giovedì 17 luglio 2008

"Possano i giovani riuniti qui per la Giornata mondiale della gioventù avere il coraggio di divenire santi. Coraggiose le scuse agli Aborigeni"


VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA XXIII GMG (12-21 LUGLIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE A SYDNEY

CERIMONIA DI BENVENUTO

Questa mattina, dopo aver celebrato la Santa Messa in privato nella cappella della Cathedral House, il Santo Padre Benedetto XVI si reca alla Government House di Sydney ove ha luogo la Cerimonia di benvenuto.
Al Suo arrivo alle ore 9.00 (01.00, ora italiana), il Papa è accolto nel parco della residenza dal Governatore Generale dell’Australia, Gen. Michael Jeffery e dal Primo Ministro, Sig. Kevin Rudd. Sono presenti, tra gli altri, il Presidente della Conferenza Episcopale Australiana (ACBC), S.E. Mons. Philip Edward Wilson, Arcivescovo di Adelaide; l’Arcivescovo di Sydney, Em.mo Card. George Pell; il Vescovo Coordinatore della GMG, S.E. Mons. Anthony Fisher; i Vescovi Ausiliari di Sydney ed alcuni Vescovi australiani.
Dopo la presentazione, da parte del Governatore Generale, dei Civic Leaders del New South Wales e di Sydney e il saluto del Primo Ministro, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Government House di Sydney
Giovedì, 17 luglio 2008


Illustri Signori e Signore,
Cari amici Australiani,


è con grande gioia che oggi vi saluto: desidero ringraziare il Governatore Generale, il Generale Maggiore Michael Jeffery, e il Primo Ministro Rudd per l’onore che mi fanno con la loro presenza a questa cerimonia e per il benvenuto che mi hanno rivolto in modo così cortese. Come sapete, ho potuto disporre di qualche giorno di quiete dal momento del mio arrivo in Australia domenica scorsa. Sono veramente molto grato per l’ospitalità che mi è stata offerta. Sono ora in attesa di poter partecipare questa sera al “Benvenuto nel Paese” da parte della popolazione indigena e di celebrare poi i grandi eventi che costituiscono lo scopo della mia Visita Apostolica in questa Nazione: la 23ª Giornata Mondiale della Gioventù.

Qualcuno potrebbe chiedersi che cosa spinga migliaia di giovani a intraprendere un viaggio che per molti di loro è lungo e faticoso, al fine di poter partecipare ad un evento di questo tipo. Sin dalla prima Giornata Mondiale della Gioventù, nel 1986, è stato evidente che un gran numero di giovani apprezza l’opportunità di ritrovarsi insieme per approfondire la propria fede in Cristo e condividere l’un l’altro un’esperienza gioiosa di comunione nella sua Chiesa. Essi anelano di ascoltare la parola di Dio e di imparare di più sulla loro fede cristiana. Sono desiderosi di prendere parte ad un evento che pone in evidenza i grandi ideali che li ispirano, e tornano alle loro case colmi di speranza, rinnovati nella decisione di costruire un mondo migliore. Per me è una gioia essere con loro, pregare con loro e celebrare l’Eucaristia insieme con loro. La Giornata Mondiale della Gioventù mi riempie di fiducia per il futuro della Chiesa e per il futuro del nostro mondo.

Appare particolarmente opportuno celebrare qui la Giornata Mondiale della Gioventù, dato che la Chiesa in Australia, oltre ad essere la più giovane tra le Chiese dei vari Continenti, è anche una delle più cosmopolite. Fin dal primo insediamento europeo qui sul finire del XVIII secolo, questo Paese è divenuto la dimora non solo di generazioni di emigranti dall’Europa, ma anche di persone di ogni parte del mondo. L’immensa diversità della popolazione australiana di oggi conferisce un vigore particolare a quella che potrebbe essere ancora considerata, a confronto con la maggior parte del resto del mondo, una Nazione giovane.

Già per migliaia di anni prima dell’arrivo dei coloni occidentali, tuttavia, i soli abitanti di questo suolo erano persone originarie del Paese, aborigeni e isolani dello Stretto di Torres. Il loro antico retaggio forma parte essenziale del panorama culturale dell’Australia moderna. Grazie alla coraggiosa decisione del Governo australiano di riconoscere le ingiustizie commesse nel passato nei confronti dei popoli indigeni, si stanno ora facendo passi concreti al fine di raggiungere una riconciliazione basata sul rispetto reciproco.

Giustamente voi state cercando di colmare il divario fra Australiani indigeni e non indigeni circa le aspettative di vita, i traguardi educativi e le opportunità economiche. Questo esempio di riconciliazione offre speranza in tutto il mondo a quei popoli che anelano di vedere affermati i loro diritti e riconosciuto e promosso il loro contributo alla società.

I coloni che giungevano qui dall’Europa comprendevano sempre una proporzione significativa di cattolici, e dovremmo essere giustamente fieri del contributo da loro offerto alla costruzione della Nazione, particolarmente nei campi dell’educazione e della sanità. Una delle figure eminenti della storia di questo Paese è la Beata Mary MacKillop, sulla cui tomba pregherò più tardi oggi stesso. So che la sua perseveranza di fronte alle avversità, i suoi interventi a difesa di quanti erano trattati ingiustamente e l’esempio concreto di santità sono divenuti sorgente di ispirazione per tutti gli Australiani. Generazioni di Australiani hanno motivo di essere grati a lei, alle Suore di san Giuseppe del Sacro Cuore e ad altre Congregazioni religiose per la rete di scuole che qui hanno fondato, come pure per la testimonianza della loro vita consacrata. Nell’odierno contesto più secolarizzato, la comunità cattolica continua ad offrire un contributo importante alla vita nazionale, non soltanto attraverso l’educazione e la sanità, ma specialmente indicando la dimensione spirituale delle questioni che sono maggiormente in evidenza nel dibattito contemporaneo.

Date le molte migliaia di giovani che visitano l’Australia in questi giorni, è doveroso riflettere su quale tipo di mondo noi stiamo consegnando alle future generazioni. Secondo le parole del vostro inno nazionale, questa terra “abbonda nei doni della natura, di una bellezza ricca e rara”. Le meraviglie della creazione di Dio ci ricordano la necessità di proteggere l’ambiente ed esercitare un’amministrazione responsabile dei beni della terra. A questo riguardo, noto che l’Australia si sta seriamente impegnando per affrontare la propria responsabilità nel prendersi cura dell’ambiente naturale. Alla stessa maniera, nei confronti dell’ambiente umano, questo Paese ha sostenuto generosamente operazioni internazionali per il mantenimento della pace, contribuendo alla risoluzione di conflitti nel Pacifico, nel Sud-Est Asiatico e altrove. A motivo delle molte tradizioni religiose rappresentate in Australia, questo è un terreno particolarmente fertile per il dialogo ecumenico e interreligioso. Attendo con piacere di incontrare i rappresentanti locali delle diverse comunità cristiane e delle altre religioni durante la mia permanenza, per incoraggiare quest’impegno importante, segno dell’azione riconciliatrice dello Spirito, che ci sospinge a ricercare l’unità nella verità e nella carità.

Ma prima di ogni altra cosa, tuttavia, sono qui per incontrare i giovani, sia dell’Australia che di ogni parte del mondo, e per pregare per una rinnovata effusione dello Spirito Santo su quanti prenderanno parte alle nostre celebrazioni. Il tema scelto per la Giornata Mondiale della Gioventù 2008 è preso dalle parole rivolte dallo stesso Gesù ai suoi discepoli, come sono state registrate negli Atti degli Apostoli: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni… fino agli estremi confini della terra” (1,8). Prego perché lo Spirito Santo rechi un rinnovamento spirituale a questo Paese, al popolo australiano, alla Chiesa in Oceania e in verità fino all’estremità della terra.

I giovani oggi sono di fronte ad una sconcertante varietà di scelte di vita, così che per essi talvolta è arduo sapere come meglio orientare il loro idealismo e la loro energia. È lo Spirito che dona la saggezza per discernere il cammino giusto ed il coraggio per percorrerlo. Egli corona i nostri poveri sforzi con i suoi doni divini, come il vento, riempiendo le vele, spinge la nave in avanti, superando di molto ciò che i vogatori possano ottenere mediante il loro faticoso remare.

Così, lo Spirito rende possibile a uomini e donne di ogni terra e di ogni generazione di diventare santi. Mediante l’azione dello Spirito possano i giovani riuniti qui per la Giornata Mondiale della Gioventù avere il coraggio di divenire santi! Questo è ciò di cui il mondo ha bisogno, più di qualunque altra cosa.

Cari amici Australiani, ancora una volta vi ringrazio per il caloroso benvenuto e mi dispongo con gioia a trascorrere questi giorni con voi e con i giovani di tutto il mondo. Dio benedica quanti siete presenti, tutti i pellegrini e gli abitanti di questo Paese. E benedica sempre e protegga il Commonwealth dell’Australia.

© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana

Il saluto del Primo ministro

Apostolo di pace in un mondo segnato dalle divisioni

Pubblichiamo in una nostra traduzione dall'inglese le parole di benvenuto rivolte al Papa da Kevin Rudd, Primo ministro dell'Australia:

Santità, Eccellenze, signore e signori,

rendo omaggio ai primi australiani sulla cui terra ci incontriamo e le cui culture celebriamo come coloro che sono portatori delle più antiche culture nella storia umana. A nome del governo e del popolo australiano, ho l'onore di dare il benvenuto a Sua Santità, Papa Benedetto XVI, a Sydney per questa Giornata mondiale della gioventù. Santità, lei è un ospite molto gradito nel nostro Paese. Santità, in questo Paese lei è davvero fra amici, e siamo onorati come australiani, tutti noi australiani, di averla quest'oggi con noi.
Questa è un'occasione molto importante per l'intera comunità australiana. Ciò è particolarmente importante per la comunità cattolica dell'Australia, che rappresenta più di un quarto del nostro numero. La comunità cattolica dell'Australia riflette la grande diversità della Chiesa nel mondo, che comprende i discendenti dei primi coloni irlandesi e inglesi, i migranti del dopoguerra dall'Italia, da Malta e da altre parti dell'Europa, o coloro che sono arrivati più di recente da varie parti del mondo, come l'Asia, l'America Latina, il Libano e le Isole del Pacifico. La comunità cattolica dell'Australia riflette anche la grande diversità fisica dell'Australia: da coloro che sono riuniti nel recuperato splendore della St. Mary's Cathedral in questa grande città di Sydney, a coloro che sono riuniti nelle vecchie parrocchie segnate dal tempo nelle cittadine della nostra regione di Outback, oltre 1.300 parrocchie che come tanti puntini costellano questo vasto continente australiano. Santità, sono certo che in ognuna di quelle parrocchie ciascuno di loro la accoglierebbe a braccia aperte.
Santità, le diamo il benvenuto in Australia in quanto ospite d'onore nella grande comunità cristiana australiana. Le diamo il benvenuto in Australia anche a nome degli australiani di altre fedi, nonché della comunità australiana nel suo insieme. Santità, le diamo il benvenuto come apostolo di pace in un'epoca in cui, in un mondo sempre più interdipendente, il bisogno di pace si fa sentire sempre più forte in tutto il nostro Paese. Le diamo il benvenuto come voce dei poveri del mondo. È il benvenuto anche come voce di speranza in un'epoca in cui ne sentiamo il bisogno più forte che mai in tutto il pianeta. Sembra fatto apposta che la prima visita di Sua Santità in Australia avvenga in occasione della Giornata mondiale della gioventù. In parte perché l'Australia stessa è un paese giovane, benché quella in cui abitiamo sia una terra vasta e antica. In parte perché la grande diversità dei pellegrini che sono venuti a Sydney rispecchia la diversità dell'Australia moderna.
In questo Paese, infatti, abbiamo persone che sono venute da ogni angolo della terra di Dio. Inoltre, sperimentiamo la gioia intensa e contagiosa dei giovani di tutto il mondo che sono venuti in questa città e che hanno condiviso la loro gioia con noi in questa terra. È stata una meravigliosa esperienza per tutti noi. Santità, anche gli indigeni australiani, i nostri australiani aborigeni, i nostri australiani dell'isola dello Stretto di Torres, mi hanno chiesto di trasmetterle il loro più caldo benvenuto. I nostri indigeni fanno parte integrante del passato del nostro Paese, ma anche del suo futuro. In alcuni momenti è stato un passato tormentato, ma ora stiamo lavorando per preparare un futuro comune per tut- ti noi.
Santità, ci ha fatto un grande onore venendo in questa nostra terra d'Australia. Accogliamo la sua presenza fra noi. Attendiamo con ansia gli eventi che porterà fra noi. Speriamo e preghiamo, a nome di tutti gli australiani, che il tempo che trascorrerà qui in Australia sia una benedizione non solo per le persone di questa terra, non solo per i pellegrini che sono venuti da tutto il mondo per stare con noi, ma anche per quelli che ci fanno visita per la prima volta. Santità, le diamo il benvenuto!

(©L'Osservatore Romano - 18 luglio 2008)

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