sabato 17 maggio 2008

Il Papa: "Cari giovani, seguire Cristo comporta sempre il coraggio di andare controcorrente.Ne vale però la pena: questa è la via della vera felicità"


VISITA PASTORALE DEL PAPA A GENOVA E SAVONA(17-18 MAGGIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE A GENOVA E SAVONA

La Preghiera del Papa a Maria, Madre di Misericordia (Recitata in Piazza del Popolo, a Savona)

CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA IN PIAZZA DEL POPOLO A SAVONA, 17.05.2008

Lasciato il Santuario di Nostra Signora della Misericordia, il Papa si trasferisce in auto scoperta al centro della città. Raggiunta Piazza del Popolo, sul palco predisposto per la celebrazione eucaristica il Santo Padre riceve il saluto del Sindaco di Savona, Dottor Federico Berruti.
Alle ore 17.45 ha inizio la Santa Messa presieduta dal Papa e introdotta dall’indirizzo di omaggio del Vescovo di Savona-Noli, S.E. Mons. Vittorio Lupi.
Di seguito riportiamo il testo dell’omelia che il Santo Padre Benedetto XVI rivolge ai fedeli della diocesi di Savona-Noli nel corso della Celebrazione eucaristica:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

È una grande gioia per me trovarmi in mezzo a voi e celebrare per voi l’Eucaristia, nella festa solenne della Santissima Trinità. Saluto con affetto il vostro Pastore, Monsignor Vittorio Lupi, che ringrazio per le parole con cui, all’inizio della celebrazione, mi ha presentato la Comunità diocesana, e più ancora per i sentimenti di carità e di speranza pastorale che ha manifestato.

Ringrazio anche il Signor Sindaco per il saluto cordiale che ha voluto rivolgermi a nome di tutta la Città. Saluto le Autorità civili, i sacerdoti, i religiosi, i diaconi, i responsabili di associazioni, movimenti e comunità ecclesiali. A tutti rinnovo in Cristo il mio augurio di grazia e di pace.

In questa solennità la liturgia ci invita a lodare Dio non semplicemente per una meraviglia da Lui compiuta, ma per come Lui è; per la bellezza e la bontà del suo essere, da cui discende il suo agire. Siamo invitati a contemplare, per così dire, il Cuore di Dio, la sua realtà più profonda, che è quella di essere Unità nella Trinità, somma e profonda Comunione di amore e di vita. Tutta la Sacra Scrittura ci parla di Lui.

Anzi, è Lui stesso che ci parla di Sé nelle Scritture e si rivela, come Creatore dell’universo e Signore della storia. Oggi abbiamo ascoltato un brano del Libro dell’Esodo in cui addirittura – cosa del tutto eccezionale – Dio proclama il proprio nome! Lo fa alla presenza di Mosè, con il quale parlava faccia a faccia, come con un amico. E qual è questo nome di Dio? Ogni volta è commovente ascoltarlo: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà” (Es 34,6).

Sono parole umane, ma suggerite e quasi pronunciate dallo Spirito Santo. Esse ci dicono la verità su Dio: erano vere ieri, sono vere oggi e saranno vere sempre; ci fanno vedere con gli occhi della mente il volto dell’Invisibile, ci dicono il nome dell’Ineffabile. Questo nome è Misericordia, Grazia, Fedeltà.

Cari amici, trovandomi qui a Savona, come posso non gioire insieme con voi per il fatto che questo nome è proprio quello con cui si è presentata la Vergine Maria, apparendo il 18 marzo 1536 a un contadino, figlio di questa terra? “Madonna di Misericordia” è il titolo con cui è venerata – e di Lei abbiamo da qualche anno una grande immagine anche nei Giardini Vaticani. Ma Maria non parlava di sé, non parla mai di sé, ma sempre di Dio, e lo ha fatto con questo nome così antico e sempre nuovo: misericordia, che è sinonimo di amore, di grazia. E’ qui tutta l’essenza del cristianesimo, perché è l’essenza di Dio stesso. Dio è Uno in quanto è tutto e solo Amore, ma proprio essendo Amore è apertura, accoglienza, dialogo; e nella sua relazione con noi, uomini peccatori, è misericordia, compassione, grazia, perdono. Dio ha creato tutto per l’esistenza e la sua volontà è sempre e soltanto vita.

Per chi si trova nel pericolo, è salvezza. Lo abbiamo ascoltato poco fa nel Vangelo di Giovanni: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16): in questo donarsi di Dio nella Persona del Figlio è all’opera l’intera Trinità: il Padre che mette a nostra disposizione quanto ha di più caro; il Figlio che, consenziente col Padre, si spoglia della sua gloria per donarsi a noi; lo Spirito che esce dal pacifico abbraccio divino per irrigare i deserti dell’umanità.

Per quest’opera della sua misericordia Dio, disponendosi a prendere la nostra carne, ha voluto aver bisogno di un “sì” umano, del “sì” di una donna che diventasse la Madre del suo Verbo incarnato, Gesù, il Volto umano della divina Misericordia. Maria è diventata così e rimane per sempre la “Madre della Misericordia”, come si è fatta conoscere anche qui, a Savona.

Nel corso della storia della Chiesa, la Vergine Maria non ha fatto che invitare i suoi figli a ritornare a Dio, ad affidarsi a Lui nella preghiera, a bussare con fiduciosa insistenza alla porta del suo Cuore misericordioso. In verità, altro Egli non desidera che riversare sul mondo la sovrabbondanza della sua Grazia.
Misericordia e non giustizia” ha implorato Maria, sapendo che avrebbe certamente trovato ascolto presso il Figlio suo Gesù, ma altrettanto consapevole della necessità della conversione del cuore dei peccatori. Per questo ha invitato alla preghiera ed alla penitenza.

Pertanto, la mia visita a Savona, nel giorno della Santissima Trinità, è anzitutto un pellegrinaggio, mediante Maria, alle sorgenti della fede, della speranza e dell’amore. Un pellegrinaggio che è anche memoria e omaggio al mio venerato predecessore Pio VII, la cui drammatica vicenda è indissolubilmente legata a questa città e al suo Santuario mariano. A distanza di due secoli, vengo a rinnovare l’espressione della riconoscenza della Santa Sede e di tutta la Chiesa per la fede, l’amore ed il coraggio con cui i vostri concittadini sostennero il Papa nella sua residenza coatta, impostagli da Napoleone Bonaparte, in questa Città. Si conservano numerose testimonianze delle manifestazioni di solidarietà rese al Pontefice dai Savonesi, a volte anche con rischio personale. Sono vicende di cui i Savonesi oggi possono fare memoria con fierezza. Come giustamente ha osservato il vostro Vescovo, quella pagina oscura della storia dell’Europa è diventata, per la forza dello Spirito Santo, ricca di grazie e di insegnamenti, anche per i nostri giorni.

Essa ci insegna il coraggio nell’affrontare le sfide del mondo: materialismo, relativismo, laicismo, senza mai cedere a compromessi, disposti a pagare di persona pur di rimanere fedeli al Signore e alla sua Chiesa. L’esempio di serena fermezza dato dal Papa Pio VII ci invita a conservare inalterata nelle prove la fiducia in Dio, consapevoli che Egli, se pur permette per la sua Chiesa momenti difficili, non la abbandona mai. La vicenda vissuta dal grande Pontefice nella vostra terra ci invita a confidare sempre nell’intercessione e nella materna assistenza di Maria Santissima.

L’apparizione della Vergine, in un momento tragico della storia di Savona e l’esperienza tremenda che qui affrontò il Successore di Pietro concorrono a trasmettere alle generazioni cristiane di questo nostro tempo un messaggio di speranza, ci incoraggiano ad avere fiducia negli strumenti della Grazia che il Signore mette a nostra disposizione in ogni situazione. E tra questi mezzi di salvezza, vorrei ricordare anzitutto la preghiera: la preghiera personale, familiare e comunitaria. Nell’odierna festa della Trinità mi piace sottolineare la dimensione della lode, della contemplazione, dell’adorazione. Penso alle giovani famiglie e vorrei invitarle a non aver timore di sperimentare, fin dai primi anni di matrimonio, uno stile semplice di preghiera domestica, favorito dalla presenza dei bambini piccoli, molto portati a rivolgersi spontaneamente al Signore e alla Madonna. Esorto le parrocchie e le associazioni a dare tempo e spazio alla preghiera, perché le attività sono pastoralmente sterili se non vengono precedute, accompagnate e sostenute costantemente dalla preghiera.

E che dire della Celebrazione eucaristica, specialmente della Messa domenicale? Il Giorno del Signore è giustamente al centro dell’attenzione pastorale dei Vescovi italiani: la Domenica va riscoperta nella sua radice cristiana, a partire dalla celebrazione del Signore Risorto, incontrato nella Parola di Dio e riconosciuto allo spezzare del Pane eucaristico. E poi anche il Sacramento della Riconciliazione chiede di essere rivalutato come mezzo fondamentale per la crescita spirituale e per poter affrontare con forza e coraggio le sfide attuali. Insieme con la preghiera e i Sacramenti, altri inseparabili strumenti di crescita sono le opere di carità da esercitare con viva fede. Su questo aspetto della vita cristiana ho voluto soffermarmi anche nell’Enciclica Deus caritas est. Nel mondo moderno, che spesso fa della bellezza e dell’efficienza fisica un ideale da perseguire in ogni modo, come cristiani siamo chiamati a trovare il volto di Gesù Cristo, “il più bello tra i figli dell’uomo” (Sal 44,3), proprio nelle persone sofferenti ed escluse. Sono numerose, purtroppo, oggi le emergenze morali e materiali che ci preoccupano.

A questo proposito, colgo volentieri l’occasione per rivolgere un saluto ai detenuti e al personale dell’Istituto penitenziario “Sant’Agostino” di Savona, che vivono da tempo una situazione di particolare disagio. Un saluto altrettanto caloroso agli ammalati degenti nell’Ospedale, nelle Case di cura o nelle private abitazioni.

Una parola particolare desidero rivolgere a voi, cari sacerdoti, per esprimere apprezzamento per il vostro lavoro silenzioso e l’impegnativa fedeltà con cui lo svolgete. Cari fratelli in Cristo, credete sempre nell’efficacia del vostro quotidiano servizio sacerdotale! Esso è prezioso agli occhi di Dio e dei fedeli, e il suo valore non può essere quantificato in cifre e statistiche: i risultati li conosceremo solo in Paradiso! Molti di voi sono in età avanzata, come io!

Questo mi fa pensare a quel passo stupendo del profeta Isaia, che dice: “Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi” (Is 40, 30-31). Insieme ai diaconi a servizio della diocesi, vivete la comunione con il Vescovo e tra di voi, esprimendola in un’attiva collaborazione, nel sostegno reciproco e in un condiviso coordinamento pastorale. Portate avanti la testimonianza coraggiosa e gioiosa del vostro servizio. Andate in cerca della gente, come faceva il Signore Gesù: nella visita alle famiglie, nel contatto con i malati, nel dialogo con i giovani, facendovi presenti in ogni ambiente di lavoro e di vita. A voi, cari religiosi e religiose, che ringrazio per la presenza, ribadisco che il mondo ha bisogno della vostra testimonianza e della vostra preghiera. Vivete la vostra vocazione nella fedeltà quotidiana e rendete la vostra vita un’offerta gradita a Dio: la Chiesa vi è grata e vi incoraggia a perseverare nel vostro servizio.

Uno speciale e caloroso saluto voglio riservarlo naturalmente a voi giovani! Cari amici, mettete la vostra giovinezza al servizio di Dio e dei fratelli. Seguire Cristo comporta sempre il coraggio di andare controcorrente. Ne vale però la pena: questa è la via della vera realizzazione personale e quindi della vera felicità. Con Cristo si sperimenta infatti che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At 20,35). Ecco perché vi incoraggio a prendere sul serio l’ideale della santità. Un noto scrittore francese ci ha lasciato in una sua opera una frase che vorrei oggi consegnare a voi: “Vi è una sola tristezza: quella di non essere dei santi” (Léon Bloy, La femme pauvre, II, 27).

Cari giovani, osate impegnare la vostra vita in scelte coraggiose, non da soli, naturalmente, ma con il Signore! Date a questa Città lo slancio e l’entusiasmo che derivano dalla vostra viva esperienza di fede, un’esperienza che non mortifica le aspettative del vivere umano, ma le esalta nella partecipazione alla stessa esperienza di Cristo.

E questo vale anche per i cristiani di età non più verde. Il mio augurio per tutti è che la fede nel Dio Uno e Trino infonda in ogni persona e in ogni comunità il fervore dell’amore e della speranza, la gioia di amarsi tra fratelli e di mettersi umilmente al servizio degli altri. E’ questo il “lievito” che fa crescere l’umanità, la luce che brilla nel mondo. Maria Santissima, Madre di Misericordia, insieme con tutti i vostri Santi Patroni, vi aiuti a tradurre in vita vissuta l’esortazione dell’Apostolo, che abbiamo poco fa ascoltato. Con grande affetto la faccio mia: “State lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi”.
Amen!

© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana

L'indirizzo d'omaggio del vescovo Vittorio Lupi

Vincere indifferenza ed egoismo per una fede più partecipata

All'inizio della messa, il vescovo di Savona-Noli monsignor Vittorio Lupi ha rivolto al Papa il seguente indirizzo d'omaggio:

Beatissimo Padre,

la diocesi di Savona-Noli è in festa per il dono che vostra Santità ci fa della sua augusta presenza tra noi.
Oggi è per noi un giorno di grazia al quale ci siamo preparati nella riflessione e nella preghiera: nella sua venerabile persona è Pietro che viene a confortare nella fede i fratelli.
Questa città ha avuto nella sua storia momenti travagliati, e, in un momento di grande sofferenza, in cui tutto era stato distrutto, ha avuto, nel 1536, un dono immenso dal cielo: Maria Santissima è apparsa ad un contadino di questa nostra terra rivelandosi come Madre di Misericordia.
La visita che vostra Santità ha effettuato al santuario ci fa sentire la sua augusta persona vicina a noi, se posso osare, uno di noi: ogni anno infatti i savonesi con una devozione e una partecipazione veramente commoventi a migliaia si recano a piedi a venerare la loro Mamma celeste il 18 marzo, nel giorno anniversario della sua apparizione.
Ma questa terra gode di altre due peculiarità che ci legano con un rapporto del tutto speciale al Sommo Pontefice: il privilegio di aver donato due dei suoi figli più validi come guide della Chiesa universale, i Pontefici Sisto IV e Giulio II, le cui opere ancor oggi abbelliscono la Città eterna; il privilegio di aver sostenuto con amore il Papa Pio VII durante la sua prigionia.
Siamo convinti che è a motivo di questi eventi che oggi riceviamo il dono della sua visita e, in particolare, per la fama di santità che spinse i pastori di questa diocesi ad iniziarne il processo di beatificazione.
Furono momenti difficili per la vita della Chiesa, ma che ci fanno toccare con mano la verità di quanto il Salvatore ha promesso alla sua Chiesa guidata da Pietro: "non prevalebunt", le forze del maligno non prevarranno.
In un momento in cui i poteri di questo mondo apparivano eterni e indistruttibili, un piccolo uomo, un umile monaco, figlio di san Benedetto, chiamato a reggere le sorti della Chiesa, rivelava al mondo la realtà dell'assistenza indefettibile dello Spirito Santo al Sommo Pontefice, riuscendo a svolgere il suo alto compito con paziente coraggio e serena determinazione in condizioni umanamente impossibili.
Molte le vessazioni e le privazioni subite; i savonesi ebbero modo in quella circostanza di far sentire al Papa tutto il loro affetto di figli devoti e dargli sostegno e collaborazione. Grazie soprattutto all'impegno di un figlio della Liguria di ponente Pio Brunone Lanteri, che organizzò in gran segreto una rete di collaboratori, i savonesi riuscirono a far pervenire al Papa la corrispondenza da parte dei vescovi e ai vescovi bolle, rescritti e lettere da parte del Papa.
In quelle tre stanzette poste nell'episcopio e che vostra Santità avrà tra poco modo di visitare, Pio VII riuscì, grazie alla collaborazione di tante persone del popolo, ad evadere circa tremila pratiche riguardanti la Chiesa universale.
È con la stessa devozione che Savona oggi vuol far sentire al successore di Pietro la stima, il calore e l'affetto che i nostri padri tributarono a Pio VII.
La nostra terra è ricca di figure notevoli per santità di vita. Tra tutte vogliamo ricordare santa Maria Giuseppa Rossello, fondatrice delle figlie di Nostra Signora della Misericordia, e il beato Jacopo da Varazze, autore della "Legenda aurea". Nella stessa Varazze si fermò santa Caterina da Siena, di ritorno da Avignone, la Santa tanto legata alla figura del Papa, che trovò la città colpita dalla peste e la liberò, lasciando nella popolazione un ricordo e una devozione oggi, a distanza di quasi sette secoli, più vivi che mai.
La nostra diocesi, di modeste proporzioni, sia territoriali che numeriche, risente delle vicissitudini e delle difficoltà della nostra epoca.
Difficoltà nella vita di famiglia particolarmente fragile, nel campo educativo, ove si riscontra che, spesso, i genitori, molto attenti agli aspetti materiali della crescita dei figli, sono meno preoccupati di educarli agli autentici valori umani e cristiani.
Difficoltà per forme di povertà ed emarginazione che interpellano fortemente la comunità cristiana, che deve vincere forme di indifferenza ed egoismo.
La natalità è molto scarsa: l'età media della popolazione è assai alta e lo scenario che si prospetta per il prossimo futuro non è tra i più consolanti.
È anche piuttosto alta l'età media dei nostri sacerdoti, tuttavia il nostro clero è molto vicino alla gente, particolarmente sensibile alle nuove emergenze di carità e culturalmente preparato.
Grande è la necessità di nuove vocazioni; nonostante il nostro seminario possa contare solo su piccoli numeri, si cerca di rendere più vivace la pastorale vocazionale.
Di fronte alla difficoltà sempre crescente di inserimento dei giovani nel tessuto parrocchiale la pastorale giovanile cerca strade nuove.
La partecipazione numerica alle celebrazioni liturgiche si è fatta sempre più scarsa, insidiata dall'indifferenza, più ancora che dal turismo domenicale, tuttavia il laicato è diventato più consapevole del proprio ruolo attivo nella vita della comunità.
Ci sono molte ombre, ma le luci che il Signore ha acceso in questa comunità ci sembrano decisamente più numerose.
Sono lieto di trovarmi in questa Chiesa e desidero qui esprimere pubblicamente a vostra Santità il ringraziamento per avermi inviato a servirla.
Pur essendo a Savona da soli tre mesi, posso affermare di aver costatato quanto sia ancora fondamentalmente sano il tessuto della comunità e quanto siano vivaci in essa i fermenti di bene.
Sono stato accolto con molta cordialità e ho trovato in molti un desiderio di impegno e di collaborazione che mi fanno sperare in un buon futuro, che costruiremo insieme, con la collaborazione di tutte le componenti ecclesiali e, soprattutto, con la grazia del Signore.
Siamo molto lieti di avere questa preziosa occasione di incontro con vostra Santità, perché desideriamo trarre da esso nuova energia per ripartire con rinnovato entusiasmo e determinazione nella direzione che vostra Santità vorrà indicarci.

(©L'Osservatore Romano - 19-20 maggio 2008)

Il sindaco: saper unire laici e cattolici

"Savona sa unire laici e cattolici, fiducia nel progresso scientifico e consapevolezza dei limiti umani, lavoro materiale e vita spirituale". Lo ha detto il sindaco della città ligure Federico Berruti salutando il Papa in piazza del Popolo prima della celebrazione della messa. "Storia religiosa e storia civile si sono incontrate spesso nella nostra città" ha detto il primo cittadino ricordando i due Pontefici savonesi Sisto IV e Giulio II, l'apparizione della Vergine del 18 marzo 1536 e la prigionia di Pio VII. "Sono avvenimenti - ha detto - che evidenziano lo stretto legame di questa comunità con la Chiesa e con il clero". E ha aggiunto: "È, questa vicinanza, una caratteristica della nostra città. Fa parte della nostra storia, del nostro carattere". Il santuario della Madonna della Misericordia rappresenta, in proposito, "un luogo che sintetizza perfettamente questa unione: l'edificio, costruito con il contributo delle corporazioni artigiane del Cinquecento, è ancora oggi di proprietà della città. La Chiesa locale, da sempre, lo gestisce e ne officia la basilica in un rapporto con il Comune regolato da accordi secolari". Questa "vicenda di unione e affetto" si è resa visibile ancora una volta con la visita del Papa ad una città che "sta affrontando la sfida di una rinascita economica, demografica e culturale".

(©L'Osservatore Romano - 19-20 maggio 2008)

VISITA AL SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DELLA MISERICORDIA A SAVONA

Alle ore 15.30 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI parte in aereo dall’aeroporto di Ciampino (Roma) per la Visita Pastorale a Savona e Genova.
Dopo lo scalo tecnico all’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova-Sestri, l’arrivo in elicottero al Piazzale adiacente al Santuario di Nostra Signora della Misericordia a Savona è previsto per le ore 16.45.
Salutato dalle Autorità politiche, civili ed ecclesiastiche, il Santo Padre raggiunge il Santuario dove è accolto dal Rettore Mons. Andrea Giusto, e dal Vicario, don Domenico Venturetti. Nel Santuario sono presenti le monache carmelitane di clausura del convento di Santa Teresa in Savona. Il Papa si sofferma in adorazione del Santissimo Sacramento, quindi scende nella cripta per l’atto di venerazione e di preghiera alla Vergine, deponendo infine una rosa d’oro sull’altare della Madonna a ricordo della visita.

VISITA ALLE STANZE DI PAPA PIO VII NEL VESCOVADO DI SAVONA

Conclusa la Celebrazione Eucaristica in Piazza del Popolo, il Santo Padre Benedetto XVI raggiunge il Vescovado di Savona e visita in forma privata le stanze in cui visse Papa Pio VII, prigioniero di Napoleone, negli anni 1809-1812.
Prima di lasciare il vescovado per raggiungere la Vecchia Darsena del Porto di Savona, il Papa saluta i Membri del Comitato organizzatore della Visita, quindi scende in Cattedrale.

TRASFERIMENTO DA SAVONA AL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA GUARDIA A CERÀNESI-CAMPOMORRONE

Raggiunta in auto la Vecchia Darsena al Porto di Savona, il Papa si congeda dalle autorità che lo avevano accolto all’arrivo e alle 20.15 parte in elicottero alla volta di Genova.
L’arrivo al piazzale sottostante il Santuario della Madonna della Guardia, in località Cerànesi-Campomorrone, è previsto per le ore 20.45. Il Santo Padre è accolto dalle Autorità politiche, civili ed ecclesiastiche, quindi in auto raggiunge l’Episcopio adiacente al Santuario.

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