domenica 18 marzo 2007

Il Papa: la liberta' vera e' come un trampolino di lancio...


VISITE PASTORALI DEL SANTO PADRE NELLA DIOCESI DI ROMA

Questa mattina il Papa si e' recato in visita all'istituto penitenziale di Casal del Marmo, dove ha celebrato la Messa e incontrato i giovani ospiti.
Benedetto XVI ha tenuto un'omelia splendida, quasi completamente a braccio.
In attesa della trascrizione da parte della Sala Stampa della Santa Sede, possiamo leggere alcune sintesi di agenzia:


Prima visita del Papa in un carcere

(ANSA) -ROMA, 18 MAR- Benedetto XVI ha cominciato la sua visita nel carcere minorile di Casal del Marmo a Roma. E' la sua prima visita in una prigione. Papa Ratzinger e' arrivato davanti al penitenziario accolto dal ministro della Giustizia Mastella e dal cardinale vicario Ruini. Il carcere di Casal del Marmo e' una realta' piccola rispetto al sovraffollamento delle prigioni italiane: solo 53 detenuti, ma, tutti, adolescenti, alcuni poco piu' che bambini e per lo piu' stranieri.


IL PAPA: L'UOMO E' UNA CREATURA LIBERA SPESSO FRAGILE ESPOSTA AL MALE
Capire bene cosa è libertà vera rispetto a libertà apparente

Roma, 18 mar. (Apcom) - La parabola del Figliol Prodigo "ci aiuta a capire chi è l'uomo: non una persona che vive solo per se stesso, al contrario siamo creati per gli altri. L'uomo è una creatura in cui Dio ha impresso la sua immagine, ma è anche una creatura fragile esposta al male". Il Papa si è rivolto così parlando ai 53 ragazzi detenuti nel carcere minorile di Casal del Marmo, visitato questa mattina dal Pontefice.
"L'uomo è una persona libera - sottolinea il Papa - ma dobbiamo capire cosa è realmente libertà, e cosa invece è solo apparenza della libertà. Libertà vera - aggiunge Benedetto XVI - è un trampolino di lancio per tuffarsi nel mare infinito della bontà divina, ma può diventare anche un piano inclinato sul quale scivolare verso l'abisso del peccato e del male in cui perdiamo anche la libertà e la dignità".
In prima fila, ad assistere alla messa presieduta dal Papa, c'è il ministro della Giustizia Clemente Mastella con la moglie Sandra Lonardo e i sottosegretari Luigi Scotti, Daniela Melchiorre, Luigi Li Gotti e Luigi Manconi. In terza fila anche il figlio del ministro, Pellegrino.
"I comandamenti - continua il Papa - non sono un ostacolo alla libertà e alla bella vita, ma indicatori per trovare una vita piena. La disciplina allarga la vita e la fatica dà profondità alla vita e contribuisce a creare un mondo migliore".


IL PAPA VISITA IL CARCERE MINORILE, 'ABBRACCIA' I BABY-DETENUTI
Dopo la messa, l'incontro nella Palestra dell'istituto
Roma, 18 mar. (Apcom) - E' stato accolto da un lungo e caloroso applauso Benedetto XVI che ha appena fatto ingresso nella palestra del Carcere Minorile di Casal del Marmo, dove ad accoglierlo ci sono i 53 baby-detenuti, molti stranieri, in questa domenica di Quaresima. Nella Palestra ci sono anche gli agenti di Polizia penitenziaria, e i familiari dei ragazzi.
Benedetto XVI è stato accolto dalla dottoressa Maria Laura Grifoni, da oltre 30 anni direttrice dell'Istituto.


IL PAPA AI BABY-DETENUTI: "PREGO PER VOI E VI SEGUO CON AFFETTO"
Roma, 18 mar. (Apcom) - "Grazie per la vostra gioia, si conclude così il nostro incontro. Il mio primo contatto con il mondo delle carceri. Mi piacerebbe restare più a lungo, ma sappiate che il Papa vi segue con affetto": con queste parole Benedetto XVI ha salutato i 53 baby-detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo, a conclusione della sua visita pastorale all'istituto penitenziario. "Saluto tutti coloro che sono in carcere - ha aggiunto il Pontefice - e quanti lavorano nel mondo penitenziario".
"Si potrebbe essere privi di tutto, anche della libertà e della salute - ha proseguito Benedetto XVI - ed essere in pace e ricominciare, se dentro c'è Dio. Occupi sempre il primo posto nella nostra vita. Continuerò a pregare per voi - ha concluso Papa Ratzinger - e sarete sempre presenti nelle mie preghiere".
I giovani hanno donato al Papa alcuni oggetti realizzati da loro, come una scultura in legno, alcuni oggetti tessili, un gioco in legno e il numero del loro giornalino.


MASTELLA INFORMA PAPA DELLA SITUAZIONE DI MASTROGIACOMO
"Papa contento di possibile liberazione"

Roma, 18 mar. (Apcom) - Mentre Benedetto XVI celebrava la santa messa nel carcere minorile di Casal del Marmo, oggi a Roma, sono arrivate notizie della possibile liberazione di Daniele Mastrogiacomo al ministro della Giustizia, Clemente Mastella. E il Guardasigilli, come lui stesso ha raccontato, al termine della funzione ne ha informato il Santo Padre. "Il Pontefice - ha raccontato Mastella ai giornalisti - ha detto che, se davvero l'inviato di Repubblica fosse stato liberato, sarebbe veramente molto contento".
Benedetto XVI, nel corso della mattinata, ha inoltre rivolto un pensiero al giornalista prigioniero dei talebani. "La liberazione di Mastrogiacomo, insieme alla visita del Papa in questo carcere minorile - ha detto Mastella al termine della visita pastorale di oggi - renderebbero davvero questa una giornata speciale".
Mastella e il Papa, per tutta la visita di Benedetto XVI, hanno avuto un atteggiamento di grande cordialità. Numerosi i momenti di conversazione fra i due; Mastella è addirittura arrivato a scherzare nel momento delle foto di rito. "Sono croce e delizia, soprattutto in questo periodo pasquale, croce e delizia", ha detto il Guardasigilli al Santo Padre, riferendosi ai numerosi fotografi e operatori che chiedevano ai due di voltarsi a beneficio delle immagini.


PAPA VISITA CARCERE: LIBERTA' VERA NON E' FARE CIO' CHE SI VUOLE

Roma, 18 mar. (Apcom) - "Sono venuto volentieri a far visita al carcere minorile": con queste parole Benedetto XVI ha iniziato l'omelia nell'istituto penitenziale di Casal del Marmo, dove è giunto questa mattina in visita pastorale. Il Papa, dopo aver ringraziato il ministro della Giustizia Clemente Mastella, ha analizzato la figura del Figliol Prodigo.

Benedetto XVI mette da parte i fogli, e presiede l'omelia a braccio per 15 minuti. "E' l'amore di Dio che ci consola e ci dà pace specialmente nei momenti difficili della vita", scandisce il Pontefice. Parla del Figliol Prodigo e del suo cammino di conversione. "Voleva una vita libera da queste discipline, diceva di voler essere solo e avere la vita tutta e totalmente per sè, con tutte le sue bellezze". Questa "era la sua idea di libertà - prosegue il Papa - di fare ciò che voglio, di non essere nel carcere delle discipline e delle regole, di fare tutto ciò che mi piace, avere la vita con tutta la sua pienezza".

La vita senza Dio non funziona, perchè manca la luce, manca il senso di cosa significa essere uomo", ha poi detto Papa Ratzinger, incontrando questa mattina i 53 baby-detenuti del Carcere Minorile di Casal del Marmo. "I comandamenti di Dio - ha scandito Benedetto XVI - non sono un ostacolo alla libertà e alla bella vita, ma indicatori per capire quale è la strada dove andare e per trovare una vita piena. Occorre impegnarsi non per sè, ma per gli altri. Questo allarga la vita affinchè il mondo cresca". Il Papa ricorda ai giovani detenuti che "gli errori che commettiamo, anche se grandi, non intaccano l'amore che Dio prova per gli uomini".

E' la prima volta che il Pontefice tedesco si reca in visita pastorale ad un carcere, tra i baby-detenuti. Benedetto XVI è stato accolto dal ministro della Giustizia Clemente Mastella, con il quale ha scambiato qualche battuta. Ad accogliere il Papa anche il cardinale Camillo Ruini, suo Vicario per la Diocesi di Roma.

Nel carcere di Casal del Marmo sono reclusi 53 ragazzi, soprattutto stranieri che hanno accolto il Papa con un lungo e caloroso applauso. "Caro Papa, ci ha fatto tanto piacere la tua visita. Siamo rimasti di stucco quando ci hanno detto che tu saresti venuto. Non immaginavamo che una persona così importante come te potesse venire da noi": è iniziato così il commosso saluto di un giovane detenuto nel carcere minorile di Casal del Marmo, in rappresentanza di tutti i 53 baby-detenuti.

Ci dispiace di aver commesso tanti sbagli - ha detto il giovane - anche se spesso non eravamo noi, ma c'era qualcun altro che ci spingeva a fare qualcosa di sbagliato. Sappiamo di dover pagare - ha aggiunto il ragazzo - ma il prezzo è elevato, qua dentro soffriamo molto. Speriamo che tu ci capisci e speriamo che quando usciremo da qui potremo dare una svolta alla nostra vita. Ci farebbe tanto piacere se tu tornassi - ha concluso il giovane - e speriamo di poter venire anche noi da te".

Il Papa, commosso, si è voluto alzare per andare incontro al ragazzo. Benedetto XVI ha inviato in dono ai 53 giovani due grandi cesti ricolmi di cioccolata, biscotti e frutta candita.


PAPA DA PADRE SPIEGA LA LIBERTA' A 53 GIOVANI DETENUTI

Roma, 18 mar. (Apcom) - C'era il Papa, che oggi parlava da "padre" ai figli, c'era un raggiante Guardasigilli, c'era persino il sole che ha squarciato le nuvole della prima mattinata: se ci fosse stata anche la liberazione di Daniele Mastrogiacomo (tema sul quale si inseguivano le notizie in quelle ore), allora sì che la visita pastorale di Benedetto XVI al carcere minorile di Casal del Marmo sarebbe stata una "giornata epocale", come l'ha comunque definita Clemente Mastella salutando il corteo papale. Quella certezza invece non è arrivata, ma l'euforia per l'incontro con il Pontefice l'ha fatta da padrone nel ministro, in tutti coloro che a Casal del Marmo ci lavorano e forse, alla fine, anche nei 53 'giovani ospiti' che lì forzatamente ci vivono.

Perchè Joseph Ratzinger, oggi, è stato un papa diverso rispetto al teologo che normalmente emerge dalla sua personalità: ha spiegato la parabola del figliol prodigo con le parole semplici di un padre, forti perchè le ha dette il papa, chiare perchè di fronte a lui c'erano 53 ragazzi, quasi tutti stranieri, alcuni nemmeno cattolici, e il papa voleva che capissero che tutta la libertà del mondo, se usata male, non serve a essere felici. E così, con ampi gesti delle mani, il Santo Padre ha parlato a braccio per 15 minuti di omelia che voleva convincere 53 figlioli a diventare "prodighi" e a tornare nella casa del padre, perdonati da lui e riabilitati dalla società.

Per questo il "caro Papa" con cui il giovane 'inquilino forzato della casa' deputato a leggere il discorso a nome dei compagni non è suonato formale e il suo 'tu' rivolto al Pontefice era un "grazie di essere qui, fra di noi che abbiamo peccato, ma in molti casi non per colpa nostra". Benedetto XVI ha ringraziato di questo con una frase più preziosa, forse, delle medagliette e dei dolciumi regalati ai 'giovani ospiti. "Il papa - ha detto - vi vuole bene e vi accoglierà sempre con affetto" e tono e lessico hanno fatto ricordare quella "carezza del papa" che Giovanni XXIII inviò a tutti i bambini in una notte romana.

Ma oggi è stata anche la giornata di Mastella, "eremita della coscienza" che difende la famiglia da "certi profeti di modernità" e ministro della Giustizia che ritiene "inutile abbassare la soglia di punibilità" perchè "la malapianta della criminilità minorile e adulta si risolve con la prevenzione" che nasce da "un patto fra famiglia, scuola e chiesa". Del resto, non v'è laicità o laicismo che scusa "la mancanza di quei valori" che, per il Guardasigilli, la Costituzione condivide con il cattolicesimo, il "rispetto della persona" e "l'autonomia morale rispetto a qualsiasi autorità civile".

E così è finita la visita del Pontefice a Casal del Marmo, con il Ministro che parlava con il Papa e lo informava dell'evolversi della sorte di Daniele Mastrogiacomo e con il papa che rispondeva di essere "molto contento" anche solo dell'ipotesi della liberazione. Molti sorrisi, strette di mano, dialoghi fra Mastella e Ratzinger e persino un attimo per coinvolgere il Papa in uno degli usuali scambi di battute fra il ministro e i giornalisti. Prima dell'ingresso nella palestra dell'istituto e dell'incontro con i ragazzi, Papa e ministro si sono fermati per le foto di rito. Operatori e fotografi hanno cominciato a vociare richiamando l'attenzione dei due. E allora Mastella, sorriso a trentadue denti, si è fatto scappare un "vede Santità, i giornalisti, croce e delizia...". Sorriso anche di Benedetto XVI e "buona Pasqua" a tutti.


Il papa visita il carcere minorile di Roma. ''L'amore di Dio è il segreto della vita''

di Mattia Bianchi

Un incontro profondo, all’insegna dell’ascolto e della spontaneità. Benedetto XVI tocca con mano per la prima volta la realtà del carcere. Lo ha fatto con una visita all’istituto penale per minorenni di Casal del Marmo a Roma.

ROMA - Un incontro profondo, all’insegna dell’ascolto e della spontaneità. Benedetto XVI tocca con mano per la prima volta la realtà del carcere. Lo ha fatto con una visita all’istituto penale per minorenni di Casal del Marmo a Roma, dove ha celebrato messa e incontrato i ragazzi per un saluto: cinquanta detenuti, la gran parte stranieri, soprattutto rumeni, ma anche serbi, bosniaci, croati e macedoni. Si trovano “dentro” dopo aver commesso reati, per lo più contro il patrimonio: furto, furto aggravato e rapina le fattispecie più diffuse, ma ci sono anche un caso di violenza sessuale e uno di omicidio. Sono praticamente tutti in custodia cautelare: solo un paio di loro scontano una pena. Il tempo di permanenza in carcere è brevissimo, arriva al massimo a qualche mese. E infatti, a fronte di 50 presenze giornaliere, in un anno transitano a Casal del Marmo almeno trecento giovani. Storie difficili di chi certamente ha sbagliato, ma – ha ricordato alla vigilia il cappellano dell’istituto, padre Gaetano – “non dimentichiamo che a pagare in carcere sono sempre i più poveri e sprovveduti: colpevoli soprattutto di essere soli, senza famiglia, stranieri”.

Il papa lo sa bene e lo ha sottolineato nell’omelia della messa, pronunciata interamente a braccio, dopo aver messo da parte il discorso previsto. “Sono venuto volentieri qui”, ha detto il pontefice, riflettendo sulla parabola del figliol prodigo che mostra come "l'amore di Dio consoli e dia pace specialmente nei momenti difficili della vita". Il figliol prodigo "voleva una vita libera, diceva di voler essere solo e avere la vita tutta e totalmente per sé, con tutte le sue bellezze". Questa "era la sua idea di libertà - prosegue il papa - di fare ciò che voglio, di non essere nel carcere delle discipline e delle regole, di fare tutto ciò che mi piace, avere la vita con tutta la sua pienezza". In realtà, la vita “senza Dio non funziona”: manca “l'essenziale, manca la luce”, manca “il grande senso di essere uomo”. E “i Comandamenti di Dio non sono ostacoli ma indicatori della strada da percorrere” per raggiungere Dio, ma anche per realizzare un mondo ''più libero e bello”.

Al termine della messa, il papa ha ricevuto il ringraziamento del capo dipartimento per la giustizia minorile, Melita Cavallo, e del ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che ha invocato un patto educativo tra Chiesa e Stato. ''I principi cardine, starei per dire biblici, della nostra Costituzione – ha detto - pongono a fondamento della convivenza civile valori condivisi dalla fede cristiana e dal magistero della Chiesa. In nessun momento in me fa capolino l’idea che la laicità voluta dalla Costituzione consista nell’assenza di valori e di prospettive etiche”. Un riferimento alla “centralità di ogni singolo individuo e la sua autonomia morale rispetto a qualsiasi autorità civile; la valorizzazione della persona in tutte le sue collocazioni sociali; il rifiuto di ogni discriminazione, il rispetto reciproco, la solidarietà e la tolleranza”.

La visita è proseguita poi nella palestra, dove il papa ha incontrato i ragazzi, gli agenti di polizia e i familiari. Un’occasione per ascoltare storie di sofferenza, ma anche per dare speranza. I sentimenti che sono risuonati nelle parole della direttrice dell’istituto Maria Laura Grifoni (“La sua visita ha portato il sorriso in carcere”) e di un giovane che a nome di tutti i ragazzi ha ringraziato il papa per la sua presenza, esprimendo dispiacere per gli sbagli compiuti e al tempo stesso la volontà di dare una svolta alla vita. Benedetto XVI ha ricambiato con un discorso di fiducia. "Il papa vi vuole bene, vi segue con affetto e prega per voi", ha detto, spiegando poi che la chiave di tutto è l’amore di Dio. “Pur avendo tutto ciò che si desidera, si è talora infelici – è il ragionamento - si potrebbe invece essere privi di tutto, persino della libertà o della salute, ed essere in pace e nella gioia se dentro il cuore c’è Dio. Il segreto, dunque, sta qui: occorre che Dio occupi sempre il primo posto nella nostra vita. Ed il vero volto di Dio ce lo ha rivelato Gesù”. È seguito un saluto personale, faccia a faccia, con ogni ragazzo, per poi rientrare in Vaticano in tempo per l’Angelus, come sempre previsto per mezzogiorno.

Korazym

Vedi anche:

Il Papa fra i giovani detenuti

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