7 mesi fa
lunedì 26 marzo 2007
Attività del Santo Padre (26 marzo 2007)
In udienza da Benedetto XVI, il priore della Comunità Taizé, frère Alois
Il sacrificio di Frère Roger Schutz, fondatore della Comunità di Taizé, ucciso il 16 agosto 2005, può essere un seme di pace per il mondo di oggi e per l'ecumenismo. E' il pensiero che ha accompagnato l'udienza di Benedetto XVI, concessa questa mattina al priore della Comunità ecumenica, frère Alois. Subito dopo, il religioso ha descritto così, al microfono di Alessandro De Carolis, il suo incontro con il Papa:
R. - E’ stata una grande gioia per me e per noi fratelli essere accolti dal Papa, con cuore aperto. Perché per noi è importante continuare sul cammino che Frère Roger ci ha mostrato, in comunione con il Santo Padre. Io ho potuto dire questo al Santo Padre e in questo pensiero siamo uniti. Lui aveva delle domande - come va la comunità - e io ho potuto ringraziare ancora il Santo Padre per il suo sostegno, perché lui ha parlato di Frère Roger con parole meravigliose. Frère Roger ha visitato l'allora cardinale Ratzinger qui a Roma e il cardinale aveva già invitato Frère Roger quando è stato arcivescovo a Monaco. Il Papa mi ricordava quell'incontro, avvenuto a Monaco nel 1968.
D. - Con quali parole il Santo Padre ha benedetto la vostra esperienza?
R. - Lui ripeteva le parole pronunciate su Frère Roger: il suo insegnamento e il suo sacrificio per l’ecumenismo - ha detto - può divenire una fonte di pace per la gente, oggi.
D. - Che cosa riporterà alla sua comunità di questo incontro?
R. - L'incoraggiamento del Santo Padre a continuare il nostro cammino, ad accogliere i giovani e mostrare questa dimensione di comunione della fede. La fede non è qualcosa di individualistico: se cerchiamo soltanto una fede individualista, se non c’è la dimensione della comunione della Chiesa, non possiamo andare lontano. E’ vero che questa ricerca individualistica che esiste oggi non è soltanto negativa, perché è segno di una ricerca personale della fede e viviamo in un tempo bello per questo. I giovani cercano una fede personale e non ripetono soltanto la tradizione in una maniera passiva. Tuttavia, dobbiamo sempre ricercare la dimensione ecclesiale.
Radio Vaticana
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