domenica 18 maggio 2008

Il Papa: "L'Ospedale pediatrico Gaslini sia un autentico santuario della vita e un santuario della famiglia"


VISITA PASTORALE DEL PAPA A GENOVA E SAVONA(17-18 MAGGIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE A GENOVA E SAVONA

VISITA ALL’OSPEDALE PEDIATRICO "GIANNINA GASLINI" DI GENOVA, 18.05.2008

L’elicottero con a bordo il Santo Padre atterra alle ore 9.40 nel Centro sportivo del CONI "Villa Gentile". Il Papa raggiunge subito in auto l’Ospedale "Gaslini". Dopo una breve sosta al Padiglione 16, dove saluta i bambini con i loro genitori e consegna al Cappellano, P. Aldo Campone, OFM Cap., il suo dono per i piccoli degenti, il Santo Padre raggiunge il Piazzale all’ingresso dell’ospedale per l’incontro con i dirigenti, il personale medico, gli infermieri, i bambini ricoverati e i loro familiari.
Introdotto dai saluti del Sindaco di Genova, On.le Marta Vincenzi, del Commissario Straordinario, Prof. Vincenzo Lorenzelli e di un piccolo paziente, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Signor Sindaco,
Signor Commissario Straordinario,
cari bambini,
cari fratelli e sorelle!


Dopo aver pregato ai piedi della Madonna della Guardia, nel bel Santuario che dall’alto domina la Città, il primo incontro è con voi, in questo luogo di sofferenza e di speranza, che fu inaugurato il 15 maggio 1938, esattamente settant’anni fa. Abbraccio voi, carissimi bambini, che venite accolti e curati con premura ed amore in questo Ospedale, “punto di eccellenza” per la pediatria al servizio di Genova, dell’Italia e dell’intera area del Mediterraneo. Il vostro portavoce mi ha espresso i vostri sentimenti di affetto, che ricambio di cuore e che accompagno con un pensiero speciale anche per i vostri genitori. Un saluto cordiale alla Signora Marta Vincenzi, Sindaco di Genova, che si è fatta interprete dell’accoglienza della Città. Saluto il Professor Vincenzo Lorenzelli, Commissario Straordinario dell’Istituto “Giannina Gaslini”, il quale ha ricordato lo scopo di quest’Ospedale e i futuri sviluppi che sono in programma.

Il Gaslini è nato dal cuore di un generoso benefattore, l’industriale e Senatore Gerolamo Gaslini, che dedicò quest’opera a sua figlia deceduta a soli 12 anni, e fa parte della storia di carità che fa di Genova una “città della carità cristiana”.

Anche oggi la fede suggerisce a tante persone di buona volontà gesti di amore e di sostegno concreto a questo Istituto, che con giusto orgoglio è sentito dai Genovesi come un patrimonio prezioso. Ringrazio e incoraggio tutti a continuare. In particolare mi rallegro per il nuovo complesso, del quale è stata recentemente posta la prima pietra, e che ha trovato un munifico donatore. Anche l'attenzione fattiva e cordiale delle pubbliche Amministrazioni è segno di riconoscimento del valore sociale che il Gaslini rappresenta per i bambini della Città e oltre. Quando un bene, infatti, è per tutti, merita il concorso di tutti nel giusto rispetto dei ruoli e delle competenze.

Mi rivolgo ora a voi, cari medici, ricercatori, personale paramedico e amministrativo; a voi, cari cappellani, volontari e quanti vi occupate dell’assistenza spirituale dei piccoli ospiti e dei loro familiari.

So che è vostro corale impegno far sì che l’Istituto Gaslini sia un autentico “santuario della vita” e un “santuario della famiglia”, dove alla professionalità gli operatori di ogni settore uniscano amorevolezza e attenzione per la persona.

La decisione del Fondatore, per cui il Presidente della Fondazione deve essere l’Arcivescovo pro tempore di Genova, manifesta la volontà che l’ispirazione cristiana dell’Istituto non venga mai meno e tutti siano sempre sorretti dai valori evangelici.

Nel 1931, ponendo le basi della struttura, il Senatore Gerolamo Gaslini preconizzava “l’opera perenne di bene che dall’Istituto stesso dovrà irraggiare”. Irraggiare il bene attraverso l’amorevole cura dei piccoli ammalati è dunque lo scopo di questo vostro Ospedale. Per questo, mentre ringrazio tutto il personale – dirigente, amministrativo e sanitario – per la professionalità e la dedizione del loro servizio, auspico che questo eccellente Istituto Pediatrico continui a svilupparsi nelle tecnologie, nelle cure e nei servizi; ma anche ad allargare sempre più gli orizzonti in quell'ottica di positiva globalizzazione per cui si riconoscono le risorse, i servizi e i bisogni creando e rafforzando una rete di solidarietà oggi tanto urgente e necessaria.

Tutto questo senza mai venir meno a quel supplemento di affetto che dai piccoli degenti è avvertito come la prima e indispensabile terapia. L’Ospedale allora diventerà sempre più luogo di speranza.

La speranza qui al Gaslini prende il volto della cura di pazienti in età pediatrica, ai quali si cerca di provvedere mediante la formazione continua degli operatori sanitari. Di fatto, il vostro Ospedale, quale stimato Istituto di Ricerca e Cura a carattere scientifico, si distingue per essere monotematico e polifunzionale, coprendo quasi tutte le specialità in campo pediatrico. La speranza che qui si coltiva ha dunque buoni fondamenti.
Tuttavia, per affrontare efficacemente il futuro, è indispensabile che questa speranza sia sostenuta da una visione più alta della vita, che permetta allo scienziato, al medico, al professionista, all’assistente, ai genitori stessi di impegnare tutte le loro capacità, senza risparmiare sforzi per ottenere i migliori risultati che la scienza e la tecnica possono oggi offrire, sul piano della prevenzione e della cura. Ecco allora affacciarsi il pensiero della silenziosa presenza di Dio, che accompagna quasi impercettibilmente l’uomo nel suo lungo cammino nella storia. La vera speranza “affidabile” è solo Dio, che in Gesù Cristo e nel suo Vangelo ha spalancato sul futuro la porta oscura del tempo. “Sono risorto e ora sono sempre con te” - ci ripete Gesù, specialmente nei momenti più difficili – “la mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai tra le mie braccia. Sono presente anche alla porta della morte”.

Qui, al Gaslini, vengono curati i bambini. Come non pensare alla predilezione che Gesù ebbe per i fanciulli? Li volle accanto a sé, li additò agli apostoli come modelli da seguire nella loro fede spontanea e generosa, nella loro innocenza. Con parole dure mise in guardia dal disprezzarli e dallo scandalizzarli. Si commosse dinanzi alla vedova di Nain, una mamma che aveva perso il figlio, il suo unico figlio. Scrive l’evangelista san Luca che il Signore la rassicurò e le disse: “Non piangere!” (cfr Lc 7,14). Gesù ripete ancor oggi a chi è nel dolore queste parole consolatrici: “Non piangere”! Egli è solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficoltà.

Mi rivolgo, infine, a voi, carissimi bambini, per ripetervi che il Papa vi vuole bene. Accanto a voi vedo i vostri familiari, che condividono con voi momenti di trepidazione e di speranza. Siatene tutti certi: Dio non ci abbandona mai. Restate uniti a Lui e non perderete mai la serenità, nemmeno nei momenti più bui e complessi. Vi assicuro il mio ricordo nella preghiera e vi affido a Maria Santissima, che come mamma ha sofferto per i dolori del suo divin Figlio, ma ora vive con Lui nella gloria. Un grazie ancora a ciascuno di voi per quest’incontro, che rimarrà impresso nel mio cuore. Con affetto tutti vi benedico.

© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana

Il sindaco: un legame fondato sul rispetto

La visita all'ospedale pediatrico Giannina Gaslini è stata anche la prima occasione per l'omaggio ufficiale della comunità civile genovese al Papa. Se ne è fatta interprete Marta Vincenzi, il sindaco, la prima a rivolgere al Papa un indirizzo di saluto dopo l'arrivo all'ospedale. Dopo aver sottolineato la devozione che lega la città alla Madonna, il sindaco ha voluto sottolineare alcune ricorrenze che rendono speciale la visita di Benedetto XVI: la celebrazione del mese mariano, l'omaggio reso da Benedetto XVI al santuario consacrato alla Madonna della Guardia, "a cui i genovesi sono particolarmente legati"; il ricordo "dell'atto di affidamento della città di Genova alla Madonna della Guardia da parte del Suo predecessore, Papa Giovanni Paolo II, nel corso della visita pastorale compiuta nel 1990" la scelta di assumere il nome di Benedetto che ha reso i genovesi lieti ed orgogliosi "che il nuovo Papa volesse idealmente riallacciare il suo pontificato a quello del genovese Benedetto XV, il cardinale Giacomo della Chiesa, passato alla storia come il papa della pace".
Dopo aver sottolineato il legame tra Genova e la Chiesa "antico e profondo e testimoniato da tutta la nostra storia: nove papi di origine ligure" il sindaco ha anche voluto porre in particolare rilievo il ruolo che il cardinale arcivescovo della città riveste quale "punto di riferimento importante non soltanto in quanto Pastore di anime, ma altresì quale prezioso interlocutore relativamente alle tematiche di carattere civile e sociale". Il sindaco, richiamando il pensiero del teologo evangelico Dietrich Bonhoeffer, ha affermato che occorre compiere uno sforzo per "ribadire principi, evitando nel contempo di trasformare l'etica in un campo di lotta politica". A questo proposito, "nel dibattito pubblico su questi temi - ha aggiunto Vincenzi - la voce della Chiesa genovese, a pieno titolo tra altri soggetti, è forte e autorevole e, certo, sarà rafforzata dalla sua venuta". Il cardinale arcivescovo, Angelo Bagnasco ha infine ricordato il sindaco, "ha definito la sua visita nella nostra città "un colpo d'ala". Ho molto apprezzato questa definizione. Credo, Santità, che la sua presenza a Genova sia un evento denso di rilievo e valore, un segno ad un tempo lieve come un battito d'ali, ma di grande forza. La nostra è una città operosa e prudente, generosa nell'impegno solidaristico verso i deboli e i sofferenti, aperta all'accoglienza e attenta ai principi della giustizia e del bene comune".
Ha poi preso la parola il commissario straordinario dell'Istituto "Giannina Gaslini" Vincenzo Lorenzelli; il quale, dopo aver ricordato la storia del nosocomio, ha aggiunto che "questo non è soltanto un ospedale, ma un vero tempio della vita e della dedicazione amorevole al servizio dei piccoli ammalati, al cui interno pulsa un'attività ricchissima".
"Il suggello ai primi 50 anni di vita - ha detto ancora - dell'Istituto è stato posto, nel 1985, dalla visita del Suo predecessore di venerata memoria, Papa Giovanni Paolo II" il quale tra l'altro raccomandò di portare soprattutto una grande carica umana e spirituale nei contatti che sia con i piccoli infermi, sia con i loro genitori. "Noi siamo qui oggi, dopo 23 anni, - ha concluso - alla Sua augusta presenza, con lo stesso calore e lo stesso entusiasmo, per rinnovare in spirito di comunione fraterna".
Infine Pietro Tamburello, uno dei piccoli ricoverati nell'ospedale, si è avvicinato al Papa e, a nome di tutti i bambini degenti, gli ha rivolto un breve caloroso saluto.
"Caro Papa Benedetto - si è presentato - mi chiamo Pietro, ho nove anni, vengo dalla Sicilia e da tre mesi sono in cura al Gaslini. Sono molto contento di vederti da vicino. Sai tante volte sono stanco di stare qui a fare tante cure; ma quando penso che il Signore è con me tutto diventa più semplice. Ora a nome di tutti i bambini che hanno bisogno di cure voglio dirti grazie per la tua visita e per averci portato la parola del Signore. Santo Padre so che ci vuoi tanto bene e per questo ti chiedo di pregare per noi affinché possiamo tornare presto guariti nelle nostre case e di darci la benedizione di Dio".

(©L'Osservatore Romano - 19-20 maggio 2008)

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