7 mesi fa
mercoledì 13 agosto 2008
Il Papa al Congresso Americano Missionario: "Annunciate in modo chiaro e umile Gesù che accoglie tutti con le braccia aperte"
Il Papa ha inviato un messaggio al terzo Congresso Americano Missionario che si è aperto ieri a Quito, in Ecuador, sul tema "La Chiesa in discepolato missionario". Al termine dell'importante incontro, domenica prossima 17 agosto, verrà lanciata la "Grande Missione Continentale" decisa a conclusione della Conferenza degli episcopati dell'America Latina e dei Caraibi ad Aparecida. Ecco il testo integrale del messaggio del Papa:
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL III CONGRESSO AMERICANO MISSIONARIO (QUITO, ECUADOR, 12-17 AGOSTO 2008) , 13.08.2008
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL III CONGRESSO AMERICANO MISSIONARIO (QUITO, ECUADOR, 12-17 AGOSTO 2008)
Si sono aperti ieri a Quinto in Ecuador i lavori del III Congresso Americano Missionario (CAM3) e dell’VIII Congresso Missionario Latinoamericano (COMLA8). I Congressi si chiuderanno domenica 17 agosto con il lancio della Missione continentale voluta dalla Conferenza di Aparecida.
Pubblichiamo di seguito il testo del Messaggio del Santo Padre, che è stato letto ieri nel corso della Santa Messa di apertura del terzo Congresso Missionario Americano:
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
Al Señor Cardenal
Antonio José González Zumárraga,
Arzobispo emérito de Quito,
Presidente de la Comisión Central del
III Congreso Americano Misionero.
Il III Congresso Americano Missionario, che si celebra a Quito, è un’ineguagliabile occasione che lo Spirito Santo offre per approfondire l’importante esperienza costituita dalla celebrazione della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, nonché il programma di evangelizzazione che ne è scaturito, e rappresenta un ulteriore passo nello slancio dell’ardore missionario in America.
In queste giornate che hanno per motto “America con Cristo: ascolta, apprendi e annuncia”, il Signore occuperà il centro dei vostri momenti di preghiera e delle sessioni di studio, riflessione e dialogo. Egli, il vero Maestro, vi illuminerà affinché, accogliendo nei vostri cuori il suo messaggio di amore e redenzione, andiate e portiate frutti di santità abbondanti e duraturi (Gv 15,16).
Desidero salutare con profondo affetto e stima Vostra Eminenza, come anche l’Arcivescovo di Quito, Mons. Raúl Eduardo Vega Chiriboga, quanti con cura hanno preparato questo incontro continentale e i Signori Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici che vi prendono parte. “A voi che santificati in Cristo Gesù, siete stati chiamati ad essere popolo di Dio in unione a tutti coloro che in ogni luogo invocano il nome di Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo” (1 Cor 1,2-3).
Il mio Inviato Speciale, il Cardinale Nicolás de Jesús López Rodríguez, Arcivescovo di Santo Domingo, vi trasmetterà in queste intense giornate la mia vicinanza spirituale e la mia gioia sapendovi uniti negli stessi sentimenti e pensieri tesi al rinnovamento delle comunità ecclesiali d’America mediante la conversione al Signore Gesù, il cui alimento è stato sempre quello di compiere la volontà di Dio, suo Padre (cf. Gv 4,32-34; Eb 10,5-10). A questo Congresso, come a un “Cenacolo” continentale, giunge la forza potente dello Spirito Santo che, con i suoi doni e carismi, continua a spingere la Chiesa ad annunciare la Buona Novella della salvezza ad ogni persona, in particolare a coloro che non conoscono il Cristo o forse lo hanno dimenticato, e a recare tale annuncio fino agli estremi confini della terra.
Il Congresso sarà anche il contesto dell’inizio solenne di una “Missione continentale”, nella quale
mediante l’armonizzazione di sforzi pastorali ed iniziative di evangelizzazione le diverse Chiese particolari in America Latina e Caraibi intensificheranno la loro opera, affinché il Signore sia sempre più conosciuto, amato, seguito e lodato in quelle terre benedette. Egli ha vinto il peccato e la morte, ci concede quotidianamente il suo perdono, ci insegna a perdonare e ci chiama a vivere una vita lontana dall’egoismo che ci rende schiavi e ricolma di quell’amore che ci eleva e ci rende degni. Il momento attuale è un’occasione provvidenziale affinché con semplicità, purezza di cuore e fedeltà ci poniamo nuovamente all’ascolto di Cristo, il quale ci ricorda che non siamo servi, ma suoi amici. Egli ci istruisce a rimanere nel suo amore senza conformarci ai dettami di questo mondo. Non restiamo sordi alla sua Parola. Impariamo da Lui. Imitiamo il suo stile di vita. Siamo seminatori della sua Parola. (cf Mc 3,15; Gv 8, 33-36; 15,1-8; 17, 14-17). In questo modo, con tutta la nostra vita, con la gioia di saperci amati da Gesù, che possiamo chiamare nostro fratello, saremo validi strumenti affinché Egli possa continuare ad attrarre tutti con la misericordia che germoglia dalla sua Croce.
Cari fratelli e sorelle, con mansuetudine e fortezza, con la carità che lo Spirito Santo ha sparso nel nostro intimo, vi incoraggio a condividere con altri questo tesoro, poiché non vi è ricchezza più grande del godere dell’amicizia di Cristo e del camminare al suo fianco. Vale la pena dedicare a questo grande compito le nostre migliori energie, sapendo che la grazia divina ci precede, sostiene e accompagna nel compimento della missione. Possiate dunque trovare nella preghiera perseverante, nella meditazione fervente della parola di Dio, nell’obbedienza al Magistero della Chiesa, nella degna celebrazione dei Sacramenti e nella testimonianza della carità fraterna la forza necessaria per identificarvi con i sentimenti di Cristo ed essere così suoi discepoli con coerenza e generosità, proclamando con l’esempio personale che Cristo è il Figlio di Dio, il Redentore dell’uomo, la solida roccia sulla quale cementare la nostra esistenza.
Possiate bere dell’acqua vivificante che sgorga dal costato del Salvatore e saziare con la sua freschezza cristallina tutti coloro che hanno sete di giustizia, pace e verità; coloro che sono oppressi dalla chiusura del peccato o sono immersi nell’oscurità della violenza. Possiate sentire la consolazione di Cristo e offrire il balsamo del suo amore ai tribolati, a quanti sono oppressi dal dolore o sono stati feriti dalla freddezza dell’indifferentismo o dalla piaga della corruzione. Queste sfide esigono il superamento dell’individualismo e dell’isolamento e richiedono un rafforzamento del senso dell’appartenenza ecclesiale e della collaborazione leale con i Pastori, al fine di formare comunità cristiane oranti, concordi, fraterne e missionarie.
Il servizio più importante che possiamo offrire ai nostri fratelli è l’annuncio chiaro e umile di Gesù Cristo, che è venuto in questo mondo affinché noi avessimo la vita e l’avessimo in abbondanza (cf Gv 10,10). Da noi, pertanto, che senza alcun merito da parte nostra siamo suoi discepoli, si attende “una testimonianza davvero credibile di santità e impegno. Se desideriamo e offriamo tale testimonianza di santità non viviamo meno, ma meglio, poiché quando Dio chiede di più è perché sta offrendo molto di più” (Documento Conclusivo della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, n. 352).
Davanti alle difficoltà di un ambiente a volte ostile, davanti alla scarsezza di risultati immediati e spettacolari o di fronte all’insufficienza di mezzi umani, vi invito a non lasciarvi vincere dalla paura o abbattere dallo scoraggiamento e a non farvi trascinare dall’inerzia. Ricordate le parole di Gesù, il Buon Pastore: «Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!». (Gv 16,33).
In questa circostanza, ho desiderato offrire a ognuno dei Presidenti delle Conferenze Episcopali di America Latina e dei Caraibi un trittico in cui appare il Cristo in gloria nell’atto di accogliere tutti con le braccia aperte. Egli ci precede nel cammino della vita e ci aiuterà ad aspirare alla santità, in modo che si risvegli in ogni battezzato il missionario che è dentro di lui e si vinca la titubanza o la mediocrità che spesso ci assale.
Nella Santissima Vergine Maria, Nostra Signora di Guadalupe, potremo sempre trovare il modello della dedizione perfetta al suo divin Figlio. Come fece a Cana di Galilea, Ella continua ad esortarci a fare ciò che il Signore ci dice (cf Gv 2,5). Al suo fianco, e nella fiducia che il suo tenero amore non ci abbandona, desideriamo formarci ogni giorno alla scuola di Gesù e ascoltare nuovamente dalle sue labbra: «Andate ed ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). Mentre invoco la Sua materna protezione, impartisco ai partecipanti a questo Congresso l’implorata Benedizione Apostolica, che volentieri estendo a tutti i figli e le figlie dell’America.
Vaticano, 12 agosto 2008
Benedictus PP XVI
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FOTO: Il Cristo Pantocratore del Duomo di Cefalù.
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