sabato 23 gennaio 2010

Il Papa chiede un futuro per Haiti. Messaggi di Benedetto XVI al presidente della Repubblica e al presidente della Conferenza episcopale


Messaggi di Benedetto XVI al presidente della Repubblica e al presidente della Conferenza episcopale

Il Papa chiede un futuro per Haiti

E la Chiesa cattolica farà tutto il possibile per contribuire alla ricostruzione

L'auspicio che la solidarietà per Haiti aiuti le popolazioni colpite dal terremoto a "ritrovare la possibilità di un futuro aperto" è espresso da Benedetto XVI in un messaggio inviato il 16 gennaio scorso al presidente della Repubblica, René Préval.

Questa è una nostra traduzione del messaggio del Papa.

A Sua Eccellenza
il Signor René Préval,
Presidente della Repubblica di Haiti


Avendo appreso con immensa tristezza del terremoto che ha appena colpito tragicamente il suo caro Paese, tengo ad assicurala, Eccellenza, della mia profonda partecipazione e della mia fervente preghiera per tutte le persone coinvolte in questa spaventosa catastrofe. Chiedo a Dio di accogliere nella pace del suo regno tutti coloro che hanno trovato la morte nel sisma e di infondere consolazione nelle loro famiglie che, spesso, non hanno potuto dare una sepoltura degna ai loro cari scomparsi. Prego anche affinché lo spirito di solidarietà dimori in tutti i cuori e la calma possa regnare nelle strade cosicché l'aiuto generoso che sta giungendo da tutti i Paesi rechi sollievo a tutti e le persone che oggi sono prive di ogni cosa provino il conforto di sapere che l'intera comunità internazionale si sta prendendo concretamente cura di loro.
Apprezzo vivamente l'impegno di tutti coloro che, haitiani e stranieri, a volte mettendo a rischio la propria vita, stanno facendo tutto il possibile per cercare e soccorrere i sopravvissuti e li ringrazio di tutto cuore. Tengo ad assicurarle, Eccellenza, che la Chiesa cattolica, attraverso le sue istituzioni, al di là della viva emozione suscitata, resterà accanto alle persone provate da questa disgrazia e che, conformemente alle sue forze, le aiuterà a ritrovare possibilità di un futuro aperto.
In pegno di affetto per tutti, imparto di cuore a tutta la popolazione di Haiti nella prova una particolare Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 16 gennaio 2010


BENEDETTO XVI

Un ricordo particolare dell'arcivescovo di Port-au-Prince Joseph Serge Miot, vittima del terremoto, è contenuto nel messaggio che il Papa ha inviato a monsignor Louis Kébreau, arcivescovo di Cap-Haïtien e presidente della Conferenza episcopale di Haiti.

Di seguito una nostra traduzione del messaggio del Pontefice.

A Monsignor
Louis Kébreau
Arcivescovo di Cap-Haïtien
e Presidente della Conferenza
Episcopale di Haiti

Avendo appreso con profonda tristezza del terremoto che ha appena colpito così duramente la capitale del Paese, tengo ad assicurare lei e tutti i fedeli della Chiesa che è ad Haiti della mia grande vicinanza spirituale e della mia preghiera fervente per tutte le persone coinvolte in questa catastrofe. Chiedo a Dio di accogliere nella pace del suo Regno tutti coloro che hanno trovato la morte nel sisma, in particolare Monsignor Serge Miot, Arcivescovo di Port-au-Prince, che ha condiviso la sorte di tanti suoi fedeli fra i quali figurano sacerdoti, persone consacrate e seminaristi. In questo momento buio, invoco Nostra Signora del Perpetuo Soccorso affinché si faccia Madre di tenerezza e sappia guidare i cuori cosicché la solidarietà prevalga sull'isolamento e sul "ciascuno per sé".
Rendo omaggio alla rapidissima mobilitazione della comunità internazionale, unanimemente commossa per la sorte degli haitiani, e anche a quella di tutta la Chiesa che, attraverso le sue istituzioni, non mancherà di apportare il suo aiuto ai primi soccorsi e alla ricostruzione paziente delle zone devastate.
In pegno di affetto e di conforto spirituale, imparto di cuore a tutti i pastori e i fedeli della Chiesa ad Haiti che stanno vivendo questa prova una particolare Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 16 gennaio 2010

BENEDETTO XVI

© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana

(©L'Osservatore Romano - 24 gennaio 2010)

Nessun commento: