VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE A SANTIAGO DE COMPOSTELA E BARCELLONA (6 - 7 NOVEMBRE 2010): LO SPECIALE DEL BLOG
DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE A SANTIAGO DE COMPOSTELA E BARCELLONA
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A SANTIAGO DE COMPOSTELA E BARCELONA (6 - 7 NOVEMBRE 2010), 06.11.2010
VISITA ALL’ISTITUTO "OBRA BENÉFICO-SOCIAL DEL NEN DÉU" DI BARCELONA
Alle 16.30 del pomeriggio, congedatosi dall’Arcivescovado di Barcelona, il Santo Padre Benedetto XVI si reca in auto all’Istituto "Obra Benéfico-Social del Nen Déu", istituto per bambini malati e bisognosi creato nel 1892 da Madre Carmen del Niño Jesús González Ramos García Prieto, beatificata il 6 maggio 2007, fondatrice delle religiose "Hermanas Franciscanas de los Sagrados Corazones".
Al Suo arrivo, alle ore 17.15, il Papa è accolto dalla Madre Superiora dell’Istituto che lo accompagna nella Cappella dove sono presenti le religiose, gli operatori sanitari e circa 200 assistiti con i loro famigliari.
Dopo gli indirizzi di saluto dell’Arcivescovo di Barcelona, Em.mo Card. Lluís Martínez Sistach, della Superiora, Suor María Rosario, e di due bambini ospiti dell’Istituto, il Santo Padre pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Signor Cardinale Arcivescovo di Barcellona,
Venerati Fratelli nell’Episcopato,
Cari sacerdoti, diaconi, religiose e religiosi,
Distinte Autorità,
Cari amici,
Provo grande gioia nel poter essere qui con tutti voi, che formate questa più che centenaria Opera Benefico-Sociale del Nen Déu [Divino Infante].
Ringrazio, per il cordiale benvenuto che mi hanno offerto, il Cardinale Lluís Martínez Sistach, Arcivescovo di Barcellona, Suor Rosario, Superiora della Comunità, i bambini Antonio e Maria del Mar, che hanno preso la parola e tutti quelli che hanno così meravigliosamente cantato.
Esprimo la mia gratitudine anche ai presenti, in particolare ai membri del Patronato dell’Opera, alla Madre Generale e alle Religiose Francescane dei Sacri Cuori, ai bambini, giovani e adulti accolti in questa istituzione, ai loro genitori e agli altri famigliari, così come al personale e ai volontari che qui esercitano il loro benemerito lavoro.
Vorrei, allo stesso tempo, manifestare la mia riconoscenza alle Autorità, invitandole a prodigarsi perché i più svantaggiati siano sempre raggiunti dai servizi sociali, e a coloro che sostengono con il loro generoso aiuto entità assistenziali di iniziativa privata, come questa Scuola di Educazione Speciale del Nen Déu. In questi momenti, in cui molte famiglie sperimentano serie difficoltà economiche, dobbiamo moltiplicare, come discepoli di Cristo, i gesti concreti di solidarietà, tangibile e continua, mostrando così che la carità è il distintivo del nostro essere cristiani.
Con la dedicazione della Basilica della Sacra Famiglia, si è posto in rilievo questa mattina che l’edificio sacro è segno del vero santuario di Dio tra gli uomini.
Ora voglio sottolineare come, con lo sforzo di questa e altre analoghe istituzioni ecclesiali – a cui si aggiungerà la nuova Residenza che avete desiderato portasse il nome del Papa – si mostra chiaramente che, per il cristiano, ogni uomo è un vero santuario di Dio, che deve essere trattato con sommo rispetto e affetto, soprattutto quando si trova nel bisogno.
La Chiesa vuole così realizzare le parole del Signore nel Vangelo: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). In questa terra, queste parole di Cristo hanno spinto molti figli della Chiesa a dedicare la propria vita all’insegnamento, alla beneficienza o alla cura dei malati e dei diversamente abili. Ispirati dal loro esempio, vi chiedo di continuare a soccorrere i più piccoli e bisognosi, dando loro il meglio di voi stessi.
Nella cura dei più deboli, molto hanno contribuito i formidabili progressi della sanità negli ultimi decenni, che sono stati accompagnati dalla crescente convinzione dell’importanza che ha, per il buon risultato del processo terapeutico, un rapporto umano attento. Perciò, è esigenza dell’essere umano che i nuovi sviluppi tecnologici nel campo medico non vadano mai a detrimento del rispetto per la vita e la dignità umana, in modo che coloro che soffrono malattie o disabilità psichiche o fisiche possano ricevere sempre quell’amore e quelle attenzioni che permettano loro di sentirsi valorizzati come persone nelle loro necessità concrete.
Cari bambini e giovani, mi congedo da voi rendendo grazie a Dio per le vostre vite, così preziose ai suoi occhi, e assicurandovi che occupate un posto molto importante nel cuore del Papa. Prego per voi tutti i giorni e vi chiedo di aiutarmi con la vostra preghiera a compiere con fedeltà la missione che Cristo mi ha affidato.
Non tralascio inoltre di pregare per coloro che sono al servizio di chi soffre, lavorando instancabilmente perché le persone con disabilità possano occupare il loro giusto posto nella società e non siano emarginate a causa delle loro limitazioni. A questo proposito, vorrei riconoscere, in modo speciale, la testimonianza fedele dei sacerdoti e di coloro che visitano i malati nelle loro case, negli ospedali e in altre istituzioni specializzate. Essi incarnano l’importante ministero della consolazione di fronte alle fragilità della nostra condizione, che la Chiesa cerca di compiere con gli stessi sentimenti del Buon Samaritano (cfr Lc 10,29-37).
Per intercessione di Nostra Signora della Mercede e della Beata Madre Carmen di Gesù Bambino, Dio benedica tutti voi che formate la grande famiglia di questa splendida Opera, come anche i vostri cari e coloro che cooperano con questa o con simili istituzioni. Di ciò sia pegno la Benedizione Apostolica, che cordialmente imparto a tutti voi.
© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana
7 mesi fa
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