domenica 3 agosto 2008

Benedetto XVI: "Appare quasi sovrumano il merito di Paolo VI nel presiedere l’Assise conciliare e nel governare la movimentata fase del post-Concilio"


IL PAPA IN ALTO ADIGE: LO SPECIALE DEL BLOG

ANGELUS E DISCORSI DEL PAPA A BRESSANONE

SPECIALE: LA LETTERA DEL PAPA ALLA CHIESA CINESE

ANGELUS DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Il Papa: "Nella preghiera siamo tutti uniti. Il Signore ci accompagna, io prego per voi: pregate anche per me" (Parole del Santo Padre nella chiesa di San Michele Arcangelo, Bressanone, 3 agosto 2008)

Vedi anche:

Angelus del 3 agosto: le foto del sito del comune di Bressanone

Messaggio del Papa per le Olimpiadi: video integrale di Skytg24

L'interpretazione del Concilio Vaticano II ed il ruolo di Paolo VI secondo Benedetto XVI: servizio di Skytg24

Radio Vaticana intervista Padre Federico Lombardi sui contenuti dell'Angelus: audio

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 03.08.2008

Da lunedì 28 luglio, il Santo Padre Benedetto XVI si trova a Bressanone (Bolzano), ospite del Seminario, per un periodo di riposo.
A mezzogiorno di oggi, da Piazza Duomo a Bressanone, il Papa guida la recita dell’Angelus.
Nell’introdurre la preghiera mariana, il Santo Padre pronuncia le parole che seguono:


Piazza Duomo, Bressanone
Domenica, 3 agosto 2008


*testo originale piu' sotto.

Cari fratelli e sorelle, un cordiale benvenuto a tutti!

Mi preme innanzitutto dire una parola di profondo ringraziamento, in primo luogo a Lei, caro Vescovo Egger: Lei ha reso possibile qui questa festa della fede. Lei ha fatto sì che io potessi ancora una volta quasi tornare indietro nel mio passato ed allo stesso tempo andare avanti nel mio futuro; una volta ancora trascorrere le mie vacanze nella bella Bressanone, questa terra dove arte e cultura e bontà della gente sono tra loro collegati: un sentito ringraziamento per tutto questo! E naturalmente ringrazio tutti coloro che, insieme a Lei, hanno contribuito a far sì che io possa trascorrere qui giorni di pace e di serenità: grazie a tutti coloro che hanno insieme organizzato questa festa!
Ringrazio di cuore le Autorità della città, della regione e dello Stato per quello che hanno fatto per l’organizzazione; i volontari che offrono il loro aiuto, i medici, tante persone che sono state necessarie, in particolare anche le Forze dell’ordine; ringrazio per la collaborazione di tutti ... Sicuramente ho dimenticato tante persone! Che il Signore ne renda merito a voi tutti: siete tutti nella mia preghiera. E’ questo l’unico modo che ho di ringraziarvi. E naturalmente ringraziamo soprattutto il buon Dio, che ci ha donato questa terra e che ci ha donato anche questa domenica inondata di sole. Ed ecco che siamo così arrivati alla Liturgia del giorno.

La prima Lettura ci ricorda che le cose più grandi di questa nostra vita non possono essere acquistate né pagate, perché le cose più importanti ed elementari della nostra vita ci possono soltanto essere donate: il sole e la sua luce, l’aria che respiriamo, l’acqua, la bellezza della terra, l’amore, l’amicizia, la vita stessa. Tutti questi beni essenziali e centrali non possiamo comprarli, ma ci sono donati.

La seconda Lettura poi aggiunge che ciò significa che ci sono anche cose che nessuno ci può togliere, che nessuna dittatura, nessuna forza distruttrice ci può rubare. L’essere amati da Dio, che in Cristo conosce e ama ciascuno di noi; nessuno ce lo può portare via e finché abbiamo questo, non siamo poveri, ma ricchi. Il Vangelo aggiunge un terzo passo. Se da Dio riceviamo doni così grandi, a nostra volta dobbiamo donare: in ambito spirituale dando bontà, amicizia e amore, ma anche in ambito materiale – il Vangelo parla della divisione del pane. Queste due cose devono oggi penetrare nella nostra anima: dobbiamo essere persone che donano, perché siamo persone che ricevono; dobbiamo trasmettere agli altri il dono della bontà e dell’amore e dell’amicizia, ma al tempo stesso a tutti coloro che hanno bisogno di noi e che possiamo aiutare, dobbiamo dare anche doni materiali e cercare così di rendere la terra più umana, cioè più vicina a Dio.

Ora, cari amici, vi invito a fare insieme con me memoria devota e filiale del Servo di Dio, il Papa Paolo VI, di cui, fra tre giorni, commemoreremo il 30° anniversario della morte. Era infatti la sera del 6 agosto 1978 quando egli rese lo spirito a Dio; la sera della festa della Trasfigurazione di Gesù, mistero di luce divina che sempre esercitò un fascino singolare sul suo animo. Quale supremo Pastore della Chiesa, Paolo VI guidò il popolo di Dio alla contemplazione del volto di Cristo, Redentore dell’uomo e Signore della storia. E proprio l’amorevole orientamento della mente e del cuore verso Cristo fu uno dei cardini del Concilio Vaticano II, un atteggiamento fondamentale che il venerato mio predecessore Giovanni Paolo II ereditò e rilanciò nel grande Giubileo del 2000. Al centro di tutto, sempre Cristo: al centro delle Sacre Scritture e della Tradizione, nel cuore della Chiesa, del mondo e dell’intero universo.

La Divina Provvidenza chiamò Giovanni Battista Montini dalla Cattedra di Milano a quella di Roma nel momento più delicato del Concilio – quando l’intuizione del beato Giovanni XXIII rischiava di non prendere forma. Come non ringraziare il Signore per la sua feconda e coraggiosa azione pastorale?

Man mano che il nostro sguardo sul passato si fa più largo e consapevole, appare sempre più grande, direi quasi sovrumano, il merito di Paolo VI nel presiedere l’Assise conciliare, nel condurla felicemente a termine e nel governare la movimentata fase del post-Concilio. Potremmo veramente dire, con l’apostolo Paolo, che la grazia di Dio in lui “non è stata vana” (cfr 1 Cor 15,10): ha valorizzato le sue spiccate doti di intelligenza e il suo amore appassionato alla Chiesa ed all’uomo. Mentre rendiamo grazie a Dio per il dono di questo grande Papa, ci impegniamo a far tesoro dei suoi insegnamenti.

In der letzten Konzilsperiode wollte dann Paul VI. der Muttergottes eine besondere Ehre erweisen und hat sie feierlich als „Mutter der Kirche“ ausgerufen. Zu ihr, der Mutter Christi, der Mutter Kirche, unserer Mutter, beten wir jetzt im Angelus.

[Nell’ultimo periodo del Concilio, Paolo VI ha voluto rendere un omaggio particolare alla Madre di Dio e l’ha solennemente proclamata “Madre della Chiesa”. A lei, alla Madre di Cristo, alla Madre della Chiesa, a nostra Madre, ci rivolgiamo adesso con la preghiera dell’Angelus.]

Dopo l'Angelus

Cari amici,

venerdì prossimo, 8 agosto, si apriranno a Pechino i Giochi della XXIX Olimpiade. Sono lieto di indirizzare al Paese ospitante, agli organizzatori e ai partecipanti, in primo luogo agli atleti, il mio cordiale saluto, con l’augurio che ciascuno possa dare il meglio di sé, nel genuino spirito olimpico. Seguo con profonda simpatia questo grande incontro sportivo - il più importante ed atteso a livello mondiale - ed auspico vivamente che esso offra alla comunità internazionale un valido esempio di convivenza tra persone delle più diverse provenienze, nel rispetto della comune dignità. Possa ancora una volta lo sport essere pegno di fraternità e di pace tra i popoli!

Je salue cordialement les personnes de langue française venues pour cette prière mariale. Mercredi prochain, nous commémorerons le trentième anniversaire de la mort du Pape Paul VI qui a mené a bien le Concile Vatican II, commencé par le bienheureux Jean XXIII. Rendons grâce à Dieu pour le don qu’il nous a fait de ce grand Pape et apprenons de lui son amour passionné de l’Église et de l’homme. Que Marie, qu’il a proclamé Mère de l’Église, nous obtienne d’être fidèles à ses enseignements et à son témoignage de sainteté. Avec ma Bénédiction apostolique !

I offer a warm welcome to the English-speaking visitors united with us here in Bressanone for this Angelus prayer. Wednesday, the feast of the Lord’s Transfiguration, marks the thirtieth anniversary of the death of Pope Paul VI. As we recall this great Pontiff who concluded the Second Vatican Council and guided the first phase of the post-conciliar renewal, let us give thanks for his wise teaching, his passionate love of the Church, and his desire to draw all people to the contemplation of Christ’s glory. Dear friends, during these summer holidays, may you grow closer to the Lord in prayer, and may he shed the light of his face upon you and your families!

Queridos amigos, dentro de tres días se conmemorará el trigésimo aniversario del fallecimiento del Papa Pablo VI. Quisiera recordar devotamente con vosotros su quehacer pastoral, desempeñado de modo fecundo y audaz. Con el pasar de los años se aprecia cada vez más la grandeza que demostró presidiendo la segunda parte del Concilio Vaticano II, llevándolo felizmente a término y gobernando la Iglesia en la delicada fase postconciliar. A la vez que damos gracias a Dios por el don de este gran Pontífice, os invito a sacar provecho también hoy de sus enseñanzas. Muchas gracias.

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Za kilka dni mija trzydziesta rocznica śmierci Sługi Bożego Papieża Pawła VI. Jego pontyfikat był związany z II Soborem Watykańskim i z posoborową odnową Kościoła. Dziś dziękujemy Bogu za to wielkie dzieło. Wszystkim życzę dobrych wakacji. Niech Bóg wam błogosławi.

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Fra alcuni giorni ricorre il trentesimo anniversario della morte del Servo di Dio Papa Paolo VI. Il suo pontificato è stato legato al Concilio Vaticano II e al postconciliare rinnovamento della Chiesa. Oggi ringraziamo Dio per questa grande opera. A tutti auguro buone vacanze. Dio vi benedica.]

N salüt de cör a la jont ladina. I recordi con ligrëdza che le lën da Nadé por la Plaza de San Pire è gnü dla Val Badia. Che chel Bel Dio benedësces osctes valades. Mantignide – do l’ejempl de Sant Ujöp da Oies – la fede a chel Bel Dio y l’amur por la dlijia.

[Un saluto cordiale alla gente ladina. Ricordo con piacere che l’albero di Natale per la Piazza San Pietro è venuto dalla Val Badia. Che Dio benedica le vostre vallate. Mantenete – secondo l’esempio di San Giuseppe da Oies – la fede in Dio e l’amore per la Chiesa]

Saluto infine con affetto tutti voi di lingua italiana qui presenti e l’intera comunità di Bressanone; saluto i gruppi giovanili e le famiglie, benedico i bambini e gli anziani. Grazie ancora della vostra squisita accoglienza!

Am Ende auch noch ein herzlicher Gruß an alle Deutschsprachigen die hier sind! Mein Segen und mein Gebet gilt Euch allen und Euren Lieben! Allen wünsche ich einen gesegneten Sonntag und eine schöne Woche und eine schöne Ferienzeit, so Gott will! Vergelt’s Gott!

[Al termine, ancora un saluto cordiale a tutti i presenti di lingua tedesca! La mia benedizione e la mia preghiera è per voi tutti e per i vostri cari! A tutti auguro una buona domenica ed una buona settimana e buone vacanze – a Dio piacendo! Grazie ancora a tutti!]

© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana

IL TESTO ORIGINALE (pronunciato "a braccio"): *

Liebe Brüder und Schwestern, ein herzliches „Grüß Gott“ Euch allen!

Es drängt mich vor allen Dingen, ein Wort ganz herzlichen Dankes zu sagen, an erster Stelle Ihnen, lieber Bischof Egger: Sie haben hier dieses Fest des Glaubens möglich gemacht. Sie haben es möglich gemacht, daß ich noch einmal gleichsam in meine Vergangenheit zurückwandern und zugleich in die Zukunft vorauswandern kann; noch einmal im schönen Brixen, diesem Land, wo Kunst und Kultur und die Güte der Menschen sich miteinander verbinden, Urlaub zu verbringen: Herzlichen Dank für alles! Und natürlich danke ich allen, die mit Ihnen dazu beitragen, daß ich Tage der Ruhe und des Friedens hier verbringen darf: Dank allen, die dieses Fest mitgestaltet haben. Ich möchte den Autoritäten der Stadt, des Landes, der Region, des Staates von Herzen danken für alles, was sie getan haben für die Organisation; den Freiwilligen, die mithelfen, den Ärzten, so vielen, die da nötig waren, besonders auch den Sicherheitskräften, dem Zusammenwirken aller … Ich hab’ bestimmt viele vergessen! Ein ganz herzliches „Vergelt’s Gott“ allen: Sie sind alle in meinem Gebet. Das ist die Weise allein, wie ich Ihnen danken kann und versuchen kann, „Danke“ zu sagen. Und natürlich, vor allem danken wir dem gütigen Gott selber, der uns dieses Land geschenkt hat, der uns diesen heutigen strahlenden Sonntag schenkt. Und dabei sind wir eigentlich auch schon bei der Liturgie dieses Tages angelangt. Die erste Lesung erinnert uns daran, daß die größten Dinge dieses unseres Lebens nicht gekauft, nicht bezahlt werden können, sondern daß wir die wichtigsten, elementarsten Dinge des Lebens nur geschenkt bekommen können: Die Sonne und ihr Licht, die Luft, die wir atmen, das Wasser, die Schönheit der Erde, die Liebe, die Freundschaft, das Leben selber. All diese eigentlichen zentralen Güter können wir nicht kaufen, sondern nur geschenkt bekommen. Und die zweite Lesung fügt dann hinzu, daß das dann auch bedeutet, daß es Dinge gibt, die uns niemand wegnehmen kann, die keine Diktatur, keine zerstörerische Macht uns rauben kann. Das Geliebtsein von Gott, der in Christus jeden von uns kennt und liebt, kann uns niemand nehmen, und solange wir dies haben, sind wir nicht arm, sondern reich. Das Evangelium fügt einen dritten Schritt hinzu. Wenn wir so von Gott Beschenkte sind, müssen wir auch selber Schenkende werden: im geistigen Bereich, indem wir Güte, Freundschaft, Liebe geben, aber auch im materiellen Bereich – das Evangelium spricht vom Teilen des Brotes. Beides soll uns heute in die Seele dringen: daß wir schenkende Menschen sein sollen, weil wir empfangende sind; daß wir die Gabe der Güte und der Liebe und der Freundschaft weitergeben, aber daß wir allen, die unserer bedürfen und denen wir helfen können, auch die materiellen Gaben geben und damit versuchen, die Welt menschlicher – das heißt, gottnäher zu machen.

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