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Il Papa: Quanto spesso vediamo in quali fragili vasi noi portiamo il tesoro che il Signore ci ha affidato nella sua Chiesa, e come, a causa del nostro egoismo, delle nostre debolezze ed errori, viene ferita l'integrità del Corpo di Cristo
LETTERA DEL SANTO PADRE ALL’INVIATO SPECIALE ALLE CELEBRAZIONI DI APERTURA DEL PELLEGRINAGGIO ALLA "SACRA TUNICA" NEL V CENTENARIO DELL’OSTENSIONE PUBBLICA (DUOMO DI TRIER, REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA, 13 APRILE 2012), 07.04.2012
In data 3 marzo 2012 il Santo Padre ha nominato l'Em.mo Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni d'apertura del pellegrinaggio alla "Sacra Tunica", nel V centenario dell'ostensione pubblica della medesima, che avranno luogo nel Duomo di Trier (Repubblica Federale di Germania) il 13 aprile 2012.
Il Cardinale inviato sarà accompagnato da una Missione composta dai seguenti Canonici del Capitolo cattedrale di Trier:
- Rev.do Mons. Rainer SCHERSCHEL;
- Rev.do Don Reinhold BOHLEN.
Pubblichiamo una traduzione di lavoro a cura di Radio Vaticana del messaggio di Benedetto XVI al vescovo di Treviri mons. Stephan Ackermann, letto questo pomeriggio dal card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi e Inviato Speciale del Papa, che ha presieduto la celebrazione di apertura del Pellegrinaggio alla Sacra Tunica nel Duomo di Trier, in Germania. Il pellegrinaggio si svolge da oggi fino al 13 maggio, per il V centenario dell’ostensione pubblica della Sacra Tunica.
LETTERA DEL SANTO PADRE
Al Reverendo Fratello, vescovo di Treviri
In questi giorni, nel grande Duomo di Treviri, ha luogo l’ostensione della Sacra Tunica, esattamente cinquecento anni dopo la sua prima comparsa in pubblico a opera dell’ Arcivescovo Richard von Greiffenklau, secondo il desiderio dell’ Imperatore Massimiliano I, al momento di inaugurare l’altare maggiore. In questa speciale occasione anch’io mi faccio, nel pensiero, pellegrino nell’antica e venerabile città episcopale di Treviri, per unirmi alla schiera dei fedeli che, nelle prossime settimane, prendono parte al pellegrinaggio alla Sacra Tunica. A lei, Eccellenza, ai Confratelli nel servizio episcopale, ivi presenti, ai sacerdoti e ai diaconi, ai religiosi e religiose e a tutti coloro che si sono riuniti nel Duomo di Treviri per l’apertura del pellegrinaggio, desidero assicurare la vicinanza fraterna del Successore di Pietro.
Fin dalla prima ostensione nell’anno 1512 la Sacra Tunica attira a sè i fedeli; questa reliquia rende presente i drammatici momenti della vita terrena di Gesù, la sua morte in croce. Il dividersi, fra i soldati, le vesti del crocifisso potrebbe sembrare soltanto un episodio marginale, a cui i Vangeli sinottici alludono solo di passaggio. L’evangelista Giovanni sviluppa tuttavia questo episodio con una certa solennità. E‘ il solo a parlare della tunica „che era tessuta da capo a fondo, senza cuciture“ (19,23). Ci rende esplicito l’evento e ci aiuta, grazie alla reliquia, a guardare con fede al Mistero della salvezza.
La tunica, così di dice Giovanni, è tutta di un solo pezzo. I soldati che, secondo l’uso romano, si dividono come un bottino le povere cose del crocifisso, non vogliono strappare la tunica. La tirano a sorte e in tal modo essa rimane intera. I Padri della Chiesa vedono in questo passo l’unità della Chiesa; essa è fondata come unica e indivisa comunità dall’amore di Cristo. La Sacra Tunica intende rendercelo visibile. L’amore del Salvatore rimette insieme ciò che è diviso. La Chiesa è l’unità di molti. Cristo non abolisce la pluralità degli uomini, ma la collega insieme nell’essere, i Cristiani, gli uni per gli altri e con gli altri, tanto da poter diventare, nella loro stessa diversità, mediatori verso Dio.
La Tunica di Cristo è „tessuta interamente da capo a fondo“ (Gv 19, 23). Anche questa è un‘ immagine della Chiesa, che vive non grazie alle proprie forze, ma per l’azione di Dio. Come unica e indivisa comunità essa è opera di Dio, non il prodotto degli uomini e delle loro capacità. La Sacra Tunica vuole, nello stesso tempo, essere un ammonimento alla Chiesa perchè rimanga fedele alle sue origini, si renda consapevole che la sua unità, il suo consenso, la sua efficacia, la sua testimonianza, che è finalmente un‘opera dall‘alto, possono essere solo un dono di Dio.
Soltanto quando Pietro ha confessato: „Tu sei il Cristo“ (cf Mat 16,16), riceve il potere di legare e di sciogliere, quindi il servizio a pro dell’unità della Chiesa.
E per concludere, la Sacra Tunica non è una toga, un vestito elegante, che esprime un ruolo sociale. E‘ un modesto capo di vestito, che serve a coprire e proteggere chi lo porta, custodendone la riservatezza. Questo abito è il dono indiviso del Crocifisso alla Chiesa, che egli ha santificato con il suo sangue. Per questo la Sacra Tunica ricorda alla Chiesa la sua dignità. Ma quanto spesso vediamo in quali fragili vasi (cf 2 Cor 4,7) noi portiamo il tesoro che il Signore ci ha affidato nella sua Chiesa, e come, a causa del nostro egoismo, delle nostre debolezze ed errori, viene ferita l’integrità del Corpo di Cristo. Vi è bisogno di una costante disposizione alla conversione e all’umiltà, per essere discepoli del Signore con amore e con verità. Nello stesso tempo, la particolare dignità e integrità della Chiesa non può venire svenduta e abbandonata al chiasso di un giudizio sommario da parte della pubblica opinione.
Il pellegrinaggio giubilare ha come motto, che è poi un’invocazione al Signore, „Riconduci all’unità ciò che è diviso“. Non vogliamo rimanere bloccati nell’isolamento. Vogliamo chiedere al Signore di guidarci nel cammino comune della fede, e di rendere nuovamente vivi i suoi contenuti. Potremo così, crescendo insieme come cristiani nella fede, nella preghiera e nella testimonianza, nel mezzo delle prove del nostro tempo, confessare la sua magnificenza e la sua bontà. Per questo, a Lei e a tutti coloro che in queste settimane di festa si recano in pellegrinaggio alla Sacra Tunica, impartisco di cuore l’apostolica benedizione.
Dal Vaticano, Venerdì Santo, 6 aprile 2012
Benedictus XVI PP.
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