martedì 27 febbraio 2007

SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA: LO SPECIALE DEL BLOG


SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA, 15 AGOSTO 2012

Il Papa: "L’Assunzione al Cielo di Maria è il mistero della Pasqua di Cristo pienamente realizzato in Lei. Ella è intimamente unita al suo Figlio risorto, vincitore del peccato e della morte, pienamente conformata a Lui. Ma l’Assunzione è una realtà che tocca anche noi, perché ci indica in modo luminoso il nostro destino, quello dell’umanità e della storia. In Maria, infatti, contempliamo quella realtà di gloria a cui è chiamato ciascuno di noi e tutta la Chiesa" ( Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus, 15 agosto 2012)

Il Papa: "Aprendoci a Dio, non perdiamo niente. Al contrario: la nostra vita diventa ricca e grande. E così, fede e speranza e amore si combinano. Ci sono oggi molte parole su un mondo migliore da aspettarsi: sarebbe la nostra speranza. Se e quando questo mondo migliore viene, non sappiamo, non so. Sicuro è che un mondo che si allontana da Dio non diventa migliore, ma peggiore. Solo la presenza di Dio può garantire anche un mondo buono" ( Omelia pronunciata dal Santo Padre in occasione della Santa Messa nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, 15 agosto 2012) 


SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA, 15 AGOSTO 2011

Il Papa: "in Maria vediamo la meta verso cui camminano tutti coloro che sanno legare la propria vita a quella di Gesù, che lo sanno seguire come ha fatto Maria. Questa festa parla allora del nostro futuro, ci dice che anche noi saremo accanto a Gesù nella gioia di Dio e ci invita ad avere coraggio, a credere che la potenza della Risurrezione di Cristo può operare anche in noi e renderci uomini e donne che ogni giorno cercano di vivere da risorti, portando nell’oscurità del male che c’è nel mondo, la luce del bene" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus, 15 agosto 2011)

Il Papa: "le cose di Dio meritano fretta, anzi le uniche cose del mondo che meritano fretta sono proprio quelle di Dio, che hanno la vera urgenza per la nostra vita. Allora Maria entra in questa casa di Zaccaria e di Elisabetta, ma non entra sola. Vi entra portando in grembo il figlio, che è Dio stesso fatto uomo" (Omelia pronunciata dal Santo Padre in occasione della Santa Messa nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, 15 agosto 2011)

SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA, 15 AGOSTO 2010

Il Papa: "Da Oriente a Occidente la Tuttasanta è invocata Madre celeste, che sostiene il Figlio di Dio fra le braccia e sotto la cui protezione trova rifugio tutta l’umanità" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus, 15 agosto 2010)

Il Papa: "Il Cristianesimo non annuncia solo una qualche salvezza dell’anima in un impreciso al di là, nel quale tutto ciò che in questo mondo ci è stato prezioso e caro verrebbe cancellato, ma promette la vita eterna, «la vita del mondo che verrà»: niente di ciò che ci è prezioso e caro andrà in rovina, ma troverà pienezza in Dio" (Omelia pronunciata dal Santo Padre in occasione della Santa Messa nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, 15 agosto 2010)

SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA, 15 AGOSTO 2009

SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DI MARIA 2009: VIDEO E PODCAST

Il Papa: "Dio ha assunto dalla Vergine Maria il corpo umano per entrare nella nostra condizione mortale. A sua volta, alla fine dell’esistenza terrena, il corpo della Vergine è stato assunto in cielo da parte di Dio e fatto entrare nella condizione celeste" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus, 16 agosto 2009)

All'Angelus nella Solennità dell'Assunta il Papa cita il Santo Curato d'Ars: "L’uomo era creato per il cielo. Il demonio ha spezzato la scala che vi conduceva. Nostro Signore, con la sua Passione, ce ne ha formata un’altra… La Santissima Vergine è sull’alto della scala e la tiene a due mani" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus, 15 agosto 2009)

Il Papa: "Tutta la vita è un'ascensione, tutta la vita è meditazione, obbedienza, fiducia e speranza anche nell'oscurità e tutta la vita è questa «sacra fretta» che sa che Dio è sempre la priorità e nient'altro deve creare fretta nella nostra vita" (Omelia pronunciata dal Santo Padre in occasione della Santa Messa nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, 15 agosto 2009)

Il Papa: "Quando Dio decise di farsi uomo nel suo Figlio, aveva bisogno del «sì» libero di una sua creatura. Dio non agisce contro la nostra libertà...Maria predilige i presbiteri per due ragioni: perché sono più simili a Gesù, amore supremo del suo cuore, e perché anch’essi, come Lei, sono impegnati nella missione di proclamare, testimoniare e dare Cristo al mondo" (Catechesi, in gran parte "a braccio, sul nesso fra la Madonna ed il sacerdozio, 12 agosto 2009)

Solennità dell'Assunzione delle Vergine Maria (2009): raccolta di articoli e commenti

SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA, 15 AGOSTO 2008

Il Papa: "Maria assunta in cielo ci ricorda che tutto il nostro essere - spirito, anima e corpo – è destinato alla pienezza della vita" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus, 15 agosto 2008)

Il Papa: "Davanti al triste spettacolo di tanta falsa gioia e di tanto angosciato dolore nel mondo, dobbiamo imparare da Maria a diventare segni di speranza" (Omelia pronunciata dal Santo Padre in occasione della Santa Messa nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, 15 agosto 2008)

SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA, 15 AGOSTO 2007

Che sembianze ha assunto, nella storia, il dragone rosso dell'Apocalisse? (omelia "a braccio" per l'Assunta, 15 agosto 2007)

ANGELUS 15 AGOSTO 2007

SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA, 15 AGOSTO 2006

SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA , 15.08.2006

Alle ore 8.00 di oggi, Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa nella Parrocchia Pontificia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo.
Nel corso della Celebrazione Eucaristica, il Papa ha pronunciato l’omelia che riportiamo di seguito:


OMELIA DEL SANTO PADRE

Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari Fratelli e Sorelle!

Nel Magnificat – il grande canto della Madonna ora ascoltato nel Vangelo – troviamo una parola sorprendente. Maria dice: "D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata". La Madre del Signore profetizza le lodi mariane della Chiesa per tutto il futuro, la devozione mariana del Popolo di Dio fino alla fine dei tempi. Lodando Maria la Chiesa non ha inventato qualcosa "accanto" alla Scrittura: ha risposto a questa profezia fatta da Maria in quell’ora di grazia.

E queste parole di Maria non erano solo parole personali, forse arbitrarie. Elisabetta aveva, come dice San Luca, gridato piena di Spirito Santo : "Beata Colei che ha creduto". E Maria, pure piena di Spirito Santo, continua e completa quello che ha detto Elisabetta, affermando: "Beata mi diranno tutte le generazioni". E’ una vera profezia, ispirata dallo Spirito Santo, e la Chiesa, venerando Maria, risponde a un comando dello Spirito Santo, fa ciò che deve fare. Noi non lodiamo Dio sufficientemente tacendo sui suoi santi, soprattutto su "la Santa" che è divenuta la sua dimora in terra, Maria. La luce semplice e multiforme di Dio ci appare proprio nella sua varietà e ricchezza solo nel volto dei santi, che sono il vero specchio della sua luce. E proprio vedendo il volto di Maria possiamo vedere più che in altri modi la bellezza di Dio, la sua bontà, la sua misericordia. Possiamo realmente percepire la luce divina in questo volto.

"Tutte le generazioni mi chiameranno beata". Noi possiamo lodare Maria, venerare Maria, perché è "beata", è beata per sempre. E questo è il contenuto di questa Festa. Beata è perché unita a Dio, vive con Dio e in Dio. Il Signore, nella vigilia della sua Passione, congedandosi dai suoi, ha detto: "Io vado a prepararvi, nella grande casa del Padre, una dimora. E ci sono molte dimore nella casa del Padre". Maria dicendo: "Sono la tua serva, sia fatta la tua volontà" ha preparato qui in terra la dimora per Dio; con corpo e anima ne è divenuta la dimora e così ha aperto la terra al cielo.

San Luca, nel Vangelo ora ascoltato, con diversi accenni fa capire che Maria è la vera Arca dell'Alleanza, che il mistero del Tempio – l’inabitazione di Dio qui in terra – è adempiuto in Maria. In Maria realmente abita Dio, diventa presente qui in terra. Maria diventa la sua tenda. Quello che desiderano tutte le culture – che cioè Dio abiti tra di noi – si realizza qui. Sant’Agostino dice: "Prima di concepire il Signore nel corpo, lo aveva già concepito nell’anima". Aveva dato al Signore lo spazio della sua anima e così è divenuta realmente il vero Tempio dove Dio si è incarnato, è divenuto presente su questa terra. E così, essendo la dimora di Dio in terra, in lei è già preparata la sua dimora eterna, è già preparata questa dimora per sempre. E questo è tutto il contenuto del dogma dell’Assunzione di Maria alla gloria del cielo in corpo e anima, espresso qui in queste parole. Maria è "beata" perché è divenuta – totalmente, con corpo e anima e per sempre – la dimora del Signore. Se questo è vero, Maria non solamente, non semplicemente ci invita all’ammirazione, alla venerazione, ma ci guida, mostra la strada della vita a noi, ci mostra come noi possiamo divenire beati, trovare la strada della felicità.

Sentiamo ancora una volta la parola di Elisabetta, completata nel Magnificat di Maria: "Beata Colei che ha creduto". Il primo e fondamentale atto per diventare dimora di Dio e per trovare così la felicità definitiva è credere, è la fede, la fede in Dio, in quel Dio che si è mostrato in Gesù Cristo e si fa sentire nella parola divina della Sacra Scrittura. Credere non è aggiungere una opinione ad altre. E la convinzione, la fede che Dio c’è non è una informazione come altre. Di molte informazioni, a noi non fa niente se sono vere o false, non cambiano la nostra vita. Ma se Dio non c’è, la vita è vuota, il futuro è vuoto. E se Dio c’è, tutto è cambiato, la vita è luce, il nostro avvenire è luce e abbiamo l’orientamento per come vivere. Perciò credere costituisce l’orientamento fondamentale della nostra vita. Credere, dire: "Sì, credo che Tu sei Dio, credo che nel Figlio incarnato sei Tu presente tra di noi", orienta la mia vita, mi spinge ad attaccarmi a Dio, ad unirmi con Dio e così a trovare il luogo dove vivere, e il modo come vivere. E credere non è solo un tipo di pensiero, un’idea; è, come già accennato, un agire, è una forma di vivere. Credere vuol dire seguire la traccia indicataci dalla Parola di Dio. Maria, oltre questo atto fondamentale della fede, che è un atto esistenziale, una presa di posizione per tutta la vita, aggiunge un’altra parola: "La sua misericordia si stende su quelli che lo temono". Parla, con tutta la Scrittura, del "timor di Dio". Questa è forse una parola che noi conosciamo poco o non amiamo molto. Ma "timor di Dio" non è angoscia, è tutt’altra cosa. Come figli, non abbiamo angoscia del Padre, ma abbiamo il timor di Dio, la preoccupazione di non distruggere l’amore sul quale è collocata la nostra vita. Timor di Dio è quel senso di responsabilità che noi dobbiamo avere, responsabilità per la porzione del mondo che ci è affidata nella nostra vita. Responsabilità di amministrare bene questa parte del mondo e della storia che siamo noi e così servire all’edificazione giusta del mondo, servire alla vittoria del bene e della pace.

"Ti chiameranno beata tutte le generazioni": questo vuol dire che il futuro, l’avvenire, appartiene a Dio, è nelle mani di Dio, che Dio vince. E non vince il drago, così forte, del quale parla oggi la prima Lettura, il drago che è la rappresentazione di tutti i poteri della violenza del mondo. Sembrano invincibili, ma Maria ci dice che non sono invincibili. La Donna - così ci mostrano la Prima Lettura e il Vangelo – è più forte perché Dio è più forte. Certo in confronto con il drago, così armato, questa Donna che è Maria, che è la Chiesa, appare indifesa, vulnerabile. E realmente Dio è vulnerabile nel mondo, perché è l’Amore e l’amore è vulnerabile. E tuttavia Lui ha il futuro in mano; vince l’amore e non l’odio, vince alla fine la pace.

Questa è la grande consolazione contenuta nel dogma dell’Assunzione di Maria in corpo e anima alla gloria del cielo. Ringraziamo il Signore per questa consolazione, ma vediamo anche questa consolazione come un impegno per noi di stare dalla parte del bene, della pace. E preghiamo Maria, la Regina della Pace, perché aiuti per la vittoria della pace, oggi: "Regina della Pace, prega per noi". Amen!

© Copyright 2006-2007 - Libreria Editrice Vaticana

ANGELUS 15 AGOSTO 2006

SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA, 15 AGOSTO 2005

SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (15 AGOSTO 2005)

Alle ore 8.00 di lunedì 15 agosto 2005, Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa nella Parrocchia Pontificia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo ed ha pronunciato l’omelia che riportiamo di seguito:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, cari Fratelli e Sorelle,

innanzi tutto, un cordiale saluto a voi tutti. Per me è una grande gioia celebrare la Messa nel giorno dell’Assunta in questa bella chiesa parrocchiale. Saluti al Cardinale Sodano, al Vescovo di Albano, a tutti i sacerdoti, al Sindaco, a tutti voi. Grazie per la vostra presenza. La festa dell’Assunta è un giorno di gioia. Dio ha vinto. L’amore ha vinto. Ha vinto la vita. Si è mostrato che l’amore è più forte della morte. Che Dio ha la vera forza e la sua forza è bontà e amore.

Maria è assunta in cielo in corpo e anima: anche per il corpo c’è posto in Dio. Il cielo non è più per noi una sfera molto lontana e sconosciuta. Nel cielo abbiamo una madre. E la Madre di Dio, la Madre del Figlio di Dio, è la nostra Madre. Egli stesso lo ha detto. Ne ha fatto la nostra Madre, quando ha detto al discepolo e a tutti noi: "Ecco la tua Madre!" Nel cielo abbiamo una Madre. Il cielo è aperto, il cielo ha un cuore.

Nel Vangelo abbiamo sentito il Magnificat, questa grande poesia venuta dalle labbra, anzi dal cuore di Maria, ispirata dallo Spirito Santo. In questo canto meraviglioso si riflette tutta l’anima, tutta la personalità di Maria. Possiamo dire che questo suo canto è un ritratto, una vera icona di Maria, nella quale possiamo vederla proprio così com'è. Vorrei rilevare solo due punti di questo grande canto. Esso comincia con la parola "Magnificat": la mia anima "magnifica" il Signore, cioè "proclama grande" il Signore. Maria desidera che Dio sia grande nel mondo, sia grande nella sua vita, sia presente tra tutti noi. Non ha paura che Dio possa essere un "concorrente" nella nostra vita, che possa toglierci qualcosa della nostra libertà, del nostro spazio vitale con la sua grandezza. Ella sa che, se Dio è grande, anche noi siamo grandi. La nostra vita non viene oppressa, ma viene elevata e allargata: proprio allora diventa grande nello splendore di Dio.

Il fatto che i nostri progenitori pensassero il contrario fu il nucleo del peccato originale. Temevano che, se Dio fosse stato troppo grande, avrebbe tolto qualcosa alla loro vita. Pensavano di dover accantonare Dio per avere spazio per loro stessi. Questa è stata anche la grande tentazione dell’epoca moderna, degli ultimi tre-quattro secoli. Sempre più si è pensato ed anche si è detto: "Ma questo Dio non ci lascia la nostra libertà, rende stretto lo spazio della nostra vita con tutti i suoi comandamenti. Dio deve dunque scomparire; vogliamo essere autonomi, indipendenti. Senza questo Dio noi stessi saremo dei, facendo quel che vogliamo noi". Era questo il pensiero anche del figlio prodigo, il quale non capì che, proprio per il fatto di essere nella casa del padre, era "libero". Andò via in paesi lontani e consumò la sostanza della sua vita. Alla fine capì che, proprio per essersi allontanato dal padre, invece che libero, era divenuto schiavo; capì che solo ritornando alla casa del padre avrebbe potuto essere libero davvero, in tutta la bellezza della vita. E’ così anche nell’epoca moderna. Prima si pensava e si credeva che, accantonando Dio ed essendo noi autonomi, seguendo solo le nostre idee, la nostra volontà, saremmo divenuti realmente liberi, potendo fare quanto volevamo senza che nessun altro potesse darci alcun ordine. Ma dove scompare Dio, l’uomo non diventa più grande; perde anzi la dignità divina, perde lo splendore di Dio sul suo volto. Alla fine risulta solo il prodotto di un’evoluzione cieca e, come tale, può essere usato e abusato. E' proprio quanto l'esperienza di questa nostra epoca ha confermato.

Solo se Dio è grande, anche l’uomo è grande. Con Maria dobbiamo cominciare a capire che è così. Non dobbiamo allontanarci da Dio, ma rendere presente Dio; far sì che Egli sia grande nella nostra vita; così anche noi diventiamo divini; tutto lo splendore della dignità divina è allora nostro. Applichiamo questo alla nostra vita. E’ importante che Dio sia grande tra di noi, nella vita pubblica e nella vita privata. Nella vita pubblica, è importante che Dio sia presente, ad esempio, mediante la Croce negli edifici pubblici, che Dio sia presente nella nostra vita comune, perché solo se Dio è presente abbiamo un orientamento, una strada comune; altrimenti i contrasti diventano inconciliabili, non essendoci più il riconoscimento della comune dignità. Rendiamo Dio grande nella vita pubblica e nella vita privata. Ciò vuol dire fare spazio ogni giorno a Dio nella nostra vita, cominciando dal mattino con la preghiera, e poi dando tempo a Dio, dando la domenica a Dio. Non perdiamo il nostro tempo libero se lo offriamo a Dio. Se Dio entra nel nostro tempo, tutto il tempo diventa più grande, più ampio, più ricco.

Una seconda osservazione. Questa poesia di Maria - il Magnificat – è tutta originale; tuttavia è, nello stesso tempo, un "tessuto" fatto totalmente di "fili" dell’Antico Testamento, fatto di parola di Dio. E così vediamo che Maria era, per così dire, "a casa" nella parola di Dio, viveva della parola di Dio, era penetrata dalla parola di Dio. Nella misura in cui parlava con le parole di Dio, pensava con le parole di Dio, i suoi pensieri erano i pensieri di Dio, le sue parole le parole di Dio. Era penetrata dalla luce divina e perciò era così splendida, così buona, così raggiante di amore e di bontà. Maria vive della parola di Dio, è pervasa dalla parola di Dio. E questo essere immersa nella parola di Dio, questo essere totalmente familiare con la parola di Dio le dà poi anche la luce interiore della sapienza. Chi pensa con Dio pensa bene, e chi parla con Dio parla bene. Ha criteri di giudizio validi per tutte le cose del mondo. Diventa sapiente, saggio e, nello stesso tempo, buono; diventa anche forte e coraggioso, con la forza di Dio che resiste al male e promuove il bene nel mondo.

E, così, Maria parla con noi, parla a noi, ci invita a conoscere la parola di Dio, ad amare la parola di Dio, a vivere con la parola di Dio, a pensare con la parola di Dio. E possiamo farlo in diversissimi modi: leggendo la Sacra Scrittura, soprattutto partecipando alla Liturgia, nella quale nel corso dell’anno la Santa Chiesa ci apre dinanzi tutto il libro della Sacra Scrittura. Lo apre alla nostra vita e lo rende presente nella nostra vita. Ma penso anche al "Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica", che recentemente abbiamo pubblicato, nel quale la parola di Dio è applicata alla nostra vita, interpreta la realtà della nostra vita, ci aiuta ad entrare nel grande "tempio" della parola di Dio, ad imparare ad amarla e ad essere, come Maria, penetrati da questa parola. Così la vita diventa luminosa e abbiamo il criterio in base al quale giudicare, riceviamo bontà e forza nello stesso momento.

Maria è assunta in corpo e anima nella gloria del cielo e con Dio e in Dio è regina del cielo e della terra. E’ forse così lontana da noi? E' vero il contrario. Proprio perché è con Dio e in Dio, è vicinissima ad ognuno di noi. Quando era in terra poteva essere vicina solo ad alcune persone. Essendo in Dio, che è vicino a noi, anzi che è "interiore" a noi tutti, Maria partecipa a questa vicinanza di Dio. Essendo in Dio e con Dio, è vicina ad ognuno di noi, conosce il nostro cuore, può sentire le nostre preghiere, può aiutarci con la sua bontà materna e ci è data – come è detto dal Signore – proprio come "madre", alla quale possiamo rivolgerci in ogni momento. Ella ci ascolta sempre, ci è sempre vicina, ed essendo Madre del Figlio, partecipa del potere del Figlio, della sua bontà. Possiamo sempre affidare tutta la nostra vita a questa Madre, che non è lontana da nessuno di noi.

Ringraziamo, in questo giorno di festa, il Signore per il dono della Madre e preghiamo Maria, perché ci aiuti a trovare la giusta strada ogni giorno. Amen.

© Copyright 2005-2007 - Libreria Editrice Vaticana

ANGELUS 15 AGOSTO 2005

Vedi anche:

La festa della Dormizione della Madre di Dio. Una tomba che diviene scala per il cielo (Osservatore Romano)

Timothy Verdon: "L'Assunzione e l'Incoronazione di Maria nell'arte" (Osservatore Romano)

La festa della Dormizione nella tradizione bizantina (Mons. FrAtilA per l'Osservatore Romano)

Padre De Fiores: l'Assunta ci invita ad aprire i cuori alla gioia di una esistenza dilatata per tutta l'eternità (Radio Vaticana)

1 commento:

Anonimo ha detto...

VERSO IL SIGNORE, MIO + DIO, INNALZI IL MIO CUORE.