domenica 28 settembre 2008

Benedetto XVI: "L’umiltà può essere considerata il testamento spirituale di Papa Luciani. Bastarono 33 giorni perché entrasse nel cuore della gente"


IL MAGISTERO DELLA CHIESA NEGLI SCRITTI DEI PREDECESSORI DI PAPA BENEDETTO XVI

Il 26 agosto 1978 Albino Luciani divenne Giovanni Paolo I. Morirà il 28 settembre 1978: raccolta di articoli e commenti

ANGELUS DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Parole del Santo Padre ai fedeli raccolti fuori dal Palazzo Apostolico (la fretta di chiudere il collegamento ci ha impedito, ieri, di ascoltarle...)

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 28.09.2008

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e recita l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Oggi la liturgia ci propone la parabola evangelica dei due figli inviati dal padre a lavorare nella sua vigna. Di questi, uno dice subito sì, ma poi non va; l’altro invece sul momento rifiuta, poi però, pentitosi, asseconda il desiderio paterno. Con questa parabola Gesù ribadisce la sua predilezione per i peccatori che si convertono, e ci insegna che ci vuole umiltà per accogliere il dono della salvezza. Anche san Paolo, nel brano della Lettera ai Filippesi che quest’oggi meditiamo, ci esorta all’umiltà. "Non fate nulla per rivalità o vanagloria - egli scrive -, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso" (Fil 2,3). Sono questi gli stessi sentimenti di Cristo, che, spogliatosi della gloria divina per amore nostro, si è fatto uomo e si è abbassato fino a morire crocifisso (cfr Fil 2,5-8). Il verbo utilizzato - ekenôsen - significa letteralmente che Egli "svuotò se stesso" e pone in chiara luce l’umiltà profonda e l’amore infinito di Gesù, il Servo umile per eccellenza.

Riflettendo su questi testi biblici, ho pensato subito a Papa Giovanni Paolo I, di cui proprio oggi ricorre il trentesimo anniversario della morte. Egli scelse come motto episcopale lo stesso di san Carlo Borromeo: Humilitas.

Una sola parola che sintetizza l’essenziale della vita cristiana e indica l’indispensabile virtù di chi, nella Chiesa, è chiamato al servizio dell’autorità. In una delle quattro Udienze generali tenute durante il suo brevissimo pontificato disse tra l’altro, con quel tono familiare che lo contraddistingueva: "Mi limito a raccomandare una virtù, tanto cara al Signore: ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore … Anche se avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili".
E osservò: "Invece la tendenza, in noi tutti, è piuttosto al contrario: mettersi in mostra" (Insegnamenti di Giovanni Paolo I, p. 51-52). L’umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale.

Grazie proprio a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della gente. Nei discorsi usava esempi tratti da fatti di vita concreta, dai suoi ricordi di famiglia e dalla saggezza popolare. La sua semplicità era veicolo di un insegnamento solido e ricco, che, grazie al dono di una memoria eccezionale e di una vasta cultura, egli impreziosiva con numerose citazioni di scrittori ecclesiastici e profani.

E’ stato così un impareggiabile catechista, sulle orme di san Pio X, suo conterraneo e predecessore prima sulla cattedra di san Marco e poi su quella di san Pietro.

"Dobbiamo sentirci piccoli davanti a Dio", disse in quella medesima Udienza. E aggiunse: "Non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma: si crede alla mamma, io credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato" (ivi, p. 49). Queste parole mostrano tutto lo spessore della sua fede. Mentre ringraziamo Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lontani. Invochiamo per questo Maria Santissima, umile Serva del Signore.

DOPO L’ANGELUS

Il periodo estivo è ormai passato e dopodomani rientrerò in Vaticano. Ringrazio il Signore per tutti i doni che mi ha concesso in questo tempo. Penso in particolare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney, al periodo di riposo trascorso a Bressanone, alla visita in Sardegna e al viaggio apostolico a Parigi e Lourdes; e penso alla possibilità di soggiornare in questa casa, dove posso meglio riposare e lavorare nei mesi più caldi. Un caro saluto rivolgo alla comunità di Castel Gandolfo, con un grazie sentito al Vescovo, al Sindaco e alle Forze dell’ordine. Grazie a tutti e arrivederci!

Je vous salue, chers pèlerins francophones, qui êtes venus pour réciter l’Angélus. Par cette prière, nous faisons mémoire de l’Incarnation du Fils de Dieu et nous contemplons le « oui » immédiat et paisible de la Vierge Marie à la volonté de Dieu exprimée par l’Archange Gabriel. Que la présence de Marie à nos côtés donne à nos « oui » d’être spontanés, généreux et sans retour ! Avec ma Bénédiction apostolique.

I offer a warm welcome to the English-speaking visitors gathered for this Angelus prayer. My special greeting goes to the students from Aquinas College in Australia and to the members of the Fatima pilgrimage from the Philippines. In today’s Gospel, the Lord asks us to reflect whether we are obedient to the Father in word alone, or truly committed to following his will in our daily lives. May his words inspire in us a spirit of genuine conversion and an ever more generous commitment to the spread of the Gospel. Upon you and your families I cordially invoke God’s blessings of wisdom, joy and peace!

Mit Freude grüße ich die Pilger und Gäste aus den Ländern deutscher Sprache. In der zweiten Lesung dieses Sonntags hören wir das Wort des Apostels Paulus: „Seid untereinander so gesinnt, wie es dem Leben in Christus Jesus entspricht" (Phil 2,5). Christus, der sein Leben für uns hingegeben hat, ist das Vorbild für unser Handeln. Auch wir wollen danach streben, füreinander da zu sein und einander in Liebe zu begegnen. In besonderer Weise hat uns dies der Diener Gottes Papst Johannes Paul I. vorgelebt, dessen 30. Todestag wir heute begehen. Bemühen wir uns neu, die Gesinnung Christi zu haben und mehr und mehr in den Lebensstil Jesu hineinzuwachsen. Der Herr segne euch alle!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española. En el evangelio de este domingo Jesús nos invita a la escucha obediente de la Palabra del Señor y al cumplimiento fiel de la Voluntad divina. Las enseñanzas de Jesucristo, cuando son acogidas con una fe profunda, sencilla y dócil, transforman la vida de toda persona, de cualquier clase y condición, y muestran cual es el camino que conduce al Reino de Dios. Muchas gracias y feliz domingo.

Witam przybyłych tu, do Castel Gandolfo, Polaków. W szczególny sposób pozdrawiam dzisiaj uczestników odbywającej się w Polsce, w Białymstoku, beatyfikacji Sługi Bożego, księdza Michała Sopoćki, spowiednika i przewodnika duchowego świętej Faustyny Kowalskiej. Za jego sugestią w znanym „Dzienniczku" opisała ona swoje doświadczenia mistyczne i objawienia Jezusa Miłosiernego. Także dzięki jego staraniom został namalowany i przekazany światu znany obraz z napisem „Jezu ufam Tobie". Sługa Boży dał się poznać jako gorliwy kapłan, profesor i wychowawca, krzewiciel kultu Bożego Miłosierdzia. Łączę się w radości z Archidiecezją Białostocką i Wileńską oraz ze wszystkimi wiernymi w świecie, którym bliskie jest przesłanie Jezusa Miłosiernego. Tą beatyfikacją zapewne cieszy się, w domu Ojca, mój umiłowany poprzednik, Sługa Boży Jan Paweł II. To on zawierzył świat Bożemu Miłosierdziu. Dlatego powtarzam jego życzenie: „Bóg bogaty w miłosierdzie niech wam wszystkim błogosławi" (Lotnisko, Kraków-Balice, 19.08.2002 r.).

[Saluto con affetto i Polacchi venuti qui a Castel Gandolfo. In modo particolare rivolgo oggi il mio pensiero ai fedeli riuniti a Białystok, in Polonia, per la beatificazione del servo di Dio Michał Sopoćko, confessore e guida spirituale di santa Faustina Kowalska. Per suo suggerimento, la Santa descrisse le proprie esperienze mistiche e le apparizioni di Gesù Misericordioso nel ben noto suo "Diario". Anche grazie ai suoi sforzi venne dipinta e trasmessa al mondo l’immagine con la scritta "Gesù, confido in Te". Questo Servo di Dio si fece conoscere come zelante sacerdote, educatore e propagatore del culto della Divina Misericordia. Mi unisco alla gioia delle Diocesi di Białystok e di Vilnius e di quanti nel mondo hanno caro il messaggio di Gesù Misericordioso. Per questa beatificazione si rallegra, nella casa del Padre, il mio amato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II. È stato lui ad affidare il mondo alla Divina Misericordia e per questo ripeto a tutti il suo augurio: "Dio ricco di misericordia vi benedica!" (Aeroporto Kraków-Balice, 19 agosto 2002).]

Sono lieto di accogliere i volontari del Movimento dei Focolari, venuti da vari Paesi, e li incoraggio a testimoniare sempre la forza trasformatrice del Vangelo. Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli di Padova, la "Lega Marinara di Sant’Antonio" di Anzio, l’Associazione Cattolica Operatori Sanitari, la Scuola "Paolo VI" delle Maestre Pie Filippini, di Castel Gandolfo, i giovani dell’Opera della Chiesa dalla Spagna e dall’Italia e l’Associazione "Ars-Agape" di Abbiategrasso. Saluto inoltre il gruppo della Diocesi di Belluno-Feltre che, con il Vescovo Mons. Giuseppe Andrich, si trova in Piazza San Pietro.

Mentre rivolgo un augurio a tutti gli studenti che da poco hanno iniziato l’anno scolastico, esprimo apprezzamento per la campagna della Società di San Vincenzo De Paoli intitolata "Fatemi studiare, conviene a tutti". Nello spirito di San Vincenzo, che ieri abbiamo ricordato nella liturgia, questa iniziativa si propone di prevenire la povertà dell’analfabetismo.

A tutti auguro un buon mese di ottobre, mese del santo Rosario, durante il quale, a Dio piacendo, mi recherò in pellegrinaggio al Santuario di Pompei, domenica 19. Buona domenica!

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