7 mesi fa
sabato 8 novembre 2008
Il Papa all'ambasciatore della Lituania: "Frammentazione e confusione morale sono i rischi della società di oggi"
Il discorso di Benedetto XVI al nuovo Ambasciatore di Lituania presso la Santa Sede
Frammentazione e confusione morale sono i rischi della società di oggi
Benedetto XVI ha ricevuto nella mattina di venerdì 7 novembre, alle ore 11, in solenne udienza, Sua Eccellenza il Signor Vytautas Alisauskas, nuovo Ambasciatore della Repubblica di Lituania presso la Santa Sede, il quale ha presentato le Lettere con le quali viene accreditato nell'alto ufficio.
Sua Eccellenza l'Ambasciatore, rilevato alla sua residenza da un Gentiluomo di Sua Santità e da un Addetto di Anticamera, è giunto alle 10.45 al Cortile di San Damaso, nel Palazzo Apostolico Vaticano, ove un reparto della Guardia Svizzera Pontificia rendeva gli onori.
Al ripiano degli ascensori, Sua Eccellenza l'Ambasciatore era ricevuto da un Gentiluomo di Sua Santità e subito dopo saliva alla seconda Loggia, dove si trovavano ad attenderlo gli Addetti di Anticamera e i Sediari. Dalla seconda Loggia il corteo si dirigeva alla Sala Clementina, dove l'Ambasciatore veniva ricevuto dal prefetto della Casa Pontificia, l'arcivescovo James Michael Harvey, il quale lo introduceva alla presenza del Pontefice nella Biblioteca privata.
Dopo la presentazione delle Credenziali da parte dell'Ambasciatore avevano luogo lo scambio dei discorsi e, quindi, il colloquio privato.
Dopo l'udienza, nella Sala Clementina l'Ambasciatore prendeva congedo dal prefetto della Casa Pontificia e discendeva nella basilica Vaticana: ricevuto da una delegazione del Capitolo, si recava dapprima nella Cappella del Santissimo Sacramento per un breve atto di adorazione; passava poi a venerare l'immagine della Beatissima Vergine e, quindi, la tomba di San Pietro.
Al termine della visita l'Ambasciatore prendeva congedo dalla delegazione del Capitolo, quindi, alla Porta della Preghiera, prima di lasciare la basilica, si congedava dai dignitari che lo avevano accompagnato e faceva ritorno alla sua residenza.
Questa è una nostra traduzione dall'inglese del discorso del Papa.
Eccellenza,
sono lieto di riceverla all'inizio della sua missione e di accettare le Lettere che la accreditano quale Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Lituania presso la Santa Sede. La ringrazio per le sue cortesi parole e per i saluti che mi ha recato da parte del Presidente Valdas Adamkus. La prego di trasmettergli i miei deferenti buoni auspici e l'assicurazione delle mie preghiere per tutto l'amato popolo della vostra nazione.
Mi rincuorano in particolare le sue osservazioni sulla necessità dell'Europa moderna di attingere alla tradizione che fluisce dall'insegnamento del Vangelo. Il suo Paese ha una storia lunga e nobile che risale ai giorni di san Casimiro e ancora prima. Negli ultimi secoli, la fede ha sostenuto il popolo lituano in periodi di dominio e di oppressione stranieri e lo ha aiutato a mantenere e a consolidare la propria identità. Ora che la Repubblica ha riacquistato l'indipendenza, può offrire una testimonianza commovente dei valori che hanno permesso al suo popolo di sopravvivere a quegli anni difficili. Come sapeva per esperienza personale il mio predecessore Papa Giovanni Paolo ii, la fede condivisa è una fonte meravigliosa di forza e di unità nelle avversità. Le comunità vissute in tali circostanze acquisiscono una profonda convinzione del fatto che la felicità autentica si trova solo in Dio. Sanno che qualsiasi società che negail Creatore inevitabilmente comincia a perdere il senso della bellezza, della verità e della bontà della vita umana.
Tuttavia, come Lei, Eccellenza, ha osservato, nei Paesi dell'ex blocco orientale è ormai cresciuta una nuova generazione che non ha vissuto l'esperienza del governo totalitario e tende quindi a dare per scontata la libertà politica di cui gode. Di conseguenza, c'è il rischio che alcuni dei frutti maturati nei tempi difficili possano cominciare ad andare perduti. Lei, Eccellenza, comprende bene i pericoli insiti nella società di oggi, che, sebbene libera, soffre sempre più di frammentazione e confusione morale. In questo contesto, è di vitale importanza che la Lituania, così come tutta l'Europa, coltivi la memoria della storia che l'ha plasmata per preservare la propria identità autentica e quindi sopravvivere e prosperare nel mondo del xxi secolo.
È sia un paradosso sia una tragedia che in questa era di globalizzazione, quando le possibilità di comunicazione e di interazione con gli altri hanno raggiunto un livello che le generazioni precedenti non avrebbero quasi neanche potuto immaginare, così tante persone si sentano isolate e tagliate fuori. Ciò causa molti problemi sociali che non si possono risolvere soltanto sul piano politico, poiché anche le migliori strutture "funzionano soltanto se in una comunità sono vive delle convinzioni che siano in grado di motivare gli uomini a una libera adesione all'ordinamento comunitario" (Spe salvi, n. 24). La Chiesa deve svolgere un ruolo importante in questo, attraverso il messaggio di speranza che proclama. Essa cerca di edificare una civiltà dell'amore, insegnando che "Dio è amore" ed esortando le persone di buona volontà a instaurare un rapporto amorevole con Lui. Poiché "dall'amore verso Dio consegue la partecipazione alla giustizia e alla bontà di Dio verso gli altri" (ibidem, n. 28), la pratica del cristianesimo conduce naturalmente alla solidarietà con i propri concittadini e, di fatto, con tutta la famiglia umana. Essa porta alla determinazione di servire il bene comune e di assumersi la responsabilità dei membri più deboli della società. Inoltre, frena il desiderio di accumulare ricchezza soltanto per se stessi. La nostra società deve superare l'attrazione per i beni materiali e concentrarsi invece su valori che promuovano veramente il bene della persona umana.
La Santa Sede ha a cuore i legami diplomatici con il suo Paese, caratterizzato da secoli di testimonianza cristiana. Cooperando possiamo contribuire a forgiare un'Europa in cui la priorità sia accordata alla difesa del matrimonio e della vita familiare, alla tutela della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale e alla promozione di sane pratiche etiche nella ricerca medica e scientifica, pratiche che rispettino veramente la dignità della persona umana. Possiamo promuovere una solidarietà valida con i poveri, i malati, i vulnerabili e quanti vivono ai margini della società. Questi valori toccheranno una corda in tutti coloro, specialmente i giovani, che cercano risposte al profondo interrogativo sul significato e sullo scopo della vita. Saranno in sintonia con quanti sono ansiosi di scoprire la verità che è così tanto spesso oscurata dai messaggi superficiali diffusi dalla società postmoderna. Faranno appello a tutti coloro che discernono abbastanza da rifiutare la visione del mondo basata sul relativismo e sul secolarismo e che invece aspirano a vivere in modo confacente alla nobiltà autentica dello spirito umano.
Eccellenza, prego affinché la missione diplomatica che comincia oggi rafforzi ulteriormente i vincoli di amicizia esistenti fra la Santa Sede e la Repubblica di Lituania. La assicuro del fatto che i vari organismi della Curia Romana saranno sempre pronti a offrirle aiuto nello svolgimento dei suoi doveri. Con i miei sinceri buoni auspici, invoco su di lei, sulla sua famiglia e su tutti i suoi concittadini benedizioni abbondanti di pace e di prosperità.
© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana
(©L'Osservatore Romano - 8 novembre 2008)
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