lunedì 27 ottobre 2008

Il Papa: "La distinzione fra religione e politica è un ottenimento proprio del Cristianesimo. Equità ed equilibrio per regolare l'immigrazione"


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Benedetto XVI al nuovo Ambasciatore delle Filippine in occasione della presentazione delle Credenziali

Equità ed equilibrio per regolare l'immigrazione

Benedetto XVI ha ricevuto nella mattina di lunedì 27 ottobre, alle ore 11, in solenne udienza, Sua Eccellenza la Signora Cristina Castañer-Ponce Enrile, nuovo Ambasciatore delle Filippine presso la Santa Sede, il quale ha presentato le Lettere con le quali viene accreditato nell'alto ufficio.
Sua Eccellenza l'Ambasciatore, rilevato alla sua residenza da un Gentiluomo di Sua Santità e da un Addetto di Anticamera, è giunto alle 10.45 al Cortile di San Damaso, nel Palazzo Apostolico Vaticano, ove un reparto della Guardia Svizzera Pontificia rendeva gli onori.
Al ripiano degli ascensori, l'Ambasciatore era ricevuto da un Gentiluomo di Sua Santità e subito dopo saliva alla seconda Loggia, dove si trovavano ad attenderlo gli Addetti di Anticamera e i Sediari. Dalla seconda Loggia il corteo si dirigeva alla Sala Clementina, dove l'Ambasciatore veniva ricevuto dal prefetto della Casa Pontificia, l'arcivescovo James Michael Harvey, il quale lo introduceva alla presenza del Pontefice nella Biblioteca privata.
Dopo la presentazione delle Credenziali da parte dell'Ambasciatore avevano luogo lo scambio dei discorsi e, quindi, il colloquio privato.
Dopo l'udienza, nella Sala Clementina l'Ambasciatore prendeva congedo dal prefetto della Casa Pontificia e si recava a far visita al cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato.
Al termine del colloquio il Diplomatico discendeva nella basilica Vaticana: ricevuto da una delegazione del Capitolo, si recava dapprima nella Cappella del Santissimo Sacramento per un breve atto di adorazione; passava poi a venerare l'immagine della Beatissima Vergine e, quindi, la tomba di san Pietro.
Al termine della visita l'Ambasciatore prendeva congedo dalla delegazione del Capitolo, quindi, alla Porta della Preghiera, prima di lasciare la basilica, si congedava dai dignitari che lo avevano accompagnato e faceva ritorno alla sua residenza.


Ecco una nostra traduzione del discorso del Pontefice.

Signora Ambasciatore,

sono oggi lieto di riceverla in occasione della presentazione delle Lettere che la accreditano quale Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica delle Filippine presso la Santa Sede. Ricambio i calorosi saluti che mi ha cortesemente trasmesso a nome di Sua Eccellenza il Presidente Gloria Macapagal-Arroyo e le chiedo di porgerle i miei migliori auspici per il suo benessere e per quello dei vostri concittadini.
Il popolo filippino è rinomato per la sua affettuosa generosità e per l'elevato valore che attribuisce all'amicizia e alla vita familiare. I fedeli cattolici nel suo Paese, con la loro fame di preghiera, la loro religiosità viva e il loro ardente desiderio di servire gli altri, dimostrano una salda fiducia nella provvidenza amorevole di Dio.
Sono molto grato per il contributo unico che hanno reso e continuano a rendere alla vita della Chiesa locale e universale e incoraggio tutti gli uomini e tutte le donne di buona volontà nella sua nazione a dedicarsi alla creazione di vincoli di pace e di armonia sociale entro i confini del loro Paese e in tutto il mondo.
Da parte sua, e in particolare attraverso la sua attività diplomatica, la Santa Sede cerca di impegnare il mondo nel dialogo per promuovere i valori universali che scaturiscono dalla dignità umana e fanno progredire gli uomini lungo il cammino verso la comunione con Dio e reciproca. La Chiesa cattolica è desiderosa di condividere la ricchezza del messaggio sociale evangelico perché esso anima i cuori con la speranza della realizzazione della giustizia e con un amore che rende tutti gli uomini e tutte le donne autentici fratelli e sorelle in Cristo Gesù.

Compie la sua missione pienamente consapevole dell'autonomia e della competenza rispettive di Chiesa e Stato. Infatti, possiamo affermare che la distinzione fra religione e politica è un ottenimento proprio del Cristianesimo e uno dei suoi fondamentali contributi storici e culturali. Parimenti, la Chiesa è convinta del fatto che lo Stato e la religione siano chiamati a sostenersi vicendevolmente perché servono il benessere personale e sociale di tutti (cfr Gaudium et spes, n. 76).

Questa cooperazione armoniosa fra Chiesa e Stato richiede responsabili ecclesiali e laici che svolgano i loro doveri pubblici con impegno indefesso per il bene comune. Coltivando uno spirito di onestà e imparzialità e considerando come fine ultimo sempre la giustizia, i responsabili ecclesiali e laici guadagnano la fiducia delle persone e potenziano il senso di responsabilità comune di tutti i cittadini per promuovere una civiltà dell'amore. Tutti dovrebbero essere motivati dal desiderio di servire e non da quello di guadagnare personalmente o di dare beneficio a pochi privilegiati. Tutti condividono il compito di rafforzare le istituzioni pubbliche per salvaguardarle dalla corruzione dell'elitarismo e dal settarismo. A questo proposito, è incoraggiante vedere le numerose iniziative intraprese a vari livelli della società filippina per tutelare i deboli, in particolare i nascituri, i malati e gli anziani.
Eccellenza, apprezzo l'interesse espresso a nome del suo Governo per il benessere dei lavoratori filippini migranti.
Infatti, l'incontro del Forum globale su Migrazione e Sviluppo, svoltosi a Manila, dimostra chiaramente la sollecitudine delle Filippine per quanti lasciano il proprio Paese natale in cerca di impiego in una terra straniera. Iniziative come quella del Forum Globale sono feconde quando riconoscono l'emigrazione come risorsa per lo sviluppo piuttosto che come ostacolo a esso.

Al contempo, i responsabili di Governo affrontano numerose sfide adoperandosi per garantire ai migranti un'integrazione nella società in un modo che riconosca la loro dignità umana e offra loro l'opportunità di guadagnarsi una vita decente, con il tempo per riposarsi e la possibilità di praticare il culto. La giusta sollecitudine verso i migranti e l'edificazione di una solidarietà del lavoro (cfr. Laborem exercens, n. 8) richiede che i Governi, le agenzie umanitarie, le persone di fede e tutti i cittadini cooperino con prudenza e paziente determinazione. Le politiche nazionali e internazionali volte a regolare l'emigrazione devono basarsi su criteri di equità e di equilibrio ed è necessario porre particolare cura nel facilitare il ricongiungimento familiare. Al contempo, bisogna promuovere il più possibile condizioni che favoriscano opportunità d'impiego nei luoghi di origine (cfr. Gaudium et spes, n. 66).
A questo proposito, signora Ambasciatore, i responsabili della vostra nazione hanno varato una legge relativa a una riforma generale della terra. Riforme agrarie pianificate con attenzione possono essere di beneficio alla società istillando un senso di responsabilità comune e stimolando l'iniziativa individuale, permettendo a una nazione di essere autosufficiente ed estendendo la propria partecipazione ai mercati internazionali per migliorare le opportunità di crescita nel processo di globalizzazione. Prego affinché, realizzando misure che promuovano la giusta distribuzione del benessere e dello sviluppo sostenibile delle risorse naturali, gli agricoltori filippini abbiano maggiori opportunità per aumentare la produzione e guadagnare il necessario per sé e per le proprie famiglie.
Eccellenza, è incoraggiante sapere che la sua nazione continuerà a partecipare attivamente ai forum internazionali per la promozione della pace, della solidarietà umana e del dialogo interreligioso. Ha indicato in che modo questi nobili obiettivi sono intimamente legati allo sviluppo umano e alla riforma sociale. Alla luce del Vangelo, la Chiesa cattolica è sempre stata convinta del fatto che il passaggio da condizioni meno umane a condizioni più umane non si limiti a dimensioni meramente economiche e tecnologiche, ma implichi per ogni persona l'acquisizione di cultura, il rispetto per la vita e per la dignità altrui e il riconoscimento dei "valori supremi, e di Dio che ne è la sorgente e il termine" (Populorum progressio, n. 21). Ho fiducia nel fatto che la Repubblica delle Filippine continui a offrire questa visione olistica della persona umana nei forum mondiali, e mi unisco a tutti i filippini nel pregare affinché la pace di Dio possa regnare nei cuori e nelle case di tutti.
Signora Ambasciatore, la sua presenza qui oggi è un pegno del fatto che i vincoli di amicizia e di cooperazione fra la sua nazione e la Santa Sede continueranno a essere più forti negli anni prossimi.
Le assicuro che i vari organismi e dicasteri della Curia Romana saranno sempre pronti ad assisterla nello svolgimento dei suoi doveri. Offrendole i miei migliori auspici e le mie preghiere per il successo della sua missione, invoco le benedizioni di Dio onnipotente su di Lei, Eccellenza, sulla sua famiglia e sull'amato popolo delle Filippine.

© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana

(©L'Osservatore Romano - 27-28 ottobre 2008)

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