7 mesi fa
sabato 6 febbraio 2010
Il Papa: Spesso si vive chiusi in se stessi, ripiegati sui propri problemi, distratti dalle tante preoccupazioni che affollano la mente...
Vedi anche:
L'appello del Papa e l'economia di mercato: "Il senso di colpa del capitalismo" (Piero Ostellino)
Il Papa: rimettere al centro la persona e il bene comune (Cardinale)
Acea privata, «sante» polemiche (Il Tempo)
Discorso del Papa agli inglesi, Padre Lombardi: Le persone serie capiscono subito che non si tratta in alcun modo di interferenza della Chiesa (Izzo)
Il Papa: le imprese non seguano solo il profitto, ma promuovano il bene di tutti (Apcom)
Il Papa: a Roma troppo individualismo, serve ecologia umana. Crisi, Benedetto XVI richiama le imprese alla responsabilità sociale (Izzo)
Ripensare il modello di sviluppo basato su profitto e individualismo: così il Papa nell'udienza all'Acea
UDIENZA AI DIRIGENTI E AL PERSONALE DELL’ACEA (AZIENDA COMUNALE ENERGIA E AMBIENTE), 06.02.2010
Alle ore 12 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in udienza i Dirigenti e il Personale dell’Azienda romana ACEA (Azienda Comunale Energia e Ambiente) e rivolge loro il discorso che pubblichiamo di seguito:
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Signor Cardinale,
cari amici dell’Azienda Comunale Energia e Ambiente!
Sono lieto di accogliervi e di rivolgere a ciascuno di voi il mio cordiale benvenuto. Saluto il Signor Cardinale Salvatore De Giorgi, il Signor Sindaco di Roma, i Membri del Direttivo Nazionale UCID e il Presidente di ACEA, il Dott. Giancarlo Cremonesi, che ringrazio per le cortesi parole con cui ha introdotto il nostro incontro e per i doni offerti, in particolare per il bel volume sull’applicazione al mondo dell’impresa dei principi dell’Enciclica Caritas in veritate, edito dalla Libreria Editrice Vaticana in collaborazione con l’UCID, nella collana "Imprenditori per il bene comune". Desidero esprimere vivo apprezzamento per tale iniziativa editoriale, auspicando che possa diventare un punto di riferimento nel cercare soluzioni per i complessi problemi del mondo del lavoro e dell’economia. Vorrei, inoltre, esprimere il mio vivo compiacimento per il progetto di collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel, che si propone l’obiettivo di rispondere all’urgenza di acqua e di energia in alcuni Paesi in via di sviluppo.
Ho, inoltre, visto con interesse la "Carta dei Valori" ed il "Codice Etico", nei quali vengono richiamati i principi di responsabilità, trasparenza, correttezza, lo spirito di servizio e di collaborazione cui si richiama l’ACEA. Si tratta di orientamenti che codesta Azienda vuole ricordare e sui quali costruire la propria immagine e reputazione.
Avete da poco concluso le celebrazioni del centenario dell’ACEA. Sono, infatti, passati cento anni da quel 20 settembre del 1909, quando i Cittadini romani, con referendum popolare, scelsero che l’illuminazione pubblica e i trasporti collettivi fossero municipalizzati. Da quel giorno la vostra Azienda è cresciuta insieme a Roma. Un cammino lungo e affascinante, ricco di sfide e di successi. Basti pensare a quanto è stato complesso garantire i servizi essenziali a fasce sempre più estese di cittadini, in quartieri nuovi, spesso cresciuti in maniera caotica e abusiva, in una Città che cambiava e si espandeva a dismisura. Così, nel corso degli anni, possiamo affermare che il rapporto fra l’Urbe e l’ACEA è diventato sempre più stretto, e questo grazie soprattutto alla pluralità di servizi che l’Azienda ha erogato e continua ad erogare alla Città, sostenendone e favorendone la trasformazione in una moderna Metropoli.
La celebrazione centenaria giunge al termine di un periodo denso di difficoltà, caratterizzato da una grave crisi internazionale che ha portato il mondo a ripensare un modello di sviluppo basato soprattutto sulla finanza e sul profitto, per orientarsi a rimettere al centro dell’azione dell’uomo la sua capacità di produrre, di innovare, di pensare e costruire il futuro. Come sottolineavo nell’Enciclica Caritas in veritate, è importante che cresca la consapevolezza circa la necessità di una più ampia "responsabilità sociale" dell’impresa, che spinga a tenere nella giusta considerazione le attese e i bisogni dei lavoratori, dei clienti, dei fornitori e dell’intera comunità, e ad avere una particolare attenzione verso l’ambiente (cfr n. 40). In questo modo la produzione di beni e servizi non sarà legata esclusivamente alla ricerca del profitto economico, ma anche alla promozione del bene di tutti. Mi rallegro perché la storia di questi cento anni non si traduce soltanto nei termini numerici di una sempre maggiore competitività, ma anche in un impegno morale che tende a perseguire il benessere della collettività.
Nello spirito di servizio che la caratterizza, desidero esprimere il mio apprezzamento per quanto l’ACEA, grazie alla competenza professionale dei suoi dipendenti, ha realizzato nell’illuminazione dei monumenti che rendono Roma unica al mondo. A questo proposito, voglio ricordare con gratitudine il fattivo aiuto in occasione delle celebrazioni per l’80° Anniversario della fondazione dello Stato della Città del Vaticano. Anche numerose Chiese, ad iniziare dalla Basilica di San Pietro, sono valorizzate da sapienti giochi di luce che mettono in risalto quanto l’uomo ha saputo realizzare per manifestare la propria fede in Cristo, "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv 1, 9).
Ho appreso, poi, con favore dell’impegno dell’Azienda nel tutelare l’ambiente attraverso la gestione sostenibile delle risorse naturali, la riduzione dell’impatto ambientale e il rispetto del creato. E’ però ugualmente importante favorire un’ecologia umana, che sia in grado di rendere gli ambienti di lavoro e le relazioni interpersonali degne dell’uomo. Vorrei, a questo proposito, ribadire quanto ho affermato nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest’anno, auspicando "l’adozione di un modello di sviluppo fondato sulla centralità dell’essere umano, sulla promozione e condivisione del bene comune, sulla responsabilità, sulla consapevolezza del necessario cambiamento degli stili di vita" (n. 9).
Anche a Roma, come in ogni grande Città, si avvertono gli effetti di una cultura che esaspera il concetto di individuo: spesso si vive chiusi in se stessi, ripiegati sui propri problemi, distratti dalle tante preoccupazioni che affollano la mente e rendono l’uomo incapace di cogliere le semplici gioie presenti nella vita di ciascuno. La custodia della creazione, compito affidato dal Creatore all’umanità (cfr Gen 2,15), implica anche la custodia di quei sentimenti di bontà, generosità, correttezza e onestà che Dio ha posto nel cuore di ogni essere umano, creato a sua "immagine e somiglianza" (cfr Gen 1,26).
Vorrei, infine, rivolgere ai presenti l’invito a guardare a Cristo, l’uomo perfetto, a prendere sempre come esempio il suo agire, per poter crescere in umanità, e così realizzare una Città dal volto sempre più umano, nella quale ognuno è considerato persona, essere spirituale in relazione con gli altri. Anche grazie al vostro impegno nel migliorare i rapporti interpersonali e la qualità del lavoro, Roma potrà continuare ad assolvere quel ruolo di faro di civiltà, che l’ha resa illustre nel corso dei secoli.
Mentre vi rinnovo l’espressione della mia gratitudine per questa vostra visita, assicuro un particolare ricordo nella preghiera per ciascuno di voi e per le vostre attività, e di cuore vi benedico insieme ai vostri cari.
© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento