martedì 31 agosto 2010

Il Papa: lasciamoci toccare dalla gratitudine per il fatto che Dio esiste, Egli è così com’è, che Egli è così com’è Gesù Cristo...


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Concluso l'incontro degli ex allievi del Papa (O.R.)

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A lezione dal prof. Ratzinger (Galeazzi)

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Inizia l'incontro degli ex alunni di Joseph Ratzinger (Zenit)

Sul concilio Vaticano II l'incontro degli ex allievi del Papa. Da venerdì 27 a lunedì 30 a Castel Gandolfo (Osservatore Romano)

PAROLE DEL SANTO PADRE ALL’INIZIO DELLA SANTA MESSA A CONCLUSIONE DELL’INCONTRO CON IL "RATZINGER SCHÜLERKREIS" (CASTEL GANDOLFO, 29 AGOSTO 2010), 31.08.2010

Pubblichiamo di seguito le parole che il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto all’inizio della Santa Messa al termine dell’incontro con un gruppo di Suoi ex-Allievi (Ratzinger Schülerkreis) svoltosi a Castel Gandolfo dal 27 al 30 agosto 2010:

PAROLE DEL SANTO PADRE

Liebe Freunde, am Ende des heutigen Evangeliums weist uns der Herr darauf hin, wie sehr wir immer noch nach der Weise der Heiden leben; nur in der Gegenseitigkeit die einladen, die uns wieder einladen, denen geben von denen wir wieder empfangen. Die Weise Gottes ist anders: Wir erleben es in der heiligen Eucharistie, er lädt uns zu Tisch, die wir vor ihm lahm, blind und taub sind; er lädt uns, die wir ihm nichts zu geben haben. Wir wollen uns bei diesem Geschehen vor allem von der Dankbarkeit berühren lassen, daß es Gott gibt, daß Gott so ist, wie er ist, daß er so ist, wie Jesus Christus ist, daß er uns, obwohl wir nichts zu geben haben und voller Schuld sind, an seinen Tisch lädt und mit uns zu Tische sein will. Aber wir wollen doch auch uns davon berühren lassen, Schuld zu empfinden, daß wir so wenig aus dem Heidnischen heraustreten, so wenig wirklich das Neue, die Weise Gottes leben. Und deswegen beginnen wir die heilige Messe mit der Bitte um Vergebung, um eine Vergebung die uns ändert, die uns wirklich Gott ähnlich, Gott ebenbildlich werden läßt.

[Cari amici, alla fine del Vangelo di oggi, il Signore ci fa notare come in realtà continuiamo a vivere alla maniera dei pagani; come invitiamo, per reciprocità, soltanto chi ricambierà l’invito; come doniamo solo a chi ci restituirà. Ma lo stile di Dio è diverso: lo sperimentiamo nella Santa Eucaristia. Egli invita alla sua mensa noi, che davanti a lui siamo zoppi, ciechi e sordi; egli invita noi, che non abbiamo nulla da dargli.
Durante questo evento dell’Eucaristia, lasciamoci toccare soprattutto dalla gratitudine per il fatto che Dio esiste, che Egli è così com’è, che Egli è così com’è Gesù Cristo, che Egli – nonostante non abbiamo nulla da dargli e siamo pieni di colpe – ci invita alla sua mensa e vuole stare a tavola con noi. Ma vogliamo anche essere toccati dal sentire la colpa di staccarci così poco dallo stile pagano, di vivere così poco la novità, lo stile di Dio. E per questo iniziamo la Santa Messa chiedendo perdono: un perdono che ci cambi, che ci faccia diventare veramente simili a Dio, a sua immagine e somiglianza.]

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domenica 29 agosto 2010

Il Papa: guardiamo a Cristo come modello di umiltà e di gratuità: da Lui apprendiamo la pazienza nelle tentazioni, la mitezza nelle offese...


ANGELUS: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA



Vedi anche:

Il Papa: Il Signore non intende dare una lezione sul galateo, né sulla gerarchia tra le diverse autorità. Egli insiste sull'umiltà (Sir)

Benedetto XVI spiega all'Angelus il valore spesso trascurato dell'umiltà (Sir)

Cile, iniziate le operazioni per salvare i minatori. Il Papa all’Angelus: «Prego per la loro serenità»

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Benedetto XVI ricorda i minatori intrappolati a San José (Zenit)

Il Papa: la terra appartiene alle generazioni future (Zenit)

Il Papa: Cristo è un modello di umiltà e gratuità per l'umanità degradata dal peccato (Apcom)

Il Papa: Non ci può essere pace senza rispetto per l'ambiente (Apcom)

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Il Papa ricorda con affetto e prega per i minatori cileni intrappolati a S. José (AsiaNews)

Il Papa all’Angelus parla della difesa dell’ambiente: senza di essa non c’è pace. Appello per i minatori intrappolati in Cile (Radio Vaticana)

Il Papa saluta con affetto i minatori cileni imprigionati in una miniera di rame (Izzo)

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 29.08.2010

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

nel Vangelo di questa domenica (Lc 14,1.7-14), incontriamo Gesù commensale nella casa di un capo dei farisei. Notando che gli invitati sceglievano i primi posti a tavola, Egli raccontò una parabola, ambientata in un banchetto nuziale. "Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: «Cèdigli il posto!» ... Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto" (Lc 14,8-10).
Il Signore non intende dare una lezione sul galateo, né sulla gerarchia tra le diverse autorità. Egli insiste piuttosto su un punto decisivo, che è quello dell’umiltà: "chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato" (Lc 14,11). Questa parabola, in un significato più profondo, fa anche pensare alla posizione dell’uomo in rapporto a Dio.

L’"ultimo posto" può infatti rappresentare la condizione dell’umanità degradata dal peccato, condizione dalla quale solo l’incarnazione del Figlio Unigenito può risollevarla.

Per questo Cristo stesso "ha preso l’ultimo posto nel mondo — la croce — e proprio con questa umiltà radicale ci ha redenti e costantemente ci aiuta" (Enc. Deus caritas est, 35).

Al termine della parabola, Gesù suggerisce al capo dei farisei di invitare alla sua mensa non gli amici, i parenti o i ricchi vicini, ma le persone più povere ed emarginate, che non hanno modo di ricambiare (cfr Lc 14,13-14), perché il dono sia gratuito. La vera ricompensa, infatti, alla fine, la darà Dio, "che governa il mondo ... Noi gli prestiamo il nostro servizio solo per quello che possiamo e finché Egli ce ne dà la forza" (Enc. Deus caritas est, 35).

Ancora una volta, dunque, guardiamo a Cristo come modello di umiltà e di gratuità: da Lui apprendiamo la pazienza nelle tentazioni, la mitezza nelle offese, l’obbedienza a Dio nel dolore, in attesa che Colui che ci ha invitato ci dica: "Amico, vieni più avanti!" (cfr Lc 14,10); il vero bene, infatti, è stare vicino a Lui.

San Luigi IX, re di Francia – la cui memoria ricorreva mercoledì scorso – ha messo in pratica ciò che è scritto nel Libro del Siracide: "Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore" (3,18). Così egli scriveva nel suo "Testamento spirituale al figlio": "Se il Signore ti darà qualche prosperità, non solo lo dovrai umilmente ringraziare, ma bada bene a non diventare peggiore per vanagloria o in qualunque altro modo, bada cioè a non entrare in contrasto con Dio o offenderlo con i suoi doni stessi" (Acta Sanctorum Augusti 5 [1868], 546).

Cari amici, oggi ricordiamo anche il martirio di san Giovanni Battista, il più grande tra i profeti di Cristo, che ha saputo rinnegare se stesso per fare spazio al Salvatore, e ha sofferto ed è morto per la verità. Chiediamo a lui e alla Vergine Maria di guidarci sulla via dell’umiltà, per diventare degni della ricompensa divina.

DOPO L’ANGELUS DOPO L’ANGELUS

Il prossimo 1° settembre si celebra in Italia la Giornata per la salvaguardia del creato, promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana. E’ un appuntamento ormai abituale, importante anche sul piano ecumenico. Quest’anno ci ricorda che non ci può essere pace senza rispetto dell’ambiente. Abbiamo infatti il dovere di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch’esse possano degnamente abitarla e ulteriormente conservarla. Il Signore ci aiuti in questo compito!

Je vous accueille avec joie, chers pèlerins francophones! En ce dimanche, les textes liturgiques mettent en évidence l’inestimable grandeur de l’humilité. Se laissant instruire par la Sagesse divine, celui qui est humble dirige son regard vers Dieu et cherche la vérité en toute chose. Il aspire aussi à la beauté d’une vie authentique. Confions à Marie, l’humble Servante du Seigneur et Mère du Verbe incarné, notre désir de marcher à la suite de son Fils. A tous je souhaite un bon dimanche et une bonne semaine !

I am pleased to greet the English-speaking visitors here today, especially the group of students from the Pontifical North American College. I pray that all of you, whether you are here on holiday or on pilgrimage or pursuing studies in Rome, will be able to draw closer to the Lord in prayer and thanksgiving. May God bestow abundant blessings upon all of you, and upon your families and loved ones at home.

Von Herzen grüße ich die deutschsprachigen Gäste, besonders die Pilger aus Neustift. Die Lesungen des heutigen Sonntags sprechen von der Demut. Christus rückt unsere irdischen Vorstellungen zurecht: Vor Gott zählt nicht das menschlich Große, sondern das Geringe, das Verachtete. Nicht die Selbstherrlichkeit macht den Menschen groß, sondern das Leben nach Gottes Willen und die Gemeinschaft mit ihm. Nehmen wir uns dabei die Heiligen zum Vorbild! Gottes Geist begleite euch!

Al saludar cordialmente a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana, quisiera recordar con particular afecto a los mineros que se encuentran atrapados en el yacimiento de san José, en la región chilena de Atacama. A ellos y a sus familiares los encomiendo a la intercesión de San Lorenzo, asegurándoles mi cercanía espiritual y mis continuas oraciones, para que mantengan la serenidad en la espera de una feliz conclusión de los trabajos que se están llevando a cabo para su rescate. Y a todos os invito a acoger hoy la Palabra de Cristo, para crecer en fe, humildad y generosidad. Feliz domingo.

Serdecznie witam obecnych tu Polaków. Dzisiejsza liturgia wzywa nas wszystkich do pokory. Polega ona na znajomości swojego miejsca w społeczeństwie, ale też w planach Bożych. „O ile wielki jesteś, o tyle się uniżaj, a znajdziesz łaskę u Pana. Wielka jest bowiem potęga Pana". Praktykowanie cnoty pokory niech nas zbliża do ludzi i do Boga. Niech Bóg wam błogosławi!

[Do un cordiale benvenuto ai polacchi qui presenti. La liturgia odierna ci chiama tutti all’umiltà. Essa consiste nella conoscenza del proprio posto nella società e nei disegni di Dio. "Quanto più sei grande, tanto più umiliati; così troverai grazia davanti al Signore; perché grande è la potenza del Signore". La pratica della virtù dell’umiltà ci avvicini agli uomini e a Dio. Dio vi benedica!]

Infine, saluto di cuore i pellegrini di lingua italiana, in particolare il gruppo di Cooperatori Paolini; i numerosi ragazzi che hanno ricevuto la Cresima o la riceveranno: da Boccaleone, da Arcene e dalle diocesi di Vicenza e di Padova; la Confraternita del SS.mo Sacramento di Bariano; i fedeli provenienti dalla diocesi di Verona e da Santo Stefano Ticino; e i ragazzi di Grassobbio. Saluto anche il gruppo golfistico venuto da Milano e quello ciclistico di Nave. A tutti auguro una buona domenica.

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giovedì 26 agosto 2010

Il Papa: Madre Teresa è stata un dono inestimabile per la Chiesa e per il mondo


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE A SR. MARY PREMA, SUPERIORA GENERALE DELLE MISSIONARIE DELLA CARITÀ, PER IL CENTENARIO DELLA NASCITA DI MADRE TERESA DI CALCUTTA, 26.08.2010

Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato a Sr. Mary Prema, Superiora Generale delle Missionarie della Carità, per il centenario della nascita di Madre Teresa di Calcutta e letto questa mattina nel corso di una celebrazione nella Casa Madre delle Suore a Calcutta:

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

Invio cordiali saluti a lei e a tutte le Missionarie della Carità all'inizio delle celebrazioni del centenario della nascita della Beata Madre Teresa, fondatrice del vostro ordine e modello esemplare di virtù cristiana.

Confido nel fatto che quest'anno sarà per la Chiesa e per il mondo un'occasione di gratitudine fervente verso Dio per il dono inestimabile che Madre Teresa è stata nel corso della sua vita e che continua a essere attraverso l'opera amorevole e instancabile che svolgete voi, sue figlie spirituali.

Per prepararvi a quest'anno, avete cercato di avvicinarvi ancora di più alla persona di Gesù, la cui sete di anime è estinta dal vostro ministero per Lui nei più poveri fra i poveri. Avendo risposto con fiducia alla chiamata diretta del Signore, Madre Teresa ha esemplificato eccellentemente le parole di san Giovanni: «Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di Dio è perfetto in noi» (1Gv, 4, 11-12).

Che questo amore continui a ispirarvi, Missionarie della carità, a donarvi generosamente a Gesù, a quanti vedete e servite, ovvero ai poveri, agli emarginati e agli abbandonati. Vi incoraggio ad attingere con costanza dalla spiritualità e dall'esempio di Madre Teresa e, seguendo le sue orme, ad accogliere l'invito di Cristo: «Venite e siate la mia luce». Partecipando spiritualmente alle celebrazioni per il centenario, con grande affetto nel Signore, imparto di tutto cuore alle Missionarie della carità e a tutti coloro che servite, la mia paterna Benedizione Apostolica.

BENEDICTUS PP. XVI

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mercoledì 25 agosto 2010

Il Papa: si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per sant’Agostino


SANT'AGOSTINO NELLA CATECHESI DI PAPA BENEDETTO XVI

CATECHESI DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Vedi anche:

Un santo per amico. Agostino, compagno di viaggio di Benedetto XVI (Corradi)

In preghiera dal Papa un anno dopo la tragedia (Repubblica)

Il Papa consola un uomo la cui moglie suicida ha ucciso i loro due figli (Zenit)

Il Papa: S. Agostino per i non credenti: non abbiate paura della Verità (AsiaNews)

Il Papa: paradossale che si indichi il relativismo come valore guida (Izzo)

Il Papa: non cessare mai di cercare la Verità (Sir)

Appello del Papa per la fine delle violenze in Somalia (Sir)

Il Papa: non si risparmino gli sforzi per la pace e la giustizia in Somalia (Izzo)

Udienza generale: appello per la fine delle violenze in Somalia. Poi il Papa, sulla scia di Sant'Agostino, invita a non cessare di cercare la Verità

L’UDIENZA GENERALE, 25.08.2010

Alle ore 10.30 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per incontrare i fedeli ed i pellegrini convenuti per l’Udienza Generale del mercoledì.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sulla figura di Sant’Agostino. Quindi ha salutato in diverse lingue i gruppi di fedeli presenti. Infine, ha rivolto un appello per la fine delle violenze a Mogadiscio (Somalia).
L’Udienza si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.


CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

nella vita di ciascuno di noi ci sono persone molto care, che sentiamo particolarmente vicine, alcune sono già nelle braccia di Dio, altre condividono ancora con noi il cammino della vita: sono i nostri genitori, i parenti, gli educatori; sono persone a cui abbiamo fatto del bene o da cui abbiamo ricevuto del bene; sono persone su cui sappiamo di poter contare.

E’ importante, però, avere anche dei "compagni di viaggio" nel cammino della nostra vita cristiana: penso al Direttore spirituale, al Confessore, a persone con cui si può condividere la propria esperienza di fede, ma penso anche alla Vergine Maria e ai Santi. Ognuno dovrebbe avere qualche Santo che gli sia familiare, per sentirlo vicino con la preghiera e l’intercessione, ma anche per imitarlo. Vorrei invitarvi, quindi, a conoscere maggiormente i Santi, a iniziare da quello di cui portate il nome, leggendone la vita, gli scritti. Siate certi che diventeranno buone guide per amare ancora di più il Signore e validi aiuti per la vostra crescita umana e cristiana.

Come sapete, anch’io sono legato in modo speciale ad alcune figure di Santi: tra queste, oltre a san Giuseppe e san Benedetto dei quali porto il nome, e ad altri, c’è sant’Agostino, che ho avuto il grande dono di conoscere, per così dire, da vicino attraverso lo studio e la preghiera e che è diventato un buon "compagno di viaggio" nella mia vita e nel mio ministero.

Vorrei sottolineare ancora una volta un aspetto importante della sua esperienza umana e cristiana, attuale anche nella nostra epoca in cui sembra che il relativismo sia paradossalmente la "verità" che deve guidare il pensiero, le scelte, i comportamenti.

Sant’Agostino è un uomo che non è mai vissuto con superficialità; la sete, la ricerca inquieta e costante della Verità è una delle caratteristiche di fondo della sua esistenza; non, però, delle "pseudo-verità" incapaci di dare pace duratura al cuore, ma di quella Verità che dà senso all’esistenza ed è "la dimora" in cui il cuore trova serenità e gioia. Il suo, lo sappiamo, non è stato un cammino facile: ha pensato di incontrare la Verità nel prestigio, nella carriera, nel possesso delle cose, nelle voci che gli promettevano felicità immediata; ha commesso errori, ha attraversato tristezze, ha affrontato insuccessi, ma non si è mai fermato, non si è mai accontentato di ciò che gli dava solamente un barlume di luce; ha saputo guardare nell’intimo di se stesso e si è accorto, come scrive nelle Confessioni, che quella Verità, quel Dio che cercava con le sue forze era più intimo a sé di se stesso, gli era stato sempre accanto, non lo aveva mai abbandonato, era in attesa di poter entrare in modo definitivo nella sua vita (cfr III, 6, 11; X, 27, 38).

Come dicevo a commento del recente film sulla sua vita, sant’Agostino ha capito, nella sua inquieta ricerca, che non è lui ad aver trovato la Verità, ma la Verità stessa, che è Dio, lo ha rincorso e lo ha trovato (cfr L’Osservatore Romano, giovedì 4 settembre 2009, p. 8). Romano Guardini commentando un brano del capitolo terzo delle Confessioni afferma: sant’Agostino comprese che Dio è "gloria che ci getta in ginocchio, bevanda che estingue la sete, tesoro che rende felici, […egli ebbe] la pacificante certezza di chi finalmente ha capito, ma anche la beatitudine dell’amore che sa: Questo è tutto e mi basta" (Pensatori religiosi, Brescia 2001, p. 177).

Sempre nelle Confessioni, al Libro nono, il nostro Santo riporta un colloquio con la madre, santa Monica – la cui memoria si celebra il prossimo venerdì, dopodomani. È una scena molto bella: lui e la madre stanno a Ostia, in un albergo, e dalla finestra vedono il cielo e il mare, e trascendono cielo e mare, e per un momento toccano il cuore di Dio nel silenzio delle creature.

E qui appare un'idea fondamentale nel cammino verso la Verità: le creature debbono tacere se deve subentrare il silenzio in cui Dio può parlare. Questo è vero sempre anche nel nostro tempo: a volte si ha una sorta di timore del silenzio, del raccoglimento, del pensare alle proprie azioni, al senso profondo della propria vita, spesso si preferisce vivere solo l’attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura; si preferisce vivere, perché sembra più facile, con superficialità, senza pensare; si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per sant’Agostino.

Cari fratelli e sorelle, vorrei dire a tutti, anche a chi è in un momento di difficoltà nel suo cammino di fede, a chi partecipa poco alla vita della Chiesa o a chi vive "come se Dio non esistesse", di non avere paura della Verità, di non interrompere mai il cammino verso di essa, di non cessare mai di ricercare la verità profonda su se stessi e sulle cose con l’occhio interiore del cuore. Dio non mancherà di donare Luce per far vedere e Calore per far sentire al cuore che ci ama e che desidera essere amato.

L’intercessione della Vergine Maria, di sant’Agostino e di santa Monica ci accompagni in questo cammino.

APPELLO DEL SANTO PADRE

Il mio pensiero va a Mogadiscio, da dove continuano a giungere notizie di efferate violenze e che ieri è stata teatro di una nuova strage. Sono vicino alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che, in Somalia, soffrono a causa dell'odio e dell'instabilità. Auspico che, con l'aiuto della comunità internazionale, non si risparmino sforzi per ristabilire il rispetto della vita e dei diritti umani.

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Al termine dei saluti ai fedeli riuniti nel cortile, il Papa si è affacciato sulla piazza di Castel Gandolfo e ha rivolto le seguenti parole a quanti non avevano trovato posto all’interno del Palazzo Apostolico:

Cari amici,

grazie per la vostra presenza e il vostro entusiasmo. Vi auguro una buona giornata, buone vacanze e molta gioia in questi giorni caldi. Il Signore vi aiuti e vi accompagni sempre. Vi do la mia benedizione.

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domenica 22 agosto 2010

Il Papa: La piccola e semplice fanciulla di Nazaret è diventata la Regina del mondo! Questa è una delle meraviglie che rivelano il cuore di Dio


ANGELUS: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

ANGELUS: FOTO ANSA



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I cacciatori di stranieri: Adriano Sofri commenta l'Angelus del Papa

Il Papa all'Angelus: dobbiamo aiutarci gli uni gli altri come fratelli. Accogliere le legittime diversità umane (Sir)

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Il Papa: opposta a quella del mondo, la logica del Vangelo ci fa scoprire fratelli nonostante le differenze (Izzo)

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Il Papa: "Giusto accogliere diversità umane" (Repubblica)

Il messaggio di Benedetto XVI: «I genitori educhino i loro figli alla fraternità universale» (Corriere)

Benedetto XVI all’Angelus: Maria, Madre e Regina, doni la pace al mondo e ci aiuti a costruire la civiltà dell’amore (Radio Vaticana)

Il Papa: la chiamata di tutti gli uomini alla salvezza, di cui parla la Liturgia odierna, sia anche un invito a saper accogliere le diversità (Ansa)

Il Papa: La preghiera di Maria Regina della pace, dove infierisce l’assurda logica della violenza (AsiaNews)

Il monito del Papa: Accogliere le persone di tutte le nazioni (Apcom)

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 22.08.2010

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Otto giorni dopo la solennità della sua Assunzione al Cielo, la liturgia ci invita a venerare la Beata Vergine Maria col titolo di "Regina".

La Madre di Cristo viene contemplata incoronata dal suo Figlio, cioè associata alla sua Regalità universale, così come la raffigurano numerosi mosaici e dipinti.

Anche questa memoria ricorre quest’anno in domenica, acquistando una maggiore luce dalla Parola di Dio e dalla celebrazione della Pasqua settimanale. In particolare, l’icona della Vergine Maria Regina trova un significativo riscontro nel Vangelo odierno, là dove Gesù afferma: "Ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi" (Lc 13,30). E’ questa una tipica espressione di Cristo, riportata più volte dagli Evangelisti – anche con formule similari –, perché evidentemente riflette un tema caro alla sua predicazione profetica. La Madonna è l’esempio perfetto di tale verità evangelica, che cioè Dio abbassa i superbi e i potenti di questo mondo e innalza gli umili (cfr Lc 1,52).

La piccola e semplice fanciulla di Nazaret è diventata la Regina del mondo! Questa è una delle meraviglie che rivelano il cuore di Dio. Naturalmente la regalità di Maria è totalmente relativa a quella di Cristo: Egli è il Signore, che, dopo l’umiliazione della morte di croce, il Padre ha esaltato al di sopra di ogni creatura nei cieli, sulla terra e sotto terra (cfr Fil 2,9-11).

Per un disegno di grazia, la Madre Immacolata è stata pienamente associata al mistero del Figlio: alla sua Incarnazione; alla sua vita terrena, dapprima nascosta a Nazaret e poi manifestata nel ministero messianico; alla sua Passione e Morte; e infine alla gloria della Risurrezione e Ascensione al Cielo.

La Madre ha condiviso con il Figlio non solo gli aspetti umani di questo mistero, ma, per l’opera dello Spirito Santo in lei, anche l’intenzione profonda, la volontà divina, così che tutta la sua esistenza, povera e umile, è stata elevata, trasformata, glorificata passando attraverso la "porta stretta" che è Gesù stesso (cfr Lc 13,24).

Sì, Maria è la prima che è passata attraverso la "via" aperta da Cristo per entrare nel Regno di Dio, una via accessibile agli umili, a quanti si fidano della Parola di Dio e si impegnano a metterla in pratica.

Nella storia delle città e dei popoli evangelizzati dal messaggio cristiano sono innumerevoli le testimonianze di venerazione pubblica, in certi casi addirittura istituzionale alla regalità della Vergine Maria. Ma oggi vogliamo soprattutto rinnovare, come figli della Chiesa, la nostra devozione a Colei che Gesù ci ha lasciato quale Madre e Regina. Affidiamo alla sua intercessione la quotidiana preghiera per la pace, specialmente là dove più infierisce l’assurda logica della violenza; affinché tutti gli uomini si persuadano che in questo mondo dobbiamo aiutarci gli uni gli altri come fratelli per costruire la civiltà dell’amore. Maria, Regina pacis, ora pro nobis!

DOPO L’ANGELUS

Je salue cordialement les pèlerins francophones, en particulier les étudiants de la paroisse Sainte-Anne de la Butte-aux-Cailles, de Paris. Les textes liturgiques de ce jour nous redisent que tous les hommes sont appelés au salut. C’est aussi une invitation à savoir accueillir les légitimes diversités humaines, à la suite de Jésus venu rassembler les hommes de toute nation et de toute langue. Chers parents, puissiez-vous éduquer vos enfants à la fraternité universelle. Que la Vierge Marie vous accompagne dans la préparation de la rentrée scolaire qui approche ! Bon dimanche à tous !

I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present at this Angelus prayer. In a particular way I welcome a group of young Orthodox Christians from Galilee. Today’s Gospel reminds us that the way to heaven is through the narrow door. May we enter through this narrow door by means of prayer, humility and service of our neighbours, and thus live the joy of the Kingdom even now. Upon you and your loved ones, I invoke the blessings of Almighty God.

Gerne grüße ich die Gäste aus den Ländern deutscher Sprache. Im heutigen Evangelium stellen die Jünger die Frage nach dem Heil der Menschen. Gott will, daß alle Menschen gerettet werden, doch wir müssen uns auch mit allen Kräften darum bemühen, wie der Herr uns mahnt. Jesus selbst ist für uns Weg, Wahrheit und Leben; durch ihn kommen wir zum Vater. Schauen wir auf Jesus und folgen wir ihm mit unserem Tun. Der Heilige Geist führe und leite euch mit seiner Gnade.

Saludo a los peregrinos de lengua española y los invito a pedir por la Iglesia, extendida de oriente a occidente, para que sea fiel al mandato que el Señor le encomendó de llevar la luz del Evangelio a todas las naciones. Por intercesión de la Virgen María, a quien invocamos como Reina y Señora nuestra, supliquemos a Cristo Jesús, su divino Hijo, que sean cada vez más los que dediquen su vida a esta hermosa misión, siendo testigos de su amor, de palabra y con el propio ejemplo. Muchas gracias.

Saúdo também o grupo brasileiro da paróquia de São Joaquim, diocese de Franca, e demais peregrinos de língua portuguesa, desejando que esta peregrinação vos ajude a fortalecer a confiança em Jesus Cristo e a encarnar na vida a sua mensagem de salvação. De coração vos agradeço e abençôo. Ide com Deus!

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. "Ja jestem drogą, prawdą i życiem" (J 14, 6). Te słowa Pana Jezusa przypomina nam dzisiejsza liturgia. Gdy dosięga nas poczucie zagubienia, niepewności i kruchości ziemskiej egzystencji, w Chrystusie odnajdujemy sens naszego wędrowania, kryterium prawego postępowania i pełnię życia w zmartwychwstaniu. Niech ta świadomość stale nam towarzyszy. Niech wam Bóg błogosławi!

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. "Io sono la via, la verità e la vita" (Gv 14, 6). La liturgia odierna ci ricorda queste parole del Signore Gesù. Quando ci viene una sensazione di smarrimento, di incertezza e di fragilità dell’esistenza terrena, in Cristo ritroviamo il senso del nostro cammino, il criterio del giusto atteggiamento e la pienezza della vita nella risurrezione. Ci accompagni sempre questa consapevolezza. Dio vi benedica!]

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i seminaristi del Seminario Vescovile Minore di Verona, il gruppo di Legionari di Cristo provenienti da vari Paesi, i giovani di Stra che vivono un’esperienza di servizio con la Caritas di Roma, i fedeli di Catania e quelli della parrocchia romana di Santa Margherita Maria Alacoque, come pure l’orchestra giovanile "Fuoritempo" di Trento. A tutti auguro una buona domenica.

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mercoledì 18 agosto 2010

Il Papa: Solo se siamo innamorati del Signore, saremo capaci di portare gli uomini a Dio ed aprirli al Suo amore misericordioso


CATECHESI DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

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All'udienza generale l'appello del Papa per gli alluvionati in Pakistan. Nella catechesi, il ricordo di San Pio X (Radio Vaticana)

L’UDIENZA GENERALE, 18.08.2010

Alle ore 10.30 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per incontrare i fedeli ed i pellegrini convenuti per l’Udienza Generale del mercoledì.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sulla figura del suo Predecessore San Pio X, la cui memoria liturgica ricorre il 21 agosto. Quindi ha salutato in diverse lingue i gruppi di fedeli presenti. Infine, ha rivolto un appello per le popolazioni del Pakistan, duramente colpite nei giorni scorso da una disastrosa alluvione.
L’Udienza si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.


CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

San Pio X

Cari fratelli e sorelle!

oggi vorrei soffermarmi sulla figura del mio Predecessore san Pio X, di cui sabato prossimo si celebra la memoria liturgica, sottolineandone alcuni tratti che possono essere utili anche per i Pastori e i fedeli della nostra epoca.

Giuseppe Sarto, così il suo nome, nato a Riese (Treviso) nel 1835 da famiglia contadina, dopo gli studi nel Seminario di Padova fu ordinato sacerdote a 23 anni. Dapprima fu vice parroco a Tombolo, quindi parroco a Salzano, poi canonico della cattedrale di Treviso con l’incarico di cancelliere vescovile e direttore spirituale del Seminario diocesano. In questi anni di ricca e generosa esperienza pastorale, il futuro Pontefice mostrò quel profondo amore a Cristo e alla Chiesa, quell’umiltà e semplicità e quella grande carità verso i più bisognosi, che furono caratteristiche di tutta la sua vita. Nel 1884 fu nominato Vescovo di Mantova e nel 1893 Patriarca di Venezia. Il 4 agosto 1903, venne eletto Papa, ministero che accettò con esitazione, perché non si riteneva all’altezza di un compito così alto.

Il Pontificato di san Pio X ha lasciato un segno indelebile nella storia della Chiesa e fu caratterizzato da un notevole sforzo di riforma, sintetizzata nel motto Instaurare omnia in Christo, "Rinnovare tutte le cose in Cristo".

I suoi interventi, infatti, coinvolsero i diversi ambiti ecclesiali. Fin dagli inizi si dedicò alla riorganizzazione della Curia Romana; poi diede avvio ai lavori per la redazione del Codice di Diritto Canonico, promulgato dal suo Successore Benedetto XV. Promosse, poi, la revisione degli studi e dell’"iter" di formazione dei futuri sacerdoti, fondando anche vari Seminari regionali, attrezzati con buone biblioteche e professori preparati.

Un altro settore importante fu quello della formazione dottrinale del Popolo di Dio. Fin dagli anni in cui era parroco aveva redatto egli stesso un catechismo e durante l’Episcopato a Mantova aveva lavorato affinché si giungesse ad un catechismo unico, se non universale, almeno italiano.

Da autentico pastore aveva compreso che la situazione dell’epoca, anche per il fenomeno dell’emigrazione, rendeva necessario un catechismo a cui ogni fedele potesse riferirsi indipendentemente dal luogo e dalle circostanze di vita. Da Pontefice approntò un testo di dottrina cristiana per la diocesi di Roma, che si diffuse poi in tutta Italia e nel mondo. Questo Catechismo chiamato "di Pio X" è stato per molti una guida sicura nell’apprendere le verità della fede per il linguaggio semplice, chiaro e preciso e per l’efficacia espositiva.

Notevole attenzione dedicò alla riforma della Liturgia, in particolare della musica sacra, per condurre i fedeli ad una più profonda vita di preghiera e ad una più piena partecipazione ai Sacramenti.

Nel Motu Proprio Tra le sollecitudini (1903, primo anno del suo pontificato), egli afferma che il vero spirito cristiano ha la sua prima e ed indispensabile fonte nella partecipazione attiva ai sacrosanti misteri e alla preghiera pubblica e solenne della Chiesa (cfr ASS 36[1903], 531). Per questo raccomandò di accostarsi spesso ai Sacramenti, favorendo la frequenza quotidiana alla Santa Comunione, bene preparati, e anticipando opportunamente la Prima Comunione dei bambini verso i sette anni di età, "quando il fanciullo comincia a ragionare" (cfr S. Congr. de Sacramentis, Decretum Quam singulari : AAS 2[1910], 582).

Fedele al compito di confermare i fratelli nella fede, san Pio X, di fronte ad alcune tendenze che si manifestarono in ambito teologico alla fine del XIX secolo e agli inizi del XX, intervenne con decisione, condannando il "Modernismo", per difendere i fedeli da concezioni erronee e promuovere un approfondimento scientifico della Rivelazione in consonanza con la Tradizione della Chiesa. Il 7 maggio 1909, con la Lettera apostolica Vinea electa, fondò il Pontificio Istituto Biblico. Gli ultimi mesi della sua vita furono funestati dai bagliori della guerra. L’appello ai cattolici del mondo, lanciato il 2 agosto 1914 per esprimere «l’acerbo dolore» dell’ora presente, era il grido sofferente del padre che vede i figli schierarsi l’uno contro l’altro. Morì di lì a poco, il 20 agosto e la sua fama di santità iniziò a diffondersi subito presso il popolo cristiano.

Cari fratelli e sorelle, san Pio X insegna a noi tutti che alla base della nostra azione apostolica, nei vari campi in cui operiamo, ci deve essere sempre un’intima unione personale con Cristo, da coltivare e accrescere giorno dopo giorno. Questo è il nucleo di tutto il suo insegnamento, di tutto il suo impegno pastorale. Solo se siamo innamorati del Signore, saremo capaci di portare gli uomini a Dio ed aprirli al Suo amore misericordioso, e così aprire il mondo alla misericordia di Dio.

SALUTI DEL SANTO PADRE NELLE DIVERSE LINGUE

Chers pèlerins francophones, je suis heureux de vous accueillir ce matin, ici à Castel Gandolfo ! Je salue particulièrement le groupe des Sri-Lankais de Paris et la jeunesse franciscaine de Bitche. Que saint Pie X, dont nous célébrerons la fête cette semaine, vous aide à laisser grandir en vous l’union personnelle avec le Christ pour devenir capables de témoigner parmi vos frères et vos sœurs de l’amour miséricordieux de Dieu. Bon pèlerinage à tous !

My dear brothers and sisters, today we recall Pope Saint Pius the Tenth, whose feast we celebrate this coming Saturday. He left an indelible mark in very many aspects of the Church’s life and activity, his overarching goal being to "renew all things in Christ" through our intimate personal union with our Saviour. By Pope Saint Pius’s prayers, may we grow daily in love for Christ and help open others to his love. God’s abundant blessings upon you all!

Ganz herzlich grüße ich alle Brüder und Schwestern aus den Ländern deutscher Sprache, heute besonders die Wallfahrer aus der Diözese Eisenstadt mit ihrem bisherigen Bischof Paul Iby und seinem Nachfolger Ägidius Zsifkovics. Und vielen Dank den Pilgern aus Vils für die schöne Musik, die sie uns schenken. In dieser Woche gedenken wir großer Heiliger wie Stefan von Ungarn oder Bernhard von Clairvaux und schließlich des Papstes Pius X., der uns einlädt – wie sein Motto lautete –, unser Leben stets »in Christus zu erneuern«. Gottes Geist geleite euch auf allen euren Wegen!

Saludo a los grupos de lengua española, en particular a los peregrinos de la Diócesis de Orihuela-Alicante, de Las Palmas de Gran Canaria, de Rosario, en Argentina, y de otros países latinoamericanos. Os aliento a poner vuestros ojos en el Papa san Pío Décimo. Acogiendo sus enseñanzas, cultivad intensamente la amistad con Cristo y sed testigos de su amor. Que Dios os bendiga.

A minha saudação a todos os peregrínos víndos do Brasil, de Portugal e demais países lusófonos, com uma bênção particular pára os alúnos do Seminário do Verbo Divino, de Tortoséndo: na vossa formação, empenhái-vos em seguír o exemplo dos grándes pastores como São Pio X, sendo sempre humildes e fiéis servidores da Verdade. Que Deus vos abençóe!

Szeretettel köszöntöm a magyar zarándokokat, különösen is a verbita csoport tagjait Budapestről. Isten hozott Benneteket! Szent István király ünnepe közeledik. Az ő nagy hite és Rómához való ragaszkodása legyen példa mindannyiunk számára. Apostoli áldásom legyen veletek. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Con affetto saluto i pellegrini ungheresi, specialmente i membri del gruppo dei Verbiti! Dopodomani celebrerete la festa del Santo Re Stefano. La sua grande fede e l’adesione a Roma siano di esempio per tutti noi. Vi accompagni la mia benedizione. Sia lodato Gesù Cristo!]

Drodzy pielgrzymi z Polski! Święty Papież Pius X wzywał, aby „odnowić wszystko w Chrystusie" i wskazywał, że ta odnowa dokonuje się w sercu człowieka dzięki zjednoczeniu z Panem w sakramencie Eucharystii. Ta nauka jest wciąż aktualna. Niech i dla nas częsta Komunia św. i adoracja Najświętszego Sakramentu będzie niewyczerpanym źródłem wiary i miłości. Niech Bóg wam błogosławi!

[Cari pellegrini polacchi! Il santo Papa Pio X invitava a "restaurare tutte le cose in Cristo" e indicava che questo rinnovamento si realizza nel cuore dell’uomo grazie all’unione con il Signore nel sacramento dell’Eucaristia. Questo insegnamento è sempre attuale. La frequente Comunione eucaristica e l’adorazione del Santissimo Sacramento siano anche per noi inesauribili fonti di fede e d’amore. Dio vi benedica!]

Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare le rappresentanti delle Ancelle del Sacro Cuore, riunite a Roma per il loro Capitolo Generale. Saluto poi i partecipanti al pellegrinaggio in bicicletta promosso dalla Diocesi di Brescia. Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Tutti invito a dedicare sempre più tempo alla formazione cristiana, per essere fedeli discepoli di Cristo, via, verità e vita.

APPELLO PER LE POPOLAZIONI DEL PAKISTAN

Il mio pensiero va in questo momento alle care popolazioni del Pakistan, colpite recentemente da una grave alluvione, che ha provocato numerosissime vittime e ha lasciato molte famiglie senza casa.

Mentre affido alla bontà misericordiosa di Dio quanti sono tragicamente scomparsi, esprimo la mia spirituale vicinanza ai loro familiari e a tutti coloro che soffrono a causa di questa calamità. Che non manchi a questi nostri fratelli, così duramente provati, la nostra solidarietà e il concreto sostegno della Comunità internazionale!

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domenica 15 agosto 2010

DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE A CARPINETO ROMANO


VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A CARPINETO ROMANO (5 SETTEMBRE 2010): LO SPECIALE DEL BLOG

Benedetto XVI: Leone XIII, un Papa molto anziano, ma saggio e lungimirante, poté così introdurre nel XX secolo una Chiesa ringiovanita, con l’atteggiamento giusto per affrontare le nuove sfide. Era un Papa ancora politicamente e fisicamente “prigioniero” in Vaticano, ma in realtà, con il suo Magistero, rappresentava una Chiesa capace di affrontare senza complessi le grandi questioni della contemporaneità" (Omelia in occasione della celebrazione della Santa Messa in largo dei Monti Lepini a Carpineto Romano, 5 settembre 2010)

Il Papa: Da Oriente a Occidente la Tuttasanta è invocata Madre celeste, che sostiene il Figlio di Dio fra le braccia


SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA: LO SPECIALE DEL BLOG

ANGELUS: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Angelus: servizio di The Vatican



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Il Papa: la speranza nel Cielo ci chiama all'impegno sulla Terra (Izzo)

Il Papa: C'è un posto per noi. L'omelia e l'Angelus nella solennità dell'Assunzione (Sir)

Scusate siamo ambrosiani, per noi l’Assunta è un optional…(Tornielli)

Il Papa: la protezione di Maria è invocata da Oriente a Occidente (Apcom)

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Il Papa: "Il Cristianesimo dona speranza. I Cristiani chiamati a edificare mondo" (Tgcom)

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Oggi è il giorno benedetto in cui la Madre raggiunge il Figlio. Il Transito di Maria nella tradizione siro-occidentale (Manuel Nin)

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Vigilia dell'Assunta e memoria di San Massimiliano Kolbe. Il Papa: affidarsi a Maria è sorgente di coraggio e serenità (Radio Vaticana)

In Maria assunta in cielo la vita che non tramonta (Salvatore M. Perrella)

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 15.08.2010

Alle ore 12 di oggi, Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

oggi, nella solennità dell’Assunzione al Cielo della Madre di Dio, celebriamo il passaggio dalla condizione terrena alla beatitudine celeste di Colei che ha generato nella carne e accolto nella fede il Signore della Vita. La venerazione verso la Vergine Maria accompagna fin dagli inizi il cammino della Chiesa e già a partire dal IV secolo appaiono feste mariane: in alcune viene esaltato il ruolo della Vergine nella storia della salvezza, in altre vengono celebrati i momenti principali della sua esistenza terrena. Il significato dell’odierna festa è contenuto nelle parole conclusive della definizione dogmatica, promulgata dal Venerabile Pio XII il 1° novembre 1950 e di cui quest’anno ricorre il 60° anniversario: «L'Immacolata sempre Vergine Maria, Madre di Dio, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo» (Cost. ap. Munificentissimus Deus, AAS 42 [1950], 770).

Artisti d’ogni epoca hanno dipinto e scolpito la santità della Madre del Signore adornando chiese e santuari. Poeti, scrittori e musicisti hanno tributato onore alla Vergine con inni e canti liturgici.

Da Oriente a Occidente la Tuttasanta è invocata Madre celeste, che sostiene il Figlio di Dio fra le braccia e sotto la cui protezione trova rifugio tutta l’umanità, con l’antichissima preghiera: "Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta".

E nel Vangelo dell’odierna solennità, san Luca descrive il compiersi della salvezza attraverso la Vergine Maria. Ella, nel cui grembo si è fatto piccolo l’Onnipotente, dopo l’annuncio dell’Angelo, senza alcun indugio, si reca in fretta dalla parente Elisabetta per portarle il Salvatore del mondo. E, infatti, «appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo … [e] fu colmata di Spirito Santo» (Lc 1,41); riconobbe la Madre di Dio in «colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore ha detto» (Lc 1,45). Le due donne, che attendevano il compimento delle promesse divine, pregustano, ora, la gioia della venuta del Regno di Dio, la gioia della salvezza.

Cari fratelli e sorelle, affidiamoci a Colei che - come afferma il Servo di Dio Paolo VI - «assunta in cielo, non ha deposto la sua missione di intercessione e di salvezza» (Es. ap. Marialis Cultus, 18, AAS 66 [1974], 130). A Lei, guida degli Apostoli, sostegno dei Martiri, luce dei Santi, rivolgiamo la nostra preghiera, supplicandola di accompagnarci in questa vita terrena, di aiutarci a guardare il Cielo e di accoglierci un giorno accanto al Suo Figlio Gesù.

DOPO L’ANGELUS

Je salue avec joie les pèlerins francophones. La solennité de l’Assomption de la Vierge Marie nous rappelle l’éminente dignité de la personne humaine. Par l’intercession de la Mère de Jésus, le plus beau chef-d’œuvre de Dieu, puisse notre vie tout entière être un chant de louange au Seigneur pour ses merveilles à l’égard des hommes. Bonne fête à tous!

I am happy to greet all the English-speaking pilgrims and visitors. Today we join our voices to the many generations who praise the Virgin Mary and call her blessed for her glorious Assumption into Heaven. Her example of faithful perseverance in doing the will of God and her heavenly reward are a source of courage and hope for all of us. May God bless you and your families with peace and joy!

Ganz herzlich grüße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache hier in Castel Gandolfo. Am Hochfest Mariä Himmelfahrt richten sich unsere Augen auf Maria. Sie hat den Sohn Gottes vom Heiligen Geist empfangen und damit den in sich aufgenommen, der – wie er selbst sagt – die Auferstehung und das Leben ist. Nun lebt sie weiter in der Vollendung und tritt als Fürsprecherin für uns ein, auf daß auch wir den Weg ins wahre Leben finden. Euch und Euren Familien wünsche ich einen gesegneten Festtag!

Saludo con afecto a los fieles de lengua española, en particular al grupo de pastoral juvenil de Pamplona y Zizur Mayor. Que la celebración de la Asunción de la Virgen María a los cielos, en la que podemos contemplar la plenitud de vida a la que estamos todos llamados, fortalezca nuestra esperanza con la certeza de que la Madre de Dios sigue velando con amor sobre cada uno de nosotros. Que Dios os bendiga.

Uma calorosa saudação aos peregrinos de língua portuguesa! Nossa Senhora ao ser assunta ao Céu fica mais próxima de seus filhos aqui na terra, intercedendo por eles junto a Jesus, e torna-se um sinal luminoso da vida futura que esperamos. Que Deus vos abençoe! Obrigado pela vossa visita!

Szeretettel köszöntöm a magyar zarándokokat. Szívből kérem rájuk Szűz Mária anyai oltalmát. Dicsértessék a Jézus Krisztus.

[Saluto con affetto i pellegrini ungheresi e di cuore invoco su di loro la materna protezione della Vergine Maria. Sia lodato Gesù Cristo.]

Witam Polaków. Dziś w całym Kościele obchodzimy uroczystość Wniebowzięcia Najświętszej Maryi Panny. W Polsce ten dzień jest obchodzony również jako święto narodowe. Z tej okazji wszystkim Polakom życzę pokoju i pomyślności. Wszystkich zawierzam opiece Maryi i serdecznie błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!

[Saluto i polacchi. Oggi in tutta la Chiesa festeggiamo la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. In Polonia questo giorno è anche celebrato come festa nazionale. In questa occasione auguro a tutti i polacchi pace e prosperità, affidandoli alla protezione di Maria. Vi benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo!]

Saluto infine con affetto i pellegrini italiani, in particolare i fedeli di Faenza. A tutti auguro di trascorrere nella gioia questa solenne e popolare festa mariana. Buona festa a tutti voi!

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Il Papa: Il Cristianesimo non annuncia solo una qualche salvezza dell’anima in un impreciso al di là ma promette la vita eterna


SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA: LO SPECIALE DEL BLOG

IL VIDEO SU BENEDICT XVI TV

Santa Messa: servizio di The Vatican

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Scusate siamo ambrosiani, per noi l’Assunta è un optional…(Tornielli)

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Messa del Papa per l’Assunta: niente di ciò che ci è caro andrà in rovina, ma sarà eterno nell'amore di Dio (Radio Vaticana)

Il Papa celebra la Messa nella chiesa parrocchiale di San Tommaso da Villanova

Il Papa atteso per l'Assunta nella parrocchia di Castel Gandolfo (Osservatore Romano)

Oggi è il giorno benedetto in cui la Madre raggiunge il Figlio. Il Transito di Maria nella tradizione siro-occidentale (Manuel Nin)

Il Papa ha raggiunto la chiesa di Castelgandolfo fra due ali di folla. Inaccettabile il comportamento di Tv2000 e Telepace che però si riscattano alla fine della cerimonia

La festa dell'Assunzione. Maria e il dialogo ecumenico (Riccardo Burigana)

Solennità dell'Assunzione in Terra Santa implorando la pace per il Medio Oriente

Vigilia dell'Assunta e memoria di San Massimiliano Kolbe. Il Papa: affidarsi a Maria è sorgente di coraggio e serenità (Radio Vaticana)

In Maria assunta in cielo la vita che non tramonta (Salvatore M. Perrella)

SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA, 15.08.2010

Alle ore 8.00 di oggi, Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa nella parrocchia pontificia di "San Tommaso da Villanova" a Castel Gandolfo.
Nel corso della Celebrazione Eucaristica, il Papa ha pronunciato l’omelia che riportiamo di seguito
:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Eminenza, Eccellenza, Autorità,
Cari fratelli e sorelle
,

oggi la Chiesa celebra una delle più importanti feste dell’anno liturgico dedicate a Maria Santissima: l’Assunzione. Al termine della sua vita terrena, Maria è stata portata in anima e corpo nel Cielo, cioè nella gloria della vita eterna, nella piena e perfetta comunione con Dio.
Quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario da quando il Venerabile Papa Pio XII, il 1° novembre 1950, definì solennemente questo dogma, e vorrei leggere – anche se è un po’ complicato – la forma della dogmatizzazione. Dice il Papa: «in tal modo l’augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l’eternità con uno stesso decreto di predestinazione, Immacolata nella sua Concezione, Vergine illibata nella sua divina maternità, generosa Socia del Divino Redentore, che ha riportato un pieno trionfo sul peccato e sulle sue conseguenze, alla fine, come supremo coronamento dei suoi privilegi, ottenne di essere preservata dalla corruzione del sepolcro e, vinta la morte, come già il suo Figlio, di essere innalzata in anima e corpo alla gloria del Cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli» (Cost. ap. Munificentissimus Deus, AAS 42 (1950), 768-769).

Questo, quindi, è il nucleo della nostra fede nell’Assunzione: noi crediamo che Maria, come Cristo suo Figlio, ha già vinto la morte e trionfa già nella gloria celeste nella totalità del suo essere, «in anima e corpo».

San Paolo, nella seconda lettura di oggi, ci aiuta a gettare un po’ di luce su questo mistero partendo dal fatto centrale della storia umana e della nostra fede: il fatto, cioè, della risurrezione di Cristo, che è «la primizia di coloro che sono morti». Immersi nel Suo Mistero pasquale, noi siamo resi partecipi della sua vittoria sul peccato e sulla morte. Qui sta il segreto sorprendente e la realtà chiave dell’intera vicenda umana. San Paolo ci dice che tutti siamo «incorporati» in Adamo, il primo e vecchio uomo, tutti abbiamo la stessa eredità umana alla quale appartiene: la sofferenza, la morte, il peccato. Ma a questa realtà che noi tutti possiamo vedere e vivere ogni giorno aggiunge una cosa nuova: noi siamo non solo in questa eredità dell’unico essere umano, incominciato con Adamo, ma siamo «incorporati» anche nel nuovo uomo, in Cristo risorto, e così la vita della Risurrezione è già presente in noi. Quindi, questa prima «incorporazione» biologica è incorporazione nella morte, incorporazione che genera la morte. La seconda, nuova, che ci è donata nel Battesimo, è ««incorporazione» che da la vita. Cito ancora la seconda Lettura di oggi; dice San Paolo: «Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. » (1Cor 15, 21-24).

Ora, ciò che san Paolo afferma di tutti gli uomini, la Chiesa, nel suo Magistero infallibile, lo dice di Maria, in un modo e senso precisi: la Madre di Dio viene inserita a tal punto nel Mistero di Cristo da essere partecipe della Risurrezione del suo Figlio con tutta se stessa già al termine della vita terrena; vive quello che noi attendiamo alla fine dei tempi quando sarà annientato «l’ultimo nemico», la morte (cfr 1Cor 15, 26); vive già quello che proclamiamo nel Credo «Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà».

Allora ci possiamo chiedere: quali sono le radici di questa vittoria sulla morte prodigiosamente anticipata in Maria?

Le radici stanno nella fede della Vergine di Nazareth, come testimonia il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato (Lc 1,39-56): una fede che è obbedienza alla Parola di Dio e abbandono totale all’iniziativa e all’azione divina, secondo quanto le annuncia l’Arcangelo. La fede, dunque, è la grandezza di Maria, come proclama gioiosamente Elisabetta: Maria è «benedetta fra le donne», «benedetto è il frutto del suo grembo» perché è «la madre del Signore», perché crede e vive in maniera unica la «prima» delle beatitudini, la beatitudine della fede. Elisabetta lo confessa nella gioia sua e del bambino che le sussulta in grembo: «E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (v. 45).

Cari amici! Non ci limitiamo ad ammirare Maria nel suo destino di gloria, come una persona molto lontana da noi: no! Siamo chiamati a guardare quanto il Signore, nel suo amore, ha voluto anche per noi, per il nostro destino finale: vivere tramite la fede nella comunione perfetta di amore con Lui e così vivere veramente.

A questo riguardo, vorrei soffermarmi su un aspetto dell’affermazione dogmatica, là dove si parla di assunzione alla gloria celeste.

Noi tutti oggi siamo ben consapevoli che col termine «cielo» non ci riferiamo ad un qualche luogo dell’universo, a una stella o a qualcosa di simile: no. Ci riferiamo a qualcosa di molto più grande e difficile da definire con i nostri limitati concetti umani. Con questo termine «cielo» vogliamo affermare che Dio, il Dio fattosi vicino a noi non ci abbandona neppure nella e oltre la morte, ma ha un posto per noi e ci dona l’eternità; vogliamo affermare che in Dio c’è un posto per noi.

Per comprendere un po’ di più questa realtà guardiamo alla nostra stessa vita: noi tutti sperimentiamo che una persona, quando è morta, continua a sussistere in qualche modo nella memoria e nel cuore di coloro che l’hanno conosciuta ed amata.

Potremmo dire che in essi continua a vivere una parte di questa persona, ma è come un’«ombra» perché anche questa sopravvivenza nel cuore dei propri cari è destinata a finire. Dio invece non passa mai e noi tutti esistiamo in forza del Suo amore. Esistiamo perché egli ci ama, perché egli ci ha pensati e ci ha chiamati alla vita. Esistiamo nei pensieri e nell’amore di Dio. Esistiamo in tutta la nostra realtà, non solo nella nostra «ombra». La nostra serenità, la nostra speranza, la nostra pace si fondano proprio su questo: in Dio, nel Suo pensiero e nel Suo amore, non sopravvive soltanto un’«ombra» di noi stessi, ma in Lui, nel suo amore creatore, noi siamo custoditi e introdotti con tutta la nostra vita, con tutto il nostro essere nell’eternità.

È il suo Amore che vince la morte e ci dona l’eternità, ed è questo amore che chiamiamo «cielo»: Dio è così grande da avere posto anche per noi. E l’uomo Gesù, che è al tempo stesso Dio, è per noi la garanzia che essere-uomo ed essere-Dio possono esistere e vivere eternamente l’uno nell’altro. Questo vuol dire che di ciascuno di noi non continuerà ad esistere solo una parte che ci viene, per così dire, strappata, mentre altre vanno in rovina; vuol dire piuttosto che Dio conosce ed ama tutto l’uomo, ciò che noi siamo. E Dio accoglie nella Sua eternità ciò che ora, nella nostra vita, fatta di sofferenza e amore, di speranza, di gioia e di tristezza, cresce e diviene. Tutto l’uomo, tutta la sua vita viene presa da Dio ed in Lui purificata riceve l’eternità.

Cari Amici! Io penso che questa sia una verità che ci deve riempire di gioia profonda. Il Cristianesimo non annuncia solo una qualche salvezza dell’anima in un impreciso al di là, nel quale tutto ciò che in questo mondo ci è stato prezioso e caro verrebbe cancellato, ma promette la vita eterna, «la vita del mondo che verrà»: niente di ciò che ci è prezioso e caro andrà in rovina, ma troverà pienezza in Dio.

Tutti i capelli del nostro capo sono contati, disse un giorno Gesù (cfr Mt 10,30). Il mondo definitivo sarà il compimento anche di questa terra, come afferma san Paolo: «la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,21). Allora si comprende come il cristianesimo doni una speranza forte in un futuro luminoso ed apra la strada verso la realizzazione di questo futuro. Noi siamo chiamati, proprio come cristiani, ad edificare questo mondo nuovo, a lavorare affinché diventi un giorno il «mondo di Dio», un mondo che sorpasserà tutto ciò che noi stessi potremmo costruire. In Maria Assunta in cielo, pienamente partecipe della Risurrezione del Figlio, noi contempliamo la realizzazione della creatura umana secondo il «mondo di Dio».

Preghiamo il Signore affinché ci faccia comprendere quanto è preziosa ai Suo occhi tutta la nostra vita; rafforzi la nostra fede nella vita eterna; ci renda uomini della speranza, che operano per costruire un mondo aperto a Dio, uomini pieni di gioia, che sanno scorgere la bellezza del mondo futuro in mezzo agli affanni della vita quotidiana e in tale certezza vivono, credono e sperano.

Amen!

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mercoledì 11 agosto 2010

Il martirio e la vocazione al martirio sono un dono della grazia di Dio, che rende capaci di offrire la propria vita per amore a Cristo e alla Chiesa


CATECHESI DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Vedi anche:

I «chiamati» al sacrificio e noi. Né fanatici né coatti ma liberamente capaci della croce. Commento alla catechesi del Papa (Sequeri)

Il Papa: Il martirio, forma di amore totale a Dio e ai fratelli (AsiaNews)

Il Papa ha ricordato il martirio di padre Massimiliano Kolbe, morto nell'inferno di Auschwitz (Apcom)

Il Papa: nessuno è escluso dalla chiamata divina alla santità (Asca)

Il Papa: Padre Kolbe ed Edith Stein sono esempi per i Cristiani di oggi (Izzo)

Benedetto XVI all’udienza generale: martirio cristiano, atto supremo di amore. Solidarietà con gli alluvionati (R.V.)

Il Papa: «Aiuti ai popoli del nord e centro Europa colpiti dalle alluvioni» (Corriere)

Alluvioni, appello del Papa: si porti generoso ed efficace aiuto (Izzo)

Santa Chiara d'Assisi tra agiografia e storia: Al di là di ogni sospetto (Pietro Messa)

L’UDIENZA GENERALE, 11.08.2010

Alle ore 10.30 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per incontrare i fedeli ed i pellegrini convenuti per l’Udienza Generale del mercoledì.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sul martirio, espressione di amore totale a Dio. Quindi ha rivolto un saluto in varie lingue ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.


CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Il Martirio

Cari fratelli e sorelle,

oggi, nella Liturgia ricordiamo santa Chiara d’Assisi, fondatrice delle Clarisse, luminosa figura della quale parlerò in una delle prossime Catechesi. Ma in questa settimana - come avevo già accennato nell’Angelus di domenica scorsa - facciamo memoria anche di alcuni Santi martiri, sia dei primi secoli della Chiesa, come san Lorenzo, Diacono, san Ponziano, Papa, e san Ippolito, Sacerdote; sia di un tempo a noi più vicino, come santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, patrona d’Europa, e san Massimiliano Maria Kolbe. Vorrei allora soffermarmi brevemente sul martirio, forma di amore totale a Dio.

Dove si fonda il martirio?

La risposta è semplice: sulla morte di Gesù, sul suo sacrificio supremo d’amore, consumato sulla Croce affinché noi potessimo avere la vita (cfr Gv 10,10). Cristo è il servo sofferente di cui parla il profeta Isaia (cfr Is 52,13-15), che ha donato se stesso in riscatto per molti (cfr Mt 20,28). Egli esorta i suoi discepoli, ciascuno di noi, a prendere ogni giorno la propria croce e seguirlo sulla via dell’amore totale a Dio Padre e all’umanità: "chi non prende la propria croce e non mi segue – ci dice, - non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà" (Mt 10,38-39).

E’ la logica del chicco di grano che muore per germogliare e portare vita (cfr Gv 12,24). Gesù stesso "è il chicco di grano venuto da Dio, il chicco di grano divino, che si lascia cadere sulla terra, che si lascia spezzare, rompere nella morte e, proprio attraverso questo, si apre e può così portare frutto nella vastità del mondo" (Benedetto XVI, Visita alla Chiesa luterana di Roma [14 marzo 2010]). Il martire segue il Signore fino in fondo, accettando liberamente di morire per la salvezza del mondo, in una prova suprema di fede e di amore (cfr Lumen Gentium, 42).

Ancora una volta, da dove nasce la forza per affrontare il martirio? Dalla profonda e intima unione con Cristo, perché il martirio e la vocazione al martirio non sono il risultato di uno sforzo umano, ma sono la risposta ad un’iniziativa e ad una chiamata di Dio, sono un dono della Sua grazia, che rende capaci di offrire la propria vita per amore a Cristo e alla Chiesa, e così al mondo.

Se leggiamo le vite dei martiri rimaniamo stupiti per la serenità e il coraggio nell’affrontare la sofferenza e la morte: la potenza di Dio si manifesta pienamente nella debolezza, nella povertà di chi si affida a Lui e ripone solo in Lui la propria speranza (cfr 2Cor 12,9).

Ma è importante sottolineare che la grazia di Dio non sopprime o soffoca la libertà di chi affronta il martirio, ma al contrario la arricchisce e la esalta: il martire è una persona sommamente libera, libera nei confronti del potere, del mondo; una persona libera, che in un unico atto definitivo dona a Dio tutta la sua vita, e in un supremo atto di fede, di speranza e di carità, si abbandona nelle mani del suo Creatore e Redentore; sacrifica la propria vita per essere associato in modo totale al Sacrificio di Cristo sulla Croce. In una parola, il martirio è un grande atto di amore in risposta all’immenso amore di Dio.

Cari fratelli e sorelle, come dicevo mercoledì scorso, probabilmente noi non siamo chiamati al martirio, ma nessuno di noi è escluso dalla chiamata divina alla santità, a vivere in misura alta l’esistenza cristiana e questo implica prendere la croce di ogni giorno su di sé. Tutti, soprattutto nel nostro tempo in cui sembrano prevalere egoismo e individualismo, dobbiamo assumerci come primo e fondamentale impegno quello di crescere ogni giorno in un amore più grande a Dio e ai fratelli per trasformare la nostra vita e trasformare così anche il nostro mondo. Per intercessione dei Santi e dei Martiri chiediamo al Signore di infiammare il nostro cuore per essere capaci di amare come Lui ha amato ciascuno di noi.

SALUTI DEL SANTO PADRE NELLE DIVERSE LINGUE

Je suis heureux de saluer les pèlerins francophones présents ce matin et plus particulièrement le groupe de l’École normale supérieure de Paris et les pèlerins venus de la République Centrafricaine. Cette semaine nous donne de célébrer plusieurs martyrs insignes. Que leurs vies données soient pour chacun un exemple de courage et de foi en réponse à l’immense acte d’amour du Christ sur la Croix ! Puissiez-vous passer d’excellentes vacances !

I greet all the English-speaking pilgrims present today. I especially welcome the young altar servers from Malta and their families, and I thank them for their faithful service in Saint Peter’s Basilica. I also greet the pilgrimage groups from Nigeria, Indonesia and the United States. In this month of August, when the Church commemorates so many martyrs, let us give thanks for all those who followed Christ to the end by offering their own lives in union with his sacrifice on the Cross. May their act of supreme love and surrender to God inspire us on the way of holiness and charity towards our brothers and sisters. Commending you and your families to their intercession, I cordially invoke upon you God’s abundant blessings.

Einen herzlichen Gruß richte ich an die deutschsprachigen Pilger und Besucher und heiße besonders die vielen Jugendlichen aus dem Ferienlager in Ostia willkommen. Am nächsten Samstag begehen wir den Gedenktag des bekannten Märtyrerpriesters Maximilian Maria Kolbe. Ihr wißt, er ist freiwillig in den Hungerbunker gegangen und hat damit in der Hölle von Auschwitz einen unschuldigen Familienvater vor dem Tod bewahrt und so an einer Stelle den Irrsinn der Gewalt durchbrochen. Dieses dramatische Zeugnis des Glaubens, der Hoffnung und der Liebe, die sich der Aussichtslosigkeit der tyrannischen Macht entgegenstellt, spornt auch uns an, Jesus Christus nachzufolgen, nicht an uns zu denken, sondern das Kreuz aufzunehmen und Tag für Tag in der Liebe zu Gott und zu unseren Mitmenschen zu wachsen. Dazu erbitte ich euch allen den Beistand des Heiligen Geistes.

Saludo a los peregrinos de lengua española. En particular a los grupos de fieles venidos de España, México y otros Países Latinoamericanos. Queridos hermanos: Dios nos llama a todos a la santidad. Nos llama a seguir más de cerca de Cristo, esforzándonos en transformar este mundo con la fuerza del amor a Dios y a los hermanos. Fijándonos en el ejemplo de los santos y los mártires, pidamos al Señor que inflame nuestros corazones, para que seamos capaces de amar como Él nos ha amado. Que Dios os bendiga.

Amados peregrinos de língua portuguesa, uma cordial saudação de boas-vindas para todos, nomeadamente para os grupos vindos do Brasil e para os fiéis portugueses da diocese do Porto. Cristo chama todos os batizados à santidade. Que o exemplo e a intercessão dos mártires vos ajude a assumir o empenho de crescer a cada dia no amor a Deus e aos irmãos para que assim possais transformar o mundo! Que Deus abençoe a vós e as vossas famílias.

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Jednoczę się duchowo z tymi, którzy w ostatnich dniach ucierpieli z powodu powodzi. Proszę Boga, aby dał im siły do znoszenia przeciwności i pobudził serca ludzi dobrej woli do ofiarnej i skutecznej pomocy. Niech wam Bóg błogosławi!

[Un cordiale saluto rivolgo ai Polacchi. Mi unisco spiritualmente a coloro che negli ultimi giorni hanno sofferto a causa delle alluvioni. Chiedo a Dio che dia loro le forze per sopportare le avversità e stimoli i cuori degli uomini di buona volontà al generoso ed efficace aiuto. Dio vi benedica!]

S láskou vítam slovenských pútnikov, osobitne z Čerman, Hruboňova a Bánoviec nad Bebravou. Bratia a sestry, budúcu nedeľu budeme sláviť sviatok Nanebovzatia Panny Márie. Ona nech vás matersky sprevádza na ceste do našej nebeskej vlasti. Ochotne žehnám vás i vaše rodiny. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Con affetto do un benvenuto ai pellegrini slovacchi, particolarmente a quelli provenienti da Čermany, Hruboňovo e Bánovce nad Bebravou. Fratelli e sorelle, domenica prossima celebreremo la festa dell’Assunzione della Vergine Maria. La Madonna vi accompagni maternamente sulla via verso la nostra patria celeste. Volentieri benedico voi e le vostre famiglie. Sia lodato Gesù Cristo!]

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i partecipanti al ciclo pellegrinaggio Monza-Roma. Nel ringraziarvi per la vostra presenza, sono lieto di invocare su ciascuno l’abbondanza dei doni dello Spirito per un rinnovato fervore spirituale e apostolico.
E adesso cantiamo insieme il Pater noster in latino.

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