7 mesi fa
giovedì 19 giugno 2008
Il Papa ai vescovi del Pakistan: "Comprensione e fiducia per il dialogo tra le religioni"
Il discorso di Benedetto XVI ai vescovi del Pakistan in visita «ad limina»
Comprensione e fiducia per il dialogo tra le religioni
In Pakistan è urgente formare sacerdoti e laici che siano "efficaci promotori di dialogo interreligioso". Lo ha sottolineato Benedetto XVI ricevendo in udienza, nella mattina di giovedì 19 giugno, i vescovi del Paese asiatico in occasione della visita "ad limina Apostolorum".
Dear Brother Bishops...
La traduzione del discorso di Benedetto XVI ai vescovi del Pakistan in visita «ad limina»
Cari Fratelli Vescovi,
sono lieto di accogliervi, vescovi del Pakistan, mentre svolgete il vostro pellegrinaggio quinquennale sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo. Grato all'arcivescovo Saldanha per le sue cortesi parole, invio affettuosi saluti ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici delle vostre diocesi, assicurandoli delle mie preghiere per il loro bene. Che non si stanchino mai di rendere grazie per aver ricevuto i "primi frutti" dello Spirito Santo, che è sempre con loro per rafforzarli e per intercedere a loro nome (cfr Romani 8, 23-27).
I semi del Vangelo, piantati nel sedicesimo secolo da missionari zelanti nella vostra regione, continuano a germogliare nonostante condizioni che a volte ostacolano la loro capacità di attecchire. La vostra visita presso la Sede di Pietro mi offre l'opportunità non solo di gioire di nuovo con voi per i frutti del vostro operato, ma anche di ascoltare il resoconto delle difficoltà che voi e il vostro gregge dovete sopportare in nome del Signore. Ogni qual volta, coraggiosamente, portiamo in circostanze indipendenti dal nostro controllo il fardello che ci è stato dato, incontriamo Gesù Stesso, che ci dona una speranza che supera le sofferenze del presente perché ci trasforma dal di dentro (cfr Spe salvi, n. 4).
I vostri sacerdoti, uniti da un vincolo speciale con Cristo, il Buon Pastore, sono araldi di speranza cristiana e proclamano che Gesù vive fra i membri del suo popolo per placare la loro ansia e rafforzarli nelle loro debolezze (cfr Direttorio per il Ministero e la vita dei Presbiteri, n. 75). Vi chiedo di assicurare il vostro clero della mia vicinanza spirituale mentre svolge questo compito. Proprio come il Signore ha continuamente offerto agli apostoli segni del suo amore e della sua sollecitudine per loro, così dovreste adoperarvi per creare un clima di affetto e di fiducia con i membri del clero, i vostri principali e insostituibili collaboratori. Guardando a voi come a padri e fratelli (cfr Pastores gregis, n. 47) e ascoltando le vostre parole di incoraggiamento per le loro iniziative pastorali, saranno ispirati a unire la propria volontà alla vostra e a dedicarsi più completamente al bene spirituale del popolo di Dio (cfr Presbyterorum ordinis, n. 14-15).
La centralità dell'Eucaristia, sia mediante la sua degna celebrazione sia attraverso la silenziosa adorazione del Sacramento, dovrebbe essere particolarmente evidente nella vita dei sacerdoti e dei vescovi. Ciò spingerà i laici a seguire il vostro esempio e a giungere a uno speciale apprezzamento della presenza costante del Signore fra loro. Quali pastori siete i principali amministratori dei misteri di Dio e i primi promotori della vita liturgica delle vostre Chiese locali (Istruzione Generale del Messale Romano, n. 22). A questo proposito, sono lieto di osservare i vari programmi che avete avviato per aumentare la consapevolezza del cambiamento radicale che diviene possibile quando i cristiani permettono che tutta la loro vita assuma una "forma eucaristica" (cfr Sacramentum caritatis, n. 70-83). L'origine e il culmine della vita della Chiesa orienta di nuovo in modo radicale il modo cristiano di pensare, parlare e agire, rinnovando quindi la storia e vivificando tutto il creato. La frazione del pane ci ricorda ancora una volta che l'assurdità della violenza non ha mai l'ultima parola, perché Cristo ha vinto il peccato e la morte attraverso la sua gloriosa resurrezione. Il santo sacrificio ci assicura che le sue ferite sono il rimedio per i nostri peccati, la sua debolezza è la forza di Dio in noi e la sua morte è la nostra vita (cfr 1 Pt 2, 24; 2 Cor 13, 4; 2 Cor 4, 10). Ho fiducia nel fatto che la celebrazione quotidiana della Messa da parte vostra e dei vostri sacerdoti spingerà le persone a rendere costantemente grazie e lode a Dio Padre per le grazie che ci ha concesso nel suo Figlio, attraverso il quale abbiamo ricevuto lo Spirito di adozione filiale (cfr Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1110).
La spiritualità eucaristica riguarda ogni aspetto della vita cristiana (cfr Sacramentum caritatis, n. 77). Lo dimostra l'emergente vitalità dei movimenti ecclesiali nelle vostre diocesi. I carismi di queste associazioni riflettono e soddisfano le esigenze particolari del nostro tempo. Esortate i membri di questi movimenti e tutti i fedeli ad ascoltare la Parola di Dio e a coltivare l'abitudine della preghiera quotidiana, cosicché il vostro popolo promuova una sequela autentica e crei reti sempre più estese di sollecitudine caritatevole per il suo prossimo!
Miei cari fratelli, mi unisco a voi nel rendere grazie a Dio, che esorta gli uomini a servire come sacerdoti nelle vostre Chiese locali. Il teologato a Karachi, il programma di filosofia a Lahore e i vostri seminari minori sono istituzioni vitali per il futuro della Chiesa in Pakistan. Non dubitate mai del fatto che il vostro investimento di risorse umane e materiali possa assicurare una solida formazione per i vostri candidati al sacerdozio. Collaboratori generosi esistono anche fra i membri di ordini religiosi che possono contribuire a migliorare i programmi di formazione sacerdotale e a rafforzare vincoli di cooperazione fra clero religioso e diocesano. Particolarmente urgente in questo momento è il compito di preparare questi uomini, e di fatto tutti i catechisti e i responsabili laici, a divenire efficaci promotori di dialogo interreligioso. Condividono con tutti i cristiani in Pakistan la responsabilità di promuovere la comprensione e la fiducia verso i membri di altre religioni, edificando forum pacifici per dibattiti aperti.
Parimenti, altre istituzioni cattoliche continuano a servire il bene comune del popolo pakistano. Dimostrano che l'amore di Cristo non è una mera astrazione, ma raggiunge ogni uomo e ogni donna perché passa attraverso persone reali operando nelle istituzioni caritative della Chiesa. Il Vangelo ci insegna che Gesù non può essere amato in modo astratto (cfr Mt 25, 31-37). Chi serve negli ospedali, nelle scuole, negli organismi sociali e caritativi cattolici soddisfa le esigenze concrete degli altri, sapendo bene che stanno servendo il Signore stesso mediante i loro atti particolari di carità (cfr Mt 25, 40). Vi incoraggio a basarvi sul nobile esempio di servizio al prossimo impresso nella storia di queste istituzioni. Sacerdoti, religiosi e laici nelle vostre diocesi, occupandosi di malati, aiutando i giovani a crescere in virtù e conoscenza e soddisfacendo le necessità dei poveri, rivelano il volto umano dell'amore di Dio per ogni persona. Che l'incontro con il Cristo vivo risvegli nei loro cuori il desiderio di condividere con gli altri la gioia di vivere alla presenza di Dio (cfr Sal 73, 25, 28). A imitazione di san Paolo, possano liberamente donare agli altri ciò che hanno ricevuto gratuitamente (cfr 1 Cor 4, 7; 2 Cor 11, 7; Mt 10, 8).
Miei cari fratelli nell'Episcopato, esercitate la missione speciale di predicatori del Vangelo e di agenti di amore e di pace nella Chiesa e nella società. Sostenetevi gli uni gli altri nella preghiera e nella effettiva collaborazione nell'affrontare futuri compiti difficili. Invocando su di voi e sui vostri sacerdoti, religiosi e laici la protezione materna della beata Vergine Maria, imparto di cuore la mia benedizione apostolica quale pegno di gioia e di pace nel Signore Gesù.
© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana
(©L'Osservatore Romano - 20 giugno 2008)
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