8 mesi fa
giovedì 8 novembre 2007
Il Papa a Mons. Ravasi: Le auguro un fecondo ministero, volto a promuovere e a incrementare il dialogo della Chiesa con le culture del nostro tempo
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA IN OCCASIONE DELLA XII SEDUTA PUBBLICA DELLE PONTIFICIE ACCADEMIE , 08.11.2007
Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre ha inviato stamane, tramite il Sostituto della Segreteria di Stato, S.E. Mons. Fernando Filoni, che ne ha dato lettura, al Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, S.E. Mons. Gianfranco Ravasi, e ai partecipanti alla XII Seduta pubblica delle Pontificie Accademie nell’Aula nuova del Sinodo in Vaticano:
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
Al Venerato Fratello
Mons. Gianfranco Ravasi
Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura
In occasione della XII Seduta pubblica delle Pontificie Accademie, il cui Consiglio di Coordinamento Ella presiede, sono lieto di rivolgerLe, caro Fratello, uno speciale saluto insieme con l’augurio di un fecondo ministero, volto a promuovere e ad incrementare il dialogo della Chiesa con le culture del nostro tempo. In questa circostanza desidero, altresì, ringraziare molto cordialmente il Signor Cardinale Paul Poupard per il generoso e prezioso servizio offerto alla Chiesa durante il suo venticinquennale impegno quale Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, nonché per l'impulso dato alle stesse Accademie Pontificie, di cui ha promosso il rinnovamento istituzionale e incoraggiato l'attività al servizio di tutta la Chiesa. Assecondando questa linea, il mio Predecessore di v. m., Papa Giovanni Paolo II, istituì nel 1996 uno speciale Premio volto a incoraggiare e sostenere la ricerca e l’impegno di giovani studiosi e di Istituzioni particolarmente meritevoli che, con le loro specifiche attività culturali o artistiche, contribuiscono in maniera significativa alla promozione dell’umanesimo cristiano all’inizio del terzo millennio.
La celebrazione di questa Seduta pubblica rinnova di anno in anno una specifica occasione di incontro e di collaborazione tra le Pontificie Accademie, riunite nel loro Consiglio di Coordinamento, per armonizzare le diverse iniziative, tutte finalizzate ad un preciso obiettivo: promuovere, sia nella Chiesa che nel mondo profano, una cultura degna dell'esistenza umana, fecondata dalla fede, capace di proporre la bellezza della vita cristiana e di rispondere adeguatamente alle sempre più numerose sfide dell'odierno contesto culturale e religioso.
Saluto, quindi, insieme con Lei, Signor Presidente, i Signori Cardinali, i Confratelli nell'Episcopato, gli Ambasciatori, i Sacerdoti, i Responsabili ed i Membri delle Pontificie Accademie e tutti i partecipanti all'incontro. Questa solenne Seduta pubblica vede protagoniste due Accademie - la Pontificia Accademia Romana di Archeologia e la Pontificia Accademia Cultorum Martyrum - le quali hanno proposto la tematica dell'incontro odierno: "Testimoni del suo amore (Sacramentum caritatis, 85). L'amore di Dio manifestato dai Martiri e dalle opere della Chiesa".
Mi compiaccio vivamente per la scelta di questa tematica, a me particolarmente cara, che rimanda ad un significativo capitolo dell'Esortazione apostolica Sacramentum caritatis. In essa ho voluto sottolineare ancora una volta il fondamentale nesso tra la celebrazione dei divini Misteri e la testimonianza della vita, tra l'esperienza di incontro col Mistero di Dio, fonte di stupore e di gioia interiore, ed il dinamismo di un rinnovato impegno che ci porta ad essere, appunto "testimoni del suo amore". Ricordando che Gesù stesso è "il testimone fedele e verace" (cfr Ap 1,5), mandato dal Padre nel mondo per rendere testimonianza alla verità (cfr Gv 18,37), dobbiamo convincerci che è proprio la testimonianza coerente e convinta dei credenti "il mezzo con cui la verità dell'amore di Dio raggiunge l'uomo nella storia, invitandolo ad accogliere liberamente questa novità radicale" (ibid., 85).
A tal proposito, è più che mai necessario riproporre l'esempio dei Martiri cristiani, sia dell'antichità sia dei nostri giorni, nella cui vita e nella cui testimonianza, spinta fino all'effusione del sangue, si manifesta in modo supremo l'amore di Dio. Anche il mio venerato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, volle proporre a tutta la Chiesa, soprattutto nel contesto del Grande Giubileo dell'Anno 2000, l'esempio dei Martiri, e nella Bolla di indizione del Giubileo, Incarnationis mysterium, così scriveva: "Un segno perenne, ma oggi particolarmente eloquente, della verità dell'amore cristiano è la memoria dei martiri. Non sia dimenticata la loro testimonianza. Essi sono coloro che hanno annunciato il Vangelo dando la vita per amore. Il martire, soprattutto ai nostri giorni, è segno di quell'amore più grande che compendia ogni altro valore" (n. 13).
Meritevoli di speciale menzione sono poi tutte le opere di carità fiorite nel corso dei secoli ad opera di fedeli generosi. Spinti dal fuoco interiore dell'amore di Cristo, moltissimi credenti, pastori o fedeli, si sono adoperati, in questi venti secoli di storia cristiana, a creare e promuovere iniziative di carità e istituzioni benefiche, per andare incontro ai bisogni dei più poveri e manifestare così concretamente lo stretto, indissolubile legame tra amore di Dio e amore del prossimo. Ancor oggi tante opere caritative promosse dai credenti rappresentano una straordinaria testimonianza di ciò che può fare l'amore di Dio, quando viene accolto nel cuore dell'uomo.
Questa storia gloriosa è stata fatta oggetto di attenta analisi da alcuni studiosi. Seguendo la più che decennale tradizione, La prego, Signor Presidente, di voler ora conferire il Premio delle Pontificie Accademie, che su proposta del Consiglio di Coordinamento fra Accademie Pontificie, è stato quest’anno attribuito al Dott. Antongiulio Granelli per la tesi di Dottorato dal titolo Il Cimitero di Panfilo sulla via Salaria vetus a Roma, discussa presso l’Università "La Sapienza" di Roma. In essa, attraverso uno studio approfondito, condotto con approccio interdisciplinare, si illustra il Cimitero di Panfilo, poco studiato in precedenza, collocandolo nel suggestivo spaccato della testimonianza cristiana sviluppatasi nel primo tratto della Salaria vetus, che trova nel martire Panfilo, documentato nel cimitero da un graffito, il suo simbolo più eloquente.
Accogliendo inoltre il suggerimento dello stesso Consiglio di Coordinamento, La prego di voler anche offrire, quale segno di apprezzamento e di incoraggiamento, una Medaglia del Pontificato allo studioso Dott. Massimiliano Ghilardi, per l'opera Gli arsenali della Fede. Tre saggi su apologia e propaganda delle catacombe romane, Roma 2006. Il volume ripercorre le vicende relative allo scoprimento di catacombe e ipogei cristiani, evidenziando l'uso apologetico di tali scoperte.
Voglia infine esprimere, Signor Presidente, a tutti gli Accademici, e specialmente ai Membri della Pontificia Accademia Romana di Archeologia e della Pontificia Accademia Cultorum Martyrum, il mio vivo incoraggiamento a proseguire con sempre rinnovato entusiasmo nella loro opera, affinché il loro impegno nei diversi ambiti culturali e artistici diventi davvero una luminosa e bella testimonianza, che risplenda anche davanti agli uomini di oggi spingendoli a glorificare il Padre che è nei cieli (cfr Mt 5,16).
Con tali sentimenti, mentre affido ciascun componente delle Pontificie Accademie alla celeste intercessione dei Santi Martiri, testimoni dell'amore di Dio, nonché alla materna protezione della Beata Vergine Maria, Madre di Cristo e Regina dei Martiri, di cuore imparto a Lei, Signor Presidente, e a tutti i presenti una speciale Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 8 Novembre 2007
BENEDICTUS PP. XVI
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