7 mesi fa
lunedì 3 agosto 2009
Il Papa: "Abbiamo visto e sentito che c'è una parte indistrutta del mondo, anche dopo la torre e la superbia di Babele, ed è la musica"
CONCERTO IN ONORE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI OFFERTO DALLA "BAYERISCHES KAMMERORCHESTER BAD BRÜCKENAU", 02.08.2009
Alle ore 18 di oggi, nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, ha avuto luogo un Concerto offerto dalla "Bayerisches Kammerorchester Bad Brückenau" in onore del Santo Padre Benedetto XVI.
In programma musiche di Johann Sebastian Bach, Benjamin Britten e Wolfgang Amadeus Mozart.
Pubblichiamo di seguito le parole che il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto ai presenti al termine del Concerto:
Cari amici,
ho parlato in lingua tedesca, perché i musicisti e la gran parte dei partecipanti sono tedeschi. Purtroppo dopo gli avvenimenti della torre di Babele le lingue ci separano, creano barriere.
Ma in questa ora abbiamo visto e sentito che c'è una parte indistrutta del mondo, anche dopo la torre e la superbia di Babele, ed è la musica: la lingua che noi possiamo tutti capire, perché tocca il cuore di noi tutti.
Questo per noi non è solo una garanzia che la bontà e la bellezza della creazione di Dio non sono distrutte, ma che noi siamo chiamati e capaci di lavorare per il bene e per il bello, e sono anche una promessa che il mondo futuro verrà, che Dio vince, che la bellezza e la bontà vincono.
Per questa consolazione, per questo conforto nel nostro lavoro quotidiano, siamo grati a voi musicisti. Grazie a voi tutti, buona sera e buona settimana.
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA DELLE PAROLE PRONUNCIATE DAL SANTO PADRE IN LINGUA TEDESCA
Egregio Decano Kemmer,
egregi musicisti,
cari amici,
oggi per la prima volta dopo un così bel concerto non ho potuto applaudire con vigore. Sono dunque ancor più lieto di poter esprimere al signor Albrecht Mayer e ai musicisti della Bayerischen Kammerorchester Bad Brückenau il ringraziamento e l'ammirazione di tutti i presenti. Parimenti ringrazio il Decano Cilian Kemmer per le sue parole di saluto e tutti coloro che hanno organizzato e reso possibile questo concerto a Castel Gandolfo. Per noi, naturalmente, il grande fascino di questa sera è stato il suono dell'oboe che Lei, caro signor Mayer, ci ha magistralmente offerto.
È stato commovente osservare come da un pezzo di legno, da questo strumento, fluisca un intero universo di musica: l'insondabile e il gioioso, il serio e il faceto, il grandioso e l'umile, il dialogo interiore delle melodie. Ho pensato quant'è magnifico che in un piccolo pezzo creativo si nasconda una tale promessa, che il maestro può liberare. E ciò significa che tutta la creazione è colma di promesse e che l'uomo riceve il dono di sfogliare questo libro di promesse almeno per un po'. Penso che questa sera ci inviti non solo a serbare le forze naturali che ci aiutano a far emergere le energie fisiche, che sono una promessa della creazione, ma anche a serbare le promesse più profonde, più grandi che questa musica ci ha indicato, nella vigilanza del cuore, che ci permette di comprendere anche questo pezzo di creazione.
Il programma di sala, con la descrizione del concerto, ci ha introdotto un po' nelle opere dei compositori. Penso che sia per noi tutti commovente che tali maestri si siano comportati come il buon padre di famiglia del Vangelo, di cui parla il Signore. Non traggono solo il vecchio e il nuovo dalle loro ricchezze. Sotto la spinta dei loro compiti, possono non solo creare sempre cose nuove, ma anche riprendere in considerazione il vecchio e quindi diventano visibili nuove potenzialità, che erano presenti nell'opera precedente. Questo concerto con gli assoli dell’oboe ha assolto il compito di esprimere nuove potenzialità, in cui la musica prosegue, rimane viva e rinasce in ogni esecuzione, come anche ora.
Mi viene in mente che oggi nella Chiesa ricorre il giorno della Porziuncola, che ci ricorda la miracolosa visione di san Francesco. Nella piccola chiesa della Porziuncola ad Assisi, egli vede il Signore, sua Madre e gli Angeli intorno. Il Signore gli concede di esprimere un desiderio e san Francesco chiede di poter portare a casa il perdono. La richiesta viene accettata, egli torna a casa e dice gioioso ai fratelli: amici, il Signore vuole averci tutti in Paradiso! Oggi penso che dovremmo trascorrere questo momento come un'ora di paradiso, osservare e ascoltare il paradiso e la bellezza incorrotta e il bene della creazione. Non è una fuga dalla miseria di questo mondo e della quotidianità, perché possiamo continuare a contrastare il male e le tenebre solo se noi stessi crediamo nel bene e possiamo credere nel bene soltanto se lo sperimentiamo e lo viviamo come realtà. In quest'ora abbiamo sfiorato il bene e il bello con il nostro cuore.
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
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