6 mesi fa
giovedì 8 marzo 2007
Aggiornamenti sull'attività del Papa
PAPA: VITA MERITA RISPETTO FINO ULTIMO RESPIRO
Città del Vaticano, 8 mar. (APCom) - Il Papa torna a denunciare il rischio di eutanasia e la necessità di assicurare alla vita umana "attenzione e rispetto fino al suo ultimo respiro": l'occasione è l'udienza ai soci del Circolo di San Pietro, ricevuti in Vaticano, che hanno consegnato a Benedetto XVI i fondi raccolti con il cosiddetto 'obolo di San Pietro'.
Introducendo l'incontro, il presidente, don Leopoldo dei Duchi Torlonia, ha ricordato al Papa l'impegno dell'associazione contro l'eutanasia, nelle cure dei malati e, in particolar modo, nell'assistenza ai malati di Sclerosi Amiotrofica Laterale (Sla). "Il Signore - ha detto il Papa rivolgendosi ai presenti - vi ricompensi e renda fruttuoso il servizio ecclesiale che svolgete, come pure vi aiuti a portare a realizzazione ogni iniziativa del vostro Circolo. Tra queste mi piace ricordare specialmente il prezioso servizio che voi rendete da oltre sei anni con l'Hospice Sacro Cuore, dove la quotidiana presenza di vostri volontari offre sostegno ai malati e ai loro familiari: la vostra è una silenziosa, ma quanto mai eloquente, testimonianza di amore per la vita umana, che - ha sottolineato Benedetto XVI - merita attenzione e rispetto sino all'ultimo suo respiro".
Papa Ratzinger ha anche ricordato che "l'antica pratica dell'Obolo di san Pietro, in un certo modo già in vigore nelle prime Comunità cristiane, scaturisce dalla consapevolezza che ogni fedele è chiamato a sostenere anche materialmente l'opera dell'evangelizzazione e, al tempo stesso, a soccorrere con generosità i poveri ed i bisognosi".
Benedetto XVI: Ogni fedele è chiamato a sostenere anche materialmente la Chiesa
Nell'incontrare i Soci del Circolo di San Pietro per la tradizionale consegna dell’Obolo
CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 8 marzo 2007 (ZENIT.org).- Ogni fedele è chiamato a contribuire anche materialmente all’opera di evangelizzazione e soccorso ai bisognosi portata avanti dalla Chiesa, ha affermato questo giovedì Benedetto XVI nel ricevere in udienza i Soci del Circolo di San Pietro, presieduto da don Leopoldo dei Duchi Torlonia.
Motivo dell’incontro è stata la tradizionale consegna dell’Obolo di San Pietro, ovvero le offerte raccolte nelle parrocchie e negli istituti della diocesi di Roma, destinate alle attività caritatevoli del Papa.
Questo appuntamento, che si tiene solitamente subito dopo la Festa della Cattedra di San Pietro, il 22 febbraio, costituisce un momento particolarmente significativo che sottolinea il sodalizio fra la Santa Sede e questa associazione, nata a Roma il 28 aprile 1869 ad opera di don Domenico Jacobini e del giornalista Paolo Mencacci.
A testimonianza di questo particolare legame di affetto con i Romani Pontefici, il Circolo vanta infatti fra i suoi Soci del passato quattro personalità ecclesiastiche successivamente elevate al Soglio pontificio: Benedetto XV, Pio XI, Pio XII e Paolo VI.
“L’antica pratica dell’Obolo di san Pietro - ha affermato il Vescovo di Roma -, in un certo modo già in vigore nelle prime Comunità cristiane, scaturisce dalla consapevolezza che ogni fedele è chiamato a sostenere anche materialmente l’opera dell’evangelizzazione e, al tempo stesso, a soccorrere con generosità i poveri ed i bisogno”.
“Anche in questo nostro tempo la Chiesa continua a diffondere il Vangelo e a cooperare alla costruzione di una umanità più fraterna e solidale. E proprio grazie anche all’Obolo di san Pietro le è possibile portare a compimento questa sua missione di evangelizzazione e di promozione umana”, ha continuato.
Il Vescovo di Roma ha quindi lodato le iniziative portate avanti dall'associazione, ricordando in modo speciale il servizio reso da oltre sei anni attraverso l’Hospice Sacro Cuore, un centro per le cure palliative e la terapia applicata al dolore, “dove la quotidiana presenza di vostri volontari offre sostegno ai malati e ai loro familiari”.
“La vostra è una silenziosa, ma quanto mai eloquente, testimonianza di amore per la vita umana, che merita attenzione e rispetto sino all’ultimo suo respiro”, ha continuato.
“Cari amici, siamo nel tempo quaresimale, durante il quale la liturgia ci ricorda che, all’impegno della preghiera e del digiuno, dobbiamo unire l’attenzione per i fratelli, specialmente per coloro che si trovano in difficoltà, venendo in loro soccorso con gesti ed opere di sostegno materiale e spirituale”, ha poi concluso.
Il Circolo di San Pietro è nato nel contesto capitolino dell’ultimo ventennio dell’800 come risposta ad un clima dominato da un acceso anticlericalismo e da una situazione di profonda crisi, cui si tentò di ovviare con numerose iniziative caritatevoli come l’Obolo di San Pietro (la cui usanza venne regolata dal Papa Pio IX nell’Enciclica “Saepe venerabilis” del 5 agosto 1871).
Il Circolo oltre ad offrire l’assistenza pratica, morale e religiosa alle persone bisognose e senza fissa dimora, o alle mamme dei bambini ricoverati presso l’Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù, distribuisce pasti caldi a chi ne ha bisogno, la cosiddetta “minestra del Papa”.
Le cucine del Circolo, infatti, resesi più volte utili in episodi storici come la Seconda Guerra mondiale, vennero istituite nel 1877, dietro espresso desiderio di Pio IX, il quale affidò loro le pentole dell’esercito degli Zuavi perché “l’esercito dei poveri, che non sarebbe mai mancato alla Chiesa, avesse sempre una minestra calda”.
Agenzia Zenit
Il testo completo del discorso del Santo Padre al Circolo di San Pietro è consultabile qui
BENEDETTO XVI RINNOVA CONSIGLIO PER DIALOGO RELIGIONI
Tra gli altri, entrano come membri Kasper, Dias e Twal
Città del Vaticano, 8 mar. (Apcom) - In vista della prossima riunione plenaria il Papa ha nominato oggi i nuovi membri del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Tra le 'new entry' ci sono il cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, il cardinale Walter Kasper, e monsignor Fouad Twal, Coadiutore del Patriarca di Gerusalemme dei Latini.
Proseguirà, dunque, con qualche modifica, l'operato del dicastero vaticano che cura i rapporti con l'islam e le altre religioni non cristiane. Alla sua guida c'è sempre il cardinale Paul Poupard, al quale - presidente del Pontificio consiglio per la cultura - venne affidato nel marzo dell'anno scorso questo secondo incarico. Un compito che si è dimostrato particolarmente prezioso nella gestione dei rapporti con il mondo musulmano dopo le polemiche sul discorso che il Papa tenne a Ratisbona e, successivamente, nel corso del viaggio di Benedetto XVI in Turchia.
Le nuove nomine sono state comunicate da un comunicato della sala stampa vaticana. Oltre a Kasper, Dias e Twal, entrano nel dicastero Sua Beatitudine Nerses Bedros XIX Tarmouni, Patriarca di Cilicia degli Armeni; Paulino Lukudu Loro, Arcivescovo di Juba; Murphy Nicholas Xavier Pakiam, Arcivescovo di Kuala Lumpur; Antoine Audo, Vescovo di Alep, Beroea, Halab; John Bosco Panya Kritcharoen, Vescovo di Ratchaburi; Warnakulasurya Wadumestrige Devasritha Valence Mendis, Vescovo di Chilaw; Bosco Lin Chi-nan, Vescovo di Tainan; Paul Bemile, Vescovo di Wa; René-Marie Ehuzu, Vescovo di Abomey; Carlos Aguiar Retes, Vescovo di Texcoco; Pierre Trân Ðinh Tu, Vescovo di Phù Cuong; George Dodo, Vescovo di Zaria; William Francis Murphy, Vescovo di Rockville Centre; Paul Yemboaro Ouédraogo, Vescovo di Fada N'Gourma; Guy Harpigny, Vescovo di Tournai; Botros Fahim Awad Hanna, Vescovo di Curia del Patriarcato di Alessandria deiCopti.
ATTIVITA' DI MONSIGNOR BAGNASCO, NEO PRESIDENTE DELLA CEI.
BAGNASCO: IN ITALIA ANNUNCIARE ANZITUTTO LA GIOIA DELLA FEDE
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 8 mar - Primato della testimonianza della fede e stile non aggressivo. Sono due caratteristiche che vengono indicate da mons.Angelo Bagnasco per i cattolici italiani nel corso di una rapida intervista rilasciata oggi a Radio Vatiana. Il neo presidente della Cei sottolinea anche lo speciale rapporto, unico al mondo, che intercorre tra la Chiesa italiana e il Papa, vescovo di Roma e primate d'Italia. La prima domanda chiede come si puo' essere oggi in Italia testimoni della fede. ''Anzitutto, - risponde Bagnasco - credo, con la gioia della fede. Testimoniare la serenita' della fede cristiana, della vita cristiana, nonostante il grande impegno che questo comporta, la serieta' che questo comporta. Credo che questo sia la prima forma per annunciare la bellezza del Vangelo. Bisogna anche - a mio avviso - aggiungere una maggiore preparazione culturale dei credenti, perche' le sfide di oggi, di carattere sia culturale, sia sociale, richiedono anche la capacita' di argomentazione sia per quanto attiene le ragioni della fede cristiana e cattolica, sia per quanto attiene l'affronto dei gradi temi sensibili che oggi sono in atto''. Chiarisce anche il Presidente il ruolo diseguale che viene svolto da parrocchie e movimenti seppure entrambi preziosi. ''Anzitutto - precisa - bisogna ricordare che il cattolicesimo in Italia e' radicato profondamente nel territorio, attraverso le circa 26 mila parrocchie che sono disseminate in tutto il Paese. Questi sono presidi della fede. Sia le parrocchie, sia le aggregazioni sono, rimangono e rimarranno punti essenziali della visibilita', della concretezza della Chiesa e delle vicinanza alla gente della maternita' della Chiesa''. Il problema dell'identita' cattolica sul fronte sociale va risolta ''con un atteggiamento di serenita', di semplicita', di convinzione. Quanto si e' convinti delle proprie idee di fede e, comunque, di ragione si pone - credo - rispetto al resto, anche alle diversita', con un atteggiamento non aggressivo, ma sereno e di confronto. Detto questo - come premessa generale, come approccio e come metodo - dobbiamo veramente scoprire e riscoprire e consolidare quello che si ha. Non e' che nascondendo o avendo una percezione debole di cio' che siamo, possiamo essere piu' dialoganti e propositivi verso tutti. Semmai e' il contrario''. L'intervistatore non si lascia sfuggire la domanda scontata sui ''Valori non negoziabili''. ''Ci sono dei punti, dei valori, delle colonne portanti della persona - egli risponmde - che asseriscono alla persona umana dei confini che non sono assolutamente valicabili. Perche' valicare certi confini - che sono propri, che definiscono, che configurano la profondita' dell'essere umano e di tutto cio' che ne consegue - significa andare contro l'uomo e non liberare l'uomo''.
Leggi qui l'intervista completa.
BAGNASCO ARRIVA A ROMA: SIAMO ALLEATI DELL'UOMO,NON DI TRONI
Il benvenuto di Betori: non sono momenti facili per noi
Roma, 8 mar. (Apcom) - Con la semplicità e l'umanità che sembrano caratterizzarlo, sorridente e nel suo stile sobrio, monsignor Angelo Bagnasco da ieri nuovo presidente della Cei, ha salutato questa mattina i direttori e il personale della Conferenza episcopale, in via Aurelia. "Quando il Papa chiama si risponde", ha esordito il neopresidente dei vescovi, ripetendo le parole pronunciate ieri mattina a Genova, durante l'ufficializzazione del nuovo incarico.
"Non siamo alleati di nessun trono - ha detto Bagnasco - ma alleati dell'uomo". "La ricchezza della nostra Chiesa - ha proseguito - è l'essere radicata nel tessuto del nostro popolo, anche se non sempre riconosciuta e qualche volta negletta". Monsignor Bagnasco, che seguirà la guida della Cei da Genova, anche se farà spesso tappa nella Capitale, ha riferito di aver "accettato con fiducia l'atto della mia nomina da parte del Santo Padre al servizio della Chiesa che è in Italia".
E ricordando il Convegno ecclesiale di Verona, il numero uno dei vescovi si è detto pronto a "rilanciare i contenuti e le proposte dell'assise declinandole nelle realtà delle nostre diocesi e delle comunità cristiane. Chiarezza e serenità - ha concluso Bagnasco - devono essere gli atteggiamenti da assumere in questo tempo perché l'una non esclude l'altra".
A dare il benvenuto a monsignor Bagnasco, da parte della Cei, è stato monsignor Giuseppe Betori, segretario generale e che diventerà il suo braccio destro. "Non sono momenti facili questi per la vita della Chiesa in Italia e per la società italiana - ha sottolineato - possiamo fare affidamento su quanto è stato preziosamente seminato dal cardinale Ruini negli anni della sua presidenza. Ora però è immaginabile che ci attendono ulteriori prove e, quindi, ulteriori traguardi, in una continuità che, proprio per essere fedele - ha aggiunto Betori - deve sapersi anche sviluppare e trovare forme specifiche per i nuovi contesti che si apriranno davanti a noi". "Siamo convinti - ha aggiunto -che per la sua preparazione ed esperienza, lei potrà affrontare con successo tali compiti". Il segretario generale ha quindi assicurato al neopresidente "l'appoggio più convinto e la messa a disposizione delle nostre risorse intellettuali e organizzative". "Il Signore - ha concluso Betori - colmi dei Suoi doni il cammino che oggi inizia e ne abbiano beneficio la Chiesa e la gente in Italia".
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