venerdì 24 febbraio 2012

Il Papa al Circolo di San Pietro: Cari amici, oggi come ieri, la testimonianza della carità tocca in modo particolare il cuore degli uomini; la nuova evangelizzazione, specialmente in una città cosmopolita come Roma, richiede grande apertura di spirito e sapiente disponibilità verso tutti

UDIENZA AI SOCI DEL CIRCOLO SAN PIETRO, 24.02.2012

Alle ore 12.15 di oggi, nella Sala dei Papi del Palazzo Apostolico, il Santo Padre riceve in Udienza una delegazione dei soci del Circolo San Pietro, in occasione della Festa della Cattedra di San Pietro, celebrata quest’anno domenica 19 febbraio.
Riportiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti nel corso dell’incontro:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Cari Soci del Circolo di San Pietro!

Sono lieto di accogliervi in questo incontro che ha luogo in prossimità della Festa della Cattedra di San Pietro, circostanza questa che vi offre l’occasione di manifestare la peculiare fedeltà alla Sede Apostolica che, da sempre, contraddistingue il vostro benemerito Circolo. Vi saluto tutti con viva cordialità. Saluto il Presidente Generale, il Duca Leopoldo Torlonia, ringraziandolo per le affettuose e devote parole che ha voluto rivolgermi, interpretando i sentimenti di voi tutti, e saluto l’Assistente ecclesiastico.

Abbiamo appena iniziato il cammino quaresimale e, come ho ricordato nel mio recente Messaggio (cfr L’Osservatore Romano, 8 febbraio 2012, p. 8), questo Tempo liturgico ci invita a riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità. La Quaresima è un tempo propizio affinché, con l’aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, ci rinnoviamo nella fede e nell’amore, a livello sia personale che comunitario. E’ un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale. La Lettera agli Ebrei ci esorta con queste parole: "Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone" (Eb 10,24).

Cari amici, oggi come ieri, la testimonianza della carità tocca in modo particolare il cuore degli uomini; la nuova evangelizzazione, specialmente in una città cosmopolita come Roma, richiede grande apertura di spirito e sapiente disponibilità verso tutti. In tale senso, bene si pone la rete di interventi assistenziali che voi, ogni giorno, realizzate a favore di quanti si trovano nel bisogno. Mi piace ricordare la generosa opera che svolgete nelle Cucine, nell’Asilo notturno, nella Casa famiglia, nel Centro polifunzionale, come pure la testimonianza silenziosa, ma quanto mai eloquente che offrite a sostegno dei malati e dei loro familiari nell’Hospice Fondazione Roma, senza dimenticare l’impegno missionario in Laos e le adozioni a distanza.

Noi sappiamo che l’autenticità della nostra fedeltà al Vangelo si verifica anche in base all’attenzione e alla sollecitudine concreta che ci sforziamo di manifestare verso il prossimo, specialmente verso i più deboli ed emarginati. L’attenzione all’altro comporta desiderare per lui il bene, sotto tutti gli aspetti: fisico, morale e spirituale. Anche se la cultura contemporanea sembra aver smarrito il senso del bene e del male, occorre ribadire con forza che il bene esiste e vince. La responsabilità verso il prossimo significa allora volere e fare il bene dell’altro, desiderando che egli si apra alla logica del bene; interessarsi al fratello significa aprire gli occhi sulle sue necessità, superando la durezza di cuore che rende ciechi alle sofferenze altrui. Così il servizio caritativo diventa una forma privilegiata di evangelizzazione, alla luce dell’insegnamento di Gesù, il quale riterrà come fatto a se stesso quanto avremo fatto ai nostri fratelli, specialmente a chi tra loro è piccolo e trascurato (cfr Mt 25,40). Occorre armonizzare il nostro cuore con il cuore di Cristo, affinché il sostegno amorevole offerto agli altri si traduca in partecipazione e consapevole condivisione delle loro sofferenze e delle loro speranze, rendendo così visibile, da una parte la misericordia infinita di Dio verso ogni uomo, che brilla sul volto di Cristo, e dall’altra la nostra fede in Lui. L’incontro con l’altro e l’aprire il cuore al suo bisogno sono occasione di salvezza e di beatitudine.

Cari componenti del Circolo di San Pietro, come ogni anno, siete venuti quest’oggi a consegnarmi l’obolo per la carità del Papa, che avete raccolto nelle parrocchie di Roma. Esso rappresenta un concreto aiuto offerto al Successore di Pietro, perché possa rispondere alle innumerevoli richieste che gli provengono da ogni parte del mondo, specialmente dai Paesi più poveri. Vi ringrazio di cuore per tutta l’attività che svolgete generosamente e con spirito di sacrificio e che nasce dalla vostra fede, dal rapporto con il Signore coltivato ogni giorno. Fede, carità e testimonianza continuino ad essere le linee-guida del vostro apostolato. E come, poi, non ricordare la vostra presenza durante le Celebrazioni liturgiche nella Basilica di San Pietro? Essa torna tanto maggiormente a vostro onore, in quanto manifestate con essa la costante dedizione e la devota fedeltà che vi uniscono alla Sede dell’Apostolo Pietro. Il Signore ve ne renda merito e ricolmi di benedizioni il vostro Circolo; aiuti ciascuno di voi a realizzare la propria vocazione cristiana in famiglia, nel lavoro e all’interno della vostra Associazione.

Cari amici, nel rinnovare il mio apprezzamento per il servizio che rendete alla Chiesa, vi affido, insieme alle vostre famiglie, all’aiuto materno della Vergine Maria Salus Populi Romani e dei Santi vostri Protettori. Da parte mia, assicuro il ricordo nella preghiera per voi, per quanti vi affiancano nelle varie iniziative e per coloro che incontrate nel vostro apostolato quotidiano, mentre con affetto imparto a tutti una speciale Benedizione Apostolica.

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