DISCORSI, MESSAGGI ED OMELIE DEL SANTO PADRE IN OCCASIONE DELL'ANNO DELLA FEDE
SINODO DEI VESCOVI SULLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE PER LA TRASMISSIONE DELLA FEDE CRISTIANA (7-28 OTTOBRE 2012): LO SPECIALE DEL BLOG
DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE IN OCCASIONE DEL SINODO SULLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
SANTA MESSA: VIDEO INTEGRALE
OMELIA: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA
Vedi anche:
Sette santi per la nuova evangelizzazione. La canonizzazione in piazza San Pietro (O.R.)
Tra i sette nuovi Santi c'è anche la prima Pellerossa (Giansoldati)
Benedetto XVI apre il cielo a San Giovanni Piamarta (Costa)
Kateri Tekakwitha è la prima indiana americana proclamata santa nella storia del Cattolicesimo
Kateri Tekakwitha, la prima nativa americana diventata santa
Una finestra sul mondo. Il sinodo definisce la nuova evangelizzazione (Di Cicco)
Lo stile dell’evangelizzatore. Nell’Anno della fede Benedetto XVI proclama sette nuovi santi (O.R.)
Proclamati sette santi: c'è una squaw dagli Usa
La santità secondo Benedetto (Galeazzi)
L’acqua del Gave e l’acqua della Grazia. Riflessione di don Antonio Ucciardo
Il pensiero del Papa per Lourdes e l'incoraggiamento per la Settimana Missionaria (Izzo)
La prima santa pellerossa: folla di indiani a San Pietro: foto Repubblica
Kateri, la prima santa degli indiani d’America (Galeazzi)
Il Papa proclama sette nuovi Santi: video Corriere
Tra i sette nuovi santi c'è anche una pellerossa (Rodari)
Ecco i sette nuovi Santi: dalla pellerossa Kateri a padre Giovanni Piamarta (De Montis)
"Tu es Petrus" ringrazia il Papa per la fedeltà liturgica (Izzo)
Il Papa: "I nuovi Santi intercedano per l'annuncio del Vangelo nel mondo intero" (Marcolivio)
Il Papa proclama sette nuovi Santi per l'anno della Fede
Fino ai confini. I sette nuovi santi e la Giornata missionaria mondiale (Sir)
Santa Messa ed Angelus: servizio di Alessandra Buzzetti
Benedetto XVI: la Chiesa è in perenne stato di servizio all'uomo e al Vangelo (Tridente)
Santa Messa ed Angelus: servizio di Lucio Brunelli
Padre Lombardi: 80mila fedeli in Piazza San Pietro. Il Papa: padre Piamarta voleva presenza culturale e sociale dei Cattolici (Izzo)
Il ritorno del Fanone! Benedetto XVI indica: "il Papa sono io" (Cantuale Antonianum)
Sette nuovi Santi per l'Anno della Fede. Il Papa: i Santi hanno speso le loro vite servendo Dio e gli uomini (Izzo)
Il Papa: "Diversi per origine, lingua, nazione e condizione sociale", santi per amore del Vangelo (AsiaNews)
Servizio all’uomo e al vangelo: con l’esempio dei nuovi Santi il Papa incoraggia padri sinodali e missionari. Un pensiero a Lourdes (R.V.)
Donne e uomini di Dio, testimoni nel mondo missionario (Agasso)
Benedetto XVI: " La santità è una chiamata universale". In ottantamila in piazza san Pietro per la canonizzazione dei nuovi santi nel giorno dedicato alla missione
Nuovi Santi: Caterina Tekakwitha, la pellerossa di Dio. Le prostitute cambiarono la vita di Maria Carmen. Giovanni Piamarta voleva morire per gli artigianelli. La Superiora Generale che scelse il lebbrosario (Izzo)
Nuovi Santi: un incidente domestico e la missione della sofferenza. Il catechista gettato nella fossa delle Marianne. Il Gesuita che non temeva i caimani (Izzo)
Il Papa proclama sette nuovi santi. “Possa la loro testimonianza parlare oggi a tutta la Chiesa” (Gagliarducci)
Kateri Tekakwitha, la pellerossa di Dio (Tg1)
Il Papa canonizza sette beati, tra questi la prima Santa indiana d'America
Donne e uomini di Dio, testimoni nel mondo (Agasso)
Il Papa ha proclamato sette nuovi santi (Ansa)
La santità non appartiene al passato. A colloquio con il cardinale Angelo Amato sulle canonizzazioni di oggi (Gori)
Domani la canonizzazione di Anna Schäffer: la malattia come via per abbracciare la Croce
Domani il Papa farà santi due martiri, una squaw e padre Piamarta (Izzo)
La pellerossa di Dio. Il 21 ottobre Benedetto XVI canonizza Caterina Tekakwitha (Molinari)
Tra carità e speranza. Il 21 ottobre Benedetto XVI canonizza Marianna Cope (Piacentini)
Missionaria della sofferenza. Il 21 ottobre Benedetto XVI canonizza Caterina Tekakwitha (Schwager)
Domenica le Canonizzazioni della Beata Maria del Monte Carmelo e di Pietro Calunsgod (Radio Vaticana)
Domenica 21 ottobre Benedetto XVI proclama sette nuovi santi, tra i quali padre Giovanni Battista Piamarta (1841-1913) e suor Carmen Sallés y Barangueras (1848-1911)
Domenica la canonizzazione di Caterina Tekakwitha, prima santa pellerossa
Domenica la Canonizzazione di Giovanni Battista Piamarta, cuore immenso a servizio dei giovani
La storia del padre gesuita Giacomo Berthieu, martire in Madagascar. Domenica sarà canonizzato
CAPPELLA PAPALE PER LA CANONIZZAZIONE DEI BEATI: JACQUES BERTHIEU, PEDRO CALUNGSOD, GIOVANNI BATTISTA PIAMARTA, MARÍA CARMEN SALLÉS Y BARANGUERAS, MARIANNE COPE, KATERI TEKAKWITHA, ANNA SCHÄFFER, 21.10.2012
Alle ore 9.30 di oggi, XXIX Domenica del Tempo Ordinario, sul sagrato della Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI celebra la Santa Messa preceduta dal rito di Canonizzazione dei Beati: JACQUES BERTHIEU (1838-1896), sacerdote professo della Compagnia di Gesù, martire; PEDRO CALUNGSOD (1654-1672), catechista laico, martire; GIOVANNI BATTISTA PIAMARTA (1841-1913), sacerdote, fondatore della Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth e delle Umili Serve del Signore; MARÍA CARMEN SALLÉS Y BARANGUERAS (1848-1911), fondatrice della Congregazione delle Suore Concezioniste Missionarie dell’Insegnamento; MARIANNE COPE (1838-1918), religiosa professa della Congregazione delle Suore del terzo ordine di San Francesco di Syracuse; KATERI TEKAKWITHA (1656-1680), laica; ANNA SCHÄFFER (1882-1925), laica.
Nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la proclamazione del Vangelo, il Papa pronuncia l’omelia che riportiamo di seguito:
OMELIA DEL SANTO PADRE
Il Figlio dell’uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (cfr Mc 10,45).
Venerati Fratelli,
cari fratelli e sorelle!
Oggi la Chiesa ascolta ancora una volta queste parole di Gesù, pronunciate durante il cammino verso Gerusalemme, dove si doveva compiere il suo mistero di passione, morte e risurrezione. Sono parole che contengono il senso della missione di Cristo sulla terra, segnata dalla sua immolazione, dalla sua donazione totale. In questa terza domenica di ottobre, nella quale si celebra la Giornata Missionaria Mondiale, la Chiesa le ascolta con particolare intensità e ravviva la consapevolezza di essere tutta intera in perenne stato di servizio all’uomo e al Vangelo, come Colui che ha offerto se stesso fino al sacrificio della vita.
Rivolgo il mio saluto cordiale a tutti voi, che riempite Piazza San Pietro, in particolare le Delegazioni ufficiali e i pellegrini venuti per festeggiare i sette nuovi Santi. Saluto con affetto i Cardinali e i Vescovi che in questi giorni stanno partecipando all’Assemblea sinodale sulla Nuova Evangelizzazione. E’ felice la coincidenza tra questa Assise e la Giornata Missionaria; e la Parola di Dio che abbiamo ascoltato risulta illuminante per entrambe. Essa mostra lo stile dell’evangelizzatore, chiamato a testimoniare ed annunciare il messaggio cristiano conformandosi a Gesù Cristo, seguendo la sua stessa via. Questo vale sia per la missione ad gentes, sia per la nuova evangelizzazione nelle regioni di antica cristianità.
Queste parole hanno costituito il programma di vita dei sette Beati che oggi la Chiesa iscrive solennemente nella gloriosa schiera dei Santi. Con eroico coraggio essi hanno speso la loro esistenza nella totale consacrazione a Dio e nel generoso servizio ai fratelli. Sono figli e figlie della Chiesa, che hanno scelto la via del servizio seguendo il Signore. La santità nella Chiesa ha sempre la sua sorgente nel mistero della Redenzione, che viene prefigurato dal profeta Isaia nella prima Lettura: il Servo del Signore è il Giusto che «giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità» (Is 53,11), è Gesù Cristo, crocifisso, risorto e vivo nella gloria. L’odierna canonizzazione costituisce un’eloquente conferma di tale misteriosa realtà salvifica. La tenace professione di fede di questi sette generosi discepoli di Cristo, la loro conformazione al Figlio dell’Uomo risplende oggi in tutta la Chiesa.
(Jacques Berthieu, nato nel 1838, in Francia, fu ben presto conquistato da Gesù Cristo. Durante il suo ministero in parrocchia, ebbe il desiderio ardente di salvare le anime. Diventato gesuita, voleva percorrere il mondo per la gloria di Dio. Pastore infaticabile nell’Isola Santa Maria e poi nel Madagascar, lottò contro l’ingiustizia, mentre recava sollievo ai poveri e ai malati. I Malgasci lo consideravano come un sacerdote venuto dal cielo, dicendo: Lei è il nostro ‘padre e madre’! Si fece tutto a tutti, attingendo nella preghiera e nell’amore del Cuore di Gesù la forza umana e sacerdotale di giungere fino al martirio nel 1896. Morì dicendo: «Preferisco morire piuttosto che rinunciare alla mia fede». Cari amici, la vita di questo evangelizzatore sia un incoraggiamento e un modello per i sacerdoti, affinché siano uomini di Dio come lui! Il suo esempio aiuti i numerosi cristiani oggi perseguitati a causa della fede! Possa la sua intercessione, in questo Anno della fede, portare frutti per il Madagascar e il continente africano! Dio benedica il popolo malgascio!)
(Pedro Calungsod nacque intorno al 1654, nella regione di Visayas nelle Filippine. Il suo amore per Cristo lo spinse a prepararsi per diventare catechista con i missionari Gesuiti di quel luogo. Nel 1668, assieme ad altri giovani catechisti, accompagnò il P. Diego Luis de San Vitores alle Isole Marianas per evangelizzare il popolo Chamorro. La vita là era dura e i missionari soffrirono persecuzioni a causa di invidie e calunnie. Pedro, però, dimostrò fede e carità profonde e continuò a catechizzare i molti convertiti, dando testimonianza a Cristo mediante una vita di purezza e di dedizione al Vangelo. Molto intenso era il suo desiderio di guadagnare anime a Cristo, e ciò lo rese risoluto nell’accettare il martirio. Morì il 2 aprile 1672. Testimoni raccontano che Pedro avrebbe potuto mettersi in salvo ma scelse di rimanere al fianco di P. Diego. Il sacerdote ebbe modo di dare l’assoluzione a Pedro prima di essere lui stesso ucciso. Possano l’esempio e la coraggiosa testimonianza di Pedro Calungsod ispirare le care popolazioni delle Filippine ad annunciare il Regno di Dio con forza e guadagnare anime a Dio!)
Giovanni Battista Piamarta, sacerdote della diocesi di Brescia, fu un grande apostolo della carità e della gioventù. Avvertiva l’esigenza di una presenza culturale e sociale del cattolicesimo nel mondo moderno, pertanto si dedicò all’elevazione cristiana, morale e professionale delle nuove generazioni con la sua illuminata carica di umanità e di bontà. Animato da fiducia incrollabile nella Divina Provvidenza e da profondo spirito di sacrificio, affrontò difficoltà e fatiche per dare vita a diverse opere apostoliche, tra le quali: l’Istituto degli Artigianelli, l’Editrice Queriniana, la Congregazione maschile della Santa Famiglia di Nazareth e la Congregazione delle Umili Serve del Signore. Il segreto della sua intensa ed operosa vita sta nelle lunghe ore che egli dedicava alla preghiera. Quando era oberato di lavoro, aumentava il tempo per l’incontro, cuore a cuore, con il Signore. Preferiva le soste davanti al santissimo Sacramento, meditando la passione, morte e risurrezione di Cristo, per attingere forza spirituale e ripartire alla conquista del cuore della gente, specie dei giovani, per ricondurli alle sorgenti della vita con sempre nuove iniziative pastorali.
(«Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo». Con queste parole, la liturgia ci invita a fare nostro questo inno a Dio creatore e provvidente, accettando il suo progetto nella nostra vita. Così fece santa Maria del
Carmelo Sallés y Barangueras, religiosa nata a Vic, in Spagna, nel 1848. Ella, vedendo realizzata la sua speranza, dopo molte vicissitudini, contemplando lo sviluppo della Congregazione delle Religiose Concezioniste Missionarie dell’Insegnamento, che aveva fondato nel 1892, poté cantare insieme con la Madre di Dio: «Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono». La sua opera educativa, affidata alla Vergine Immacolata, continua a portare frutti abbondanti in mezzo alla gioventù mediante l’impegno generoso delle sue figlie, che come lei si pongono nelle mani del Dio che tutto può.)
(Rivolgo ora lo sguardo a Marianne Cope, nata nel 1838 ad Heppenheim, in Germania. Quando aveva un anno soltanto fu portata negli Stati Uniti, e nel 1862 entrò nel Terz’Ordine Regolare di san Francesco a Syracuse, New York. In seguito, come Superiora Generale della sua Congregazione, Madre Marianne accolse di sua volontà una chiamata a prendersi cura dei lebbrosi delle Hawaii, dopo che molti altri avevano rifiutato. Si recò là con sei consorelle, per gestire un ospedale a Oahu e successivamente fondare l’ospedale Malulani a Maui ed aprire una casa per ragazze i cui genitori erano lebbrosi. Dopo cinque anni, accettò l’invito ad aprire una casa per donne e ragazze nella stessa isola di Molokai, coraggiosamente andandovi lei stessa ed in pratica terminando il proprio contatto con il mondo esterno. Là si prese cura di padre Damiano, già famoso per la sua eroica attività fra i lebbrosi, curandolo sino alla morte e prendendone il posto fra i lebbrosi maschi. Quando ancora si poteva fare poco per quanti soffrivano di questa terribile malattia, Marianne Cope dimostrò l’amore, il coraggio e l’entusiasmo più alti. Ella è un luminoso e forte esempio della migliore tradizione cattolica nell’accudire alle sorelle e dello spirito del suo amato san Francesco.)
Kateri nous impressionne par l’action de la grâce dans sa vie en l’absence de soutiens extérieurs, et par son courage dans sa vocation si particulière dans sa culture. En elle, foi et culture s’enrichissent mutuellement ! Que son exemple nous aide à vivre là où nous sommes, sans renier qui nous sommes, en aimant Jésus ! Sainte Kateri, protectrice du Canada et première sainte amérindienne, nous te confions le renouveau de la foi dans les premières nations et dans toute l’Amérique du Nord ! Que Dieu bénisse les premières nations!
(Kateri Tekakwitha nacque nell’odierno stato di New York nel 1656 da padre Mohawk e da madre cristiana algonchina, che le trasmise il senso del Dio vivente. Fu battezzata all’età di vent’anni e, per fuggire dalle persecuzioni, si rifugiò nella missione di san Francesco Saverio vicino a Montreal. Là lavorò, fedele alle tradizioni del suo popolo - anche se rinunciò alle convinzioni religiose della sua gente - sino alla morte all’età di 24 anni. Vivendo un’esistenza semplice, Kateri rimase fedele al suo amore per Gesù, alla preghiera e alla Messa quotidiana. Il suo più grande desiderio era conoscere Dio e fare ciò che a Lui piace.
Kateri ci impressiona per l’azione della grazia nella sua vita in assenza di sostegni esterni, e per il coraggio nella vocazione tanto particolare nella sua cultura. In lei, fede e cultura si arricchiscono a vicenda! Il suo esempio ci aiuti a vivere là dove siamo, senza rinnegare ciò che siamo, amando Gesù! Santa Kateri, patrona del Canada e prima santa amerinda, noi ti affidiamo il rinnovamento della fede nelle prime nazioni e in tutta l’America del Nord! Dio benedica le prime nazioni!)
(Anna Schäffer di Mindelstetten, da giovane, voleva entrare a far parte di un Ordine religioso missionario. Essendo di modesta provenienza, cercò di guadagnare come domestica la dote necessaria per essere accolta in convento. In questo lavoro ebbe un grave incidente con ustioni inguaribili alle gambe, che la costrinsero al letto per tutta la vita. Così, il letto di dolore diventò per lei cella conventuale e la sofferenza costituì il suo servizio missionario. Inizialmente si lamentava della propria sorte, ma poi giunse a interpretare la sua situazione come una chiamata amorevole del Crocifisso a seguirLo. Confortata dalla Comunione quotidiana, ella diventò un’instancabile strumento di intercessione nella preghiera e un riflesso dell’amore di Dio per molte persone che cercavano il suo consiglio. Possa il suo apostolato di preghiera e di sofferenza, di sacrificio e di espiazione costituire un esempio luminoso per i fedeli nella sua Patria, e la sua intercessione rafforzi il movimento cristiano di hospice [centri di cure palliative per malati terminali] nel loro benefico servizio.)
Cari fratelli e sorelle! Questi nuovi Santi, diversi per origine, lingua, nazione e condizione sociale, sono uniti con l’intero Popolo di Dio nel mistero di salvezza di Cristo, il Redentore. Insieme a loro, anche noi qui riuniti con i Padri sinodali venuti da ogni parte del mondo, con le parole del Salmo proclamiamo al Signore che «egli è nostro aiuto e nostro scudo», e lo invochiamo: «Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo» (Sal 32,20-22).
Possa la testimonianza dei nuovi Santi, della loro vita generosamente offerta per amore di Cristo, parlare oggi a tutta la Chiesa, e la loro intercessione possa rafforzarla e sostenerla nella sua missione di annunciare il Vangelo al mondo intero.
Possa la testimonianza dei nuovi Santi, della loro vita generosamente offerta per amore di Cristo, parlare oggi a tutta la Chiesa, e la loro intercessione possa rafforzarla e sostenerla nella sua missione di annunciare il Vangelo al mondo intero.
© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana
Nessun commento:
Posta un commento