martedì 28 luglio 2009

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A TORINO (2 MAGGIO 2010): LO SPECIALE DEL BLOG


DISCORSI ED OMELIE DEL PAPA A TORINO

TUTTI I VIDEO SU BENEDICT XVI.TV

IL PAPA A TORINO: I VIDEO, LE FOTO, I PODCAST

ALTRI ARTICOLI, NOTIZIE, INTERVISTE E COMMENTI

Sindone, i dubbi del card. Ratzinger sul test di datazione (Corriere)

Nel 1984 il cardinale Joseph Ratzinger pose precise condizioni per autorizzare gli esami sulla Sindone, ma le sue richieste furono ignorate (Izzo)

Card. Poletto: Se si potesse misurare la carica spirituale di un' Ostensione, quella del 2010 supera certamente la precedente (Griseri)

Il Papa: Mi è stata data l'intima e commossa gioia di venerare la Sindone (Apcom)

Sindone, card. Poletto: "Ha vinto la spiritualità". Card. Bertone: "Papa soddisfatto della visita a Torino" (Martinengo)

Sindone, si conclude l'Ostensione dei record (Galavotti)

Domani si chiude l'ostensione della Sindone. Oltre 2 milioni i pellegrini (Apcom)

I giovani torinesi: “Il Papa ci ha restituito la speranza” (Rossi)

La Santa Sindone come "icona" è una definizione ratzingeriana, cioè perfetta (Il Foglio)

Quel bacio di Angela e l’abbraccio di tutto il Cottolengo (Viana)

In piazza San Carlo Benedetto XVI ha celebrato la messa e ha incontrato i giovani di Torino (Gianluca Biccini)

Il bacio di Angela al Papa, un lampo nel buio (Ghiseri)

«Il Papa ha toccato davvero il cuore di noi giovani» (Bello)

L'abbraccio di Torino al Papa. Il card. Poletto: Torino città stupenda e complessa. Gli sponsor dell' ostensione accolti in Arcivescovado

Sindone, dal buio estremo alla luce più grande (Marco Doldi)

La fiaba di Kelvin che sabato ha chiesto più volte ai genitori se l'indomani avrebbe incontrato proprio il "Papa vero" (Cravero)

Il Papa davanti al volto del Mistero (Corradi)

Il Papa davanti alla Sindone e l'omelia per il card. Mayer: il commento di José Luis Restán

L'emozione del Papa, in ginocchio per la Sindone (Ansaldo)

Schifani, Bagnasco, Cota, Casini: ecco chi ha aderito all’appello di CronacaQui per il Papa

Il Papa a Torino: il racconto di CronacaQui

Card. Poletto: Torino ha risposto in modo straordinario alla visita del Papa (Izzo)

Don Primo Soldi: così il Papa ha risvegliato la mia laica Torino (Sussidiario)

Il Papa ai malati della "Piccola Casa": “Non sentitevi estranei alle sorti del mondo” (Martinengo)

In quella sacrestia il successore di Poletto (Galeazzi)

ARTICOLI, NOTIZIE E COMMENTI DEL 3 MAGGIO APRILE 2010

La visita del Papa a Torino nel commento del Corriere Adriatico

La venerazione della Sindone in duomo e la visita al Cottolengo: In silenzio davanti al mistero del dolore (Gianluca Biccini)

Giovanni Maria Vian: La Sindone e Nietzsche (Osservatore Romano)

Il cardinale Poletto: grande risposta della città alla visita del Papa (Radio Vaticana)

Non solo aranciata, il Papa brinda con il Moscato. Menù rigorosamente piemontese per i 40 ospiti (Monga)

La meditazione del Papa nel Duomo di Torino: la Sindone, un'Icona scritta col sangue che parla di amore e di vita (Radio Vaticana)

Il Pontefice si inginocchia commosso davanti al Sacro Lino, specchio “dell’umanità oscurata” (Galeazzi)

La Sindone, i malati, i giovani, le famiglie nelle parole di Benedetto XVI (Sir)

La Sindone "icona". Il Papa ha scelto un'espressione "alta" ma rispettosa delle opinioni di tutti

Perchè il Papa chiama icona e non reliquia la Sindone (Torno)

Il Papa commosso prega davanti alla Sindone (Tornielli)

L’abbraccio della città al Papa che soffre (Neirotti). Probabilmente questa è l'ultima volta che segnalo un articolo del genere. Offensivo il titolo di "Libero"

Grande folla per Papa Ratzinger a Torino. Benedetto XVI incontra la città, i giovani ed i malati. Poi si inginocchia davanti alla Sindone (La Stampa)

SINDONE/ Il Volto Santo di Manoppello, l’altro viso di Gesù che sfida la scienza (e combacia con la Sindone). Intervista a Heinrich Pfeiffer

La corrispondenza di Giacomo Galeazzi da Torino

Torino, appello del Papa per i disoccupati. La profonda meditazione davanti alla Sacra Sindone (Pinna)

ARTICOLI, NOTIZIE E COMMENTI DEL 2 MAGGIO APRILE 2010

Il Papa: nelle fragilità umane e nella Sindone c'è lo stesso volto: il bellissimo commento di Salvatore Izzo

La Utet dona al Papa il primo esemplare di un volume di pregio della Sindone (Adnkronos)

Il saluto affettuoso dei giovani al Papa: "E' bello averLa qui, siamo con Lei"

Grandissimo successo della visita del Papa a Torino

Il Papa: la Sindone, icona che interpella, in tutta la sua attualità, l'umanità oscurata dalle guerre, dalle violenze (Ansa)

Il Papa in ginocchio davanti alla Sindone per 5 lunghi minuti (Apcom)

Il Papa davanti alla Sindone: sono qui come Successore di Pietro, e porto nel mio cuore tutta la Chiesa, anzi, tutta l'umanità

IL PAPA IN PREGHIERA DAVANTI ALLA SACRA SINDONE

L'incontro con i malati al Cottolengo (Radio Vaticana)

Benedetto XVI a Torino per la Sindone: La fede non è mai contro la libertà (Radio Vaticana)

Il Papa a Torino: La Sacra Sindone segno di speranza (AsiaNews)

Torino, 50mila per la messa del Papa. Ora Sindone e incontro con i giovani (La Stampa)

Il Papa a Torino: vicino a disoccupati e immigrati. Grande accoglienza per Benedetto XVI (Ansa)

L'incontro con i malati al Cottolengo (Radio Vaticana)

L'incontro del Papa con i giovani in Piazza San Carlo (Radio Vaticana)

Oltre 50mila fedeli per la Messa del Papa a Torino fra Piazza Castello e Piazza San Carlo

Il Papa: la Sindone testimonia anche le nostre sofferenze (Izzo)

Il Papa accolto da 50mila fedeli a Torino (Corriere)

Al Regina Caeli il Papa affida Torino a Maria (Radio Vaticana)

Il Papa a Torino per la Sindone: amare come Gesù, senza limiti, per affrontare sofferenze e difficoltà e porre un argine al male

SANTA MESSA DEL PAPA A TORINO: LE FOTO

Il Papa: Penso ai giovani e alle famiglie che vivono la solitudine, agli emarginati e agli immigrati

Il Papa pellegrino a Torino fra due ali di folla

Il Papa benedice la prima pietra della nuova chiesa del Sermig

Folla in piazza San Carlo e nelle vie del centro di Torino in attesa dell'arrivo del Papa

Il Papa è arrivato a Torino, inizia la visita alla città (Apcom)

Torino, Piazza San Carlo gremita dalle 8 in attesa del Santo Padre (Apcom)

La Sindone, il business e le reazioni degli oppositori (Tornielli)

Torino attende il Papa (Galeazzi)

Il Papa è partito per Torino alle 8.35

Il Papa oggi a Torino per la Sindone, l'abbraccio alla città (Apcom)

ARTICOLI E COMMENTI PRECEDENTI LA VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE

«Dalla visita del Papa nuova energia a Torino» (Mazza)

La visita del Papa a Torino. Il cardinale Poletto: la Sindone, grande messaggio di speranza che nasce dalla Croce di Cristo (Radio Vaticana)

Ostensione della Sindone: l’editoriale di padre Lombardi (Radio Vaticana)

Il cardinal Poletto: "Il Papa potrà vedere la Torino migliore" (Martinengo)

Mons. Ghiberti: Io e il mio amico Papa Benedetto. Il ricordo delle vacanze a Monaco (Ghiseri)

Il Pontefice domani a Torino davanti alla Sindone (Orsola Mandelli)

Domenica il Pontefice a Torino per l'ostensione della Sindone: Una nuova carica di energia spirituale. Riflessione del card. Severino Poletto

La Sindone agli occhi di un bambino: Quante mani su quel Lenzuolo (Osservatore Romano)

Sindone, è già cominciata la visita del Papa (Viotti)

Torino in attesa del Papa: intervista col sindaco Chiamparino

Sindone, il Papa a Torino: «Un evento di grazia» (Bonatti)

Passione di Cristo, passione dell'uomo (Magister)

A Torino doni per il Papa dalla diocesi, dai giovani e dal comune (Apcom)

Papa Ratzinger e il messaggio dei santi torinesi (Galeazzi)

Il cardinale Poletto: la visita del Papa a Torino per la Sindone, occasione per ridare slancio alla fede (Radio Vaticana)

Sindone: preghiera e parola. In attesa di Benedetto XVI (Marco Bonatti)

Torino, caccia ai pass per la messa con il Papa (Spagnolo)

Contemplare Cristo. Il vincitore ha il volto del Padre (Timothy Verdon)

L'attesa per la visita del Papa alla Sindone. Benedetto XVI: questo atto di venerazione aiuti tutti a cercare il Volto di Dio (Radio Vaticana)

Ostensione della Sindone: il sacro lino ha grande seguito anche sul web (Radio Vaticana)

La Sindone tra scienza e fede: il commento di Francesco Antonio Grana

La Sindone riprodotta, bufala atea (Giuliano Guzzo)

Il falsario della Sindone? Doveva essere Superman (Andrea Tornielli)

Nuovo libro sulla Sindone a poche settimane dall'Ostensione: "La Sindone, testimone di una presenza" di Emanuela Marinelli

Il card. Poletto annuncia il programma della visita di Benedetto XVI a Torino

Sindone, troppi fedeli. Serve l’apertura notturna (Beppe Minello)

«La Sindone specchio dei Vangeli» (Mazza). Le prenotazioni: adesioni via internet da tutto il mondo (Bello)

Ai Venerdì di Propaganda il libro di Barbara Frale, "La Sindone di Gesù Nazareno" (Radio Vaticana)

Eco-compatibile la sedia che il Papa utilizzerà il 2 maggio durante la Santa Messa a Torino

Annunciate oggi nelle varie diocesi le visite pastorali del Santo Padre in Italia nell'anno 2010: Torino, Sulmona, Carpineto Romano e Palermo (R.V.)

Ostensione della Sindone, il Papa cambia platea perchè Piazza del Duomo è troppo piccola (Di Blasi)

La diocesi di Torino prepara l'ostensione e la visita di Benedetto XVI: L'uomo della Sindone e il mistero della sofferenza (Osservatore Romano)

Il 2 maggio 2010 il Papa in visita pastorale a Torino (Osservatore Romano)

IL PAPA A TORINO: SERVIZIO DI STEFANO MARIA PACI

Il Papa il 2 maggio 2010 a Torino per l'Ostensione della Sindone: intervista con il cardinale Poletto (Radio Vaticana)

Il Papa il 2 maggio 2010 a Torino per l'Ostensione della Sindone (Radio Vaticana)

Il Papa visiterà Torino il 2 maggio 2010

L’arrivederci del Papa a Torino. In primavera forse al Santo Volto (Martinengo)

Il Papa andrà a Torino per venerare la Sacra Sindone (Zenit)

Ultimi giorni di riposo per Benedetto XVI a Les Combes. Confermata dal Papa la propria presenza a Torino per l'Ostensione della Sindone nel 2010 (RV)

Il Papa in visita a Torino nel 2010 per l'ostensione della Sindone (La Stampa)

Padre Lombardi: è intenzione del Papa recarsi a Torino in primavera in occasione dell'ostensione della Sindone

Il card. Poletto a pranzo con il Papa. La visita a Torino nel 2010 (Griseri)

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI A TORINO (2 MAGGIO 2010) - PROGRAMMA

VISITA DEL SANTO PADRE A TORINO: LE DIRETTE TELEVISIVE

domenica 26 luglio 2009

Il Papa a Les Combes: "Nella famiglia i nonni sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita"


IL PAPA OPERATO PER UNA FRATTURA AL POLSO DESTRO: RACCOLTA DI NOTIZIE E ARTICOLI

I DISCORSI DEL SANTO PADRE A LES COMBES, ROMANO CANAVESE ED AOSTA

LE VACANZE DEL PAPA IN VALLE D'AOSTA (13-29 LUGLIO 2009)

IL PAPA IN VACANZA: VIDEO E FOTO

LE VACANZE DEL PAPA A LES COMBES: TUTTI I VIDEO SU BENEDICT XVI.TV


Vedi anche:

Il Papa: i nonni testimoni dei valori fondamentali (Mazza)

Angelus del Papa "sui nonni": il commento di Benedetto Ippolito (Il Riformista)

La nonna tirolese del Santo Padre nel racconto di Mons. Georg Ratzinger (Izzo)

Il geriatra Vergani: Quattro anziani per ogni bambino. Ha fatto bene il Papa a ricordare l'importanza dei nonni (Corriere)

Il Papa elogia i nonni: decisivi nelle famiglie (Vecchi)

Angelus: Benedetto XVI chiede ai sacerdoti totale affidamento a Dio (Zenit)

I nonni di Gesù tra emergenza educativa e Sacra Parentela: una interessantissima scheda di Salvatore Izzo sui Santi Anna e Gioacchino

La benedizione del Papa all’Angelus per tutti i nonni del mondo, nell’odierna festa di Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù (Radio Vaticana)

Il Papa elogia i nonni, saluta gli Africani di Torino e scherza sull'infortunio. I fedeli erano più del previsto (Conte)

Lino Banfi ("nonno Libero"): "Papa Benedetto XVI ha ragione: i nonni sono fondamentali..." (Ansa)

Più di cinquemila persone a Les Combes per l'Angelus. "Oggi una preghiera speciale per i nonni" (Albiero)

Il Papa: non lasciare soli gli anziani

A Les Combes saluti anche in patois, dialetto valdostano

Il Papa: pregate a siate grati a tutti i nonni del mondo (AsiaNews)

Il Papa ai nonni: avete un grande ruolo nel trasmettere i valori fondamentali

Il Papa scherza sul suo braccio: il mio infortunio ben noto e ben visibile

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 26.07.2009

Da lunedì 13 luglio, il Santo Padre Benedetto XVI si trova a Les Combes (Introd), in Valle d’Aosta, per trascorrere un periodo di riposo.
Oggi, a mezzogiorno, dalla villetta dove risiede, il Papa guida la recita dell’Angelus.
Nell’atto di introdurre la preghiera mariana, il Santo Padre pronuncia le parole che seguono:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Buona domenica! Ci incontriamo qui a Les Combes, presso l’accogliente casa che i Salesiani mettono a disposizione del Papa, dove vado terminando il periodo di riposo fra le belle montagne della Valle d’Aosta. Sono grato a Dio che mi ha concesso la gioia di queste giornate segnate da vera distensione – malgrado il piccolo infortunio a voi ben noto e anche visibile.
Colgo l’occasione per ringraziare con affetto coloro che si sono premurati di starmi accanto con discrezione e con grande dedizione. Saluto il Cardinale Poletto e i Vescovi presenti, in particolare il Vescovo di Aosta, Mons. Giuseppe Anfossi, che ringrazio per le parole che mi ha rivolto. Saluto cordialmente il Parroco di Les Combes, le Autorità civili e militari, le Forze dell’ordine, e tutti voi, cari amici, come pure coloro che sono uniti a noi mediante la radio e la televisione.

Quest’oggi, in questa splendida domenica in cui il Signore ci mostra tutta la bellezza della Sua Creazione, la liturgia prevede come pagina evangelica l’inizio del capitolo VI di Giovanni, che contiene dapprima il miracolo dei pani – quando Gesù diede da mangiare a migliaia di persone con solo cinque pani e due pesci –; quindi l’altro prodigio del Signore che cammina sulle acque del lago in tempesta; e infine il discorso in cui Egli si rivela come "il pane della vita". Narrando il "segno" dei pani, l’Evangelista sottolinea che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento (cfr v. 11). Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell’Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l’istituzione dell’Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi.

L’Eucaristia è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita. In questo Anno Sacerdotale, come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente? E leggendo di quell’anonimo ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos’è questo per una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti, aiutare Gesù nella sua missione? E la risposta la dà il Signore: proprio mettendo nelle sue mani "sante e venerabili" il poco che essi sono, i sacerdoti diventano strumenti di salvezza per tanti, per tutti!

Un secondo spunto di riflessione ci viene dall’odierna memoria dei santi Gioacchino e Anna, genitori della Madonna e, dunque, nonni di Gesù. Questa ricorrenza fa pensare al tema dell’educazione, che ha un posto tanto importante nella pastorale della Chiesa.

In particolare, ci invita a pregare per i nonni, che nella famiglia sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita. Il compito educativo dei nonni è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un’adeguata presenza accanto ai figli, nell’età della crescita. Affido alla protezione di sant’Anna e san Gioacchino tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione.

La Vergine Maria, che – secondo una bella iconografia – imparò a leggere le Sacre Scritture sulle ginocchia della madre Anna, li aiuti ad alimentare sempre la fede e la speranza alle fonti della Parola di Dio.

DOPO L’ANGELUS

La prière dominicale de l’Angélus me donne la joie de saluer les francophones présents ce matin ainsi que les personnes qui nous rejoignent par la radio ou la télévision. Nous célébrons, comme chaque dimanche, les merveilles que le Seigneur a faites pour chacun de nous. C’est pourquoi je vous convie à reconnaître dans votre vie la grâce surabondante de Dieu pour tout homme. En cette période estivale, je vous invite, suivant l’exemple du Seigneur, à vous retirer à l’écart pour prier. N’oubliez pas Dieu pendant vos vacances car Lui Il reste présent à vos côtés et Il vous accompagne ! Je demande à Dieu de vous bénir, ainsi que vos familles et vos amis !

I greet all the English-speaking visitors present today. Thank you for joining me here in Les Combes to pray the Angelus. I hope that your holidays may be a time of great joy, spent together as families, and of deep spiritual renewal, as you rest in the marvel of God’s gift of creation. May the Almighty abundantly bless each of you and your loved ones.

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Gläubigen deutscher Sprache. Vielen Dank für das Gebet und die Genesungswünsche der vergangenen Tage. Jeder Sonntag lädt uns ein, bei der heiligen Messe in die Gegenwart Gottes zu treten: Dort hören wir sein lebendiges Wort und empfangen seinen Leib als geistliche Nahrung. Euch allen wünsche ich gesegnete Ferien!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que han participado en esta oración mariana, así como a cuantos se han unido a nosotros a través de la radio y la televisión. Invito a todos a que, a ejemplo de María, seáis dóciles a la voluntad de Dios, para dar testimonio del amor infinito que tiene a todos. Feliz domingo.

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Dziękuję wam za modlitwę i słowa solidarności po moim wypadku. W dniu świętych Joachima i Anny, rodziców Maryi, życzę, aby w każdej rodzinie panował ich duch miłości i wierności. Boże błogosławieństwo niech stale wam towarzyszy.

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Vi ringrazio per la preghiera e per le parole di solidarietà dopo il mio infortunio. Nel giorno dei Santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria, auguro che in ogni famiglia regni il loro spirito d’amore e di fedeltà. La benedizione di Dio vi accompagni sempre.]

Saluto infine con affetto le famiglie e i gruppi di lingua italiana, in particolare le Suore della Carità di Santa Maria, riunite per il loro Capitolo Generale. Care sorelle, attingete dal vostro carisma nuova linfa per essere segno dell’amore del Signore nel servizio ai poveri e ai giovani, ad imitazione di Maria, modello di carità e Madre del Buon Consiglio. Saluto anche le Suore Figlie di Maria Ausiliatrice di Aosta e le altre Religiose presenti. Accolgo volentieri i fedeli di Romano Canavese, dove ho avuto la gioia di recarmi domenica scorsa, e inoltre quelli di Courmayeur, di Santa Maria della Versa, Castelnuovo Scrivia e di Chieri. Saluto la Comunità di Sant’Egidio, Comunione e Liberazione, i giovani di San Benigno Canavese, di San Protaso in Milano, di Induno Olona e quelli della Diocesi di Lodi; l’"Opera per la Gioventù Giorgio La Pira" di Firenze, il gruppo Domus laetitiae di Biella, e i numerosi africani residenti a Torino. Poco fa, parlando dei santi Gioacchino e Anna, ho ricordato i nonni. Ora vorrei estendere il mio pensiero a tutti gli anziani, specialmente quelli che potrebbero trovarsi più soli e in difficoltà.

Grazie ancora per essere venuti e buona domenica!

Cher Valdôtains, ze si fran content d’itre inquie avui vo. Preiode pe me e pe totta l’Eglieise.

A cieutte ze suetto on bon izoten!

(Cari Valdostani, sono proprio contento di essere qui con voi. Pregate per me e per tutta la Chiesa. A tutti auguro una buona estate!)

© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana

sabato 25 luglio 2009

Il Papa ad Aosta: "Egli, Dio, è il custode della nostra libertà, dell'amore della verità. Questo occhio che ci vede non è un occhio cattivo..."


IL PAPA OPERATO PER UNA FRATTURA AL POLSO DESTRO: RACCOLTA DI NOTIZIE E ARTICOLI

I DISCORSI DEL SANTO PADRE A LES COMBES, ROMANO CANAVESE ED AOSTA

LE VACANZE DEL PAPA IN VALLE D'AOSTA (13-29 LUGLIO 2009)

IL PAPA IN VACANZA: VIDEO E FOTO

IL PAPA AD AOSTA: FOTOGALLERY DI AOSTASERA

LE VACANZE DEL PAPA A LES COMBES: TUTTI I VIDEO SU BENEDICT XVI.TV

Vedi anche:

Ciò che affascina, in Papa Benedetto, è l’ardita semplicità del compito che sempre più mostra di avere assegnato a se stesso: evangelizzare (Scelzo)

Lode a Teilhard: Papa Ratzinger "grazia" il Darwin cattolico (Galeazzi)

Il Papa riabilita il «Darwin cattolico». Cita il gesuita Pierre Teilhard de Chardin, sul quale pende ancora il «monitum» del Sant’Uffizio (Vecchi)

Il Papa: «Buone vacanze... senza incidenti» (Osservatore Romano)

Benedetto XVI: la misericordia è il “vero potere” di Dio (Zenit)

"Se manca Dio, manca la bussola". Così il Papa celebrando i vespri nella Cattedrale di Aosta (prima trascrizione dell'omelia a cura di Radio Vaticana)

“Grazie per la vostra accoglienza, l’affetto e la simpatia”. Il Papa in visita alla città di Aosta (Albiero)

Il Papa ha celebrato i Vespri senza l'anello del Pescatore. Padre Lombardi: tolto "per semplicità"

Il Papa: L'occhio di Dio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia, ma di un amore che non ci abbandona mai

Il Papa ai fedeli: buone vacanze...senza incidenti :-)

Il Papa: il vero potere è misericordia e perdono (Agi)

Aosta, folla nel centro per salutare Benedetto XVI: le foto

Benedetto XVI è ad Aosta, giro tra i fedeli lungo le vie della città. Saluta e benedice con la mano sinistra appoggiandosi alla jeep con la destra

Migliaia di fedeli danno il benvenuto al Papa ad Aosta (Agi)

Il Santo Padre tiene l'omelia "a braccio"

Il Papa è arrivato ad Aosta su un'auto scoperta

Il Presidente Rollandin: "Per la Valle d'Aosta e la città di Aosta, in particolare, oggi è una giornata di festa"

Il Papa presiede la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta (Radio Vaticana)

DISCORSI E MESSAGGI

Il Papa: Sant'Anselmo non esita ad affermare: «Preferisco essere in disaccordo con gli uomini che, d'accordo con loro, essere in disaccordo con Dio» (Messaggio di Benedetto XVI al card. Biffi in occasione delle celebrazioni e iniziative culturali della diocesi di Aosta per il IX centenario della morte di sant'Anselmo, 21 aprile 2009)

"Anselmo sa che a Pietro e ai suoi successori (e non ad altri) Gesù ha detto: “Conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32); sa che a Pietro e ai suoi successori (e non ai vari opinionisti nella “sacra doctrina”, per quanto dotti e geniali) Gesù ha promesso: “Tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,19); sa che a Pietro e ai suoi successori (e non all’una o all’altra colleganza ecclesiastica o culturale) Gesù ha dato il compito di pascere l’intero suo gregge (cf Gv 21,17)" (Monumentale omelia del card. Giacomo Biffi, Aosta, 21 aprile 2009)

OMELIA DEL SANTO PADRE NEL CORSO DELLA CELEBRAZIONE DEI VESPRI NELLA CATTEDRALE DI AOSTA, 25.07.2009

Pubblichiamo di seguito l’omelia che il Santo Padre Benedetto XVI ha pronunciato ieri pomeriggio, nella Cattedrale di Aosta, nel corso della Celebrazione dei Vespri:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Eccellenza,
cari fratelli e sorelle
.

Vorrei innanzitutto dire «grazie» a lei, Eccellenza, per le sue buone parole, con le quali mi ha introdotto nella grande storia di questa Chiesa Cattedrale e così mi ha fatto sentire che preghiamo qui, non solo in questo momento, ma possiamo pregare con i secoli in questa bella chiesa.
E grazie a tutti voi che siete venuti per pregare con me e per rendere visibile così questa rete di preghiera che ci collega tutti e sempre.
In questa breve omelia vorrei dire qualche parola sull'orazione, con la quale si concludono questi Vespri, perché mi sembra che in questa orazione, il brano della Lettera ai Romani ora letto sia interpretato e trasformato in preghiera.

L'orazione si compone di due parti: un indirizzo — un'intestazione, per così dire — e poi la preghiera composta da due domande.

Cominciamo con l'indirizzo che ha, anche da parte sua, due parti: va qui un po' concretizzato il «tu» al quale parliamo, per poter bussare con maggior forza al cuore di Dio.

Nel testo italiano, leggiamo semplicemente: «Padre misericordioso». Il testo originale latino è un po' più ampio; dice «Dio onnipotente, misericordioso».

Nella mia recente Enciclica, ho tentato di mostrare la priorità di Dio sia nella vita personale, sia nella vita della storia, della società, del mondo.
Certamente la relazione con Dio è una cosa profondamente personale e la persona è un essere in relazione, e se la relazione fondamentale — la relazione con Dio — non è viva, non è vissuta, anche tutte le altre relazioni non possono trovare la loro forma giusta.

Ma questo vale anche per la società, per l'umanità come tale. Anche qui, se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente, manca la bussola per mostrare l'insieme di tutte le relazioni per trovare la strada, l'orientamento dove andare.

Dio! Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente. Ma Dio, come conoscerlo? Nelle visite «ad limina» parlo sempre con i Vescovi, soprattutto africani, ma anche quelli dell'Asia, dell'America Latina, dove ci sono ancora le religioni tradizionali, proprio di queste religioni. Ci sono molti dettagli, abbastanza diversi naturalmente, ma ci sono anche elementi comuni. Tutti sanno che c'è Dio, un solo Dio, che Dio è una parola al singolare, che gli dei non sono Dio, che c'è Dio, il Dio.

Ma nello stesso tempo questo Dio sembra assente, molto lontano, non sembra entrare nella nostra vita quotidiana, si nasconde, non conosciamo il suo volto. E così la religione in gran parte si occupa delle cose, dei poteri più vicini, gli spiriti, gli antenati ecc., poiché Dio stesso è troppo lontano e così ci si deve arrangiare con questi poteri vicini. E l'atto della evangelizzazione consiste proprio nel fatto che il Dio lontano si avvicina, che il Dio non è più lontano, ma è vicino, che questo «conosciuto-sconosciuto» adesso si fa conoscere realmente, mostra il suo volto, si rivela: il velo sul volto scompare, e mostra realmente il suo volto. E perciò, poiché Dio stesso adesso è vicino, lo conosciamo, ci mostra il suo volto, entra nel nostro mondo. Non c'è più bisogno di arrangiarsi con questi altri poteri, perché Lui è il potere vero, è l'Onnipotente.

Non so perché abbiano omesso nel testo italiano la parola «onnipotente», ma vero è che ci sentiamo un po' quasi minacciati dall'onnipotenza: sembra limitare la nostra libertà, sembra un peso troppo forte.

Ma dobbiamo imparare che l'onnipotenza di Dio non è un potere arbitrario, perché Dio è il Bene, è la Verità, e perciò Dio può tutto, ma non può agire contro il bene, non può agire contro la verità, non può agire contro l'amore e contro la libertà, perché Egli stesso è il bene, è l'amore, e la vera libertà. E perciò tutto quanto egli fa non può mai essere in contrasto con verità, amore e libertà. E' vero il contrario.

Egli, Dio, è il custode della nostra libertà, dell'amore della verità. Questo occhio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia, ma è la presenza di un amore che non ci abbandona mai e ci dona la certezza che il bene è essere, il bene è vivere: è l'occhio dell'amore che ci dà l'aria per vivere.

Dio onnipotente e misericordioso. Un'orazione romana, collegata con il testo del libro della Sapienza, dice: «Tu, Dio, mostri la tua onnipotenza nel perdono e nella misericordia». Il vertice della potenza di Dio è la misericordia, è il perdono. Nel nostro odierno concetto mondiale di potere, pensiamo a uno che ha grandi proprietà, che in economia ha qualcosa da dire, dispone di capitali, per influire nel mondo del mercato. Pensiamo a uno che dispone del potere militare, che può minacciare. La domanda di Stalin: «Quante divisioni ha il Papa?» ancora caratterizza l'idea media del potere. Ha potere chi può essere pericoloso, chi può minacciare, chi può distruggere, chi ha in mano tante cose del mondo. Ma la Rivelazione ci dice: «Non è così»; il vero potere è il potere di grazia, e di misericordia. Nella misericordia, Dio dimostra il vero potere.

E così la seconda parte di questo indirizzo dice: «Hai redento il mondo, con la passione, con il soffrire del tuo Figlio». Dio ha sofferto e nel Figlio soffre con noi. E questo è l'estremo apice del suo potere che è capace di soffrire con noi. Così dimostra il vero potere divino: voleva soffrire con noi, e per noi. Nelle nostre sofferenze non siamo mai lasciati soli. Dio, nel suo Figlio, prima ha sofferto ed è vicino a noi nelle nostre sofferenze.

Tuttavia rimane la questione difficile che adesso non posso interpretare ampiamente: perché era necessario soffrire per salvare il mondo?

Era necessario perché nel mondo esiste un oceano di male, di ingiustizia, di odio, di violenza, e le tante vittime dell'odio e dell'ingiustizia hanno il diritto che sia fatta giustizia.
Dio non può ignorare questo grido dei sofferenti che sono oppressi dall'ingiustizia.

Perdonare non è ignorare, ma trasformare, cioè Dio deve entrare in questo mondo e opporre all'oceano dell'ingiustizia un oceano più grande del bene e dell'amore. E questo è l'avvenimento della Croce: da quel momento, contro l'oceano del male, esiste un fiume infinito e perciò sempre più grande di tutte le ingiustizie del mondo, un fiume di bontà, di verità, di amore. Così Dio perdona trasformando il mondo ed entrando nel nostro mondo perché ci sia realmente una forza, un fiume di bene più grande di tutto il male che può mai esistere.

Così l'indirizzo a Dio diventa un indirizzo a noi: cioè questo Dio ci invita a metterci dalla sua parte, ad uscire dall'oceano del male, dell'odio, della violenza, dell'egoismo e di identificarci, di entrare nel fiume del suo amore.

Proprio questo è il contenuto della prima parte della preghiera che segue: «Fa' che la tua Chiesa si offra a te come sacrificio vivo e santo». Questa domanda, diretta a Dio, va anche a noi stessi . E' un accenno a due testi della Lettera ai Romani. Noi stessi, con tutto il nostro essere, dobbiamo essere adorazione, sacrificio, restituire il nostro mondo a Dio e trasformare così il mondo. La funzione del sacerdozio è consacrare il mondo perché diventi ostia vivente, perché il mondo diventi liturgia: che la liturgia non sia una cosa accanto alla realtà del mondo, ma che il mondo stesso diventi ostia vivente, diventi liturgia. E' la grande visione che poi ha avuto anche Teilhard de Chardin: alla fine avremo una vera liturgia cosmica, dove il cosmo diventi ostia vivente. E preghiamo il Signore perché ci aiuti a essere sacerdoti in questo senso, per aiutare nella trasformazione del mondo, in adorazione di Dio, cominciando con noi stessi. Che la nostra vita parli di Dio, che la nostra vita sia realmente liturgia, annuncio di Dio, porta nella quale il Dio lontano diventa il Dio vicino, e realmente dono di noi stessi a Dio.

Poi la seconda domanda. Preghiamo «Fa' che il tuo popolo sperimenti sempre la pienezza del tuo amore». Nel testo latino va detto «Saziaci con il tuo amore». Così il testo accenna al salmo che abbiamo cantato, dove si dice: «Apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente. Quanta fame esiste nella terra, fame di pane in tante parti del mondo: Sua Eccellenza ha parlato anche delle sofferenze delle famiglie qui: fame di giustizia, fame di amore. E con questa preghiera, preghiamo Dio: «Apri la tua mano e sazi realmente la fame di ogni vivente. Sazi la fame nostra della verità, del tuo amore».

Così sia. Amen.

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domenica 19 luglio 2009

Il Papa nel Canavese: "Come vedete, a causa del mio infortunio, sono un po’ limitato nella mia agilità, ma la presenza del cuore è piena"


IL PAPA OPERATO PER UNA FRATTURA AL POLSO DESTRO: RACCOLTA DI NOTIZIE E ARTICOLI

I DISCORSI DEL SANTO PADRE A LES COMBES, ROMANO CANAVESE ED AOSTA

LE VACANZE DEL PAPA IN VALLE D'AOSTA (13-29 LUGLIO 2009)

IL PAPA IN VACANZA: VIDEO E FOTO

LE VACANZE DEL PAPA A LES COMBES: TUTTI I VIDEO SU BENEDICT XVI.TV

Titolo completo:

Il Papa nel Canavese: "Come vedete, a causa del mio infortunio, sono un po’ limitato nella mia agilità, ma la presenza del cuore è piena". Ai disoccupati: "Cari amici, non scoraggiatevi! La Provvidenza aiuta sempre chi opera il bene e si impegna per la giustizia; aiuta quanti non pensano solo a sé, ma anche a chi sta peggio di loro"


Vedi anche:

L'incoraggiamento del Papa ai disoccupati: il commento del presidente delle Acli (Radio Vaticana)

Il Papa rincuora famiglie in difficoltà e disoccupati: «Non scoraggiatevi» (Giansoldati)

Il Papa, il polso ingessato, un paese accogliente, una mamma (Zavattaro)

Benedizione con la destra ingessata. E sull’enciclica il Papa dice: spero cambi il mondo (Vecchi)

Marco Politi pensa di mettere paura a noi o al Papa? Se lo scordi!

Il Canavese accoglie Benedetto XVI (Scalvenzo)

Il Papa ai disoccupati: "Non perdete la speranza" (Galeazzi)

Il prof. Soldati esprime dubbi sull’efficacia dell'intervento al Papa (Galeazzi)

"Suor Schumacher": «Io veloce? Ero in ansia per il Papa...». Intanto domani il Santo Padre benedirà il passaggio del Tour de France (Il Giornale)

Quella carezza del Papa alla mamma senza più bimbo

Il pranzo: Santità, vuole vino? No, grazie meglio l’aranciata. L’omaggio: Bernabè regala al Papa un computer (Il Giornale)

Il Papa: «Disoccupati, non vi fate scoraggiare dalla crisi» (Tornielli)

Il Papa ai disoccupati ed alle famiglie: la crisi non vi scoraggi (Conte)

Il Papa benedice con la mano ingessata. Il Card. Bertone scherza: con la sinistra problemi liturgici (Pinna)

Il Papa è ripartito per Les Combes. Valerio Bertone: E' un uomo alla mano e semplice

Un'ora di relax per il Papa a pranzo con la famiglia Bertone. Il fratello del cardinale: nessuna soggezione, il Santo Padre è molto "alla mano"

Grande folla attorno al Papa per la recita dell'Angelus a Romano Canavese.Benedetto XVI ringrazia per la solidarietà ricevuta dopo l'infortunio (R.V.)

Il Papa alle famiglie: "Non scoraggiatevi" (Agi)

ANGELUS: SERVIZIO DI STEFANO MARIA PACI

Il Papa si reca a casa del card. Bertone a bordo di una jeep scoperta

L'anello del Pescatore torna sulla mano destra con la quale il Papa ha dato la benedizione

Il Papa scherza sul suo polso fratturato: sono un pò limitato ma la gioia nel cuore è piena

Dal Papa allarme disoccupati: "Siete troppi, non scoraggiatevi" (Repubblica)

Un ringraziamento speciale a Telepace, il priore di Bose pensi per sé

Il Papa: la crisi non scoraggi e non faccia dimenticare chi sta peggio (AsiaNews)

La visita del Papa a Romano Canavese: «Famiglia e vita sono i valori costituenti della società solidale»

Il Papa: Come vedete sono un po' limitato ma la gioia del mio cuore e' piena

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 19.07.2009

Da lunedì 13 luglio, il Santo Padre Benedetto XVI si trova a Les Combes (Introd), in Valle d’Aosta, per trascorrere un periodo di riposo.
Oggi, a mezzogiorno, il Papa guida la recita dell’Angelus nella Piazza Ruggia antistante la chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Solutore a Romano Canavese (Piemonte).
Nell’atto di introdurre la preghiera mariana, il Santo Padre pronuncia le parole che seguono:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Sono venuto con grande gioia nella vostra bella città, nella vostra bella chiesa, la città nativa del mio primo collaboratore, cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, con il quale avevo già collaborato anni nella Congregazione per la Dottrina della Fede.

Come vedete, a causa del mio infortunio, sono un po’ limitato nella mia agilità, ma la presenza del cuore è piena, e sono con voi con grande gioia!

Vorrei in questo momento dire grazie con tutto il mio cuore a tutti: sono stati tanti che hanno mostrato, in questo momento, la loro vicinanza, la loro simpatia, il loro affetto per me e hanno pregato per me, e così si è rafforzata la rete della preghiera che ci unisce in tutte le parti del mondo.

Innanzitutto, vorrei dire grazie ai medici e al personale medico di Aosta che mi ha trattato con tanta diligenza, con tanta competenza ed amicizia e – vedete – con successo – speriamo! – finale.
Vorrei dire grazie anche alle autorità di Stato, della Chiesa e a tutti i semplici che mi hanno scritto o mi hanno fatto vedere il loro affetto e la loro vicinanza.
Salutare vorrei poi soprattutto il vostro vescovo, Mons. Arrigo Miglio, e ringraziarlo per le gentili parole piene di amicizia, che mi ha anche insegnato un po’ la situazione storica e presente di questa vostra città. E vorrei ringraziare anche Sua Eccellenza Luigi Bettazzi per la sua presenza. Saluto il Sindaco, che mi ha dato un bellissimo dono, le Autorità civili e militari, saluto il Parroco e gli altri sacerdoti, i religiosi e le religiose, i responsabili delle associazioni e dei movimenti ecclesiali e l’intera cittadinanza, con un pensiero speciale per i bambini, i giovani, le famiglie, i malati, le persone bisognose. A tutti e ciascuno va il mio più vivo ringraziamento per l’accoglienza che mi avete riservato in questo breve soggiorno fra voi.

Questa mattina avete celebrato l’Eucaristia e il Cardinale Tarcisio Bertone vi ha già certamente illustrato la Parola di Dio, che la liturgia offre alla nostra meditazione in questa XVI domenica del Tempo Ordinario. Come il Signore invita i discepoli a ritirarsi in disparte per ascoltarlo nell’intimità, così anch’io vorrei intrattenermi con voi, ricordando che proprio l’ascolto e l’accoglienza del Vangelo hanno dato vita alla vostra comunità cittadina, il cui nome richiama i legami bimillenari del Canavese con Roma. La vostra terra fu ben presto bagnata, come ha detto Sua Eccellenza, dal sangue dei martiri, tra i quali san Solutore – devo confessare che finora non conoscevo il suo nome, ma sono sempre grato di conoscere nuovi Santi Intercessori! – e insieme a San Pietro, l’Apostolo, è titolare della vostra chiesa. Testimonianza eloquente di una lunga storia di fede è la vostra imponente chiesa parrocchiale, che domina una larga parte della terra canavesana, la cui gente è ben nota per il suo amore e il suo attaccamento al lavoro. Attualmente, però, so che anche qui, nella zona di Ivrea, molte famiglie sperimentano una situazione di difficoltà economiche a causa della carenza di occupazioni lavorative.

Su questo problema – come ha ricordato anche Sua Eccellenza – sono intervenuto più volte ed ho voluto affrontarlo più approfonditamente nella recente Enciclica Caritas in veritate. Spero che possa mobilitare le forze positive per rinnovare il mondo!

Cari amici, non scoraggiatevi! La Provvidenza aiuta sempre chi opera il bene e si impegna per la giustizia; aiuta quanti non pensano solo a sé, ma anche a chi sta peggio di loro. E voi lo sapete bene, perché i vostri nonni furono costretti ad emigrare per carenza di lavoro, ma poi lo sviluppo economico ha portato benessere e altri sono immigrati qui dall’Italia e dall’estero.

I valori fondamentali della famiglia e del rispetto della vita umana, la sensibilità per la giustizia sociale, la capacità di affrontare la fatica e il sacrificio, il forte legame con la fede cristiana attraverso la vita parrocchiale e specialmente la partecipazione alla santa Messa, sono stati lungo i secoli la vostra vera forza. Saranno questi stessi valori a permettere alle generazioni di oggi di costruire con speranza il proprio futuro, dando vita a una società veramente solidale e fraterna, dove tutti i vari ambiti, le istituzioni e l’economia siano permeati di spirito evangelico.

In modo speciale mi rivolgo ai giovani, ai quali occorre pensare in prospettiva educativa. Qui, come dappertutto, bisogna domandarsi quale tipo di cultura vi viene; quali esempi e modelli vengano proposti, e valutare se siano tali da incoraggiarvi a seguire le vie del Vangelo e della libertà autentica. La gioventù è piena di risorse, ma va aiutata a vincere la tentazione di vie facili e illusorie, per trovare la strada della Vita vera e piena.

Cari fratelli e sorelle! In questa vostra terra, ricca di tradizioni cristiane e di valori umani, sono fiorite numerose vocazioni maschili e femminili, in particolare per la Famiglia Salesiana; come quella del Cardinale Bertone, che è nato proprio in questa vostra parrocchia, è stato battezzato in questa chiesa, ed cresciuto in una famiglia dove ha assimilato una fede genuina. La vostra Diocesi deve molto ai figli e alle figlie di Don Bosco, per la loro presenza diffusa e feconda in tutta la zona fin dagli anni in cui era ancora in vita il Santo Fondatore. Sia questo un ulteriore incoraggiamento per la vostra comunità diocesana ad impegnarsi sempre più nel campo dell’educazione e dell’accompagnamento vocazionale. Invochiamo per questo la protezione di Maria, la Vergine Assunta Patrona della Diocesi, Aiuto dei cristiani, Madre amata e venerata in modo speciale nei numerosi santuari a Lei dedicati tra i monti del Gran Paradiso e la pianura del Po. La sua presenza materna indichi a tutti la via della speranza e ve li conduca come la stella che guidò i santi Magi. La Madonna della Stella vegli su voi tutti dal colle che domina Ivrea, il Monte Stella dedicato a Lei e ai Re Magi. Affidiamoci ora con fiducia filiale alla Madonna invocandola con la preghiera dell’Angelus.

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I DISCORSI DEL SANTO PADRE A LES COMBES, ROMANO CANAVESE ED AOSTA


IL PAPA OPERATO PER UNA FRATTURA AL POLSO DESTRO: RACCOLTA DI NOTIZIE E ARTICOLI

LE VACANZE DEL PAPA IN VALLE D'AOSTA (13-29 LUGLIO 2009)

IL PAPA IN VACANZA: VIDEO E FOTO

LE VACANZE DEL PAPA A LES COMBES: TUTTI I VIDEO SU BENEDICT XVI.TV

Il Papa diventa cittadino onorario di Introd: "In questo momento, mi vengono in mente tanti ricordi, soprattutto lo chalet, che era nel mezzo dei boschi: un luogo di riposo spirituale, con uno splendido panorama, e un segno di affetto della popolazione, del Sindaco, di tutti voi. Potrei raccontare molte cose. In questi giorni abbiamo parlato di che cosa si fa in inverno con lo chalet: sono contento di sapere che è ben custodito e protetto" (Discorso, 16 dicembre 2009)

Il Papa a Les Combes: "Nella famiglia i nonni sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus a Les Combes, 26 luglio 2009)

Il Papa: "Egli, Dio, è il custode della nostra libertà, dell'amore della verità. Questo occhio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia, ma è la presenza di un amore che non ci abbandona mai e ci dona la certezza che il bene è essere, il bene è vivere: è l'occhio dell'amore che ci dà l'aria per vivere" (Omelia del Santo Padre in occasione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta, 24 luglio 2009)

Il Papa saluta i ciclisti: l’impegno nello sport non sia mai separato dal rispetto dei valori morali e sia attento ai valori educativi (Messaggio del Santo Padre ai partecipanti e a tutti gli sportivi in occasione del Tour de France che transita nella Valle d’Aosta vicino ad Introd, 21 luglio 2009)

Il Papa nel Canavese: "Come vedete, a causa del mio infortunio, sono un po’ limitato nella mia agilità, ma la presenza del cuore è piena". Ai disoccupati: "Cari amici, non scoraggiatevi! La Provvidenza aiuta sempre chi opera il bene e si impegna per la giustizia; aiuta quanti non pensano solo a sé, ma anche a chi sta peggio di loro" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus in Piazza Ruggia a Romano Canavese, 19 luglio 2009)

domenica 12 luglio 2009

Il Papa: "Le soluzioni ai problemi attuali dell’umanità non possono essere solo tecniche, ma devono tener conto di tutte le esigenze della persona"


ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG

LE VACANZE DEL PAPA IN VALLE D'AOSTA (13-29 LUGLIO 2009)

VIDEO INTEGRALE SU BENEDICT XVI.TV

ANGELUS: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Vedi anche:

Il Papa ai Grandi: “Dite basta alle ingiustizie. Nel mondo sperequazioni non più tollerabili” (Galeazzi)

Papa Ratzinger ai Grandi: combattere le ingiustizie sociali (Giansoldati)

Il Papa con i Grandi: «Contro le ingiustizie una risposta globale» (Vecchi)

Le parole del Papa all'Angelus: rinnovato il monito ai Paesi ricchi (Zavattaro)

Il Papa: "Soluzioni globali contro le ingiustizie" (Il Tempo)

Il Papa: il G8 ha riconosciuto che serve una strategia mondiale. Appello al dialogo in Honduras (Izzo)

Il Papa: "La preghiera non conosce distanze e separazioni: dovunque siamo, essa fa di noi un cuore solo e un’anima sola"

Risposte ai problemi mondiali senza “l’assolutismo della tecnica”: così il Papa che all’Angelus lancia un appello per l’Honduras (Radio Vaticana)

Il Papa saluta Roma: da domani in Valle d'Aosta. Richiamo al rispetto del codice stradale (Izzo)

Appello del Papa per l'Honduras e monito contro l'assolutismo della tecnica (Corriere)

Il Papa: "Non più tollerabili le ingiustizie nel mondo"

Il Papa: Dopo il G8, “foschi scenari” nel mondo se rimane l’assolutismo della tecnica (AsiaNews)

Il Papa: foschi scenari se la tecnica prevale sulla persona (Izzo)

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 12.07.2009

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

nei giorni scorsi, l’attenzione di tutti si è rivolta al G8 che si è tenuto a L’Aquila, città tanto provata dal terremoto.
Le problematiche in agenda erano talora drammaticamente urgenti. Ci sono nel mondo sperequazioni sociali ed ingiustizie strutturali non più tollerabili, che esigono, oltre a doverosi interventi immediati, una coordinata strategia per ricercare soluzioni globali durevoli.
Durante il summit i Capi di Stato e di Governo del G8 hanno ribadito la necessità di giungere ad accordi comuni al fine di assicurare all’umanità un futuro migliore.
La Chiesa non possiede soluzioni tecniche da presentare, ma, esperta in umanità, offre a tutti l’insegnamento della Sacra Scrittura sulla verità dell’uomo e annuncia il Vangelo dell’Amore e della giustizia.
Mercoledì scorso, commentando nell’udienza generale l’Enciclica Caritas in veritate pubblicata proprio alla vigilia del G8, dicevo che "occorre una nuova progettualità economica che ridisegni lo sviluppo in maniera globale, basandosi sul fondamento etico della responsabilità davanti a Dio e all’essere umano come creatura di Dio".
Questo perché – ho scritto nell’Enciclica – "in una società in via di globalizzazione, il bene comune e l’impegno per esso non possono non assumere le dimensioni dell’intera famiglia umana" (n. 7)

Già il grande Pontefice Paolo VI, nell’Enciclica Populorum progressio, aveva riconosciuto e indicato l’orizzonte mondiale della questione sociale.
Proseguendo sulla medesima strada, anch’io ho avvertito il bisogno di dedicare la Caritas in veritate a tale questione, che nel nostro tempo è diventata "radicalmente questione antropologica", nel senso cioè che essa implica il modo stesso di concepire l’essere umano sempre più posto nelle mani dell’uomo stesso dalle moderne biotecnologie (cfr ibid. 75).

Le soluzioni ai problemi attuali dell’umanità non possono essere solo tecniche, ma devono tener conto di tutte le esigenze della persona, che è dotata di anima e corpo, e devono così tener conto del Creatore, Dio. Potrebbe infatti disegnare foschi scenari per il futuro dell’umanità "l’assolutismo della tecnica", che trova la sua massima espressione in talune pratiche contrarie alla vita.

Gli atti che non rispettano la vera dignità della persona, anche quando sembrano motivati da una "scelta di amore", in realtà sono il frutto di una "concezione materiale e meccanicistica della vita umana", che riduce l’amore senza verità a "un guscio vuoto da riempire arbitrariamente" (cfr n. 6) e può così comportare effetti negativi per lo sviluppo umano integrale.

Per quanto sia complessa l’attuale situazione nel mondo, la Chiesa guarda al futuro con speranza e ricorda ai cristiani che "l’annuncio di Cristo è il primo e principale fattore di sviluppo".

Proprio oggi, nella Colletta della Messa, la liturgia ci invita a pregare: "Donaci, o Padre, di non aver nulla di più caro del tuo Figlio, che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignità dell’uomo". Ci ottenga la Vergine Maria di camminare sulla strada dello sviluppo con tutto il nostro cuore e la nostra intelligenza, "vale a dire con l’ardore della carità e la sapienza della verità" (cfr n. 8).

DOPO L’ANGELUS

In questi giorni sto seguendo con viva preoccupazione gli avvenimenti dell'Honduras. Vorrei oggi invitarvi a pregare per quel caro Paese affinché, per l'intercessione materna di Nostra Signora di Suyapa, i responsabili della Nazione e tutti i suoi abitanti percorrano pazientemente la via del dialogo, della comprensione reciproca e della riconciliazione. Ciò è possibile se, superando le tendenze particolariste, ognuno si sforza di cercare la verità e di perseguire con tenacia il bene comune: è questa la condizione per assicurare una convivenza pacifica e un'autentica vita democratica! All’amato popolo honduregno assicuro la mia preghiera ed imparto una speciale Benedizione Apostolica.

Domani, a Dio piacendo, partirò per un breve periodo di riposo in montagna. Mi recherò in Valle d’Aosta, a Les Combes, località resa celebre dai soggiorni del mio amato predecessore Giovanni Paolo II e anche da me molto amata. Nel dare il mio "arrivederci" a Piazza San Pietro e alla città di Roma, invito tutti ad accompagnarmi con la preghiera. La preghiera non conosce distanze e separazioni: dovunque siamo, essa fa di noi un cuore solo e un’anima sola.

A proposito di partenze, colgo l’occasione per ribadire ancora una volta il dovere per tutti della prudenza nella guida e del rispetto delle norme del codice stradale. Una buona vacanza inizia proprio da questo!

La prière de l’Angélus me donne en ce dimanche la joie de vous saluer, chers fidèles et touristes de langue française. Le dimanche est un bien pour l’homme. Ce jour saint est en effet pour les chrétiens un jour de prière qui leur permet de reprendre des énergies spirituelles en soutenant leur vie par l’écoute et la méditation de la Parole de Dieu, et en se nourrissant du Corps du Christ. Le dimanche est également un jour de délassement et de détente mérités pour se retrouver en famille ou entre amis. J’encourage chacun à vivre ce temps de grâce qu’est le repos dominical ! Je demande à Dieu de vous bénir, ainsi que vos familles et vos amis !

I am pleased to greet the English-speaking visitors here today. I know that some of you have come from as far away as Sydney, Australia, and I extend a particular welcome to you, remembering the joyful celebration of World Youth Day in your city almost exactly a year ago. To all who are on pilgrimage or on holiday at this time, I offer the assurance of my prayers that you will find refreshment in body and spirit and an opportunity to draw closer to the Lord in prayer and thanksgiving. May God bestow his blessings of joy and peace upon all of you, and upon your families and loved ones at home.

Ein herzliches Grüß Gott sage ich den Pilgern und Besuchern deutscher Sprache. Die Bezeichnung „Christ" ist mehr als ein Name, es ist ein Auftrag und eine Sendung. So beten wir im heutigen Tagesgebet: „Gott, gib allen, die sich Christen nennen, die Kraft, zu meiden, was diesem Namen widerspricht, und zu tun, was unserem Glauben entspricht." Dies gelingt uns, wenn wir unser Leben ganz auf Jesus ausrichten und seiner Kraft und Liebe in uns Raum geben. Dann sind wir wirklich „Christen": nicht jemand, der sich selbst verkündet, sondern Mitarbeiter Christi in der Liebe und in der Wahrheit zum Heil der Mitmenschen. Der Heilige Geist helfe uns dabei mit seiner Gnade. Ich wünsche euch einen schönen Sonntag und eine gesegnete Urlaubszeit.

Saludo con afecto a los grupos de lengua española presentes en esta oración mariana, en particular a los jóvenes guatemaltecos del Centro vocacional San José. Deseo a todos que en estas fechas veraniegas puedan reponer las fuerzas del cuerpo y encontrar también serenidad de espíritu, que brota del encuentro con Jesucristo, bajo la maternal protección de la Santísima Virgen María. Gracias por vuestra presencia y vuestras oraciones. Feliz domingo.

Pozdrawiam Polaków. Dzisiejsza liturgia przypomina, że wszyscy jesteśmy wezwani do dawania świadectwa o miłości Boga, który „napełnił nas wszelkim błogosławieństwem duchowym na wyżynach niebieskich w Chrystusie" (Ef 1, 3). Niech wakacyjny odpoczynek przyniesie nam entuzjazm i zapał do codziennej realizacji tego powołania. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!

[Saluto i polacchi. L’odierna liturgia ci ricorda che tutti siamo chiamati a dare testimonianza dell’amore di Dio che "ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo" (Ef 1, 3). Il riposo durante le vacanze ci porti entusiasmo e zelo per la quotidiana realizzazione di questa vocazione. Sia lodato Gesù Cristo!]

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i Missionari della Divina Redenzione, i fedeli di Trucco e i giovanissimi dell’Azione Cattolica di Nòvoli, come pure il gruppo "Amici della bici" di Spoltore, presso Pescara, venuto in bicicletta facendo tappa in una tendopoli delle zone terremotate d’Abruzzo. A tutti auguro una buona domenica.

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sabato 11 luglio 2009

Introduzione alla Caritas in Veritate: Un Cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti..."


ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG

LETTERA ENCICLICA CARITAS IN VERITATE DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI AI VESCOVI AI PRESBITERI E AI DIACONI ALLE PERSONE CONSACRATE AI FEDELI LAICI E A TUTTI GLI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ SULLO SVILUPPO UMANO INTEGRALE NELLA CARITÀ E NELLA VERITÀ

INTRODUZIONE

1. La carità nella verità, di cui Gesù Cristo s'è fatto testimone con la sua vita terrena e, soprattutto, con la sua morte e risurrezione, è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell'umanità intera.
L'amore — « caritas » — è una forza straordinaria, che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia e della pace.
È una forza che ha la sua origine in Dio, Amore eterno e Verità assoluta. Ciascuno trova il suo bene aderendo al progetto che Dio ha su di lui, per realizzarlo in pienezza: in tale progetto infatti egli trova la sua verità ed è aderendo a tale verità che egli diventa libero (cfr Gv 8,22).
Difendere la verità, proporla con umiltà e convinzione e testimoniarla nella vita sono pertanto forme esigenti e insostituibili di carità.
Questa, infatti, « si compiace della verità » (1 Cor 13,6).
Tutti gli uomini avvertono l'interiore impulso ad amare in modo autentico: amore e verità non li abbandonano mai completamente, perché sono la vocazione posta da Dio nel cuore e nella mente di ogni uomo.
Gesù Cristo purifica e libera dalle nostre povertà umane la ricerca dell'amore e della verità e ci svela in pienezza l'iniziativa di amore e il progetto di vita vera che Dio ha preparato per noi. In Cristo, la carità nella verità diventa il Volto della sua Persona, una vocazione per noi ad amare i nostri fratelli nella verità del suo progetto. Egli stesso, infatti, è la Verità (cfr Gv 14,6).

2. La carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa. Ogni responsabilità e impegno delineati da tale dottrina sono attinti alla carità che, secondo l'insegnamento di Gesù, è la sintesi di tutta la Legge (cfr Mt 22,36-40). Essa dà vera sostanza alla relazione personale con Dio e con il prossimo; è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici.
Per la Chiesa — ammaestrata dal Vangelo — la carità è tutto perché, come insegna san Giovanni (cfr 1 Gv 4,8.16) e come ho ricordato nella mia prima Lettera enciclica, «Dio è carità» (Deus caritas est): dalla carità di Dio tutto proviene, per essa tutto prende forma, ad essa tutto tende. La carità è il dono più grande che Dio abbia dato agli uomini, è sua promessa e nostra speranza.

Sono consapevole degli sviamenti e degli svuotamenti di senso a cui la carità è andata e va incontro, con il conseguente rischio di fraintenderla, di estrometterla dal vissuto etico e, in ogni caso, di impedirne la corretta valorizzazione.

In ambito sociale, giuridico, culturale, politico, economico, ossia nei contesti più esposti a tale pericolo, ne viene dichiarata facilmente l'irrilevanza a interpretare e a dirigere le responsabilità morali. Di qui il bisogno di coniugare la carità con la verità non solo nella direzione, segnata da san Paolo, della « veritas in caritate » (Ef 4,15), ma anche in quella, inversa e complementare, della « caritas in veritate».

La verità va cercata, trovata ed espressa nell'« economia » della carità, ma la carità a sua volta va compresa, avvalorata e praticata nella luce della verità. In questo modo non avremo solo reso un servizio alla carità, illuminata dalla verità, ma avremo anche contribuito ad accreditare la verità, mostrandone il potere di autenticazione e di persuasione nel concreto del vivere sociale. Cosa, questa, di non poco conto oggi, in un contesto sociale e culturale che relativizza la verità, diventando spesso di essa incurante e ad essa restio.

3. Per questo stretto collegamento con la verità, la carità può essere riconosciuta come espressione autentica di umanità e come elemento di fondamentale importanza nelle relazioni umane, anche di natura pubblica. Solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente vissuta.
La verità è luce che dà senso e valore alla carità. Questa luce è, a un tempo, quella della ragione e della fede, attraverso cui l'intelligenza perviene alla verità naturale e soprannaturale della carità: ne coglie il significato di donazione, di accoglienza e di comunione.
Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L'amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell'amore in una cultura senza verità. Esso è preda delle emozioni e delle opinioni contingenti dei soggetti, una parola abusata e distorta, fino a significare il contrario.
La verità libera la carità dalle strettoie di un emotivismo che la priva di contenuti relazionali e sociali, e di un fideismo che la priva di respiro umano ed universale. Nella verità la carità riflette la dimensione personale e nello stesso tempo pubblica della fede nel Dio biblico, che è insieme « Agápe » e « Lógos »: Carità e Verità, Amore e Parola.

4. Perché piena di verità, la carità può essere dall'uomo compresa nella sua ricchezza di valori, condivisa e comunicata. La verità, infatti, è “lógos” che crea “diá-logos” e quindi comunicazione e comunione. La verità, facendo uscire gli uomini dalle opinioni e dalle sensazioni soggettive, consente loro di portarsi al di là delle determinazioni culturali e storiche e di incontrarsi nella valutazione del valore e della sostanza delle cose. La verità apre e unisce le intelligenze nel lógos dell'amore: è, questo, l'annuncio e la testimonianza cristiana della carità. Nell'attuale contesto sociale e culturale, in cui è diffusa la tendenza a relativizzare il vero, vivere la carità nella verità porta a comprendere che l'adesione ai valori del Cristianesimo è elemento non solo utile, ma indispensabile per la costruzione di una buona società e di un vero sviluppo umano integrale.

Un Cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali.

In questo modo non ci sarebbe più un vero e proprio posto per Dio nel mondo. Senza la verità, la carità viene relegata in un ambito ristretto e privato di relazioni. È esclusa dai progetti e dai processi di costruzione di uno sviluppo umano di portata universale, nel dialogo tra i saperi e le operatività.

5. La carità è amore ricevuto e donato.
Essa è « grazia » (cháris). La sua scaturigine è l'amore sorgivo del Padre per il Figlio, nello Spirito Santo. È amore che dal Figlio discende su di noi. È amore creatore, per cui noi siamo; è amore redentore, per cui siamo ricreati. Amore rivelato e realizzato da Cristo (cfr Gv 13,1) e « riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo » (Rm 5,5). Destinatari dell'amore di Dio, gli uomini sono costituiti soggetti di carità, chiamati a farsi essi stessi strumenti della grazia, per effondere la carità di Dio e per tessere reti di carità.

A questa dinamica di carità ricevuta e donata risponde la dottrina sociale della Chiesa. Essa è «caritas in veritate in re sociali»: annuncio della verità dell'amore di Cristo nella società. Tale dottrina è servizio della carità, ma nella verità. La verità preserva ed esprime la forza di liberazione della carità nelle vicende sempre nuove della storia. È, a un tempo, verità della fede e della ragione, nella distinzione e insieme nella sinergia dei due ambiti cognitivi. Lo sviluppo, il benessere sociale, un'adeguata soluzione dei gravi problemi socio-economici che affliggono l'umanità, hanno bisogno di questa verità. Ancor più hanno bisogno che tale verità sia amata e testimoniata. Senza verità, senza fiducia e amore per il vero, non c'è coscienza e responsabilità sociale, e l'agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società, tanto più in una società in via di globalizzazione, in momenti difficili come quelli attuali.

6. «Caritas in veritate» è principio intorno a cui ruota la dottrina sociale della Chiesa, un principio che prende forma operativa in criteri orientativi dell'azione morale. Ne desidero richiamare due in particolare, dettati in special modo dall'impegno per lo sviluppo in una società in via di globalizzazione: la giustizia e il bene comune.
La giustizia anzitutto. Ubi societas, ibi ius: ogni società elabora un proprio sistema di giustizia. La carità eccede la giustizia, perché amare è donare, offrire del “mio” all'altro; ma non è mai senza la giustizia, la quale induce a dare all'altro ciò che è “suo”, ciò che gli spetta in ragione del suo essere e del suo operare. Non posso « donare » all'altro del mio, senza avergli dato in primo luogo ciò che gli compete secondo giustizia. Chi ama con carità gli altri è anzitutto giusto verso di loro. Non solo la giustizia non è estranea alla carità, non solo non è una via alternativa o parallela alla carità: la giustizia è « inseparabile dalla carità » [1], intrinseca ad essa. La giustizia è la prima via della carità o, com'ebbe a dire Paolo VI, « la misura minima » di essa [2], parte integrante di quell'amore « coi fatti e nella verità » (1 Gv 3,18), a cui esorta l'apostolo Giovanni. Da una parte, la carità esige la giustizia: il riconoscimento e il rispetto dei legittimi diritti degli individui e dei popoli. Essa s'adopera per la costruzione della “città dell'uomo” secondo diritto e giustizia. Dall'altra, la carità supera la giustizia e la completa nella logica del dono e del perdono [3]. La “città dell'uomo” non è promossa solo da rapporti di diritti e di doveri, ma ancor più e ancor prima da relazioni di gratuità, di misericordia e di comunione. La carità manifesta sempre anche nelle relazioni umane l'amore di Dio, essa dà valore teologale e salvifico a ogni impegno di giustizia nel mondo.

7. Bisogna poi tenere in grande considerazione il bene comune. Amare qualcuno è volere il suo bene e adoperarsi efficacemente per esso. Accanto al bene individuale, c'è un bene legato al vivere sociale delle persone: il bene comune. È il bene di quel “noi-tutti”, formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in comunità sociale [4]. Non è un bene ricercato per se stesso, ma per le persone che fanno parte della comunità sociale e che solo in essa possono realmente e più efficacemente conseguire il loro bene. Volere il bene comune e adoperarsi per esso è esigenza di giustizia e di carità. Impegnarsi per il bene comune è prendersi cura, da una parte, e avvalersi, dall'altra, di quel complesso di istituzioni che strutturano giuridicamente, civilmente, politicamente, culturalmente il vivere sociale, che in tal modo prende forma di pólis, di città. Si ama tanto più efficacemente il prossimo, quanto più ci si adopera per un bene comune rispondente anche ai suoi reali bisogni. Ogni cristiano è chiamato a questa carità, nel modo della sua vocazione e secondo le sue possibilità d'incidenza nella pólis. È questa la via istituzionale — possiamo anche dire politica — della carità, non meno qualificata e incisiva di quanto lo sia la carità che incontra il prossimo direttamente, fuori delle mediazioni istituzionali della pólis.
Quando la carità lo anima, l'impegno per il bene comune ha una valenza superiore a quella dell'impegno soltanto secolare e politico. Come ogni impegno per la giustizia, esso s'inscrive in quella testimonianza della carità divina che, operando nel tempo, prepara l'eterno. L'azione dell'uomo sulla terra, quando è ispirata e sostenuta dalla carità, contribuisce all'edificazione di quella universale città di Dio verso cui avanza la storia della famiglia umana. In una società in via di globalizzazione, il bene comune e l'impegno per esso non possono non assumere le dimensioni dell'intera famiglia umana, vale a dire della comunità dei popoli e delle Nazioni [5], così da dare forma di unità e di pace alla città dell'uomo, e renderla in qualche misura anticipazione prefiguratrice della città senza barriere di Dio.

8. Pubblicando nel 1967 l'Enciclica Populorum progressio, il mio venerato predecessore Paolo VI ha illuminato il grande tema dello sviluppo dei popoli con lo splendore della verità e con la luce soave della carità di Cristo.
Egli ha affermato che l'annuncio di Cristo è il primo e principale fattore di sviluppo [6] e ci ha lasciato la consegna di camminare sulla strada dello sviluppo con tutto il nostro cuore e con tutta la nostra intelligenza [7], vale a dire con l'ardore della carità e la sapienza della verità. È la verità originaria dell'amore di Dio, grazia a noi donata, che apre la nostra vita al dono e rende possibile sperare in uno « sviluppo di tutto l'uomo e di tutti gli uomini » [8], in un passaggio « da condizioni meno umane a condizioni più umane » [9], ottenuto vincendo le difficoltà che inevitabilmente si incontrano lungo il cammino.

A oltre quarant'anni dalla pubblicazione dell'Enciclica, intendo rendere omaggio e tributare onore alla memoria del grande Pontefice Paolo VI, riprendendo i suoi insegnamenti sullo sviluppo umano integrale e collocandomi nel percorso da essi tracciato, per attualizzarli nell'ora presente.

Questo processo di attualizzazione iniziò con l'Enciclica Sollicitudo rei socialis, con cui il Servo di Dio Giovanni Paolo II volle commemorare la pubblicazione della Populorum progressio in occasione del suo ventennale. Fino ad allora, una simile commemorazione era stata riservata solo alla Rerum novarum. Passati altri vent'anni, esprimo la mia convinzione che la Populorum progressio merita di essere considerata come « la Rerum novarum dell'epoca contemporanea », che illumina il cammino dell'umanità in via di unificazione.

9. L'amore nella verità — caritas in veritate — è una grande sfida per la Chiesa in un mondo in progressiva e pervasiva globalizzazione. Il rischio del nostro tempo è che all'interdipendenza di fatto tra gli uomini e i popoli non corrisponda l'interazione etica delle coscienze e delle intelligenze, dalla quale possa emergere come risultato uno sviluppo veramente umano.
Solo con la carità, illuminata dalla luce della ragione e della fede, è possibile conseguire obiettivi di sviluppo dotati di una valenza più umana e umanizzante. La condivisione dei beni e delle risorse, da cui proviene l'autentico sviluppo, non è assicurata dal solo progresso tecnico e da mere relazioni di convenienza, ma dal potenziale di amore che vince il male con il bene (cfr Rm 12,21) e apre alla reciprocità delle coscienze e delle libertà.

La Chiesa non ha soluzioni tecniche da offrire [10] e non pretende « minimamente d'intromettersi nella politica degli Stati » [11].
Ha però una missione di verità da compiere, in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura dell'uomo, della sua dignità, della sua vocazione. Senza verità si cade in una visione empiristica e scettica della vita, incapace di elevarsi sulla prassi, perché non interessata a cogliere i valori — talora nemmeno i significati — con cui giudicarla e orientarla. La fedeltà all'uomo esige la fedeltà alla verità che, sola, è garanzia di libertà (cfr Gv 8,32) e della possibilità di uno sviluppo umano integrale. Per questo la Chiesa la ricerca, l'annunzia instancabilmente e la riconosce ovunque essa si palesi. Questa missione di verità è per la Chiesa irrinunciabile.
La sua dottrina sociale è momento singolare di questo annuncio: essa è servizio alla verità che libera. Aperta alla verità, da qualsiasi sapere provenga, la dottrina sociale della Chiesa l'accoglie, compone in unità i frammenti in cui spesso la ritrova, e la media nel vissuto sempre nuovo della società degli uomini e dei popoli [12].

© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana