VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE A MADRID IN OCCASIONE DELLA XXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (18-21 AGOSTO 2011): LO SPECIALE DEL BLOG
DISCORSI ED OMELIE DEL PAPA A MADRID
VIA CRUCIS CON I GIOVANI A PLAZA DE CIBELES: VIDEO INTEGRALE BENEDICT XVI TV
DISCORSO DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A MADRID (SPAGNA) IN OCCASIONE DELLA XXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (18-21 AGOSTO 2011)
VIA CRUCIS" CON I GIOVANI, NELLA PLAZA DE CIBELES DI MADRID
Alle ore 19 di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI lascia la Nunziatura Apostolica di Madrid e si reca nella Plaza de Cibeles per la Via Crucis con i giovani.
Nel corso della celebrazione - che inizia alle ore 19.30 - un corteo di ragazzi porta la Croce dei giovani da una Stazione all’altra delle 14 di cui è composta la Via Crucis. Le Stazioni sono raffigurate da antichi gruppi scultorei provenienti da varie parti della Spagna. È esposto anche un quindicesimo gruppo scultoreo dedicato a Maria Addolorata, quello di María Santísima de Regla di Siviglia, alla quale il Papa rivolge la Sua preghiera conclusiva. Mentre il corteo procede di stazione in stazione, vengono recitate meditazioni appositamente scritte dalle Suore della Croce di Siviglia.
Dal palco allestito nella Plaza de Cibeles il Santo Padre pronuncia la preghiera iniziale e segue lo svolgimento della Via Crucis.
Al termine, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Cari giovani,
con devozione e fervore abbiamo celebrato questa Via Crucis, accompagnando Cristo nella sua Passione e Morte. I commenti delle Suore della Croce, che servono i più poveri e bisognosi, ci hanno aiutato ad addentrarci nel mistero della Croce gloriosa di Cristo, che contiene la vera sapienza di Dio, quella che giudica il mondo e quanti credono di essere sapienti (cfr 1 Cor 1,17-19). Ci ha aiutato in questo itinerario verso il calvario anche la contemplazione di queste straordinarie immagini del patrimonio religioso delle diocesi spagnole. Sono immagini nelle quali la fede e l’arte si armonizzano, per giungere al cuore dell’uomo ed invitarlo alla conversione. Mentre avanzavamo con Gesù, sino a giungere al vertice del suo consegnarsi sul Calvario, ci venivano alla mente le parole di san Paolo: «Cristo mi ha amato e ha dato la sua vita per me» (Gal 2,20). Davanti ad un amore così disinteressato, colmi di stupore e gratitudine, ci chiediamo ora: Che faremo noi per Lui? Quale risposta gli daremo? San Giovanni lo dice chiaramente: «Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3,16). La passione di Cristo ci sospinge a caricare sulle nostre spalle la sofferenza del mondo, con la certezza che Dio non è qualcuno di distante o lontano dall’uomo e dalle sue vicissitudini. Al contrario, egli si fece uno di noi «per poter com-patire con l'uomo, in modo molto reale, in carne e sangue... Da lì in ogni sofferenza umana è entrato uno che condivide la sofferenza e la sopportazione; da lì si diffonde in ogni sofferenza la con-solatio, la consolazione dell'amore partecipe di Dio e così sorge la stella della speranza» (Spe salvi, 39).
Quando lo sguardo della fede è limpido e autentico, la bellezza si pone al suo servizio ed è capace di raffigurare i misteri della nostra salvezza fino a commuoverci profondamente e trasformare il nostro cuore, come accadde a santa Teresa di Gesù nel contemplare un’immagine di Cristo pieno di piaghe (cfr Libro della vita, 9,1).
Cari giovani, che l’amore di Dio per noi aumenti la vostra gioia e vi spinga a rimanere vicini ai meno favoriti. Voi che siete molto sensibili all’idea di condividere la vita con gli altri, non passate oltre davanti alla sofferenza umana, dove Dio vi attende affinché offriate il meglio di voi stessi: la vostra capacità di amare e di compatire. Le diverse forme di sofferenza che, lungo la Via Crucis, sono sfilate davanti ai nostri occhi sono chiamate del Signore per edificare la vita seguendo le sue orme e fare di noi i segni della sua consolazione e salvezza. «Soffrire con l'altro, per gli altri; soffrire per amore della verità e della giustizia; soffrire a causa dell'amore e per diventare una persona che ama veramente – questi sono elementi fondamentali di umanità, l'abbandono dei quali distruggerebbe l'uomo stesso» (Ibid.).
Auspico che sappiamo accogliere queste lezioni e metterle in pratica. Volgiamo lo sguardo perciò a Cristo, appeso sul ruvido legno, e chiediamogli che ci insegni questa sapienza misteriosa della croce, grazie alla quale l’uomo vive.
La croce non fu l’esito di un insuccesso, bensì il modo di manifestare l’offerta di amore che giunge sino alla donazione più smisurata della propria vita. Il Padre volle amare gli uomini nell’abbraccio del suo Figlio crocifisso per amore. La croce nella sua forma e nel suo significato rappresenta questo amore del Padre e di Cristo per gli uomini. In essa riconosciamo l’icona dell’amore supremo, dove impariamo ad amare ciò che Dio ama e come Egli lo fa: questa è la Buona Novella che ridona la speranza al mondo.
Volgiamo ora i nostri occhi alla Vergine Maria, che nel Calvario ci fu consegnata come Madre, e supplichiamola di sostenerci con la sua amorevole protezione nel cammino della vita, in particolare quando attraversiamo la notte del dolore, affinché ci sforziamo di mantenerci come Lei saldi ai piedi della croce. Tante grazie!
© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana
7 mesi fa
Nessun commento:
Posta un commento