6 mesi fa
venerdì 1 maggio 2009
Il Papa: "La «terra natale» è più di un luogo geografico: è l'ambiente storico e culturale, è la comunità dove l'uomo cresce e trova sostegno..."
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Pubblichiamo in una nostra traduzione dal tedesco la lettera che Benedetto XVI ha inviato per il gemellaggio del proprio paese natale, Marktl in Baviera, con Sotto il Monte, paese natale di Papa Giovanni e che verrà letta domenica.
Care cittadine e cari cittadini di Marktl, Sotto il Monte Giovanni XXIII e Wadowice, Cari ospiti d'onore!
Dopo il gemellaggio con Wadowice, la città natale del mio diretto predecessore sulla cattedra di Pietro, Papa Giovanni Paolo II, il paese dove sono venuto alla luce suggella ora anche un patto di amicizia con Sotto il Monte Giovanni XXIII, terra natale del beato Papa Giovanni XXIII. Con gioia Vi invio, a questo riguardo, i miei più cari saluti. Ma cosa significa «terra natale»?
È più di un luogo geografico: è l'ambiente storico e culturale, è la comunità dove l'uomo cresce e trova sostegno, sicurezza, orientamento.
La profonda impronta di fede cristiana caratterizzante i nostri rispettivi ambienti, è stata determinante tanto per Angelo Roncalli, quanto per me.
Entrambi siamo stati battezzati lo stesso giorno della nostra nascita nelle nostre rispettive chiese parrocchiali, entrambi fummo educati in modo molto naturale a una vita rivolta a Dio.
In questo modo abbiamo acquisito, in virtù delle nostre radici e nella tradizione della nostra terra natale, un attaccamento ancora più profondo che va oltre la patria terrestre. Sia nell'Antico che nel Nuovo testamento la religione biblica ha presentato l'esistenza umana come un cammino.
Israele è il popolo di Dio che va incontro alla sua destinazione nella «Terra promessa» e il Nuovo Testamento mostra come questa terra sia «la città con le fondamenta solide» che «Dio stesso ha progettato e costruito»: la «patria migliore», la «Gerusalemme celeste» (Ebrei 11,10.16; 12,22; Apocalisse 21,2).
Sulla via del pellegrinaggio del nuovo popolo di Dio, la Chiesa, una stazione unisce in modo particolare il beato Papa Giovanni XXIII e me: il Concilio Vaticano II che lui ha annunciato 50 anni fa, durante la festa della Conversione di San Paolo nel 1959 e al quale io, allora giovane teologo, ho avuto l'onore di partecipare come consigliere al fianco del cardinale Frings.
Ed è questo legame che ha dato l'impulso al Comune di Marktl di perseguire il gemellaggio con Sotto il Monte Giovanni XXIII che ora si sta suggellando.
Che possa questo legame di amicizia ricordarci quanto sia importante per la vita di tutti noi un ritorno alle nostre radici cristiane così come per la continuazione della cultura europea. E possa questo legame, che va oltre i due Comuni, allo stesso tempo essere anche un appello per una viva e attuale testimonianza dell'immutata e inalterata fede, così come ha voluto il promotore del Concilio. Nella luce degli insegnamenti del Vaticano II, il popolo di Dio, in cammino verso la patria celeste, può attingere anche oggi nuova forza alla fonte dell'infinita ricchezza delle sue sorgenti. Confidando che i miei due predecessori, il beato Giovanni XXIII e il servo di Dio Giovanni Paolo II, per volontà di Dio, accompagnino la Chiesa di Gesù Cristo sul suo cammino, impartisco a tutti i presenti la mia Apostolica Benedizione.
Dal Vaticano, il 16 aprile 2009
BENEDICTUS PP. XVI
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
© Copyright Eco di Bergamo, 1° maggio 2009
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