martedì 30 novembre 2010

Il Papa: desidero ringraziare il Signore per il dono della vita di Manuela, per la sua fede, per la sua generosa risposta alla vocazione. La divina Provvidenza l’ha condotta a un servizio discreto ma prezioso nella casa del Papa

Il Papa: "Manuela era una "vergine saggia, prudente", portava l’olio nella sua lampada, l’olio della fede, una fede vissuta, una fede nutrita dalla preghiera, dal colloquio con il Signore, dalla meditazione della Parola di Dio, dalla comunione nell’amicizia con Cristo" (Omelia del Santo Padre, 2 dicembre 2010)

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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LE ESEQUIE DELLA MEMOR DOMINI MANUELA CAMAGNI, DELLA FAMIGLIA PONTIFICIA , 30.11.2010

Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato per le Esequie della Memor Domini, Manuela Camagni, della Famiglia Pontificia, deceduta mercoledì scorso, di cui ha dato lettura Mons. Georg Gänswein ieri nel corso della Liturgia Esequiale a San Piero in Bagno di Romagna:

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle,

volentieri avrei presieduto le Esequie della cara Manuela Camagni, ma – come potete immaginare – non mi è stato possibile. Tuttavia, la comunione in Cristo permette a noi cristiani una reale vicinanza spirituale, in cui condividiamo la preghiera e l’affetto dell’anima. In questo vincolo profondo saluto tutti voi, in modo particolare i familiari di Manuela, il Vescovo diocesano, i sacerdoti, i Memores Domini, gli amici.

Vorrei qui offrire molto brevemente la mia testimonianza su questa nostra Sorella, che è partita per il Cielo. Molti di voi conoscono Manuela da lungo tempo. Io ho potuto beneficiare della sua presenza e del suo servizio nell’appartamento pontificio, negli ultimi cinque anni, in una dimensione familiare. Per questo desidero ringraziare il Signore per il dono della vita di Manuela, per la sua fede, per la sua generosa risposta alla vocazione. La divina Provvidenza l’ha condotta a un servizio discreto ma prezioso nella casa del Papa. Lei era contenta di questo, e partecipava con gioia ai momenti di famiglia: alla santa Messa del mattino, ai Vespri, ai pasti in comune e alle varie e significative ricorrenze di casa.

Il distacco da lei, così improvviso, e anche il modo in cui ci è stata tolta, ci hanno dato un grande dolore, che solo la fede può consolare. Molto sostegno trovo nel pensare alle parole che sono il nome della sua comunità: Memores Domini.

Meditando su queste parole, sul loro significato, trovo un senso di pace, perché esse richiamano ad una relazione profonda che è più forte della morte. Memores Domini vuol dire: "che ricordano il Signore", cioè persone che vivono nella memoria di Dio e di Gesù, e in questa memoria quotidiana, piena di fede e d’amore, trovano il senso di ogni cosa, delle piccole azioni come delle grandi scelte, del lavoro, dello studio, della fraternità. La memoria del Signore riempie il cuore di una gioia profonda, come dice un antico inno della Chiesa: "Jesu dulcis memoria, dans vera cordis gaudia" [Gesù dolce memoria, che dà la vera gioia del cuore].

Ecco, per questo mi dà pace pensare che Manuela è una Memor Domini, una persona che vive nella memoria del Signore. Questa relazione con Lui è più profonda dell’abisso della morte. E’ un legame che nulla e nessuno può spezzare, come dice san Paolo: "[Nulla] potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore" (Rm 8,39). Sì, se noi ricordiamo il Signore, è perché Lui, prima ancora, si ricorda di noi. Noi siamo memores Domini perché Lui è Memor nostri, ci ricorda con l’amore di un Genitore, di un Fratello, di un Amico, anche nel momento della morte. Sebbene a volte possa sembrare che in quel momento Lui sia assente, che si dimentichi di noi, in realtà noi siamo sempre presenti a Lui, siamo nel suo cuore. Ovunque possiamo cadere, cadiamo nelle sue mani. Proprio là, dove nessuno può accompagnarci, ci aspetta Dio: la nostra Vita.

Cari fratelli e sorelle, in questa fede piena di speranza, che è la fede di Maria presso la croce di Gesù, ho celebrato la santa Messa di suffragio per Manuela la mattina stessa della sua morte. E mentre accompagno con la preghiera il rito cristiano della sua sepoltura, imparto con affetto ai familiari, alle consorelle e a tutti voi la mia Benedizione.

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Il Papa a Bartolomeo I: In un mondo segnato da una crescente interdipendenza e solidarietà, siamo chiamati a proclamare con rinnovata convinzione la verità del Vangelo e a presentare il Signore Risorto come la risposta alle più profonde domande e aspirazioni spirituali degli uomini e delle donne di oggi

IL RIAVVICINAMENTO FRA CATTOLICI E ORTODOSSI

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI A SUA SANTITÀ BARTOLOMEO I, PATRIARCA ECUMENICO, PER LA FESTA DI S. ANDREA, 30.11.2010

Il Cardinale Kurt Koch guida per la prima volta la Delegazione della Santa Sede per la festa di Sant’Andrea, Patrono del Patriarcato Ecumenico, nel quadro dell’annuale scambio di delegazioni per le rispettive feste dei Santi patroni. Il Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani è accompagnato dal Segretario del Dicastero, S.E. Mons. Brian Farrell, e dal Rev. Andrea Palmieri, Officiale. Ad Istanbul si è unito alla Delegazione della Santa Sede il Nunzio Apostolico in Turchia, S.E. Mons. Antonio Lucibello. La Delegazione ha preso parte alla solenne divina liturgia, presieduta da Bartolomeo I nella Chiesa patriarcale del Fanar, ed ha avuto un incontro con il Patriarca e con la Commissione sinodale incaricata delle relazioni con la Chiesa cattolica. Il Cardinale Koch ha consegnato al Patriarca Ecumenico un messaggio autografo del Papa, di cui ha dato pubblica lettura, accompagnato da un dono.
Ne pubblichiamo di seguito il testo:


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

A Sua Santità Bartolomeo I
Arcivescovo di Costantinopoli
Patriarca Ecumenico

È con grande gioia che in occasione della Festa di Sant’Andrea Apostolo, fratello di San Pietro e Patrono del Patriarcato Ecumenico, Le rivolgo questo scritto, affidato al Venerato Fratello il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, per augurare a Vostra Santità, ai membri del Santo Sinodo, al clero, ai monaci e a tutti i fedeli abbondanza di doni celesti e di benedizioni divine.

In questo gioioso giorno di festa, insieme a tutti i fratelli e sorelle cattolici, mi unisco a Lei nel rendimento di grazie a Dio per le meraviglie che egli ha compiuto, nella sua infinita misericordia, attraverso la vita ed il martirio di Sant’Andrea. Gli Apostoli, offrendo generosamente la loro vita in sacrificio per il Signore e per i loro fratelli, hanno dato testimonianza alla Buona Novella da essi proclamata sino ai confini del mondo allora conosciuto. La Festa dell’Apostolo, che cade in questo stesso giorno nei calendari liturgici dell’Oriente e dell’Occidente, rappresenta, per tutti coloro che per la grazia di Dio e il dono del Battesimo hanno accettato il messaggio di salvezza, un forte invito a rinnovare la propria fedeltà all’insegnamento degli Apostoli e a divenire annunciatori instancabili della fede in Cristo, con la parola e la testimonianza della vita.

In questo nostro tempo, tale invito è urgente come non mai e interpella tutti i cristiani. In un mondo segnato da una crescente interdipendenza e solidarietà, siamo chiamati a proclamare con rinnovata convinzione la verità del Vangelo e a presentare il Signore Risorto come la risposta alle più profonde domande e aspirazioni spirituali degli uomini e delle donne di oggi.

Per poter riuscire in questo grande compito, dobbiamo continuare a progredire sul cammino verso la piena comunione, mostrando di avere già unito i nostri sforzi per una comune testimonianza al Vangelo di fronte agli uomini del nostro tempo. Per questa ragione vorrei esprimere la mia sincera gratitudine a Vostra Santità e al Patriarcato Ecumenico per la generosa ospitalità offerta lo scorso ottobre sull’isola di Rodi ai Delegati delle Conferenze Episcopali d’Europa, che si sono riuniti con rappresentati delle Chiese Ortodosse d’Europa per il II Forum cattolico-ortodosso sul tema "Rapporti Chiesa – Stato: prospettive teologiche e storiche".

Santità, seguo con attenzione i Suoi saggi sforzi per il bene dell’Ortodossia e per la promozione dei valori cristiani in molti contesti internazionali. AssicurandoLe, in questa Festa di Sant’Andrea Apostolo, il ricordo nelle mie preghiere, rinnovo l’augurio di pace, salute e di abbondanti benedizioni spirituali su di Lei e su tutti i fedeli.

Con sentimenti di stima e di vicinanza spirituale, scambio con Lei il fraterno abbraccio nel nome del nostro unico Signore Gesù Cristo.

Dal Vaticano, 30 novembre 2010

BENEDICTUS PP XVI

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lunedì 29 novembre 2010

Il Papa: Il compito di tutta la comunità cattolica consiste nel trasmettere una visione di fede e di virtù piena di speranza cosicché i filippini possano trovare incoraggiamento e guida lungo la via verso una vita piena in Cristo

VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM" DEGLI ECC.MI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELLE FILIPPINE, 29.11.2010

Alle ore 12.15 di questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI incontra i Vescovi della Conferenza Episcopale delle Filippine, ricevuti in questi giorni, in separate udienze, in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum".
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge loro:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Cari Fratelli Vescovi,

sono lieto di porgere a tutti voi il mio affettuoso benvenuto in occasione della vostra visita ad limina Apostolorum. Ringrazio il Cardinale Gaudencio Rosales per le cortesi parole che mi ha rivolto a vostro nome e lo assicuro delle mie preghiere e dei miei auguri di ogni bene per voi e per tutti i fedeli affidati alla vostra sollecitudine pastorale. La vostra presenza qui a Roma rafforza i vincoli di comunione fra la comunità cattolica nelle Filippine e la Sede di Pietro, una comunione che risale a più di quattro secoli fa, alla prima offerta del Sacrificio Eucaristico nei vostri lidi. Poiché questa comunione di fede e di sacramento ha nutrito il vostro popolo per molte generazioni, prego affinché essa possa continuare a servire come lievito nella più ampia cultura, cosicché le generazioni attuali e future di filippini continuino a incontrare il messaggio gioioso del Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo.

Per essere un tale lievito, la Chiesa deve sempre cercare di trovare la sua voce peculiare perché è grazie alla proclamazione che il Vangelo reca frutti che cambiano la vita (cfr. Mc 16, 15-16). Questa voce si esprime nella testimonianza morale e spirituale della vita dei credenti. Inoltre, si esprime nella testimonianza pubblica offerta dai Vescovi, primi maestri della Chiesa, e da tutti coloro che svolgono un ruolo nell'insegnare agli altri la fede. Grazie alla chiara esposizione evangelica della verità su Dio e sull'uomo, generazioni di solerti sacerdoti, religiosi e laici filippini hanno promosso un ordine sociale ancora più giusto.

A volte, questo compito di proclamazione riguarda questioni importanti per la sfera politica. Questo non sorprende perché la comunità politica e la Chiesa, sebbene giustamente distinte, sono, ciononostante, entrambe al servizio dello sviluppo integrale di ogni essere umano e della società nella sua interezza. Da parte sua, la Chiesa contribuisce al massimo all'edificazione di un ordine sociale giusto e caritatevole quando «Predicando la verità evangelica e illuminando tutti i settori dell'attività umana con la sua dottrina e con la testimonianza resa dai cristiani, rispetta e promuove anche la libertà politica e la responsabilità dei cittadini» (Gaudium et spes, n. 76).

Nello stesso tempo, il ministero profetico della Chiesa richiede che essa sia libera di «predicare la fede e insegnare la propria dottrina sociale..., e dare il proprio giudizio morale, anche su cose che riguardano l'ordine politico, quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime» (Ibidem).

Alla luce di questo compito profetico, chiedo alla Chiesa nelle Filippine di cercare di fare la propria parte nel sostegno della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale e nella difesa dell'integrità del matrimonio e della famiglia.

In queste aree, state promuovendo quelle verità sulla persona umana e sulla società che non provengono soltanto dalla rivelazione divina, ma anche dal diritto naturale, un ordine che è accessibile alla ragione umana e quindi offre una base al dialogo e a un discernimento più profondo da parte di tutte le persone di buona volontà. Noto anche con piacere l'impegno della Chiesa per abolire la pena di morte nel vostro Paese.

Un'area specifica in cui la Chiesa deve sempre trovare la sua voce peculiare è quella delle comunicazioni sociali e dei media.

Il compito di tutta la comunità cattolica consiste nel trasmettere una visione di fede e di virtù piena di speranza cosicché i filippini possano trovare incoraggiamento e guida lungo la via verso una vita piena in Cristo. Una voce unificata e positiva deve essere presentata al pubblico attraverso i media, sia vecchi sia nuovi, cosicché il messaggio evangelico possa avere un impatto ancor più forte sul popolo della nazione.

È importante che il laicato cattolico esperto di comunicazioni sociali assuma il posto che gli compete nel proporre il messaggio cristiano in modo convincente e attraente. Se il Vangelo di Cristo deve essere un lievito per la società filippina, allora tutta la comunità cattolica deve essere attenta alla forza della verità proclamata con amore.

Un terzo aspetto della missione della Chiesa di proclamare la parola di Dio donatrice di vita è il suo impegno nelle questioni economiche e sociali, in particolare riguardo ai più poveri e più deboli della società. Durante il Secondo Consiglio Plenario delle Filippine, la Chiesa nella vostra nazione ha espresso un interesse speciale a dedicarsi in maniera più piena all'assistenza dei poveri. È confortante osservare che questa impresa ha recato frutti con istituzioni caritative cattoliche attivamente impegnate in tutto il Paese. Molti dei vostri concittadini, però, restano però senza impiego, senza un'educazione adeguata o servizi di base e quindi le vostre dichiarazioni profetiche e la vostra azione caritativa a favore dei poveri continuano a essere molto apprezzate. Oltre a questo sforzo, siete, giustamente, preoccupati che vi sia un impegno costante nella lotta alla corruzione perché la crescita di un'economia giusta e sostenibile sarà possibile soltanto quando vi sarà un'applicazione chiara e coerente dello stato diritto in tutto il Paese.

Cari Fratelli Vescovi, come il mio predecessore Giovanni Paolo ii osservò giustamente «Voi siete Pastori di un popolo innamorato di Maria» (14 gennaio 1995). Che la volontà di quest'ultima di portare nel mondo la Parola che è Gesù Cristo sia per voi un' ispirazione costante nel vostro ministero apostolico. A tutti voi e ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli laici delle vostre Diocesi, imparto di tutto cuore la mia Benedizione Apostolica quale pegno di pace e di gioia.

© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana

(Traduzione dell'Osservatore Romano)

domenica 28 novembre 2010

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE AD ANCONA (11 SETTEMBRE 2011)

DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE AD ANCONA

VISITA DEL PAPA AD ANCONA: I VIDEO, LE FOTO, I PODCAST

IL SITO DEL CONGRESSO EUCARISTICO

ALTRI ARTICOLI, INTERVISTE E COMMENTI

Tre coppie di fidanzati ricevuti dal Papa ad Ancona: “Un’esperienza che ha toccato i nostri cuori”

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Il Congresso eucaristico nazionale, evento che dà nuovo slancio alla Chiesa (Radio Vaticana)

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Benedetto XVI: L'eucarestia è l'unica via d'uscita dalla crisi (Frigerio)

Ancona, il grande popolo in cammino verso il Padre (Roberto Senigalliesi)

Tra le famiglie di oggi e di domani. La conclusione della visita pastorale ad Ancona (Gori)

Il Papa ad Ancona, Spacca: “Una giornata memorabile” (Alessandra Camilletti)

«Conosco i vostri problemi, vi sono vicino. Tutta la Chiesa vi è vicina». Il pranzo del Pontefice con i lavoratori e i poveri

Inquietudini e attese dei fidanzati. Le domande al Papa durante l'incontro conclusivo della visita pastorale (O.R.)

Ancona, una giornata che Papa Benedetto XVI ha reso indimenticabile (Danieli)

Il Papa ad Ancona: servizi di Rome Reports

Nel cantiere navale paralizzato dalla crisi economica, Benedetto XVI invoca «impegno contro la disoccupazione e il precariato» (Galeazzi)

Congresso Eucaristico, documento finale: una sosta preziosa. Crisi, card. Bagnasco: serve alleanza tra generazioni (Izzo)

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Le pietre e il pane (Osservatore Romano)

Ad Ancona il Papa è andato alla radice delle questioni (Vian)

Congresso eucaristico. Il Papa chiede ai sacerdoti di dare spazio alle famiglie, alle famiglie di amare i pastori, ai fidanzati di non bruciare le tappe (R.V.)

Il Papa pranza con i cassintegrati: servizio di Rome Reports

L’Eucarestia è vita. Il Papa lo dice. Come ha sempre fatto (Andrea Gagliarducci)

Il Papa allo stesso tavolo con i cassintegrati: "Grande emozione" (Roberto Brunelli)

Appello del Papa contro il precariato (Quarta)

Il Papa ad Ancona fra gli operai (Monteforte)

Card. Bagnasco: il Papa ha ricordato che il lavoro è il cuore del problema (Asca)

La giornata del Papa ad Ancona nel commento di Franca Giansoldati

Il Papa ad Ancona: il commento di Gian Guido Vecchi

IL PAPA AD ANCONA: FOTO CORRIERE ADRIATICO

Il Papa al Congresso Eucaristico Nazionale: nota Sir

Se Dio scompare. La riflessione al XXV Cen (Marco Doldi)

Il Papa ad Ancona, Gian Mario Spacca: Abbiamo vissuto un incontro bellissimo, emozionante e commovente (Asca)

Monaco di Baviera, religioni insieme per la pace (Vatican Insider)

L’abbraccio del Papa ai centomila: "Ancona ricca di cultura" (Guidelli)

Il Papa ad Ancona. Dall'Eucarestia una nuova società (Massimo Introvigne)

Quindici Pontefici sono passati da Ancona (Vianelli)

La visita del Papa ad Ancona: servizio di Lucio Brunelli (Tg2)

Il pranzo del Papa con i disoccupati: servizio di Alessandra Buzzetti (Tg5)

Il Papa pranza con gli operai (Ansaldo)

La lezione di Benedetto ai sindacati "riapre" Fincantieri (Lucio Brunelli)

Il Papa ha detto Messa ai cantieri navali, ha pranzato con gli operai in cassa integrazione, ha parlato di lavoro e precarietà ai giovani fidanzati (Bosco)

ARTICOLI, NOTIZIE, INTERVISTE E COMMENTI DELL'11 SETTEMBRE 2011

Il Papa: è un dovere offrire ai giovani principi sicuri e prospettive stabili (Izzo)

Benedetto XVI ai fidanzati: non temete le responsabilità del matrimonio (Zenit)

Congresso Eucaristico: festa di popolo (Simone Baroncia)

Ancona, la ricetta di Papa Ratzinger (Galeazzi)

11 settembre, il Papa: la violenza non risolve, bisogna rifiutarla (Izzo)

Don Ivan Maffeis: Al termine del pranzo il Papa ha manifestato la solidarietà e la vicinanza al mondo del lavoro

Il Papa ad Ancona: servizio di Alessandra Buzzetti

Benedetto XVI: "L’eucaristia, antidoto contro l’egoismo. Restituire dignità al lavoro" (Tornielli)

Papa, accoglienza e misericordia con i separati (Galeazzi)

Al termine del Congresso eucaristico ad Ancona, il Papa ha rivolto un appello speciale a famiglie, sacerdoti e futuri sposi, invitandoli a essere esempio per le nuove generazioni (Gaeta)

Il Papa: La difficoltà di trovare un lavoro stabile stende un velo di incertezza sull'avvenire

Il Papa: Amate i vostri sacerdoti, esprimete loro l'apprezzamento per il generoso servizio che svolgono. Sappiate sopportarne anche i limiti

Il Papa: affido l'Italia a Maria. Le Frecce Tricolore sfrecciano alla fine della Messa. Il Papa pranza con cassintegrati, disoccupati ed ex detenuti (Izzo)

Il Papa: Nella vostra presenza – sacerdoti e sposi provenienti dalle diverse diocesi italiane – si coglie la bellezza dell’armonia e della complementarità delle vostre differenti vocazioni

Il Papa ad Ancona: superare precariato e disoccupazione (Corriere Adriatico)

Benedetto XVI, le forze del potere e dell'economia non bastano, serve un modello di sviluppo (Marroni)

Alla mensa del Pontefice. Il giorno di Benedetto XVI (Edoardo Danieli)

Il Papa: a Maria affido la città di Ancona, la diocesi, le Marche e l’Italia intera (Sir)

Il commento audio di Marco Ansaldo: ''Un Papa concentrato sui problemi concreti''

Il Papa ad Ancona: video Repubblica TV

Il Papa ad Ancona: servizio di Lucio Brunelli

Il Papa: restituire dignità al lavoro, superare il precariato. La Chiesa ha sempre aiutato tutti, i Cattolici superino le divisioni. Le ideologie ed i regimi hanno dato pietre al posto del pane (Izzo)

Il Papa all’Angelus, dieci anni dopo i tragici attentati dell’11 settembre, sollecita i leader delle Nazioni a rifiutare sempre la violenza

Benedetto XVI, oggi ad Ancona per la chiusura del XXV Congresso Eucaristico Italiano, lancia l’invito a ripartire dall’Eucarestia per trasformare la nostra vita

Veramente liberi. La Messa finale con il Papa ad Ancona (Michela Nicolais)

"Pietre invece del pane" (Galeazzi)

Al termine della Messa le Frecce Tricolore ed il pranzo con gli operai in cassa integrazione

100mila fedeli alla Messa nell'area Fincantieri di Ancona. Molte le personalità presenti. Card. Bagnasco: invochiamo la benedizione del Papa per l'Italia in difficoltà. La fede cristiana e senso del bene vanno insieme (Izzo)

Dal Papa appello contro il precariato: Ridare dignità al lavoro (TMNews)

In centomila alla Messa di Benedetto XVI ad Ancona, a conclusione del Congresso Eucaristico (Ansa)

Ancona: il Papa accolto da 100mila fedeli: foto Resto del Carlino

Papa: 11 settembre, rifiutare sempre la violenza come soluzione dei problemi (AsiaNews)

IL PAPA AD ANCONA: FOTO ANSA

Il Papa: La forza del potere e dell'economia non sono sufficienti da sole a organizzare le società (Tgcom)

Il Papa: Il potere dell'economia non basta per guidare la società. Oltre 100mila i fedeli alla messa

L'appello del Papa: "Impegno contro disoccupazione e precariato" (Repubblica)

Il Papa: L’Eucaristia sostiene e trasforma l’intera vita quotidiana

Benedetto XVI ad Ancona (Ansa)

Il Congresso Eucaristico coniuga famiglia ed ecumenismo (Simone Baroncia)

Treno o bus, poi tutti a piedi dal Papa (Camilletti)

Il dono degli orafi di Ancona al Papa (Agi)

Il Papa è atterrato ad Ancona

Viaggio a bordo della 'nave dei vescovi': le foto

Congresso Eucaristico, card. Bagnasco alla Veglia: “Cosa saremmo noi senza di Lui?” (Sir)

Il vescovo Adriano Caprioli spiega gli obiettivi del XXV Congresso eucaristico nazionale italiano (Gori)

A colloquio con l'arcivescovo di Ancona-Osimo, monsignor Edoardo Menichelli (O.R.)

Il Papa conclude il Congresso eucaristico ad Ancona. La speranza al tempo della crisi (Gori)

Il saluto del Papa al Pellegrinaggio delle Famiglie per la Famiglia ad Ancona

Il Congresso eucaristico di Ancona. La famiglia per la Chiesa e la società (O.R.)

ARTICOLI, NOTIZIE, INTERVISTE E COMMENTI PRECEDENTI LA VISITA DEL SANTO PADRE

Congresso Eucaristico: una nuova alleanza tra Chiesa e famiglie (Izzo)

Escono dalla clausura per il Papa. Le suore dei conventi di Fermo, Ascoli e Urbino alla messa di domenica. La mobilitazione delle diocesi (Baldi)

Televisioni da tutto il mondo ad Ancona per il Papa

Navata open air per Benedetto XVI (Edoardo Danieli)

Il Papa ad Ancona per chiudere il Congresso eucaristico nazionale (R.V.)

Dalla Giornata mondiale della gioventù e dal Congresso eucaristico nazionale italiano la conferma di una profezia fallita

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Congresso Eucaristico, Mons. Brambilla: la fede è sospinta nel privato. Boccardo: non basta essere anime belle. Vescovi e cardinali alla sinagoga di Ancona. Mons. Sigalini sarà sostituito nella Liturgia dal vescovo di Fabriano (Izzo)

Il Congresso eucaristico nazionale di Ancona. Un nutrimento per le città degli uomini (O.R.)

La settima giornata del Congresso eucaristico nazionale (R.V.)

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Sorpresa: si scopre un’Ancona mai vista. Tra gli eventi in porto e quelli in centro la città si riempie e vive angoli fin qui dimenticati (Camilletti)

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Congresso Eucaristico: la Libreria Editrice Vaticana espone tutti i libri del Papa (Izzo)

Prosegue il Congresso Eucaristico di Ancona (R.V.)

Ancona, i pellegrini animano le vie del centro

Gian Mario Spacca (Ancona): “Il Papa ci darà la forza per risollevarci”

Il vescovo di Ancona inaugura 'Casa Benedetto XVI'

Congresso eucaristico: gli interventi dei vescovi Menichelli, Monari, Forte e Crociata

Con occhi aperti. L'Eucaristia, la nostra storia e la nostra cultura (Ernesto Diaco)

Il cardinale Re e la Via Crucis dedicata ai senza lavoro (Vecchi)

Congresso Eucaristico: la Chiesa è con la gente in questo tempo di crisi (Izzo)

Prosegue il Congresso Eucaristico. Domenica l'arrivo del Papa ad Ancona

Il soffio della primavera. L'Agorà del Mediterraneo ad Ancona (Simona Mengascini)

Al Congresso eucaristico la preoccupazione per i giovani senza lavoro

Congresso Eucaristico: oltre 5mila fedeli alla Via Crucis ad Ancona (Izzo)

Un Pane per ogni fame. Al Congresso eucaristico nazionale di Ancona (O.R.)

Congresso Eucaristico: le denunce di Tettamanzi, il monito di Sgreccia, le lacrime di Menichelli (Izzo)

Il Congresso eucaristico e i 150 anni dell'Unità. Un «principio di vita» che dà speranza al Paese (Muolo)

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Ancona, il saluto del Papa: “Evento di grazia” (Roberto Senigalliesi)

Gli insegnamenti di Benedetto XVI sul'Eucaristia: per un cristiano è un bisogno e una gioia. Giornate intense al Congresso eucaristico di Ancona (Radio Vaticana)

Il Papa: "Saluto Ancona e i fedeli"

L’offesa e la ferita. L’Angelus e un pensiero al XXV Cen ad Ancona (Sir)

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Benedetto XVI all’Angelus: i cristiani pratichino fra loro la correzione fraterna. Il saluto del Papa al Congresso eucaristico nazionale (R.V.)

Le parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus nel commento di Salvatore Izzo

Ancona, un popolo testimone (Gaeta)

Congresso Eucaristico, Bagnasco: l'Italia unita dalla fede prima che dalla politica. Le campane anticipano l'arrivo del Papa. Il vescovo di Ancona: non separare la vita dai riti (Izzo)

Congresso eucaristico di Ancona: inaugurata la mostra “Alla mensa del Signore” (Radio Vaticana)

Domani ad Ancona l'apertura del Congresso eucaristico nazionale. Intervista con mons. Menichelli (Radio Vaticana)

Congresso Eucaristico di Ancona: il card. Re arriverà dal mare. Bagnasco saluterà le Autorità (Izzo)

Congresso eucaristico, ancora una festa dei giovani (Speciale)

Due detenuti all'offertorio della messa del Papa ad Ancona. Pranzo con poveri e cassintegrati (Ansa)

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"L'ultima cena" in viaggio verso Ancona Sarà visitata anche dal Papa (Leporati)

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Visita del Papa ad Ancona, Padre Lombardi: "Con il Papa l’11 settembre diventerà segno di pace" (Giorgio Guidelli)

Congresso eucaristico: vescovi e famiglie ospiti sulla nave Adria (Ansa)

I volti della freschezza. I giovani nella Chiesa: dalla Gmg al Congresso eucaristico (3-11 settembre)

Congresso eucaristico, un francobollo speciale per celebrare la visita del Papa

La comunità ebraica di Madrid critica le critiche alla Gmg. Mons. Menichelli invita i giovani ad Ancona (Izzo)

Ad Ancona, il popolo dell'Eucaristia. Intervista a Mons. Menichelli

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Verso il congresso eucaristico italiano. Il Corpo donato (Inos Biffi)

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Per la prima volta il Papa dedicherà un incontro ai fidanzati. Accadrà l'11 settembre ad Ancona (Speciale)

Verso il Congresso eucaristico nazionale italiano. La frazione del pane e la libertà di Gesù (Inos Biffi)

Congresso eucaristico, Benedetto XVI pranzerà con gli operai Fincantieri

Ancona, il Papa pranzerà con gli operai (Carotti)

Cresce l'attesa per la visita di Benedetto XVI ad Ancona (Angela Ambrogetti)

Ad Ancona cassintegrati e poveri a tavola con il Papa. Presentato il Congresso eucaristico nazionale che si svolgerà dal 3 all'11 settembre (O.R.)

Congresso Eucaristico ad Ancona. Programma definitivo: il Papa anche con operai e fidanzati (Sir)

Il Papa visiterà Ancona l'11 settembre e pranzerà con i cassintegrati. Al Congresso Eucaristico si celebrerà anche il 150° dell'Unità d'Italia (Izzo)

Presentato in Sala Stampa vaticana il prossimo Congresso Eucaristico Italiano, in programma a settembre ad Ancona con la partecipazione di Benedetto XVI (Radio Vaticana)

Il prossimo 11 settembre il Papa sarà a pranzo ad Ancona con gli operai cassintegrati e poveri assistiti dalla Caritas

Mons. Menichelli (Ancona) parla del Congresso Eucaristico Nazionale che si concluderà con la Messa del Papa (Senigalliesi)

Congresso eucaristico: Messa del Papa il 11/9 in area Fincantieri (Ansa)

Il Papa sarà ad Ancona l'11 settembre 2011 (Izzo)

Il Papa concluderà il 25° Congresso Eucaristico che si svolgerà a settembre 2011 ad Ancona (Radio Vaticana)

Congresso eucaristico di Ancona: pubblicato il Messaggio d'invito

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE ITALIANO (ANCONA, 3-11 SETTEMBRE 2011)

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AD ANCONA PER LA CONCLUSIONE DEL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE (11 SETTEMBRE 2011) - PROGRAMMA

Il Papa: Si potrebbe dire che l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza. E dalle sue attese l’uomo si riconosce: la nostra "statura" morale e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui speriamo


FESTIVITA' NATALIZIE: LO SPECIALE DEL BLOG

Il Papa, l'attesa e Cesare Pavese: il bellissimo servizio di Lucio Brunelli (TG2)

ANGELUS: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Vedi anche:

Il Papa: preghiamo per la vita nascente ed i genitori in attesa (Izzo)

Il Papa: la nostra statura morale e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui speriamo (Apcom)

Nella prima Domenica di Avvento il Papa parla dell’attesa, tempo di viva speranza, e del valore della vita nascente (R.V.)

Il Papa: Avvento, tempo di attesa, come tutta l’esistenza umana (AsiaNews)

Il Papa: L'uomo e' vivo finchè attende, finchè nel suo cuore è viva la speranza (Izzo)

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 28.11.2010

Alle ore 12 di oggi, Prima Domenica di Avvento, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Oggi, prima domenica di Avvento, la Chiesa inizia un nuovo Anno liturgico, un nuovo cammino di fede che, da una parte, fa memoria dell’evento di Gesù Cristo e, dall’altra, si apre al suo compimento finale. E proprio di questa duplice prospettiva vive il Tempo di Avvento, guardando sia alla prima venuta del Figlio di Dio, quando nacque dalla Vergine Maria, sia al suo ritorno glorioso, quando verrà "a giudicare i vivi e i morti", come diciamo nel Credo. Su questo suggestivo tema dell’"attesa" vorrei ora brevemente soffermarmi, perché si tratta di un aspetto profondamente umano, in cui la fede diventa, per così dire, un tutt’uno con la nostra carne e il nostro cuore.

L’attesa, l’attendere è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale. L’attesa è presente in mille situazioni, da quelle più piccole e banali fino alle più importanti, che ci coinvolgono totalmente e nel profondo.

Pensiamo, tra queste, all’attesa di un figlio da parte di due sposi; a quella di un parente o di un amico che viene a visitarci da lontano; pensiamo, per un giovane, all’attesa dell’esito di un esame decisivo, o di un colloquio di lavoro; nelle relazioni affettive, all’attesa dell’incontro con la persona amata, della risposta ad una lettera, o dell’accoglimento di un perdono…

Si potrebbe dire che l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza. E dalle sue attese l’uomo si riconosce: la nostra "statura" morale e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui speriamo.


Ognuno di noi, dunque, specialmente in questo Tempo che ci prepara al Natale, può domandarsi: io, che cosa attendo? A che cosa, in questo momento della mia vita, è proteso il mio cuore? E questa stessa domanda si può porre a livello di famiglia, di comunità, di nazione. Che cosa attendiamo, insieme? Che cosa unisce le nostre aspirazioni, che cosa le accomuna? Nel tempo precedente la nascita di Gesù, era fortissima in Israele l’attesa del Messia, cioè di un Consacrato, discendente del re Davide, che avrebbe finalmente liberato il popolo da ogni schiavitù morale e politica e instaurato il Regno di Dio. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che il Messia potesse nascere da un’umile ragazza come era Maria, promessa sposa del giusto Giuseppe. Neppure lei lo avrebbe mai pensato, eppure nel suo cuore l’attesa del Salvatore era così grande, la sua fede e la sua speranza erano così ardenti, che Egli poté trovare in lei una madre degna. Del resto, Dio stesso l’aveva preparata, prima dei secoli. C’è una misteriosa corrispondenza tra l’attesa di Dio e quella di Maria, la creatura "piena di grazia", totalmente trasparente al disegno d’amore dell’Altissimo. Impariamo da Lei, Donna dell’Avvento, a vivere i gesti quotidiani con uno spirito nuovo, con il sentimento di un’attesa profonda, che solo la venuta di Dio può colmare.

DOPO L’ANGELUS

En ce premier dimanche de l’Avent, chers pèlerins francophones, une nouvelle Année liturgique commence. Elle nous rappelle que Jésus Christ, éternellement présent dans notre vie, accomplit pour nous son œuvre de Rédemption dans les actions liturgiques de l’Église. En ces jours où nous prions particulièrement pour le respect de la vie naissante, puisse la Vierge Marie qui a accueilli en son sein le Verbe de Dieu, nous aider à ouvrir nos cœurs à la lumière de son Fils qui vient sauver l’humanité tout entière ! Je souhaite à tous un bon dimanche et joyeux temps de l’Avent !

I offer a warm welcome to the English-speaking visitors gathered here today for this Angelus prayer. Today, Christians begin a new liturgical Year with the season of Advent, a time of preparation to celebrate the Mystery of the Incarnation. By the grace of God, may our prayer, penance and good works in this season make us truly ready to see the Lord face to face. Upon you and your families I invoke God’s gifts of wisdom, strength and peace!

Ein herzliches „Grüß Gott" sage ich den Pilgern und Besuchern aus den Ländern deutscher Sprache. Mit dem heutigen Sonntag treten wir in die Adventszeit ein. Dies ist eine heilige Zeit des Wartens auf die Begegnung mit Christus, dem Heiland. Er sehnt sich danach, einer Welt, die immer wieder von Leid gezeichnet ist, Heilung, Frieden und Liebe zu schenken. Öffnen wir unser Herz, bereiten wir uns durch den Empfang der Sakramente vor, daß der Heiland und König der Liebe in uns Wohnung nehmen kann.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana, así como a quienes se unen a ella a través de la radio y la televisión. Al iniciar el santo tiempo de Adviento, invito a todos a intensificar la oración y la meditación de la Palabra de Dios, para que se avive el deseo de salir al encuentro de Cristo, cuya primera venida recordamos con gozo, mientras nos preparamos a su segunda venida, al final de los tiempos, con atenta vigilancia y ardiente caridad. Que a ello nos ayude la amorosa protección de María Santísima, Virgen y Madre. Feliz Domingo.

Pozdrawiam wszystkich Polaków. Wczoraj, Nieszporami i czuwaniem w intencji poczętego ludzkiego życia rozpoczęliśmy Adwent: czas przygotowania do świąt Bożego Narodzenia. Razem z Maryją, która z miłością oczekiwała narodzin Bożego Dziecięcia trwajmy na modlitwie, dziękując Bogu za dar życia, prosząc o opiekę nad każdym ludzkim istnieniem. Niech przyszłością świata stanie się cywilizacja miłości i życia. Z serca wam błogosławię, a szczególnie rodzicom oczekującym potomstwa.

[Saluto tutti i Polacchi. Ieri, con i Vespri e con la veglia di preghiera per la vita nascente, abbiamo iniziato l’Avvento: il tempo di preparazione alla festa del Natale del Signore. Insieme a Maria, che ha atteso con amore la nascita del Divino Bambino, perseveriamo nella preghiera, ringraziando Dio per il dono della vita, chiedendoGli protezione su ogni esistenza umana. Possa il futuro del mondo diventare la civiltà dell’amore e della vita. Benedico di cuore tutti voi e, in modo particolare, i genitori in attesa dei figli.]

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i ragazzi dell’Unità Pastorale di Lesmo, presso Milano, che si preparano alla Professione di Fede. A tutti auguro una serena domenica e un buon cammino di Avvento.

Grazie, buon Avvento a tutti!

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sabato 27 novembre 2010

Preghiera per la vita composta e pronunciata da Benedetto XVI

FESTIVITA' NATALIZIE: LO SPECIALE DEL BLOG

Il Papa: "Riguardo all’embrione nel grembo materno, la scienza stessa ne mette in evidenza l’autonomia capace d’interazione con la madre, il coordinamento dei processi biologici, la continuità dello sviluppo, la crescente complessità dell’organismo. Non si tratta di un cumulo di materiale biologico, ma di un nuovo essere vivente, dinamico e meravigliosamente ordinato, un nuovo individuo della specie umana. Così è stato Gesù nel grembo di Maria; così è stato per ognuno di noi, nel grembo della madre" (Omelia in occasione dei Vespri della Prima Domenica di Avvento, 27 novembre 2010)

Primi Vespri della I Domenica di Avvento: Libretto della Celebrazione

PREGHIERA PER LA VITA

Signore Gesù,

che fedelmente visiti e colmi con la tua Presenza
la Chiesa e la storia degli uomini;
che nel mirabile Sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue
ci rendi partecipi della Vita divina e ci fai pregustare la gioia della Vita eterna;
noi ti adoriamo e ti benediciamo.

Prostrati dinanzi a Te, sorgente e amante della vita
realmente presente e vivo in mezzo a noi, ti supplichiamo.

Ridesta in noi il rispetto per ogni vita umana nascente,
rendici capaci di scorgere nel frutto del grembo materno la mirabile opera del Creatore,
disponi i nostri cuori alla generosa accoglienza di ogni bambino che si affaccia alla vita.

Benedici le famiglie,
santifica l’unione degli sposi,
rendi fecondo il loro amore.

Accompagna con la luce del tuo Spirito le scelte delle assemblee legislative,
perché i popoli e le nazioni riconoscano
e rispettino la sacralità della vita, di ogni vita umana.

Guida l’opera degli scienziati e dei medici,
perché il progresso contribuisca al bene integrale della persona
e nessuno patisca soppressione e ingiustizia.

Dona carità creativa agli amministratori e agli economisti,
perché sappiano intuire e promuovere condizioni sufficienti
affinché le giovani famiglie possano serenamente aprirsi alla nascita di nuovi figli.

Consola le coppie di sposi che soffrono
a causa dell’impossibilità ad avere figli,
e nella tua bontà provvedi.

Educa tutti a prendersi cura dei bambini orfani o abbandonati,
perché possano sperimentare il calore della tua Carità,
la consolazione del tuo Cuore divino.

Con Maria tua Madre,
la grande credente, nel cui grembo hai assunto la nostra natura umana,
attendiamo da Te, unico nostro vero Bene e Salvatore,
la forza di amare e servire la vita,
in attesa di vivere sempre in Te, nella Comunione della Trinità Beata.
Amen.

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Il Papa: l'embrione non è un cumulo di materiale biologico, ma di un nuovo essere vivente, dinamico e meravigliosamente ordinato, un nuovo individuo della specie umana

FESTIVITA' NATALIZIE: LO SPECIALE DEL BLOG

Primi Vespri della I Domenica di Avvento: Libretto della Celebrazione

Preghiera per la vita composta e pronunciata da Benedetto XVI

Veglia di preghiera per la vita nascente: il servizio di Rome Reports

Un bimbo si avvicina al Papa durante la Veglia per la vita nascente (Rome Reports)

Vedi anche:

Per la vita nascente. L’editoriale di padre Lombardi (Radio Vaticana)

Nove famiglie incontrano Benedetto XVI al termine della Veglia per la vita nascente (Osservatore Romano)

Ai Vespri di ieri, l'appello del Papa per una cultura sempre rispettosa della vita

Benedetto XVI inizia l’Avvento pregando per la vita nascente (Tornielli)

Il Papa: Ci sono tendenze culturali che cercano di anestetizzare le coscienze con motivazioni pretestuose. Il progresso contribuisca al bene integrale della persona e nessuno patisca soppressione e ingiustizia (Izzo)

Il Papa ha rivolto un appello ai politici e ai media affinché promuovano una "cultura sempre rispettosa della vita" (Tgcom)

Il Papa: combattere l’oscuramento delle coscienze che porta a violare la vita nascente (AsiaNews)

Il Papa: l'uomo ha il diritto di non essere trattato come un oggetto da possedere o come una cosa che si può manipolare a piacimento

Il Papa: embrione non è cumulo materia, è vita (Ansa)

Il Papa celebra la veglia per la vita nascente: "Ci sono tendenze culturali che cercano di anestetizzare le coscienze con motivazioni pretestuose" (Tosatti)

Il Papa: l'embrione non è cumulo di materiale biologico, ma un nuovo essere vivente

Avvento (Pier Giordano Cabra)

Mons. Guido Marini: «Avvento, chiamati alla gioia sulla via della conversione» (Cardinale)

I Primi Vespri d'Avvento e la Veglia per la vita nascente presieduti dal Papa in San Pietro. Intervista con il cardinale Antonelli (Radio Vaticana)

Stasera a San Pietro Primi Vespri di Avvento e Veglia di Preghiera per la vita nascente (Asca)

CELEBRAZIONE DEI VESPRI PER L'INIZIO DEL TEMPO DI AVVENTO

Basilica Vaticana
Sabato, 27 novembre 2010


OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle,

con questa celebrazione vespertina, il Signore ci dona la grazia e la gioia di aprire il nuovo Anno Liturgico iniziando dalla sua prima tappa: l’Avvento, il periodo che fa memoria della venuta di Dio fra noi. Ogni inizio porta con sé una grazia particolare, perché benedetto dal Signore. In questo Avvento ci sarà dato, ancora una volta, di fare esperienza della vicinanza di Colui che ha creato il mondo, che orienta la storia e che si è preso cura di noi giungendo fino al culmine della sua condiscendenza con il farsi uomo.
Proprio il mistero grande e affascinante del Dio con noi, anzi del Dio che si fa uno di noi, è quanto celebreremo nelle prossime settimane camminando verso il santo Natale. Durante il tempo di Avvento sentiremo la Chiesa che ci prende per mano e, ad immagine di Maria Santissima, esprime la sua maternità facendoci sperimentare l’attesa gioiosa della venuta del Signore, che tutti ci abbraccia nel suo amore che salva e consola.

Mentre i nostri cuori si protendono verso la celebrazione annuale della nascita di Cristo, la liturgia della Chiesa orienta il nostro sguardo alla meta definitiva: l’incontro con il Signore che verrà nello splendore della sua gloria. Per questo noi che, in ogni Eucaristia, “annunciamo la sua morte, proclamiamo la sua risurrezione nell’attesa della sua venuta”, vigiliamo in preghiera. La liturgia non si stanca di incoraggiarci e di sostenerci, ponendo sulle nostre labbra, nei giorni di Avvento, il grido con il quale si chiude l’intera Sacra Scrittura, nell’ultima pagina dell’Apocalisse di san Giovanni: “Vieni, Signore Gesù!” (22,20).
Cari fratelli e sorelle, il nostro radunarci questa sera per iniziare il cammino di Avvento si arricchisce di un altro importante motivo: con tutta la Chiesa, vogliamo celebrare solennemente una veglia di preghiera per la vita nascente. Desidero esprimere il mio ringraziamento a tutti coloro che hanno aderito a questo invito e a quanti si dedicano in modo specifico ad accogliere e custodire la vita umana nelle diverse situazioni di fragilità, in particolare ai suoi inizi e nei suoi primi passi. Proprio l’inizio dell’Anno Liturgico ci fa vivere nuovamente l’attesa di Dio che si fa carne nel grembo della Vergine Maria, di Dio che si fa piccolo, diventa bambino; ci parla della venuta di un Dio vicino, che ha voluto ripercorrere la vita dell’uomo, fin dagli inizi, e questo per salvarla totalmente, in pienezza. E così il mistero dell’Incarnazione del Signore e l’inizio della vita umana sono intimamente e armonicamente connessi tra loro entro l’unico disegno salvifico di Dio, Signore della vita di tutti e di ciascuno. L’Incarnazione ci rivela con intensa luce e in modo sorprendente che ogni vita umana ha una dignità altissima, incomparabile.

L’uomo presenta un’originalità inconfondibile rispetto a tutti gli altri esseri viventi che popolano la terra. Si presenta come soggetto unico e singolare, dotato di intelligenza e volontà libera, oltre che composto di realtà materiale. Vive simultaneamente e inscindibilmente nella dimensione spirituale e nella dimensione corporea. Lo suggerisce anche il testo della Prima Lettera ai Tessalonicesi che è stato proclamato: “Il Dio della pace – scrive san Paolo – vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” (5,23).

Siamo dunque spirito, anima e corpo. Siamo parte di questo mondo, legati alle possibilità e ai limiti della condizione materiale; nello stesso tempo siamo aperti su un orizzonte infinito, capaci di dialogare con Dio e di accoglierlo in noi. Operiamo nelle realtà terrene e attraverso di esse possiamo percepire la presenza di Dio e tendere a Lui, verità, bontà e bellezza assoluta.

Assaporiamo frammenti di vita e di felicità e aneliamo alla pienezza totale.
Dio ci ama in modo profondo, totale, senza distinzioni; ci chiama all’amicizia con Lui; ci rende partecipi di una realtà al di sopra di ogni immaginazione e di ogni pensiero e parola: la sua stessa vita divina. Con commozione e gratitudine prendiamo coscienza del valore, della dignità incomparabile di ogni persona umana e della grande responsabilità che abbiamo verso tutti. “Cristo, che è il nuovo Adamo – afferma il Concilio Vaticano II – proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione ... Con la sua incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo” (Cost. Gaudium et spes, 22).
Credere in Gesù Cristo comporta anche avere uno sguardo nuovo sull’uomo, uno sguardo di fiducia, di speranza.

Del resto l’esperienza stessa e la retta ragione attestano che l’essere umano è un soggetto capace di intendere e di volere, autocosciente e libero, irripetibile e insostituibile, vertice di tutte le realtà terrene, che esige di essere riconosciuto come valore in se stesso e merita di essere accolto sempre con rispetto e amore. Egli ha il diritto di non essere trattato come un oggetto da possedere o come una cosa che si può manipolare a piacimento, di non essere ridotto a puro strumento a vantaggio di altri e dei loro interessi. La persona è un bene in se stessa e occorre cercare sempre il suo sviluppo integrale. L’amore verso tutti, poi, se è sincero, tende spontaneamente a diventare attenzione preferenziale per i più deboli e i più poveri. Su questa linea si colloca la sollecitudine della Chiesa per la vita nascente, la più fragile, la più minacciata dall’egoismo degli adulti e dall’oscuramento delle coscienze. La Chiesa continuamente ribadisce quanto ha dichiarato il Concilio Vaticano II contro l’aborto e ogni violazione della vita nascente: “La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura” (ibid., n. 51).

Ci sono tendenze culturali che cercano di anestetizzare le coscienze con motivazioni pretestuose. Riguardo all’embrione nel grembo materno, la scienza stessa ne mette in evidenza l’autonomia capace d’interazione con la madre, il coordinamento dei processi biologici, la continuità dello sviluppo, la crescente complessità dell’organismo. Non si tratta di un cumulo di materiale biologico, ma di un nuovo essere vivente, dinamico e meravigliosamente ordinato, un nuovo individuo della specie umana. Così è stato Gesù nel grembo di Maria; così è stato per ognuno di noi, nel grembo della madre.

Con l’antico autore cristiano Tertulliano possiamo affermare: “E’ già un uomo colui che lo sarà” (Apologetico, IX, 8); non c’è alcuna ragione per non considerarlo persona fin dal concepimento.
Purtroppo, anche dopo la nascita, la vita dei bambini continua ad essere esposta all’abbandono, alla fame, alla miseria, alla malattia, agli abusi, alla violenza, allo sfruttamento. Le molteplici violazioni dei loro diritti che si commettono nel mondo feriscono dolorosamente la coscienza di ogni uomo di buona volontà. Davanti al triste panorama delle ingiustizie commesse contro la vita dell’uomo, prima e dopo la nascita, faccio mio l’appassionato appello del Papa Giovanni Paolo II alla responsabilità di tutti e di ciascuno: “Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà vera, pace e felicità” (Enc. Evangelium vitae, 5). Esorto i protagonisti della politica, dell’economia e della comunicazione sociale a fare quanto è nelle loro possibilità, per promuovere una cultura sempre rispettosa della vita umana, per procurare condizioni favorevoli e reti di sostegno all’accoglienza e allo sviluppo di essa.
Alla Vergine Maria, che ha accolto il Figlio di Dio fatto uomo con la sua fede, con il suo grembo materno, con la cura premurosa, con l’accompagnamento solidale e vibrante di amore, affidiamo la preghiera e l’impegno a favore della vita nascente. Lo facciamo nella liturgia - che è il luogo dove viviamo la verità e dove la verità vive con noi - adorando la divina Eucaristia, in cui contempliamo il Corpo di Cristo, quel Corpo che prese carne da Maria per opera dello Spirito Santo, e da lei nacque a Betlemme, per la nostra salvezza. Ave, verum Corpus, natum de Maria Virgine!
Amen.

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Il Papa: Il Giappone deve essere citato come esempio per il sostegno costante alla ricerca di soluzioni politiche che permettano non solo di impedire la proliferazione delle armi nucleari

LE LETTERE CREDENZIALI DELL’AMBASCIATORE DEL GIAPPONE PRESSO LA SANTA SEDE, 27.11.2010

Alle ore 11 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza S.E. il Signor Hidekazu Yamaguchi, Ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge al nuovo ambasciatore, nonché i cenni biografici essenziali di S.E. il Signor Hidekazu Yamaguchi:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Eccellenza.

Sono lieto di accoglierla e di accettare le Lettere che l'accreditano come Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario del Giappone presso la Santa Sede.
Le sono grato per i gentili saluti che mi ha rivolto da parte di Sua Maestà l'Imperatore. In cambio, la prego di trasmettergli i miei voti cordiali e la sicurezza della mia preghiera per la sua salute e quella dei membri della Famiglia imperiale. Sono anche lieto di salutare il Governo e tutto il popolo del Giappone. La Santa Sede si rallegra delle eccellenti relazioni che sono sempre esistite con il suo Paese fin da quanto sono state instaurate, circa sessant'anni fa. Esse sono state costantemente caratterizzate dalla cordialità e dalla comprensione reciproca. Attraverso di lei, Eccellenza, vorrei assicurare Sua Maestà l'Imperatore, come pure il Governo, dell'impegno della Santa Sede a continuare a rafforzare tali relazioni.

Dal suo ingresso nell'Organizzazione delle Nazioni Unite, il Giappone è stato un attore importante sulla scena regionale e internazionale e ha contribuito in modo significativo all'espansione della pace, della democrazia e dei diritti dell'uomo in estremo Oriente e anche oltre, in particolare nei Paesi del mondo in via di sviluppo. La Santa Sede, per mezzo delle sue missioni diplomatiche presenti in questi Stati, ha notato con soddisfazione il finanziamento stanziato dal suo Paese per lo sviluppo e anche per altre forme di assistenza. Le ripercussioni sui beneficiari sono immediate, è vero, ma è anche certamente una pietra d'angolo essenziale per l'instaurazione di una pace solida e della prosperità nel concerto delle nazioni del mondo.

Adoperandosi così per l'edificazione dell'unità della famiglia umana, attraverso la cooperazione internazionale, contribuirete a costruire un'economia mondiale in cui ognuno occuperà il posto che gli è dovuto e potrà usufruire, come mai prima, delle risorse mondiali. Mi permetta di incoraggiare il suo Governo a continuare la sua politica di cooperazione allo sviluppo, in particolare negli ambiti che riguardano i più poveri e i più deboli.

Quest'anno si compie il sessantacinquesimo anniversario del tragico bombardamento atomico sulle popolazioni di Hiroshima e di Nagasaki. Il ricordo di questo oscuro episodio della storia dell'umanità diviene sempre più doloroso, man mano che scompaiono quanti sono stati testimoni di un simile orrore. Questa tragedia ci ricorda con insistenza quanto sia necessario perseverare negli sforzi a favore della non-proliferazione delle armi nucleari e del disarmo.

L'arma nucleare resta una fonte di grande preoccupazione. Il suo possesso e il rischio di un suo eventuale uso generano tensioni e diffidenza in numerose regioni del mondo. La sua nazione, Signor Ambasciatore, deve essere citata come esempio per il sostegno costante alla ricerca di soluzioni politiche che permettano non solo di impedire la proliferazione delle armi nucleari, ma anche di evitare che la guerra venga considerata come un mezzo per risolvere i conflitti fra le nazioni e fra i popoli.

Condividendo con il Giappone questa preoccupazione di creare un mondo senza armi nucleari, la Santa Sede incoraggia tutte le nazioni a instaurare pazientemente i vincoli economici e politici della pace affinché s'innalzino come una roccaforte contro ogni pretesa di ricorso alle armi e permettano di promuovere lo sviluppo umano integrale di tutti i popoli (cfr. Udienza generale, 5 maggio 2010). Una parte delle somme stanziate per le armi potrebbe essere destinata a progetti di sviluppo economico e sociale, all'educazione e alla sanità. Ciò contribuirebbe senza alcun dubbio alla stabilità interna dei Paesi e a quella fra i popoli (cfr. Caritas in veritate, n. 29). In questi tempi d'instabilità dei mercati e dell'impiego, la necessità di trovare finanziamenti sicuri per lo sviluppo è infatti una preoccupazione costante.

Le difficoltà legate alla recessione economica mondiale attuale non hanno risparmiato nessun Paese. Ciononostante, il posto che il Giappone occupa nell'economia internazionale resta molto importante e, a motivo della crescente globalizzazione del sistema commerciale e dei movimenti di capitali, che è una realtà, le decisioni prese dal suo Governo continueranno ad aver ripercussioni ben al di là delle sue frontiere. Possano tutti i popoli di buona volontà vedere nella crisi economica mondiale attuale una «occasione di discernimento e di nuova progettualità». (Caritas in veritate, n. 21), progettualità segnata dalla carità nella verità, dalla solidarietà e da un impegno a favore di una sfera economica orientata in maniera etica (cfr. ibidem, n. 36).

Il suo Paese, Eccellenza, gode da molti anni della libertà di coscienza e della libertà di culto, e la Chiesa cattolica in Giappone ha così la possibilità di vivere in pace e nella fratellanza con tutti. I suoi membri sono liberi non solo d'impegnarsi nella cultura e nella società giapponesi, ma anche di svolgere un ruolo vivo e attivo nel Giappone contemporaneo, in particolare attraverso le sue università, le sue scuole, i suoi ospedali e le sue istituzioni caritative, che essa mette volentieri al servizio di tutta la comunità. Ultimamente, queste istituzioni sono state liete di rispondere anche ai bisogni delle popolazioni migranti venute in Giappone, la cui situazione richiede certamente una prudente attenzione e un aiuto effettivo da parte di tutta la società.

Inoltre, sottolineo che i membri della Chiesa cattolica in Giappone sono impegnati da lungo tempo in un dialogo aperto e rispettoso con le altre religioni, specialmente quelle che affondano le proprie radici nella sua nazione. La Chiesa ha sempre promosso il rispetto della persona umana nella sua integrità e nella sua dimensione spirituale, come un elemento essenziale comune a tutte le culture che si esprime nella ricerca personale del sacro e nella pratica religiosa. «Dio è il garante del vero sviluppo dell'uomo, in quanto, avendolo creato a sua immagine, ne fonda altresì la trascendente dignità e ne alimenta il costitutivo anelito ad “essere di più”» (ibidem, n. 29). Vorrei assicurare il popolo giapponese della grande considerazione in cui la Chiesa cattolica tiene il dialogo interreligioso, impegnandovisi fermamente al fine di incoraggiare la fiducia reciproca, la comprensione e l'amicizia, nell'interesse dell'intera famiglia umana.

Infine, Signor Ambasciatore, mi permetta di formularle i miei migliori auguri accompagnati dalla mia preghiera per il successo della sua missione, e di assicurarla che i diversi uffici della Curia Romana saranno pronti ad aiutarla nell'esercizio delle sue funzioni. Su di lei, Eccellenza, sulla sua famiglia e sul nobile popolo del Giappone, invoco di cuore abbondanti Benedizioni di Dio.

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venerdì 26 novembre 2010

Il Papa ai religiosi: È il Vangelo vissuto quotidianamente l’elemento che dà fascino e bellezza alla vita consacrata e vi presenta davanti al mondo come un’alternativa affidabile. Di questo ha bisogno la società attuale, questo attende da voi la Chiesa: essere Vangelo vivente

UDIENZA AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELL’UNIONE DEI SUPERIORI GENERALI (USG), 26.11.2010

Alle ore 12 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza i partecipanti all’Assemblea generale semestrale dell’Unione dei Superiori Generali (USG). È presente all’Udienza anche il Comitato Direttivo dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG).
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Carissimi Fratelli e Sorelle!

Sono lieto di incontrarvi in occasione dell’Assemblea Semestrale dell’Unione dei Superiori Generali, che state celebrando, in continuità con quella del maggio scorso, sul tema della vita consacrata in Europa. Saluto il Presidente, Don Pascual Chávez - che ringrazio per le parole rivoltemi - come pure il Consiglio Esecutivo; un saluto particolare al Comitato Direttivo dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali e ai numerosi Superiori Generali.
Estendo il mio pensiero a tutti i vostri confratelli e consorelle sparsi nel mondo, specialmente a quanti soffrono per testimoniare il Vangelo. Desidero esprimere vivo ringraziamento per quanto fate nella Chiesa e con la Chiesa in favore dell’evangelizzazione e dell’uomo. Penso alle molteplici attività pastorali nelle parrocchie, nei santuari e nei centri di culto, per la catechesi e la formazione cristiana dei bambini, dei giovani e degli adulti, manifestando la vostra passione per Cristo e per l’umanità. Penso al grande lavoro nel campo educativo, nelle università e nelle scuole; alle molteplici opere sociali, attraverso le quali andate incontro ai fratelli più bisognosi con l’amore stesso di Dio. Penso anche alla testimonianza, a volte rischiosa, di vita evangelica nelle missioni ad gentes, in circostanze spesso difficili.

Le vostre due ultime Assemblee sono state dedicate a considerare il futuro della vita consacrata in Europa. Questo ha significato ripensare il senso stesso della vostra vocazione, che comporta, prima di tutto, il cercare Dio, quaerere Deum: siete per vocazione cercatori di Dio. A questa ricerca consacrate le migliori energie della vostra vita. Passate dalle cose secondarie a quelle essenziali, a ciò che è veramente importante; cercate il definitivo, cercate Dio, mantenete lo sguardo rivolto a Lui. Come i primi monaci, coltivate un orientamento escatologico: dietro il provvisorio cercate ciò che rimane, ciò che non passa (cfr Discorso nel Collège des Bernardin, Parigi, 12 settembre 2008). Cercate Dio nei confratelli che vi ha dato, con i quali condividete la stessa vita e missione. Lo cercate negli uomini e nelle donne del nostro tempo, ai quali siete inviati per offrire loro, con la vita e la parola, il dono del Vangelo. Lo cercate particolarmente nei poveri, primi destinatari della Buona Notizia (cfr Lc 4,18). Lo cercate nella Chiesa, dove il Signore si fa presente, soprattutto nell’Eucaristia e negli altri Sacramenti, e nella sua Parola, che è via maestra per la ricerca di Dio, ci introduce nel colloquio con Lui e ci rivela il suo vero volto. Siate sempre appassionati cercatori e testimoni di Dio!

Il rinnovamento profondo della vita consacrata parte dalla centralità della Parola di Dio, e più concretamente del Vangelo, regola suprema per tutti voi, come afferma il Concilio Vaticano II nel Decreto Perfectae caritatis (cfr n. 2) e come ben compresero i vostri Fondatori: la vita consacrata è una pianta ricca di rami che affonda le radici nel Vangelo. Lo dimostra la storia dei vostri Istituti, nei quali la ferma volontà di vivere il Messaggio di Cristo e di configurare la propria vita ad esso, è stata e rimane il criterio fondamentale del discernimento vocazionale e del vostro discernimento personale e comunitario.

È il Vangelo vissuto quotidianamente l’elemento che dà fascino e bellezza alla vita consacrata e vi presenta davanti al mondo come un’alternativa affidabile. Di questo ha bisogno la società attuale, questo attende da voi la Chiesa: essere Vangelo vivente.

Un altro aspetto fondamentale della vita consacrata che vorrei sottolineare è la fraternità: "confessio Trinitatis" (cfr Giovanni Paolo II, Esort. Ap. Vita consecrata, 41) e parabola della Chiesa comunione. Attraverso di essa, infatti, passa la testimonianza della vostra consacrazione. La vita fraterna è uno degli aspetti che maggiormente cercano i giovani quando si avvicinano alla vostra vita; è un elemento profetico importante che offrite in una società fortemente individualistica. Conosco gli sforzi che state facendo in questo campo, come conosco anche le difficoltà che la vita comunitaria comporta. C’è bisogno di un serio e costante discernimento per ascoltare quello che lo Spirito dice alla comunità (cfr !p 2,7), per riconoscere quello che viene dal Signore e quello che gli è contrario (cfr Vita consecrata, 73). Senza il discernimento, accompagnato dalla preghiera e dalla riflessione, la vita consacrata corre il pericolo di accomodarsi sui criteri di questo mondo: l’individualismo, il consumismo, il materialismo; criteri che fanno venir meno la fraternità e fanno perdere fascino e mordente alla stessa vita consacrata. Siate maestri di discernimento, affinché i vostri confratelli e le vostre consorelle assumano questo habitus e le vostre comunità siano segno eloquente per il mondo di oggi. Voi che esercitate il servizio dell’autorità, e che avete compiti di guida e di progettualità del futuro dei vostri Istituti Religiosi, ricordate che una parte importante dell’animazione spirituale e del governo è la ricerca comune dei mezzi per favorire la comunione, la mutua comunicazione, il calore e la verità nelle relazione reciproche.

Un ultimo elemento che voglio evidenziare è la missione. La missione è il modo di essere della Chiesa e, in essa, della vita consacrata; fa parte della vostra identità; vi spinge a portare il Vangelo a tutti, senza confini. La missione, sostenuta da una forte esperienza di Dio, da una robusta formazione e dalla vita fraterna in comunità, è una chiave per comprendere e rivitalizzare la vita consacrata. Andate, dunque, e in fedeltà creativa fate vostra la sfida della nuova evangelizzazione. Rinnovate la vostra presenza negli areopaghi di oggi per annunciare, come fece san Paolo ad Atene, il Dio "ignoto" (cfr Discorso nel Collège des Bernardins).

Cari Superiori Generali, il momento attuale presenta per non pochi Istituti il dato della diminuzione numerica, particolarmente in Europa. Le difficoltà, però, non devono farci dimenticare che la vita consacrata ha la sua origine nel Signore: è voluta da Lui per l’edificazione e la santità della sua Chiesa, e perciò la Chiesa stessa non ne sarà mai privata. Mentre vi incoraggio a camminare nella fede e nella speranza, vi chiedo un rinnovato impegno nella pastorale vocazionale e nella formazione iniziale e permanente. Vi affido alla Beata Vergine Maria, ai vostri Santi Fondatori e Patroni, mentre di cuore vi imparto la mia Apostolica Benedizione, che estendo alle vostre Famiglie religiose.

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