8 mesi fa
venerdì 27 febbraio 2009
"Il ministero fondamentale del Papa è garantire la cattolicità che implica molteplicità, diversità, ricchezza di culture, rispetto delle diversità..."
IL PAPA, INTERROGATO, RISPONDE "A BRACCIO"
Vedi anche:
Il Papa e le banche Usa: «Idolatria del denaro» (Vecchi)
Il Papa al clero romano: La Chiesa «baluardo» contro l' idolatria del danaro, l' avarizia, lo scandalo della povertà (La Rocca)
Di Cicco: La fede personalizzata. Benedetto XVI ai parroci di Roma (Osservatore Romano)
Il Papa: la crisi dall'idolatria del denaro (Bobbio)
Benedetto, un uomo (molto) solo al comando (Valli)
L’incontro del Papa con i “suoi” parroci (Zema)
Il Papa: "C'è l'idolatria dietro il crollo delle banche" (Lorenzoni)
Benedetto XVI alza la voce sulla crisi ed annuncia un'enciclica sul tema (Silvestrelli)
Il Papa «Il crollo delle grandi banche americane è avarizia e idolatria che oscura il vero Dio» (Risolo)
Incontro del Papa con il clero romano: lo splendido commento di Salvatore Izzo
Dal Papa una denuncia ragionevole e ragionata delle cause della crisi economica (Osservatore Romano)
Il Papa: Avarizia ed idolatria dietro il crollo delle grandi banche americane (Asca). "Fenomenale" titolo di Repubblica
Il Papa: Sulla crisi economica bisogna fornire argomenti seri e competenti e non dare risposte dettate solo dal "moralismo" (Asca)
Il Papa: "Oggi la ragione è oscurata. La radice dell’avarizia è l’egoismo che offusca la ragione" (Sir)
Card. Vallini: "Fra il Papa ed i sacerdoti un incontro in famiglia" (Sir)
Il Papa ai sacerdoti romani: "Non sono un oracolo". "Non perdiamo la semplicità della verità"
Il Papa al clero romano: parola e testimonianza per raggiungere il cuore dell’uomo di oggi. E sulla crisi economica:le radici sono nell’egoismo (R.V.)
INCONTRO DEL SANTO PADRE CON I PARROCI E I SACERDOTI DELLA DIOCESI DI ROMA (GIOVEDÌ, 26 FEBBRAIO 2009), 27.02.2009
Alle ore 11 di ieri, nell’Aula della Benedizione, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i Parroci e i Sacerdoti della Diocesi di Roma per il tradizionale appuntamento di inizio Quaresima.
Dopo l’indirizzo di omaggio del Cardinale Vicario Agostino Vallini, sono intervenuti 8 sacerdoti.
Di seguito riportiamo la sintesi degli interventi dei sacerdoti e le risposte del Santo Padre.
1) Santo Padre, sono Don Gianpiero Palmieri, parroco della parrocchia di San Frumenzio ai Prati Fiscali. Volevo rivolgerle una domanda sulla missione evangelizzatrice della comunità cristiana e, in particolare, sul ruolo e sulla formazione di noi presbiteri all'interno di questa missione evangelizzatrice.
Per spiegarmi, parto da un episodio personale. Quando, giovane presbitero, ho cominciato il mio servizio pastorale nella parrocchia e nella scuola, mi sentivo forte del bagaglio degli studi e della formazione ricevuta, ben radicato nel mondo delle mie convinzioni dei miei sistemi di pensiero. Una donna credente e saggia, vedendomi in azione, scosse la testa sorridendo e mi disse: don Gianpiero, quand'è che metti i pantaloni lunghi, quand'è che diventi uomo? È un episodio che m'è rimasto nel cuore. Quella donna saggia cercava di spiegarmi che la vita, il mondo reale, Dio stesso, sono più grandi e sorprendenti dei concetti che noi elaboriamo. Mi invitava a mettermi in ascolto dell'umano per cercare di capire, per comprendere, senza aver fretta di giudicare. Mi chiedeva di imparare a entrare in relazione con la realtà, senza paure, perché la realtà è abitata da Cristo stesso che agisce misteriosamente nel suo Spirito. Di fronte alla missione evangelizzatrice oggi noi presbiteri ci sentiamo impreparati e inadeguati, sempre con i calzoni corti. Sia sotto l'aspetto culturale — ci sfugge la conoscenza attenta delle grandi direttrici del pensiero contemporaneo, nelle sue positività e nei suoi limiti — e soprattutto sotto l'aspetto umano. Rischiamo sempre di essere troppo schematici, incapaci di comprendere in maniera saggia il cuore degli uomini di oggi. L'annuncio della salvezza in Gesù non è anche l'annuncio dell'uomo nuovo Gesù, il Figlio di Dio, nel quale anche la nostra umanità povera viene redenta, resa autentica, trasformata da Dio? Allora la mia domanda è questa: condivide questi pochi pensieri? Nelle nostre comunità cristiane viene tanta gente ferita dalla vita. Quali luoghi e modi possiamo inventarci per aiutare nell'incontro con Gesù l'umanità degli altri? E anche come costruire in noi preti un'umanità bella e feconda? Grazie, Santità!
R. Grazie! Cari confratelli, innanzitutto vorrei esprimere la mia grande gioia di essere con voi, parroci di Roma: i miei parroci, siamo in famiglia. Il Cardinale Vicario ci ha detto bene è che un momento di riposo spirituale. E in questo senso sono anche grato che posso iniziare la Quaresima con un momento di riposo spirituale, di respiro spirituale, nel contatto con voi. E ha anche detto: stiamo insieme perché voi potete raccontarmi le vostre esperienze, le vostre sofferenze, anche i vostri successi e gioie.
Quindi non direi che qui parla un oracolo, al quale voi chiedete. Siamo invece in uno scambio familiare, dove per me è anche molto importante, tramite voi, conoscere la vita nelle parrocchie, le vostre esperienze con la Parola di Dio nel contesto del nostro mondo di oggi. E vorrei così imparare anch'io, avvicinarmi alla realtà dalla quale chi è nel Palazzo Apostolico è anche un po' troppo distante. E questo è anche il limite delle mie risposte.
Voi vivete nel contatto diretto, giorno per giorno, con il mondo di oggi; io vivo in contatti diversificati, che sono molto utili. Per esempio, adesso ho avuto la visita «ad limina» dei Vescovi della Nigeria. E ho potuto vedere così, tramite le persone, la vita della Chiesa in un Paese importante dell'Africa, il più grande, con 140 milioni di abitanti, un grande numero di cattolici, e toccare le gioie e anche le sofferenze della Chiesa. Ma per me questo è ovviamente un riposo spirituale, perché è una Chiesa come la vediamo negli Atti degli Apostoli. Una Chiesa dove c'è la fresca gioia di aver trovato Cristo, di aver trovato il Messia di Dio. Una Chiesa che vive e cresce ogni giorno. La gente è gioiosa di trovare Cristo. Hanno vocazioni e così possono dare, nei diversi Paesi del mondo, sacerdoti fidei donum.
E vedere che non c'è solo una Chiesa stanca, come si trova spesso in Europa, ma una Chiesa giovane, piena di gioia dello Spirito Santo, è certamente un rinfresco spirituale. Ma è anche importante per me, con tutte queste esperienze universali, vedere la mia Diocesi, i problemi e tutte le realtà che vivono in questa Diocesi.
In questo senso, in sostanza, sono d'accordo con lei: non è sufficiente predicare o fare pastorale con il bagaglio prezioso acquisito negli studi della teologia. Questo è importante e fondamentale, ma deve essere personalizzato: da conoscenza accademica, che abbiamo imparato e anche riflettuto, in visione personale della mia vita, per arrivare alle altre persone. In questo senso vorrei dire che è importante, da una parte, concretizzare con la nostra esperienza personale della fede, nell'incontro con i nostri parrocchiani, la grande parola della fede, ma anche non perdere la sua semplicità. Naturalmente parole grandi della tradizione — come sacrificio di espiazione, redenzione del sacrificio del Cristo, peccato originale — sono oggi come tali incomprensibili. Non possiamo semplicemente lavorare con formule grandi, vere, ma non più contestualizzate nel mondo di oggi. Dobbiamo, tramite lo studio e quanto ci dicono i maestri della teologia e la nostra esperienza personale con Dio, concretizzare, tradurre queste grandi parole, così che devono entrare nell'annuncio di Dio all'uomo nell'oggi.
E, direi, dall'altra parte, non dovremmo coprire la semplicità della Parola di Dio in valutazioni troppo pesanti di avvicinamenti umani.
Mi ricordo un amico che, dopo aver ascoltato prediche con lunghe riflessioni antropologiche per arrivare insieme al Vangelo, diceva: ma non mi interessano questi avvicinamenti, io vorrei capire che cosa dice il Vangelo!
E mi sembra spesso che invece di lunghi cammini di avvicinamento, sarebbe meglio — io l'ho fatto quanto ero ancora nella mia vita normale — dire: questo Vangelo non ci piace, siamo contrari a quanto dice il Signore! Ma che cosa vuole dire? Se io dico sinceramente che a prima vista non sono d'accordo, abbiamo già l'attenzione: si vede che io vorrei, come uomo di oggi, capire che cosa dice il Signore. Così possiamo senza lunghi circuiti entrare nel vivo della Parola. E dobbiamo anche tener presente, senza false semplificazioni, che i dodici apostoli erano pescatori, artigiani, di questa provincia, la Galilea, senza particolare preparazione, senza conoscenza del grande mondo greco e latino. Eppure sono andati in tutte le parti dell'impero, anche fuori l'impero, fino all'India, e hanno annunciato Cristo con semplicità e con la forza della semplicità di quello che è vero. E mi sembra anche questo importante: non perdiamo la semplicità della verità. Dio c'è e Dio non è un essere ipotetico, lontano, ma è vicino, ha parlato con noi, ha parlato con me. E così diciamo semplicemente che cosa è e come si può e si deve naturalmente spiegare e sviluppare. Ma non perdiamo il fatto che noi non proponiamo riflessioni, non proponiamo una filosofia, ma proponiamo l'annuncio semplice del Dio che ha agito. E che ha agito anche con me.
E poi per la contestualizzazione culturale, romana — che è assolutamente necessaria — direi che il primo aiuto è la nostra esperienza personale. Non viviamo sulla luna. Sono un uomo di questo tempo se io vivo sinceramente la mia fede nella cultura di oggi, essendo uno che vive con i mass media di oggi, con i dialoghi, con le realtà dell'economia, con tutto, se io stesso prendo sul serio la mia esperienza e cerco di personalizzare in me questa realtà. Così siamo proprio nel cammino di farci capire anche dagli altri. San Bernardo di Chiaravalle ha detto nel suo libro di considerazioni al suo discepolo Papa Eugenio: considera di bere dalla tua propria fonte, cioè dalla tua propria umanità. Se sei sincero con te e cominci a vedere con te che cosa è la fede, con la tua esperienza umana in questo tempo, bevendo dal tuo proprio pozzo, come dice san Bernardo, anche agli altri puoi dire quanto si deve dire. E in questo senso mi sembra importante essere attenti realmente al mondo di oggi, ma anche essere attenti al Signore in me stesso: essere un uomo di questo tempo e nello stesso tempo un credente di Cristo, che in sè trasforma il messaggio eterno in messaggio attuale.
E chi conosce meglio gli uomini di oggi che il parroco? La canonica non è nel mondo, è invece nella parrocchia. E qui, dal parroco, vengono gli uomini spesso, normalmente, senza maschera, non con altri pretesti, ma nella situazione della sofferenza, della malattia, della morte, delle questioni in famiglia. Vengono nel confessionale senza maschera, con il loro proprio essere. Nessun'altra professione, mi sembra, dà questa possibilità di conoscere l'uomo com'è nella sua umanità e non nel suo ruolo che ha nella società. In questo senso, possiamo realmente studiare l'uomo come è nella sua profondità, fuori dai ruoli, e imparare anche noi stessi l'essere umano, l'essere uomo sempre alla scuola di Cristo. In questo senso direi che è assolutamente importante imparare l'uomo, l'uomo di oggi, in noi e con gli altri, ma anche sempre nell'ascolto attento al Signore e accettando in me il seme della Parola, perché in me si trasforma in frumento e diventa comunicabile agli altri.
2) Sono Don Fabio Rosini, parroco di Santa Francesca Romana all'Ardeatino. A fronte dell'attuale processo di secolarizzazione e delle sue evidenti ricadute sociali ed esistenziali, quanto mai opportunamente abbiamo, a più riprese, ricevuto dal Suo magistero, in mirabile continuità con quello del suo venerato Predecessore, l'esortazione all'urgenza del primo annuncio, allo zelo pastorale per l'evangelizzazione o rievangelizzazione, all'assunzione di una mentalità missionaria. Abbiamo compreso quanto sia importante la conversione dell'azione pastorale ordinaria, non più presupponendo la fede della massa e accontentandoci di curare quella porzione di credenti che persevera, grazie a Dio, nella vita cristiana, ma interessandoci, più decisamente e più organicamente, delle molte pecore perdute, o perlomeno disorientate. In molti e con diversi approcci, noi presbiteri romani abbiamo cercato di rispondere a questa oggettiva urgenza di rifondare o, addirittura, spesso fondare la fede. Si stanno moltiplicando le esperienze di primo annuncio e non mancano risultati anche molto incoraggianti. Personalmente posso constatare come il Vangelo, annunciato con gioia e franchezza, non tarda a guadagnare il cuore degli uomini e delle donne di questa città, proprio perchè esso è la verità e corrisponde a ciò di cui più intimamente ha bisogno la persona umana. La bellezza del Vangelo e della fede, infatti, se presentati con amorevole autenticità, sono evidenti da se stessi. Ma il riscontro numerico, talvolta sorprendentemente alto, non garantisce di per sè la bontà di un'iniziativa. La storia della Chiesa, anche recente, non manca di esempi. Un successo pastorale, paradossalmente, può nascondere un errore, una stortura di impostazione, che magari non appare immediatamente. Ecco perchè vorrei chiederle: quali devono essere i criteri imprescindibili di questa urgente azione di evangelizzazione? Quali sono, secondo lei, gli elementi che garantiscono di non correre invano nella fatica pastorale dell'annuncio a questa generazione a noi contemporanea? Le chiedo umilmente di segnalarci, nel suo prudente discernimento, i parametri da rispettare e da valorizzare per poter dire di compiere un'opera evangelizzatrice che sia genuinamente cattolica e che porti frutto nella Chiesa. La ringrazio di cuore per il suo illuminato magistero. Ci benedica.
R. Sono contento di sentire che si fa realmente questo primo annuncio, che si va oltre i limiti della comunità fedele, della parrocchia, alla ricerca delle cosiddette pecore sperdute; che si cerca di andare verso l'uomo d'oggi che vive senza Cristo, che ha dimenticato Cristo, per annunciargli il Vangelo. E sono felice di sentire che non solo si fa questo, ma che si conseguono anche dei successi numericamente confortanti. Vedo, quindi, che voi siete capaci di parlare a quelle persone nelle quali si deve rifondare, o addirittura fondare, la fede.
Per questo lavoro concreto, io non posso dare ricette, perchè sono diverse le strade da seguire, a seconda delle persone, delle loro professioni, delle varie situazioni. Il catechismo indica l'essenza di quanto annunciare. Ma è chi conosce le situazioni che deve applicare le indicazioni, trovare un metodo per aprire i cuori ed invitare a mettersi in cammino con il Signore e con la Chiesa.
Lei parla dei criteri di discernimento per non correre invano. Vorrei innanzitutto dire che tutte e due le parti sono importanti. La comunità dei fedeli è una cosa preziosa e non dobbiamo sottovalutare — anche guardando ai tanti che sono lontani — la realtà positiva e bella che costituiscono questi fedeli, i quali dicono sì al Signore nella Chiesa, cercano di vivere la fede, cercano di andare sulle orme del Signore.
Dobbiamo aiutare questi fedeli, come abbiamo detto già poco fa rispondendo alla prima domanda, a vedere la presenza della fede, a capire che non è una cosa del passato, ma che oggi mostra la strada, insegna a vivere da uomo.
È molto importante che essi trovino nel loro parroco realmente il pastore che li ama e che li aiuta a sentire oggi la Parola di Dio; a capire che è una Parola per loro e non solo per persone del passato o del futuro; che li aiuta, ancora, nella vita sacramentale, nell'esperienza della preghiera, nell'ascolto della Parola di Dio e nella vita della giustizia e della carità, perchè i cristiani dovrebbero essere fermento nella nostra società con tanti problemi e con tanti pericoli ed anche tanta corruzione che esiste.
In questo modo credo che essi possano anche interpretare un ruolo missionario «senza parole», poiché si tratta di persone che vivono realmente una vita giusta. E così offrono una testimonianza di come sia possibile vivere bene sulle strade indicate dal Signore. La nostra società ha bisogno proprio di queste comunità, capaci di vivere oggi la giustizia non solo per se stessi ma anche per l'altro. Persone che sappiano vivere, come abbiamo sentito oggi nella prima lettura, la vita. Questa lettura all'inizio dice: «Scegli la vita»: è facile dire sì. Ma poi prosegue: «La tua vita è Dio». Quindi scegliere la vita è scegliere l'opzione per la vita, che è l'opzione per Dio. Se ci sono persone o comunità che fanno questa scelta completa della vita e rendono visibile il fatto che la vita che hanno scelto è realmente vita, rendono una testimonianza di grandissimo valore.
E vengo a una seconda riflessione. Per l'annuncio abbiamo bisogno di due elementi: la Parola e la testimonianza. È necessaria, come sappiamo dal Signore stesso, la Parola che dice quanto lui ci ha detto, che fa apparire la verità di Dio, la presenza di Dio in Cristo, la strada che ci si apre davanti. Si tratta, quindi, di un annuncio nel presente, come lei ha detto, che traduce le parole del passato nel mondo della nostra esperienza. È una cosa assolutamente indispensabile, fondamentale, dare, con la testimonianza, credibilità a questa Parola, affinché non appaia solo come una bella filosofia, o come una bella utopia, ma piuttosto come realtà. Una realtà con la quale si può vivere, ma non solo: una realtà che fa vivere. In questo senso mi sembra che la testimonianza della comunità credente, come sottofondo della Parola, dell'annuncio, sia di grandissima importanza. Con la Parola dobbiamo aprire luoghi di esperienza della fede a quelli che cercano Dio. Così ha fatt0 la Chiesa antica con il catecumenato, che non era semplicemente una catechesi, una cosa dottrinale, ma un luogo di progressiva esperienza della vita della fede, nella quale poi si dischiude anche la Parola, che diventa comprensibile solo se interpretata dalla vita, realizzata dalla vita.
Quindi mi sembra importante, insieme con la Parola, la presenza di un luogo di ospitalità della fede, un luogo in cui si fa una progressiva esperienza della fede. E qui vedo anche uno dei compiti della parrocchia: ospitalità per quelli che non conoscono questa vita tipica della comunità parrocchiale. Non dobbiamo essere un cerchio chiuso in noi stessi. Abbiamo le nostre consuetudini, ma dobbiamo comunque aprirci e cercare di creare anche vestiboli, cioè spazi di avvicinamento. Uno che viene da lontano non può subito entrare nella vita formata di una parrocchia, che ha già le sue consuetudini. Per costui al momento tutto è molto sorprendente, lontano dalla sua vita. Quindi dobbiamo cercare di creare, con l'aiuto della Parola, quello che la Chiesa antica ha creato con i catecumenati: spazi in cui cominciare a vivere la Parola, a seguire la Parola, a renderla comprensibile e realistica, corrispondente a forme di esperienza reale. In questo senso mi sembra molto importante quanto lei ha accennato, cioè la necessità di collegare la Parola con la testimonianza di una vita giusta, dell'essere per gli altri, di aprirsi ai poveri, ai bisognosi, ma anche ai ricchi, che hanno bisogno di essere aperti nel loro cuore, di sentir bussare al loro cuore. Si tratta dunque di spazi diversi, a seconda della situazione.
Mi pare che in teoria si possa dire poco, ma l'esperienza concreta mostrerà le strade da seguire. E naturalmente — criterio sempre importante da seguire — bisogna essere nella grande comunione della Chiesa, anche se forse in uno spazio ancora un po' lontano: e cioè in comunione con il vescovo, con il Papa, in comunione così con il grande passato e con il grande futuro della Chiesa. Essere nella Chiesa cattolica, infatti, non implica soltanto essere in un grande cammino che ci precede, ma significa essere in prospettiva di una grande apertura al futuro. Un futuro che si apre solo in questo modo. Si potrebbe forse proseguire nel parlare dei contenuti, ma possiamo trovare un'altra occasione per questo.
3) Padre Santo, sono Don Giuseppe Forlai, vicario parrocchiale presso la parrocchia di San Giovanni Crisostomo, nel settore nord della nostra Diocesi. L'emergenza educativa, di cui autorevolmente la Santità Vostra ha parlato, è anche, come tutti sappiamo, emergenza di educatori, particolarmente credo sotto due aspetti. Prima di tutto, è necessario avere un occhio maggiore sulla continuità della presenza dell'educatore-prete. Un giovane non stringe un patto di crescita con chi se ne va dopo due o tre anni, anche perché già impegnato emotivamente a gestire relazioni con genitori che lasciano casa, nuovi partner della mamma o del papà, insegnanti precari che ogni anno si danno il cambio. Per educare bisogna stare. La prima necessità che sento è, dunque, quella di una certa stabilità sul luogo dell'educatore-sacerdote. Secondo aspetto: credo che la partita fondamentale della pastorale giovanile si giochi sul fronte della cultura. Cultura intesa come competenza emotivo-relazionale e come padronanza delle parole che i concetti contengono. Un giovane senza questa cultura può diventare il povero di domani, una persona a rischio di fallimento affettivo e un naufrago nel mondo del lavoro. Un giovane senza questa cultura rischia di rimanere un non credente o, peggio ancora, un praticante senza fede perché l'incompetenza nelle relazioni deforma la relazione con Dio e l'ignoranza delle parole blocca la comprensione dell'eccellenza della parola del Vangelo. Non basta che i giovani riempiano fisicamente lo spazio dei nostri oratori per passare un po' di tempo libero. Vorrei che l'oratorio fosse un luogo dove si impara a sviluppare competenze relazionali e dove si riceve ascolto e sostegno scolastico. Un luogo che non sia il rifugio costante di chi non ha voglia di studiare o di impegnarsi, ma una comunità di persone che elaborino quelle domande giuste che aprono al senso religioso e dove si faccia la grande carità di aiutare a pensare. E qui si dovrebbe anche aprire una seria riflessione sulla collaborazione tra oratori e insegnanti di religione. Santità, ci dica una parola autorevole in più su questi due aspetti dell'emergenza educativa: la necessaria stabilità degli operatori e l'urgenza di avere educatori-sacerdoti culturalmente capaci. Grazie.
R. Allora, cominciamo con il secondo punto. Diciamo che è più ampio e, in un certo senso, anche più facile. Certamente un oratorio nel quale si fanno solo dei giochi e si prendono delle bevande sarebbe assolutamente superfluo. Il senso di un oratorio deve realmente essere una formazione culturale, umana e cristiana di una personalità, che deve diventare una personalità matura. Su questo siamo assolutamente d'accordo e, mi sembra, proprio oggi c'è una povertà culturale dove si sanno tante cose, ma senza un cuore, senza un collegamento interiore perché manca una visione comune del mondo. E, perciò, una soluzione culturale ispirata dalla fede della Chiesa, dalla conoscenza di Dio che ci ha donato, è assolutamente necessaria. Direi proprio questa è la funzione di un oratorio: che uno non solo trovi possibilità per il tempo libero ma soprattutto trovi formazione umana integrale che rende completa la personalità.
E, quindi, naturalmente il sacerdote come educatore deve essere egli stesso formato bene e essere collocato nella cultura di oggi, ricco di cultura, per aiutare anche i giovani a entrare in una cultura ispirata dalla fede. Aggiungerei, naturalmente, che alla fine il punto di orientamento di ogni cultura è Dio, il Dio presente in Cristo. Vediamo come oggi ci sono persone con tante conoscenze, ma senza orientamento interiore. Così la scienza può essere anche pericolosa per l'uomo, perché senza orientamenti etici più profondi, lascia l'uomo all'arbitrio e, quindi, senza gli orientamenti necessari per divenire realmente un uomo. In questo senso, il cuore di ogni formazione culturale, così necessaria, deve essere senza dubbio la fede: conoscere il volto di Dio che si è mostrato in Cristo e così avere il punto di orientamento per tutta l'altra cultura, che altrimenti diventa disorientata e disorientante. Una cultura senza conoscenza personale di Dio e senza conoscenza del volto di Dio in Cristo, è una cultura che potrebbe essere anche distruttiva, perché non conosce gli orientamenti etici necessari. In questo senso, mi sembra, abbiamo noi realmente una missione di formazione culturale e umana profonda, che si apre a tutte le ricchezze della cultura del nostro tempo, ma dà anche il criterio, il discernimento per provare quanto è cultura vera e quanto potrebbe divenire anti-cultura.
Molto più difficile per me è la prima domanda — la domanda è anche a Sua Eminenza — cioè la permanenza del giovane sacerdote per dare orientamento ai giovani. Senza dubbio una relazione personale con l'educatore è importante e deve avere anche la possibilità di un certo periodo per orientarsi insieme. E, in questo senso posso, essere d'accordo che il sacerdote, punto di orientamento per i giovani, non può cambiare ogni giorno, perché così perde proprio questo orientamento. D'altra parte, il giovane sacerdote deve anche fare delle esperienze diverse in contesti culturali diversi, proprio per arrivare, alla fine, al bagaglio culturale necessario per essere, come parroco, punto di riferimento per lungo tempo alla parrocchia. E, direi, nella vita del giovane le dimensioni del tempo sono diverse dalla vita di un adulto. I tre anni, dall'anno sedicesimo al diciannovesimo, sono almeno così lunghi e importanti come gli anni tra i quaranta e i cinquanta. Proprio qui, infatti, si forma la personalità: è un cammino interiore di grande importanza, di grande estensione esistenziale. In questo senso, direi che tre anni per un vice parroco è un bel tempo per formare una generazione di giovani; e così, dall'altra parte, può anche conoscere altri contesti, imparare in altre parrocchie altre situazioni, arricchire il suo bagaglio umano. Questo è sempre un tempo non tanto breve per una certa continuità, un cammino educativo dell'esperienza comune, dell'imparare l'essere uomo. Peraltro, come ho detto, nella gioventù tre anni sono un tempo decisivo e lunghissimo, perché qui si forma realmente la personalità futura. Mi sembra, quindi, che si potrebbero conciliare i due bisogni: da una parte, che il sacerdote giovane abbia possibilità di esperienze diverse per arricchire il suo bagaglio di esperienza umana; dall'altra, la necessità di stare un determinato tempo con i giovani per introdurli realmente nella vita, per insegnare loro a essere persone umane. In questo senso, penso a una conciliabilità dei due aspetti: esperienze diverse per un giovane sacerdote, continuità dell'accompagnamento dei giovani per guidarli nella vita. Ma non so che cosa il Cardinale Vicario ci potrà dire in questo senso.
Cardinale Vicario:
Padre Santo, naturalmente condivido queste due esigenze, la composizione tra le due esigenze. A me sembra, per quel poco che ho potuto conoscere, che a Roma in qualche modo si conservi una certa stabilità dei giovani sacerdoti presso le parrocchie per almeno alcuni anni, salvo eccezioni. Possono sempre esserci delle eccezioni. Ma il vero problema talvolta nasce da gravi esigenze o da situazioni concrete, soprattutto nelle relazioni tra parroco e vicario parrocchiale — e qui tocco un nervo scoperto — e poi anche dalla scarsezza di giovani sacerdoti. Come ho avuto anche modo di dirle quando mi ha ricevuto in udienza, uno dei gravi problemi della nostra Diocesi è proprio il numero delle vocazioni al sacerdozio. Personalmente sono convinto che il Signore chiama, che continua a chiamare. Forse noi dovremmo fare anche di più. Roma può dare vocazioni, le darà, sono convinto. Ma in tutta questa complessa materia talvolta interferiscono molti aspetti. Sicuramente una certa stabilità credo sia stata garantita e anche io, per quello che potrò, nelle linee che ci ha indicato il Santo Padre, mi regolerò.
4) Santità, sono Don Giampiero Ialongo, uno dei tanti parroci che svolge il suo ministero nella periferia di Roma, fisicamente a Torre Angela, al confine con Torbellamonaca, Borghesiana, Borgata Finocchio, Colle Prenestino. Periferie, queste, come tante altre, spesso dimenticate e trascurate dalle istituzioni. Sono felice che questo pomeriggio ci abbia convocato il presidente del Municipio: vedremo che cosa potrà scaturire da questo incontro con la municipalità. E, forse, più di altre zone della nostra città, le nostre periferie avvertono veramente forte il disagio che la crisi economica internazionale inizia proprio a far pesare sulle condizioni concrete di vita di non poche famiglie. Come Caritas parrocchiale, ma soprattutto anche come Caritas diocesana, portiamo avanti tante iniziative che sono volte prima di tutto all'ascolto, ma anche poi a un aiuto materiale, concreto, verso quanti — senza distinzione di razza, di culture, di religioni — a noi si rivolgono. Nonostante ciò, ci andiamo sempre più rendendo conto che ci troviamo dinanzi una vera e propria emergenza. Mi sembra che tante, troppe persone — non solo pensionati ma anche chi ha un regolare impiego, un contratto a tempo indeterminato — trovino grandi difficoltà a far quadrare il proprio bilancio familiare. Pacchi-viveri, come noi facciamo, un po' di indumenti, talvolta dei concreti aiuti economici per pagare le bollette o l'affitto, possono essere sì un aiuto ma non credo una soluzione. Sono convinto che come Chiesa dovremmo interrogarci di più su cosa possiamo fare, ma ancor più sui motivi che hanno portato a questa generalizzata situazione di crisi. Dovremmo avere il coraggio di denunciare un sistema economico e finanziario ingiusto nelle sue radici. E non credo che dinanzi a queste sperequazioni, introdotte da questo sistema, basti soltanto un po' di ottimismo. Serve una parola autorevole, una parola libera, che aiuti i cristiani, come già in qualche modo ha detto, Santo Padre, a gestire con sapienza evangelica e con responsabilità i beni che Dio ha donato e ha donato per tutti e non solo per pochi. Questa parola, come già ha fatto altre volte — perché altre volte abbiamo ascoltato la sua parola su questo — sarei desideroso di ascoltare ancora una volta in questo contesto. Grazie, Santità!
R. Innanzitutto vorrei ringraziare il Cardinale Vicario per la parola di fiducia: Roma può dare più candidati per la messe del Signore. Dobbiamo soprattutto pregare il Signore della messe, ma anche fare la nostra parte per incoraggiare i giovani a dire sì al Signore. E, naturalmente, proprio i giovani sacerdoti sono chiamati a dare l'esempio alla gioventù di oggi che è bene lavorare per il Signore. In questo senso, siamo pieni di speranza. Preghiamo il Signore e facciamo il nostro.
Adesso questa questione che tocca il nervo dei problemi del nostro tempo. Io distinguerei due livelli. Il primo è il livello della macroeconomia, che poi si realizza e va fino all'ultimo cittadino, il quale sente le conseguenze di una costruzione sbagliata. Naturalmente, denunciare questo è un dovere della Chiesa. Come sapete, da molto tempo prepariamo un'Enciclica su questi punti. E nel cammino lungo vedo com'è difficile parlare con competenza, perché se non è affrontata con competenza una certa realtà economica non può essere credibile. E, d'altra parte, occorre anche parlare con una grande consapevolezza etica, diciamo creata e svegliata da una coscienza formata dal Vangelo. Quindi bisogna denunciare questi errori fondamentali che sono adesso mostrati nel crollo delle grandi banche americane, gli errori nel fondo. Alla fine, è l'avarizia umana come peccato o, come dice la Lettera ai Colossesi, avarizia come idolatria. Noi dobbiamo denunciare questa idolatria che sta contro il vero Dio e la falsificazione dell'immagine di Dio con un altro Dio, «mammona». Dobbiamo farlo con coraggio ma anche con concretezza. Perché i grandi moralismi non aiutano se non sono sostanziati con conoscenze delle realtà, che aiutano anche a capire che cosa si può in concreto fare per cambiare man mano la situazione. E, naturalmente, per poterlo fare è necessaria la conoscenza di questa verità e la buona volontà di tutti.
Qui siamo al punto forte: esiste realmente il peccato originale? Se non esistesse potremmo far appello alla ragione lucida, con argomenti che a ognuno sono accessibili e incontestabili, e alla buona volontà che esiste in tutti. Semplicemente così potremmo andare avanti bene e riformare l'umanità. Ma non è così: la ragione — anche la nostra — è oscurata, lo vediamo ogni giorno. Perché l'egoismo, la radice dell'avarizia, sta nel voler soprattutto me stesso e il mondo per me. Esiste in tutti noi. Questo è l'oscuramento della ragione: essa può essere molto dotta, con argomenti scientifici bellissimi, e tuttavia è oscurata da false premesse. Così va con grande intelligenza e con grandi passi avanti sulla strada sbagliata. Anche la volontà è, diciamo, curvata, dicono i Padri: non è semplicemente disponibile a fare il bene ma cerca soprattutto se stesso o il bene del proprio gruppo. Perciò trovare realmente la strada della ragione, della ragione vera, è già una cosa non facile e si sviluppa difficilmente in un dialogo. Senza la luce della fede, che entra nelle tenebre del peccato originale, la ragione non può andare avanti. Ma proprio la fede trova poi la resistenza della nostra volontà. Questa non vuol vedere la strada, che costituirebbe anche una strada di rinuncia a se stessi e di una correzione della propria volontà in favore dell'altro e non per se stessi.
Perciò occorre, direi, la denuncia ragionevole e ragionata degli errori, non con grandi moralismi, ma con ragioni concrete che si fanno comprensibili nel mondo dell'economia di oggi. La denuncia di questo è importante, è un mandato per la Chiesa da sempre. Sappiamo che nella nuova situazione creatasi con il mondo industriale, la dottrina sociale della Chiesa, cominciando da Leone XIII, cerca di fare queste denunce — e non solo le denunce, che non sono sufficienti — ma anche di mostrare le strade difficili dove, passo per passo, si esige l'assenso della ragione e l'assenso della volontà, insieme alla correzione della mia coscienza, alla volontà di rinunciare in un certo senso a me stesso per poter collaborare a quello che è il vero scopo della vita umana, dell'umanità.
Detto questo, la Chiesa ha sempre il compito di essere vigilante, di cercare essa stessa con le migliori forze che ha le ragioni del mondo economico, di entrare in questo ragionamento e di illuminare questo ragionamento con la fede che ci libera dall'egoismo del peccato originale. È compito della Chiesa entrare in questo discernimento, in questo ragionamento, farsi sentire, anche ai diversi livelli nazionali e internazionali, per aiutare e correggere. E questo non è un lavoro facile, perché tanti interessi personali e di gruppi nazionali si oppongono a una correzione radicale. Forse è pessimismo, ma a me sembra realismo: fino a quando c'è il peccato originale non arriveremo mai a una correzione radicale e totale. Tuttavia dobbiamo fare di tutto per correzioni almeno provvisorie, sufficienti per far vivere l'umanità e per ostacolare la dominazione dell'egoismo, che si presenta sotto pretesti di scienza e di economia nazionale e internazionale.
Questo è il primo livello. L'altro è essere realisti. E vedere che questi grandi scopi della macroscienza non si realizzano nella microscienza — la macroeconomia nella microeconomia — senza la conversione dei cuori. Se non ci sono i giusti, anche la giustizia non c'è. Dobbiamo accettare questo. Perciò l'educazione alla giustizia è uno scopo prioritario, potremmo dire anche la priorità. Perché san Paolo dice che la giustificazione è l'effetto dell'opera di Cristo, non è un concetto astratto, riguardante peccati che oggi non ci interessano, ma si riferisce proprio alla giustizia integrale. Dio solo può darcela, ma ce la dà con la nostra cooperazione su diversi livelli, in tutti i livelli possibili.
La giustizia non si può creare nel mondo solo con modelli economici buoni, che sono necessari. La giustizia si realizza solo se ci sono i giusti. E i giusti non ci sono se non c'è il lavoro umile, quotidiano, di convertire i cuori. E di creare giustizia nei cuori. Solo così si estende anche la giustizia correttiva. Perciò il lavoro dei parroco è così fondamentale non solo per la parrocchia, ma per l'umanità. Perché se non ci sono i giusti, come ho detto, la giustizia rimane astratta. E le strutture buone non si realizzano se si oppone l'egoismo anche di persone competenti.
Questo nostro lavoro, umile, quotidiano, è fondamentale per arrivare ai grandi scopi dell'umanità. E dobbiamo lavorare insieme su tutti i livelli. La Chiesa universale deve denunciare, ma anche annunciare che cosa si può fare e come si può fare. Le conferenze episcopali e i vescovi devono agire. Ma tutti dobbiamo educare alla giustizia. Mi sembra che sia ancora oggi vero e realistico il dialogo di Abramo con Dio (Genesi, 18, 22-33), quando il primo dice: davvero distruggerai la città? forse ci sono cinquanta giusti, forse dieci giusti. E dieci giusti sono sufficienti per far sopravvivere la città. Ora, se mancano dieci giusti, con tutta la dottrina economica, la società non sopravvive. Perciò dobbiamo fare il necessario per educare e garantire almeno dieci giusti, ma se possibile molti di più. Proprio con il nostro annuncio facciamo sì che ci siano tanti giusti, che sia realmente presente la giustizia nel mondo.
Come effetto, i due livelli sono inseparabili. Se, da una parte, non annunciamo la macrogiustizia quella micro non cresce. Ma, d'altra parte, se non facciamo il lavoro molto umile della microgiustizia anche quella macro non cresce. E sempre, come ho detto nella mia prima Enciclica, con tutti i sistemi che possono crescere nel mondo, oltre la giustizia che cerchiamo rimane necessaria la carità. Aprire i cuori alla giustizia e alla carità è educare alla fede, è guidare a Dio.
5) Santo Padre, sono Don Marco Valentini, vicario presso la parrocchia Sant'Ambrogio. Quando ero in formazione non mi rendevo conto, come ora, dell'importanza della liturgia. Certamente le celebrazioni non mancavano, ma non capivo molto come essa sia «il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e la fonte da cui promana tutta la sua energia» (Sacrosanctum Concilium, 10). La consideravo, piuttosto, un fatto tecnico per la buona riuscita di una celebrazione o una pratica pia e non piuttosto un contatto con il mistero che salva, un lasciarsi conformare a Cristo per essere luce del mondo, una fonte di teologia, un mezzo per realizzare la tanto auspicata integrazione tra ciò che si studia e la vita spirituale. D'altro canto pensavo che la liturgia non fosse strettamente necessaria per essere cristiani o salvi e che bastasse sforzarsi di mettere in pratica le Beatitudini. Ora mi chiedo cosa sarebbe la carità senza la liturgia e se senza di essa la nostra fede non si ridurrebbe ad una morale, un'idea, una dottrina, un fatto del passato e noi sacerdoti non sembreremmo più insegnanti o consiglieri che mistagoghi che introducano le persone nel mistero. La stessa Parola di Dio è un annuncio che si realizza nella liturgia e che con essa ha un rapporto sorprendente: Sacrosanctum Concilium 6; Praenotanda del Lezionario 4 e 10. E pensiamo anche al brano di Emmaus o del funzionario etiope (Atti, 8). Perciò arrivo alla domanda. Senza nulla togliere alla formazione umana, filosofica, psicologica, nelle università e nei seminari, vorrei capire se la nostra specificità non richieda una maggiore formazione liturgica, oppure se l'attuale prassi e struttura degli studi già soddisfino sufficientemente la Costituzione Sacrosanctum Concilium 16, quando dice che la liturgia va computata tra le materie necessarie e più importanti, principali, e va insegnata sotto l'aspetto teologico, storico, spirituale, pastorale e giuridico e che i professori delle altre materie abbiano cura che la connessione con la liturgia risulti chiara. Ho fatto tale domanda perché, prendendo spunto dal proemio del decreto Optatam totius, mi sembra che le molteplici azioni della Chiesa nel mondo e la nostra stessa efficacia pastorale, dipendano molto dall'autocoscienza che abbiamo dell'inesauribile mistero del nostro essere battezzati, crismati e sacerdoti.
R. Dunque, se ho capito bene, si tratta della questione: quale sia, nell'insieme del nostro lavoro pastorale, molteplice e con tante dimensioni, lo spazio e il luogo dell'educazione liturgica e della realtà del celebrare il mistero. In questo senso, mi sembra, è anche una questione sull'unità del nostro annuncio e del nostro lavoro pastorale, che ha tante dimensioni. Dobbiamo cercare che cosa è il punto unificante, affinché queste tante occupazioni che abbiamo siano tutte insieme un lavoro del pastore. Se ho capito bene, lei è del parere che il punto unificante, che crea la sintesi di tutte le dimensioni del nostro lavoro e della nostra fede, potrebbe proprio essere la celebrazione dei misteri. E, quindi, la mistagogia, che ci insegna a celebrare.
Per me è importante realmente che i sacramenti, la celebrazione eucaristica dei sacramenti, non sia una cosa un po' strana accanto a lavori più contemporanei come l'educazione morale, economica, tutte le cose che abbiamo già detto. Può accadere facilmente che il sacramento rimanga un po' isolato in un contesto più pragmatico e divenga una realtà non del tutto inserita nella totalità del nostro essere umano. Grazie per la domanda, perché realmente noi dobbiamo insegnare a essere uomo. Dobbiamo insegnare questa grande arte: come essere un uomo. Questo esige, come abbiamo visto, tante cose: dalla grande denuncia del peccato originale nelle radici della nostra economia e nei tanti rami della nostra vita, fino a concrete guide alla giustizia, fino all'annuncio ai non credenti. Ma i misteri non sono una cosa esotica nel cosmo delle realtà più pratiche. Il mistero è il cuore dal quale viene la nostra forza e al quale ritorniamo per trovare questo centro. E perciò penso che la catechesi diciamo mistagogica è realmente importante. Mistagogica vuol dire anche realistica, riferita alla vita di noi uomini di oggi. Se è vero che l'uomo in sé non ha la sua misura — che cosa è giusto e che cosa non lo è — ma trova la sua misura fuori di sé, in Dio, è importante che questo Dio non sia lontano ma sia riconoscibile, sia concreto, entri nella nostra vita e sia realmente un amico con il quale possiamo parlare e che parla con noi. Dobbiamo imparare a celebrare l'Eucaristia, imparare a conoscere Gesù Cristo, il Dio con il volto umano, da vicino, entrare realmente con Lui in contatto, imparare ad ascoltarLo e imparare a lasciarLo entrare in noi. Perché la comunione sacramentale è proprio questa interpenetrazione tra due persone.
Non prendo un pezzo di pane o di carne, prendo o apro il mio cuore perché entri il Risorto nel contesto del mio essere, perché sia dentro di me e non solo fuori di me, e così parli dentro di me e trasformi il mio essere, mi dia il senso della giustizia, il dinamismo della giustizia, lo zelo per il Vangelo.
Questa celebrazione, nella quale Dio si fa non solo vicino a noi, ma entra nel tessuto della nostra esistenza, è fondamentale per poter realmente vivere con Dio e per Dio e portare la luce di Dio in questo mondo. Non entriamo adesso in troppi dettagli. Ma è sempre importante che la catechesi sacramentale sia una catechesi esistenziale. Naturalmente, pur accettando e imparando sempre più l'aspetto misterico — là dove finiscono le parole e i ragionamenti — essa è totalmente realistica, perché porta me a Dio e Dio a me. Mi porta all'altro perché l'altro riceve lo stesso Cristo, come me. Quindi se in lui e in me c'è lo stesso Cristo, anche noi due non siamo più individui separati. Qui nasce la dottrina del Corpo di Cristo, perché siamo tutti incorporati se riceviamo bene l'Eucaristia nello stesso Cristo. Quindi il prossimo è realmente prossimo: non siamo due «io» separati, ma siamo uniti nello stesso «io» di Cristo. Con altre parole, la catechesi eucaristica e sacramentale deve realmente arrivare al vivo della nostra esistenza, essere proprio educazione ad aprirmi alla voce di Dio, a lasciarmi aprire perché rompa questo peccato originale dell'egoismo e sia apertura della mia esistenza in profondità, tale che possa divenire un vero giusto. In questo senso, mi sembra che tutti dobbiamo imparare sempre meglio la liturgia, non come una cosa esotica, ma come il cuore del nostro essere cristiani, che non si apre facilmente a un uomo distante, ma è proprio, dall'altra parte, l'apertura verso l'altro, verso il mondo. Dobbiamo tutti collaborare per celebrare sempre più profondamente l'Eucaristia: non solo come rito, ma come processo esistenziale che mi tocca nella mia intimità, più che ogni altra cosa, e mi cambia, mi trasforma. E trasformando me, dà inizio anche alla trasformazione del mondo che il Signore desidera e per la quale vuol farci suoi strumenti.
6) Beatissimo Padre, sono padre Lucio Maria Zappatore, carmelitano, parroco della parrocchia di santa Maria Regina Mundi, a Torrespaccata.
Per giustificare il mio intervento, mi riallaccio a quanto lei ha detto domenica scorsa, durante la preghiera dell'Angelus, a proposito del ministero petrino. Lei ha parlato del ministero singolare e specifico del vescovo di Roma, il quale presiede alla comunione universale della carità. Io le chiedo di continuare questa riflessione allargandola alla Chiesa universale: qual è il il carisma singolare della Chiesa di Roma e quali sono le caratteristiche che fanno, per un dono misterioso della Provvidenza, unica al mondo? L'avere come vescovo il Papa della Chiesa universale, cosa comporta nella sua missione, oggi in particolare? Non vogliamo conoscere i nostri privilegi: una volta si diceva: Parochus in urbe, episcopus in orbe; ma vogliamo sapere come vivere questo carisma, questo dono di vivere come preti a Roma e cosa si aspetta lei da noi parroci romani.
Fra pochi giorni lei si recherà al Campidoglio per incontrare le autorità civili di Roma e parlerà dei problemi materiali della nostra città: oggi le chiediamo di parlare a noi dei problemi spirituali di Roma e della sua Chiesa. E, a proposito della sua visita al Campidoglio, mi sono permesso di dedicarle un sonetto in romanesco, chiedendole la compiacenza di ascoltarlo.
Er Papa che salisce al Campidojo / è un fatto che te lassa senza fiato / perchè 'sta vortas sòrte for dar sojo, / pe creanza che tiè 'n bon vicinato. / Er sindaco e la giunta con orgojo / jànno fatto 'n invito , er più accorato, / perchè Roma, se sà, vojo o nun vojo /nun po' fa' proprio a meno der papato. / Roma, tu ciài avuto drento ar petto / la forza pè portà la civirtà. / Quanno Pietro t'ha messo lo zicchetto / eterna Dio t'ha fatto addiventà. / Accoji allora er Papa Benedetto / che sale a beneditte e a ringrazià!
R. Grazie. Abbiamo sentito parlare il cuore romano, che è un cuore di poesia. È molto bello sentir parlare un po' in romanesco e sentire che la poesia è profondamente radicata nel cuore romano. Questo forse è un privilegio naturale che il Signore ha dato ai romani. È un carisma naturale che precede quelli ecclesiali.
La sua domanda, se ho capito bene, si compone di due parti. Anzitutto, cosa è la responsabilità concreta del vescovo di Roma oggi. Ma poi lei estende giustamente il privilegio petrino a tutta la Chiesa di Roma — così era considerato anche nella Chiesa antica — e chiede quali siano gli obblighi della Chiesa di Roma per rispondere a questa sua vocazione.
Non è necessario sviluppare qui la dottrina del primato, la conoscete tutti molto bene. Importante è soffermarci sul fatto che realmente il Successore di Pietro, il ministero di Pietro, garantisce l'universalità della Chiesa, questa trascendenza di nazionalismi e di altre frontiere che esistono nell'umanità di oggi, per essere realmente una Chiesa nella diversità e nella ricchezza delle tante culture.
Vediamo come anche le altre comunità ecclesiali, le altre Chiese avvertano il bisogno di un punto unificante per non cadere nel nazionalismo, nell'identificazione con una determinata cultura, per essere realmente aperti, tutti per tutti e per essere quasi costretti ad aprirsi sempre verso tutti gli altri.
Mi sembra che questo sia il ministero fondamentale del Successore di Pietro: garantire questa cattolicità che implica molteplicità, diversità, ricchezza di culture, rispetto delle diversità e che, nello stesso tempo, esclude assolutizzazione e unisce tutti, li obbliga ad aprirsi, ad uscire dall'assolutizzazione del proprio per trovarsi nell'unità della famiglia di Dio che il Signore ha voluto e per la quale garantisce il Successore di Pietro, come unità nella diversità.
Naturalmente la Chiesa del Successore di Pietro deve portare, con il suo vescovo, questo peso, questa gioia del dono della sua responsabilità. Nell'apocalisse il vescovo appare infatti come angelo della sua Chiesa, cioè un po' come l'incorporazione della sua Chiesa, alla quale deve rispondere l'essere della Chiesa stessa. Quindi la Chiesa di Roma, insieme con il Successore di Pietro e come sua Chiesa particolare, deve garantire proprio questa universalità, questa apertura, questa responsabilità per la trascendenza dell'amore, questo presiedere nell'amore che esclude particolarismi. Deve anche garantire la fedeltà alla Parola del Signore, al dono della fede, che non abbiamo inventato noi ma che è realmente il dono che solo da Dio stesso poteva venire. Questo è e sarà sempre il dovere, ma anche il privilegio, della Chiesa di Roma, contro le mode, contro i particolarismi, contro l'assolutizzazione di alcuni aspetti, contro eresie che sono sempre assolutizzazioni di un aspetto. Anche il dovere di garantire l'universalità e la fedeltà all'integralità, alla ricchezza della sua fede, del suo cammino nella storia che si apre sempre al futuro. E insieme con questa testimonianza della fede e dell'universalità, naturalmente deve dare l'esempio della carità.
Così ci dice sant'Ignazio, identificando in questa parola un po' enigmatica, il sacramento dell'Eucaristia, l'azione dell'amare gli altri. E questo, per tornare al punto precedente, è molto importante: cioè questa identificazione con l'Eucaristia che è agape, è carità, è la presenza della carità che si è donata in Cristo. Deve sempre essere carità, segno e causa di carità nell'aprirsi verso gli altri, di questo donarsi agli altri, di questa responsabilità verso i bisognosi, verso i poveri, verso i dimenticati. Questa è una grande responsabilità.
Al presiedere nell'Eucaristia segue il presiedere nella carità, che può essere testimoniata solo dalla comunità stessa. Questo mi sembra il grande compito, la grande domanda per la Chiesa di Roma: essere realmente esempio e punto di partenza della carità. In questo senso è presidio della carità.
Nel presbiterio di Roma siamo di tutti i continenti, di tutte le razze, di tutte le filosofie e di tutte le culture. Sono lieto che proprio il presbiterio di Roma esprima l'universalità, nell'unità della piccola Chiesa locale la presenza della Chiesa universale. Più difficile ed esigente è essere anche e realmente portatori della testimonianza, della carità, dello stare tra gli altri con il nostro Signore. Possiamo solo pregare il Signore che ci aiuti nelle singole parrocchie, nelle singole comunità, e che tutti insieme possiamo essere realmente fedeli a questo dono, a questo mandato: presiedere la carità.
7) Santo Padre, sono padre Guillermo M. Cassone, della comunità dei padri di Schoenstatt a Roma, vicario parrocchiale nella parrocchia dei santi Patroni d'Italia, San Francesco e Santa Caterina, in Trastevere.
Dopo il Sinodo sulla Parola di Dio, riflettendo sulla Proposizione 55, «Maria Mater Dei et Mater fidei», mi sono chiesto come migliorare il rapporto fra la Parola di Dio e la pietà mariana, sia nella vita spirituale sacerdotale e sia nell'azione pastorale. Due immagini mi aiutano: l'annunciazione per l'ascolto, e la visitazione per l'annuncio. Vorrei chiederle, Santità, di illuminarci con il suo insegnamento su questo tema. La ringrazio per questo dono.
R. Mi sembra che lei ci abbia dato anche la risposta alla sua domanda. Realmente Maria è la donna dell'ascolto: lo vediamo nell'incontro con l'Angelo e lo rivediamo in tutte le scene della sua vita, dalle nozze di Cana, fino alla croce e fino al giorno di Pentecoste, quando è in mezzo agli apostoli proprio per accogliere lo Spirito. È il simbolo dell'apertura, della Chiesa che attende la venuta dello Spirito Santo.
Nel momento dell'annuncio possiamo cogliere già l'atteggiamento dell'ascolto — un ascolto vero, un ascolto da interiorizzare, che non dice semplicemente sì, ma assimila la Parola, prende la Parola — e poi far seguire la vera obbedienza, come se fosse una Parola interiorizzata, cioè divenuta Parola in me e per me, quasi forma della mia vita. Questo mi sembra molto bello: vedere questo ascolto attivo, un ascolto cioè che attira la Parola in modo che entri e diventi in me Parola, riflettendola e accettandola fino all'intimo del cuore. Così la Parola diventa incarnazione.
Lo stesso vediamo nel Magnificat. Sappiamo che è un tessuto fatto di parole dell'Antico Testamento. Vediamo che Maria realmente è una donna di ascolto, che conosceva nel cuore la Scrittura. Non conosceva solo alcuni testi, ma era così identificata con la Parola che le parole dell'Antico Testamento diventano, sintetizzate, un canto nel suo cuore e nelle sua labbra. Vediamo che realmente la sua vita era penetrata della Parola; era entrata nella Parola, l'aveva assimilata ed era divenuta vita in sé, trasformandosi poi di nuovo in Parola di lode e di annuncio della grandezza di Dio.
Mi sembra che san Luca, riferendosi a Maria, dica almeno tre volte, forse quattro volte, che ha assimilato e conservato nel suo cuore le Parole. Era, per i Padri, il modello della Chiesa, il modello del credente che conserva la Parola, porta in sé la Parola; non solo la legge, la interpreta con l'intelletto per sapere cosa è stata in quel tempo, quali sono i problemi filologici. Tutto questo è interessante, importante, ma è più importante sentire la Parola che va conservata e che diventa Parola in me, vita in me e presenza del Signore. Perciò mi sembra importante il nesso tra mariologia e teologia della Parola, del quale anche hanno parlato i Padri sinodali e del quale parleremo nel documento post-sinodale.
È ovvio: Madonna è parola dell'ascolto, parola silenziosa, ma anche parola della lode, dell'annuncio, perché la Parola nell'ascolto diventa di nuovo carne e diventa così presenza della grandezza di Dio.
8) Santo Padre, sono Pietro Riggi e sono un salesiano che opera al Borgo ragazzi Don Bosco, le volevo chiedere: il Concilio Vaticano ii ha portato tante importatissime novità nella Chiesa, ma non ha abolito le cose che già vi erano. Mi sembra che diversi sacerdoti o teologi vorrebbero far passare come spirito del Concilio ciò che invece non c'entra con il Concilio stesso. Ad esempio le indulgenze. Esiste il Manuale delle indulgenze della Penitenzieria apostolica, attraverso le indulgenze si attinge al tesoro della Chiesa e si possono suffragare le anime del Purgatorio. Esiste un calendario liturgico in cui si dice quando e come si possono lucrare le indulgenze plenarie, ma tanti sacerdoti non ne parlano più, impedendo di fare arrivare suffragi importantissimi alle anime del Purgatorio. Le benedizioni. Vi è il Manuale delle benedizioni in cui si prevede la benedizione di persone, ambienti, oggetti e prefino di alimenti. Ma molti sacerdoti sconoscono queste cose, altri le ritengono preconciliari, così mandano via quei fedeli che chiedono quello che per diritto dovrebbero avere.
Le pratiche di pietà più conosciute. I primi venerdì del mese non sono stati aboliti dal Concilio Vaticano II, ma tanti sacerdoti non ne parlano più, oppure, addirittura, ne parlano male. Oggi vi è un senso di avversione a tutto questo, perché le vedono antiche e dannose, come cose vecchie e preconciliari, mentre ritengo che tutte queste preghiere e pratiche cristiane sono attualissime e molto importanti, che vanno riprese e spiegate adeguatamente al Popolo di Dio, nel sano equilibrio e nella verità a completezza del Vaticano II.
Volevo anche chiederle: una volta lei parlando di Fatima ha detto che vi è un legame tra Fatima e Akita, le lacrimazioni della Madonna in Giappone. Sia Paolo vi che Giovanni Paolo II hanno celebrato a Fatima una messa solenne ed hanno utilizzato lo stesso brano della sacra Scrittura, Apocalisse 12, la donna vestita di sole che lotta una battaglia decisiva contro il serpente antico, il diavolo, satana. C'è affinità tra Fatima e Apocalisse 12?
Concludo: l'anno scorso un sacerdote le ha regalato un quadro, io non so dipingere ma volevo anch'io farle un regalo, così ho pensato di farle dono di tre libri che ho scritto di recente, spero che le piacciano.
R. Sono realtà delle quali il Concilio non ha parlato, ma che suppone come realtà nella Chiesa. Esse vivono nella Chiesa e si sviluppano. Adesso non è il momento per entrare nel grande tema delle indulgenze. Paolo vi ha riordinato questo tema e ci indica il filo per capirlo. Direi che si tratta semplicemente di uno scambio di doni, cioè quanto nella Chiesa esiste di bene, esiste per tutti. Con questa chiave dell'indulgenza possiamo entrare in questa comunione dei beni della Chiesa. I protestanti si oppongono affermando che l'unico tesoro è Cristo. Ma per me la cosa meravigliosa è che Cristo — il quale realmente è più che sufficiente nel suo amore infinito, nella sua divinità e umanità — voleva aggiungere, a quanto ha fatto lui, anche la nostra povertà.
Non ci considera solo come oggetti della sua misericordia, ma ci fa soggetti della misericordia e dell'amore insieme con Lui, quasi che — anche se non quantitativamente, almeno in senso misterico — ci volesse aggiungere al grande tesoro del corpo di Cristo. Voleva essere il Capo con il corpo. E voleva che con il corpo fosse completato il mistero della sua redenzione. Gesù voleva avere la Chiesa come suo corpo, nel quale si realizza tutta la ricchezza di quanto ha fatto. Da questo mistero risulta proprio che esiste un tesaurus ecclesiae, che il corpo, come il capo, dona tanto e noi possiamo avere l'uno dall'altro e possiamo donare l'uno all'altro.
E così vale anche per le altre cose. Per esempio, i venerdì del sacro Cuore: è una cosa molto bella nella Chiesa. Non sono cose necessarie, ma cresciute nella ricchezza della meditazione del mistero. Così il Signore ci offre nella Chiesa queste possibilità. Non mi sembra adesso il momento di entrare in tutti i dettagli. Ognuno può più o meno capire cosa è meno importante di un'altra; ma nessuno dovrebbe disprezzare questa ricchezza, cresciuta nei secoli come offerta e come moltiplicazione delle luci nella Chiesa. Unica è la luce di Cristo. Appare in tutti i suoi colori e offre la conoscenza della ricchezza del suo dono, l'interazione tra capo e corpo, l'interazione tra le membra, così che possiamo essere veramente insieme un organismo vivente, nel quale ognuno dona a tutti, e tutti donano il Signore, il quale ci ha donato tutto se stesso.
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
Il saluto del cardinale vicario Agostino Vallini
All'inizio dell'incontro, il cardinale vicario Agostino Vallini ha rivolto al Papa un indirizzo di saluto.
Padre Santo,
sono molto lieto di presentarLe il saluto devoto e filiale del vicegerente, dei vescovi ausiliari, dei parroci, dei vicari parrocchiali, dei sacerdoti del Vicariato e dei seminari, dei collaboratori nei diversi ministeri e servizi pastorali della diocesi di Roma, dei diaconi permanenti, qui convenuti per il tradizionale e atteso incontro di inizio della quaresima.
La ringraziamo per questa udienza, che ha un carattere peculiare. Ci è dato sperimentare la gioia di un incontro che definirei "di famiglia", tra il padre e i figli, tra il vescovo e i suoi sacerdoti. A noi, preti romani, questa mattina è concesso di vivere quell'esperienza che fecero i discepoli, di cui ci parla l'evangelista Marco: "Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, voi soli, ...e riposatevi un po' "" (Marco, 6, 30-31),
Nel cuore dell'anno pastorale, mentre sperimentiamo la gioia di spenderci generosamente ogni giorno per l'annuncio del Vangelo e la crescita delle comunità ecclesiali a noi affidate in questa nostra città di Roma, e insieme avvertiamo anche il peso e le difficoltà del ministero, che talvolta - per tante ragioni - può apparirci poco fruttuoso, incontriamo Pietro, la roccia, "il principio e il fondamento perpetuo e visibile dell'unità della fede e della comunione" (Lumen gentium, 18) e nel suo volto scorgiamo i tratti del volto di Cristo, buon pastore, che ci accoglie e ci dice: venite, riposatevi un po', raccontatemi, parlatemi della vostra vita e del vostro ministero pastorale.
È quello che faremo fra un momento, attraverso le voci dei sacerdoti che interverranno. E lo faremo per dirle la nostra gioia, i nostri successi pastorali, ma anche le nostre fatiche, le nostre pene, i nostri dubbi, le nostre speranze. E questo spirituale riposo - ne siamo certi - ci rinfrancherà; la sua parola ci illuminerà, ci incoraggerà e ci conforterà.
Come tante volte ella ci ha ripetuto, viviamo un tempo non facile e molte sfide si pongono alla Chiesa; Roma è profondamente mutata e anche i programmi pastorali e la prassi ordinaria del ministero hanno bisogno di essere meglio adeguati alle nuove esigenze. È per questo che, d'intesa con gli organismi diocesani, abbiamo creduto opportuno di studiare le modalità per una verifica degli ambiti essenziali della pastorale diocesana nell'ultimo decennio, che ci impegnerà nei prossimi mesi e i cui risultati sottoporremo a lei, nostro vescovo. In questo lavoro ci accompagni con la sua preghiera.
Padre Santo, sono trascorsi soltanto pochi mesi da quando ella, con atto di singolare benevolenza, ha voluto affidarmi l'ufficio di suo Vicario per la diocesi di Roma. Nel corso di questo tempo ho potuto incontrare un buon numero di sacerdoti, visitare alcune decine di parrocchie, conoscere promettenti esperienze apostoliche. Desidero testimoniarle che i nostri sacerdoti si prodigano generosamente con spirito di fede e di amore a Cristo e alla Chiesa, sentono forte il loro vincolo di comunione e di obbedienza al Papa, amano i poveri. Le nostre parrocchie sono comunità vive e punti di riferimento dei quartieri e per l'intero territorio. Molte opere e iniziative di carità e di solidarietà danno sollievo e aiuto concreto a tante famiglie in difficoltà e a tante persone. Si fa tanto in favore dei poveri, anche se vorremmo fare molto di più. Tutto ciò ci conforta e ci stimola.
Padre Santo, la ringraziamo ancora di averci accolti, attendiamo la sua parola di fiducia e di speranza e le chiediamo di benedirci.
(©L'Osservatore Romano - 28 febbraio 2009)
giovedì 26 febbraio 2009
"Il battezzato, affinché Cristo possa regnare pienamente in lui, deve seguirne fedelmente gli insegnamenti; non deve mai abbassare la guardia..."
FESTIVITA' PASQUALI 2006-2009: LO SPECIALE DEL BLOG
Tempo di Quaresima: l'utilissimo "vademecum" di Cantuale Antonianum
OMELIA DEL SANTO PADRE: VIDEO DI BENEDICT XVI.TV
OMELIA DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA
Vedi anche:
Il vescovo di Arezzo: riscoprire il valore del digiuno per aprirsi all'amore di Dio e del prossimo (Radio Vaticana)
Il Papa: apriamo il nostro cuore ai poveri (Mazza)
Il Papa presiede il rito delle ceneri e invita a vivere l'itinerario quaresimale sulle orme dell'apostolo Paolo (R. V.). Il commento di Eufemia
Benedetto XVI propone una Quaresima di conversione (Zenit)
Il Papa: la Quaresima, tempo di sobrietà ed austerità
Il Papa: "Ciascuno intraprenda un cammino di vera conversione" (Sir)
Il Papa: Quaresima, tempo di ascolto della Parola, vita austera, conversione e carità (AsiaNews)
Il Papa presiede sull'Aventino i riti del Mercoledì delle Ceneri per l'inizio della Quaresima (Radio Vaticana)
Mercoledì delle Ceneri, la Messa con il Papa
La Quaresima nella tradizione bizantina. Per non rendere inutile il digiuno (Osservatore Romano)
STAZIONE QUARESIMALE PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE NELLA BASILICA DI SANTA SABINA ALL’AVENTINO, 25.02.2009
Questo pomeriggio - Mercoledì delle Ceneri, giorno di inizio della Quaresima - ha luogo un’assemblea di preghiera nella forma delle "Stazioni" romane, presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI.
Alle ore 16.30, nella Chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino, si tiene un momento di preghiera cui fa seguito la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina. Alla processione prendono parte i Cardinali, gli Arcivescovi, i Vescovi, i Monaci Benedettini di Sant’Anselmo, i Padri Domenicani di Santa Sabina ed alcuni fedeli.
Al termine della processione, nella Basilica di Santa Sabina, il Santo Padre Benedetto XVI presiede la Celebrazione Eucaristica con il rito di benedizione e di imposizione delle Ceneri.
Pubblichiamo di seguito l’omelia che il Papa pronuncia dopo la proclamazione del Santo Vangelo:
OMELIA DEL SANTO PADRE
Cari fratelli e sorelle!
Oggi, Mercoledì delle Ceneri - porta liturgica che introduce nella Quaresima -, i testi predisposti per la celebrazione tratteggiano, sia pure sommariamente, l’intera fisionomia del tempo quaresimale. La Chiesa si preoccupa di mostrarci quale debba essere l’orientamento del nostro spirito, e ci fornisce i sussidi divini per percorrere con decisione e coraggio, illuminati già dal fulgore del Mistero pasquale, il singolare itinerario spirituale che stiamo iniziando.
"Ritornate a me con tutto il cuore".
L’appello alla conversione affiora come tema dominante in tutte le componenti dell’odierna liturgia. Già nell’antifona d’ingresso si dice che il Signore dimentica e perdona i peccati di quanti si convertono; nella colletta si invita il popolo cristiano a pregare perché ciascuno intraprenda "un cammino di vera conversione". Nella prima Lettura, il profeta Gioele esorta a far ritorno al Padre "con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti… perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male e ricco di benevolenza" (2,12-13). La promessa di Dio è chiara: se il popolo ascolterà l’invito a convertirsi, Dio farà trionfare la sua misericordia e i suoi amici saranno colmati di innumerevoli favori. Con il Salmo responsoriale, l’assemblea liturgica fa proprie le invocazioni del Salmo 50, domandando al Signore di creare in noi "un cuore puro", di rinnovare in noi "uno spirito saldo". Vi è poi la pagina evangelica, nella quale Gesù, mettendoci in guardia dal tarlo della vanità che porta all’ostentazione e all’ipocrisia, alla superficialità e all’autocompiacimento, ribadisce la necessità di nutrire la rettitudine del cuore. Egli mostra al tempo stesso il mezzo per crescere in questa purezza di intenzione: coltivare l’intimità con il Padre celeste.
Particolarmente gradita in questo anno giubilare, commemorativo del bimillenario della nascita di san Paolo, ci giunge la parola della seconda Lettera ai Corinti: "Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio" (5,20). Questo invito dell’Apostolo suona come un ulteriore stimolo a prendere sul serio l’appello quaresimale alla conversione. Paolo ha sperimentato in maniera straordinaria la potenza della grazia di Dio, la grazia del Mistero pasquale di cui la stessa Quaresima vive. Egli si presenta a noi come "ambasciatore" del Signore. Chi allora meglio di lui può aiutarci a percorrere in maniera fruttuosa questo itinerario di interiore conversione? Nella prima Lettera a Timoteo scrive: "Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io", ed aggiunge: "Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna" (1,15-16).
L’Apostolo è dunque cosciente di essere stato scelto come esempio, e questa sua esemplarità riguarda proprio la conversione, la trasformazione della sua vita avvenuta grazie all’amore misericordioso di Dio.
"Prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento – egli riconosce - ma mi è stata usata misericordia … e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato" (ibid. 1,13-14). L’intera sua predicazione, e prima ancora, tutta la sua esistenza missionaria furono sostenute da una spinta interiore riconducibile all’esperienza fondamentale della "grazia". "Per grazia di Dio sono quello che sono – scrive ai Corinzi – … ho faticato più di tutti loro [gli apostoli], non io però, ma la grazia di Dio che è con me" (1 Cor 15,10). Si tratta di una consapevolezza che affiora in ogni suo scritto ed ha funzionato come una "leva" interiore su cui Dio ha potuto agire per spingerlo avanti, verso sempre ulteriori confini non solo geografici, ma anche spirituali.
San Paolo riconosce che tutto in lui è opera della grazia divina, ma non dimentica che occorre aderire liberamente al dono della vita nuova ricevuta nel Battesimo.
Nel testo del capitolo 6 della Lettera ai Romani, che sarà proclamato durante la Veglia pasquale, scrive: "Il peccato dunque non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia" (6,12-13). In queste parole troviamo contenuto tutto il programma della Quaresima secondo la sua intrinseca prospettiva battesimale. Da una parte, si afferma la vittoria di Cristo sul peccato, avvenuta una volta per tutte con la sua morte e risurrezione; dall’altra, siamo esortati a non offrire al peccato le nostre membra, cioè a non concedere, per così dire, spazio di rivincita al peccato. La vittoria di Cristo attende che il discepolo la faccia sua, e questo avviene prima di tutto con il Battesimo, mediante il quale, uniti a Gesù, siamo diventati "viventi, ritornati dai morti".
Il battezzato però, affinché Cristo possa regnare pienamente in lui, deve seguirne fedelmente gli insegnamenti; non deve mai abbassare la guardia, per non permettere all’avversario di recuperare in qualche modo terreno.
Ma come portare a compimento la vocazione battesimale, come essere vittoriosi nella lotta tra la carne e lo spirito, tra il bene e il male, lotta che segna la nostra esistenza? Nel brano evangelico il Signore ci indica oggi tre utili mezzi: la preghiera, l’elemosina e il digiuno. Nell’esperienza e negli scritti di San Paolo troviamo anche al riguardo utili riferimenti. Circa la preghiera, egli esorta a "perseverare" e a "vegliare in essa, rendendo grazie" (Rm 12,12; Col 4,2), a "pregare ininterrottamente" (1 Ts 5,17). Gesù è nel fondo del nostro cuore. La relazione con Lui è presente e rimane presente anche se parliamo, agiamo secondo i nostri doveri professionali. Per questo nella preghiera c’è la presenza interiore nel nostro cuore della relazione con Dio, che diventa volta a volta anche preghiera esplicita. Per quanto concerne l’elemosina, sono certamente importanti le pagine dedicate alla grande colletta in favore dei fratelli poveri (cfr 2 Cor 8-9), ma va sottolineato che per lui è la carità il vertice della vita del credente, il "vincolo della perfezione": "sopra tutte queste cose – scrive ai Colossesi - rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto" (Col 3,14). Del digiuno non parla espressamente, esorta però spesso alla sobrietà, come caratteristica di chi è chiamato a vivere in vigilante attesa del Signore (cfr 1 Ts 5,6-8; Tt 2,12). Interessante è pure il suo accenno a quell’"agonismo" spirituale che richiede temperanza: "ogni atleta – scrive ai Corinzi – è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre" (1 Cor 9,25).
Il cristiano deve essere disciplinato per trovare la strada ed arrivare realmente al Signore.
Ecco dunque la vocazione dei cristiani: risorti con Cristo, essi sono passati attraverso la morte e ormai la loro vita è nascosta con Cristo in Dio (cfr Col 3,1-2). Per vivere questa "nuova" esistenza in Dio è indispensabile nutrirsi della Parola di Dio. Solo così possiamo realmente essere congiunti con Dio, vivere alla sua presenza, se siamo in dialogo con Lui. Gesù lo dice chiaramente quando risponde alla prima delle tre tentazioni nel deserto, citando il Deuteronomio: "Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Mt 4,4; cfr Dt 8,3). San Paolo raccomanda: "La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati" (Col 3,16).
Anche in questo, l’Apostolo è innanzitutto testimone: le sue Lettere sono la prova eloquente del fatto che egli viveva in permanente dialogo con la Parola di Dio: pensiero, azione, preghiera, teologia, predicazione, esortazione, tutto in lui era frutto della Parola, ricevuta fin dalla giovinezza nella fede ebraica, pienamente svelata ai suoi occhi dall’incontro con Cristo morto e risorto, predicata per il resto della vita durante la sua "corsa" missionaria. A lui fu rivelato che Dio ha pronunciato in Gesù Cristo la Parola definitiva, sé stesso, Parola di salvezza che coincide con il mistero pasquale, il dono di sé nella Croce che diventa poi risurrezione, perché l’amore è più forte della morte. San Paolo poteva così concludere: "Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo" (Gal 6,14). In Paolo la Parola si è fatta vita, ed unico suo vanto è Cristo crocifisso e risorto.
Cari fratelli e sorelle, mentre ci disponiamo a ricevere le ceneri sul capo in segno di conversione e di penitenza, apriamo il cuore all’azione vivificante della Parola di Dio. La Quaresima, contrassegnata da un più frequente ascolto di questa Parola, da più intensa preghiera, da uno stile di vita austero e penitenziale, sia stimolo alla conversione e all’amore sincero verso i fratelli, specialmente quelli più poveri e bisognosi. Ci accompagni l’apostolo Paolo, ci guidi Maria, attenta Vergine dell’ascolto e umile Serva del Signore. Potremo così giungere, rinnovati nello spirito, a celebrare con gioia la Pasqua. Amen!
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
Messaggio del Papa alla Chiesa brasiliana: La vera pace è frutto della giustizia
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AI FEDELI BRASILIANI IN OCCASIONE DELLA CAMPAGNA DI FRATERNITÀ 2009, 25.02.2009
Ha inizio oggi, mercoledì delle Ceneri, l’annuale Campagna di Fraternità della Chiesa in Brasile, dedicata quest’anno al tema "Fraternità e sicurezza pubblica" ed accompagnata dal motto "La pace è frutto della giustizia".
Per l’occasione, il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato a S.E. Mons. Geraldo Lyrio Rocha, Presidente della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) e Arcivescovo di Mariana, il Messaggio che pubblichiamo di seguito:
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
Diamo di seguito una nostra traduzione in lingua italiana.
Al Venerabile Fratello nell'Episcopato
Gerardo Lyrio Rocha
Presidente della cnbb
Arcivescovo di Mariana (MG)
Nell'iniziare l'itinerario spirituale della Quaresima, il cammino della Pasqua della resurrezione del Signore, desidero ancora una volta aderire alla Campagna della Fraternità che, in questo anno 2009, è volta a esaminare il motto "La pace è frutto della giustizia". È un tempo di conversione e di riconciliazione di tutti i cristiani, affinché le aspirazioni più nobili del cuore umano possano essere soddisfatte e prevalga la vera pace fra i popoli e le comunità.
Il mio venerabile predecessore, Papa Giovanni Paolo II, nella Giornata Mondiale della Pace 2002, sottolineando che la vera pace è frutto della giustizia, faceva notare che "la giustizia umana è sempre fragile e imperfetta", dovendo essere "esercitata e in un certo senso completata con il perdono che risana le ferite e ristabilisce in profondità i rapporti umani turbati" (n. 3).
Il documento finale di Aparecida, nel parlare del Regno di Dio e la promozione della dignità umana, ricordava i segni evidenti della presenza del Regno nell'esperienza personale e comunitaria delle Beatitudini, nell'evangelizzazione dei poveri, nella conoscenza e nel compimento della volontà del Padre, nel martirio a causa della fede, nell'accesso di tutti ai beni del creato, e nel perdono reciproco, sincero e fraterno, accettando e rispettando la ricchezza della pluralità, e la lotta per non soccombere alla tentazione e non essere schiavi del male (n. 8.1).
La Quaresima ci invita a lottare senza perderci d'animo per fare il bene, proprio perché sappiamo com'è difficile che noi uomini decidiamo seriamente di praticare la giustizia, e manca ancora molto perché la convivenza s'ispiri alla pace e all'amore, e non all'odio e all'indifferenza. Non ignoriamo neppure che, sebbene si riesca a ottenere una ragionevole distribuzione dei beni e un'armoniosa organizzazione della società, non scomparirà mai il dolore della malattia, dell'incomprensione o della solitudine, della morte delle persone che amiamo, dell'esperienza dei nostri limiti.
Nostro Signore aborre le ingiustizie e condanna chi le commette. Rispetta però la libertà di ogni individuo e per questo permette che esistano, poiché fanno parte della condizione umana, dopo il peccato originale. Tuttavia, il suo cuore pieno di amore per gli uomini lo ha portato ad accogliere, insieme alla croce, di tutti questi tormenti: la nostra sofferenza, la nostra tristezza, la nostra fame e sete di giustizia. Gli chiediamo di saper testimoniare i sentimenti di pace e di riconciliazione che lo hanno ispirato nel Discorso della Montagna, per raggiungere l'eterna Beatitudine.
Con questi auspici, invoco la protezione dell'Altissimo, affinché la sua mano benefica si estenda su tutto il Brasile, e la vita nuova in Cristo raggiunga tutti nella loro dimensione personale, familiare, sociale e culturale, spargendo i doni della pace e della prosperità, risvegliando in ogni cuore sentimenti di fraternità e di viva cooperazione. Con una speciale Benedizione Apostolica.
BENEDICTUS PP. XVI
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
(©L'Osservatore Romano - 26 febbraio 2009)
mercoledì 25 febbraio 2009
La strenua lotta del Papa contro la pedofilia nel clero: il "caso Irlanda" e la Visita Apostolica ordinata da Benedetto XVI
LETTERA PASTORALE DEL SANTO PADRE AI CATTOLICI D'IRLANDA: LO SPECIALE DEL BLOG
IL TESTO DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI CATTOLICI D'IRLANDA
LE DECISIONI E L'ESEMPIO DI PAPA BENEDETTO XVI NEL COMBATTERE LA PIAGA DELLA PEDOFILIA NELLA CHIESA. CRONOLOGIA
RISULTATI DELLA VISITA APOSTOLICA IN IRLANDA: LO SPECIALE DEL BLOG
LA RISPOSTA DELLA SANTA SEDE ALLA PEDOFILIA NELLA CHIESA: CRONOLOGIA (1917-2005)
LA RISPOSTA DELLA SANTA SEDE ALL'IRLANDA (SOLO IN INGLESE) E LA BREVE SINTESI IN ITALIANO
GUIDA PROCEDIMENTI CDF NEI CASI DI ABUSO SESSUALE (2003)
CHIESA E PEDOFILIA: LA TOLLERANZA ZERO DI PAPA BENEDETTO XVI: I VIAGGI NEGLI USA ED IN AUSTRALIA ED I SINGOLI PROVVEDIMENTI
L'IGNOBILE CAMPAGNA CONTRO BENEDETTO XVI, IL PAPA CHE PIU' DI OGNI ALTRO HA COMBATTUTO LA PEDOFILIA NELLA CHIESA: LO SPECIALE DEL BLOG
Il Rapporto Cloyne, le sue implicazioni e l'assoluta malafede nella divulgazione dei contenuti
L’influsso del Cardinal Ratzinger nella revisione del sistema penale canonico (Juan Ignacio Arrieta, Civiltà Cattolica)
Dalla lettura integrale del Rapporto Cloyne emerge che l'unico elemento portato contro il Vaticano è la lettera del 1997 col parere giuridico informale della Congregazione per il clero. Tutti gli altri elementi di fatto depongono contro i presuli di Cloyne e a favore di Roma
Una nomina storica: Benedetto XVI sceglie Mons. Charles John Brown, Officiale della CDF, come nuovo Nunzio in Irlanda. Raccolta di articoli
DISCORSI DEL SANTO PADRE
Videomessaggio del Papa agli Irlandesi: "Ringraziamento e gioia per una così grande storia di fede e di amore sono stati di recente scossi in maniera orribile dalla rivelazione di peccati commessi da sacerdoti e persone consacrate nei confronti di persone affidate alle loro cure. Al posto di mostrare ad essi la strada verso Cristo, verso Dio, al posto di dar testimonianza della sua bontà, hanno compiuto abusi su di loro e minato la credibilità del messaggio della Chiesa" (Trascrizione del videomessaggio del Santo Padre per la chiusura del 50° Congresso Eucaristico Internazionale che si è svolto a Dublino (Irlanda), 17 giugno 2012)
Il Papa: "Nei vostri sforzi continui di affrontare in modo efficace questo problema, è importante stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi" (Discorso del Santo Padre ai vescovi irlandesi, 28 ottobre 2006)
Il magistero di Benedetto XVI sugli abusi sessuali di sacerdoti (Mercedes de la Torre)
Questi sono gli articoli che vorrei leggere sulla stampa cattolica! Monumentale commento che spiega la ratio delle norme vaticane antipedofilia
Documenti. Quando il grande inquisitore predica in San Pietro. Il testo dell'omelia di Mons. Charles J. Scicluna (Magister)
COMUNICATI
Conferenza stampa di presentazione del 50° Congresso Eucaristico Internazionale di Dublino
Abusi: pubblicati i risultati della visita apostolica in Irlanda (Radio Vaticana)
SINTESI DEI RISULTATI DELLA VISITA APOSTOLICA IN IRLANDA (testo in inglese)
Mons. Charles John Brown, Officiale della CDF, è il nuovo Nunzio in Irlanda
Chiusura dell'ambasciata d'Irlanda in Vaticano: dichiarazione del card. Séan Brady
Dichiarazione di Padre Lombardi su Ambasciata d’Irlanda presso la Santa Sede
DICHIARAZIONE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: RICHIAMO DEL NUNZIO APOSTOLICO IN IRLANDA PER CONSULTAZIONI
Abusi sessuali in Irlanda: dichiarazione del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede
Commento di padre Lombardi alla vicenda della diocesi di Cloyne (R.V.)
COMUNICATO PER LA CONCLUSIONE DELLA PRIMA FASE DELLA VISITA APOSTOLICA IN IRLANDA
Comunicato della Santa Sede per l’inizio della Visita Apostolica in Irlanda
Comunicato stampa sugli incontri preparatori per la Visita Apostolica in Irlanda
COMUNICATO DELLA SANTA SEDE CIRCA LA VISITA APOSTOLICA IN IRLANDA
Rapporto del Governo irlandese sugli abusi dei sacerdoti nella diocesi di Cloyne: dichiarazioni del card. Seán Brady e dell'amministratore apostolico della diocesi di Cloyne
Nota dei vescovi irlandesi su un'inchiesta per abusi svolta nel 1975
Comunicato dei vescovi irlandesi: la Chiesa impegnata in un processo di rinnovamento dopo lo scandalo degli abusi (Radio Vaticana)
Abusi sessuali sui minori: conferenza stampa e comunicato dei vescovi irlandesi
A proposito del dibattito sugli abusi sessuali: nota di padre Lombardi
INCONTRO DEL SANTO PADRE CON I VESCOVI IRLANDESI: COMUNICATO FINALE (traduzione in italiano fornita dall'Osservatore Romano)
INCONTRO DEL SANTO PADRE CON I VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE IRLANDESE (15-16 FEBBRAIO 2010). SECONDA GIORNATA
INCONTRO DEL SANTO PADRE CON I VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE IRLANDESE: COMUNICATO
COMUNICATO: INCONTRO DEL SANTO PADRE CON RAPPRESENTANTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE IRLANDESE E CAPI DICASTERO DELLA CURIA ROMANA
Pedofilia, vescovi irlandesi sotto shock: "Nessuna parola di scusa sarà mai sufficiente" (Sir)
Pedofilia e chiesa irlandese: dichiarazione di Mons. Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino
"Rapporto Ryan" sugli abusi del clero: comunicato finale dei vescovi irlandesi
PEDOFILIA: PAPA CONVOCA VESCOVI IRLANDA, PRONTA LA LETTERA
Omelia del Cardinale Bertone nella Messa con i Vescovi irlandesi
ARTICOLI E COMMENTI
Il Papa nomina il nuovo vescovo Cloyne (Irlanda)
Congresso eucaristico di Dublino. Domani chiusura con l’atteso videomessaggio del Papa
Dublino. Padre Doran, organizzatore al Congresso: in 13 mila alla processione, c'è fame di Dio
La riconciliazione che guarisce. Il Congresso eucaristico internazionale di Dublino (Nolan)
Congresso eucaristico. L’Arcivescovo di Dublino: la Chiesa sta cambiando nella giusta direzione (Radio Vaticana)
Congresso eucaristico di Dublino. Il cardinale Brady chiede perdono per le mancanze della Chiesa irlandese
Hai infranto la mia sordità. Sull'esempio di Papa Benedetto il Vaticano incontra le vittime di abusi (Palmo)
A Dublino il cardinale Ouellet per due ore con le vittime di abusi (Nasca)
Irlanda e segreto confessionale (Tosatti)
L'inviato del Papa in Irlanda incontra le vittime dei preti pedofili (Izzo)
Pedofilia/ 'Legato' del Papa incontra vittime preti in Irlanda
Il Papa saluta il Congresso eucaristico di Dublino. Il cardinale Ouellet incontra vittime di abusi (Radio Vaticana)
Irlanda, il card. Ouellet, a nome del Papa, ha incontrato le vittime di abusi (Mastrofini)
Card. Ouellet: Benedetto XVI mi ha chiesto di venire a Lough Derg e chiedere perdono a Dio per i tempi in cui membri della Chiesa hanno abusato sessualmente di bambini, non solo in Irlanda, ma ovunque nella Chiesa
Rinnovamento spirituale e riconciliazione della Chiesa in Irlanda. Previsto un videomessaggio di Benedetto XVI al 50° Congresso Eucaristico Internazionale di Dublino (O.R.)
Irlanda, card. Brady: non ho mai offerto le dimissioni al Papa
Il cardinale Brady replica alla Bbc sugli abusi del '75 di Brendan Smyth: all'epoca fatto il possibile per fermarlo (R.V.)
Pedofilia, l'Irlanda scossa dal caso Brady (Tornielli)
Inizio della missione del nunzio apostolico in Irlanda (O.R.)
Irlanda: dopo la prova di un'ingiusta accusa, un sacerdote torna nella sua parrocchia (Radio Vaticana)
Conclusa la Visita Apostolica alla Chiesa d' Irlanda: più attenzione alla vittime e alla formazione
Abusi: pubblicati i risultati della visita apostolica in Irlanda (Radio Vaticana)
Presentata stamattina la sintesi complessiva con i risultati e le prospettive evidenziate dalla visita apostolica in Irlanda
Movimento Irlandese per la riapertura dell’ambasciata in Vaticano (Gerard O'Connell
La campana chiama a raccolta la Chiesa in Irlanda. A colloquio con l’arcivescovo di Dublino sul congresso eucaristico internazionale (Ponzi)
Irlanda, Marie Collins, portavoce delle vittime, si scaglia contro la richiesta dei vescovi irlandesi di pregare per i peccati dei sacerdoti pedofili. “E’ un insulto” (Galeazzi)
Le due missioni affidate dal Papa al nuovo nunzio in Irlanda
Mons. Diarmuid Martin: Il Papa visiterà l'Irlanda "piuttosto presto" ma non nel 2012 (Izzo)
Verso una riapertura dell'ambasciata d'Irlanda presso la Santa Sede? (Gagliarducci)
Gli Irlandesi non si arrendono e fanno pressioni sul governo affinché riapra l'ambasciata presso la Santa Sede
Irlanda, voglia di ambasciata (della Santa Sede). Un gruppo di cattolici preme sul governo per la riapertura della sede diplomatica (Gerard O'Connell)
Cloyne: gli 11 accusatori di Fr. Ronat, delusi dai tribunali civili, accettano di partecipare al processo segreto diocesano aperto dal nuovo Vescovo Clifford
Il governo irlandese pronto ad accogliere una visita del Papa (O'Connell)
Messaggio dei vescovi irlandesi per Natale: rinnoviamo il nostro impegno a lavorare perché i fallimenti del passato siano affrontati con verità, giustizia e umiltà
Irlanda, fobia mediatica anti abusi. Emittente sotto inchiesta. La televisione nazionale irlandese, RTE, ha ammesso di aver diffamato padre Kevin Reynolds
Toh, il prete non è pedofilo e incastra i media irlandesi (Rodari)
Mentre l'Irish Times, a corto di "casi" di preti pedofili, torna alla carica sulla Confessione, un mensile dei Gesuiti se la prende con il Papa ma non spiega perchè...
Mons. Tobin in Irlanda: Il Vaticano guarda con molta attenzione al rispetto della legislazione sulla tutela dei minori. Il rapporto sulla Visitazione Apostolica sarà pubblico
Rapporto sulla tutela dei bambini in sei diocesi irlandesi, ieri e oggi (O'Connell)
Irlanda: pubblicati i rapporti diocesani sulle pratiche anti-abuso
Irlanda: pubblicati rapporti diocesani su pratiche anti-abuso (Sir)
La nomina di Charles Brown a nunzio in Irlanda: una scelta insolita (BBC)
Il governo tecnico di Ratzinger per rifare la chiesa d’Irlanda. Via i vescovi locali, arrivano americani e uomini fidati della Dottrina della fede. Charles Brown nuovo nunzio (Rodari)
Il plauso di Irish Times alla nomina del nuovo nunzio in Irlanda
Michael Kelly: il Papa sceglie un prelato statunitense come nunzio in Irlanda
Secondo Weigel sarebbe ora di dimezzare il numero delle diocesi irlandesi
Nuovo nunzio a Dublino. Mons. Charles J. Brown ha lavorato per undici anni con l’allora cardinale Ratzinger (O'Connell)
Pedofilia, il Papa sceglie come nunzio in Irlanda uno dei collaboratori di Mons. Charles Sciucluna, promotore di giustizia della CDF (Izzo)
Il futuro nunzio in Irlanda ha lavorato con il cardinale Ratzinger (Bandini)
Il Papa ha scelto il nuovo nunzio in Irlanda
Il Papa dimissiona un vescovo irlandese coinvolto in inchiesta (Izzo)
I frutti delle azioni legali. Irlanda: la RTE costretta a risarcire il prete diffamato e a pubblicare tutte le rettifiche. Si dimette il direttore del programma
I vescovi irlandesi si oppongono al piano del Vaticano di ridurre il numero delle diocesi
Waters: a chi farà male questo schiaffo dell'Irlanda al Vaticano? (Sussidiario)
Irlanda, continuano le dimissioni dei vescovi (Galeazzi)
Finalmente i Cattolici irlandesi si danno una mossa ed abbandonano il politicamente corretto
L'Irlanda potrebbe tornare sulla decisione di chiudere l'Ambasciata in Vaticano? Intanto viene tagliato lo stipendio dei preti
Sgarbo anticattolico di Dublino, ma la diplomazia del Papa invece cresce (Rodari)
Douglas W. Kmiec: la chiusura dell'ambasciata irlandese non è un rimprovero alla Santa Sede. L'Irlanda potrebbe far notare che Papa Benedetto ha fatto ogni sforzo contro gli abusi
Articolo di Massimo Franco sul Guardian a proposito della chiusura dell'ambasciata irlandese. Peccato che ancora una volta ci si dimentichi di ricordare quando sono stati consumati gli abusi del clero
L'ambasciatore irlandese non risiederà più a Roma: per la Santa Sede è rischio diplomatico? (Gagliarducci)
David Quinn: meschina la decisione di chiudere l'ambasciata d'Irlanda
Michael Kelly: quella di chiudere l'ambasciata d'Irlanda in Vaticano è una scelta miope
L’Irlanda si appresta a chiudere la sua ambasciata in Vaticano (Mary Fitzgerald)
Irlanda-Santa Sede, card. Brady: “Profonda delusione”
“Divorzio” dalla Santa Sede. Dublino chiude l’ambasciata: "E' una scelta dettata da motivi economici". Padre Lombardi: "liberi di decidere" (Galeazzi)
L'Irlanda chiude la sua ambasciata a Roma presso la Santa Sede per motivi economici. Padre Lombardi: i rapporti diplomatici non sono in questione
Se l’Irlanda chiude l’ambasciata (Tornielli)
Michael Kelly: l'Irlanda chiude l'ambasciata in Vaticano ma le relazioni diplomatiche continuano
L'Irlanda chiuderà l'ambasciata presso la Santa Sede per tagliare i costi (Efe)
Se non ci sono polemiche fra Irlanda e Santa Sede, che ragione hanno certi titoli di agenzia?
Per l'Irlanda non c'è differenza fra Vaticano, Iran e Timor Est: chiuse le ambasciate per motivi economici
Il prete irlandese falsamente accusato di abusi dalla RTE procede per diffamazione: udienza il 15 novembre
Scontro Vaticano-Irlanda, a breve la risposta della Santa Sede (Vatican Insider)
Irlanda, è tempo di accogliere il Papa (John Waters)
La risposta del Vaticano all'Irlanda e i sintomi di uno scontro più duro (Rodari)
Irlanda, l'attacco alla Confessione è una minaccia per tutte le religioni (David Quinn)
La Cina trova supporto in Irlanda nella sua lotta con il Vaticano (Vatican Insider)
Mons. Clifford risponde a O'Callaghan: "Sono d'accordo. Doveva dimettersi se non se la sentiva di applicare le linee guida del 1996"
O'Callaghan: "Riconosco che avrei dovuto dimettermi da delegato perché in coscienza non ero d'accordo con le linee guida irlandesi"
In un'intervista a RTE John Magee ammette la propria responsabilità per la mancata applicazione delle linee guida sugli abusi e chiede scusa
Il Papa pensa ad un "cambiamento radicale" nella chiesa irlandese (Kelly e Hough)
Cambiamenti "drammatici" per la Chiesa irlandese, come la drastica riduzione delle diocesi e la sostituzione dei vescovi? Il commento di David Quinn
Irlanda, Mons. Boyce "stampa scorretta su scandalo pedofilia” (Vatican Insider)
Irlanda, il bivio della curia romana (Rodari)
Abusi in Irlanda: "botta e risposta" fra William Oddie e George Weigel
La Chiesa alle prese con la tentazione giustizialista. La linea dura di Weigel (Rodari)
La risposta del Vaticano all'Irlanda sarà un importante banco di prova (Allen)
Mons. Martin nega di avere incontrato recentemente il premier irlandese e respinge l'insinuazione di un quotidiano di essere coinvolto in qualche modo nella stesura del discorso contro il Vaticano
Secondo Philip Lawler il momento giusto per rispondere all'Irlanda è già passato
Ceccarelli: il sorriso del Papa, specchio di un'anima (e di un tormento)
Ricostruzione ragionata di John Allen a proposito delle vicende vaticane degli ultimi giorni. Il ricordo di Mons. Sambi
Massimo Franco ricorda che gli abusi nella Chiesa si sono verificati nel passato e che l'atteggiamento della curia vaticana cozza con i coraggiosi passi avanti di Papa Benedetto. La necessità di combattere il comunismo spiega l'indulgenza dei governi occidentali verso i peccati del clero nei decenni scorsi
L'Irlanda chiede chiarimenti e rassicurazioni da parte del Vaticano sull'abuso di minori commessi dal clero. Intanto, secondo notizie diffuse in Irlanda, l'attuale nunzio apostolico si trasferirebbe a Praga (Gerard O'Connell)
Irish Times: il nunzio in Irlanda sarà spostato a Praga (Asca)
La “questione irlandese” per il Vaticano ora è più politica che spirituale (Paddy Agnew)
Leggo che la risposta del Vaticano all'Irlanda è prevista entro agosto. Ma sì! Che fretta c'è? Cerchiamo di non rovinare la Gmg! (Raffaella)
Il richiamo del nunzio in Irlanda (Ansaldo). Il Vaticano si preoccupi di rispondere, non di indagare le ragioni dell'attacco del premier (R.)
La Santa Sede richiama per consultazioni il nunzio in Irlanda (Galeazzi)
Il Vaticano richiama per consultazioni il nunzio apostolico in Irlanda (Calabrò)
Il richiamo dell'ambasciatore irlandese è atto inedito della diplomazia vaticana (Cardinale)
Alcuni commentatori avanzano l'ipotesi che in Irlanda sia in atto il tentativo di creare una chiesa cattolica nazionale separata da Roma. Si inizia anche a parlare del possibile gost- writer del discorso di Kenny
Abusi in Irlanda, la Santa Sede richiama il nunzio (Cardinale)
L'Irlanda e la Chiesa di Roma (Pellicciari)
Una nave in rotta verso gli scogli (Rodari)
Vaticano-Irlanda, guerra (poco) diplomatica (Speciale)
Dalla lettura integrale del Rapporto Cloyne emerge che l'unico elemento portato contro il Vaticano è la lettera del 1997 col parere giuridico informale della Congregazione per il clero. Tutti gli altri elementi di fatto depongono contro i presuli di Cloyne e a favore di Roma
Il testo integrale del Rapporto Cloyne (Cloyne Report)
Nunzio Apostolico in Irlanda richiamato a Roma per consultazioni nel vero senso del termine (Izzo)
Annunciato oggi il richiamo "per consultazioni" del nunzio apostolico in Irlanda. La Radio Vaticana anticipa per un errore la notizia sotto embargo (Izzo)
Il Nunzio Apostolico in Irlanda, mons. Giuseppe Leanza, è stato richiamato per “consultazioni” dalla Segreteria di Stato vaticana (Sir)
Padre Benedettini (Sala Stampa): Il richiamo del nunzio in Irlanda, essendo misura cui raramente la Santa Sede fa ricorso, denota la serietà della situazione. Sorpresa e rammarico per alcune reazioni eccessive
Repubblica non tiene conto della precisazione del governo irlandese sulla frase " non più di tre anni fa, non trent'anni fa"
Il caos mediatico di questi giorni (Irlanda, caso Orlandi e San Raffaele) nel commento di Salvatore Izzo
La Segreteria di Stato richiama per consultazioni il nunzio in Irlanda (R.V.)
Gaffe del governo irlandese e dei media internazionali sulla frase del premier: "Il Rapporto Cloyne ha evidenziato il tentativo della Santa Sede di bloccare un’inchiesta in uno Stato sovrano e democratico non più di tre anni fa, non trent’anni fa"
Chi ha scritto il discorso del premier irlandese gli ha fatto un pessimo servizio. Profondamente ingiusto prendersela con Papa Benedetto XVI (Vincent Twomey)
Se l’Irlanda vuole lo scontro con il Vaticano. Andrea Tornielli spiega, punto per punto, le tappe della vicenda
Mons. Martin dica alla signora Maureen Dowd (NYT) di citare per intero, e non a metà, le sue dichiarazioni
Il piano del Vaticano contro gli "assurdi" attacchi dell'Irlanda sulla confessione (Rodari)
Phil Lawler: Perché il governo irlandese attacca la Chiesa Cattolica. Il premier non ha tenuto conto della svolta compiuta dal Vaticano in materia di abusi. Due date significative: 2001 (competenza alla CDF), 2005 (elezione di Ratzinger)
Breda O'Brien: il Rapporto Cloyne non accusa affatto il Vaticano di avere tentato di ostacolare le indagini. Analizza, al contrario, i significativi documenti approvati dalla Santa Sede (dalla CDF) dal 2001 al 2010
Attacco al segreto confessionale. Scontro tra Irlanda e Santa Sede (Massimo Introvigne)
Kevin Myers: Non c'è mai stato un momento storico più sicuro per i bambini. Oggi un prete cattolico ha la probabilità di abusare di un bambino quanto di organizzare una corrida in un confessionale
Quanta ingratitudine...quanto disprezzo...quanta malafede nell'attaccare Papa Benedetto
William Oddie: il premier irlandese ha sbagliato: Benedetto XVI non è il problema, è invece una parte importante della soluzione
David Quinn: Il Vaticano di oggi non merita l'attacco del governo irlandese. (Monumentale!)
Alcuni vaticanisti hanno fatto un salto indietro di un anno? Come mai non viene citato il lavoro di Ratzinger, cardinale e Papa, contro la piaga della pedofilia? Riflessioni sui media e sui silenzi vaticani (R.)
Padre Lombardi: il dibattito sul Rapporto Cloyne sia obiettivo e miri alla salvaguardia dei bambini (R.V.)
Padre Lombardi: la Santa Sede risponderà al Governo irlandese. A proposito del Rapporto sulla diocesi di Cloyne (Zenit)
La diplomazia pontificia replicherà alle accuse contro Roma formulate dal governo irlandese (Vatican Insider)
L’arcivescovo di Dublino sugli abusi del clero: disattese a Cloyne le norme volute nel 2001 dal cardinale Ratzinger (Radio Vaticana)
“Nella Chiesa c’è ancora chi resiste, ma la linea del Papa si sta affermando”. Dopo l'attacco al Vaticano sferrato dal primo ministro irlandese, parla – in esclusiva - l’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin (Tornielli)
L'isteria anticlericale irlandese (America)
Il primo ministro irlandese ha ragione ad essere arrabbiato ma ha sbagliato a travisare le parole di Papa Benedetto ed a ignorare la sua lotta contro gli abusi (Deacon)
Irlanda, attacco choc del premier al Vaticano (Cardinale)
Raccolta di commenti internazionali al discorso del premier irlandese contro il Vaticano
Pedofilia,Irlanda, Kenny contro Vaticano (Ansa)
Il Vaticano ascolti Mons. Martin che sollecita una risposta alle autorità irlandesi
Il blog aspetta la risposta della Santa Sede al governo irlandese
Mons. Martin ricorda a gran voce che la competenza sugli abusi è della CDF solo dal 2001
Il premier irlandese attacca il Papa citando, completamente fuori contesto, una frase dell'allora card. Ratzinger sulla democrazia. Ci saranno reazioni vaticane?
Le conseguenze dell'ostinato silenzio vaticano: il Parlamento irlandese accusa la Santa Sede di avere incoraggiato i vescovi a non denunciare i preti pedofili
La proposta choc del teologo irlandese Vincent Twomey, ex studente di Papa Benedetto: far dimettere tutti i vescovi irlandesi nominati prima del 2003
Irlanda, dopo lo choc degli abusi la reazioni della società (Speciale)
Mons. Clifford: scrupolo assoluto a tutela dei minori in tutta la Chiesa irlandese (Radio Vaticana)
Pedofilia, Mons. Martin: nella Chiesa c'è chi si crede al di sopra del Papa
In una omelia Mons. Martin (Dublino) critica duramente quei preti e vescovi che si sono messi al di sopra o al di là delle norme imposte da Papa Benedetto alla Chiesa per combattere gli abusi sui minori (Irish Examiner)
Chi è John Magee, il segretario di tre Pontefici trasformato in "orco irlandese" (Rodari)
Irlanda: il giorno nero nella crisi degli abusi (Schwibach)
Irlanda, una ferita per la Chiesa Cattolica (Tornielli)
Irlanda. Rapporto sugli abusi nella diocesi di Cloyne: Mons. McKeown: denuncia partita dalla Chiesa (R.V.). Aspettiamo il commento della Santa Sede (Raffaella)
Rese note le conclusioni di un nuovo rapporto sugli abusi sessuali su minori commessi da esponenti della Chiesa in Irlanda (Radio Vaticana)
Un nuovo rapporto sulla pedofilia dei sacerdoti in Irlanda critica gli insabbiamenti di cui si è reso colpevole monsignor John Magee, ex vescovo di Coyne, fatto dimettere da Benedetto XVI
Forse involontariamente il NYT mostra la "pistola fumante": nel 1995 non era la CDF ad essere competente in materia di abusi del clero
E' stato pubblicato un nuovo Rapporto sugli abusi in Irlanda ed i vescovi tedeschi apriranno gli archivi, ma il NYT sembra voler puntualizzare solo il periodo in cui il Papa fu arcivescovo di Monaco
Il Governo irlandese pubblica uno studio sugli abusi sessuali dei preti nella diocesi di Cloyne (Abc)
Riflessione di padre Lombardi sulla Lettera del Papa ai Cattolici Irlandesi: Benedetto XVI guida la Chiesa in questo tempo di crisi e lo fa con ammirevole coraggio e umiltà
Dopo le ferite le speranze. Mons. Martin (Dublino) sul Congresso eucaristico internazionale (Iec) 2012 (Mengascini)
Pedofilia, l'arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, critica la lentezza della Visita Apostolica ordinata dal Papa (Kelly)
Situazione drammatica in Irlanda. Il Visitatore Apostolico Mons. Dolan starebbe inviando un rapporto in cui raccomanderebbe al Papa di trasferire tutti i seminaristi irlandesi a Roma
I Vescovi irlandesi ribadiscono il loro impegno nella tutela dei bambini. Primo anniversario della lettera del Papa sulla crisi degli abusi (Zenit)
Secondo la stampa irlandese il Papa potrebbe visitare l'isola nel 2012
Vescovi irlandesi in Assemblea: fra i temi anche lo scandalo degli abusi (Sir)
Perdono e rinascita per la Chiesa in Irlanda. La liturgia penitenziale nella pro-cattedrale di Dublino con le vittime degli abusi (O.R.)
Irlanda: gesto pubblico di richiesta di perdono alle vittime di abusi. L'Arcivescovo di Dublino lava i piedi a un gruppo di vittime (Zenit)
L'associazione irlandese di vittime di abusi SVIA riconosce la serietà dell'impegno che stanno dimostrando le autorità della Chiesa
Nuovo responsabile alla sicurezza nella diocesi di Cloyne. L'attenzione per l'infanzia in Irlanda (Osservatore Romano)
Conclusa la visita apostolica del cardinale Murphy-O'Connor. Il rito di penitenza e guarigione per l'arcidiocesi di Armagh in Irlanda (Osservatore Romano)
Irlanda. Il cardinale O'Connor sugli abusi: "Il passato non sarà mai dimenticato"
E' iniziata la visita apostolica ordinata dal Papa per le diocesi irlandesi (Irish Times e Irish Central)
Inizia la visita apostolica ordinata dal Papa per la chiesa irlandese. Le vittime di abusi hanno avuto un cordiale incontro con il card. O'Connor (Belfast Telegraph)
La lettera del nunzio in Irlanda del 1997 nel commento di David Gibson anche alla luce della Lettera del Papa ai cattolici irlandesi
L'atteggiamento del Vaticano nei confronti della pedofilia, l'ansia del card. Ratzinger nell'aiutare i vescovi e la riforma di Benedetto XVI nel commento di Phil Lawler
Pedofilia, secondo l'Ansa la lettera del nunzio in Irlanda del 1997 divide i Cattolici. Fa piacere che ora si citi sempre il motu proprio del 2001 mentre fino all'anno scorso la lettera della CDF non separabile era usata contro Benedetto XVI
Il testo originale della lettera del nunzio apostolico in Irlanda ai vescovi. Un'altra "pistola fumante" della coerenza di Joseph Ratzinger
L'Arcivescovo di Toronto Collins: Ho ricevuto mandato dal Papa di svolgere un'indagine sugli abusi nell'Arcidiocesi irlandese di Cashle e Emly e di fargli una relazione entro Pasqua
Jimmy Akin argomenta e spiega molto bene il "caso" della lettera irlandese
Padre Lombardi spiega il senso della lettera del nunzio in Irlanda del 1997 (Radio Vaticana, sezione inglese)
Pedofilia, la lettera del nunzio in Irlanda nel commento (obiettivo) di John Allen
Padre Lombardi chiarisce sul NYT che quello descritto dalla tv irlandese rappresenta un approccio della Congregazione per il clero prima del 2001. Da quest'ultima data i casi di pedofilia passarono alla Congregazione per la dottrina della fede
Secondo la tv irlandese nel 1997 il "Vaticano" contestò la proposta dei vescovi irlandesi di aiutare la polizia locale a identificare i preti pedofili
La Rota romana impedì alla diocesi di Dublino di ridurre allo stato laicale un prete pedofilo seriale. Fu punito solo grazie all'intervento diretto di Papa Wojtyla e del card. Ratzinger (Ap)
Abusi, Mons. Martin (Dublino) chiede scusa attribuendo i silenzi alla gerarchia irlandese
Visitatore di Dublino: un nuovo sguardo sulla crisi degli abusi. Il Cardinale O'Malley dice che l'Arcidiocesi ha già compiuto progressi (Zenit)
Abusi, in missione per conto del Papa in Irlanda (Galeazzi)
Irlanda. Al via la visita apostolica del cardinale O'Malley (R.V.)
Inizio Visita Apostolica a Dublino, card. Sean O’ Malley: "Sono venuto per ascoltare il vostro dolore, la vostra rabbia, ma anche le vostre speranze e aspirazioni" (Sir)
Inizio Visita Apostolica in Irlanda, Mons. Martin: “Non c'è mai rinnovamento nella Chiesa, senza pentimento e conversione” (Sir)
Lo scorso marzo la Lettera pastorale del Papa ai Cattolici d'Irlanda
Parte la Visita apostolica in Irlanda. Decisa da Benedetto XVI dopo i casi di abusi da parte del clero (Mazza)
Parte la Visita apostolica voluta dal Papa per un rinnovamento della Chiesa irlandese dopo gli abusi sessuali da parte di membri del clero (Chirri)
Inizia la Visita Apostolica in Irlanda (Rome Reports)
Irlanda, al via visita apostolica. Visitatori diocesi possono incontrare le vittime degli abusi, ma non ricevere denunce. Prima fase da chiudere entro Pasqua 2011 (Bandini)
Pedofilia in Irlanda. Se dovessero emergere denunce di casi nuovi o vecchi di abusi, gli Ordinari o Superiori Maggiori hanno il dovere di informare l'autorità civile ed ecclesiastica competente
Al via la Visita Apostolica in Irlanda voluta dal Papa. La prima fase terminerà entro Pasqua, poi le decisioni (Apcom)
Ha inizio la Visita apostolica in Irlanda voluta dal Papa per rispondere al dolore provocato dagli abusi commessi da sacerdoti e religiosi (Sir)
Al via la visita apostolica in Irlanda, voluta dal Papa per un rinnovamento spirituale dopo i casi di abuso da parte di membri del clero
Irlanda: anno di preghiera per il rinnovamento spirituale. Invito dei Vescovi dopo la loro assemblea annuale autunnale (Zenit)
Un anno di preghiera per i cattolici in Irlanda (Osservatore Romano)
Abusi in Irlanda, indetto l’anno di preghiera (Avvenire e Sir)
Incontro in Vaticano con i visitatori apostolici per l'Irlanda (Osservatore Romano)
La Santa Sede stabilisce le direttrici della visita apostolica in Irlanda (Zenit)
Visita apostolica in Irlanda: incontri preparatori a Roma (Radio Vaticana)
Pare che ci sia una certa resistenza dei vescovi irlandesi all'imminente visita apostolica che essi vorrebbero limitata agli abusi e non estesa alla gestione delle diocesi
E' tesa alla "purificazione e guarigione per la Chiesa in Irlanda" la visita apostolica voluta dal Papa in Irlanda dopo lo scandalo pedofilia (Apcom)
I visitatori apostolici inviati dal Papa in Irlanda "daranno ''daranno particolare attenzione alle vittime e alle loro famiglie" (Asca)
Pedofilia, i quattro arcivescovi di Irlanda si recheranno a Roma la prossima settimana per preparare la Visita Apostolica ordinata dal Papa (Sir)
Errore grave in un articolo di Avvenire: i vescovi irlandesi Raymond Field e Eamonn Walsh non sono stati accusati di avere insabbiato casi di abuso
Mons. Martin afferma che lo scandalo dei preti pedofili non è un'invenzione dei media. Il Papa lo ripete da anni...
L’arcivescovo di Dublino spiega perché Newman e B-XVI possono rifondare la fede in occidente (Vietti)
Il caso dei due vescovi irlandesi rimasti al loro posto ed il "sonnambulismo" del Vaticano a ferragosto nel commento di John Allen
Peloso muove gravi accuse alla curia romana sulla lotta alla pedofilia ed in particolare sul caso dei vescovi irlandesi
Il caso dei due vescovi irlandesi nel commento di Michael Kelly
Anche i gesuiti americani danno man forte a Martin e ai media irlandesi e, finora, solo David Quinn, ha ricordato che i vescovi risultano innocenti
Caso Irlanda: mentre nel mondo anglosassone monta e rimonta la polemica, la Santa Sede risponde con un silenzio assordante
Riflessione sul "caso" dei due vescovi irlandesi che prima si "dimettono" e poi cambiano idea e sull'ennesimo scivolone comunicativo della Santa Sede (Raffaella)
Ulteriori particolari sul "caso" dei vescovi irlandesi nel post di Andrea Tornielli
Abusi, il caso irlandese e quelle decisioni da spiegare (Tornielli). Da sottoscrivere ed incorniciare
Abusi, il caso irlandese e quelle decisioni da spiegare (Tornielli). Da sottoscrivere ed incorniciare
Respingendo le dimissioni dei due vescovi irlandesi il Vaticano ha dimostrato di non voler sottostare alle pressioni mediatiche
I vescovi irlandesi Walsh e Field furono coinvolti dal "rapporto Murphy" che però rivelerebbe la loro innocenza
Il Papa respinge le dimissioni di due vescovi ausiliari irlandesi (Apcom)
Si dimette responsabile anti-abusi della diocesi di Cloyne (Irlanda)
Irlanda: discorso del cardinale Murphy O'Connor per la conclusione dell'Anno Sacerdotale (Radio Vaticana)
Pedofilia, il vescovo di Dublino: dal Papa aiuto contro gli abusi. Non così dai vescovi (Asca)
Mons. Martin (Dublino): ''Il Papa mi ha sempre sostenuto molto. E' stato abbastanza inusuale. Non tutti l'hanno fatto" (Irish Times)
Visita apostolica in Irlanda, nuovo intervento nella linea della fermezza voluta dal Pontefice (Mazza)
Irlanda, dopo la Lettera la visita apostolica: ecco i nove "ispettori" di Benedetto XVI (Peloso)
La succosa ricostruzione dello "schiaffo di Vienna" del settimanale laico Profil. Schonboen e Papa Benedetto contro la curia romana (Affaticati)
La scelta dei visitatori per la chiesa irlandese e la lettera del Papa all'arcivescovo di Vienna
Tolleranza zero contro i preti pedofili: la mano dura del Papa, le resistenze nella Curia (Ingrao)
Abusi sui minori in Irlanda. Decisa la visita apostolica (Mazza)
Soddisfazione di mons. Diarmuid Martin, dopo la nomina dei visitatori apostolici per lo scandalo degli abusi nella Chiesa irlandese (R.V.)
Padre Amorth: L’inferno per i pedofili? Va bene, ma adesso per favore attenti a non esagerare (Rodari)
Nove "visitatori apostolici", tra cui due suore. Al setaccio diocesi, seminari e istituti religiosi. Il Papa vuole "purificazione" (Bobbio)
I «visitatori apostolici» per l'Irlanda sono vescovi e religiosi che esprimono la linea antipedofilia di Benedetto XVI (Tornielli)
Benedetto XVI affida la terapia per rimarginare le ferite della Chiesa d'Irlanda a nove visitatori apostolici, di cui due suore (Gagliarducci)
Nove "ispettori" papali con un preciso obiettivo: purificare l'Irlanda. Alla delicata missione partecipano due suore
Il Papa nomina i visitatori apostolici per la chiesa irlandese (Irish Independent)
Visitatori apostolici in Irlanda: annunciate le decisioni del Papa (Radio Vaticana)
In Irlanda il Papa accelera sulla linea dura antipedofilia (Izzo)
In Irlanda nominati i visitatori. Ma il delegato per i Legionari dov'è? (Magister)
I vescovi irlandesi commentano la visita apostolica: "segno di vicinanza del Papa" (Sir)
In autunno inizia la visita apostolica in Irlanda. Padre Lombardi: Serve collaborazione aperta e cordiale coi visitatori (Apcom)
Irlanda, nove "ispettori" papali (Tosatti)
Mons. Diarmuid Martin (Dublino) plaude alla visita apostolica in Irlanda
Pedofilia, il Papa nomina nove visitatori apostolici per indagine anti pedofilia in Irlanda (Il Giornale)
Pedofilia, al via l'inchiesta in Irlanda (Repubblica)
Pedofilia, in autunno inizierà l'indagine della Santa Sede sulla chiesa irlandese
La Santa Sede annuncia per l'autunno la visita apostolica in Irlanda sulle "tragiche vicende di abusi" (Sir)
Il Papa nomina nove visitatori con il compito di indagare sulla chiesa irlandese (Asca)
Irlanda, un famoso ex sindaco colto in castagna mentre ammette di non avere mai subito abusi da parte di sacerdoti dopo avere sostenuto il contrario
Il secondo rapporto annuale del National Board for Safeguarding Children. Per la tutela dei minori in Irlanda (Osservatore Romano)
Il cardinale Brady proseguirà il suo mandato: presentato il secondo Rapporto sugli abusi del clero ai minori nella Chiesa irlandese
Il card. Brady (Irlanda) sarebbe intenzionato a chiedere al Papa la nomina di coadiutore con diritto di successione (Belfast Telegraph)
Il peccato carnale irlandese (Agnoli)
L'arcivescovo di Dublino stigmatizza l'eccessiva tolleranza della cultura ecclesiale degli ultimi decenni in materia di moralità sessuale (Cooney)
L'arcivescovo di Dublino: «Nella Chiesa c'è chi non vuole verità sugli abusi» (Adnkronos)
In pensione (canone 401 comma 1) il vescovo irlandese Duffy: non denunciò un pedofilo ma furono i genitori della vittima a chiedergli riservatezza
Abusi, stampa irlandese: Papa prepara mea culpa in vista del raduno dei sacerdoti (Adnkronos)
In Irlanda si dimette il terzo vescovo (Bandini)
Si dimette il vescovo Mixa, Mons. Moriarty ribadisce il 'mea culpa' e i vescovi britannici si scusano (Tgcom)
Irlanda, il mea culpa del vescovo Moriarty: "Dovevo contrastare la cultura prevalente" (Repubblica)
Il Papa accetta le dimissioni del terzo vescovo irlandese. Mons. Moriarty: chiedo scusa alle vittime e alle loro famiglie
Irlanda, Benedetto XVI ha accettato le dimissioni di mons. James Moriarty, vescovo di Kildare e Leighlin
Secondo il Times la Santa Sede vorrebbe che il card. Brady si dimettesse
La "chiesa" progressista usa i pedofili contro il Papa. Le bugie di Kung ed il no al celibato (Socci)
Kung, il teologo inquirente di Repubblica (De Marco)
I cattolici irlandesi sotto shock per le continue rivelazioni attendono l’intervento del Papa (Stupino)
Cosa si aspettano gli Usa da Benedetto XVI (Rodari)
Benedetto XVI firma la lettera ai fedeli irlandesi
Firmata la lettera ai Cattolici irlandesi. Il testo tradotto anche in tedesco (Izzo). Monumentale
IL PAPA HA FIRMATO LA LETTERA AI CATTOLICI IRLANDESI
Un video promuove la preghiera per le vittime degli abusi. Trasmesso da televisioni cattoliche e pagine web (Zenit)
Politi, "sospeso" fra l'elogio e la denigrazione del Papa, dimentica gli articoli scritti in passato e l'anno di elezione di Benedetto XVI
Pedofilia: affrontiamo la questione a trecentosesssanta gradi (Sandro Vigani)
Il Papa e i congiurati. Chi trama contro Benedetto XVI. Le dodici croci di Ratzinger (Ingrao). "Illuminante"
Il vescovo Pacomio tenta in tutti i modo di giustificarsi: "Fraintese le mie parole". Si rende conto del danno arrecato al Papa?
Grande attesa per la lettera del Papa sulla pedofilia. Benedetto XVI "deluso e amareggiato" per le uscite di Kung (Ansaldo)
Brutto clima ad arte contro il Papa (Lucio Brunelli). Da incorniciare!
Lettera agli Irlandesi, ecco che che cosa scriverà il Papa (Aldo Maria Valli)
Il New York Times cerca di gettare fango addosso all'allora vescovo Ratzinger ma conferma in pieno quanto affermato dall'arcidiocesi di Monaco
Vian ci spiega perché Küng è fa "errori madornali" su celibato e pedofilia: "Modesto esercizio antipapista" (Rodari)
Attesa in Irlanda per la lettera del Papa ai fedeli
Pedofilia, il mea culpa e la stretta del Papa (Domenico Rosati)
Chiesa e abusi sessuali. Domani lettera del Papa (Bobbio)
La lettera del Papa ai Cattolici irlandesi sarà pubblicata sabato
Come pilotare la Chiesa nella tempesta. Una lezione da Benedetto XVI (Magister)
Canonista spiega che per i preti pedofili la giustizia dello stato non basta (Rodari). Da assaporare!
Lettera del Papa ai Cattolici irlandesi: articoli di Repubblica
Le profezie della Beata Anna Caterina Emmerich
La strategia del Papa contro la pedofilia nel commento di John Allen
Cosa c’è dietro gli scandali dei preti pedofili? L'analisi di Massimo Introvigne
Benedetto XVI esprime pubblicamente la sua «profonda preoccupazione», il suo «dolore», per lo scandalo-pedofilia che «scuote» la Chiesa (Gasparroni)
Irlanda: la reazione affettuosa dei fedeli all'omelia del card. Brady
Pedofilia, il Papa: servono pentimento, rinnovamento e guarigione. Il puntuale e straordinario commento di Salvatore Izzo
CHI SONO GLI AVVERSARI E I DETRATTORI DI BENEDETTO XVI SULLO SCANDALO DEL CLERO PEDOFILO? (Giannino)
Il 19 marzo la lettera del Papa ai fedeli irlandesi (AsiaNews)
Il cardinale Brady: la Lettera del Papa, fonte di rinnovamento per la Chiesa irlandese (Radio Vaticana)
Il Papa: non si conosce Dio solo con la ragione ma con la forza dell’amore. Annunciata una lettera alla Chiesa irlandese sugli abusi ai minori
Il Papa: lettera all'Irlanda per guarigione dopo il pentimento (Izzo)
Bernard Lecomte: "Benedetto XVI è il primo Papa ad affrontare con coraggio e determinazione il problema della pedofilia" (da erigere un monumento!)
Card. Brady: Mi vergogno e mi scuso, ora riflessione (Apcom)
Pedofili, Papa venerdi firma lettera agli irlandesi
Le rane dalla bocca larga della curia hanno accusato il colpo?
IL PAPA: FIRMERO' VENERDI' LA LETTERA PER GLI IRLANDESI
Durissima ma straordinaria lettera di Marcello Pera al direttore del Corriere: Un'aggressione al Papa ed alla democrazia
Pedofilia, circolare del Papa per tutta la Chiesa? (La Rocca)
PAPA/ Sapelli: sugli scandali la Chiesa non ceda alla logica dei suoi nemici (Sussidiario)
La Cei romperà il silenzio sugli abusi sessuali lunedì prossimo (Peloso). Mi dispiace ma per me è troppo tardi! Gravemente minata la mia fiducia
L'obbligo del celibato cattolico risale ai primordi, ma le eccezioni sono frequenti. Non c'entra con la pedofilia: stessa incidenza nei protestanti (Bertoncini)
Intervento della Santa Sede al Consiglio dei Diritti dell'Uomo a Ginevra: A tutela dei minori lotta contro gli abusi
Nota dei vescovi irlandesi su un'inchiesta per abusi svolta nel 1975
Intervento della Santa Sede al Consiglio dei Diritti dell'Uomo a Ginevra: A tutela dei minori lotta contro gli abusi
Non è attaccando la Chiesa che si combatte la pedofilia. Abusi reali e notizie virtuali (Bruno Mastroianni). Monumentale!
Irlanda: nota dell'ufficio comunicazioni sul "caso" del card. Brady (Sir)
Ruini contro l’assedio etico al clero: importante intervista a Paolo Rodari. Averne di cardinali come "Eminence" :-)
Sempre straordinario il card. Ruini: non si può ignorare il tentativo tenace e accanito di tirare in ballo la persona del Papa
PAPA/ Magister: ecco perchè usano gli scandali per attaccare la Chiesa (Sussidiario)
Chiusa la visita apostolica ai Legionari di Cristo.Ratzinger aprì l'inchiesta già da cardinale nonostante le resistente interne al Vaticano (Magister)
Benedetto XVI è il capro espiatorio, perciò sempre più Vicario di Cristo (Volontè). Da incorniciare
Quegli attacchi al Papa teleguidati (José Luis Restan)
Pedofilia, il primate d’Irlanda verso le dimissioni? (Tornielli)
Irlanda, chieste le dimissioni del card. Brady. Il porporato rifiuta (Bandini)
Le parole del Papa e la lettera alla chiesa d’Irlanda (Rodari)
Documento finale dell'assemblea dell'episcopato irlandese
Pedofilia, vescovi irlandesi: il Papa ci chiede di collaborare con i giudici (Izzo)
L'intervento di mons. Tomasi all'Onu sulla questione degli abusi sui minori (Radio Vaticana)
Sacerdozio e celibato: alcuni interventi
Comunicato dei vescovi irlandesi: la Chiesa impegnata in un processo di rinnovamento dopo lo scandalo degli abusi (Radio Vaticana)
Apprezzamento dei vescovi irlandesi per la nota di padre Lombardi (Sir)
Pedofilia, vescovi irlandesi: il Papa ci chiede di aiutare i giudici. La Lettera "De delictis gravioribus" non preclude affatto la collaborazione
Pedofilia, Messori: il Vaticano sembra il solo a fare notizia (Corriere)
Pedofilia, Melloni ne approfitta per chiedere un nuovo Concilio come segno di rottura. In realtà la rivoluzione c'è ed è Benedetto XVI!
Le confessioni di un cardinale anonimo che però descrive un Ratzinger "nobilmente disinteressato alla propria elezione" (Galeazzi). Da incorniciare!
Le donne antidoto contro la pedofilia? “Lolita” smentisce Lucetta Scaraffia (Magister)
Abusi sui minori, la Chiesa è rigorosa con i responsabili (Cardinale). Lombardi: abusi non solo nella Chiesa (Marroni)
Apprezzamento dei vescovi irlandesi per la nota di padre Lombardi (Sir)
Gli abusi sessuali nel clero: analisi di Dominique Quinio
Il tempo della purificazione della Chiesa, voluto da Benedetto XVI, è arrivato (Francesco Antonio Grana)
Perché l’abolizione del celibato, intesa come mezzo per sradicare la piaga dei preti pedofili, sarebbe assolutamente inutile anzi controproducente
Scandalo pedofilia, Benedetto XVI non fa sconti (Francesco Antonio Grana)
Perché solo la Chiesa ammette i propri peccati? La pedofilia e la strada (inconsueta) della trasparenza (Accattoli). Da incorniciare!
Pedofilia, padre Lombardi: problema affrontato con tempestività e decisione (Apcom, Asca ed Ansa). Nessun cenno nella agenzie alla Lettera "De delictis gravioribus"
Ingrao: la lettera del Papa agli Irlandesi uscirà il 6 marzo (speriamo di no...è sabato!) Presto pubblicata l'istruzione sul Summorum Pontificum
I Vescovi irlandesi riferiscono del loro incontro con il Papa. Sottolineano la partecipazione attiva di Benedetto XVI (Zenit)
Offensiva papale sui preti pedofili (Marco Politi). Alcune riflessioni del blog
Irlanda: presto la sostituzione di Moriarty. In agenda anche il possibile riordino delle diocesi irlandesi (Asca)
Irlanda: presto la sostituzione di Moriarty. In agenda anche il possibile riordino delle diocesi irlandesi (Asca)
Secondo il vescovo irlandese Neary il Papa ha chiesto perdono alle vittime dei preti pedofili durante il summit in Vaticano (Asca)
Irlanda, il vescovo Moriarty (accusato dal Rapporto Murphy) annuncia che le sue dimissioni saranno accettate entro Pasqua (Sir)
I vescovi irlandesi commentano l'incontro con il Papa: "Ci ha ascoltati attentamente"
Don Di Noto: 80 i preti italiani coinvolti in reati di pedofilia. “Necessaria un'azione pastorale molto più decisa nelle diocesi” (Zenit)
Il Papa contro la pedofilia e i vescovi irlandesi. In Vaticano la Curia di Dublino dice: «Collaboreremo» (Liberal)
La pedofilia non è un affare interno alla Chiesa. La "rivoluzione" di Papa Benedetto osteggiata da una parte della curia (Francesco Peloso)
Preti pedofili, il Papa: la pedofilia non è solo «un odioso crimine» ma anche «un grave peccato che offende Dio» (Marroni)
Pedofilia, il Papa e le tre decisioni con le quali ha voltato pagina (Alberto Melloni)
Il Papa: "Pedofilia, crimine odioso, un peccato che offende Dio" (Galeazzi)
I vescovi irlandesi: «Ora basta, deferiremo i colpevoli» (Mazza)
Dal Papa una severa lezione: La fede giudicata col cuore dei più piccoli (Pierangelo Sequeri)
Abusi su minori: conferenza stampa dei vescovi irlandesi (Radio Vaticana)
Lo scandalo dei preti pedofili ha portato a un «crollo della fiducia» nella Chiesa irlandese e «ha danneggiato la sua testimonianza» (Tornielli)
La giustizia terrena del Papa (Filippo Di Giacomo)
Il Papa: Abusi sessuali crimine odioso e peccato grave (Bobbio)
Il Papa: "Preti pedofili, offesa a Dio" (Vecchi)
Il Papa: «Abusi sessuali, un crimine che ferisce la dignità umana» (Cardinale)
Dopo lo scandalo degli abusi, alla Chiesa servirà tempo e umiliazione (Jesús Colina)
Vescovi d’Irlanda a rapporto dal Papa: «Sulla pedofilia ammettano le colpe» (Monteforte)
La conferenza stampa conclusiva dei vescovi irlandesi (Sir)
I vescovi irlandesi ammettono: «La pedofilia? Abbiamo fallito» (Gasparroni)
Il Papa vuole tolleranza zero per il clero pedofilo d’Irlanda (Tornielli)
Vertice in Vaticano: stretta sui preti pedofili (Marroni)
L'Irlanda e la pedofilia: vescovi a rapporto dal Papa (Bartoloni)
I vescovi irlandesi messi in penitenza. E intanto in Germania… (Magister)
Pedofilia, il Papa sferza i vescovi inerti: ora basta (Izzo)
Il Papa incoraggia ill dialogo con le vittime dei preti pedofili: giusta la loro ira (Asca)
La debolezza della fede genera lo scandalo del peccato (Angela Ambrogetti)
Il Papa convoca in Vaticano l’episcopato irlandese per fare luce sui crimini commessi contro l’infanzia. E apre alla giustizia ordinaria (Liberal)
Solo la Chiesa fa autocritica. Nel disastro morale generale, fa clamore la denuncia di Benedetto XVI (Luigi Accattoli)
La Chiesa e i bambini. A proposito dello scandalo in Germania (Manfred Lütz)
L'affaire irlandese dei preti pedofili e lo sdegno del Papa: servizio di Stefano Maria Paci
Pedofilia, il Papa: la Chiesa deve recuperare credibilità morale. Insistere sulla maggiore formazione per seminaristi e preti (Apcom)
Il Papa ai Vescovi irlandesi: onestà e coraggio contro gli abusi (Zenit)
La lettera del Papa ai fedeli irlandesi sarà pubblicata prima di Pasqua
Lombardi: dimissioni dei vescovi non in agenda, ma può darsi che il problema sia stato affrontato. Finora dimessi cinque vescovi
Il Papa ai vescovi irlandesi: l’abuso dei minori è un crimine odioso e un peccato contro Dio. Recuperare la credibilità morale della Chiesa (R.V.)
Il Papa ai vescovi irlandesi: affrontare i problemi del passato con determinazione e risolutezza e quella presente con onestà e coraggio
Il Papa: "La pedofilia è un crimine odioso e un peccato contro la dignità umana" (Repubblica)
Pedofilia: dai vescovi irlandesi "impegno a cooperare con le autorità sia giudiziarie che ecclesiali" (Sir)
Il Papa: i vescovi irlandesi siano uniti di fronte allo scandalo degli abusi sui minori (Asca)
Il Papa sulla pedofilia: "E' un crimine odioso. Collaborare coi giudici" (Il Giornale)
Vaticano: la chiesa irlandese ha fallito nel rispondere agli abusi dei preti (Asca)
Il Papa: "La pedofilia è un crimine odioso e un peccato contro la dignità umana" (Repubblica)
IL PAPA: LA PEDOFILIA E' UN CRIMINE ODIOSO. I VESCOVI IRLANDESI COLLABORERANNO CON I GIUDICI
Irlanda, in Vaticano si prega per le vittime degli abusi sessuali (Bobbio)
I vescovi irlandesi dal Papa: nove ore e mezza di incontri, in tre sessioni, distribuiti su un giorno e mezzo (Gagliarducci)
Chiesa e pedofilia. La tolleranza zero di Benedetto XVI (Aldo Maria Valli)
Pedofilia: Papa incontra vescovi d'Irlanda. Attesa lettera pastorale (Domitilla Conte)
Udienza straordinaria del Papa ai vescovi irlandesi (Apcom)
Il direttore della Caritas di Roma: lo sguardo d’amore del Papa segno di speranza per gli ultimi della società (Radio Vaticana)
La signora Giovanna al Papa: «Caro Pontefice, sia pieno di speranza. Come noi» (Giansoldati)
Irlanda, Card. Brady: il Papa è molto preoccupato per i bambini abusati
Il Papa riunisce i vescovi irlandesi in Vaticano. Il bellissimo commento di Salvatore Izzo che ripercorre le tappe della vicenda
In corso fino a stasera l'incontro del Papa con i vescovi irlandesi (Sir)
Scandalo pedofilia nella chiesa irlandese: oggi e domani riunione fra i vescovi e il Santo Padre (Asca)
Pedofilia, card. Bertone ai vescovi irlandesi: si riconoscano le colpe (Izzo)
I vescovi irlandesi dal Papa. Il cardinale Bertone: dalle prove, il rinnovamento, ma riconoscendo le colpe. Gli auspici del cardinale Brady (R.V.)
Si è aperta in Vaticano la riunione dei vescovi irlandesi convocata dal Papa
Il commento di John Allen sul "caso Boffo" e sul vertice con i vescovi irlandesi. Conversazione con Mons. Guido Marini
I vescovi irlandesi incontrano le vittime degli abusi di alcuni preti. Da lunedì saranno a Roma (Asca)
Benedetto XVI incontrerà i Vescovi irlandesi il 15 e 16 febbraio (Zenit)
Abusi sessuali, il Papa convoca i vescovi d'Irlanda (Gagliarducci)
Pedofilia, il Papa convoca tutti i vescovi irlandesi per il 15-16 febbraio (Asca e Apcom)
Il Papa convoca i vescovi irlandesi. La lettera sugli abusi sessuali potrebbe essere letta il 17 febbraio, Mercoledì delle Ceneri (Velino)
Irlanda, riunione straordinaria dei vescovi per preparare la ricezione della lettera del Papa sullo scandalo degli abusi sui minori
Pedofilia, card. Hummes: accertate oggettivamente le responsabilità di tanto male si vada fino in fondo anche ricorrendo alla giustizia ordinaria
Pedofilia, si sono dimessi altri due vescovi irlandesi. Hanno annunciato le dimissioni durante la messa di Natale (Apcom)
Irlanda, rapporto su preti pedofili, si dimettono altri due vescovi (Repubblica)
Un altro vescovo irlandese rassegna le dimissioni a Papa. E' Moriarty, ex ausiliare di Dublino (Apcom)
SCANDALO PRETI PEDOFILI IN IRLANDA: SI "DIMETTE" IL SECONDO VESCOVO
Coprì decine di preti pedofili, si dimette il vescovo irlandese (La Rocca)
Il Papa accetta le dimissioni del vescovo irlandese Murray (Bertini)
Pedofilia, "lascia" il primo vescovo irlandese. Presto la lettera del Papa (Apcom)
Pedofilia, accettate le dimissioni di Murray. Tolleranza zero di Benedetto XVI (La Rocca)
Il Papa accetta le dimissioni del vescovo irlandese che coprì alcuni preti pedofili (Izzo)
Il Papa accetta le dimissioni di Murray, vescovo di Limerick (Irlanda)
Mons. Donal Murray ("dimessosi" dopo lo scandalo dei preti pedofili irlandesi) chiede perdono (Asca)
Pedofilia, dopo lo scandalo si "dimette" il vescovo irlandese di Limerik, Murray
IL PAPA ACCETTA LE "DIMISSIONI" DEL VESCOVO IRLANDESE ACCUSATO DI AVERE COPERTO PRETI PEDOFILI
Benedetto XVI e la sporcizia morale nella chiesa d'Irlanda (Giannino)
L’ira del Papa: cacciamo subito i preti pedofili (Caterina Maniaci)
L'ira del Papa sui preti pedofili irlandesi (Iaia Vantaggiato)
Lo sdegno del Papa per il "caso" Irlanda: il commento di Roberto Monteforte (L'Unità)
Preti pedofili in Irlanda, «Il Papa è sconvolto». Presto una lettera pastorale a tutti i fedeli con indicazioni concrete (Bobbio)
Don Di Noto:"A questo Papa che sta facendo tanto per la lotta alla pedofilia nel clero e la difesa dei bambini,dico: siamo con Lei, Santità" (Maniaci)
Lo sdegno del Papa per il caso irlandese. E un problema di fondo (Tornielli, da incorniciare!)
Benedetto XVI parla dello scandalo dei preti pedofili in Irlanda: l'apprezzamento del National Catholic Repoter
Irlanda sotto choc per gli abusi dei preti. «Sono stati coperti per oltre trent'anni» (Avvenire)
Benedetto XVI «condivide lo sdegno e la vergogna» provati da tantissimi irlandesi per lo scandalo degli abusi sessuali sui bambini (Tornielli)
«Rapporto Ryan» il Papa: «Rabbia, tradimento e vergogna» (Gagliarducci)
Pedofilia in Irlanda: una reazione del Papa che non vuole fermarsi alla preghiera e alle scuse, ma tradursi in «indicazioni pratiche» (Conte)
Pedofilia, il Papa ai vescovi irlandesi: ora basta (Izzo)
IL SERVIZIO DI ALESSANDRA BUZZETTI
L'arcivescovo di Dublino: L'idea di scrivere una lettera pastorale ai cattolici irlandesi è venuta direttamente a Papa Benedetto XVI (Asca)
Irlanda, il Papa: Dolore e vergogna, mai più abusi sui bambini (Bandini)
Benedetto XVI, mai indulgente nei confronti dei preti pedofili: in Irlanda i responsabili pagheranno (Apcom)
Il grazie di don Di Noto al Papa per le sue parole sul dossier pedofilia (Zenit)
ABUSI IN IRLANDA: SERVIZIO DI STEFANO MARIA PACI
Traduzione del comunicato della Santa Sede sull'incontro del Papa con i prelati irlandesi
Padre Lombardi: dal Papa parole fortissime contro la pedofilia in Irlanda (Asca)
Irlanda, il Papa "profondamente turbato e scosso" per gli abusi commessi da alcuni preti dell'arcidiocesi cattolica di Dublino (Sir)
Preti pedofili, il Papa: "Rabbia e vergogna in Irlanda, interverremo" (Il Giornale)
Pedofilia in Irlanda, presto una lettera del Papa ai fedeli. Il Vaticano prende molto sul serio le indicazioni del rapporto Ryan (Apcom)
Il Papa ai vescovi irlandesi: dolore e vergogna per gli abusi sui minori da parte del clero, solidarietà per le vittime e le loro famiglie (R.V.)
Preti pedofili in Irlanda, la durissima condanna del Papa: "Crimini odiosi, interverremo"
Pedofilia in Irlanda, rabbia e vergogna del Papa: «Responsabili pagheranno. Scriverò una lettera ai fedeli» (Corriere)
Il Papa: vergogna per il caso pedofili in Irlanda
Giro di vite del Papa sullo scandalo Irlanda. La tolleranza zero di Joseph Ratzinger (Peloso)
Pedofilia, domani i vescovi irlandesi dal Papa. Verifica sulla tolleranza zero (Izzo, monumentale)
I vescovi irlandesi chiedono perdono per gli abusi sessuali. Domani ricevuti dal Papa (Izzo)
Irlanda: mea culpa dei vescovi su abusi, domani incontro col Papa (Bandini)
Pedofilia, i vescovi irlandesi si scusano. Voci di dimissioni di alcuni prelati dopo l'incontro con il Papa
Domani i vescovi irlandesi dal Papa per informarlo sugli abusi di alcuni sacerdoti. Incontro voluto da Benedetto XVI in persona (Sir)
Il nunzio in Irlanda: Scuse per '"tutti gli errori commessi"
Il Papa convoca a Roma i rappresentanti della Chiesa d'Irlanda (Zenit)
Il Papa incontrerà il cardinale Brady e l'arcivescovo di Dublino: al centro dei colloqui la dolorosa situazione della Chiesa in Irlanda (R.V.)
Venerdì il Papa riceve il card. Brady per i preti pedofili di Irlanda (Apcom)
Pedofilia, Padre Lombardi: l'11 dicembre il Santo Padre incontrerà i vescovi irlandesi (Sir)
Benedetto XVI incontra cardinale irlandese per dossier sulla pedofilia (Il Sole 24 Ore)
Pedofilia: il card. Brady dal Papa. Presenterà il dossier sugli abusi da parte di alcuni preti dell'arcidiocesi di Dublino (Ansa)
La Chiesa irlandese chiede perdono per gli abusi sui minori da parte di sacerdoti dell’arcidiocesi di Dublino. Con noi, mons. Diarmuid Martin (R.V.)
Abusi sessuali, i vescovi irlandesi incontrano le vittime. Illustrata la linea di «tolleranza zero» adottata da Benedetto XVI (Galli)
Preti pedofili, il grido di Papa Ratzinger (La Rocca)
Ultimatum del Papa ai vescovi: voglio giustizia sulla pedofilia (Tornielli)
I vescovi irlandesi: sugli abusi il Papa ci ha chiesto tolleranza zero (Izzo)
I vescovi irlandesi esortati dal Papa a stabilire la verità sugli abusi ai minori. L’impegno dell’episcopato a garantire che sia fatta giustizia
Benedetto XVI chiede tolleranza zero per abusi preti
Il Papa sugli abusi del clero irlandese: "Sia stabilita la verità e fatta giustizia". I vescovi: "Vergogna ed umiliazione" (Sir)
Pedofilia nella Chiesa irlandese. Il Papa: "Sia fatta giustizia" (Repubblica)
Vescovi irlandesi: il Papa ci ha chiesto di fare giustizia sugli abusi ai minori
L'arcivescovo di Dublino: Il Papa “visibilmente turbato” per gli abusi dei religiosi in Irlanda (Zenit)
Giro di vite del Papa nei confronti di chi non rispetta il celibato e, ovviamente, si macchia di crimini orrendi come la pedofilia (La Rocca)
Pedofilia, il vescovo di Dublino dal Papa (Pinna). Errore gravissimo nell'articolo! Aspettiamo la rettifica...
Pedofilia nel clero, il Santo Padre riceve il card. Brady e Mons. Martin (Irlanda)
Messaggio dei vescovi d'Irlanda agli ordini religiosi: Un giusto risarcimento alle vittime degli abusi (Osservatore Romano)
Preti pedofili, la linea dura e netta del Papa: stabilire la verità sui crimini del passato (Vecchi)
La Chiesa irlandese: dolore e vergogna per gli abusi sui minori negli istituti gestiti da religiosi (Radio Vaticana)
Abusi sui minori irlandesi: l’inchiesta del governo accusa gli istituti cattolici. Il cardinale Brady: provo vergogna (Corriere)
Irlanda, abusi sui minori, il card. Brady: provo vergogna (Galli)
Abusi sui minori irlandesi: l’inchiesta del governo accusa gli istituti cattolici. Il cardinale Brady: provo vergogna (Corriere)
Pedofilia, travolto dalle accuse si dimette il segretario di tre Papi (Del Re)
Pedofilia, lascia l'ex segretario di tre papi. Sostituito per decisione di Benedetto XVI (Porqueddu)
Scandalo pedofilia nella diocesi, si dimette mons. Magee, ex segretario di tre Papi
Iscriviti a:
Post (Atom)