8 mesi fa
domenica 30 agosto 2009
Il Papa: Santa Monica era diventata, per il figlio Agostino, "più che madre, la sorgente del suo Cristianesimo"
SANT'AGOSTINO NELLA CATECHESI DI PAPA BENEDETTO XVI
ANNO SACERDOTALE (19 GIUGNO 2009-19 GIUGNO 2010): LO SPECIALE DEL BLOG
OMELIE, DISCORSI, MESSAGGI E TESTI DEL SANTO PADRE SUI SACERDOTI E L'ANNO SACERDOTALE
ANGELUS: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA
VIDEO INTEGRALE SU BENEDICT XVI.TV
Vedi anche:
La pace e il creato non possono prescindere dal Creatore (Don Bux e Don Vitiello)
Il Papa: Nelle famiglie il “fertile terreno” per le vocazioni al sacerdozio (AsiaNews)
Il Papa: i genitori favoriscano le vocazioni al sacerdozio (Izzo)
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 30.08.2009
Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e recita l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
PRIMA DELL’ANGELUS
Cari fratelli e sorelle!
Tre giorni fa, il 27 agosto, abbiamo celebrato la memoria liturgica di santa Monica, madre di sant’Agostino, considerata modello e patrona delle madri cristiane. Di lei molte notizie ci vengono fornite dal figlio nel libro autobiografico Le confessioni, capolavoro tra i più letti di tutti i tempi.
Qui apprendiamo che sant’Agostino bevve il nome di Gesù con il latte materno e fu educato dalla madre nella religione cristiana, i cui princìpi gli rimarranno impressi anche negli anni di sbandamento spirituale e morale. Monica non smise mai di pregare per lui e per la sua conversione, ed ebbe la consolazione di vederlo ritornare alla fede e ricevere il battesimo. Iddio esaudì le preghiere di questa santa mamma, alla quale il Vescovo di Tagaste aveva detto: "È impossibile che un figlio di tante lacrime vada perduto".
In verità, sant’Agostino non solo si convertì, ma decise di abbracciare la vita monastica e, ritornato in Africa, fondò egli stesso una comunità di monaci.
Commoventi ed edificanti sono gli ultimi colloqui spirituali tra lui e la madre nella quiete di una casa di Ostia, in attesa di imbarcarsi per l’Africa. Ormai santa Monica era diventata, per questo suo figlio, "più che madre, la sorgente del suo cristianesimo".
Il suo unico desiderio era stato per anni la conversione di Agostino, che ora vedeva orientato addirittura verso una vita di consacrazione al servizio di Dio.
Poteva pertanto morire contenta, ed effettivamente si spense il 27 agosto del 387, a 56 anni, dopo aver chiesto ai figli di non darsi pena per la sua sepoltura, ma di ricordarsi di lei, dovunque si trovassero, all’altare del Signore. Sant’Agostino ripeteva che sua madre lo aveva "generato due volte".
La storia del cristianesimo è costellata di innumerevoli esempi di genitori santi e di autentiche famiglie cristiane, che hanno accompagnato la vita di generosi sacerdoti e pastori della Chiesa. Si pensi ai santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, entrambi appartenenti a famiglie di santi. Pensiamo, vicinissimi a noi, ai coniugi Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini, vissuti tra la fine del XIX secolo e la metà del 1900, beatificati dal mio venerato predecessore Giovanni Paolo II nell’ottobre del 2001, in coincidenza con i vent’anni dell’Esortazione Apostolica Familiaris consortio. Questo documento, oltre ad illustrare il valore del matrimonio e i compiti della famiglia, sollecita gli sposi a un particolare impegno nel cammino di santità, che, attingendo grazia e forza dal Sacramento del matrimonio, li accompagna lungo tutta la loro esistenza (cfr n. 56). Quando i coniugi si dedicano generosamente all’educazione dei figli, guidandoli e orientandoli alla scoperta del disegno d’amore di Dio, preparano quel fertile terreno spirituale dove scaturiscono e maturano le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Si rivela così quanto siano intimamente legati e si illuminino a vicenda il matrimonio e la verginità, a partire dal loro comune radicamento nell’amore sponsale di Cristo.
Cari fratelli e sorelle, in quest’Anno Sacerdotale, preghiamo perché, "per intercessione del Santo Curato d’Ars, le famiglie cristiane divengano piccole chiese, in cui tutte le vocazioni e tutti i carismi, donati dallo Spirito Santo, possano essere accolti e valorizzati" (dalla Preghiera per l’Anno Sacerdotale). Ci ottenga questa grazia la Santa Vergine, che ora insieme invochiamo.
DOPO L’ANGELUS
Martedì prossimo, 1° settembre, si celebrerà in Italia la Giornata per la salvaguardia del creato. È un appuntamento significativo, di rilievo anche ecumenico, che quest’anno ha come tema l’importanza dell’aria, elemento indispensabile per la vita. Come ho fatto nell’Udienza generale di mercoledì scorso, esorto tutti ad un maggiore impegno per la tutela del creato, dono di Dio. In particolare, incoraggio i Paesi industrializzati a cooperare responsabilmente per il futuro del pianeta e perché non siano le popolazioni più povere a pagare il maggior prezzo dei mutamenti climatici.
J’accueille avec joie les pèlerins de langue française rassemblés pour la prière de l’Angélus. La liturgie de ce dimanche nous invite à écouter avec attention la Parole de Dieu afin d’y rester fidèle en la mettant en pratique chaque jour. Elle est pour nous source de sagesse, de lumière, d’intelligence et de vie. Sachons donc prendre du temps pour accueillir cette Parole et pour la méditer afin qu’elle puisse s’enraciner au plus profond de notre vie quotidienne. Alors notre existence portera du fruit et exprimera l’amour de Dieu pour tout homme ! Que le Seigneur vous accompagne chaque jour de votre vie !
I greet all the English-speaking pilgrims and visitors at this Angelus including the first year seminarians from the Pontifical North American College. May your time here at Castel Gandolfo and in Rome deepen your integral understanding of our faith and strengthen in you the desire to be consistent in word and deed, following the heart and mind of our Lord. Upon each of you present and your families, I invoke God’s blessing of peace and joy!
Mit Freude heiße ich die deutschsprachigen Gäste hier in Castel Gandolfo willkommen. Im heutigen Evangelium hören wir: Nicht die äußeren Vorschriften machen den Menschen gut, das Gute muß aus dem Inneren, der Mitte seines Seins, kommen. Aber das Innere des Menschen – das Herz, wie es die Tradition nennt – ist selbst auf der Suche nach einer Mitte, in der es Halt, Orientierung und Liebe finden kann. Diese Mitte ist Gottes Wort, das Wort der Wahrheit, das uns ins Dasein gerufen hat und unser Leben zur Vollendung führen will. Bitten wir den Herrn, daß er „in unser Herz die Liebe zu seinem Namen", zu ihm selbst, einpflanze, auf daß „in uns wachse, was gut und heilig ist" (Tagesgebet). Euch allen wünsche ich einen gesegneten Sonntag und eine erholsame Ferienzeit.
Srdečne pozdravujem pútnikov zo Slovenska, osobitne z farnosti Bardejov. Bratia a sestry, prajem vám požehnaný pobyt vo Večnom meste, kde vydali hrdinské svedectvo Kristovi toľkí mučeníci. S láskou žehnám vás aj vaše rodiny. Pochválený buď Ježiš Kristus!
[Saluto cordialmente i pellegrini provenienti dalla Slovacchia, particolarmente quelli dalla parrocchia di Bardejov. Fratelli e sorelle, vi auguro un buon soggiorno nella Città eterna, dove tanti martiri hanno dato eroica testimonianza a Cristo. Con affetto benedico voi e le vostre famiglie. Sia lodato Gesù Cristo!]
Serdecznie pozdrawiam Polaków zgromadzonych na modlitwie „Anioł Pański". W minionym tygodniu obchodziliśmy wspomnienie świętych: Moniki i jej syna Augustyna, którego nawrócenie wyprosiła wytrwałą modlitwą. Niech jej postawa przypomina rodzicom o ich szczególnej roli w wychowaniu dzieci i w formowaniu więzi z Bogiem. Wam wszystkim, a szczególnie rodzicom, wychowawcom i uczniom na rozpoczynający się nowy rok szkolny, z serca błogosławię.
[Saluto cordialmente tutti i Polacchi riuniti alla preghiera dell’Angelus. La settimana scorsa abbiamo ricordato la memoria di Santa Monica e del suo figlio Agostino, per la conversione del quale ella pregò costantemente. Che questo suo atteggiamento ricordi ai genitori il loro particolare ruolo nell’educazione dei figli e nella loro formazione al rapporto con Dio. Benedico di cuore voi tutti, in modo particolare i genitori, gli insegnanti e gli alunni che si preparano all’inizio del nuovo anno scolastico.]
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en especial a los fieles de la Diócesis de Tortosa. En el evangelio proclamado este domingo vemos cómo la gente, asombrada ante las palabras y los hechos de Jesús, decía de Él: "Todo lo ha hecho bien". Pidamos por intercesión de la Virgen María poder gozar igualmente de una experiencia viva y real del misterio y de la Persona de Cristo, que nos colma de su amor y su vida a través de la liturgia, la Palabra Divina y la oración. Muchas gracias y feliz domingo.
Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i cresimandi di Boccaleone, presso Bergamo, e quelli della Diocesi di Vicenza, con i loro genitori e catechisti, come pure i giovani di Tuto di Scandicci, i fedeli di Mandello del Lario, i ragazzi di Grassobbio e le catechiste di Fossalunga. A tutti auguro una buona domenica.
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
mercoledì 26 agosto 2009
Il Creato, materia strutturata in modo intelligente da Dio, è affidato alla responsabilità dell’uomo..."
ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG
CATECHESI DEL SANTO PADRE: AUDIO DI RADIO VATICANA (per i pellegrini tedeschi)
CATECHESI DEL SANTO PADRE: AUDIO DI RADIO VATICANA (in lingua italiana)
VIDEO INTEGRALE SU BENEDICT XVI.TV
VIDEO DELL'UDIENZA GENERALE (SITO SANTA SEDE)
Catechesi dell'udienza generale del 26 agosto 2009: traduzione nelle diverse lingue (da Zenit)
Vedi anche:
Un ringraziamento a Dio per il “dono prezioso del creato”. La catechesi di Benedetto XVI (Sir)
Il Papa esorta a tutelare l’ambiente senza dimenticare i poveri
Troppi pellegrini per il Papa stamattina: udienza generale in due tempi (Izzo)
Il Papa: azione congiunta dei Governi a tutela dell'ambiente e della persona (Izzo)
Appello del Papa per la salvaguardia del Creato: Più responsabilità da governi e comunità internazionale
Il Papa: l'uso sconsiderato del Creato inizia quando Dio è emarginato
Il Papa: E' dovere consegnare alle nuove generazioni una terra che anch’esse, a loro volta, potranno abitare degnamente e coltivare ulteriormente (Sir)
ATTENZIONE: DOPPIA UDIENZA
Il Papa: "La Terra è un dono prezioso" (Sir)
L’UDIENZA GENERALE, 26.08.2009
Alle ore 10.30 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per incontrare i fedeli ed i pellegrini convenuti per l’Udienza Generale del mercoledì.
Nel discorso in lingua italiana, il Santo Padre ha trattato il tema della salvaguardia del creato.
Dopo la catechesi, il Papa ha rivolto un saluto in varie lingue ai gruppi di fedeli presenti e ha concluso impartendo la Benedizione Apostolica.
Successivamente, dopo aver salutato alcune persone nella Sala degli Svizzeri, il Papa si è affacciato nuovamente al balcone del Cortile per salutare e benedire i fedeli di lingua tedesca.
CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
Cari fratelli e sorelle!
Ci avviciniamo ormai alla fine del mese di agosto, che per molti significa la conclusione delle vacanze estive.
Mentre si torna alle attività quotidiane, come non ringraziare Iddio per il dono prezioso del creato, di cui è possibile godere, e non solo durante il periodo delle ferie!
I differenti fenomeni di degrado ambientale e le calamità naturali, che purtroppo non raramente la cronaca registra, ci richiamano l’urgenza del rispetto dovuto alla natura, recuperando e valorizzando, nella vita di ogni giorno, un corretto rapporto con l’ambiente.
Verso questi temi, che suscitano la giusta preoccupazione delle Autorità e della pubblica opinione, si va sviluppando una nuova sensibilità, che si esprime nel moltiplicarsi di incontri anche a livello internazionale.
La terra è dono prezioso del Creatore, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, dandoci così i segnali orientativi a cui attenerci come amministratori della sua creazione.
E’ proprio a partire da questa consapevolezza, che la Chiesa considera le questioni legate all’ambiente e alla sua salvaguardia intimamente connesse con il tema dello sviluppo umano integrale. A tali questioni ho fatto più volte riferimento nella mia ultima Enciclica Caritas in veritate, richiamando “l’urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà” (n. 49) non solo nei rapporti tra i Paesi, ma anche tra i singoli uomini, poiché l’ambiente naturale è dato da Dio per tutti, e il suo uso comporta una nostra personale responsabilità verso l’intera umanità, in particolare verso i poveri e le generazioni future (cfr ivi, 48). Avvertendo la comune responsabilità per il creato (cfr ivi, 51), la Chiesa non solo è impegnata a promuovere la difesa della terra, dell’acqua e dell’aria, donate dal Creatore a tutti, ma soprattutto si adopera per proteggere l’uomo contro la distruzione di se stesso. Infatti, “quando l’«ecologia umana» è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio” (ibid.).
Non è forse vero che l’uso sconsiderato della creazione inizia laddove Dio è emarginato o addirittura se ne nega l’esistenza?
Se viene meno il rapporto della creatura umana con il Creatore, la materia è ridotta a possesso egoistico, l’uomo ne diventa “l’ultima istanza” e lo scopo dell’esistenza si riduce ad essere un’affannata corsa a possedere il più possibile.
Il creato, materia strutturata in modo intelligente da Dio, è affidato dunque alla responsabilità dell’uomo, il quale è in grado di interpretarlo e di rimodellarlo attivamente, senza considerarsene padrone assoluto. L’uomo è chiamato piuttosto ad esercitare un governo responsabile per custodirlo, metterlo a profitto e coltivarlo, trovando le risorse necessarie per una esistenza dignitosa di tutti.
Con l’aiuto della stessa natura e con l’impegno del proprio lavoro e della propria inventiva, l’umanità è veramente in grado di assolvere al grave dovere di consegnare alle nuove generazioni una terra che anch’esse, a loro volta, potranno abitare degnamente e coltivare ulteriormente (cfr Caritas in veritate, 50). Perché ciò si realizzi, è indispensabile lo sviluppo di “quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio” (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2008, 7), riconoscendo che noi tutti proveniamo da Dio e verso Lui siamo tutti in cammino.
Quanto è importante allora che la comunità internazionale e i singoli governi sappiano dare i giusti segnali ai propri cittadini per contrastare in modo efficace le modalità d’utilizzo dell’ambiente che risultino ad esso dannose!
I costi economici e sociali, derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni, riconosciuti in maniera trasparente, vanno supportati da coloro che ne usufruiscono, e non da altre popolazioni o dalle generazioni future. La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse e del clima richiedono che i responsabili internazionali agiscano congiuntamente nel rispetto della legge e della solidarietà, soprattutto nei confronti delle regioni più deboli della terra (cfr Caritas in veritate, 50). Insieme possiamo costruire uno sviluppo umano integrale a beneficio dei popoli, presenti e futuri, uno sviluppo ispirato ai valori della carità nella verità. Perché ciò avvenga è indispensabile convertire l’attuale modello di sviluppo globale verso una più grande e condivisa assunzione di responsabilità nei confronti del creato: lo richiedono non solo le emergenze ambientali, ma anche lo scandalo della fame e della miseria.
Cari fratelli e sorelle, ringraziamo il Signore e facciamo nostre le parole di san Francesco nel Cantico delle creature: “Altissimo, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et omne benedictione … Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le tue creature”.
Così san Francesco. Anche noi vogliamo pregare e vivere nello spirito di queste parole.
SALUTO DEL SANTO PADRE AI FEDELI DI LINGUA TEDESCA
Liebe Freunde! Ich freue mich, den ganzen Innenhof mit Landsleuten aus Deutschland angefüllt zu sehen. Das ist ein besonderes Erlebnis. Vielen Dank! Seid alle herzlich willkommen. Besonders grüße ich die Ministranten, die Schülerinnen und Schüler und die Teilnehmer am Ferienlager in Ostia. Ich hoffe, ihr habt schöne Ferientage erleben können. Aber nach der Stimmung, die ich antreffe, müssen die Tage jetzt sehr schön gewesen sein und viel Freude in eurem Herzen hinterlassen haben. Und darüber freue ich mich sehr. Es sind ja Tage, in denen ihr die Schönheit der Schöpfung sehen konntet: das Meer und dann die Wälder und die Sonne und dazu hier den See mit den Bergen. Tage, in denen wir erleben, daß die Schöpfung ein Geschenk ist und daß wir dankbar für sie sein dürfen. Tage, in denen wir aber auch sehen, daß die Schöpfung bedroht ist: Der See nimmt ab, und es gibt so vielerlei Gefährdungen. Es gibt die Waldbrände: Wir haben gehört, wie in Griechenland rund um Athen die Wälder in Flammen standen. Die vielfältigen Bedrohungen der Schöpfung lassen uns nachdenklich werden, und so möchte ich an diesem Tag gerade über unsere Verantwortung für die Schöpfung sprechen. Für die Kirche ist dies nicht eine Mode, sondern etwas, was aus ihrem Glauben selber folgt. Gleich im ersten Kapitel der Bibel, im Schöpfungsbericht, wird den Menschen die Schöpfung anvertraut, damit die Menschen sie zu einem Garten Gottes machen, sie nicht zerstören, sondern aus ihr all die Möglichkeiten herausheben, die Gott in sie hineingelegt hat. Verantwortung für die Schöpfung gehört zu den Grundlagen des christlichen Glaubens, und nur wenn wir die Dinge dieser Welt, unsere Erde als Schöpfung Gottes ansehen, können wir auch zur rechten Verantwortung kommen und finden, daß diese Gnaden des Guten uns in der Schöpfung selbst gegeben werden, und daran denken, daß auch der Mensch Geschöpf ist, daß auch der Mensch mit sich nicht beliebig umgehen kann, sondern daß er sich in der Verantwortung vor dem Schöpfer verstehen muß. Und wenn der Mensch mit sich selbst recht umgeht, geht er auch mit den anderen recht um. Und wenn er mit den anderen recht umgeht, dann steht er auch in Solidarität mit der ganzen Erde. Aber dies alles setzt voraus, daß wir den gemeinsamen Vater kennen, der uns alle geschaffen hat, der uns alle in der geschwisterlichen Solidarität will und der will, daß wir die Welt so bauen, daß sie Lobpreis Gottes wird. Darum geht es, und das ist ein Punkt, den ich auch in der Enzyklika über caritas und veritas, über Wahrheit und Liebe, angesprochen habe: daß die Entwicklung des Menschen, der Fortschritt, all dies nicht geschehen kann, wenn wir nicht immer dahinter auch die Logik Gottes selbst sehen, wenn wir nicht in der Verantwortung vor Gott miteinander stehen. Nur dann werden wir die großen Probleme der Zukunft und der Gegenwart der Menschheit lösen: das Problem des Hungers, das Problem der Korruption, das Problem der vielfältigen Armut. All dies fordert uns heraus von Grund auf, fordert unsere Vernunft und unseren guten Willen und fordert zuallererst, daß wir auf den hinschauen, der die Welt gebaut hat, der unser Richter und unser Retter ist. So möchte ich mit euch die Freude teilen, daß wir eine schöne Erde haben, daß ihr schöne Tage erleben durftet und euch zugleich bitten und aufrufen, daß wir immer mehr den Schöpfer im Auge haben, von da aus uns selbst verstehen lernen, von da aus den anderen annehmen lernen und so in Verantwortung für die Zukunft handeln, daß die Zukunft eine menschliche Zukunft sei. Und wahrhaft menschlich ist sie nur dann, wenn sie göttlich ist, wenn wir im Menschen das Bild Gottes sehen und in der Schöpfung den Abglanz seiner Güte. Bitten wir den Herrn darum, daß er unsere Augen und unsere Herzen öffnet, und auch die der anderen, und daß es so zu wirklichem Fortschritt, zu wirklicher Solidarität in der Welt und unter uns allen kommt. Beten wir zum Abschluß das Vaterunser, und weil singen dreimal beten ist, wie die Väter sagen, singen wir es in Latein, in der gemeinsamen Sprache der weltweiten Kirche.
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
domenica 23 agosto 2009
Il Papa: "Seguire Gesù dà senso alla nostra esistenza, ma comporta difficoltà e rinunce perché molto spesso si deve andare controcorrente"
ANNO SACERDOTALE (19 GIUGNO 2009-19 GIUGNO 2010): LO SPECIALE DEL BLOG
OMELIE, DISCORSI, MESSAGGI E TESTI DEL SANTO PADRE SUI SACERDOTI E L'ANNO SACERDOTALE
ANGELUS DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA
VIDEO INTEGRALE SU BENEDICT XVI.TV
Il Papa: vedete che la mano è liberata dal gesso, ma ancora un po’ pigra. Video di YouTube
Vedi anche:
Volete andarvene? Le parole del Papa e un ricordo di La Pira (Zavattaro)
Benedetto XVI: Cristo “non si accontenta di un’appartenenza superficiale” (Zenit)
Il Papa: la mano è liberata dal gesso ma è ancora un pò pigra (Izzo)
Il Papa: no adesione formale a fede (Ansa)
Anno Sacerdotale: la testimonianza di don Elisée Ake Brou, da immigrato che chiede la carità a sacerdote che offre la Carità (Radio Vaticana)
Il Papa: il Vangelo è controcorrente, non va mai manipolato (Izzo)
Il Papa loda il Meeting di Rimini: occasione propizia per annuncio (Izzo)
Il Papa all'Angelus: ancora oggi non pochi restano scandalizzati dalla fede cristiana. Occorre prendere parte per tutta la vita al volere di Cristo
Il Papa: Seguire Gesù è andare controcorrente, oltre gli scandali e gli adattamenti (AsiaNews)
Il Papa scherza sul suo polso: "Vedete la mano è liberata, ma ancora è un pò pigra"
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 23.08.2009
Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
PRIMA DELL’ANGELUS
Cari fratelli e sorelle!
Vedete che la mano è liberata dal gesso, ma ancora un po’ pigra!
Un po’ devo ancora rimanere a scuola di pazienza, ma andiamo avanti!
Sapete che da alcune domeniche la liturgia propone alla nostra riflessione il capitolo VI del Vangelo di Giovanni, nel quale Gesù si presenta come il "pane della vita disceso dal cielo" ed aggiunge: "se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che darò è la mia carne per la vita del mondo" (Gv. 6,51).
Ai giudei che discutono aspramente tra loro chiedendosi: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?" (v. 52), Gesù ribadisce "se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita" (v. 53).
Oggi, XXI domenica del tempo ordinario, meditiamo la parte conclusiva di questo capitolo, in cui il quarto Evangelista riferisce la reazione della gente e degli stessi discepoli, scandalizzati dalle parole del Signore, al punto che tanti, dopo averlo seguito sino ad allora, esclamano: "Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?" (v. 60).
E da quel momento "molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con Lui" (v. 66).
Gesù però non attenua le sue affermazioni, anzi si rivolge direttamente ai Dodici dicendo: "Volete andarvene anche voi?" (v. 67).
Questa provocatoria domanda non è diretta soltanto agli ascoltatori di allora, ma raggiunge i credenti e gli uomini di ogni epoca. Anche oggi, non pochi restano "scandalizzati" davanti al paradosso della fede cristiana.
L’insegnamento di Gesù sembra "duro", troppo difficile da accogliere e da mettere in pratica. C’è allora chi lo rifiuta e abbandona Cristo; c’è chi cerca di "adattarne" la parola alle mode dei tempi snaturandone il senso e il valore. "Volete andarvene anche voi?".
Quest’inquietante provocazione ci risuona nel cuore ed attende da ciascuno una risposta personale.
Gesù infatti non si accontenta di un’appartenenza superficiale e formale, non gli è sufficiente una prima ed entusiastica adesione; occorre, al contrario, prendere parte per tutta la vita "al suo pensare e al suo volere".
SeguirLo riempie il cuore di gioia e dà senso pieno alla nostra esistenza, ma comporta difficoltà e rinunce perché molto spesso si deve andare controcorrente.
"Volete andarvene anche voi?". Alla domanda di Gesù, Pietro risponde a nome degli Apostoli: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio" (vv. 68-69).
Cari fratelli e sorelle, anche noi possiamo ripetere la risposta di Pietro, consapevoli certo della nostra umana fragilità, ma fiduciosi nella potenza dello Spirito Santo, che si esprime e si manifesta nella comunione con Gesù.
La fede è dono di Dio all’uomo ed é, al tempo stesso, libero e totale affidamento dell’uomo a Dio; la fede è docile ascolto della parola del Signore, che è "lampada" per i nostri passi e "luce" sul nostro cammino (cfr Salmo 119, 105).
Se apriamo con fiducia il cuore a Cristo, se ci lasciamo conquistare da Lui, possiamo sperimentare anche noi, insieme al santo Curato d’Ars, che "la nostra sola felicità su questa terra è amare Dio e sapere che Lui ci ama".
Chiediamo alla Vergine Maria di tenere sempre desta in noi questa fede impregnata di amore, che ha resa Lei, umile fanciulla di Nazaret, Madre di Dio e madre e modello di tutti i credenti.
DOPO L’ANGELUS
Oggi si è aperta a Rimini la XXX edizione del "Meeting per l’amicizia tra i popoli ", che quest’anno ha come titolo "La conoscenza è sempre un avvenimento". Nel rivolgere un cordiale saluto a quanti prendono parte a questo significativo appuntamento, auguro che esso sia occasione propizia per comprendere che "Conoscere non è un atto solo materiale, perché … in ogni conoscenza e in ogni atto d’amore l’anima dell’uomo sperimenta un «di più» che assomiglia molto a un dono ricevuto, ad un'altezza a cui ci sentiamo elevati" (Enc. Caritas in Veritate, n. 77).
Je vous salue cordialement chers pèlerins francophones rassemblés pour la prière de l’Angélus, en particulier les jeunes du diocèse de Beauvais. Au milieu des transformations du monde, la liturgie de ce jour nous convie à faire des choix, à discerner ce qui nous fait vivre. Pour cela, il est indispensable de nous appuyer sur la Parole du Christ car elle est Esprit et Vie. Avant de recommencer nos activités habituelles, je vous invite, en cette fin du mois d’août, à prendre du temps pour méditer la Parole de Dieu et à vous nourrir de l’Eucharistie, source et sommet de toute vie. Que Dieu vous bénisse !
I greet all the English-speaking pilgrims present at today’s Angelus. May your visit to Castel Gandolfo and Rome strengthen your faith in our Lord, the Holy One of God, and renew your desire to share the peace of his kingdom with others. Upon you and your loved ones, I invoke God’s blessings of true happiness and joy!
Gerne grüße ich die Gäste aus den Ländern deutscher Sprache hier in Castel Gandolfo und alle, die über Rundfunk und Fernsehen am Angelusgebet teilnehmen. Glauben bedeutet Entscheidung, nämlich ganz und gar Ja zu sagen zu Jesus Christus und zu seiner Botschaft. Wer Christus glaubt, ihm sich anvertraut und von seinem Wort leiten läßt, der kann mit Petrus im heutigen Evangelium bekennen: „Herr, du hast Worte des ewigen Lebens." Ja, Jesu Wort ist wirklich Geist und Leben, göttliches Leben für uns. Wir wollen jeden Tag unsere Entscheidung für Christus erneuern und mithelfen, daß die Menschen Ihn erkennen, der allen Heil und Leben schenken will. Gottes Gnade begleite euch an diesem Sonntag und die ganze Woche.
Saludo con afecto a los fieles de lengua española, y de modo particular a las religiosas Mercedarias del Santísimo Sacramento, así como a los que siguen esta oración mariana a través de la radio y la televisión. El Evangelio de hoy nos trae las palabras de Simón Pedro a Jesús: «Señor, ¿a quién vamos a acudir? Tú tienes palabras de vida eterna». A todos os invito a renovar vuestra entrega a Cristo para que, encontrando en Él la fuente de la verdadera vida, deis testimonio de su amor ante el mundo. Gracias por vuestra visita y feliz domingo.
Witam Polaków. W dzisiejszej Ewangelii Pan Jezus mówi do swoich uczniów: „pośród was są tacy, którzy nie wierzą" (J 6, 64). W Roku Kapłańskim prośmy w modlitwie, by kapłani, którzy wzorem Piotra i Apostołów uwierzyli i poznali, że Chrystus jest Świętym Boga (por. J 6, 69), świadectwem swego życia umacniali wiarę wątpiących. Niech wszyscy dzięki ich posłudze doznają łaski nawrócenia i odnowy ducha. Życzę wszystkim dobrej niedzieli.
[Saluto i Polacchi. Nel Vangelo odierno il Signore Gesù dice ai discepoli: "Ci sono alcuni di voi che non credono" (Gv 6, 64). In quest’anno sacerdotale chiediamo nella preghiera che i sacerdoti, i quali sul esempio di Pietro e degli Apostoli "hanno creduto e hanno riconosciuto che Cristo è il santo di Dio" (Gv 6, 69), con la testimonianza della loro vita rafforzino quanti dubitano. Tutti sperimentino, grazie al loro ministero, il dono della conversione e del rinnovamento del cuore. A tutti auguro una buona domenica.]
Saluto infine i pellegrini di lingua italiana, in particolare i Legionari di Cristo e i fedeli di Seriate partecipanti alla fiaccolata votiva partita da Marktl am Inn e giunta a Castel Gandolfo. Saluto inoltre i fedeli provenienti da Catania, Cassana, Sedico, Lavis, Pressano. A tutti auguro una Buona Domenica.
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
mercoledì 19 agosto 2009
Il Papa:"Anche oggi si avverte la necessità che i sacerdoti testimonino l’infinita misericordia di Dio con una vita tutta "conquistata" dal Cristo..."
ANNO SACERDOTALE (19 GIUGNO 2009-19 GIUGNO 2010): LO SPECIALE DEL BLOG
OMELIE, DISCORSI, MESSAGGI E TESTI DEL SANTO PADRE SUI SACERDOTI E L'ANNO SACERDOTALE
CATECHESI DEDICATE DAL SANTO PADRE ALL'ANNO SACERDOTALE
UDIENZA GENERALE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA
VIDEO INTEGRALE SU BENEDICT XVI.TV
Vedi anche:
Il Papa sui seminari ed i nuovi preti: Chiamati a formare «uomini di cuore e anima» (Masciarelli)
Il Papa: la formazione dei preti, chiave della nuova evangelizzazione (Zenit)
SERVIZIO DI THE VATICAN
Il Papa: Sacerdoti istruiti e consacrati al Cuore di Gesù e Maria, come san Giovanni Eudes (AsiaNews)
Dal Papa, un giovane dello Sri Lanka senza gambe né braccia (Zenit)
Servono preti ben formati come dopo il Concilio di Trento
Il Papa all'udienza generale: formazione permanente dei sacerdoti indispensabile perché la nuova evangelizzazione non sia solo uno slogan (R.V.)
Il Papa: la nuova evangelizzazione cominci nei seminari (Izzo)
Una novità nel sito della Santa Sede: il video dell'udienza generale
L’UDIENZA GENERALE, 19.08.2009
Alle ore 10.30 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per incontrare i fedeli ed i pellegrini convenuti per l’Udienza Generale del mercoledì.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa - nel contesto dell'Anno Sacerdotale - ha trattato il tema: "San Giovanni Eudes e la formazione del clero", ricorrendo proprio oggi la memoria liturgica del santo francese.
Dopo la catechesi, il Santo Padre ha rivolto un saluto in varie lingue ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
San Giovanni Eudes e la formazione del clero
Cari fratelli e sorelle!
ricorre oggi la memoria liturgica di san Giovanni Eudes, apostolo infaticabile della devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria, vissuto in Francia nel secolo XVII, un secolo segnato da contrapposti fenomeni religiosi e anche da gravi problemi politici. E’ il tempo della guerra dei Trent’anni, che ha devastato non solo gran parte del Centro Europa, ma ha devastato anche le anime. Mentre si andava diffondendo il disprezzo per la fede cristiana da parte di alcune correnti di pensiero allora dominanti, lo Spirito Santo suscitava un rinnovamento spirituale pieno di fervore, con personalità di alto rilievo come il de Bérulle, san Vincenzo de Paoli, san Luigi M. Grignon de Montfort e san Giovanni Eudes. Questa grande "scuola francese" di santità ebbe tra i suoi frutti anche san Giovanni Maria Vianney.
Per un misterioso disegno della Provvidenza, il mio venerato predecessore Pio XI proclamò santi insieme, il 31 maggio 1925, Giovanni Eudes e il Curato d’Ars, offrendo alla Chiesa e al mondo intero due straordinari esempi di santità sacerdotale.
Nel contesto dell’Anno Sacerdotale, mi è caro soffermarmi a sottolineare lo zelo apostolico di san Giovanni Eudes, particolarmente rivolto alla formazione del clero diocesano.
I santi sono la vera interpretazione della Sacra Scrittura. I santi hanno verificato, nell'esperienza della vita, la verità del Vangelo; così ci introducono nel conoscere e capire il Vangelo.
Il Concilio di Trento, nel 1563, aveva emanato norme per l'erezione dei seminari diocesani e per la formazione dei sacerdoti, in quanto il Concilio era ben consapevole che tutta la crisi della riforma era anche condizionata da un'insufficiente formazione dei sacerdoti, che non erano preparati per il sacerdozio in modo giusto, intellettualmente e spiritualmente, nel cuore e nell'anima. Questo nel 1563; ma siccome l'applicazione e la realizzazione delle norme tardavano sia in Germania, sia in Francia, san Giovanni Eudes vide le conseguenze di questa mancanza.
Mosso dalla lucida consapevolezza del grave bisogno di aiuto spirituale, in cui versavano le anime proprio a causa anche dell’inadeguatezza di gran parte del clero, il santo, che era un parroco, istituì una Congregazione dedita in maniera specifica alla formazione dei sacerdoti.
Nella città universitaria di Caen fondò il suo primo seminario, esperienza quanto mai apprezzata, che ben presto si allargò ad altre diocesi. Il cammino di santità, da lui percorso e proposto ai suoi discepoli, aveva come fondamento una solida fiducia nell’amore che Dio ha rivelato all’umanità nel Cuore sacerdotale di Cristo e nel Cuore materno di Maria. In quel tempo di crudeltà, di perdita di interiorità, egli si rivolse al cuore, per dire al cuore una parola dei Salmi molto ben interpretata da sant'Agostino. Voleva richiamare le persone, gli uomini e soprattutto i futuri sacerdoti al cuore, mostrando il cuore sacerdotale di Cristo e il cuore materno di Maria. Di questo amore del cuore di Cristo e di Maria ogni sacerdote deve essere testimone e apostolo. E qui arriviamo al nostro tempo.
Anche oggi si avverte la necessità che i sacerdoti testimonino l’infinita misericordia di Dio con una vita tutta "conquistata" dal Cristo, ed apprendano questo fin dagli anni della loro preparazione nei seminari.
Papa Giovanni Paolo II, dopo il Sinodo del 1990, ha emanato l’Esortazione apostolica Pastores dabo vobis nella quale riprende e aggiorna le norme del Concilio di Trento e sottolinea soprattutto la necessaria continuità tra il momento iniziale e quello permanente della formazione; questo per lui, per noi è un vero punto di partenza per un’autentica riforma della vita e dell’apostolato dei sacerdoti, ed è anche il punto nodale affinché la "nuova evangelizzazione" non sia semplicemente solo uno slogan attraente, ma si traduca in realtà.
Le fondamenta poste nella formazione seminaristica, costituiscono quell’insostituibile "humus spirituale" nel quale "imparare Cristo", lasciandosi progressivamente configurare a Lui, unico Sommo Sacerdote e Buon Pastore. Il tempo del Seminario va visto pertanto come l’attualizzazione del momento in cui il Signore Gesù, dopo aver chiamato gli apostoli e prima di mandarli a predicare, chiede loro di stare con Lui (cfr.Mc 3,14).
Quando san Marco racconta la vocazione dei dodici apostoli, ci dice che Gesù aveva un duplice scopo: il primo era che stessero con Lui, il secondo che fossero mandati a predicare. Ma andando sempre con Lui, realmente annunciano Cristo e portano la realtà del Vangelo al mondo.
Durante questo Anno Sacerdotale vi invito a pregare, cari fratelli e sorelle, per i sacerdoti e per quanti si preparano a ricevere il dono straordinario del Sacerdozio ministeriale.
A tutti rivolgo, e così concludo, l’esortazione di san Giovanni Eudes, che dice così ai sacerdoti: "Donatevi a Gesù, per entrare nell’immensità del suo grande Cuore, che contiene il Cuore della sua Santa Madre e di tutti i santi, e per perdervi in questo abisso di amore, di carità, di misericordia, di umiltà, di purezza, di pazienza, di sottomissione e di santità" (Coeur admirable, III, 2).
In questo senso cantiamo adesso insieme il Padre Nostro in latino.
SALUTI DEL SANTO PADRE NELLE DIVERSE LINGUE
Je suis heureux de vous saluer, chers amis de langue française, en ce jour où l’Église fait mémoire de saint Jean Eudes, qui fut un modèle de sainteté sacerdotale. Le chemin de sainteté qu’il suivit et qu’il proposa à ses disciples avait comme fondement une solide confiance en l’amour que Dieu a révélé à l’humanité dans le cœur sacerdotal du Christ et dans le cœur maternel de Marie. Je vous invite à prier pour que les prêtres d’aujourd’hui, à l’exemple de saint Jean Eudes, soient aussi des témoins ardents de cet amour à travers leur vie et leur ministère, afin que le Peuple de Dieu tout entier puisse en bénéficier. Avec ma Bénédiction Apostolique !
I offer a warm welcome to the English-speaking visitors present at today’s Audience, including the pilgrims from India and Nigeria. Our catechesis considers Saint John Eudes whose feast we celebrate today. He lived in seventeenth-century France which, notwithstanding considerable trials for the faith, produced many outstanding examples of spiritual courage and insight. Saint John Eudes’ particular contribution was the foundation of a religious congregation dedicated to the task of giving solid formation to the diocesan priesthood. He encouraged seminarians to grow in holiness and to trust in God’s love revealed to humanity in the priestly heart of Jesus and in the maternal heart of Mary. During this year let us pray in a special way for priests and seminarians that, inspired by today’s saint, they may spiritually "enter into the heart of Jesus", becoming men of true love, mercy, humility and patience, renewed in holiness and pastoral zeal. My dear Brothers and Sisters, upon you and your families I invoke God’s blessings of joy and peace!
Von Herzen heiße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache willkommen. Heute feiert die Kirche den Gedenktag des heiligen Johannes Eudes, einer großen Priestergestalt wie der Pfarrer von Ars, mit dem er zusammen im Jahre 1925 heiliggesprochen wurde. Johannes Eudes im 17. Jh. hatte erkannt, daß die geistliche Not der Menschen seiner Zeit zu einem guten Teil auf Unzulänglichkeiten in der Ausbildung und dann im Dienst der Priester zurückzuführen war. Sein ganzes Bemühen ging dahin, die geistliche Lebensführung der Priester zu verbessern, sie zu wahrhaft geistlichen Menschen zu machen. Der Weg der Heiligung - davon war er überzeugt - besteht in der vorbehaltlosen Antwort und Hingabe an die Liebe, die Gott der Menschheit im priesterlichen Herzen Jesu und im mütterlichen Herzen Marias offenbart. In diesem Sinn wollen wir alle Priester und uns selber dieser Herzensliebe unseres Herrn und seiner Mutter anvertrauen, damit auch durch uns Gottes Erbarmen in dieser Welt sichtbar wird. Der Heilige Geist stärke euch und begleite euch auf allen euren Wegen.
Saludo a los peregrinos de lengua española. En particular a la Parroquia de San Nicolás de la Villa de Córdoba. Celebramos hoy la fiesta de san Juan Eudes, apóstol incansable de la devoción a los Sagrados Corazones de Jesús y María y entregado totalmente a la formación del clero diocesano. La adecuada preparación del sacerdote es el punto de partida de una auténtica reforma de la vida y del apostolado de los presbíteros. Durante este Año Sacerdotal, os invito a rezar por los sacerdotes para que configurándose cada vez más con Cristo, Buen Pastor, sean testigos en el mundo de la infinita misericordia de Dios. Muchas gracias.
Amados peregrinos de língua portuguesa, nomeadamente os grupos de Mirandela e de São Paulo, agradeço a vossa presença com votos de que este encontro com o Sucessor de Pedro revigore, em todos vós, o fervor espiritual para assim testemunhardes, com as vossas vidas, a Mensagem Salvadora de Jesus Cristo. Sobre cada um de vós e vossas famílias desça a Minha Bênção.
Witam pielgrzymów polskich. Sierpień to czas żniw. Dziękujmy Bogu za dar chleba: za Eucharystię, pokarm dla duszy i za chleb powszedni, pokarm dla ciała. Niech Bóg błogosławi tegoroczne plony ziemi, i ludzi, którzy je w trudzie zbierają. Otwórzmy nasze serca, by dzielić się chlebem z potrzebującymi braćmi. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
[Il mese di agosto è il tempo della mietitura. Ringraziamo Dio per il dono del pane: sia per l’Eucaristia, il nutrimento dell’anima, sia per il pane quotidiano, nutrimento del corpo. Dio benedica il raccolto di quest’anno e quanti per esso faticano. Noi tutti apriamo i nostri cuori per dividere il pane con i fratelli bisognosi. Sia lodato Gesù Cristo.]
S velikom radošću pozdravljam sve hrvatske hodočasnike! Dragi prijatelji, kroz ovu godinu posebno molite u vašim obiteljima za vaše svećenike da budu vjerni nasljedovatelji našega Gospodina i za nova duhovna zvanja u vašem narodu! Hvaljen Isus i Marija!
[Con grande gioia saluto i pellegrini croati! Cari amici, particolarmente durante quest’anno, pregate nelle vostre famiglie per i vostri sacerdoti che siano fedeli imitatori del nostro Signore e per le nuove vocazioni sacerdotali dalla vostra nazione. Siano lodati Gesù e Maria!]
Rivolgo infine un saluto cordialissimo ai pellegrini di lingua italiana. Nel ringraziarvi per la vostra presenza, vi incoraggio a proseguire la vostra fedele testimonianza cristiana nella nostra società.
Con affetto saluto, infine, i giovani, i malati e gli sposi novelli. La mirabile figura di san Giovanni Eudes, a cui ho fatto cenno poc’anzi, aiuti ciascuno a progredire sempre più nell’amore di Dio, che dona pienezza di significato alla giovinezza, alla sofferenza e alla vita familiare.
Grazie a voi tutti per la vostra presenza. Il Signore vi benedica.
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
domenica 16 agosto 2009
Il Papa: Maria è stata "assunta" nel luogo (il "cielo") dal quale il suo Figlio era "disceso"
SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA: LO SPECIALE DEL BLOG
ANGELUS: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA
VIDEO INTEGRALE SU BENEDICT XVI.TV
Vedi anche:
Dio chiede a tutti di accoglierLo: così il Papa, che all’Angelus invita a tenere aperto il cuore per chi ha più bisogno (Radio Vaticana)
VIDEO THE VATICAN
Il Papa: l'Eucaristia ci unisce a Maria e promette la vita dopo la morte (Izzo)
Il Papa: solo tramite la nostra disponibilità Dio è presente nel mondo
Il Papa: come Maria, tutti siamo chiamati a dare il nostro sì a Dio (AsiaNews)
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 16.08.2009
Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
PRIMA DELL’ANGELUS
Cari fratelli e sorelle!
Ieri abbiamo celebrato la grande festa di Maria Assunta in Cielo, e oggi leggiamo nel Vangelo queste parole di Gesù: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo" (Gv 6,51).
Non si può non restare colpiti da questa corrispondenza, che ruota intorno al simbolo del "cielo": Maria è stata "assunta" nel luogo dal quale il suo Figlio era "disceso".
Naturalmente questo linguaggio, che è biblico, esprime in termini figurati qualcosa che non entra mai completamente nel mondo dei nostri concetti e delle nostre immagini. Ma fermiamoci un momento a riflettere!
Gesù si presenta come il "pane vivo", cioè il nutrimento che contiene la vita stessa di Dio ed è in grado di comunicarla a chi mangia di Lui, il vero nutrimento che dà la vita, nutre realmente in profondità.
Gesù dice: "Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (Gv 6,51).
Ebbene, da chi il Figlio di Dio ha preso questa sua "carne", la sua umanità concreta e terrena?
L’ha presa dalla Vergine Maria. Dio ha assunto da Lei il corpo umano per entrare nella nostra condizione mortale. A sua volta, alla fine dell’esistenza terrena, il corpo della Vergine è stato assunto in cielo da parte di Dio e fatto entrare nella condizione celeste.
E’ una sorta di scambio, in cui Dio ha sempre la piena iniziativa, ma, come abbiamo visto in altre occasioni, in un certo senso, ha anche bisogno di Maria, del "sì" della creatura, della sua carne, della sua esistenza concreta, per preparare la materia del suo sacrificio: il corpo e il sangue, da offrire sulla Croce quale strumento di vita eterna e, nel sacramento dell’Eucaristia, quale cibo e bevanda spirituali.
Cari fratelli e sorelle, ciò che è accaduto in Maria, vale, in altri modi, ma realmente, anche per ogni uomo e ogni donna, perché ad ognuno di noi Dio chiede di accoglierLo, di mettergli a disposizione il nostro cuore e il nostro corpo, la nostra intera esistenza, la nostra carne – dice la Bibbia -, perché Egli possa abitare nel mondo.
Ci chiama ad unirci a Lui nel sacramento dell’Eucaristia, Pane spezzato per la vita del mondo, per formare insieme la Chiesa, il Suo Corpo storico. E se noi diciamo sì, come Maria, anzi nella misura stessa di questo nostro "sì", avviene anche per noi e in noi questo misterioso scambio: veniamo assunti nella divinità di Colui che ha assunto la nostra umanità. L’Eucaristia è il mezzo, lo strumento di questo reciproco trasformarsi, che ha sempre Dio come fine e come attore principale: Lui è il Capo e noi le membra, Lui la Vite e noi i tralci. Chi mangia di questo Pane e vive in comunione con Gesù lasciandosi trasformare da Lui e in Lui, è salvato dalla morte eterna: certamente muore come tutti, partecipando anche al mistero della passione e della croce di Cristo, ma non è più schiavo della morte, e risorgerà nell’ultimo giorno, per godere la festa eterna con Maria e con tutti i Santi.
Questo mistero, questa festa di Dio incomincia quaggiù: è mistero di fede, di speranza e di amore, che si celebra nella vita e nella liturgia, specialmente eucaristica, e si esprime nella comunione fraterna e nel servizio per il prossimo. Preghiamo la Vergine Santa, affinché ci aiuti a nutrirci sempre con fede del Pane di vita eterna per sperimentare già sulla terra la gioia del Cielo.
DOPO L’ANGELUS
Je suis heureux de saluer les francophones présents pour la prière de l’Angélus, particulièrement les jeunes venus d’Afrique. Hier nous avons eu la joie de célébrer la fête de l’Assomption de Marie et la liturgie nous a exhortés à tourner notre regard vers le ciel. Aujourd’hui, je vous convie à accueillir le don que le Christ nous fait de lui-même dans l’Eucharistie. En recevant dans la foi cette nourriture indispensable, le chrétien y puise la force qui permet de se donner tout entier à ses frères. Je vous invite donc à garder la porte de votre cœur toujours grande ouverte, et à être jour après jour, les témoins de la tendresse du Seigneur auprès de toutes les personnes qui sont dans le besoin matériellement ou spirituellement. Soyez sans relâche les messagers de la Bonne Nouvelle !
I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Angelus. May your time here at Castel Gandolfo and in Rome deepen your faith in our Lord, the living bread, who brings us the gift of eternal life. Upon you and your families I invoke Almighty God’s abundant blessings of joy and peace!
Von Herzen grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher hier in Castel Gandolfo. Das Brot und der Wein dieser Welt können uns nur eine vergängliche Freude bereiten. Wer hingegen im Sakrament des Altares den Leib und das Blut des Herrn empfängt, der bleibt in Christus, und Christus bleibt in ihm. Die Eucharistie schenkt uns Anteil an seinem Leben und führt uns auf dem Weg der wahren Weisheit und der Hingabe zur ewigen Herrlichkeit. Danken wir Gott jederzeit für alles, war er uns in Christus geschenkt hat. Der Herr segne euch und eure Familien.
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana y a quienes se unen a ella a través de la radio y la televisión. Que la contemplación continua del misterio de Cristo acreciente en nosotros el amor a sus preceptos y la esperanza en sus promesas, para que nuestro corazón no se deje vencer por las dificultades cotidianas sino que esté anclado en la fe en el Hijo de Dios que tiene "palabras de vida eterna". Muchas gracias y feliz domingo.
Saúdo os jovens brasileiros da Comunidade Missionária Villareggia e demais peregrinos de língua portuguesa que quiseram participar neste momento diário de louvor e gratidão ao Verbo divino, que Se fez homem no seio da Virgem Maria para ficar connosco todos os dias até ao fim do mundo. Deixai Cristo tomar posse da vossa vida, para serdes cada vez mais vida e presença de Cristo!
Serdecznie pozdrawiam Polaków. W Ewangelii dzisiejszej Chrystus mówi: „Kto spożywa moje Ciało i Krew moją pije, trwa we Mnie a Ja w nim" (J 6, 56). Eucharystia jest sakramentem obecności Chrystusa, który z miłości daje nam siebie, jest pokarmem w naszej ziemskiej pielgrzymce ku niebu. Zachęcam was, szczególnie w tych dniach odpoczynku, byście adorowali Jezusa obecnego w kościołach, napotkanych na waszych wakacyjnych szlakach. Z serca wam błogosławię.
[Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Nel Vangelo odierno Cristo dice: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me ed io in lui" (Gv 6, 56). L’Eucaristia è segno della presenza di Cristo che per amore si dona a noi, ci nutre nel nostro pellegrinaggio terreno verso il cielo. Vi esorto, in modo particolare in questi giorni di riposo, ad adorare Cristo presente nelle chiese, che incontrate lungo vostri itinerari di vacanza. Di cuore vi benedico tutti.]
Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli della parrocchia San Silvestro in Faenza, e i giovani di Trescore, qui giunti attraverso la via Francigena. A tutti auguro una buona domenica.
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
sabato 15 agosto 2009
Il Papa cita il Curato d'Ars: La Santissima Vergine è sull'alto della scala che conduce al Cielo e la tiene a due mani
ANNO SACERDOTALE (19 GIUGNO 2009-19 GIUGNO 2010): LO SPECIALE DEL BLOG
OMELIE, DISCORSI, MESSAGGI E TESTI DEL SANTO PADRE SUI SACERDOTI E L'ANNO SACERDOTALE
SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA: LO SPECIALE DEL BLOG
ANGELUS: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA
VIDEO INTEGRALE SU BENEDICT XVI.TV
Il Papa: "Tutta la vita è un'ascensione, tutta la vita è meditazione, obbedienza, fiducia e speranza anche nell'oscurità e tutta la vita è questa «sacra fretta» che sa che Dio è sempre la priorità e nient'altro deve creare fretta nella nostra vita" (Omelia pronunciata dal Santo Padre in occasione della Santa Messa nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, 15 agosto 2009)
Vedi anche:
Il Papa: la condizione umana è segnata dalla lotta bene-male (Izzo)
Il Papa nella Solennità dell'Assunzione: Maria, nostra stella nelle tenebre della storia, c'invita ad avere fretta solo per Dio (Radio Vaticana)
SERVIZIO THE VATICAN
VIDEO SKYTG24
Grande entusiasmo a Castel Gandolfo per il Papa che si è interrotto più volte molto divertito :-)
Il Papa: l’Assunzione, occasione per meditare sul senso ultimo dell’esistenza (AsiaNews)
Il Papa: la Madonna è la stella che ci guida verso Gesù, sole sorto sopra le tenebre della storia
Messa a Castel Gandolfo per l'Assunzione, poi l'Angelus. Saluti a bimbi e fedeli
Castelgandolfo, davanti al Papa una donna in crisi mistica grida frasi in tedesco. Allontanata (Repubblica)
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 15.08.2009
Alle ore 12 di oggi, Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
PRIMA DELL’ANGELUS
Cari fratelli e sorelle!
Nel cuore del mese di agosto, tempo di ferie per molte famiglie, la Chiesa celebra la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine.
È questa un’occasione privilegiata per meditare sul senso ultimo dell’umana esistenza, aiutati dall’odierna liturgia che ci invita a vivere in questo mondo sempre orientati ai beni eterni, per condividere la stessa gloria di Maria, nostra Madre (cfr Orazione "colletta").
Volgiamo, pertanto, lo sguardo verso la Madonna, Stella della speranza, che illumina il nostro cammino terreno, seguendo l’esempio dei santi e delle sante che a Lei hanno fatto ricorso in ogni circostanza. Stiamo celebrando l’Anno Sacerdotale nel ricordo del Santo Curato d’Ars, e vorrei attingere dai pensieri e dalle testimonianze di questo santo parroco di campagna alcuni spunti di riflessione che ci aiutino tutti, specialmente noi sacerdoti, a ravvivare l’amore e la venerazione per la Vergine Santissima.
I biografi attestano che san Giovanni Maria Vianney parlava della Madonna con devozione e al tempo stesso con confidenza e immediatezza.
"La Santa Vergine – soleva ripetere – è senza macchia, ornata di tutte le virtù che la rendono così bella e gradita alla SS. Trinità" (B. Nodet, Il pensiero e l’anima del Curato d’Ars, Torino 1967, p. 303).
E inoltre: "Il cuore di questa buona Madre non è che amore e misericordia, non desidera che di vederci felici. Basta solo rivolgersi a Lei per essere esauditi" (ivi, 307).
Traspare da queste espressioni lo zelo del sacerdote, che, mosso da anelito apostolico, gioisce nel parlare di Maria ai fedeli, e non si stanca mai di farlo. Anche un mistero arduo come quello odierno dell’Assunzione, egli sapeva presentarlo con immagini efficaci, ad esempio così: "L’uomo era creato per il cielo. Il demonio ha spezzato la scala che vi conduceva. Nostro Signore, con la sua Passione, ce ne ha formata un’altra… La SS. Vergine è sull’alto della scala e la tiene a due mani" (ibid.).
Il Santo Curato d’Ars era attratto soprattutto dalla bellezza di Maria, bellezza che coincide con il suo essere l’Immacolata, l’unica creatura concepita senza ombra di peccato.
"La Santa Vergine – affermava – è quella bella creatura che non ha mai disgustato il buon Dio" (ivi, 306).
Quale pastore buono e fedele, egli dette prima di tutto l’esempio, anche in questo amore filiale per la Madre di Gesù, dalla quale si sentiva attratto verso il cielo. "Se non andassi in cielo – esclamava – come sarei addolorato! Non vedrei mai la Santa Vergine, questa creatura così bella!" (ivi, 309).
Consacrò inoltre più volte la sua parrocchia alla Madonna, raccomandando specialmente alle mamme di fare altrettanto ogni mattina con i loro figli. Cari fratelli e sorelle, facciamo nostri i sentimenti del Santo Curato d’Ars. E con la stessa fede, rivolgiamoci verso Maria Assunta in cielo, affidandole in modo particolare i sacerdoti del mondo intero.
DOPO L’ANGELUS
En ce jour de l’Assomption, j’accueille avec joie les pèlerins de langue française venus à Castel Gangolfo pour la prière de l’Angélus. Au cœur de ce mois d’août, qui pour beaucoup est un temps de repos, l’Église nous donne de célébrer la gloire sans pareille de la Vierge Marie. Humble servante du Seigneur elle a été associée dans son corps à la résurrection de son fils Jésus, devenant pour toute l’humanité un gage d’espérance. En contemplant Marie, je vous invite à vous ouvrir comme elle à la confiance et à vous abandonner à la tendresse et à la fidélité de Dieu. Que la Vierge Marie veille sur l’Église et sur toutes les familles !
I am happy to greet all the English-speaking pilgrims and visitors gathered here at Castel Gandolfo and also in Saint Peter’s Square. As we celebrate the Solemnity of the Assumption of the Blessed Virgin, we are invited to raise our eyes to heaven and contemplate Mary, the Mother of Jesus and our Mother. She who on earth believed in God’s word is now glorified in body and soul. May Mary’s intercession and example guide you always and renew your hearts in faith and hope. May God grant you and your families abundant blessings of peace and joy!
Zum Hochfest Mariä Himmelfahrt heiße ich ganz herzlich die Pilger und Besucher deutscher Sprache willkommen. Die Kirche stellt uns Maria als den Menschen vor Augen, der ganz offen ist für den göttlichen Ruf, vorbehaltlos Ja sagt zu Gottes Willen und deshalb Heil und Segen für die Menschen wird. Die Kunst stellt uns Maria oft als die Betende vor, die in der Zwiesprache mit Gott die Botschaft des Engels annimmt. Eine solche Haltung sollte auch unser Gebet auszeichnen, nämlich die Offenheit für die Gegenwart des lebendigen Herrn, um das Geschenk seiner Güte zu empfangen und weiterzugeben. Euch allen wünsche ich einen gesegneten Festtag!
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española. La Iglesia celebra hoy la Solemnidad de la Asunción de la Virgen María. Con esta fiesta los cristianos reconocemos agradecidos la especial complacencia que Dios tiene hacia la Madre de su Hijo, que en este día la vemos coronada de gloria y esplendor. Pidamos, por la poderosa intercesión de la Santísima Virgen, poder vivir en todo momento apoyados en la gracia y alcanzar como ella el premio de la gloria celeste. Muchas gracias.
Saúdo os peregrinos de língua portuguesa, a quem agradeço a presença e a união na oração do "Angelus", neste dia de Nossa Senhora da Assunção. Ela aponta-nos a meta do Céu, ensinando-nos que o destino do homem não se esgota no tempo, mas completa-se na Vida Eterna, junto de Deus. Esta mensagem encha os vossos corações de alegria e de esperança que vos desejo com a minha Bênção Apostólica.
Witam obecnych tu w Castel Gandolfo Polaków. Szczególnie pozdrawiam wiernych zgromadzonych na Jasnej Górze i w sanktuariach maryjnych w Polsce. Uroczystość Wniebowzięcia Matki Bożej przypomina nam, że niebo jest naszą ojczyzną. Tam jest cel naszej ziemskiej wędrówki. Niech ta Uroczystość będzie dla was okazją, by w duchu wiary Ojców raz jeszcze odnowić swoje osobiste zawierzenie, jak również rodzin i całego Narodu, Niepokalanej Matce.
[Saluto cordialmente tutti i Polacchi presenti qui a Castel Gandolfo. In modo particolare saluto i fedeli presenti a Jasna Góra e nei santuari mariani in Polonia. La solennità della Assunzione della Beata Vergine Maria ci ricorda che la nostra patria è nel cielo. Li è la meta del nostro pellegrinaggio terreno. Che questa solennità sia per voi occasione per affidare - nello spirito di fede dei vostri avi – di nuovo voi stessi, le famiglie e tutta la nazione alla Madre Immacolata.]
Saluto, infine, i pellegrini italiani. In particolare i fedeli della parrocchia di San Martino, in Cenate Sotto e quelli della parrocchia dei Santi Giovanni Battista ed Irene, in Veglie. Saluto altresì i rappresentanti dell’Opera di Nazaret. A tutti auguro una buona festa dell’Assunta!
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
Il Papa: "Tutta la vita è questa «sacra fretta» che sa che Dio è sempre la priorità e nient'altro deve creare fretta nella nostra vita"
SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA: LO SPECIALE DEL BLOG
All'Angelus nella Solennità dell'Assunta il Papa cita il Santo Curato d'Ars: "L’uomo era creato per il cielo. Il demonio ha spezzato la scala che vi conduceva. Nostro Signore, con la sua Passione, ce ne ha formata un’altra… La Santissima Vergine è sull’alto della scala e la tiene a due mani" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus, 15 agosto 2009)
VIDEO INTEGRALE SU BENEDICT XVI.TV (a breve)
OMELIA DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA
Vedi anche:
Il Papa: la condizione umana è segnata dalla lotta bene-male (Izzo)
Il Papa nella Solennità dell'Assunzione: Maria, nostra stella nelle tenebre della storia, c'invita ad avere fretta solo per Dio (Radio Vaticana)
Il Papa: l’Assunzione, occasione per meditare sul senso ultimo dell’esistenza (AsiaNews)
Il Papa: la Madonna è la stella che ci guida verso Gesù, sole sorto sopra le tenebre della storia
Messa a Castel Gandolfo per l'Assunzione, poi l'Angelus. Saluti a bimbi e fedeli
Castelgandolfo, davanti al Papa una donna in crisi mistica grida frasi in tedesco. Allontanata (Repubblica)
SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA, 15.08.2009
Alle ore 8.00 di oggi, Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa nella parrocchia pontificia di "San Tommaso da Villanova" a Castel Gandolfo.
Nel corso della Celebrazione Eucaristica, il Papa ha pronunciato l’omelia che riportiamo di seguito:
OMELIA DEL SANTO PADRE
Venerati fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle
L'odierna solennità corona il ciclo delle grandi celebrazioni liturgiche nelle quali siamo chiamati a contemplare il ruolo della Beata Vergine Maria nella Storia della salvezza.
Infatti, l'Immacolata Concezione, l'Annunciazione, la Divina Maternità e l'Assunzione sono tappe fondamentali, intimamente connesse tra loro, con cui la Chiesa esalta e canta il glorioso destino della Madre di Dio, ma nelle quali possiamo leggere anche la nostra storia.
Il mistero della concezione di Maria richiama la prima pagina della vicenda umana, indicandoci che, nel disegno divino della creazione, l’uomo avrebbe dovuto avere la purezza e la bellezza dell'Immacolata.
Quel disegno compromesso, ma non distrutto dal peccato, attraverso l’Incarnazione del Figlio di Dio, annunciata e realizzata in Maria, è stato ricomposto e restituito alla libera accettazione dell'uomo nella fede.
Nell’Assunzione di Maria, contempliamo, infine, ciò che siamo chiamati a raggiungere nella sequela di Cristo Signore e nell'obbedienza alla sua Parola, al termine del nostro cammino sulla terra.
La tappa ultima del pellegrinaggio terreno della Madre di Dio ci invita a guardare al modo in cui Ella ha percorso il suo cammino verso la meta dell’eternità gloriosa.
Nel brano del Vangelo appena proclamato, san Luca racconta che Maria, dopo l’annuncio dell’Angelo, "si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa" per fare visita ad Elisabetta (Lc 1, 39). L’evangelista, dicendo questo, vuole sottolineare che per Maria seguire la propria vocazione, nella docilità allo Spirito di Dio, che ha operato in Lei l’incarnazione del Verbo, significa percorrere una nuova strada ed intraprendere subito un cammino fuori della propria casa, lasciandosi condurre solamente da Dio. Sant’Ambrogio, commentando la "fretta" di Maria, afferma: "la grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze" (Expos. Evang. sec. Lucam, II, 19: PL 15,1560). La vita della Madonna è condotta da un Altro - "Ecco la serva del Signore: avvenga in me secondo la tua parola" (Lc 1,38) - è modellata dallo Spirito Santo, è segnata da eventi ed incontri, come quello con Elisabetta, ma soprattutto dalla particolarissima relazione con il suo figlio Gesù.
E’ un cammino nel quale Maria, serbando e meditando nel cuore gli avvenimenti della propria esistenza, scorge in essi in modo sempre più profondo il misterioso disegno di Dio Padre, per la salvezza del mondo.
Seguendo poi Gesù da Betlemme all’esilio in Egitto, nella vita nascosta e in quella pubblica, fino ai piedi della Croce, Maria vive la sua costante ascesa verso Dio nello spirito del Magnificat, aderendo pienamente, anche nel momento dell’oscurità e della sofferenza, al progetto d’amore di Dio e alimentando nel cuore l’abbandono totale nelle mani del Signore, così da essere paradigma per la fede della Chiesa (cfr Lumen gentium, 64-65)
Tutta la vita è un’ascensione, tutta la vita è meditazione, obbedienza, fiducia e speranza, anche nelle oscurità; e tutta la vita è questa "sacra fretta", che sa che Dio è sempre la priorità e nient’altro deve creare fretta nella nostra esistenza.
E, finalmente, l’Assunzione ci ricorda che la vita di Maria, come quella di ogni cristiano, è un cammino alla sequela, la sequela di Gesù, un cammino che ha una meta ben precisa, un futuro già tracciato: la vittoria definitiva sul peccato e sulla morte e la comunione piena con Dio, perché – come dice Paolo nella Lettera agli Efesini - il Padre "ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli in Cristo Gesù" (Ef 2,6).
Ciò vuol dire che con il Battesimo siamo fondamentalmente già risuscitati e sediamo nei cieli in Cristo Gesù, ma dobbiamo corporalmente raggiungere quanto già cominciato e realizzato nel Battesimo. In noi l’unione con Cristo, la risurrezione, è incompiuta, ma per la Vergine Maria essa è compiuta, nonostante il cammino che anche la Madonna ha dovuto fare. Ella è entrata nella pienezza dell’unione con Dio, con il suo Figlio, e ci attira e ci accompagna nel nostro cammino.
In Maria assunta in cielo contempliamo, allora, Colei che, per singolare privilegio, è resa partecipe con l’anima e con il corpo della definitiva vittoria di Cristo sulla morte. "Compiuto il corso della vita terrena – dice il Concilio Vaticano II - fu assunta alla gloria celeste in corpo e anima, ed esaltata dal Signore come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, Signore dei signori (cfr Ap 19,16) e vincitore del peccato e della morte" (Lumen gentium, 59). Nella Vergine Assunta in cielo contempliamo il coronamento della sua fede, di quel cammino di fede che Ella indica alla Chiesa e a ciascuno di noi: Colei che in ogni momento ha accolto la Parola di Dio, è assunta in cielo, cioè è accolta Lei stessa dal Figlio, in quella "dimora" che ci ha preparato con la sua morte e risurrezione (cfr Gv 14,2-3).
La vita dell’uomo sulla terra – come ci ha ricordato la prima lettura – è un cammino che si svolge, costantemente, nella tensione della lotta tra il drago e la donna, tra il bene e il male, E’ questa la situazione della storia umana: è come un viaggio in un mare spesso burrascoso; Maria è la stella, che ci guida verso il Figlio suo Gesù, sole sorto sopra le tenebre della storia" (cfr Spe salvi, 49) e ci dona la speranza di cui abbiamo bisogno: la speranza che possiamo vincere, che Dio ha vinto e che, con il Battesimo, siamo entrati in questa vittoria. Non soccombiamo definitivamente: Dio ci aiuta, ci guida.
Questa è la speranza: questa presenza del Signore in noi, che diventa visibile in Maria assunta in cielo. "In Lei (…)- leggeremo tra poco nel Prefazio di questa Solennità – hai fatto risplendere per il tuo popolo pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza".
Con San Bernardo, mistico cantore della Vergine Santa, così la invochiamo: "Ti preghiamo, o benedetta, per la grazia che tu trovasti, per quelle prerogative che tu meritasti, per la Misericordia che tu partoristi, fa’ che colui che per te s’è degnato di farsi partecipe della nostra miseria ed infermità, grazie alla tua preghiera, ci faccia partecipi delle sue grazie, della sua beatitudine ed eterna gloria, Gesù Cristo, Figlio tuo, Signore nostro, il quale è sopra tutte le cose, Dio benedetto nei secoli dei secoli. Amen" (Sermo 2 de Adventu, 5: PL 183, 43).
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
mercoledì 12 agosto 2009
Il Papa: Maria predilige i presbiteri perché sono più simili a Gesù e perché anch’essi, come Lei, sono impegnati nel proclamare e dare Cristo al mondo
ANNO SACERDOTALE (19 GIUGNO 2009-19 GIUGNO 2010): LO SPECIALE DEL BLOG
OMELIE, DISCORSI, MESSAGGI E TESTI DEL SANTO PADRE SUI SACERDOTI E L'ANNO SACERDOTALE
SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA: LO SPECIALE DEL BLOG
CATECHESI DEDICATE DAL SANTO PADRE ALL'ANNO SACERDOTALE
UDIENZA GENERALE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA
VIDEO INTEGRALE SU BENEDICT XVI.TV
Vedi anche:
SERVIZIO THE VATICAN
Il Papa: il dramma di Dio che trepida per salvare l'umanità. L'omelia di San Bernardo di Chiaravalle (Izzo)
Benedetto XVI ha acceso "La fiaccola della speranza" per i terremotati d'Abruzzo (Osservatore Romano)
Il Papa all'udienza generale: i sacerdoti amino Maria con devozione filiale. Appello alla solidarietà per le popolazioni asiatiche colpite dal tifone
Il Papa: ogni sacerdote deve “introdurre Maria nel dinamismo dell’intera propria esistenza” (AsiaNews)
Il Papa: Dio non agisce contro la nostra libertà
L’UDIENZA GENERALE, 12.08.2009
Alle ore 10.30 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per incontrare i fedeli ed i pellegrini convenuti per l’Udienza Generale del mercoledì.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa - alla vigilia della Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria e nel contesto dell’Anno Sacerdotale - ha parlato di Maria come Madre di tutti i sacerdoti.
Dopo la catechesi, il Santo Padre ha rivolto un saluto in varie lingue ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica . Quindi il Papa si è affacciato al balcone del Cortile esterno del Palazzo Apostolico per salutare e benedire i fedeli che non avevano trovato posto all’interno.
CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
Il nesso tra la Madonna ed il sacerdozio
Cari fratelli e sorelle,
è imminente la celebrazione della solennità dell'Assunzione della Beata Vergine, sabato prossimo, e siamo nel contesto dell'Anno Sacerdotale; così vorrei parlare del nesso tra la Madonna e il sacerdozio.
È un nesso profondamente radicato nel mistero dell'Incarnazione.
Quando Dio decise di farsi uomo nel suo Figlio, aveva bisogno del «sì» libero di una sua creatura. Dio non agisce contro la nostra libertà.
E succede una cosa veramente straordinaria: Dio si fa dipendente dalla libertà, dal «sì» di una sua creatura; aspetta questo «sì». San Bernardo di Chiaravalle, in una delle sue omelie, ha spiegato in modo drammatico questo momento decisivo della storia universale, dove il cielo, la terra e Dio stesso aspettano cosa dirà questa creatura.
Il «sì» di Maria è quindi la porta attraverso la quale Dio è potuto entrare nel mondo, farsi uomo.
Così Maria è realmente e profondamente coinvolta nel mistero dell'Incarnazione, della nostra salvezza.
E l'Incarnazione, il farsi uomo del Figlio, era dall'inizio finalizzata al dono di sé; al donarsi con molto amore nella Croce, per farsi pane per la vita del mondo. Così sacrificio, sacerdozio e Incarnazione vanno insieme e Maria sta nel centro di questo mistero.
Andiamo adesso alla Croce.
Gesù, prima di morire, vede sotto la Croce la Madre; e vede il figlio diletto e questo figlio diletto certamente è una persona, un individuo molto importante, ma è di più: è un esempio, una prefigurazione di tutti i discepoli amati, di tutte le persone chiamate dal Signore per essere «discepolo amato» e, di conseguenza, in modo particolare anche dei sacerdoti. Gesù dice a Maria: «Madre ecco tuo figlio» (Gv 19, 26). È una specie di testamento: affida sua Madre alla cura del figlio, del discepolo. Ma dice anche al discepolo: «Ecco tua madre» (Gv 19, 27). Il Vangelo ci dice che da questo momento san Giovanni, il figlio prediletto, prese la madre Maria «nella propria casa».
Così è nella traduzione italiana; ma il testo greco è molto più profondo, molto più ricco. Potremmo tradurlo: prese Maria nell'intimo della sua vita, del suo essere, «eis tà ìdia», nella profondità del suo essere. Prendere con sé Maria, significa introdurla nel dinamismo dell’intera propria esistenza – non è una cosa esteriore - e in tutto ciò che costituisce l’orizzonte del proprio apostolato.
Mi sembra si comprenda pertanto come il peculiare rapporto di maternità esistente tra Maria e i presbiteri costituisca la fonte primaria, il motivo fondamentale della predilezione che nutre per ciascuno di loro.
Maria li predilige infatti per due ragioni: perché sono più simili a Gesù, amore supremo del suo cuore, e perché anch’essi, come Lei, sono impegnati nella missione di proclamare, testimoniare e dare Cristo al mondo.
Per la propria identificazione e conformazione sacramentale a Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, ogni sacerdote può e deve sentirsi veramente figlio prediletto di questa altissima ed umilissima Madre.
Il Concilio Vaticano II invita i sacerdoti a guardare a Maria come al modello perfetto della propria esistenza, invocandola "Madre del sommo ed eterno Sacerdote, Regina degli Apostoli, Ausilio dei presbiteri nel loro ministero".
E i presbiteri – prosegue il Concilio – "devono quindi venerarla ed amarla con devozione e culto filiale" (cfr. Presbyterorum ordinis, 18).
Il Santo Curato d'Ars, al quale pensiamo particolarmente in quest’anno, amava ripetere: «Gesù Cristo, dopo averci dato tutto quello che ci poteva dare, vuole ancora farci eredi di quanto egli ha di più prezioso, vale a dire la sua Santa Madre» (B. Nodet, Il pensiero e l’anima del Curato d’Ars, Torino 1967, p. 305).
Questo vale per ogni cristiano, per tutti noi, ma in modo speciale per i sacerdoti. Cari fratelli e sorelle, preghiamo perché Maria renda tutti i sacerdoti, in tutti i problemi del mondo d’oggi, conformi all’immagine del suo Figlio Gesù, dispensatori del tesoro inestimabile del suo amore di Pastore buono. Maria, Madre dei sacerdoti, prega per noi!
SALUTI DEL SANTO PADRE NELLE DIVERSE LINGUE
Je suis heureux d’accueillir ce matin les pèlerins francophones. À l’approche de la Solennité de l’Assomption de la Vierge Marie, et en cette année sacerdotale, il nous est bon de regarder Marie comme la Mère de tous les prêtres. Sur la croix, Jésus a proclamé sa maternité spirituelle et universelle. En faisant ainsi le don de sa mère à tous, Jésus a voulu particulièrement la confier à ses disciples, aux prêtres qui plus que tout autre sont appelés à la prendre dans leur maison, c’est-à-dire à l’introduire dans le dynamisme de leur existence et dans l’horizon de leur apostolat. Prions pour que Marie aide les prêtres à se conformer à l’image de son Fils Jésus, dispensateur des trésors inestimables de son amour de Bon Pasteur. Marie, Mère des prêtres, priez pour nous !
I offer a warm welcome to the English-speaking visitors present at today’s Audience, including the Sisters of Saint Anne, the altar servers from Malta, and the pilgrims from Australia and the United States of America. As the Feast of the Assumption of the Blessed Virgin draws near in this Year of the Priest, my catechesis today is centered on Mary the Mother of priests. She looks upon them with special affection as her sons. Indeed, their mission is similar to hers; priests are called to bring forth Christ’s saving love into the world. On the cross, Jesus invites all believers, especially his closest disciples, to love and venerate Mary as their mother. Let us pray that all priests will make a special place for the Blessed Virgin in their lives, and seek her assistance daily as they bear witness to the Gospel of Jesus. Upon you and your families I invoke God’s blessings of joy and peace!
Mit Freude begrüße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache und unter ihnen besonders die vielen Jugendlichen aus dem Ferienlager in Ostia. Bei seiner Menschwerdung erwählte sich Jesus Christus eine leibliche Mutter, die ihn mit Liebe und Hingabebereitschaft annahm. Vom Kreuz herab hat der Erlöser uns allen Maria als geistliche Mutter geschenkt, und insbesondere gilt ihre Fürsorge den Priestern, die durch ihre Berufung und Weihe ihrem Sohn ähnlich geworden sind und mit ihrem ganzen Leben den Menschen die Liebe Christi erfahren lassen. Das Hochfest der Aufnahme Mariens in den Himmel am kommenden Samstag erinnert uns daran, daß die Gemeinschaft unter uns Christen mit dem Tod nicht endet, sondern sich intensiviert, weil die Heiligen im Himmel noch fester mit Gott verbunden sind und für uns auf der Erde Fürsprache leisten. So begleite uns besonders Maria, unsere himmlische Mutter, mit ihrem Segen. Euch allen wünsche ich erholsame Ferien.
Queridos peregrinos de lengua española. Agradezco vuestra visita y os saludo muy cordialmente, en particular a los jóvenes de la Comunidad Misionera de Villaregia, venidos de Perú y México. Pido al Señor que la estancia en la sede de Pedro sea una ocasión para alentar el compromiso de ser verdaderos testigos del Evangelio en el mundo de hoy, como lo fueron los primeros Apóstoles que nos transmitieron con su palabra y su ejemplo de vida el mensaje salvador de Jesucristo.
Witam obecnych tu w Castel Gandolfo Polaków, a szczególnie młodzież z Ruchu Światło-Życie, przebywającą na rzymskich rekolekcjach. Zainicjował je trzydzieści lat temu Sługa Boży Jan Paweł II. Niech one umocnią was w waszym charyzmacie. Proszę wszystkich: za wstawiennictwem Matki Kapłanów, wypraszajcie w Roku Kapłańskim potrzebne łaski dla waszych pasterzy. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
[Do il mio benvenuto ai Polacchi presenti qui a Castel Gandolfo, e in modo particolare alla gioventù del movimento Luce e Vita che segue a Roma il corso di esercizi spirituali. Essi nacquero sotto l’invito del Servo di Dio Giovanni Paolo II. Il tema di quest’anno vi consolidi nel vostro carisma. Chiedo a tutti voi presenti: implorate le grazie di cui i vostri pastori hanno bisogno per l’intercessione della Madre dei Sacerdoti nell’Anno Sacerdotale. Sia lodato Gesù Cristo.]
Un cordiale saluto rivolgo ai pellegrini di lingua italiana, in particolare alle Figlie della Madonna del Divino Amore e ai partecipanti alla Fiaccola della Speranza. Nel ringraziarvi per la vostra presenza, sono lieto di invocare su di voi l’abbondanza dei doni dello Spirito per un rinnovato fervore spirituale e apostolico.
Mi rivolgo ora ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Abbiamo celebrato ieri la memoria di Santa Chiara d'Assisi, che ha saputo vivere con coraggio e generosità la sua adesione a Cristo. Imitate il suo esempio particolarmente voi, cari giovani, perché possiate come lei rispondere fedelmente alla chiamata del Signore. Incoraggio voi, cari malati, ad unirvi a Gesù sofferente nel portare con fede la vostra croce. E voi, cari sposi novelli, siate nella vostra famiglia apostoli del Vangelo dell'amore.
Il mio pensiero va, infine, alle numerose popolazioni che nei giorni scorsi sono state colpite dalla violenza del tifone nelle Filippine, a Taiwan, in alcune provincie sud-orientali della Repubblica Popolare Cinese e in Giappone, Paese, quest’ultimo, provato anche da un forte terremoto. Desidero manifestare la mia vicinanza spirituale a quanti si sono venuti a trovare in condizioni di grave disagio e invito tutti a pregare per loro e per quanti hanno perso la vita. Mi auguro che non manchino il sollievo della solidarietà e l’aiuto dei soccorsi materiali.
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
Iscriviti a:
Post (Atom)