sabato 10 dicembre 2011

Il Papa: Per il Cristiano amare l’altro non è semplice filantropia, ma è espressione dell’amore di Dio e deve fondarsi su un vero amore a Dio. Solo così potrà far sperimentare a chi incontra la tenerezza provvidente del Padre celeste e portare un raggio di speranza anche nelle situazioni buie. Anche nel mondo dell’economia e del lavoro per vivere e portare l’amore e la solidarietà è necessario attingere alla sorgente divina attraverso un rapporto intenso con Dio, un ascolto costante della sua Parola, un’esistenza nutrita dall’Eucaristia

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UDIENZA ALLE DELEGAZIONI DELLA CONFEDERAZIONE DELLE COOPERATIVE ITALIANE E DELLA FEDERAZIONE ITALIANA DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO, 10.12.2011

Alle ore 12 di oggi, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza le Delegazioni della Confederazione delle Cooperative italiane e della Federazione italiana delle Banche di Credito Cooperativo.
Riportiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti nel corso dell’Udienza:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

Sono lieto di accogliere e di salutare ciascuno di voi, qui convenuti in rappresentanza della Confederazione delle Cooperative Italiane e della Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo. Saluto i rispettivi Presidenti, Luigi Marino e Alessandro Azzi, ringraziando per le parole rivoltemi a nome di tutti. Saluto pure il vostro Assistente ecclesiastico, Mons. Adriano Vincenzi, i dirigenti e tutti voi qui convenuti.

E’ nota l’importanza della cooperazione cattolica in Italia, sorta a seguito dell’Enciclica del Papa Leone XIII Rerum novarum, di cui quest’anno si celebra il 120° anniversario di promulgazione. Essa favorì la feconda presenza dei cattolici nella società italiana, mediante la promozione di enti cooperativi e mutualistici, lo sviluppo delle imprese sociali e tante altre opere di interesse pubblico, caratterizzate da forme di partecipazione e di autogestione. Tale attività è sempre stata finalizzata al sostegno materiale della popolazione, all’attenzione costante alle famiglie, ispirandosi al Magistero della Chiesa.

Ciò che ha spinto gli aderenti ad associarsi in organizzazioni di tipo cooperativistico, spesso con l’apporto determinante dei sacerdoti, è stata non solo un’esigenza di ordine economico, ma anche il desiderio di vivere un’esperienza di unità e di solidarietà, che portasse al superamento delle differenze economiche e dei conflitti sociali tra i diversi gruppi.

Proprio nell’impegno di comporre armonicamente la dimensione individuale e quella comunitaria risiede il fulcro dell’esperienza cooperativistica. Essa è espressione concreta della complementarietà e della sussidiarietà che la Dottrina sociale della Chiesa da sempre promuove fra la persona e lo Stato; è l’equilibrio fra la tutela dei diritti del singolo e la promozione del bene comune, nello sforzo di sviluppare un’economia locale che risponda sempre meglio alle esigenze della collettività.

Ugualmente, anche sul piano etico, essa si caratterizza per una marcata sensibilità solidale, pur nel rispetto della giusta autonomia del singolo. Tale sensibilità è importante perché favorisce la valorizzazione dei legami tra realtà cooperative e territorio per un rilancio dell’economia reale, che abbia come motore l’autentico sviluppo della persona umana e sappia coniugare risultati positivi con un agire sempre eticamente corretto. Non dobbiamo dimenticare, infatti, come ricordavo nell’Enciclica Caritas in veritate, che anche nel campo dell’economia e della finanza «retta intenzione, trasparenza e ricerca dei buoni risultati sono compatibili e non devono mai essere disgiunti. Se l’amore è intelligente, sa trovare anche i modi per operare secondo una previdente e giusta convenienza, come indicano, in maniera significativa, molte esperienze nel campo della cooperazione di credito» (n. 65).

Le vostre benemerite istituzioni sono presenti da molto tempo nel tessuto sociale italiano e rimangono pienamente attuali; esse portano in sé ideali evangelici e una vitalità che le rendono ancora oggi capaci di offrire un valido contributo all’intera comunità, sia dal punto di vista sociale, sia nel campo dell’evangelizzazione. In una stagione di grandi cambiamenti, di persistente precarietà economica, di difficoltà nel mondo del lavoro, la Chiesa sente di dover annunciare con nuovo vigore il Messaggio di Cristo, con la forza di umanizzazione e la carica di speranza per il futuro che contiene. E voi, cari amici, dovete essere consapevoli che le cooperative cattoliche hanno un ruolo importante da svolgere in questo campo.

Vorrei richiamare molto brevemente alcuni elementi dove la vostra azione è preziosa. Anzitutto siete chiamati ad offrire il vostro contributo, con la specifica professionalità ed il tenace impegno, affinché l’economia e il mercato non siano mai disgiunti dalla solidarietà. Inoltre, siete chiamati a promuovere la cultura della vita e della famiglia e a favorire la formazione di nuove famiglie che possano contare su un lavoro dignitoso e rispettoso del creato che Dio ha affidato alla nostra cura responsabile. Sappiate valorizzare sempre l’uomo nella sua interezza, al di là di ogni differenza di razza, di lingua o di appartenenza religiosa, prestando attenzione ai suoi reali bisogni, ma anche alla sua capacità di iniziativa. Particolarmente importante, poi, è ricordare quello che caratterizza le cooperative cattoliche: l’ispirazione cristiana, che deve costantemente orientarle. Rimanete, quindi, fedeli al Vangelo e all’insegnamento della Chiesa: fa parte della vostra stessa identità; tenete presenti e favorite le varie iniziative di sperimentazione che attingono dai contenuti del Magistero sociale della Chiesa, come nel caso di consorzi sociali di sviluppo, di esperienze di microcredito e di un’economia animata dalla logica della comunione e della fraternità.

Nel Vangelo, il richiamo all’amore per il prossimo è strettamente legato al comando di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze (cfr Mc 12,29-31).

Per il cristiano quindi amare l’altro non è semplice filantropia, ma è espressione dell’amore di Dio e deve fondarsi su un vero amore a Dio. Solo così potrà far sperimentare a chi incontra la tenerezza provvidente del Padre celeste e portare un raggio di speranza anche nelle situazioni buie. Anche nel mondo dell’economia e del lavoro per vivere e portare l’amore e la solidarietà è necessario attingere alla sorgente divina attraverso un rapporto intenso con Dio, un ascolto costante della sua Parola, un’esistenza nutrita dall’Eucaristia.

Non dimenticate l’importanza di far crescere questa dimensione spirituale nel vostro impegno di risposta alle odierne sfide e urgenze sociali, per continuare ad operare nella logica dell’economia della gratuità, della responsabilità, per promuovere un consumo responsabile e sobrio (cfr Caritas in veritate, 66).

Cari amici, ho offerto solo qualche spunto di riflessione, ma vorrei soprattutto incoraggiare la vostra opera così valida e importante. La Vergine Maria vi protegga e vi assista. Per voi qui presenti e per tutti gli aderenti alla Confederazione delle Cooperative Italiane e della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo formulo l’auspicio di proseguire con serenità e successo il vostro impegno nel sociale e, mentre assicuro il mio ricordo nella preghiera, di cuore benedico voi e i vostri cari. Grazie.

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