mercoledì 26 agosto 2009

Il Creato, materia strutturata in modo intelligente da Dio, è affidato alla responsabilità dell’uomo..."


ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG

CATECHESI DEL SANTO PADRE: AUDIO DI RADIO VATICANA (per i pellegrini tedeschi)

CATECHESI DEL SANTO PADRE: AUDIO DI RADIO VATICANA (in lingua italiana)

VIDEO INTEGRALE SU BENEDICT XVI.TV

VIDEO DELL'UDIENZA GENERALE (SITO SANTA SEDE)

Catechesi dell'udienza generale del 26 agosto 2009: traduzione nelle diverse lingue (da Zenit)

Vedi anche:

Un ringraziamento a Dio per il “dono prezioso del creato”. La catechesi di Benedetto XVI (Sir)

Il Papa esorta a tutelare l’ambiente senza dimenticare i poveri

Troppi pellegrini per il Papa stamattina: udienza generale in due tempi (Izzo)

Il Papa: azione congiunta dei Governi a tutela dell'ambiente e della persona (Izzo)

Appello del Papa per la salvaguardia del Creato: Più responsabilità da governi e comunità internazionale

Il Papa: l'uso sconsiderato del Creato inizia quando Dio è emarginato

Il Papa: E' dovere consegnare alle nuove generazioni una terra che anch’esse, a loro volta, potranno abitare degnamente e coltivare ulteriormente (Sir)

ATTENZIONE: DOPPIA UDIENZA

Il Papa: "La Terra è un dono prezioso" (Sir)

L’UDIENZA GENERALE, 26.08.2009

Alle ore 10.30 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per incontrare i fedeli ed i pellegrini convenuti per l’Udienza Generale del mercoledì.
Nel discorso in lingua italiana, il Santo Padre ha trattato il tema della salvaguardia del creato.
Dopo la catechesi, il Papa ha rivolto un saluto in varie lingue ai gruppi di fedeli presenti e ha concluso impartendo la Benedizione Apostolica.
Successivamente, dopo aver salutato alcune persone nella Sala degli Svizzeri, il Papa si è affacciato nuovamente al balcone del Cortile per salutare e benedire i fedeli di lingua tedesca
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CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle!

Ci avviciniamo ormai alla fine del mese di agosto, che per molti significa la conclusione delle vacanze estive.
Mentre si torna alle attività quotidiane, come non ringraziare Iddio per il dono prezioso del creato, di cui è possibile godere, e non solo durante il periodo delle ferie!
I differenti fenomeni di degrado ambientale e le calamità naturali, che purtroppo non raramente la cronaca registra, ci richiamano l’urgenza del rispetto dovuto alla natura, recuperando e valorizzando, nella vita di ogni giorno, un corretto rapporto con l’ambiente.
Verso questi temi, che suscitano la giusta preoccupazione delle Autorità e della pubblica opinione, si va sviluppando una nuova sensibilità, che si esprime nel moltiplicarsi di incontri anche a livello internazionale.

La terra è dono prezioso del Creatore, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, dandoci così i segnali orientativi a cui attenerci come amministratori della sua creazione.

E’ proprio a partire da questa consapevolezza, che la Chiesa considera le questioni legate all’ambiente e alla sua salvaguardia intimamente connesse con il tema dello sviluppo umano integrale. A tali questioni ho fatto più volte riferimento nella mia ultima Enciclica Caritas in veritate, richiamando “l’urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà” (n. 49) non solo nei rapporti tra i Paesi, ma anche tra i singoli uomini, poiché l’ambiente naturale è dato da Dio per tutti, e il suo uso comporta una nostra personale responsabilità verso l’intera umanità, in particolare verso i poveri e le generazioni future (cfr ivi, 48). Avvertendo la comune responsabilità per il creato (cfr ivi, 51), la Chiesa non solo è impegnata a promuovere la difesa della terra, dell’acqua e dell’aria, donate dal Creatore a tutti, ma soprattutto si adopera per proteggere l’uomo contro la distruzione di se stesso. Infatti, “quando l’«ecologia umana» è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio” (ibid.).
Non è forse vero che l’uso sconsiderato della creazione inizia laddove Dio è emarginato o addirittura se ne nega l’esistenza?

Se viene meno il rapporto della creatura umana con il Creatore, la materia è ridotta a possesso egoistico, l’uomo ne diventa “l’ultima istanza” e lo scopo dell’esistenza si riduce ad essere un’affannata corsa a possedere il più possibile.

Il creato, materia strutturata in modo intelligente da Dio, è affidato dunque alla responsabilità dell’uomo, il quale è in grado di interpretarlo e di rimodellarlo attivamente, senza considerarsene padrone assoluto. L’uomo è chiamato piuttosto ad esercitare un governo responsabile per custodirlo, metterlo a profitto e coltivarlo, trovando le risorse necessarie per una esistenza dignitosa di tutti.

Con l’aiuto della stessa natura e con l’impegno del proprio lavoro e della propria inventiva, l’umanità è veramente in grado di assolvere al grave dovere di consegnare alle nuove generazioni una terra che anch’esse, a loro volta, potranno abitare degnamente e coltivare ulteriormente (cfr Caritas in veritate, 50). Perché ciò si realizzi, è indispensabile lo sviluppo di “quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio” (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2008, 7), riconoscendo che noi tutti proveniamo da Dio e verso Lui siamo tutti in cammino.

Quanto è importante allora che la comunità internazionale e i singoli governi sappiano dare i giusti segnali ai propri cittadini per contrastare in modo efficace le modalità d’utilizzo dell’ambiente che risultino ad esso dannose!

I costi economici e sociali, derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni, riconosciuti in maniera trasparente, vanno supportati da coloro che ne usufruiscono, e non da altre popolazioni o dalle generazioni future. La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse e del clima richiedono che i responsabili internazionali agiscano congiuntamente nel rispetto della legge e della solidarietà, soprattutto nei confronti delle regioni più deboli della terra (cfr Caritas in veritate, 50). Insieme possiamo costruire uno sviluppo umano integrale a beneficio dei popoli, presenti e futuri, uno sviluppo ispirato ai valori della carità nella verità. Perché ciò avvenga è indispensabile convertire l’attuale modello di sviluppo globale verso una più grande e condivisa assunzione di responsabilità nei confronti del creato: lo richiedono non solo le emergenze ambientali, ma anche lo scandalo della fame e della miseria.

Cari fratelli e sorelle, ringraziamo il Signore e facciamo nostre le parole di san Francesco nel Cantico delle creature: “Altissimo, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et omne benedictione … Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le tue creature”.

Così san Francesco. Anche noi vogliamo pregare e vivere nello spirito di queste parole.

SALUTO DEL SANTO PADRE AI FEDELI DI LINGUA TEDESCA

Liebe Freunde! Ich freue mich, den ganzen Innenhof mit Landsleuten aus Deutschland angefüllt zu sehen. Das ist ein besonderes Erlebnis. Vielen Dank! Seid alle herzlich willkommen. Besonders grüße ich die Ministranten, die Schülerinnen und Schüler und die Teilnehmer am Ferienlager in Ostia. Ich hoffe, ihr habt schöne Ferientage erleben können. Aber nach der Stimmung, die ich antreffe, müssen die Tage jetzt sehr schön gewesen sein und viel Freude in eurem Herzen hinterlassen haben. Und darüber freue ich mich sehr. Es sind ja Tage, in denen ihr die Schönheit der Schöpfung sehen konntet: das Meer und dann die Wälder und die Sonne und dazu hier den See mit den Bergen. Tage, in denen wir erleben, daß die Schöpfung ein Geschenk ist und daß wir dankbar für sie sein dürfen. Tage, in denen wir aber auch sehen, daß die Schöpfung bedroht ist: Der See nimmt ab, und es gibt so vielerlei Gefährdungen. Es gibt die Waldbrände: Wir haben gehört, wie in Griechenland rund um Athen die Wälder in Flammen standen. Die vielfältigen Bedrohungen der Schöpfung lassen uns nachdenklich werden, und so möchte ich an diesem Tag gerade über unsere Verantwortung für die Schöpfung sprechen. Für die Kirche ist dies nicht eine Mode, sondern etwas, was aus ihrem Glauben selber folgt. Gleich im ersten Kapitel der Bibel, im Schöpfungsbericht, wird den Menschen die Schöpfung anvertraut, damit die Menschen sie zu einem Garten Gottes machen, sie nicht zerstören, sondern aus ihr all die Möglichkeiten herausheben, die Gott in sie hineingelegt hat. Verantwortung für die Schöpfung gehört zu den Grundlagen des christlichen Glaubens, und nur wenn wir die Dinge dieser Welt, unsere Erde als Schöpfung Gottes ansehen, können wir auch zur rechten Verantwortung kommen und finden, daß diese Gnaden des Guten uns in der Schöpfung selbst gegeben werden, und daran denken, daß auch der Mensch Geschöpf ist, daß auch der Mensch mit sich nicht beliebig umgehen kann, sondern daß er sich in der Verantwortung vor dem Schöpfer verstehen muß. Und wenn der Mensch mit sich selbst recht umgeht, geht er auch mit den anderen recht um. Und wenn er mit den anderen recht umgeht, dann steht er auch in Solidarität mit der ganzen Erde. Aber dies alles setzt voraus, daß wir den gemeinsamen Vater kennen, der uns alle geschaffen hat, der uns alle in der geschwisterlichen Solidarität will und der will, daß wir die Welt so bauen, daß sie Lobpreis Gottes wird. Darum geht es, und das ist ein Punkt, den ich auch in der Enzyklika über caritas und veritas, über Wahrheit und Liebe, angesprochen habe: daß die Entwicklung des Menschen, der Fortschritt, all dies nicht geschehen kann, wenn wir nicht immer dahinter auch die Logik Gottes selbst sehen, wenn wir nicht in der Verantwortung vor Gott miteinander stehen. Nur dann werden wir die großen Probleme der Zukunft und der Gegenwart der Menschheit lösen: das Problem des Hungers, das Problem der Korruption, das Problem der vielfältigen Armut. All dies fordert uns heraus von Grund auf, fordert unsere Vernunft und unseren guten Willen und fordert zuallererst, daß wir auf den hinschauen, der die Welt gebaut hat, der unser Richter und unser Retter ist. So möchte ich mit euch die Freude teilen, daß wir eine schöne Erde haben, daß ihr schöne Tage erleben durftet und euch zugleich bitten und aufrufen, daß wir immer mehr den Schöpfer im Auge haben, von da aus uns selbst verstehen lernen, von da aus den anderen annehmen lernen und so in Verantwortung für die Zukunft handeln, daß die Zukunft eine menschliche Zukunft sei. Und wahrhaft menschlich ist sie nur dann, wenn sie göttlich ist, wenn wir im Menschen das Bild Gottes sehen und in der Schöpfung den Abglanz seiner Güte. Bitten wir den Herrn darum, daß er unsere Augen und unsere Herzen öffnet, und auch die der anderen, und daß es so zu wirklichem Fortschritt, zu wirklicher Solidarität in der Welt und unter uns allen kommt. Beten wir zum Abschluß das Vaterunser, und weil singen dreimal beten ist, wie die Väter sagen, singen wir es in Latein, in der gemeinsamen Sprache der weltweiten Kirche.

© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana

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