - va a confessarsi da uno dei Frati Minori da lei stimati, compie una buona Confessione e prega intensamente il Signore di donarle il perdono di tutti i peccati e della pena ad essi connessa. Dio le rivela in visione di averle perdonato tutto. È un’esperienza molto forte della misericordia divina, che la segna per sempre, dandole nuovo slancio nel rispondere con generosità all’immenso amore di Dio (cfr ibid., IX, 2, p. 46-48).

Nel 1431 ha una visione del giudizio finale. La terrificante scena dei dannati la spinge a intensificare preghiere e penitenze per la salvezza dei peccatori. Il demonio continua ad assalirla ed ella si affida in modo sempre più totale al Signore e alla Vergine Maria (cfr. ibid., X, 3, p. 53-54). Negli scritti, Caterina ci lascia alcune note essenziali di questo misterioso combattimento, da cui esce vittoriosa con la grazia di Dio. Lo fa per istruire le sue consorelle e coloro che intendono incamminarsi nella via della perfezione: vuole mettere in guardia dalle tentazioni del demonio, che si nasconde spesso sotto sembianze ingannatrici, per poi insinuare dubbi di fede, incertezze vocazionali, sensualità.

Nel trattato autobiografico e didascalico, Le sette armi spirituali, Caterina offre, al riguardo, insegnamenti di grande saggezza e di profondo discernimento. Parla in terza persona nel riportare le grazie straordinarie che il Signore le dona e in prima persona nel confessare i propri peccati. Dal suo scritto traspare la purezza della sua fede in Dio, la profonda umiltà, la semplicità di cuore, l’ardore missionario, la passione per la salvezza delle anime.

Individua sette armi nella lotta contro il male, contro il diavolo: 1. avere cura e sollecitudine nell'operare sempre il bene; 2. credere che da soli non potremo mai fare qualcosa di veramente buono; 3. confidare in Dio e, per amore suo, non temere mai la battaglia contro il male, sia nel mondo, sia in noi stessi; 4. meditare spesso gli eventi e le parole della vita di Gesù, soprattutto la sua passione e morte; 5. ricordarsi che dobbiamo morire; 6. avere fissa nella mente la memoria dei beni del Paradiso; 7. avere familiarità con la Santa Scrittura, portandola sempre nel cuore perché orienti tutti i pensieri e tutte le azioni. Un bel programma di vita spirituale, anche oggi, per ognuno di noi!

In convento, Caterina, nonostante fosse abituata alla corte ferrarese, svolge mansioni di lavandaia, cucitrice, fornaia, ed è addetta alla cura degli animali. Compie tutto, anche i servizi più umili, con amore e con pronta obbedienza, offrendo alle consorelle una testimonianza luminosa.

Ella vede, infatti, nella disobbedienza quell’orgoglio spirituale che distrugge ogni altra virtù. Per obbedienza accetta l’ufficio di maestra delle novizie, nonostante si ritenga incapace di svolgere l’incarico, e Dio continua ad animarla con la sua presenza e i suoi doni: è, infatti, una maestra saggia e apprezzata.

In seguito le viene affidato il servizio del parlatorio. Le costa molto interrompere spesso la preghiera per rispondere alle persone che si presentano alla grata del monastero, ma anche questa volta il Signore non manca di visitarla ed esserle vicino. Con lei il monastero è sempre più un luogo di preghiera, di offerta, di silenzio, di fatica e di gioia. Alla morte dell'abbadessa, i superiori pensano subito a lei, ma Caterina li spinge a rivolgersi alle Clarisse di Mantova, più istruite nelle costituzioni e nelle osservanze religiose. Pochi anni dopo, però, nel 1456, al suo monastero è richiesto di creare una nuova fondazione a Bologna. Caterina preferirebbe terminare i suoi giorni a Ferrara, ma il Signore le appare e la esorta a compiere la volontà di Dio andando a Bologna come abbadessa. Si prepara al nuovo impegno con digiuni, discipline e penitenze. Si reca a Bologna con diciotto consorelle. Da superiora è la prima nella preghiera e nel servizio; vive in profonda umiltà e povertà. Allo scadere del triennio di abbadessa è felice di essere sostituita, ma dopo un anno deve riprendere le sue funzioni, perché la nuova eletta è diventata cieca. Sebbene sofferente e con gravi infermità che la tormentano, svolge il suo servizio con generosità e dedizione.

Ancora per un anno esorta le consorelle alla vita evangelica, alla pazienza e alla costanza nelle prove, all’amore fraterno, all'unione con lo Sposo divino, Gesù, per preparare, così, la propria dote per le nozze eterne. Una dote che Caterina vede nel saper condividere le sofferenze di Cristo, affrontando, con serenità, disagi, angustie, disprezzo, incomprensione (cfr Le sette armi spirituali, X, 20, p. 57-58). All’inizio del 1463 le infermità si aggravano; riunisce le consorelle un’ultima volta nel Capitolo, per annunciare loro la sua morte e raccomandare l'osservanza della regola. Verso la fine di febbraio è colta da forti sofferenze che non la lasceranno più, ma è lei a confortare le consorelle nel dolore, assicurandole del suo aiuto anche dal Cielo. Dopo aver ricevuto gli ultimi Sacramenti, consegna al confessore lo scritto Le sette armi spirituali ed entra in agonia; il suo viso si fa bello e luminoso; guarda ancora con amore quante la circondano e spira dolcemente, pronunciando tre volte il nome di Gesù: è il 9 marzo 1463 (cfr I. Bembo, Specchio di illuminazione. Vita di S. Caterina a Bologna, Firenze 2001, cap. III). Caterina sarà canonizzata dal Papa Clemente XI il 22 maggio 1712. La città di Bologna, nella cappella del monastero del Corpus Domini, custodisce il suo corpo incorrotto.

Cari amici, santa Caterina da Bologna, con le sue parole e con la sua vita, è un forte invito a lasciarci guidare sempre da Dio, a compiere quotidianamente la sua volontà, anche se spesso non corrisponde ai nostri progetti, a confidare nella sua Provvidenza che mai ci lascia soli. In questa prospettiva, santa Caterina parla con noi; dalla distanza di tanti secoli, è, tuttavia, molto moderna e parla alla nostra vita.

Come noi soffre la tentazione, soffre le tentazioni dell'incredulità, della sensualità, di un combattimento difficile, spirituale. Si sente abbandonata da Dio, si trova nel buio della fede. Ma in tutte queste situazioni tiene sempre la mano del Signore, non Lo lascia, non Lo abbandona. E camminando con la mano nella mano del Signore, va sulla via giusta e trova la via della luce. Così, dice anche a noi: coraggio, anche nella notte della fede, anche in tanti dubbi che ci possono essere, non lasciare la mano del Signore, cammina con la tua mano nella sua mano, credi nella bontà di Dio; così è andare sulla via giusta!

E vorrei sottolineare un altro aspetto, quello della sua grande umiltà: è una persona che non vuole essere qualcuno o qualcosa; non vuole apparire; non vuole governare. Vuole servire, fare la volontà di Dio, essere al servizio degli altri. E proprio per questo Caterina era credibile nell’autorità, perché si poteva vedere che per lei l'autorità era esattamente servire gli altri. Chiediamo a Dio, per l’intercessione della nostra Santa il dono di realizzare il progetto che Egli ha su di noi, con coraggio e generosità, perché solo Lui sia la salda roccia su cui si edifica la nostra vita. Grazie.

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lunedì 27 dicembre 2010

Il Papa pranza con gli assistiti delle Missionarie della Carità: Cari amici! Sappiate che il Papa vi vuole bene, vi porta nel cuore, vi raccoglie tutti in un abbraccio paterno e prega per voi. Tanti auguri! Grazie per aver voluto condividere la gioia di questi giorni di festa

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PRANZO OFFERTO DAL SANTO PADRE AI POVERI OSPITI DELLE CASE ROMANE DELLE MISSIONARIE DELLA CARITÀ, 26.12.2010

Alle ore 13 di oggi, Festa della Santa Famiglia, nell’Atrio dell’Aula Paolo VI, il Santo Padre ha partecipato a un pranzo da lui offerto alle persone assistite dalle diverse comunità romane delle Missionarie della Carità, in occasione del 100° anniversario della nascita della Beata Madre Teresa di Calcutta.
Con oltre 350 ospiti dei Centri di accoglienza a Roma, erano presenti 150 Sorelle, i Fratelli contemplativi, i Sacerdoti e i seminaristi, guidati da Sr. Mary Prema Pierick, Superiora Generale delle Suore Missionarie della Carità; Fr. Sebastian Vazhakala, Co-Fondatore e Superiore generale dei Fratelli Contemplativi; Fr. Brian Kolodiejchuk, Superiore generale dei Sacerdoti Missionari della Carità e Postulatore della Causa di Canonizzazione della Beata Teresa di Calcutta.
Al termine del momento conviviale, il Papa ha rivolto ai partecipanti le seguenti parole:


PAROLE DEL SANTO PADRE

Cari amici,

sono molto contento di essere oggi con voi e rivolgo il mio cordiale saluto alla Reverenda Madre Generale delle Missionarie della Carità, ai Sacerdoti, alle Suore, ai Fratelli contemplativi e a tutti voi presenti per vivere insieme questo momento fraterno.

La luce del Natale del Signore riempie i nostri cuori della gioia e della pace annunciata dagli Angeli ai pastori di Betlemme: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”(Lc 2,14).

Il Bambino che vediamo nella grotta è Dio stesso che si è fatto uomo, per mostrarci quanto ci vuole bene, quanto ci ama: Dio è diventato uno di noi, per farsi vicino a ciascuno, per vincere il male, per liberarci dal peccato, per darci speranza, per dirci che non siamo mai soli. Noi possiamo sempre rivolgerci a Lui, senza paura, chiamandolo Padre, sicuri che in ogni momento, in ogni situazione della vita, anche nelle più difficili, Egli non ci dimentica. Dobbiamo dirci più spesso: Sì, Dio si prende cura proprio di me, mi vuole bene, Gesù è nato anche per me; devo avere sempre fiducia in Lui.

Cari fratelli e sorelle, lasciamo che la luce del Bambino Gesù, del Figlio di Dio fatto uomo illumini la nostra vita per trasformarla in luce, come vediamo in modo speciale nella vita dei santi. Penso alla testimonianza della beata Teresa di Calcutta, un riflesso della luce dell’amore di Dio. Celebrare 100 anni dalla sua nascita è motivo di gratitudine e di riflessione per un rinnovato e gioioso impegno al servizio del Signore e dei fratelli, specialmente dei più bisognosi. Il Signore stesso voleva essere bisognoso, come sappiamo. Care Suore, cari Sacerdoti e Fratelli, cari amici del personale, la carità è la forza che cambia il mondo, perché Dio è amore (cfr 1Gv 4,7-9). La beata Teresa di Calcutta ha vissuto la carità verso tutti senza distinzione, ma con una preferenza per i più poveri e abbandonati: un segno luminoso della paternità e della bontà di Dio. Ha saputo riconoscere in ognuno il volto di Cristo, da Lei amato con tutta se stessa: il Cristo che adorava e riceveva nell’Eucaristia continuava ad incontrarLo per le strade e per le vie della città, diventando “immagine” viva di Gesù che versa sulle ferite dell’uomo la grazia dell’amore misericordioso. A chi si domanda perché Madre Teresa sia diventata così famosa, la risposta è semplice: perché è vissuta in modo umile e nascosto, per amore e nell’amore di Dio. Ella stessa affermava che il suo più grande premio era amare Gesù e servirlo nei poveri. La sua figura piccola, con le mani giunte o mentre accarezzava un malato, un lebbroso, un moribondo, un bimbo, è il segno visibile di un’esistenza trasformata da Dio. Nella notte del dolore umano ha fatto risplendere la luce dell’Amore divino e ha aiutato tanti cuori a trovare quella pace che solo Dio può donare.

Ringraziamo il Signore, perché nella beata Teresa di Calcutta tutti abbiamo visto come la nostra esistenza può cambiare quando incontra Gesù; può diventare per gli altri riflesso della luce di Dio. A tanti uomini e donne, in situazioni di miseria e di sofferenza, Ella ha donato la consolazione e la certezza che Dio non abbandona nessuno, mai! La sua missione continua attraverso quanti, qui come in altre parti del mondo, vivono il suo carisma di essere missionari e missionarie della Carità. La nostra gratitudine è grande, care Sorelle, cari Fratelli, per la vostra presenza umile, discreta, nascosta agli occhi degli uomini, ma straordinaria e preziosa per il cuore di Dio. All’uomo spesso in ricerca di felicità illusorie, la vostra testimonianza di vita dice dove si trova la vera gioia: nel condividere, nel donare, nell’amare con la stessa gratuità di Dio che rompe la logica dell’egoismo umano.

Cari amici! Sappiate che il Papa vi vuole bene, vi porta nel cuore, vi raccoglie tutti in un abbraccio paterno e prega per voi. Tanti auguri! Grazie per aver voluto condividere la gioia di questi giorni di festa.

Invoco la materna protezione della Santa Famiglia di Nazareth che oggi celebriamo - Gesù, Maria e Giuseppe - e benedico voi tutti e i vostri cari.

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domenica 26 dicembre 2010

Il Papa: Di questo hanno bisogno i bambini: dell’amore del padre e della madre. E’ questo che dà loro sicurezza e che, nella crescita, permette la scoperta del senso della vita

FESTIVITA' NATALIZIE: LO SPECIALE DEL BLOG

ANGELUS: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA



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Il Papa: Quant’è importante, allora, che ogni bambino, venendo al mondo, sia accolto dal calore di una famiglia! Non importano le comodità esteriori

Il Papa: "Ripeto ancora una volta l’appello ad abbandonare la via dell’odio per trovare soluzioni pacifiche dei conflitti"

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 26.12.2010

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Il Vangelo secondo Luca racconta che i pastori di Betlemme, dopo aver ricevuto dall’angelo l’annuncio della nascita del Messia, "andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia" (2,16). Ai primi testimoni oculari della nascita di Gesù si presentò, dunque, la scena di una famiglia: madre, padre e figlio neonato. Per questo la Liturgia ci fa celebrare, nella prima domenica dopo il Natale, la festa della santa Famiglia. Quest’anno essa ricorre proprio all’indomani del Natale e, prevalendo su quella di santo Stefano, ci invita a contemplare questa "icona" in cui il piccolo Gesù appare al centro dell’affetto e delle premure dei suoi genitori. Nella povera grotta di Betlemme – scrivono i Padri della Chiesa – rifulge una luce vivissima, riflesso del profondo mistero che avvolge quel Bambino, e che Maria e Giuseppe custodiscono nei loro cuori e lasciano trasparire nei loro sguardi, nei gesti, soprattutto nei loro silenzi. Essi, infatti, conservano nell’intimo le parole dell’annuncio dell’angelo a Maria: "colui che nascerà sarà chiamato Figlio di Dio" (Lc 1,35).

Eppure, la nascita di ogni bambino porta con sé qualcosa di questo mistero! Lo sanno bene i genitori che lo ricevono come un dono e che, spesso, così ne parlano. A tutti noi è capitato di sentir dire a un papà e a una mamma: "Questo bambino è un dono, un miracolo!". In effetti, gli esseri umani vivono la procreazione non come mero atto riproduttivo, ma ne percepiscono la ricchezza, intuiscono che ogni creatura umana che si affaccia sulla terra è il "segno" per eccellenza del Creatore e Padre che è nei cieli.

Quant’è importante, allora, che ogni bambino, venendo al mondo, sia accolto dal calore di una famiglia! Non importano le comodità esteriori: Gesù è nato in una stalla e come prima culla ha avuto una mangiatoia, ma l’amore di Maria e di Giuseppe gli ha fatto sentire la tenerezza e la bellezza di essere amati.

Di questo hanno bisogno i bambini: dell’amore del padre e della madre. E’ questo che dà loro sicurezza e che, nella crescita, permette la scoperta del senso della vita. La santa Famiglia di Nazareth ha attraversato molte prove, come quella – ricordata nel Vangelo secondo Matteo – della "strage degli innocenti", che costrinse Giuseppe e Maria ed emigrare in Egitto (cfr 2,13-23). Ma, confidando nella divina Provvidenza, essi trovarono la loro stabilità e assicurarono a Gesù un’infanzia serena e una solida educazione.

Cari amici, la santa Famiglia è certamente singolare e irripetibile, ma al tempo stesso è "modello di vita" per ogni famiglia, perché Gesù, vero uomo, ha voluto nascere in una famiglia umana, e così facendo l’ha benedetta e consacrata. Affidiamo pertanto alla Madonna e a san Giuseppe tutte le famiglie, affinché non si scoraggino di fronte alle prove e alle difficoltà, ma coltivino sempre l’amore coniugale e si dedichino con fiducia al servizio della vita e dell’educazione.

DOPO L’ANGELUS DOPO L’ANGELUS

In questo tempo del Santo Natale, il desiderio e l’invocazione del dono della pace si sono fatti ancora più intensi. Ma il nostro mondo continua ad essere segnato dalla violenza, specialmente contro i discepoli di Cristo. Ho appreso con grande tristezza l’attentato in una chiesa cattolica nelle Filippine, mentre si celebravano i riti del giorno di Natale, come pure l’attacco a chiese cristiane in Nigeria. La terra si è macchiata ancora di sangue in altre parti del mondo come in Pakistan. Desidero esprimere il mio sentito cordoglio per le vittime di queste assurde violenze, e ripeto ancora una volta l’appello ad abbandonare la via dell’odio per trovare soluzioni pacifiche dei conflitti e donare alle care popolazioni sicurezza e serenità. In questo giorno in cui celebriamo la Santa Famiglia, che visse la drammatica esperienza di dover fuggire in Egitto per la furia omicida di Erode, ricordiamo anche tutti coloro – in particolare le famiglie - che sono costretti ad abbandonare le proprie case a causa della guerra, della violenza e dell’intolleranza. Vi invito, quindi, ad unirvi a me nella preghiera per chiedere con forza al Signore che tocchi il cuore degli uomini e porti speranza, riconciliazione e pace.

Je salue cordialement les pèlerins de langue française ! Célébrant aujourd’hui la fête de la Sainte Famille, nous nous rappelons que chaque famille humaine doit être le reflet de la beauté de l’amour divin et au fondement d’une civilisation de l’amour. Rendons grâce à Dieu pour nos familles, demandons-Lui de les bénir et de les garder toujours unies par les liens de son amour ! Bonne fête à tous !

I am pleased to greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Angelus prayer on the Feast of the Holy Family. Reflecting on the love of Jesus, Mary and Joseph for one another, we see that Nazareth is a kind of school where we may begin to discover the life of Christ and to understand his Gospel. May the peace of the Holy Family always be in your homes and fill you with gladness. Upon you and your loved ones, I invoke God’s abundant blessings!

Einen weihnachtlichen Gruß richte ich an die Pilger und Besucher deutscher Sprache. Heute feiert die Kirche das Fest der Heiligen Familie. Das Wort Gottes ist Mensch geworden und in einer Familie aufgewachsen, die ihm in den Stürmen der Zeit Schutz und Heimat gegeben hat. Jesus Christus segne auch unsere Familien und lasse den Glanz seiner göttlichen Liebe in ihnen aufscheinen. Euch und euern Lieben wünsche ich eine gnadenreiche Weihnachtszeit.

Saludo cordialmente a los fieles de lengua española que participan en esta oración mariana. En la fiesta de la Sagrada Familia, contemplamos el misterio del Hijo de Dios que vino al mundo rodeado del afecto de María y de José. Invito a las familias cristianas a mirar con confianza el hogar de Nazaret, cuyo ejemplo de vida y comunión nos alienta a afrontar las preocupaciones y necesidades domésticas con profundo amor y recíproca comprensión. A vosotros y a vuestras familias os reitero mi cordial felicitación en estas fiestas de Navidad. Que Dios os bendiga siempre.

Pozdrawiam Polaków. Dziś, w niedzielę Świętej Rodziny, proszę Boga, aby wiara, nadzieja i miłość były fundamentem stałości polskich rodzin. Małżeńska miłość mężczyzny i kobiety niech owocuje nowym życiem i duchowym wzrastaniem przyszłych pokoleń. Niech Bóg wam błogosławi!

[Saluto i polacchi. Oggi, nella domenica della Santa Famiglia, chiedo a Dio che la fede, la speranza e l’amore siano il fondamento della saldezza delle famiglie polacche. L’amore coniugale dell’uomo e della donna fruttifichi di nuova vita e di crescita spirituale nelle future generazioni. Dio vi benedica!]

Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. Auguro a tutti di vivere in serenità e armonia questi giorni, condividendo la gioia profonda che scaturisce dalla Nascita di Cristo. Buona domenica!

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